CAMMINANDO CON FEDE 3_2021

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notiziario delle suore di santa marta

suorRedazioneMariana, suor Alessandra, suor Stefania, suor Maria Pia, suor Alice Suore di Santa Marta Via Montenero, 4 - 22063 Vighizzolo di Cantù (CO) Tel. ProgettoStampacamfede@istitutosantamarta.org031.730159ÀncoraArtiGrafiche-MilanograficoIn.paginadiBergamaschi Fabio www.studioinpagina.it AnnoQuadrimestrale00192ViasantasuoredelleNotiziariodimartaV.Orsini,15RomaLXXXIV Editoriale 3 laEditorialeRedazione Parola di Dio 4 Anche le recite finiscono! Gaetano Piccolo Attualità 6 Un Dio in cammino, una Chiesa in suorcamminoMariaPiaMucciaccio Ricordare e... vivere 9 Se fare politica La Commissione Beato Tommaro Reggio La parola a... Madre Lilian 11 Ringraziamento alle Suore capitolari Spiritualità e carisma 12 “Tutto posso in colui che dà forza” le Suore del 50° 14 Dio ama chi dona con gioia le Suore della Comunità Frammenti di santità 16 suor Pia e suor Pierina Tanga Percorsi di formazione 17 XVIII Capitolo Generale delle Suore di Santa Marta suor Anita Bernasconi In missione 21 Emozione grande e coinvolgente, giorno indimenticabile Pogliani Barbara 24 Benvenuti a Betlemme da Velletri In missione 27 Natale al Pensionato Universitario Santa Marta Ludovica Daniele 30 Un gesto di solidarietà maestro Michele 32 Abitare il tempo come Tommaso Reggio suor Stefania Benini 34 Il Seminario in festa per il Beato Tommaso Reggio da Sanremo 36 Piccoli artisti incontro al piccolo Re suor Adriana Turavani 38 Una Betania da Cuneo 40 Piatti spaiati Ruben Trombino Pagine aperte 41 Suor Agnese, donna del sorriso... Roberta Casati 42 Per la carissima Suor Agnese suor Anita 44 Ricordo di Suor Imelda Eugenia GrazieGuidiSuor Imelda Lucia Dotto 45 Un’impronta indelebile... un esempio da seguire suor Adriana Gajardo 46 Testimonianza di Padre Albino Padre Albino 47 Un grazie lungo... 30 anni la Redazione 48 Cara suor Adele suor Renata 50 Ciao suor Adele le Consorelle 51 A un mese di distanza... Per ricordarti cara Suor Adele! i tuoi insegnanti 52 Cara suor Laura la Comunità 53 Saluto a suor Marcella la Comunità 54 Ricordando suor Luciana le Ex allieve Con l’affetto della memoria 55 suor Lorenza Filippini; suor Marcella Benigno; suor Agnese Bianchi; suor Laura Cervetto; suor Imelda Tani; suor Stefania Valenti; suor Silvana Bessegato; suor Adele Gotelli

Camminare nei sogni di Dio è come mettere le ali per percorrere la strada di ogni giorno al di so pra delle realtà terrene, non per ignorarle, ma per attraversarle con uno sguardo divino… Camminare nei sogni di Dio è uscire dalla propria posizione e visione, dal proprio egoismo per en trare nella vita degli altri, per una vicinanza di intenti e una primavera di speranza. Così mediante l’impegno di tutti i membri, ogni gruppo umano diventa un “laboratorio di umanizzazione”, dove i vincoli della fede, dell’amicizia tra le persone e la fratellanza fanno sbocciare una nuova primavera. È questo il significato di un Capitolo Genera le che una Famiglia religiosa vive, è questo il senso del Sinodo all’interno della Chiesa, que sto dovrebbe essere il cuore di ogni assemblea politica, civile, sindacale e familiare… In ogni incontro non può e non deve mancare la buona volontà di promuovere un clima di pace e di giustizia per ogni situazione. Anche il nuovo anno civile, appena iniziato, si pre senta come un’opportunità per tutelare, difendere e mettersi a servizio della vita, sempre! Così saremo capaci di ascoltare il gemito dei mi granti, dei rifugiati, degli esiliati, delle donne vittime della violenza, degli abbandonati, dei bambini e di tutti i poveri del mondo. Solo una solida preparazione culturale e una formazione umana di autentico valore può farsi spazio tra i vari luoghi di incontro e orientare le decisioni e le linee progettuali di chi è chiamato a guidare una comunità. Con questo cuore che pulsa nella verità e nel la rettitudine, allora, si genera davvero un rin novamento e un vero cambiamento… sogni di Dio

Editoriale I

La Redazione

Ogni genitore ha inevitabilmente la tentazione di considerare il proprio figlio come sua proprietà: il diritto romano lo aveva persino sancito giuridicamente, il pater familias, dopo la nascita del bambino, lo sollevava da terra e con quel gesto lo riconosceva come suo figlio, ma nello stesso tem po affermava su di lui il diritto di vita e di morte. La vita però ci svela che i figli non ci apparten gono, sono un dono gratuito, sfuggono al nostro controllo, non possiamo mai arrivare a scolpirli esattamente come vorremmo. Sono destinati a lasciarci. I genitori sono chiamati a offrire loro radici, a cui poter sempre ritornare, ma al contempo i genitori sono chiamati a dare loro anche ali, affinché possano intraprendere il loro volo.

