L'Insediamento Fortificato dell'Età del Bronzo L’interesse scientifico verso l’area di Roca si è concentrato, a partire dagli anni Novanta, sulle fasi di occupazione dell’età del Bronzo. Le numerose aree di scavo sono state localizzate all’interno dell’istmo denominato “Castello-Carrare”, portando alla luce sia imponenti opere architettoniche riferibili all’epoca protostorica, sia innumerevoli reperti che dimostrano sia profondi legami tra l’insediamento salentino e il mondo delle civiltà dell’Egeo orientale sia il raggiungimento di un notevole status di organizzazione sociale e politica nelle popolazioni autoctone. La più antica attestazione umana del sito sembra risalire alla Media Età del Bronzo 21, e sono successivamente individuabili altre fasi di riorganizzazione dell’insediamento e delle opere difensive, fino a giungere al violento incendio che distrusse il sito nel Bronzo Finale2, XIV secolo a.C.; l’episodio, tuttavia, non provocò il totale abbandono dell’area, che rimase in uso fino almeno all’età ellenistica3 (II secolo a.C.). Il grande incendio, quasi sicuramente di matrice bellica, ha fatto si che significative porzioni della stratigrafia coeva e quelle precedenti si conservassero, nonostante le contaminazioni e asportazioni dei periodi successivi, in condizioni soddisfacenti. Roca si presenta come un incredibile contenitore di informazioni utili a restituire un’immagine non solo degli insediamenti protostorici del Salento, ma è portatrice di scoperte che possono riscrivere e ricostruire i rapporti che intercorrevano tra le popolazioni ivi insediate e quelle d’oltremare. Prima ancora di entrare nello specifico della trattazione riguardo le evidenze archeologiche, infatti, occorre precisare come il sito potesse inserirsi nelle dinamiche territoriali e transnazionali del periodo. In Salento sono presenti numerosi insediamenti fortificati risalenti alla prima metà del II millennio a.C. che presentano analogie con il sito di Roca: abitati che restituiscono un’organizzazione territoriale formata da centri Genesi Storica
morfologicamente definiti, posti corrispondenza di litorali o bacini paralitorali, in quelle aree tatticamente controllabili, dove abbondavano le risorse naturali o poste su crocevia importanti per la movimentazione di merci e persone; tali siti poi erano spesso affiancati da luoghi di culto e facili approdi dal mare4. Ma ciò che colpisce di Roca è soprattutto la quantità di prove a sostegno dei continui e proficui rapporti con il mondo Egeo, rapporti probabilmente commerciali in un prima fase ma che successivamente hanno fatto sì che indigeni e «visitatori» si ibridassero sotto diversi punti di vista: tecnologico5, in primis, deriva difatti da questi contatti la produzione, nell’area di Roca, di ceramiche di imitazione dei modelli egei6 o la lavorazione di materiali orientali come l’avorio7; ma anche culturale e religioso, come nel caso dei graffiti rinvenuti nella Grotta Santuario e dei rinvenimenti archeologici all’interno della Capanna Tempio. L’importanza del sito dal punto di vista internazionale può essere quindi sintetizzata nella definizione di «community colony»8 che ne da Riccardo Guglielmino: «abitati esistenti, in cui si insedia un nucleo di immigrati provenienti da un paese straniero e questo gruppo assume un ruolo significativo nella società ospitante, benché la gestione del potere continui a rimanere in mano agli indigeni»9. Si può concludere quindi che l’ipotesi di partenza sia fondata: all’interno dell’insediamento di Roca era presente una comunità allogena capace di influenzarne la cultura, la tecnologia e, come vedremo più avanti, alcune scelte architettoniche e costruttive. Ad oggi le evidenze monumentali principali di questo periodo sono costituite dai resti dell’antica opera difensiva che chiude il piccolo istmo da Nord a Sud (Bronzo Medio) e i segni nel terreno delle strutture che un tempo costituivano l’edificio soprannominato Capanna Tempio (Bronzo Finale); la maggior parte dei resti e delle tracce dell’impianto protostorico sono stati alterati, asportati o coperti dai successivi interventi
21