Internos N.4_dicembre-Dezember 2022_La Strada-Der Weg onlus

Page 1

inter n os

4/2017
interno Interne Nachrichten
Notiziario
Dicembre Dezember 2022
SOMMARIO - INHALT • Vita associativa • Un caro saluto • Il nuovo progetto “Young Wipp” SGUARDI SULL’ASSOCIAZIONE - EINBLICKE IN DEN VEREIN • Animare le parole - Worte Beseelen: „Baby gang“ • “Mi ha dato modo di rinascere”: echi di un servizio • Meine Erfahrung in der “Comunitá Cenacolo”in Cherasco (Piemont) 4 8 23 34 39 43 AREA BAMBINI E GIOVANI - BEREICH KINDER UND JUGENDLICHE Intervista a Elisabetta Fabbris Ulrike “Ulli” Oberlechner stellt sich vor 9 15 Lebe deine Träume und träume nicht dein Leben Bivio senza segnaletica 28 32

Vita associativa di Dario Volani

Come consuetudine ormai da parecchi anni, attraverso una serie di momenti, approfondimenti, verifiche, incontri, l’Associazione cerca di orientare in modo attento le proprie scelte e le proprie azioni. La grande dimensione dei nostri progetti e le crescenti domande che arrivano dai territori richiedono una sempre più forte azione di ascolto, analisi, pianificazione, verifica. Questo ci permette di evitare di navigare a vista, di inseguire solo le emergenze, di smarrire ogni direzione. È un’attività continua e circolare che vede impegnati tutti nel portare il proprio contributo in termini di idee, proposte, attenzioni, ma anche di fatiche, di miglioramenti da mettere in campo, di bisogni da soddisfare. Primo momento forte è stata la Klausur del 26 agosto con tutto il Consiglio d’Amministrazione, i responsabili e viceresponsabili delle varie Aree. Un intero pomeriggio dedicato a presentare i rispettivi progetti, a fare una analisi della situazione generale (con uno sguardo alla dimensione organizzativa, gestionale e finanziaria), a interrogarci e confrontarci su qual’è

il SOGNO dell’Associazione (e quanto è ancora aderente alla visione ispiratrice), a condividere temi, situazioni, priorità con cui l’operatività si confronta maggiormente. Secondo momento fondamentale è stata la Giornata Associativa del 4 ottobre che, accanto a CdA e responsabili, ha visto la partecipazione di molti operatori, volontari, soci, amici. È stata l’occasione per mettersi in ascolto delle tante necessità, preoccupazioni, tensioni ed inquietudini oltre che di intuizioni, idee e prospettive. Abbiamo affrontato temi strategici (minori e giovani in situazioni com-

4 Internos

plesse; lavoro con le famiglie; il tema dell’”Abitare”; nuove dipendenze; importanza del lavoro per la parità di genere; scuola e ritiro sociale; bisogno di sensibilizzare al “to care”).

Sono stati evidenziati anche una serie di temi organizzativi che sempre più impattano sul vissuto e sul lavoro di chi opera in Associazione. Si è quindi riflettuto su “benessere del personale”, comunicazione interna ed esterna, formazione, aspetti contrattuali, vissuto di solitudine di alcuni servizi e operatori, nuovi target (es. anziani o giovani consumatori di sostanze), necessità di dare attenzione ai servizi situati in periferia, aumento delle complessità dei casi presi in carico, “prendersi cura di chi cura”, strategie associative. Sulle questioni rilevanti abbiamo formato dei gruppi di lavoro che hanno anche formulato interessanti proposte.

Altro momento significativo è stata la clausura aperta a Responsabili, viceresponsabili e Presidenza del 13 e 14 ottobre. Ci si è trovati a Bolzano, in diverse sedi, purtroppo (per evitare la diffusione del Covid) non in forma

residenziale come auspicato. Il programma ha visto tutti impegnati in un percorso (magistralmente organizzato da alcune viceresponsabili) di team building, nella convinzione che lo staff di Direzione possa rafforzare la propria capacità di essere e fare gruppo e si possano migliorare collaborazione e sinergia tra diverse Aree. Abbiamo affrontato alcuni temi che rischiano di essere dirimenti (ad esempio: crescere? applicare più procedure? aprirci a nuovi ambiti d’intervento? come rendere più sostenibili alcuni servizi che risultano in perdita economica? ecc.). intenso il lavoro di “tramoggia” cioè di setacciatura di tutti gli spunti emersi negli incontri precedenti, anche per capire dove collocarli (Piano di sviluppo, Piano strategico, Piano operativo, Carta dei valori,…). Si è poi passati a una prima riflessione sugli obiettivi da inserire nel Piano operativo 2023, sia di carattere generale (cioè per l’intera Associazione) sia riferiti ad ogni singola Area. Altra tappa del percorso è stata la clausura del 10 e 11 novembre con i responsabili e i Coordinatori dei vari

5 Dicembre - Dezember
2022

servizi. Eravamo circa cinquanta ed è stato un momento di intensa partecipazione, condivisione, ideazione. Si è creato un clima molto positivo e collaborativo che ha portato ottimi risultati sia nella definizione di obiettivi, azioni, indicatori da inserire nel Piano operativo a livello associativo e a livello delle singole Aree, sia nella

costruzione del senso di appartenenza e della volontà di partecipare in modo attivo e costruttivo alle scelte. Il primo giorno è servito per passare “dal sogno ai primi passi per realizzarlo”. I coordinatori hanno riflettuto e proposto attenzioni attorno ad alcune questioni fondamentali: - il rapporto tra amministrazione e

servizi sul territorio (si è parlato del senso di appartenenza, della necessità di un referente territoriale, di far sì che la distanza fisica non diventi distanza relazionale); - la qualità professionale delle equipe (emersa la grande fatica a trovare nuovo personale qualificato per il lavoro educativo e di cura);

- il benessere del personale; il grande aumento dei carichi di lavoro genera una ulteriore e crescente fatica; serve una valorizzazione (anche economica) delle risorse umane presenti, attenzione all’ “on boarding” (cura dell’accoglienza dei neoassunti), maggiore chiarezza su ruoli, funzioni, responsabilità, dare attenzione a tutti gli operatori in servizio; - comunicazione e partecipazione (riuscire a trasformare in cultura, informazione e conoscenza il lavoro quotidiano dei nostri servizi); - ruolo preciso dei coordinatori (una riflessione sui propri compiti e sugli strumenti necessari per svolgere al meglio la propria funzione).

Insieme si è passati alla stesura di una bozza del Piano operativo 2023 condividendo visioni, obiettivi, motivazioni ed azioni.

Tutti gli incontri hanno visto la preziosa presenza del presidente Paolo Spolaore, del vicepresidente Alessio Cuccurullo e di qualche membro del Consiglio d’Amministrazione.

Come si può intuire, non mancano il lavoro, le preoccupazioni, le sfide, ma sappiamo di poter contare sulla motivazione, la competenza, l’energia e la collaborazione di molte persone con grandi capacità.

7

Un caro saluto

In questi ultimi mesi del 2022 due persone hanno concluso il loro impegno lavorativo in Associazione e sono entrate nel tempo della pensione. Si tratta di due protagoniste della storia associativa.

Elisabetta “Betty” Starita è arrivata a Bolzano nel 1990, per vivere con il marito Alberto Tartarotti. In precedenza aveva diretto una comunità terapeutica del Ceis e dunque in Associazione si inserì professionalmente nelle strutture terapeutiche del “Progetto uomo”.

Successivamente ha lavorato in amministrazione, occupandosi, con proverbiale premura, di acquisti e forniture.

Gabriella Guizzardi iniziò a lavorare nella prima Comunità per minori, in via Vittorio Veneto 5, a Bolzano per poi entrare nel progetto della allora “Piccola casa”, oggi Comunità “Panta Rhei”. La sua attività di educatrice, sempre attenta e accogliente, è proseguita presso il Centro “Polo Ovest”, nel quartiere di Firmian a Bolzano.

Elisabetta “Betty” Starita

Gabriella Guizzardi

8 Internos

Intervista a Elisabetta Fabbris, responsabile dell’Area “Bambini e Giovani” di Fabrizio Mattevi

Elisabetta, a dicembre 2021, il quarto numero di “Internos” riportava la tua intervista a seguito della nomina a responsabile dell’Area “Bambini e giovani”. È trascorso un anno e…

Un anno intenso, durante il quale mi sono impegnata a proseguire in continuità il grandissimo lavoro svolto prima di me da Claudio Ansaloni. Certo, ho faticato a conciliare il mio incarico con un orario parte time reso necessario dalle mie responsabilità materne.

Ricordiamo servizi e strutture comprese all’interno dell’Area “Bambini e giovani”. Le Comunità residenziali per minori a Bolzano: “Focolare” (coordinatore Alessandro Borgo), “Panta Rhei” (coordinatrice Tatjana Tiballi), “Sancta Clara” (coordinatrice Elena Zangrando); tre Centri diurni accreditati: “Grisù” a Brunico (coordinatrice Verena Oberarzbacher), “Kalimera” ad Appiano (coordinatrice Verena Morandell), “Lanz” a Merano (coordinatrice Valentina Dallapé); dieci

Gruppi diurni, di cui sette sono parte del progetto “Karibu” in val Pusteria e Badia (coordinatrice Birgit Harasser), poi “Wikids” a Vipiteno (coordinatore Georg Leitner), “IoDu” a Lana (coordinatrice Andrea Götsch), mentre tra poco aprirà „Naturno“ (coordinatrice Sandra Kobiljak).

