L’importanza delle librerie Nei giorni che avete passato a casa, sicuramente vi sarà capitato di utilizzare un sistema di video conferenza o di guardare dei programmi televisivi in cui gli ospiti, non potendo andare di persona, apparivano in collegamento via web. Avrete notato che molto spesso sullo sfondo, alle spalle degli intervistati, sono apparse scaffalature contenenti libri. Un famoso imprenditore del mobile che conosco, una volta, mi aveva confidato che per lui il libro non è altro che un “complemento d’arredo”, un oggetto di puro piacere visivo che riempie armoniosamente gli spazi. Aveva persino creato dei finti libri in legno da mettere sui ripiani e ne aveva venduti anche parecchi. A me invece piace pensare che tutte le librerie notate nei collegamenti visivi contengano libri veri, vissuti, consultati, amati, letti. Ognuno ha le proprie teorie su come ordinare i libri sui ripiani: chi per autore, chi per argomento, chi per cronologia storica. Nella mia libreria c’è una sezione dedicata agli “stati d’animo”: libri da consultare quando si è tristi, arrabbiati, incerti sulle decisioni, ma anche quando si è di buon umore e si vuole ridere e sentirsi leggeri… Frequento la biblioteca comunale, ma spesso, se leggo un libro che mi piace particolarmente, lo compro per poterlo rileggere a casa, interamente o solo in parte. È difficile staccarsi dalle pagine, dal piacere sottile che deriva dal maneggiare un libro, dal saggiarne la copertina, dal profumo misterioso che solo la carta stampata può regalare. La libreria è il contenitore meraviglioso nel quale mettiamo ricordi di vita, appunti di scuola e cultura, diari di memorie
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ed emozioni, vocabolari e dizionari densi di parole e significati. Leggere è la chiave per aprire la porta di tanti mondi: dalla realtà alla fantasia, dalla storia all’attualità, dall’avventura al quotidiano; pagina dopo pagina, lo svolgersi della trama ci fa a volte sognare, a volte riflettere, a volte divertire, a volte intristire. Sicuramente ci fa provare dei sentimenti, ci apre la mente verso nuovi punti di vista, ci fa capire che gli argomenti possono essere affrontati da una prospettiva diversa dalla nostra. Possiamo anche non essere d’accordo con ciò che scrive l’autore, ma capirne le motivazioni ci aiuta a sviluppare senso critico. Viviamo in un mondo interamente influenzato da Internet, siamo multitasking. L’attenzione si sposta in tutte le direzioni possibili e, in soli cinque minuti di tempo, ognuno di noi svolge mille attività: invia mail, organizza il lavoro, messaggia con più persone. Quando si legge un libro tutta l’attenzione si riversa sulla storia. Grazie alla lettura ci isoliamo dal resto del mondo e ci ritroviamo immersi nei dettagli. È come prendersi una pausa dalla frenesia e dedicarsi completamente a sé stessi e alla propria interiorità. Il tempo utilizzato per leggere non è mai tempo sprecato. Scrive Daniel Pennac : ”Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Se dovessimo considerare l’amore tenendo conto dei nostri impegni, chi mai si arrischierebbe? Chi ha tempo di essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato non avere tempo per amare? Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di finire un romanzo che mi piaceva. La lettura non ha niente a che fare con l’organizzazione del tempo sociale. La lettura è, come l’amore, un modo di essere. La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere (tempo che nessuno, d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore”. Sabrina Mantegazza