PSICONDOMINIO Per porre quesiti a Gaia Cigognini potete scrivere a info@vgambinoeditore.it
Il burn-out dell’amministratore Gentile Psicondominio, le scrivo per un’emergenza. Il nostro amministratore condominiale un paio di anni fa si è vantato, chiacchierando con alcuni condòmini, di aver acquisito (con il suo studio) una quarantina di nuovi stabili da amministrare. Risultato: due anni dopo sembra prennemente esaurito, privo di interesse per il suo lavoro e, soprattutto, per i nostri problemi, apatico al limite dell’insopportabile. Parlando con una mia vicina di casa saremmo giunte alla conclusione che sia vittima della cosiddetta sindrome da burn-out. Domanda: secondo lei è possibile uscirne? E come? Graziella S., via e-mail Il burn-out è definito come una sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate. Viene considerato come un tipo di stress lavorativo. Le confermo che è possibile uscire da questa sindrome di burn-out se il paziente intraprende un percorso psicoterapeutico, preferibilmente di indirizzo cognitivo comportamentale o psicodinamico. Lo psicoterapeuta aiuterà il paziente a comprendere e ad affrontare questo disturbo, assieme a tecniche di rilassamento.
Il vicino con l’aracnofobia Come è normale, specialmente in un condominio come il nostro che si trova all’estremo margine della città, appena termina il freddo dell’inverno tornano gli insetti. Se ne trovano un po’ di tutti i tipi: scarafaggi vicino al deposito dell’immondizia, zanzare durante l’estate, mosche e, ovviamente, piccoli ragni che si installano negli angoli dove si trovano le scale. Niente di strano. Uno dei condòmini, però, appena vede anche il più piccolo ragno si copre di sudore, trema e dice di avere delle palpitazioni. Per questo chiede ossessivamente all’amministratore di disinfestare le scale dagli insetti. È ovvio che questa azione funziona non oltre le due settimane, poi gli insetti tornano.
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Che fare? Grazie? Mario Bas.m. via e-mail Una persona che ha paura degli insetti e dei ragni soffre di entomofobia, che viene classificata tra le fobie specifiche dei disturbi d’ansia, ma rivolta agli insetti. Per i ragni si parla di aracnofobia. La fobia scatena una reazione di paura incontrollata, in questo caso verso i ragni. Le persone che soffrono di questa fobia, adottano come strategia migliore l’evitamento. Per superare la fobia degli insetti il suo vicino di casa dovrà quindi intraprendere un percorso di psicoterapia. Sicuramente la terapia cognitivo-comportamentale ha una buon riscontro nella cura delle fobie è nella gestione delle emozioni, in particolare la paura.
La diagnosi sul web Buongiorno, mi rivolgo a lei per un consiglio. La figlia della mia vicina di casa, che ha cinque anni, praticamente da sempre ha il vizio di arricciare in continuazione il naso, con una smorfia che non passa inosservata. All’inizio sembrava uno di quei giochi che fanno i bambini, ma con il tempo mi sono accorta che questo tic è del tutto involontario. Consultando internet mi sono fatta l’idea che la bambina possa soffrire della sindrome di Tourette, ma la madre non vuole saperne di portarla da uno psicologo. Lei che ne pensa? Carla Maz., via e-mail È difficile fare una diagnosi basandosi solo sulle sue impressioni, anche se ha avuto la pazienza di informarsi. E forse è un po’ affrettato affermare che la bambina soffra della sindrome di Tourette. La bambina, come lei ha detto, ha cinque anni, e frequenta la scuola dell’infanzia. Sicuramente se ha qualche disturbo saranno gli insegnanti stessi a convocare i genitori per spiegare che la bambina ha bisogno di fare degli accertamenti più approfonditi. Solo analisi approfondite possono stabilire la natura della manifestazione che lei descrive: spesso le «diagnosi» frutto di autoapprendimento sul web si rivelano fallaci...