La differenza tra Centri e Gruppi diurni è data dal fatto che i Centri hanno ottenuto l’accreditamento da parte degli uffici provinciali, dopo un lungo e rigoroso iter di controllo, nel quale si verifica il rispetto di precisi parametri e criteri che riguardano, in primo

9 Dicembre - Dezember 2022
Area Bambini e Giovani - Bereich Kinder und Jugendliche

luogo, le caratteristiche dell’edificio e dei locali che ospitano il servizio. I Gruppi diurni svolgono un servizio analogo, ma sono attivati in modo assai più celere e flessibile, rispondendo a richieste e bisogni di un determinato territorio, senza attendere l’accreditamento provinciale. È quel che è accaduto recentemente a Naturno. Nel mese di ottobre il distretto sociale ha chiesto all’Associazione di istituire un gruppo pomeridiano per alcuni loro ragazzi in difficoltà e già con gennaio il servizio sarà aperto. Centri e Gruppi diurni offrono un servizio semiresidenziale a bambini e ragazzi, solitamente nella fascia di età delle scuole primarie e secondarie di primo grado, inviati dai servizi sociali. Vi è dunque da parte nostra una presa in carico. Ciascuno di essi è portatore di bisogni di tipo sociale e relazionale, per i quali prevedere una risposta e un supporto, in un arco di tempo definito. Il progetto su ogni minore deve infatti avere un inizio e prevedere una fine. Un Centro o Gruppo accoglie, solitamente, una decina di ospiti. Ci si ritrova per il pranzo, per poi trascorrere insieme il pomeriggio, occupandosi di compiti nel periodo scolastico e di attività varie per il resto del tempo. Il servizio è aperto tutto

l’anno. Nel periodo estivo si modifica l’orario: solitamente va dalle 9 alle 15, con due pomeriggi prolungati fino alle 17. Le attività sono di tipo ricreativo, con uscite e gite. Affinché questi servizi siano realmente efficaci, è fondamentale impegnarsi nel contattare e coinvolgere le famiglie, conquistare il loro consenso e la loro collaborazione. Anche perché con l’invio di un ragazzo a volte ci viene chiesto di offrire un supporto pure alle figure genitoriali.

Quanti operatori richiede l’attività di un Centro o Gruppo diurno? Ovviamente ci sono differenze da progetto a progetto, ma solitamente sono impegnati tre o quattro operatori. In tal modo è possibile offrire un servizio molto flessibile e, all’occorrenza, organizzare per qualche utente un intervento individualizzato per un determinato periodo tempo. Purtroppo constatiamo la crescente difficoltà a trovare personale con i titoli richiesti, soprattutto in ambito tedesco. Questo è indubbiamente motivo di grande preoccupazione e fatica per me e tutti i coordinatori.

Aspetti salienti di questo anno che si avvia alla conclusione? Uno dei risultati significativi raggiunti

10 Internos Area Bambini
e Giovani

è senza dubbio l’aumento da due a quattro dei posti per minori con diagnosi psichiatrica all’interno delle comunità residenziali. Ciò comporta per queste strutture il raddoppio del personale sanitario. Di questo passaggio si parla più diffusamente nella intervista a Ulli Oberlechner. Altro risultato rilevante è l’assegnazione dell’incarico di coordinatrice clinica a Ulli, che in tal modo può mettere la sua competenza ed esperienza professionale a disposizione delle equipe che seguono i casi psichiatrici ospitati nelle Comunità “Sancta Clara” e “Panta rhei”. Nel corso dell’anno ho anche voluto effettuare quella che abbiamo definito “mappatura clinica” delle presenze nei Centri e Gruppi diurni. Abbiamo ipotizzato che l’aumento di minori con diagnosi psichiatriche non riguardasse soltanto le Comunità residenziali ma coinvolgesse anche gli altri nostri servizi. La nostra considerazione ha trovato conferma: tra i bambini e adolescenti che frequentano i nostri servizi socio-pedagogici almeno il 70% presenta una diagnosi di tipo psichiatrico.

Questa dato è estremamente rilevante: segnala che dobbiamo dotarci di strumenti, metodologie, supporti di tipo anche clinico-sanitario per poter-

li seguire in modo adeguato. Tra le diagnosi vi è una prevalenza di ADHD ossia disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Si tratta di soggetti che in alcune attività necessitano di un accompagnamento uno a uno. Vi sono anche parecchi casi di disturbo del comportamento. Sulla base di questi dati abbiamo avviato un confronto con la dottoressa Arcangeli, primaria della neuropsichiatria infantile, per valutare come strutturare interventi idonei e competenti.

Le nuove aperture di Gruppi diurni a Lana e Naturno sono altri traguardi rilevanti per l’Area. Sì, certamente, è un riconoscimento del lavoro svolto in questi anni, particolarmente significativo poiché viene dal mondo di lingua tedesca e in contesti extra urbani.

A Lana siamo stati chiamati per l’apprezzamento del servizio del Centro “Lanz”, nella vicina Merano, che in passato aveva accolto anche ragazzi di Lana. Abbiamo lavorato molto bene con il distretto sociale nell’ideazione del nuovo progetto. Sono stati loro a proporre il nome “IoDu”, che unisce il pronome singolare italiano “io” al tedesco “Du” (“tu”) e, al contempo, richiama il concetto che l’identità personale passa attraverso

11 Dicembre - Dezember
2022 Bereich Kinder und Jugendliche

la relazione e l’incontro con l’altro. Da Naturno era giunta inizialmente la richiesta di un doposcuola. Nel confronto con il distretto è emersa l’opportunità di un intervento più strutturato: sono ragazzi che necessitano di una vera e propria presa in carico. Si è così passati a elaborare un progetto di Gruppo diurno, coinvolgendo gli operatori del distretto nell’assumere una prospettiva e un modello d’intervento più ampio e articolato, che preveda la raccolta della documentazione su ciascun ragazzo, il contatto con i genitori per tentare di costruire con loro un’alleanza. Inoltre, in futuro, potrebbe concretizzarsi la possibilità di un intervento simile anche a Fortezza.

Questa crescita immagino comporti anche nuove esigenze… Sì, è inevitabile. È indicativo che la maggior parte dei coordinatori sia di madre lingua tedesca. Tentiamo di offrire proposte flessibili e diversificate, a seconda dei contesti e dei problemi da affrontare. È però parimenti importante e strategico creare e mantenere una cornice unitaria e coerente, che faccia da sfondo comune a tutti gli interventi. Perciò abbiamo assunto come obiettivo operativo della nostra Area, per il 2023,

proprio la definizione di un modello concettuale e operativo condiviso. È pure un modo per supportare i coordinatori, molti dei quali operano in periferia, senza la presenza immediata e ravvicinata della struttura associativa. I coordinatori si trovano ad affrontare e gestire, da soli, situazioni ad alta complessità. Vi è dunque la necessità di rafforzare la loro azione con un valido appoggio teorico e sistemico. Si tratta di rielaborare, valorizzare e condividere le esperienze professionali accumulate in questi anni e consolidarle in termini concettuali. Questo lavoro potrà in parte essere esteso ai colleghi che operano nelle scuole e nei Centri giovani, anche se i loro interventi non prevedono una presa in carico dei bambini e ragazzi seguiti. Ci accomuna però un’affinità di intenti. I nostri servizi si propongono di mettere a disposizione di bambini e giovani a noi affidati un ambiente stabile, sicuro, protettivo, nutriente e al contempo offrire un supporto il più vicino possibile alle loro famiglie, al loro ambiente di vita, ai servizi che si occupano di loro. La prossimità è per noi un criterio importante, perché rende possibile il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti nel progetto educativo dedicato al minore.

12 Internos
Area Bambini e Giovani

Come analizzi e interpreti l’aumento di richieste di intervento?

Ritengo siano aumentate l’attenzione, la capacità diagnostica e l’impegno a farsi carico dei problemi dei minori. Pensiamo al ruolo che oggi svolge la scuola nel rilevare possibili fattori di rischio e bisogni educativi speciali: ciò porta maggiormente a evidenziare situazioni complesse e di fragilità. Occorre anche tenere presente che questi interventi sono decisi in una prospettiva di prevenzione, per

evitare l’acuirsi in età adolescenziale e giovanile. Inoltre mi pare si possa motivatamente affermare che il lungo periodo pandemico abbia accresciuto sofferenze, fatiche e disagi. Vi è poi il dato nuovo che le richieste non giungono più soltanto da contesti cittadini ma pure dalle valli e dai paesi. Tale variazione rispetto al passato è sostanzialmente imputabile all’arrivo, anche in queste realtà sociali, di nuclei familiari stranieri. Molti bambini e ragazzi che seguiamo hanno infatti

Bereich Kinder und Jugendliche

alle spalle famiglie giunte dall’estero e da pochi anni inserite in Italia. L’interculturalità e l’integrazione sono questioni di enorme rilevanza. Cito il caso emblematico di Naturno: tutti i ragazzi presi in carico sono di origine straniera, le loro famiglie si sono insediate lì perché hanno trovato un lavoro stabile. Negli altri servizi le percentuali non sono così nette, ma in ogni caso gli utenti di origine straniera sono circa la metà o più. L’inserimento in un ambiente socio-culturale potentemente differente da quello di provenienza comporta ostacoli, fatiche, sofferenze straordinarie e richiede tempi assai lunghi. Molti di questi bambini e ragazzi frequentano scuole tedesche, mentre a casa parlano un’altra lingua, urdu, cingalese, arabo…

In alcuni casi i genitori sono arrivati in Italia clandestinamente, in altri sono espatriati e sono stati successivamente raggiunti dall’intero nucleo familiare. Accanto a problemi di inte-

grazione della famiglia, l’altra più frequente motivazione di invio da parte dei servizi è, come ho già sottolineato la presenza di disturbi e difficoltà psicologiche e comportamentali in un minore. In qualche nostro servizio il 90% dei bambini e ragazzi ha un qualche tipo di diagnosi.

La diagnosi specifica può esporre al rischio del pregiudizio e dello stigma, ma permette altresì un intervento mirato e individualizzato. Faccio un esempio: per i casi di iperattività è opportuno che per svolgere i compiti il minore stia in un locale il più possibile vuoto, povero di stimoli e distrazioni, seguito in un rapporto uno a uno. Occorre quindi differenziare l’intervento rispetto a ragazzi con altri disturbi e altre difficoltà.

La precisa definizione delle caratteristiche di ciascuno legittima e motiva anche l’individuazione del personale necessario e adeguato.

In tal modo è possibile attivare interventi calibrati in chiave preventiva.