Il racconto di Anna che porta al Tempio il fi glio Samuele è esattamente il riconoscimento di questo dono, la consapevolezza che i figli appartengono a Colui che li ha donati (1Sam Dietro1,20-22.24-28).lanormalità di un episodio di vita familiare, come ci viene raccontato dal Vangelo, dentro un momento di ordinaria incompren sione tra genitori e figli, c’è un senso teologico ancora più Innanzituttoprofondo.perché Gesù compie insieme ai propri genitori un viaggio verso Gerusalemme, anticipando in qualche modo quel viaggio che proprio nel Vangelo di Luca è il centro del racconto: alla fine del capitolo nove, Gesù deciderà consapevolmente di andare a Gerusalemme per dare la sua vita per noi. E a Gerusalemme, il ragazzino Gesù resterà per tre giorni, dice il testo, proprio come per tre giorni resterà nel cuore della terra, nel sepolcro a Gerusalemme, senza che nessuno possa trovarlo.

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Parola di Dio

Una delle cose tradizionali e simpatiche del Natale sono le recite dei bambini. Sono momenti di grande tenerezza. Non solo per i bambini, ma anche per i genitori, che guardano i propri figli con un candore ingenuo, come se per un momento i loro figli fossero diventati le star del momento. Però anche le recite dei bambini finiscono e, loro malgrado, tornano a essere i bambini di sempre, i bambini normali che fanno i capricci, che non obbediscono, che si stufano di ascoltare i rimproveri dei genitori.

Dentro il Vangelo di Luca al capitolo 2, versetti 41-52, oltre al più profondo signi ficato teologico, c’è anche questo: l’inquietudine di due genitori che si devono confrontare con le domande impreviste e il comportamento indecifrabile del proprio figlio all’i nizio dell’adolescenza. Gesù ha dodici anni, dice il testo, ancora non ha raggiunto la mag giore età, che nel mondo ebraico viene celebrata l’anno dopo. Ma Gesù appare come un ragazzi no che comincia a desiderare la propria autono mia e a cercare la propria strada.

Anche le recite

Maria cerca il bambino Gesù, come le donne cercheranno Gesù al sepolcro: sia Maria all’ini zio della vita di Gesù, che le donne alla fine del Vangelo, sono il simbolo di ogni credente chiamato a cercare il Signore, nonostante la fatica e a volte l’incapacità di trovarlo. Dio infatti si fa trovare. Maria e Giuseppe cercano Gesù nella carovana e le donne lo cercheranno al sepolcro, a volte infatti cerchiamo Dio dove non c’è, lo cerchiamo nei luoghi scontati, dove sarebbe ov vio cercarlo. Dio invece ci sorprende. È là dove non penseremmo di trovarlo. Non è né nella carovana né nel sepolcro. Dio è altrove.

Maria e Giuseppe trovano Gesù in mezzo ai sapienti nel Tempio. È un’immagine che rievoca la figura biblica della Sapienza. Ciò che deve attrar I figli non appartengono,cisonoundonogratuito

di Gaetano Piccolo re la nostra attenzione è che, nonostante questa sapienza, nonostante Gesù sia la Sapienza, la sua risposta è l’obbedienza: «Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso» (Lc 2,51). Anzi, diremmo che l’obbedienza è il modo in cui Gesù esprime la sua sapienza. Maria non è solo figura del credente che cerca, ma, insieme a Giuseppe, condivide la fatica e l’inquietudine di ogni genitore davanti ai com portamenti indecifrabili, e a volte irritanti, dei figli. Maria si rivolge a Gesù non con un rim provero, ma con una domanda: chiede di capire, prima di giudicare. Non affronta Gesù da sola, ma coinvolge Giuseppe in un’alleanza educativa: tuo padre e io ti cercavamo (cfr. Lc 2,48). A vol te, i comportamenti difficili dei figli rischiano di spezzare la relazione tra i genitori, indebolendo il loro intervento educativo. Giuseppe rimane in silenzio. Lascia parlare Maria. Forse per un ac cordo previo tra loro o perché è consapevole che in quel momento per lui è meglio tacere. La risposta di Gesù è difficile da comprendere per i suoi genitori, ma, attraverso questa rispo sta, il Vangelo ci dice che la prima parola pub blica di Gesù nel Vangelo di Luca è “Padre” (cfr. Lc 2,49). Ci colpisce perché sarà anche la sua ultima parola. Tutta la vita di Gesù è ricompresa dall’inizio alla fine dentro la sua relazione con il AnchePadre. in questa incomprensione, che spesso caratterizza la vita del genitore, Maria e Giu seppe continuano a stare accanto al figlio nella quotidianità della vita, pur sapendo che ci sarà un giorno in cui dovranno farsi da parte per la sciare che le folle affaticate e senza guida pren dano il loro posto. Come Maria ha generato Ge sù nella sua nascita, così, successivamente, sarà la Parola che lo genererà alla vita adulta.

finiscono!

