Internos Nr.1_aprile/April 2010_La Strada - Der Weg ONLUS

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non è stato possibile essere esaustivi, si è cercato però di offrire punti di vista importanti. Grazie al lavoro del nostro Centro Studi e della nostra amministrazione è stato mantenuto l’impegno di fornire agli iscritti le relazioni e, per chi lo volesse, anche ulteriori materiali didattici, disponibili sul sito internet della nostra associazione; va riconosciuto inoltre l’enorme lavoro svolto per seguire le iscrizioni, i pagamenti e fornire agli iscritti la relativa documentazione. Alla segreteria scientifica hanno collaborato la Associazione La Strada – der Weg, Ehe- und Erziehungsberatung Suedtirol, Azienda dei Servizi Sociali di Bolzano e Sezione regionale della Soc It di Psichiatria: un buon esempio di lavoro interdisciplinare, che ha ricevuto il riconoscimento del rettore prof Lorenz. La segreteria scientifica intende proseguire il lavoro nel 2011 sul ruolo della famiglia nella prevenzione della violenza; oltre che invitare esperti esterni, si pensa di avviare qualche forma di collaborazione attiva tra esperti locali e extraprovinciali. Osservazioni, critiche e suggerimenti sono benvenuti. Dott. Rodolfo Tomasi medico psichiatra

Una canzone che insegna a fare sport Una vecchia canzone di De Gregori offre interessanti spunti per una riflessione critica sullo sport. Nel 1980 Francesco De Gregori scrive la canzone “La Leva Calcistica della classe 68”, un bellissimo testo che narra di un provino sostenuto da un ragazzo di 12 anni (nato appunto nel ‘68), inizialmente titubante e “….con il cuore pieno di paura….”. Una paura che sta per tensione, agitazione, preoccupazione, dubbio di non essere all’altezza. Sentimenti importanti che molti giovani atleti provano, così come Nino, il protagonista della canzone. Lui ha la fortuna di trovare sulla propria strada un allenatore che lo considera prima di tutto una persona da prendere sul serio, da consolare se serve, e soprattutto da valorizzare. E quando Nino percepisce questo, si trasforma, dimentica tutto e “…mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento. Prese un pallone che sembrava stregato, accanto al piede rimaneva incollato, entrò nell’area tirò senza guardare e il portiere lo fece passare..” L’allenatore è riuscito a tirare fuori il meglio dal ragazzo, ma non è finita, perchè la paura si riaffaccia nel momento in cui Nino deve calciare un rigore. E qui l’allenatore fa il suo capolavoro dicendogli di “...non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica 45


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