14 Internos Area Bambini e Giovani

Seit dem Jahr 2004 bin ich im Verein La Strada-Der Weg offiziell angestellt. Aber kennengelernt habe ich den Verein schon im Jahr 2002, weil ich damals mein post lauream Praktikum in Psychologie im Verein absolvieren konnte. Aber so ganz war ich anfänglich mit dem Ort für mein Praktikum nicht glücklich, denn ich wollte eigentlich einen anderen Praktikumsplatz. Die Vergabe der Praktikumsplätze erfolgt durch die Psychologen-Kammer, ich war aber ein bisschen spät dran und so gab es eben für mich nur noch die Möglichkeit beim Verein La Strada-Der Weg. Das Praktikum bei La Strada sollte darüber hinaus im Bereich Kinder und Jugendliche absolviert werden und auch das war für mich schwierig, weil ich während meines Studiums diesen Bereich ganz bewusst ausgelassen hatte, da ich für mich schon früh die Entscheidung getroffen hatte, in diesem Umfeld nie arbeiten zu wollen. So habe ich die Welt des Vereins La Strada mit vielen Vorbehalten betreten, wie man aber sieht, bin ich immer noch in ihr verwurzelt. (*lacht*).

Heute weiß ich auch warum. Die übergroße Menschlichkeit welche ich von Anfang an im Verein spürte, die auch nicht nur meiner Person galt, der Einsatz der Menschen, die Freude mit der sie ihren Job machen, das gute Miteinander, die gutgelaunte Kollegialität, das Eingehen auf die Bedürfnisse von anderen Menschen hat mich sofort fasziniert. Und dieser Eindruck sorgt dafür, dass ich bis heute immer noch sehr gerne hier her zur Arbeit gehe, mir meine Aufgaben Spaß machen, so viel Spaß, dass ich manchmal vergesse auf die Uhr zu schauen. Mein Praktikum habe ich hier im Nachbarhaus Sancta

15 Dicembre - Dezember 2022 Bereich Kinder und Jugendliche
Clara be- Ulrike “Ulli” Oberlechner stellt sich vor von Harald Kunkel Area Bambini e Giovani

gonnen. Dort konnte ich zum ersten Mal die vorher nie gekannte Welt des „jugendlichen Leidens“ miterleben und kennenlernen. So überraschend wie das für mich war, so hat es mich auch gefesselt. Und heute kann ich sagen, dass dieses „da sein“ und die Begleitung für Menschen, die schwierige Zeiten mitmachen, für mich zu meiner Lebensaufgabe geworden ist.

Direkt nach meinem Praktikum habe ich 2004 in einer Tageseinrichtung in Eppan als Koordinatorin gearbeitet und auch dort wieder für Kinder und Jugendliche, die zum Teil große Schwierigkeiten hatten. Da ich aus Eppan komme, war es für mich dort auch ein idealer Einstieg. Was ich in dieser Zeit beobachtet habe, war der Beginn eines großen Wachstums im Verein, in Bezug auf die Zahl der Dienste, auf die Notwendigkeit von draußen. Das war gleichzeitig gepaart mit einem hohen Spezialisierungsbedürfnis und an dem dadurch wachsenden Bedarf an neuen Mitarbeiter/innen. Diese Entwicklung hat natürlich auch Probleme mit sich gebracht. Strukturelle Probleme, Probleme in der Zusammenarbeit. In dieser schwierigen Zeit wurde ich ein großer Fan meines Kollegen Claudio Ansaloni, der mein für mich zustän-

diger, damaliger Bereichsverantwortlicher war. Seine große menschliche Fähigkeit, jemandem Freiräume zu verschaffen, dabei Vertrauen entgegenzubringen, die Person so zu stärken und zu unterstützen, dass sie auch das Vertrauen in sich selbst nicht anzweifelt, war auch für mich sehr hilfreich. Er gab mir die Möglichkeit, in meiner schwierigen Arbeit mich dennoch entfalten zu können. Zu erkennen ist sein Wirken auch in der großen Weiterentwicklung des Bereichs Kinder und Jugend. Im Jahre 2007 haben wir dann im Verein aus meiner Sicht einen großen Einschnitt erlebt. La Strada hat sich für das Sanitätswesen geöffnet. Bisher hatten wir schon immer Jugendliche mit großen medizinischen und psychiatrischen Probleme umfassend betreut. Allerdings haben wir es immer aus dem erzieherischen Hintergrund getan. Mit sehr viel Menschlichkeit, mit sehr viel in diesem Gebiet vorhandenem pädagogischem Wissen. Gefehlt hat uns aber die klinische Betrachtungsweise in diesem Bereich. Also haben wir uns geöffnet und in unseren Wohneinrichtungen jeweils zwei Therapieplätze für Jugendliche mit psychiatrischer Diagnose geschaffen. Dadurch hatten wir auch zum ersten Mal den Kontakt zu

16 Internos Area Bambini e Giovani

Kinder- und Jugendpsychiater/innen. Bisher waren sie für uns die großen, weisen Experten/innen, die uns sagten, was alles nicht funktioniert. Und wenn man mit dem Sanitätsbetrieb diskutiert, hat man als Verein wie es La Strada ja ist, große Schwierigkeiten, weil im Verein alles nach „best practice“ funktioniert, nach besten Wissen und aus der Erfahrung. Wissenschaftlich wurde bei uns wenig agiert und gesprochen. Wir mussten also lernen, künftig anders zu kommunizieren. Für den Sanitätsbetrieb zählen Zahlen, welche aber bei uns nicht vorlagen. Bei unserer Arbeit war uns das Zahlenwerk völlig fremd. Plötzlich mussten wir in der Verwaltungsseite minutengenau die Zeiten erfassen, genau abrechnen, die Daten der Betreuten benennen, den vorgegebenen Rahmen einhalten, all das war eine große Herausforderung für uns. Dennoch genießen wir bis heute einen sehr guten Ruf im Land. Aus unserer pädagogisch-erzieherischen Tradition heraus mussten wir plötzlich Psychologen/innen, Ergotherapeuten/innen akzeptieren, die andere, für uns neue Herangehensweisen und Methoden hatten und die nicht mehr alles machten, sondern sich nur an die Erfüllung ihrer fachlichen Aufgabe hielten. Sie agierten

einfach anders als wir und wurden dann auch etwas anders behandelt. Diese neuen Berufsbilder in unsere Dienste zu integrieren war anfänglich ein Problem. So durften sie nicht an Supervisionen teilnehmen, vielleicht, weil wir unbewusst unsere Traditionen schützen wollten. Vielleicht war es auch die Angst, dass unsere Kompetenz verloren geht. Geholfen hat uns – trotz schwierigem Setting – die Anstellung von Sanitätspersonal, welches umgekehrt lernen musste aus dem gewohnten Klinikalltag nun in einer Wohngemeinschaft zu arbeiten. Es gab keine Ambulatorien, in denen Eltern oder Jugendliche freiwillig kommen, bei uns herrschten Zwangskontext für die Mitarbeit, für die psychologischen Gespräche, für die Therapie und somit ungünstigere Voraussetzungen.

Da mussten die Mitarbeiter/innen schon mit beiden Beinen fest auf dem Boden stehen um sich das anzutun und es dann auch, trotz einer eventuellen Ablehnung ihrer bisherigen Rolle, durchzuziehen. Viele haben diese Anforderung nicht durchgehalten. Im Jahr 2009 wurden landesweit die ersten Kompetenzzentren für Kinder und Jugendliche quasi als Fachambulanzen eröffnet, die dann auch wieder Neuerungen brachten.

17 Dicembre - Dezember
2022 Bereich Kinder und Jugendliche

Plötzlich hatten wir einen territorialen Bezug, die Zusammenarbeit musste definiert werden, es gab neue Leitlinien wie und in welcher Form der/die Psychiater/in mitarbeitet, es hat aber auch vieles erleichtert, zumal wir noch Zeit hatten, ein Gleichgewicht zu finden. In zahlreichen Treffen und Sitzungen konnten wir zeigen, dass wir wirklich alles für unsere Klienten/ innen geben. Auf der anderen Seite konnten wir auch viel von der systematischen Ordnung im Klinikbereich lernen, dessen Systematik, die Falldokumentationen, die Kommunikation mit Eltern und Betroffenen waren auch für unsere Ordnung hilfreich. Auch der Sanitätskomplex hat von unserer Art, wie wir den Menschen verstehen und halten, gelernt, wenngleich es für den organisierten Sanitätsbetrieb auf Grund der Vorgaben schwierig ist, unsere Achtsamkeit leisten zu können.

Im Jahr 2010 wurde die psychiatrische Abteilung für Kinder und Jugendliche in Meran gegründet. Das war für uns ein weiterer Meilenstein für unsere Arbeit mit Kindern und Jugendlichen. Es gab endlichen einen fixen Bezugspunkt für jene Jugendlichen, die wirklich eine schwere Krise – auch innerhalb der Wohneinrichtung - erleben, bei der die Mitar-

beiter/innen externe Hilfe brauchen. Über das Weiße Kreuz können wir nun diese betroffenen Jugendlichen einweisen lassen, damit sie sofort ärztliche Hilfe bekommen.

2011 bin ich aus dem Mutterschutz an meinen Arbeitsplatz zurückgekommen, um als Koordinatorin die Wohngemeinschaft „Panta Rhei“ zu

18 Internos Area Bambini e Giovani

übernehmen. Ein Jahr später, also 2012, wurde dann auch die Kinder und Jugend-Station im Krankenhaus Meran eröffnet. Über sechs Jahre lang haben wir die Koordination für den landesweiten Arbeitskreis für den Verbund aller Einrichtungen mit integrativen Plätzen für Jugendliche geleitet. Dadurch waren wir immer

der direkte Ansprechpartner für den Primar der Kinder- und Jugendpsychiatrie und für die Fachambulanzen. So ist unsere Zusammenarbeit auch auf mehreren, höheren Ebenen immer besser geworden.

In diesem Jahr, also 2022, hat sich meine Aufgabe bei La Strada-Der Weg geändert denn ich wurde die Klinische Verantwortliche des Bereiches Kinder und Jugendliche. Jugendliche, die durch das Jugendgericht aus der Familie in eine Wohngemeinschaft genommen werden, kommen aus immer komplexeren Familien. Früher hatten wir in unseren Wohngemeinschaften zwei bis drei solcher Fälle bei denen medizinische Beratung gebraucht wurden. Heute sind unsere Plätze fast nur noch mit solchen Situationen gefüllt.