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Ora che le recite di Natale sono finite, possiamo tornare a confrontarci con la quotidianità della vita, a volte faticosa, certo, ma più vera. Non a caso, il tempo della quotidianità per Gesù con i suoi genitori è il tempo di Nazareth, un tem po su cui scende il silenzio, forse perché le cose quotidiane e importanti della vita non hanno bi sogno di diventare sempre uno spettacolo.

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Un Dio in inunacammino,Chiesacammino di suor Maria Pia Mucciaccio

A bbiamo appena terminato di vivere e contemplare il mistero del Natale, quel mistero grande di un Dio che sempre si mette in cammino per incontrare l’uomo, sua crea Contura. don Primo Mazzolari possiamo ripetere. “Egli viene. E con Lui viene la gioia. Se lo vuoi, ti è vicino. Anche se non lo vuoi, ti è vicino. Ti parla anche se non parli. Se non l’ami, egli ti ama ancor di più. Se ti perdi, viene a cercarti. Se non sai camminare, ti porta. Se tu piangi, sei beato perché lui ti consola. Se sei povero, hai assicurato il regno dei cieli. Se hai fame e sete di giustizia, sei saziato. Se perseguitato per causa di giustizia, puoi rallegrarti ed esultare. Così entra nel mondo la gioia, attraverso un bambino che non ha niente. La gioia è fatta di niente, perché ogni uomo che viene al mondo viene a mani vuote. Cammina, lavora e soffre a mani vuote, muore e va di là a mani vuote”.

Attualità

Se la parola “sinodo” vuol dire camminare, percorrere insieme la stessa strada ci si chiede quale sia oggi il cammino per noi viandanti credenti… Cosa vuol dire medesima strada se non camminare nella stessa direzione ed es sere abitati dallo stesso spirito di comunione e di ascolto? Il Papa ci indica le tappe di questo dinami smo di ascolto e di comunione in seno a una Chiesa sinodale: «Il cammino sinodale inizia ascoltando il popolo […]. Il cammino del Sinodo prosegue ascoltando i pastori. […] Il cammino sinodale culmina nell’ascolto del vescovo di Roma». In questo percorso c’è un elemento nuovo: il cammino sinodale prende le mosse dal popolo di Dio. Il Papa nel sottolineare la funzione attiva del Popolo di Dio recupera l’idea del sacerdozio comune come partecipazione alla funzione profetica, sacerdotale e regale di Cristo. In questo quadro il sacerdozio ministeriale è ri pensato come funzione di servizio al Popolo di Dio, e non più come una sorta di potere “sopra” la Ecclesia discens! L’autorità nella Chiesa deve perciò essere ripensata secondo una logica del servizio. Papa Francesco nell’

Evangelii gaudium parla di «pastori con l’odo re delle pecore», che stanno davanti, in mezzo o dietro al gregge, ma sempre e comunque al servizio del Popolo di Dio. E in questa logica di servizio, bisogna sem pre ricordare che, «per i discepoli di Gesù, ieri oggi e sempre, l’unica autorità è l’autorità del servizio, l’unico potere è il potere della croce: […] “chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo” (Mt 20,25-27)». Per questo il Papa dice che «una Chiesa sinodale è come vessillo innalzato tra le nazioni in un mondo che […] consegna spesso il destino di intere popolazioni nelle mani avide di ristretti gruppi di potere. Come Chiesa che “cammina insieme” agli uomini, partecipe dei travagli della storia, coltiviamo il sogno che la risco perta della dignità inviolabile dei popoli e del la funzione di servizio dell’autorità potranno aiutare anche la società civile a edificarsi nella giustizia e nella fraternità».

Dunque vengono indicate alcune tappe di questo cammino sinodale, tutte con un de nominatore comune: conoscere per fare esperienza, ma per conoscere è necessario l’ascolto Nessuno.più dei Magi può offrirci l’immagine dell’uomo in ascolto, in ricerca, in cammino, dell’uomo che viene da lontano, che affron ta le fatiche del viaggio, per incontrare il re della gloria, ossia il Figlio di Dio. E noi, sulle loro orme, siamo chiamati ad avanzare con lo sguardo rivolto ai segni del cielo e a lasciar ci guidare dalla luce divina… l’unica che può portarci a destinazione!, perché, se attratti da altre realtà distogliamo lo sguardo da essa, rischieremmo di perdere l’orientamento e di retrocedere, con il pericolo di perdere anche la rotta… In questo cammino sinodale la luce da far ri splendere e da indicare sono i valori irrinunciabili che vanno riproposti con un linguaggio nuovo, con una contestualizzazione del no stro presente storico, ma anche e soprattutto con uno sguardo verso il futuro.

