ANNO IX - NUMERO 17 - GIUGNO 2020

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Tempo per ogni cosa Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace …. Questo brano è tratto dall’Ecclesiaste. Come c’è il tempo per l’emergenza sanitaria Covid-19, per la sofferenza, il dolore, l’incertezza, c’è il tempo per la solidarietà, l’aiuto, la speranza, la rinascita. Ai medici, al personale sanitario, ai volontari, alle associazioni, alla protezione civile, ai privati, alle aziende, a tutti quelli che hanno contribuito e lavorato per superare “ il tempo del Coronavirus” va il nostro GRAZIE a nome di tutti i cittadini del Comune di Tavernerio Il direttore Sabrina Mantegazza e Il comitato di redazione spero tu ora stia finalmente bene. Nel corso degli ultimi infiniti mesi di malattia, ho cercato di tenerti la mano nel modo più responsabile, adulto, razionale ed energico possibile. Come mi hai insegnato tu, ti ho sostenuto con lucidità e freddezza, ingoiando le lacrime e disperandomi senza farmi vedere da te. Te ne sei andata in una domenica sera primaverile. Ma questa volta senza il tuo vocione e la tua energia. Ci hai salutato silenziosamente, abbandonandoti a quello hai sempre trasmesso alla tua famiglia: la fede. Dal giorno della mia nascita, sei stata un faro nella tempesta. Una mano che mi teneva stretta nei momenti di difficoltà, una guida che mi consigliava la strada più giusta da prendere, una voce che mi diceva tante volte “no” e altrettante volte “brava”. Le tue spalle grosse e le tue mani forti mi hanno trasmesso il senso della determinazione, della perseveranza, dell’educazione e della profonda umiltà. Mi dicevi: “Francesca, abbassa la testa e pedala…”. Quella che sono oggi è per gran parte merito tuo e per questo te ne sarò grata per sempre. La casa era già vuota da un po’, ma oggi ancora di più, oggi sembra che tutto ciò che più amavi (come i tappeti, le candele e i piatti in ceramica) urla la tua assenza. Il divano ora è libero, la tua giacca invernale è appesa e io stringo forte a me il tuo vestito per riuscire a prendere sonno. Sei ovunque mamma. Grazie Papà Franco per aver accompagnato Mamma nel corso di questo lungo e tortuoso cammino con sincero amore, dedizione, accondiscendenza e perseveranza. Grazie a mia sorella Paola per avermi dato la forza di affrontare ogni singolo momento. Sono sicura che entrambe porteremo nel cuore gli insegnamenti di mamma e li trasmetteremo con gratitudine e onore alle nostre famiglie. Grazie a mia nonna Rosanna e a mio zio Renzo per esserLe stati vicini con profondo rispetto e devozione. E grazie di cuore a tutti Voi, per l’affetto, la condivisione di questo dolore indescrivibile, per aver ricordato mamma Antonella per la sua solarità, gentilezza e spontaneità. Grazie per aver riempito il cuore della mia famiglia con la condivisione delle Vostre più intime esperienze vissute con Lei. Vi assicuro che ogni volta che rientrava in casa, dopo le abitudinarie attività di Paese, ci ha sempre raccontato di Voi. Francesca

Ciao Mamma,

2 Il Paese


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