Durch viel Aufklärungsarbeit über dieses Thema, wenden sich heute die besser informierten Eltern viel früher an die dafür neu eingerichteten Dienste. Zum anderen ist es aber auch so, dass die Sozialdienste, die den Gerichten Meldung machen, eben vorzugsweise die schwierigen Fälle in Wohngemeinschaften schicken und dann auch dafür bezahlen. Für uns wird es aber schwieriger, denn seit dem Beginn hatten wir nur zwei integrativen Plätze pro acht vor-

19 Dicembre - Dezember 2022
Bereich Kinder und Jugendliche

handene Plätze, also lag die Priorität immer auf der pädagogischen Intervention und auf dem pädagogischen Personal. Es gab viel Gruppenarbeit, den Betroffenen mit einer Diagnose wurde versucht, das Leben eines/er Jugendlichen ohne Diagnose zu bieten. Aktuell ändert sich das Gleichgewicht in den Wohngemeinschaften ein wenig, bisher mussten wir nicht jede Anfrage annehmen, wir konnten frei entscheiden wen wir aufnehmen. Wenn wir aber, wie jetzt, zu viele und sehr komplexe Situationen aufnehmen müssen, kann es passieren, dass das Team überfordert wird. So können auch die Mitarbeiter/innen Probleme wie ein „burn out“ oder ähnliches erleiden. Seit dem 1. November haben wir die neue Situation, dass die Anzahl der integrativen Plätze von zwei auf vier aufgestockt wurde. Neu ist auch, dass wir ab Januar 2023 nicht mehr so viel Mitspracherecht haben. Auch haben wir nicht mehr die Möglichkeiten, uns die Fälle auszusuchen. Der Vorteil der neuen Regelung ist eine deswegen aufgestockte Personaldecke, aber unsere künftige Herangehensweise muss auch mit unseren Partnern im Sanitätsbereich kommuniziert und neu überdacht

werden. Trotzdem wollen wir an unserer Vereinstradition festhalten und auch das Gleichgewicht in den Wohnstätten bewahren. Momentan sind wir ein junges und kreatives Leitungsteam, wir versuchen bei allen neuen Anforderungen schnell zu reagieren, eine Struktur, eine Ordnung zu entwickeln, es werden neue Ansprechpartner/innen gefunden, alles passiert mit der Unterstützung der Direktion und des ganzen Vereines. Aber so kenne ich La Strada-Der Weg! Der Verein als Organ hat immer nach vorne geschaut und sich neuen Begebenheiten gegenüber offen gezeigt. Was mir auffällt, ist die mittlerweile große Mitarbeiterzahl. Ich kenne die historische Zeit des kleinen Vereins, in der es ein anderes Zusammensein gab. Gefühlt war es persönlicher, man war sich näher, hat auch mal privat gemeinsam etwas unternommen. Das ist jetzt so nicht mehr der Fall. Natürlich ist auch der Arbeitsanfall gestiegen, die Anforderungen an jeden von uns sind stark gewachsen. Und ein wenig habe ich die Angst, dass wir es irgendwann nicht mehr schaffen, Mitarbeiter mit der Leidenschaft für den Beruf zu finden, wie sie bei unseren bisherigen Angestellten wie ein Markenzei-

20 Internos Area Bambini e Giovani

chen vorhanden ist. Zu meiner Person kann ich sagen, dass ich ja nicht nur die klinische und verantwortliche Leiterin des Bereichs Kinder und Jugendliche bin, ich habe ja auch noch zwei Koordinationen als Leiterin von zwei Diensten in meinem Verantwortungsbereich. Zum einen „Restorative Justice“, eine Aufgabe die auch viel mit Jugendlichen zu tun hat und die mir viel Spaß macht. Dazu kümmere ich mich um den Dienst „Explora“, der Therapiepakete an öffentliche Betriebe wie Schulen, Kindergärten, Behindertenwerkstätten und ähnliche verkauft. Diesen Dienst haben wir erst in diesem Jahr in den Verein integriert. Er existierte zwar schon länger, aber mit der Übernahme wollen wir ihm neues Leben einhauchen.

Als Ausgleich vom aufregenden Arbeitstag bereite ich mich schon während meines längeren Wegs nach Hause auf meinen dortigen Bergbauernhof vor. Sobald ich ankomme habe ich die Arbeit hinter mir gelassen und ich befinde mich in einer anderen Zeitrech-

nung. Dort bestimmen die Tiere und die Natur was mein Partner und ich als Nächstes angehen müssen. Den vom Vorbesitzer geschlossen Hof haben wir vor einem Jahr übernommen, als neuestes Projekt haben wir uns gerade Schafe zugelegt, Hühner, einen Hund und Enten gibt es schon länger. Den Hof bewirtschaften wir nach biologischen Landwirtschaftsregeln. So erleben wir die Entschleunigung pur. Spaß und Energie bringt es obendrein. Ich koche gerne, meine Leidenschaft ist die Musik, ich lese viel und ich habe viel Kreativität in mir. Meine gestalterischen Leidenschaften verwirkliche ich beim Geschenke verpacken. Dabei kann ich Stunden verbringen und mittlerweile wird mein Talent gerne von Freunden und Bekannten in Anspruch genommen.

Zum Abschluss noch auch mein liebstes Lebensmotto, welches ich von meiner Oma bekommen habe: „Wenn dir etwas passiert, nimm dir die Zeit das Wunder darin zu erkennen.“

21 Dicembre - Dezember 2022
Bereich Kinder und Jugendliche

Il nuovo progetto Young Wipp di Manuel Mattion

Idea iniziale e progettazione

“Young Wipp” è un progetto rivolto ai giovani e indirettamente a tutti gli abitanti del Comune di Vipiteno. Nasce da un bisogno reale, riscontrato sul territorio dalla Comunità comprensoriale della Wipptal, ossia comprendere agiti ed esigenze di gruppi di giovani locali coinvolti in episodi di disordine e vandalismo, al fine di attuare strategie contenitive e preventive. Il progetto trova la sua naturale collocazione nell’Area Casa, Occupazione, Lavoro guidata dal Responsabile Claudio Ansaloni, e viene gestito dal sottoscritto, già coordinatore del progetto StreetworkBz e Youth Lab. Trattandosi di un intervento sperimentale su un territorio non pienamente conosciuto, si è deciso di pianificare il progetto in modo strutturato, dedicando molta importanza alla fase di project management. Ciò, concretamente, ha voluto dire: partire dall’analisi dei bisogni, mappare gli “stakeholder” ossia i soggetti a diverso titolo interessati al progetto, procedere all’analisi dei rischi e all’individuazione delle principali

attività da proporre. L’attenta attività di progettazione ha permesso ai referenti di elaborare una concreta ipotesi operativa da presentare alla comunità comprensoriale della Wipptal. Si sono ipotizzate tre fasi progettuali: • fase 1 (settembre – ottobre 2022): monitoraggio e mappatura del territorio per calibrare al meglio la successiva fase di intervento; • fase 2 (novembre – dicembre 2022): continua mappatura e attività di streetworking, ossia

22 Internos

tentativo di interazione e aggancio di gruppi territoriali attraverso azioni più o meno strutturate (sotto traccia o molto visibili, animative, culturali, laboratoriali, volontariato, ecc.) allo scopo di instaurare una relazione di fiducia che permetta il passaggio a una progettualità più mirata e allo stesso tempo la diminuzione della percezione di disagio da parte della popolazione; • fase 3 (progettualità annuale 2023): prosieguo del percorso di mappatura, streetworking e attivazione di accompagnamenti più individualizzati, mirati ai reali bisogni dei giovani.

La proposta è stata accolta positivamente dalla Comunità comprensoriale nel limite dello svolgimento delle fasi 1 e 2 entro il 31 dicembre 2022, per poi decidere l’eventuale prosecuzione in base ai risultati ottenuti e al budget disponibile.

Ricerca e individuazione del personale

La prima importante sfida è stata

individuare i giusti profili da inserire nel team di lavoro, data la difficoltà a reperire personale interessato all’incarico.

Soluzione ideale sarebbe la disponibilità di una figura maschile e una femminile, entrambi bilingui e conoscitori della realtà della Wipptal.

La realtà ci ha invece messo a disposizione due incredibili operatori sociali: Pauline Schoening che proviene da Berlino e Davide Nali che invece viene dalla Sardegna. Un team multidisciplinare e creativo, che da subito si è messo in gioco per raggiungere gli obiettivi del progetto.

Da segnalare le interessanti riunioni di team in cui educatori e coordinatore comunicano simultaneamente in italiano, tedesco e inglese, andando oltre il rischio concreto di incomprensione reciproca.

Ridefinizione degli obiettivi

A settembre è partita la Fase 1, con la mappatura del territorio da parte degli operatori, attraverso osservazioni mirate dei luoghi strategici dei giovani, interviste ai più importanti

23 Dicembre
- Dezember 2022

stakeholder del progetto, partecipazione a iniziative ed eventi, documentazione e report. L’attività ha permesso di entrare in contatto con la Giunta comunale di Vipiteno, le Scuole secondarie di 1 e 2 grado tedesche, la Scuola secondaria di 1 grado italiana, lo Jugenddienst, il Parroco, la Polizia Municipale, la Biblioteca comunale, il servizio WiKids, l’Associazione Arciragazzi e alcune associazioni sportive. In tal modo il team ha raccolto un’incredibile quantità di informazioni sul rapporto tra giovani e Vipiteno, ponendo le basi per una ridefinizione degli obiettivi iniziali, così da renderli più aderenti al contesto osservato.