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Non è un problema di ammodernamento o di linguaggio aggiornato, ma è risposta alle attese di verità dell’umanità che vive con noi. I credenti e prioritariamente i consacrati han

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no il dovere di riflettere su come generare l’annuncio di fede nel contesto storico in cui vivono, di saper leggere e prospettare linee future che dicano come dare la Parola ai fratelli e alle sorelle che attraverseranno le strade della storia. Se dunque l’ascolto è il primo passo, esso richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi e richiede di interrogarci. Verso chi la nostra Chiesa particolare è «in debito di ascolto»? Come vengono ascoltati i laici, in particolare giovani e donne? Come integria mo il contributo dato dalle minoranze, dagli scartati e dagli esclusi? Riusciamo a identifi care pregiudizi e stereotipi che ostacolano il nostro ascolto? Come ascoltiamo il contesto sociale e culturale in cui viviamo? «Camminare insieme» è possibile solo se si fonda sull’ascolto comunitario della Parola e sulla celebrazione dell’Eucaristia. In che modo, allora, la preghiera e la celebrazione liturgica ispirano e orientano effettivamente il nostro «camminare insieme»? Dall’ascolto al dialogo quale traguardo fonda mentale per procedere verso la meta. Un dialogo fatto anche di silenzi e di sofferenze, capace di raccogliere l’esperienza delle persone e dei popoli. Non è facile affrontare le divergenze di vedute, i conflitti, le difficol tà, non è facile neppure promuovere colla borazione con e tra comunità presenti sullo stesso territorio… Come imparare allora a dialogare con altre voci della nostra società: con il mondo della politica, dell’economia, dei nuovi linguaggi mediatici? Nell’ultima enciclica di Papa Francesco, Fra telli tutti, questa coralità e fratellanza uni versale traspare con chiarezza e sembra an nunciare il cammino di una Chiesa sinodale, in cui il camminare assieme si trasforma nel migliore riflesso di un’autentica dimensione missionaria e di un dinamismo che si intrec cia tra sinodalità e fraternità, all’interno del quale il popolo di Dio, nel suo camminare storico, desidera e vuole condividere con tutti la luce del RiappropriamociVangelo.di alcuni atteggiamenti di fondo indicati da Papa Francesco nell’omelia del 3 aprile scorso, ci possono aiutare ad in traprendere meglio questo cammino sinodale: La consapevolezza che è possibile ricominciare sempre; Lasciarsi sorprendere, non esiste più il già Andarevisto;oltre i confini con la grazia della quotidianità; La delicatezza della cura che si fa testimonianza. E allora non ci resta che metterci all’opera! Buon cammino sinodale!!! Attualità

Ricordare e... vivere Se fare politica

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Se fare politica significa operare dentro la realtà, fare progetti in avanti, seguire la storia che muta per darle senso… Se fare politica significa intervenire nei pro blemi, con una visione reale simultanea delle cose e con piena conoscenza degli uomini…

Tommaso Reggio era convinto che fosse dav vero necessario sostenere la partecipazione dei cattolici alle votazioni e contemporanea mente dare vita a un partito cattolico. La mia unica ambizione è dilatare il regno di Dio, e procurare alla sua infinità l’ossequioMaestàditutteleintelligenze

Il Nuovo Stato infatti doveva affrontare gra vissimi problemi economici, sociali, legislati vi, militari… I leader politici avevano deciso di organizzare il territorio italiano, imponendo la legislazio ne anticlericale del Regno di Sardegna, lo Stato protagonista dell’Unità d’Italia.

Ma le scelte della classe dirigente scontenta rono il popolo che non solo era escluso dalla partecipazione alla vita della Nazione non avendo diritto di voto, ma si ritrovava anche svantaggiato dal nuovo sistema economico. Questo accentuò la grave frattura tra l’Italia legale e l’Italia reale.

Molte illusioni si erano fatte strada attraverso la cultura positiva e progressista, molte pre venzioni si erano formate attorno ai cattolici circa il loro valore civico. Dominava quasi ovunque l’anticlericalismo settario.

E Fattapoliticamente?l’Italia,bisognava fare gli Italiani.

Se fare politica significa accogliere ogni uo mo senza stupirsi della sconcertante incoe renza di luci e di ombre, di incertezze e di Secompromissioni… fare politica significa spendersi perché la città dell’uomo diventi sempre più a misura d’uomo… Tommaso Reggio fu davvero un politico. Il carteggio tra lui e alcuni uomini politici del tempo dimostra come egli non fu solo una figura di spicco nella Chiesa, un giornalista di profonda cultura, ma anche un uomo attento, “presente” in quell’ora della storia in cui visse, che fu complessa per la Chiesa, la Società e l’intera Nazione. “ La mia unica ambizione ” – egli dirà più volte – è dilatare il regno di Dio, e procurare alla sua infinita Maestà l’ossequio di tutte le intelligenze” Fermamente. convinto che “è un’utopia credere che si possano adempiere i doveri del proprio stato senza affaticarsi per la salvezza dell’uomo”, egli non si concesse riposo. Fu anzi infaticabile nel bene. Qual era la situazione storica che scorreva sotto gli occhi di Tommaso Reggio? Quale “clima” si respirava in Italia? Duravano ormai da anni le lotte e i dissidi ed era diventato lancinante il problema di co scienza dei cattolici che, come tali, incontravano ostacoli insormontabili a inserirsi nella vita della Nazione.

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10 Una seria documentazione dimostra come negli anni subito dopo l’Unità, egli si mosse per formare liste cattoliche, per creare inte resse sulle pagine dei giornali, per promuo vere sottoscrizioni, per alimentare l’opinione Determinatopubblica.

Alla luce dei nuovi eventi egli andò maturan do la convinzione che solo quando i cattolici fossero numerosi in Parlamento, sarebbe sta to possibile creare un partito cattolico, capa ce di promuovere una legislazione basata sui valori cristiani.

