Masterplan Date le analisi effettuate e precedentemente esposte, atto fondamentale per la progettazione del Parco Archeologico di Roca Vecchia è stato quello di definire un limite, un témenos, all’interno del quale operare, adottando soluzioni che tangano conto della differente morfologia e caratterizzazione storica degli ambiti individuati. Questo limite, individuato nel tracciato della cinta muraria messapica, ha il ruolo di definire il Parco Archeologico rispetto al paesaggio circostante, senza configurarsi come barriera invalicabile. Gli ambiti di intervento, individuati dopo l’analisi storica e morfologica dei luoghi, a seconda anche delle criticità e peculiarità di quest’ultimi sono: gli accessi e i percorsi del parco, il polo ricettivo/museale, l’area Castello-Carrare, le aree di scavo future e la Grotta Poesia Piccola. All’interno del tracciato il progetto si traduce nel disegno dei percorsi, delle architetture museali e degli interventi per la fruizione delle archeologie senza imporsi sulla connotazione naturale dell’area circostante, cercando il più possibile di non contrapporsi al paesaggio costiero e agricolo della stessa, dialogando quindi con esso. Obiettivo del progetto è quello di ridare agli ambiti archeologici un ruolo attivo all’interno della vita quotidiana dei cittadini, affiancando alle dinamiche dettate dal turismo archeologico anche funzioni e spazi utili al tempo libero, permettendone la coesistenza con le attività di scavo e ricerca. Il Parco Archeologico di Roca Vecchia si configura come un’area di valenza archeologica e naturalistica, con spazi fruibili in sicurezza da tutti, mantenendo sia parti accessibili mediante biglietto, sia altre completamente pubbliche. Il progetto, radicato profondamente nella storia del luogo, estrapola dal substrato archeologico i principi regolatori che ne guidano lo sviluppo morfo-planimetrico: il disegno, in alcune sue parti, è basato sulla maglia ortogonale dell’insediamento protostorico e della cittadella tardomedievale, riproposto e reinterpretato negli ambiti CastelloIl Progetto
Carrare e del Museo, mentre, la costruzione paratattica degli insediamenti Messapici, in cui si alternavano all’interno della cinta differenti spazi a uso abitativo, sacro e agricolo, è il principio che permette al progetto di tradursi in modo differente in ogni sua parte senza perdere l’omogeneità totale. Nonostante la presenza di un confine definito è obiettivo del progetto quello di non perdere i legami intangibili che per tutta la storia di Roca Vecchia ne hanno segnato e influenzato il progresso storico; il Parco è inserito in un contesto naturale e paesaggistico a carattere agricolo che si estende all’interno e all’esterno della cinta muraria, fino all’entroterra, senza soluzione di continuità che trova origine già nel primo insediamento protostorico e si sviluppa, mutandone il carattere produttivo, dal periodo messapico, passando per l’epoca medievale, fino ai gironi nostri. Ma Roca Vecchia, per quanto legata al contesto circostante, si radica al mare e a ciò che si trova oltre. Esso è stato elemento fondamentale della storia del luogo, ne ha segnato il fiorire in epoca protostorica, grazie ai rapporti culturali e commerciali con le civiltà greche e d’oriente, e, in epoca tardorinascimentale , ne ha segnato la fine, giunta successivamente alle scorrerie Ottomane. Questo profondo rapporto viene quindi riproposto e suggerito ai fruitori grazie a punti panoramici che permettono di scorgere, durante le più limpide giornate, la costa al di là del Mar Adriatico.
103