Si è dunque definita una strategia che permetta:

• ai giovani di esprimere i propri pensieri e far sentire la propria voce ai “decisori” rispetto alla percezione di sé stessi nel Comune di Vipiteno; di entrare in relazione con figure di riferimento che possano essere un utile sostegno e orientamento rispetto ai propri bisogni e desideri; di conoscere le offerte culturali, sportive, formative, ricreative, strutturali del Comune di Vipiteno;

• agli adulti/alle istituzioni di conoscere pensieri e sentimenti

dei giovani di Vipiteno rispetto al luogo in cui vivono; di avere uno strumento utile a facilitare una visione d’insieme delle offerte per i giovani nel comune di Vipiteno; di avere persone di riferimento competenti che permettano di mettere in rete i servizi legati al target giovanile del comune di Vipiteno.

I nuovi obiettivi sono stati tradotti in azioni concrete, con output tangibili che potessero successivamente diventare eredità storica per l’intera comunità di Vipiteno. Tali output possono venire dalla realizzazione di un cortometraggio sul vissuto dei giovani rispetto al luogo in cui vivono e dalla creazione di una vera e propria mappa delle offerte per i giovani nel comune di Vipiteno.

Un’eredità per Vipiteno

A questo punto anche la Fase 2 ha assunto un valore diverso. Invece che sulle strade, si è deciso di entrare in contatto con i giovani all’interno degli istituti scolastici, fondamentalmente per tre motivi: 1) dal lavoro di monitoraggio è emerso che a Vipiteno attualmente non esiste un problema di dispersione scolastica e questo fa sì che incontrare i giovani a scuola semplifichi

24 Internos

l’interazione con i gruppi in orario extrascolastico;

2) è fondamentale iniziare a farsi conoscere e riconoscere, perché ciò

permette di aumentare le probabilità di interazione con gruppi di giovani sul territorio;

3) le condizioni atmosferiche disincentivano il raggruppamento di ragazzi negli spazi pubblici, rendendo

Dicembre - Dezember 2022

complicato il lavoro degli streetworker. A novembre, con l’ingresso nelle scuole secondarie di 1 e 2 grado italiane e tedesche e grazie alla collaborazione con lo Jugenddienst locale, si è iniziato a lavorare alla creazione un prodotto audiovisivo che potesse rappresentare l’identità individuale e collettiva dei ragazzi e delle ragazze di Vipiteno in relazione con la loro città.

25

Il progetto, intitolato “Se la mia vita fosse un film…”, viene portato avanti dagli educatori grazie alla collaborazione con il regista argentino Santiago Garrido Rua, esperto internazionale in questa tipologia di lavori. Ci si propone di identificare ed elencare i diversi bisogni comuni di ragazzi e ragazze, per migliorare la loro qualità di vita e la loro partecipazione ai processi decisionali a livello comunale, portando avanti percorsi di cittadinanza attiva e partecipativa. L’intero processo di produzione e distribuzione viene collettivizzato, per promuovere un modello partecipativo in cui avvenga uno scambio permanente di saperi attraverso il lavoro in equipe. Il processo di creazione è orizzontale e le decisioni vengono prese in assemblea. L’assenza di un vero e proprio regista è il motore del processo: Santiago e gli educatori si pongono come facilitatori delle dinamiche sociali che vengono scatenate e che, in un secondo momento, si trasformano nel documento filmico. Il Progetto pone le conoscenze cine-

matografiche al servizio dei ragazzi che vogliono “rendere visibile” (in termini audiovisivi) il proprio mondo immaginario, decidendo di farlo in maniera collettiva. I ragazzi parteciperanno al montaggio on-line, apprendendo contestualmente informazioni generali sull’attività di montaggio e i software utilizzabili, acquisendo conoscenze e abilità di base sulle tecniche di montaggio digitale. Il risultato del lavoro sarà disponibile entro la fine di gennaio e verrà presentato nelle scuole coinvolte. Grazie alla collaborazione del presidente dell’Associazione ARCI, verrà organizzata anche una proiezione presso il Teatro civico di Vipiteno, rivolta agli alunni degli istituti, alle loro famiglie, agli stakeholder.

Il risultato permetterà di creare contestualmente la mappa dei luoghi formali e informali e delle possibili attività per i giovani nel comune di Vipiteno. La speranza è di proseguire il percorso del progetto YOUNG WIPP anche oltre il 31 dicembre 2022.

26 Internos

Sguardi sull’associazione

Nel corso dell’anno l’equipe del Centro studi si è arricchita di due altre preziose presenze. Non sono nuovi colleghi, ma persone che per motivi e percorsi diversi si sono trovate a collaborare con l’Associazione, mettendo a disposizione consistenti competenze ed

esperienze professionali. Provenendo dal mondo delle imprese profit, la dimensione del sociale e del terzo settore costituisce per loro una novità. Abbiamo dunque chiesto a Harald e a Sieghard di raccontarci l’incontro e l’impatto con “La Strada-Der Weg”.

Einblicke in den Verein

Im Laufe dieses Jahres wurde das Team des Studienzentrums durch zwei neue, wertvolle Mitarbeiter bereichert. Es handelt sich nicht um neue Kollegen, sondern um Menschen, die aus unterschiedlichen Gründen und auf unterschiedlichen Wegen zur Zusammenarbeit mit dem Verein gefunden haben und dort ihre

beruflichen Fähigkeiten und Erfahrungen einbringen.

Da sie aus der Welt der großen und kleinen Wirtschaft kommen, ist die rein soziale Dimension für sie neu.

Deshalb haben wir Harald und Sieghard gebeten, uns von ihrer Begegnung und deren Auswirkungen mit „La Strada-Der Weg“ zu berichten.

27 Dicembre - Dezember 2022
Sguardi sull’Associazione - Einblicke in den Verein

Lebe deine Träume und träume nicht dein Leben von Harald Kunkel

Nach mehr als 50 Jahren Berufstätigkeit in Deutschland, habe ich mir im Renteneintrittsalter Gedanken gemacht, wie ich mein künftiges Leben ohne feste und regelmäßige Arbeit gestalten will. Schon lange war es mein Wunsch, mein letztes Lebensdrittel mehr mir selbst zu widmen und so meine noch offenen Lebensträume verwirklichen zu können. Also habe ich mir, noch als selbständiger Unternehmer, als erstes vorgenommen, meine eigene Werbeagentur nach 17 erfolgreichen Jahren zu schließen. Dafür wollte ich mir weitere zwei Jahren Zeit geben, um langjährige Kunden, aber auch mich auf meinen neuen Lebens-Status vorzubereiten. In jungen Jahren hatte ich wie viele Menschen Lebensträume, aber bereits in den 70er Jahren begann mein Herz für Italien zu schlagen. Die Menschen, die Musik, das Essen, die Mode und das Land selbst haben mich schon damals begeistert. Vielleicht, weil mein Großvater, der kurz vor meiner Geburt starb, Italiener war, der in Deutschland meine

Oma kennengelernt und geheiratet hat. Ich hatte schon immer die Idee, dass mich seine Gene mit einem kleinen Anteil mit dieser Liebe für Italien geprägt haben. Meine vielen in Deutschland lebenden italienische Freunde haben mir jedenfalls oft bestätigt, dass ich manchmal italienischer wäre als sie… Als Pensionär lag es nahe, meinen langgehegten Traum einmal in Italien zu leben, endlich wahr zu machen und ihm mein letztes Lebensdrittel zu widmen. Lebe deine Träume und träume nicht dein Leben. Das war schon immer ein Motto von mir. Also habe ich mich selbst, aber auch mein privates und berufliches Umfeld, meine erwachsenen Kinder und viele Freunde und Bekannte langsam

28 Internos Sguardi sull’Associazione

auf meinen geplanten Umzug in das Land meiner Träume vorbereitet und mich so selbst unter Zugzwang gebracht. Apropos Liebe für Italien, sie ist entscheidend dafür verantwortlich, dass mein Traum handfest wurde und ich auch der Liebe wegen den Schritt der Auswanderung wagte. Meine heutige Partnerin, eine in Bozen geborene Italienerin, habe ich lange vor meinem Umzug kennengelernt. Die ersten drei Jahre unserer Partnerschaft haben wir uns per Flixbus zwischen Heidelberg und Bozen hin und her bewegt, gemeinsame Urlaube gemacht, Pläne geschmiedet. Bis dann Corona unser Zusammensein auf eine weitere Probe gestellt hat. Im Dezember 2020 habe ich dann – fest entschlossen – in einer Lockdown-Lücke den dritten und damit letzten Umzugstransport nach Bozen gemacht und lebe seitdem in einer gemeinsamen Wohnung, meinem nun neuen, ständigen Wohnsitz. Der große Freundeskreis meiner Lebensgefährtin, die für mich sehr attraktive und interessante Stadt, viele,

viele Freizeitangebote und Möglichkeiten, haben mich von Anfang an für meinen neuen Lebensmittelpunkt begeistert. Auch die große Freundlichkeit und die Hilfsbereitschaft der Menschen in den Geschäften, auf der Straße und in den Behörden (beim Steuernummer beantragen, Führerschein umschreiben, erlangen der „südtirolmobil“-Karte, etc.) haben mich begeistert.

Aus diesem herzlichen Empfang und eben auch aus dem Gefühl heraus, nicht als Pensionär mit dem Briefmarkensammeln beginnen zu wollen, war es von Anfang an meine Idee, in Bozen eine für mich passende Beschäftigung mit Wert und Inhalt zu finden. Etwas Sinnvolles wollte ich machen, auch um der freundlichen Aufmerksamkeit und der erlebten Willkommenskultur etwas zurück geben zu können. Offen für alles was sich mir geboten hat, hörte ich auch der Schwiegertochter meiner Partnerin aufmerksam zu, wenn sie ab und zu von ihrer Arbeit bei La Strada erzählte. Vage lernte ich dadurch den Verein kennen und ich habe mich dafür

29 Dicembre - Dezember 2022
in
Einblicke
den Verein

interessiert. So bat ich Silvana, sich doch bei „La Strada-Der Weg“ umzuhören, ob vielleicht noch jemand eingestellt wird und ob man Interesse an meiner Person hat. Es hat nicht lange gedauert und ich bekam einen Namen und eine Telefonnummer, bei der ich mich melden sollte, um bei einem Gespräch mit dem Verein meine Möglichkeiten auszuloten. So lernte ich Barbara am Sitz von La Strada-Der Weg kennen, wir führten ein langes Interview, sie hat dabei fleißig Notizen gemacht und wollte sich wieder bei mir melden. Noch auf dem Weg vom Interview zurück nach Hause klingelte mein Mobiltelefon und Barbara wollte einen neuen, baldigen Termin ausmachen, da mich der Chef des Studienzentrums kennenlernen wollte. Zwei oder drei Tage später saß ich also wieder im Büro bei La Strada, diesmal zusammen mit Dario und nun wurde es konkreter. Ich bekam das Procedere des Servizio Sociale des Landes Südtirol erklärt, wir fanden im Gespräch schnell Dinge, bei denen ich mit meiner Muttersprache Deutsch wertvolle Arbeit leisten könne. Auch meine jahrzehntelangen Erfahrungen aus dem grafischen, medialen und werblichen Umfeld sollte ich gerne einbringen. Ohne zu überlegen

habe ich daher eingewilligt, zunächst ohne Vertrag zu helfen, da die neue Einstellungsrunde erst im nächsten Frühjahr, im April 2022, eine „ordentliche“ Beschäftigung im Verein möglich machen würde.