“Ricordare e… vivere” vuole essere una “piccola finestra” che si aprirà in ogni numero di questo notiziario e da cui si potrà “guardare” sia la vita e la spiritualità del Beato Tommaso Reggio che i cammini iniziali della Famiglia Religiosa.

La commissione del Beato Tommaso Reggio è un’utopia credere che si adempierepossanoidoveridelpropriostatosenzaaffaticarsiperlasalvezzadell’uomo

a raggiungere questo obiettivo, nel 1865, egli non si risparmiò; tuttavia le fa tiche, i viaggi e i contatti con uomini politici non IL’iniziativabastarono.fallì.cattoliciinfatti, avevano preferito non votare e i pochi eletti non erano passati al vaglio dei controlli parlamentari. Ma Tommaso Reggio, quando nel 1867 si svolgeranno nuovamente le votazioni, ebbe un’intuizione profetica e fece una proposta che anticipava di decenni il patto Gentiloni. Egli propose di non creare più liste cattoliche, ma di prendere accordi col partito di governo per collocare dei cristiani onesti e stimati nel le liste liberali: potevano così essere votati dai pochi cattolici che partecipavano alle elezioni e dai liberali stessi.

ad essere il cambiamento che sogna. Non possiamo pretendere che siano gli altri a cambiare, senza metterci per prime in discussione e in gioco. Il sogno di una FRATERNITÀ AC COGLIENTE dipende da me, da noi, dalle nostre comunità! Siamo invitate ad essere, nella semplicità e con molta umiltà, dimore di speranza. Ogni giorno infatti riceviamo in dono la possibilità di toccare con mano il mistero dell’umano, la bellezza di situazioni di gioia e di amore insieme al dolore per il dramma che segna la vita di tante perOgnisone. giorno ci è offerta la possibilità concreta di “far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo”, come ci suggerisce Papa Fran cesco nel discorso introduttivo al cammino sinodale che la Chiesa ha iniziato.

ASCOLTIAMOLO! Viviamo concretamente questo invito nelle nostre Fraternità e sare mo profezia per il mondo di oggi.

3/2021fedeconCamminando 11 La parola a... Madre Lilian alleRingraziamentoSuorecapitolari

A bbiamo finito i lavori capitolari e ci ri-mettiamo in cammino. Grazie dell’impegno con il quale avete lavorato e della responsabilità che avete dimostrato in questi giorni. Mi sembra che il lavoro sia stato fatto, in un clima di vera fraternità, condividendo la bellezza della nostra vita di consacrate, ma anche le difficoltà e le sofferenze alle quali dobbiamo far fronte. La sfida che assumiamo è quella di una FRATERNITÀ che diventa PROFEZIA, con il nostro stile di vita carismatica, con la nostra vita fraterna, con le scelte che dovremmo fare e con una speranza luminosa che non può venire meno nelle nostre Betanie. Siamo figlie di un profeta e questo ci richiede di avere un cuore contemplati vo, capace di riconoscere Dio che cammina accanto a noi per le stesse strade che percorriamo, con le stesse persone che la Provvidenza mette sul nostro Lacammino.profezia della fraternità è un esercizio di profonda umanità, perché ci chiede un impegno quotidiano: riconoscere nel volto di ogni persona che avviciniamo il mistero e la presenza di Gesù. Tutte ci aspettiamo che dal Capitolo venga un rinnovamento! Di quale rinnovamento si parla? Il rinnovamento che sogniamo, dipende dalle scelte personali e comunitarie che facciamo e soprattutto dalle nostre scelte Ognunaquotidiane.dinoièchiamata

• verso Dio che ha custodito il nostro “SI” nonostante le nostre infedeltà e fragilità;

Spirituali guidati da Mons. Rollando che ci ha fatto gustare, oltre che conoscere nel profon do, il Vangelo di San Marco.

Molto emozionate abbiamo partecipato il giorno 19 Settembre alla grande celebrazione Eucaristica di Ringraziamento verso tutti:

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• verso i Superiori Maggiori che ci hanno accompagnato in questi lunghi anni con pa zienza e affetto;

La seconda parte del programma è stata se gnata dalla partecipazione ai santi Esercizi

• verso la nostra Madre Maestra, Madre Pao la, che ha lasciato in noi l’impronta della sua fede e del suo amore per tutti.

Pur avendo celebrato il 50° di Professione Religiosa, abbiamo davanti le stesse sfide degli inizi della nostra Vita Consacrata, ci sentiamo più vulnerabili, più fragili, ma l’esperien za della Misericordia che Dio ci ha usato e ci usa sempre ci fa crescere nell’abbandono alla sua volontà e questo ci aiuterà ad affrontare il futuro non facile che ci attende, fidandoci della sua Grazia; solo così potremo dire con San Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza… ti basta la mia grazia…” le Suore del 50°

• verso i nostri genitori che ci hanno dato la vita e ci hanno offerto con fede e generosità a Dio;

