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CONTABILIZZAZIONE OCCHIO, ADESSO ARRIVANO I CONTROLLI

OCCHIO, ADESSO ARRIVANO I CONTROLLI

Dopo due anni dall’entrata in vigore dell’obbligo di installazione dei dispositivi per misurare il consumo di calore, gli enti locali iniziano a comminare multe a chi non è in regola. Ecco dove

di Giuseppe Rossi

Fatta la legge, trovato l’inganno: un proverbio molto in uso. Ma, nel caso della contabilizzazione (obbligatoria) dei consumi energetici da riscaldamento, più che inganno sembra essere in vigore una sorta di interessato oblio. Sono ancora molti, infatti, i condòmini che non si sono adeguati alle disposizioni, contando sulla scarsa propensione da parte delle amministrazioni locali a controllare la messa in regola di un impianto. Secondo gli operatori del settore, infatti, sono circa il 50% i condòmini non in regola. Ora, però, le cose potrebbero cambiare, dato che a due anni dall’entrata in vigore dell’obbligo di contabilizzazione (giugno 2017) iniziano a circolare i primi controllori. E per i trasgressori sono guai. Chi non ha provveduto a mettersi in regola, infatti, sarà sottoposto a pesanti sanzioni, da 500 a 2.500 euro per ogni proprietario. E le multe saranno un potente incentivo per i ritardatari. La situazione, infatti, non è rosea: installatori e produttori dei dispositivi per la contabilizzazione, infatti, da un anno e mezzo hanno visto diradarsi le richieste di prodotti da installare e di servizi, visto che il controllo può anche essere affidato a società esterne. Ed è stata proprio la scarsità o l’assenza di controlli a frenare il processo di adeguamento.

Enti locali in campo Secondo quanto rilevato dal Sole 24Ore, gli enti locali, che hanno la titolarità amministrativa della materia, iniziano a muoversi. Emilia-Romagna e Toscana hanno centralizzato queste attività a livello regionale, mentre nel resto d’Italia i controlli sull’adeguamento sono in capo ai Comuni con più di 40 mila abitanti (per i piccoli centri sono titolari, invece, le città metropolitane). E sono proprio le amministrazioni dalle città che iniziano a muover-

si. Il Comune di Milano, per esempio, ha messo in campo 45 ispettori della società in-house Amat. Per incentivare ulteriormente l’adozione dei termoregolatori, Palazzo Marino ha anche stanziato 20 milioni per interventi di efficienza energetica, grazie ad accordi con le banche per finanziamenti agevolati. La città metropolitana di Milano, inoltre, controllerà 143 Comuni con ispettori Amat e sei accertatori certificati per la raccolta dei dati dai responsabili di impianto. Sempre al Nord, Torino e città metropolitana effettuano i controlli attraverso gli ispettori Arpa. Pare siano state irrogate già decine di sanzioni. Un tavolo tecnico tra Regione e ordine degli ingegneri è stato organizzato per mettere a punto le linee guida per esaminare le relazioni di non convenienza economica della contabilizzazione. In Liguria, Genova ha organizzato in un registro i 6 mila stabili censiti. Non solo: ha incaricato la società Multiservice di controllare 1.500 condomini all’anno e prevede di terminare la verifica entro quattro anni. Occorrerà però un anno prima che il registro regionale della Liguria (Caitel) si interfacci con il registro di Genova. Meno brillante il Veneto: nel registro regionale (Circe) sono censiti 1,7 milioni di impianti, mentre i controlli sono lasciati a 16 comuni sopra i 30 mila abitanti, alla città metropolitana di Venezia e alle province. I risultati dei controlli, però, sono a macchia di leopardo: la provincia di Treviso ha iniziato gli accertamenti, mentre quella di Vicenza ha aperto in ritardo un bando per verificatori, Venezia e Padova inseguono.

Ispezioni centrali Toscana ed Emilia Romagna sono, come accennato, le Regioni che hanno centralizzato i controlli. In Toscana sono attivi 30 ispettori dell’agenzia regionale recupero risorse (Arrr), che hanno l’indicazione di battere a tappeto i condomini a partire dall’autunno, per consentire l’adeguamento durante i mesi estivi. Secondo le rilevazioni, in Toscana il 65% degli impianti centralizzati è dotato di sistemi di contabilizzazione. In EmiliaRomagna, invece, le attività di controllo sono svolte nella società in-house Ervet, che ha il compito di censire 1,8 milioni di impianti servendosi del catasto regionale (Criter), che a sua volta è collegata al Sace (Sistema accreditamento certificazione energetica degli edifici): 150 tra ispettori e liberi professionisti stanno iniziando i controlli. I costi dell’attività saranno pagati dai bollini relativi al libretto di impianto. Nel Lazio, la macchinosa amministrazione di Roma ha dato in concessione per quattro anni i controlli a una società privata, che anche in questo si dovrebbe finanziare con il pagamento del bollino blu e con i proventi da ispezione pagati dai proprietari o terzi responsabili. E il Sud? Le notizie sono scarse e i controlli, pare, anche.

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