Es war genau die Beschäftigung die ich in meinem Rentnerdasein machen wollte, aber eigentlich niemals erwartet hätte. Meinen erlernten Beruf als „ernsthaftes Hobby“ im sozialen Umfeld ausführen zu können war das, was ich mir vage vorgestellt habe. Dass es so etwas überhaupt gibt hatte ich bezweifelt und dass es mir dann auch noch vor die Füße fällt war wohl ein Wink des Schicksals. Gleich Ende des Jahres 2021 habe ich begonnen, zuerst meist vom Homeoffice aus, Texte zu übersetzen, zu redigieren und bei ersten Teamsitzungen des Studienzentrums im Verein dabei zu sein. Ich konnte von Anfang an mein Wissen und meine Erfahrungen einbringen, hatte mit Massimo einen Kollegen gewonnen, der mir nicht nur in Meetings dringend benötigte Übersetzer-Dienste zukommen ließ, sondern auch ein hilfsbereiter und für mich wertvoller Kollege wurde. Er, Fabrizio, Dario und ich haben uns gegenseitig motiviert, tolle Ideen entwickelt und die „Arbeit“ hat mir von Anfang an Spaß gemacht. Im Ap-

30 Internos
Sguardi sull’Associazione

Einblicke in den Verein

ril 2022 kam dann die Vertragsunterzeichnung, die mich offiziell zu einem Mitarbeiter von La Strada-Der Weg mit dem Status Servizio Sociale werden ließ. Seitdem verfasse ich Texte, ich übersetze viele Beiträge aus dem italienischen in meine Muttersprache, oder ich redigiere Texte. Für das Magazin Internos durfte ich Interviews entwerfen, durchführen und sie danach zu Papier bringen. Auch in der grafischen Gestaltung der Logos, der Außenwirkung des Vereins, bei Veranstaltungen und bei vielen anderen und weiteren Themen kann ich mich einbringen. Mit Fabrizio bemühe ich mich italienisch zu sprechen, wir verstehen uns immer besser! Ich helfe ihm beim Übersetzen des regelmäßig zweisprachig erscheinenden Newsletters, er hilft mir mit Geduld bei meinen italienisch. Meine mich noch lange nicht zufrieden stellenden Kenntnisse der italienischen Sprache ärgern mich selbst am meisten, aber es wird immer besser und auch hier erlebe ich nur Entgegenkommen. Heute - nach guten acht Monaten im Verein - gefällt mir die Beschäftigung mehr denn je. Mein persönlicher Wunsch, nach meiner Ankunft in Italien eine sinnvolle und beiderseitig nützliche Beschäftigung zu finden, ist zu 100 % umgesetzt.

Ich kann meine in meinem bisherigen Leben gesammelte Erfahrung in vielen Bereichen von La Strada-Der Weg nutzen und zum Glück weitergeben. Ich kann gefühlt etwas Gutes tun für Menschen welche die Hilfe suchen, die ich bieten kann. Ich kann mich revanchieren für die freundlichen und vorbehaltslosen Begegnungen, die ich vom ersten Tag meines nun neuen Lebens in Bozen erfahren habe. Und ich lerne! Aus den Texten die ich bearbeiten darf, entnehme ich neue Sichtweisen, neue Erfahrungen, aber auch neue Probleme. Mein Bild über die Jugend ändert sich in manchen Bereichen, in anderen Momenten bin ich freudig überrascht über die vielen jungen Menschen, die sich im Verein so wertvoll und mit Eifer einbringen. Dazu kommt, dass ich mit den drei anderen Herren im Studienzentrum ein sehr freundschaftliches, kreatives Team bilden darf. Aber auch alle anderen Kolleginnen und Kollegen hier im Vereinssitz lassen mich an jedem meiner Arbeitstage gerne an den Schreibtisch im Mariaheimweg kommen.

31 Dicembre -
Dezember 2022

Bivio senza segnaletica di

Platone diceva che “ciò che non si possiede né si conosce, non si può dare né insegnare ad altri”; oggi posso dire di conoscere un mondo a cui non mi ero mai avvicinato prima e nel mio piccolo voglio insegnare ad altri ciò che ho imparato dalla mia esperienza.

Vengo dal mondo commerciale, sono da oltre trent’anni nella vendita e ne conosco tutte le sue sfumature. Fatturato, utile, ottimizzazione dei processi, motivazione del team alla vendita, bonus, raggiungimento target: ecco l’insieme delle attività che riempie la mia giornata lavorativa per 365 giorni all’anno. Applico strategie per raggiungere obiettivi commerciali e nella mia giornata i protagonisti sono il prodotto e il cliente: entrambi hanno un tempo per rendere, una valutazione economica e una conseguente svalutazione; e inoltre un ciclo di vita da seguire, strategie commerciali e di marketing che si evolvono ogni giorno, perché un commerciale per natura deve raggiungere un obiettivo: fatturare. Poi una “strada” diversa si incrocia nel mio percorso: un inci-

dente mi porta ad intraprendere un tragitto, che evolve in un’esperienza di vita. La mia “normalità diversa” nasce con La Strada, una onlus altoatesina che opera in diversi settori del sociale attraverso una squadra di professionisti e volontari. Un mondo che non possedevo e non conoscevo, ma in cui mi sono ben presto immerso per aiutare e imparare. Come in tutte le forme di volontariato, ognuno è chiamato a offrire ciò che ha, perché ogni competenza può fare la differenza. Ho da subito offerto la mia competenza linguistica per aiutare l’associazione nelle traduzioni tedesco-italiano e viceversa, riguardanti servizi che accolgono minori

32 Internos Sguardi sull’Associazione

inviati dai setrvizi sociali. Realtà delicate a cui, ramite questi testi mi sono avvicinato e che, parola dopo parola, ho avuto modo di conoscere. Oggi dopo 6 mesi insieme ai professionisti e ai volontari de La Strada, ho imparato che non esiste solo l’obiettivo da raggiungere, che la risorsa è un’opportunità di crescita e che uscire dalla propria “confort zone” significa arricchirsi. Ma ho anche insegnato ciò che poteva essere utile per tutti loro:

dalla digitalizzazione dei contenuti a strumenti di comunicazione interna ed esterna, dall’ottimizzazione dei processi al rapporto di dialogo verso la gerarchia.

Questa esperienza con La Strada l’ho intrapresa con la consapevolezza di non sapere e la curiosità di conoscere, d’altronde i più importanti bivi della vita sono quelli senza segnaletica come li definiva Ernest Hemingway.

33 Dicembre - Dezember 2022 Einblicke in den Verein

Animare le parole - Worte Beseelen: „Baby gang“

„Animare le parole - Worte beseelen“ è un’iniziativa che l’Associazione

La Strada-Der Weg ha intrapreso nel 2018. Si tratta di un ciclo di incontri centrati, di volta in volta, su una parola il cui significato merita di essere recuperato e approfondito. Il confronto e la riflessione sono attivati da testimonianze e interventi di più voci. A seconda dei casi l’incontro è interno all’Associazione o aperto al pubblico. Le parole sin qui affrontate sono: “Silenzio”, “Conflitto”, “Desiderio”, “Solitudine”, “Straniero”, “Viaggio”, “Giustizia e riparazione”, “Paura e coraggio”, “Futuro”, “Fragilità”. Lunedì 21 novembre un appuntamento pubblico di “Animare le parole-Worte beselen” è stato dedicato a “baby gang”. Questo termine è utilizzato dai mezzi di informazione allorché si verificano episodi di aggressività, violenza, microcriminalità che hanno per protagonisti dei minorenni. Di per sé la definizione di “baby gang”, sorta negli anni ’50 e ‘60 negli Stati Uniti, si riferisce a gruppi organizzati che agiscono con continuità nel tempo.Pe r questo a

Bolzano, in più occasioni, questore e prefetto hanno ribadito che in città non vi sono “baby gang”, ma fatti di cronaca che coinvolgono minorenni. A quella definizione non corrisponde dunque un oggetto reale, anzi vi è il pericolo che la parola generi e rinforzi i fenomeni a cui si riferisce.

Lo ha ricordato Valter Bonaldo, ex funzionario di polizia, nel suo intervento iniziale. Nel 2016, a Bolzano, un gruppo di ragazzi balzò agli onori della cronaca per i propri comportamenti. Nei titoli dei giornali iniziò a comparire l’appellativo di “baby gang” ed essi se ne appropriarono, facendone motivo di vanto e di sfida.

In primo luogo si dovrebbe dunque concordare quali elementi identificano una “baby gang”, tenendo presente che la variabile dell’età è molto rilevante: una cosa è riferirsi a tredicenni/quindicenni, altra cosa sono giovani ultradiciottenni.