Spiritualità e carisma “Tutto posso in colui che dà la forza” Come da calendario, il 4 di settembre 2021, noi Suore del 50° di professione religiosa ci siamo ritrovate a Roma per un pe riodo di rinascita nello spirito prima di cele brare Qualel’evento.grande gioia ritrovarsi dopo 20-4050 anni che non ci si vedeva più perché in missione (Libano), o impegnate per diversità di servizi nelle attività della Congregazione! Eppure ci siamo sentite Sorelle, con gli stessi sentimenti di allora, tempo del noviziato. Il trascorrere degli anni ha segnato però il nostro fisico tanto che due consorelle non hanno potuto partecipare di persona alla celebrazione (Suor Marta Gavazzi e Suor Maria ACharbel).Romala Madre Generale, Madre Carla, e tutte le consorelle della comunità ci hanno riservato tante piccole sorprese per farci sen tire la loro vicinanza, il loro affetto ed apprezIlzamento.programma preparato per noi, con con ferenze formative, tenute da un Padre della Missione di San Vincenzo e gli incontri con Madre Carla e Madre Lilian, ci hanno per messo di poter interiorizzare la grandezza del dono ricevuto, conservato con la misericordia di Dio, con l’invito a continuare a custodire con amore quanto Dio ha donato a ciascuna di Quasinoi. tutti i pomeriggi, per una settimana, abbiamo visitato, con la presenza della Ma dre Vicaria Madre Lilian, le più importanti Basiliche romane, fondamento della nostra cristianità, sempre accompagnate da una gui da molto preparata e profondamente religiosa che ci ha fatto leggere l’arte con gli occhi della Perfede.ultimo abbiamo fatto un tuffo nella Santi tà di San Francesco e Santa Chiara ad Assisi.

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Dio ama chi dona Una giornata di festa: 50° di Suor Giuseppina

Spiritualità e carisma I l 3 ottobre 2021 è stata una domenica di gioia e di festa per tutta la nostra Comunità di Milano, giorno in cui abbiamo reso grazie a Dio per il dono della presenza di suor Giuseppina che ha celebrato il suo 50° di Professione ÈReligiosa.statobello e significativo condividere questo momento con la Comunità Pastorale attraver so una S. Messa partecipata in cui abbiamo voluto ringraziare suor Giuseppina che, servendo con gioia, ha saputo seguire il Signore con fedeltà e generosità nel cammino che ha tracciato per lei in questa nostra Famiglia ReSale,ligiosa.infatti, dal nostro cuore un grazie inten so e sincero per la Provvidenza del Signore che ci ricolma del suo amore e riempie di gio ia la nostra vita.

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con gioia le Suore dellaMilano-BovisaComunità

Celebrare “cinquanta anni” di consacrazione religiosa, infatti, è in nanzitutto fare memoria delle me raviglie che Dio ha operato nella vita di ciascuno di noi; è far memoria della tenerezza di un Dio che lungo i giorni della nostra esistenza ci ha fatto fare esperienza della sua fedeltà. L’amore che Lui ha riversato nei nostri cuori è diventato speran za che ci permette, attraverso il “sì” di ogni giorno, di diventare “piccole luci” di speranza per il Almondo.termine della celebrazione eu caristica i festeggiamenti sono con tinuati in comunità con un pranzo condiviso con la diaconia della Comunità Pastorale e con il nostro Cappellano; momento di convivialità e ulteriore modo per dire il nostro GRAZIE a suor Giuseppina. Al Signore della vita chiediamo di guidare ancora i passi di questa no stra sorella perché sappia sempre ri conoscere la sua voce che invita ogni giorno alle nozze con Lui, a servirlo con generosità in ogni fratello e sorella e soprattutto in ogni piccolo che quo tidianamente suor Giuseppina incontra sul suo cammino.

3/2021fedeconCamminando 16 Frammenti di santità Suor Pia Tanga passata alla casa del Padre il 29 febbraio 1996 Suor Pierina Tanga passata alla casa del Padre il 4 giugno 2008 Come angeli silenziosi e premurosi, ci siete state accanto con delicatezza e discrezione intuendo ogni necessità, sempre pronte a soddisfare ogni bisogno! Vi ricordiamo come due sorelle umili e semplici che hanno saputo servire senza aspettarsi grazie!ilviOggioricompensagratitudine.ripetiamonostro Suor Pia Suor Pierina

XVIII Capitolo Generale delle Suore di Santa Marta di suor Anita Bernasconi Dal 15 ottobre al 7 novembre 2021 è stato celebrato a Roma il Capitolo Generale, tempo provvidenziale, iniziato nel giorno del Dottore della Chiesa Santa Teresa D’Avila che nei suoi scritti e nella sua esperienza spiritua le ha indicato la perfezione cristiana fondata sull’amore e sulla preghiera. Il Capitolo è stato vissuto come evento ecclesia le di salvezza, sempre facendo riferimento al carisma e allo stile di vita del Padre Fondato re, il Beato Tommaso Reggio, vissuti non come ricordo, ma con creatività e giovinezza di Èspirito.stato un tempo ricco di be nedizioni, preparato da giornate di silenzio, riflessione e preghiera, guidate dal Padre Benedettino Fratel Michael Davide Semeraro che si è introdotto col tema: “L’ascesi della speranza di una fraternità possibile e testimo Tutteniale”. le Comunità in Italia e all’estero hanno accompagnato le Capitolari con la preghiera e l’offerta per intercedere la buona riuscita del NellaCapitolo.prima

