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In questo tempo sospeso
In questo tempo sospeso tra le certezze della vita fre- netica di prima e le sconosciute conseguenze di una devastante pandemia, molte cose sono accadute e molte persone hanno donato in modo spontaneo e gratuito ciò che apparentemente sembrava essere pri- vo di valore, ma che in realtà è stata una grande ric- chezza per la nostra comunità, ovvero il loro tempo. Moltissimi volontari hanno infatti lavorato in modo silenzioso ed attento, sempre rispettosi delle regole imposte per evitare la diffusione del contagio, ma di- sponibili ad attendere ore per recuperare un farmaco o del pane. Accanto a loro, altrettanto disponibili ed efficienti operatori della Protezione Civile e della Croce Rossa, impiegati degli uffici, delle amministrazioni e della scuola hanno organizzato, coordinato e realizzato una sorprendente macchina della solidarietà che ha cercato di alleviare, consolare ed assistere i cittadini. Ogni giorno, a partire dalle prime ordinanze mini- steriali, è stato necessario prendere decisioni ed assumersi responsabilità che hanno sempre trovato un conforto ed una soluzione nelle azioni dei volontari. Senza il tempo di ognuno di loro nulla di quello che si è fatto sarebbe stato possibile ed il tempo di tutti sarebbe stato certamente più vuoto. Grazie a tutti coloro che, cucendo una mascherina, rispondendo ad un numero verde, acquistando un prodotto da regalare a chi ne aveva necessità, atten- dendo in fila il proprio turno per portare aiuto a chi ne aveva bisogno, lavorando in smart working nelle proprie abitazioni, imbustando e distribuendo mascherine, organizzando momenti di riflessione via In- ternet o rinunciando a parte dei propri incassi, hanno dimostrato quanto sia vero che nei momenti difficili nascono le cose migliori. Tra le piccole e grandi attività di solidarietà nate in questi mesi, una ha riguardato la consegna ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo dei dispositivi elettronici necessari a seguire le lezioni a distanza. Il nostro Istituto ha saputo organizzare in brevissimo tempo un sistema di video lezioni e di proposte didattiche a distanza, attivo dall’infanzia alla secondaria, veramente sorprendente. Molte famiglie, però, non disponevano dei mezzi tecnologici per garantire l’accesso alle lezioni, per cui la scuola si è rapidamente organizzata per reperire risorse e dispositivi e per individuare coloro che più necessitavano di un aiuto. All’amministrazione è stato chiesto di poter distribuire compiti e dispositivi alle famiglie individuate dai docenti. In brevissimo tempo, con la collaborazione indispen- sabile della Protezione Civile, degli uffici comunali e di un piccolo manipolo di volontari, sono stati distribuiti una trentina di tablet e portatili e raggiunta una ventina di bambini che necessitavano di materiale cartaceo. Approfitto di questo spazio per riportare il racconto di uno dei volontari: trovo che possa far capire che spesso è molto più grande quello che riceviamo di quello che diamo. Tra le tante famiglie raggiunte dal servizio, una vive in una frazione del nostro paese in una piccola casa con poche finestre, una delle quali fronteggia la strada. Al momento della consegna, generalmente annun- ciata telefonicamente dagli uffici comunali, nessuno rispose al suono del campanello, tanto che il volontario dovette rivolgersi ad uno dei vicini per chiede- re se effettivamente in casa ci fosse qualcuno. Dopo una telefonata da parte del vicino ecco che la porta si aprì e la madre, accompagnata da una bimba di pochi anni, fece capire al volontario che, essendo di nazionalità straniera, aveva difficoltà a comprendere quanto comunicato dagli uffici. Il volontario mostrò il tablet e disse: “Questo è per M.” Allora la mamma chiamò il figlio più grande che, silenziosamente e con grande gentilezza, arrivò all’uscio e fece un enorme sorriso nel vedere il mezzo attraverso il quale poteva tornare a vedere i propri compagni e, con loro e con gli insegnanti, tornare a fare lezione. Il ragazzino, che naturalmente parlava molto bene l’italiano, ringraziò il volontario e si assicurò di far capire alla mamma il valore di quel mezzo ed il modo con cui l’avrebbe utilizzato. Qualche giorno più tardi, in tarda mattinata, il volontario passò in prossimità della piccola casa e vide la finestra sulla strada socchiusa. Si avvicinò e sentì chiaramente la voce del ragazzino che rispondeva ad una domanda posta a distanza dall’insegnante tramite la piattaforma digitale di videoconferenza. Attese un attimo sotto la finestra: quando sentì l’insegnante dire un entusiasta “bravo” al ragazzino, provò una grande emozione e si commosse. Proseguì nel suo servizio con l’orgoglio di chi sa di aver fatto la cosa giusta. Alessandro Bianchi Assessore alla Pubblica Istruzione ed al Bilancio Il Paese 7
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