Vi sono alcuni fattori che tendenzialmente accomunano i protagonisti di queste vicende: estrazione socio-economica bassa, ambiente familiare fragile, assenza di una figura pater-

34 Internos

na, difficoltà o fallimento scolastico. Ulrike Oberlechner, psicologa dell’Associazione “La Strada-Der Weg” e coordinatrice del servizio “Giustizia riparativa”, ha sottolineato l’importanza e la forza del gruppo, che a questo tipo di adolescenti, offre, finalmente, un’identità: il gruppo accoglie, aiuta, protegge. Va anche aggiunto che per molti minori di cosiddetta “seconda generazione”, nati e cresciuti in Italia, figli di genitori immigrati, non si è ancora realizzata una piena ed effettiva integrazione. La forza e l’importanza del gruppo è stata confermata da Valter Bonaldo, che ha ricordato come l’azione delle forze dell’ordine punti a smantellare il gruppo e l’intreccio di relazioni che lo costituiscono. L’avvocato Alessio Cuccurullo ha ricordato una sua esperienza personale, allorché il contatto e la relazione sviluppatisi con un ragazzo, coinvolto in un gruppo turbolento, abbiano portato al suo allontanamento dai compagni: la sua uscita ha prodotto di lì a poco lo scioglimento del gruppo stesso. Veronica Mattarei, educatrice, è coordinatrice del Centro “Polo Ovest” che l’Associazione “La Strada-Der Weg” gestisce all’interno del quartiere Firmian. Si è trovata a confrontarsi con gli effetti provocati dagli articoli pubblicati da organi

di stampa, che producono allarme proponendo ricostruzioni poco corrispondenti alla realtà. Ciò costringe a intervenire per rassicurare gli abitanti del quartiere coinvolto e anche, come è accaduto a lei, incontrare i consiglieri della circoscrizione. Veronica ha riportato anche alcune osservazioni. Una difficoltà a individuare questi gruppi di ragazzi è che si spostano per la città, passano da un quartiere all’altro ed è dunque difficile individuarne la provenienza. Si incontrano e ritrovano la notte, radunandosi al buio, a volte lungo il fiume. Vi è dunque una questione riguardante possibili spazi di incontro accessibili nelle ore notturne. Tutti i luoghi istituzionali di aggregazione giovanile sono infatti chiusi a quell’ora. Antonella Casagrande è una docente di matematica e scienze nelle scuole secondarie di primo grado. Attualmente insegna alla Scuola “Ada Negri”, che in passato ha sofferto gli effetti della presenza di alunni problematici. In questi anni l’Istituto si è impegnato ad affrontare questa realtà, attivando progetti e laboratori, prolungando gli orari di apertura, tentando di coinvolgere le famiglie. I risultati ci sono stati e ciò è confortante. Antonella ha portato anche l’esperienza vissuta nel progetto “Gli anni

35 Dicembre
- Dezember 2022

in tasca”, realizzato dall’Intendenza scolastica italiana e proseguito per cinque anni. Si trattava di una proposta scolastica specificamente dedicata a studenti molto problematici. Antonella era l’insegnante di matematica ma con loro era necessario in primo luogo confrontarsi con condizioni di vita estremamente difficoltose: ragazzi con situazioni familiari precarie o inesistenti, che, fuori dall’aula, non avevano luoghi e persone che si prendessero cura di loro. Lo sforzo educativo e didattico era, dunque, rivolto in primo luogo a far loro scoprire potenzialità e identità positive, alternative all’immagine negativa e distruttiva del bullo che si erano costruiti. Emblematico e significativo il progetto concordato con una scuola di Merano: i ragazzi degli “Anni in tasca”, adeguatamente preparati, si sarebbero proposti a una classe meranese per spiegare alcuni problemi matematici. L’iniziativa ebbe successo: la “lezione” presentata ai coetanei risultò efficace e fu apprezzata, facendo scoprire ai protagonisti di avere delle capacità, di essere in grado di portare a termine una consegna, di sentirsi apprezzati.

Die Psychologin Dr. Ulli Oberlechner eröffnete die Veranstaltung der Reihe „Animare le parole - Worte beseelen“ zum aktuellen Thema „Baby Gang“ per einem vom Studienzentrum erstellten Videovortrag.

Über die große Leinwand stellt sie sich und ihre Funktion im Bereich Wiedergutmachungsjustiz des Vereins „La Strada-Der Weg“ kurz vor,

36

um dann gleich in das Thema einzusteigen. Für das sehr zahlreich erschienene Publikum definierte sie zuersteinmaldenBegriffBaby-Gang. Diese Wortschöpfung ist im Moment scheinbar überall gegenwärtig, sie wird oft von der Presse benutzt und meist etwas aufgebauscht, dabei passt sie nicht so ganz zu den Gegebenheiten, die derzeit in Südtirol

existieren. Baby Gang´s, also Gruppen von meist sehr jungen bis hin zu älteren jugendlichen Banden, haben ihrenUrsprunginAmerika.Allerdings ist dieses Phänomen dort schon viel länger bekannt, es ist in den amerikanischen Großstädten viel hierarchischer, viel strenger strukturiert als anderswo. Wenn man einmal per Ritual in so eine Bande aufgenommen

wurde, ist es schwer sie wieder zu verlassen. Auch die Art der meist kriminellenDelikte,dieindenUSAdurch die Gangs verübt werden, sind weit schwerwiegender und krimineller als hier in Europa oder gar in Südtirol. Hier in Südtirol, mit den Fall-Schwerpunkten Meran und Bozen, handelt es sich bei den Jugendbanden eher um etwas lockerer verbundene Jugendliche, die sich meist über eine Gemeinsamkeit definieren und gefunden haben, sich aber gleichzeitig so selbst stigmatisieren. Das kann der gemeinsame Kleidungsstil sein, die gleiche bevorzugte Musikrichtung,eskannaberauchdieHerkunft oder der Aufenthaltsort sein, der die Heranwachsenden -meist um einen Anführer herum- zur Bande werden läßt. Man trifft sich, man verübt kleine bis ernstere Straftaten und in der Gruppe gibt es keinen, der sich dafür persönlich verantwortlich fühlt. Es machen ja immer alle mit. Genau da setzt dann die Arbeit von LaStradaan,wennderVereindieGe-

legenheit bekommt, mit den ertappten Jugendlichen ins Gespräch zu kommen. Die Wiedergutmachungsjustiz arbeitet mit den jugendlichen Straftätern und findet oft, auch mit dem Staatsanwalt zusammen, eine wiedergutmachende Strafe, die über eine Mediation sogar den oder die Geschädigten mit einbezieht. Aber auch Gruppentherapien finden statt. Schwierig wird es, die oft ahnungslosen Eltern der straffällig gewordenen Jugendlichen mit einzubeziehen. Sie sind oft überrascht und können sich schlecht mit den Problemen ihres Nachwuchses auseinandersetzen.

Die anschließende Diskussion mit weiteren Impulsvorträgen von Rednerinnen und Rednern aus dem Kreis der Polizei, der Schule, des Jugendtreffs und der Sozialarbeit war lebendig und aufklärend. Das Problem Baby-Gang ist auf jeden Fall erkannt, man beschäftigt sich intensiv, aber auch mit Erfolg damit.

38 Internos

“Mi ha dato modo di rinascere”: echi di un servizio di Dario Volani

Il Servizio Civile provinciale è una splendida opportunità e risorsa, sia per tanti giovani (dai 18 ai 28 anni), sia per i nostri servizi. Ormai da molto tempo possiamo contare, per la durata di un anno circa, sul dono di entusiasmo, competenza, disponibilità, idee di tanti giovani che scelgono di svolgere un servizio in favore di una delle attività della nostra Associazione.

Dopo qualche mese dalla conclusione della loro esperienza vogliamo di seguito condividere frasi, emozioni, riflessioni di alcuni di loro, raccolte in una veloce intervista.

- ci dice - è stata “un’esperienza che mi ha dato moltissimo. È stata molto intensa e molto culturalmente e socialmente nutriente”.

Sarah, ventidue anni, nata e cresciuta a Bolzano, ora studia lingue e letterature straniere all’Università di Bologna. A lei quest’esperienza ha “decisamente stravolto positivamente le aspettative che aveva inizialmente”. Aggiunge ... “ho amato ogni singolo secondo e custodisco un ricordo molto speciale di questo ultimo anno.”

Anna studia lettere moderne a Trento, è appassionata di musica, cinema e letteratura. Le piace collaborare con varie realtà del territorio per portare positività, inclusione e riflessioni (oltre che divertimento). Ha scelto di svolgere il servizio civile “per il bisogno di fare nuove esperienze e conoscere nuove persone, per trovare la mia strada e lavorare nel sociale, idea che avevo già in mente.” Quella vissuta a La Strada – Der Weg

Denyan, anno di nascita 2000, bolzanino, ora ha trovato lavoro presso un grande discount. “Ho imparato cose nuove che porterò sempre con me... Non sapevo cosa aspettarmi all’inizio, però si è rivelata una cosa molto positiva per me perché mi ha dato modo di rinascere.”

Zubiya, 26 anni, è nata a Gujrat in Pakistan, ma abita a Bolzano da parecchi anni. “Ho scelto di svolgere il Servizio Civile conoscendo bene ‘La

39 Dicembre - Dezember 2022

Strada-Der Weg’ perché avevo fatto uno stage e mi era piaciuto molto.”

E per tutto il periodo o per un breve tratto hanno svolto il loro servizio anche Ester, Lavan, Daniela, Liliana. A tutti loro ribadiamo il nostro GRAZIE.

Abbiamo tra il resto chiesto: Quali difficoltà, cose piacevoli, belle, interessanti?

Anna - “Le più grandi difficoltà che ho riscontrato sono state forse riuscire ad affrontare nuove situazioni superando ansia o disagio, ogni tanto qualche problemino di comunicazione e… il non riuscire a concentrarmi su altro perché l’esperienza era così entusiasmante da risucchiarmi! Ho imparato ad ascoltare e ascoltarmi, a superare molte paure e buttarmi in situazioni che mi spaventavano, oltre ad approcciarmi a un mondo lavorativo diverso.”

interviste, scritto articoli di giornale, molte attività con bambini e ragazzi; sono andata in Spagna e a Bruxelles; ho incontrato tanti nuovi amici; ho avuto l’occasione di organizzare molti eventi culturali.”

Denyan - “L’inizio è stato difficile perché arrivavo da un periodo in cui ero ‘fermo’. Mi sono trovato benissimo con i ‘colleghi’.