fase è stata di grande aiuto la Relazione della Madre Generale, Madre Carla Maria Roggero, sulla situazione personale, spirituale, apostolica e disciplinare della Congre gazione dal 2015 al 2021. La Madre offre il suo prezioso contributo all’esercizio comunitario che le Capitolari sono chiamate a svolgere in questi giorni. Augura che i momenti di incontro e di lavoro siano manifestazione di vita, a par tire dalle nostre radici e dalla storia carismatica iniziata dal nostro Padre Fondatore e portata avanti nel tempo dalle Madri e dalle consorel le con generosità e tanto spirito di sacrificio. Desidera, inoltre, aiutare l’Assemblea capitolare a prendersi cura di ogni Betania sparsa nel mondo, mettendo in rilievo le dinamiche più importanti da tener presenti per capire il momento che viviamo e le sfide a cui far fronte nelle situa zioni del mondo d’oggi e della ÈChiesa.importante focalizzare l’at tenzione sul tema centrale che il Capitolo è chiamato ad affrontare: “Frater nità accoglienti, umili e semplici, intrise di amore, accogliamo Cristo in ogni persona senza distinzione”. Dai lavori personali e comunitari, fatti in preparazione al Capitolo e inviati al Centro per la stesura dell’Instrumentum Laboris, scatu risce vivo il desiderio di una vita bella e piena di Dio, ma si evidenziano pure le difficoltà e le fatiche del vivere quotidiano. La Madre ci invita a costruire fraternità che diano una vera testimonianza evangelica al mondo. Da questo, come diceva il Padre Fondatore, di penderà il futuro della Congregazione.

Frammenti di santitàPercorsi di formazione

senzaaccogliamointriseumiliaccoglienti,“Fraternitàesemplici,diamore,Cristoinognipersonadistinzione”

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“Lo spettacolo che commuove e stupisce il mondo, è quello di una Comunità che vive in armoniafraternacomunioneinunavisibile”

Percorsi di formazione Unanime è la nostra gratitudine per Madre Carla per la sua relazione completa che offre indicazioni importanti per i lavori capitolari, soprattutto per il bene ricevuto nei 12 anni di guida della Congregazione, per la sua presen za sempre attenta, per la ricchezza dei suoi consigli, per la fiducia che ha riposto in tutte.

Così, sostenute dalla Vergine Maria e dal Pa dre Fondatore, abbiamo fatto un’esperienza forte di comunione fraterna, necessaria per prendere decisioni semplici e sagge, perché le Comunità siano autentiche, fedeli al Vangelo e alla Regola di vita per un rinnovato servizio alla Chiesa e al mondo. Dobbiamo prepararci, quindi, a vivere una vi ta significativa e profetica in una società della Tecnologia e dell’Internet, tenendo presenti le indicazioni della Chiesa per una rinnovata vita pastorale, ecologica, fraterna. Come Capitolari ci siamo in terrogate su queste richieste del Magistero pontificio e ci siamo chieste dove vogliamo mettere le nostre energie, senza dubbio in cambiamenti veri che provengono solo da un ascolto attento e profon do della realtà per far nascere qualcosa di nuovo. Noi Suore di Santa Marta, quali figlie di un Profeta, dobbiamo avvertire il compito profetico che la Chiesa ci affida come consacrate. Nel dibat tito sulla fraternità abbiamo preso in esame la vita del Padre Fondatore e di molte nostre suore che ci hanno lasciato in eredità esempi profetici che rivelano la passione per Cristo, per il bene dell’uomo e della Chiesa. Lo spet tacolo che commuove e stupisce il mondo, secondo il nostro Fondatore, è quello di una Comunità che vive in comunione fraterna in una armonia visibile. Un “sogno” che ci ha consegnato e che ora più che mai va colti vato e reso attuale nell’accettazione serena, ma determinata dalle diversità, dalle debolezze, dalle fragilità perché sono segni sicuri che proprio attraverso di essi si manifesta la potenza di Dio, il suo essere tra noi. L’accoglienza che ci caratterizza, quella che diventa premura e servizio, deve essere ali

Anche la Delegata dell’America Latina, Ma dre Nazarena Donoso, ha illustrato in modo significativo la vita della missione, il desiderio delle varie Comunità di fare scelte giuste per migliorare la vita consacrata nel dono alla Chiesa e nelle varie Diocesi dove operano le suore. Sempre nella prima fase del Capitolo, il 21 ottobre 2021, dopo l’Adorazione Eucari stica, nella sala capitolare viene eletta la nuova Supe riora Generale, Madre Li lian Doll, di origine cilena, alla presenza del rappre sentante della Santa Sede, Mons. Antonio Panfili. Dopo il canto del Te Deum e la Benedizione Eucaristica, con le suore della Comunità di Roma, abbiamo fatto tanti au guri alla nuova Superiora Generale che rin grazia ed esprime la volontà di compiere la sua missione nella Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo e del Padre Fondatore, sostenu ta dalla preghiera di tutte le Comunità. Il giorno successivo si procede alla votazio ne delle 4 Consigliere, che risultano essere: Madre Andreina Macalli Vicaria generale, Madre Carla Roggero 2^ Consigliera, Suor Chiara Fumagalli 3^ Consigliera, Suor Bindu Periyanickal 4^ Consigliera; della Segretaria generale Suor Paola Becerra e dell’Economa generale Suor Patrizia Gaspari. Nella seconda fase del Capitolo abbiamo la vorato con discernimento, guidate dallo Spirito Santo e abbiamo elaborato un progetto di vita e di missione per i prossimi anni, at traverso un lavoro sinodale contando su tutte.