Sarah - “qualche gaffe comunicativa, da parte mia o dello staff, ma che si sono sempre risolte per il meglio … ho fatto tante cose che prima non avevo mai sperimentato: ho parlato su un palco (con tanto di gaffe e figuracce all’inizio); ho fatto tantissime

40 Internos

Zubiya - “Al Centro studi mi sono trovata benissimo. Bello avere uno spazio tutto mio e imparare cose nuove. Le difficoltà iniziali sono sparite in fretta”.

Qualche episodio particolare, divertente, strano che ti è capitato

Anna - “Durante la preparazione per l’edizione 2022 di ‘InchiostroVIVO’,

dopo un pomeriggio intenso di prove, saliamo in bici con Roberta, Sarah, Anna e notiamo tanti fogli sparsi per strada. Robi fa una battuta ‘chi avrà perso tutti questi soldi?’ E intanto le auto continuavano a passare facendo volare tutti i… NOSTRI VOLANTINI! Ci siamo ritrovate a correre in mezzo alla strada, schivando le macchine, per riuscire a raccogliere più fogli possibile ridendo come matte.”

Sarah - “Mi è rimasto impresso nella memoria il mio primo giorno a ‘Villa delle Rose’. La coordinatrice ci ha organizzato una visita alla struttura accompagnate da un ragazzino di Villa, che ci ha fatto fare un giro molto particolare: diceva cose come ‘questa è una sedia’ indicando una sedia, ‘questo è un muro’ indicando un muro. Ci ha fatto morire dal ridere, sciogliendo un po’ la tensione che c’è sempre quando comincia qualcosa di nuovo.

Denyan - “Alcune persone seguite dal servizio in cui operavo erano davvero ‘strane’ e divertenti … c’era gente che parlava con le piante…”

Zubiya - “Il posto di lavoro è particolare. Si lavora molto, ma si ride anche tanto. E si fanno certi scherzi ...”

Dicembre - Dezember 2022

41

Cosa farai ora? Quali prospettive per il prossimo futuro?

Anna – “Ora mi dedicherò allo studio, ma poi mi piacerebbe continuare a lavorare nell’ambito dell’educazione e della cultura.”

Sarah – “Quest’anno mi ha fatto capire quanto il ruolo dell’educatore mi piaccia e mi appassioni, quindi l’idea è di seguire questa strada. Prima però devo finire di frequentare l’Università.”

Invia un saluto (un ringraziamento, un pensiero, una dedica) a chi vuoi tu.

Denyan - “Sono felice di aver trovato un lavoro, tra il resto scegliendo tra varie possibilità. Questo anche grazie a questa esperienza”.

Zubiya - “Ho fatto dei colloqui di lavoro. Sono in attesa di una risposta e di una nuova possibilità.”

… partono una serie infinita di ringraziamenti rivolti a tutta l’Associazione: - a chi ha condiviso con loro quest’anno sopportando dubbi e indecisioni; - a operatrici e operatori dei servizi per essere stati sempre loro molto vicini; - a chi li ha fatti crescere, ma anche ridere, rendendo quest’avventura super speciale; - a bambini e ragazzi, che mancheranno da morire; - a chi li ha spronati a buttarsi nelle cose, sperimentarsi, migliorarsi; - a Jessica che è stata figura di riferimento per tutti i giovani del Servizio civile; - a tutti i coordinatori dei vari Servizi e progetti; - ad ogni singola persona che hanno incontrato in questo cammino; ognuno di loro “avrà per sempre un posticino speciale” nel loro cuore.

42 Internos

Meine Erfahrung in der “Comunitá Cenacolo” in

Cherasco (Piemont)

Das Cenacolo ist eine mittlerweile sehr bekannte Wohn- und Lebensgemeinschaft, die jungen Menschen in Krisensituationen und speziell Personen mit Drogenproblemen, dort Möglichkeiten für einen Neubeginn bietet. Insgesamt 60 dieser Häuser gibt es weltweit!

Im Oktober 2022 durfte ich – ohne selbst in einer Krise zu sein - für fast einen Monat diese besondere „Lebensschule“ kennenlernen und dort leben. Bei meiner Ankunft wurde ich von den jungen Frauen, welche das Haus führen, sehr herzlich empfangen und gleich darauf aufmerksam gemacht, dass im Haus eine strenge Disziplin und Ordnung herrschen muss. Das bedeutete keinen Gebrauch von Mobiltelefonen, keine private Nutzung von Computern oder Fernsehgeräten, kein Alkoholkonsum, keine Tabakwaren, keine Kosmetik- oder Make-up Artikel. Schmuck musste man zur Verwahrung abgeben.

Eine bestimmte Privatsphäre gab es für die Bewohner auch nicht, lediglich eine Stunde Freizeit stand einem am

Tag zu. Das Motto des Hauses hieß: „Ora et labora“. Die ersten Tage waren demnach schwer für mich. Diese Regeln und noch viele mehr kamen mir persönlich etwas übertrieben vor, jedoch habe ich schnell verstanden, dass jede einzelne dieser Regeln ihren Sinn und Zweck hat und dazu beiträgt, den betroffenen Menschen dabei zu helfen, dauerhaft der Macht von Drogen, Alkohol und anderen Suchtproblemen zu entkommen. Ich bewunderte den Ehrgeiz und das Durchhaltevermögen der Betroffenen, denn das Leben in dieser Gemeinschaft ist kein Vergnügen. Lediglich In der „Freizeit“ wurde zu-

43 Dicembre - Dezember
2022

sammen Sport oder Musik gemacht und ab und zu durfte man gemeinsam einen Film schauen oder Gemeinschaftsspiele spielen.

In der Comunità Cenacolo werden immer noch ganz die Werte vermittelt, welche in der heutigen Gesellschaft auf bedauerliche Weise kaum noch Platz haben. Dazu gehören Ehrlichkeit, Einfachheit, Natürlichkeit, Demut und natürlich Ordnung und

Disziplin. Die Wichtigkeit dieser Werte habe ich im Laufe der drei Wochen immer mehr verstanden und schätzen gelernt. Das Herzstück im Areal des Cenacolo ist die Kapelle. Dort treffen sich alle Bewohner der Einrichtung dreimal am Tag, um gemeinsam für die eigene Familie, für Freunde und die Menschen in aller Welt zu beten. Besonders berührt hat mich die Art und Weise, wie die jungen Erwach-

44 Internos

senen voller Liebe für jene Menschen gebetet haben, die, wie sie selbst damals, im tiefsten Moment ihres Lebens angekommen sind und absolut keinen Sinn mehr im Leben sehen konnten. „Dank der Gemeinschaft, dem Gebet und der Barmherzigkeit Gottes“ so sagen sie selbst, haben sie endlich wieder das Leben in Fülle und voller Freude gefunden. Der Zusammenhalt und die Einheit in dieser Gemeinschaft war für mich ebenfalls sehr beeindruckend, auch der gegenseitige Respekt und das gegenseitige Vertrauen den anderen Betroffenen gegenüber war außergewöhnlich groß. So ein respektvolles Ambiente habe ich zuvor noch nie erlebt. Es scheint als wäre im Haus jeglicher Egoismus verbannt worden und als wären die

Nächstenliebe, die Hilfsbereitschaft und die Transparenz die ersten und wichtigsten Eigenschaften.

Gibt es dennoch Streitigkeiten oder Missverständnisse, wird das Problem direkt angesprochen und sofort versucht, eine Lösung zu finden. Danach bittet man gegenseitig um Vergebung und man begegnet sich wieder freundlich. Meine ursprüngliche Idee, die Gemeinschaft und ihre Methoden zur Suchtberatung kennenzulernen, konnte ich umsetzen und dabei eine immense Erfahrung erlangen, die ich sehr für meinen Beruf als Sozialpädagogin, aber auch für mein eigenes, persönliches Leben verinnerlichen konnte. In der Gemeinschaft Cenacolo habe ich in kurzer Zeit so viel gelernt wie schon lange nicht mehr.

Pag./S. 4: Eleonora Gelmo Pag./S. 6: la strada-der weg Pag./S. 8: la strada-der weg Pag./S. 9: la strada-der weg Pag./S. 13: aedrian/Unsplash Pag./S. 15: la strada-der weg Pag./S. 18 - 19: jesus-rodriguez/Unsplash Pag./S. 22: la strada-der weg

Pag./S. 25: bishka-nguyen/Unsplash Pag./S. 28: Harald Kunkel Pag./S. 32: Sieghard Gschnell Pag./S. 33: henry-schneider/Unsplash Pag./S. 36 - 37: christopher-campbell/Unsplash Pag./S. 40 - 41: dim-hou/Unsplash Pag./S. 43: la strada-der weg Pag./S. 44: neil-thomas/Unsplash

45 Dicembre - Dezember 2022
Diritti d’autore sulle immagini - Urheberrechte für die Abbildungen

INTERNOS

Edizione/Ausgabe: Nr. 04/2022 Dicembre/Dezember 2022

Pubblicazione registrata presso il tribunale di Bolzano il 06.08.2018 R.G. n. 3009/2018 Ermächtigung Landesgericht Bozen 06.08.2018 Nr. 3009/2018

Realizzazione/Ausführung: Centro Studi e Biblioteca

Direttore responsabile/presserechtlich Verantwortlicher: Massimo Antonino

Redazione/Redaktion: Massimo Antonino,Harald Kunkel, Fabrizio Mattevi, Dario Volani, Grafica/Grafik: M. A.

Edizione/Ausgabe: Dicembre/Dezember 2022

Se vuole fare una donazione all’Associazione “La Strada - Der Weg ONLUS“ Falls Sie dem Verein “La Strada - Der Weg ONLUS“ eine Spende machen möchten

IBAN: IT29 R060 4516 0800 0000 139000

Se vuole donarci il suo 5 per mille Falls Sie uns Ihre 5 Promille schenken möchten

Codice fiscale - Steuernummer: 80020390219 Grazie/Danke

Associazione - Verein “La Strada - Der Weg ONLUS”

Via Visitazione - Mariaheimweg, 42 39100 Bolzano Bozen - Tel 0471 203111 E-mail: info@lastrada-derweg.org www.lastrada-derweg.org

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.