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20 mentata da un forte rapporto con Dio, di quel Dio che si riflette in ogni persona e che si ri vela nella storia di oggi. Si può servire l’uomo, ogni uomo, senza distinzione, quando lo si riconsegna alla sua umanità e lo si fa sentire amato come lo ama il Padre che è nei cieli. Oggi in particolare c’è bisogno di suore ac coglienti, capaci di mostrare la bellezza del servizio, la difesa della giustizia e del bene co mune, dell’amore per i più poveri tra i poveri.

Percorsi di formazione 3/2021fedeconCamminando

La Madre Generale, Madre Lilian, ci invita a fare tutto con amore e con lo stile che ci chie deva il nostro Beato Padre Fondatore: “Le Suo re di Santa Marta devono riempire la loro vita quotidiana senza frastuoni, con semplicità, con veracità e fede; siano umili, silenziose e serene”. Tutto quello che abbiamo detto nel Capitolo si realizzerà se nelle nostre Comunità sapre mo aprire spazi di dialogo in cui la relazione sia il linguaggio centrale, e in cui l’ascolto intelligente e profondo abbia un posto rilevante per la costruzione di legami fraterni, capaci di generare vita.

Abbiamo bisogno di dimorare nella speranza e continuare a promuovere il senso dei voti come l’asse portante perché essi esprimono la radicalità della nostra consacrazione nella Chiesa. Dobbiamo unirci come Famiglia Reli giosa a Papa Francesco nel suo grido in favore del creato, cercando di adottare uno stile di vita essenziale ed ecosostenibile, sviluppare tra noi e negli altri una coscienza ecologica a piccoli passi: attenzione alla raccolta differen ziata, attenzione allo spreco dell’acqua e del le varie energie elettriche e non contaminare Lal’ambiente.chiusura del Capitolo è avvenuta nella sala dei ricordi dove abbiamo ringraziato il Bea to Tommaso Reggio, nostro Fondatore, per la sua vicinanza in questi giorni e per dirgli quanto siamo fiere di essere sue figlie. Ritor niamo alle nostre Comunità con un compito: vivere il comandamento dell’amore per essere nel mondo FRATERNITÀ ACCOGLIENTI, profezia per il mondo d’oggi. Questo si avve rerà se ogni Betania diventerà un Cenacolo Eucaristico come quello nel quale il Signore Gesù, in quell’ultima cena, ha affidato a tutta l’umanità e a ciascuno di noi il comandamento dell’amore reciproco: “che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv. 13,34).

uest’anno a mio figlio è stato conferito il “Premio Beato Tommaso Reggio” ed è stata una forte emozione. Al termine di questo percorso scolastico mi è sembrato giusto capire cosa significasse per lui questo riconoscimento ed il modo migliore era chiedergli di raccontarlo come ad uno sconosciuto. «Sono passati quasi cinque anni e mi ricordo ancora il mio primo giorno alla Scuola San Giuseppe. Ero intimidito e tenevo gli occhi fissi su mia mamma. Ricordo la sua emozione e le sue lacrime quando ci siamo seduti ai banchi e l’ho salutata. Se in quel momento avesse saputo che stavo entrando in una comunità che avrei considerato una seconda famiglia forse non si sarebbe commossa. Dopo pochi mesi dall’inizio della scuola abbiamo festeggiato il nostro Beato Tommaso Reggio per la prima volta e abbiamo partecipato alla premiazione degli alunni di classe quinta. Quel giorno ci è stato spiegato il significato di questa giornata di festa e l’importanza della Congregazione delle Suore di Santa Marta che hanno come missione provvedere alle necessità altrui. Come disse Tommaso Reggio: “Esse voleranno dove necessità urge, mai dimenticando di sorridere”. E se ci penso è proprio con questo spirito che vedo scorrere ogni giorno di scuola e di comunità.

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In missione di Pogliani BarbaraSaianoEmozione grande e giornocoinvolgente,indimenticabile

Q

Quel giorno ho compreso che quel riconoscimento sarebbe stato un grande traguardo per questa esperienza e che sarebbe stato di festa indipendentemente dall’alunno premiato.

In questi anni di scuola ho imparato molto più che i programmi delle materie di studio. Ho imparato a relazionarmi con i miei compagni e con tutti i bambini della scuola; ho imparato le regole della mensa e dello stare a tavola; ho imparato a pregare insieme agli altri e a sentire l’energia sprigionata dalle nostre voci e dai nostri canti. Soprattutto però, ho imparato i miei diritti ed i miei doveri in una comunità diversa dalla famiglia. Questo grazie alle suore e agli insegnanti.

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Le nostre maestre hanno imparato a conoscerci bene e, anche se a volte chiacchieriamo un po’ troppo, sono contente di tutta la nostra classe e le suore ci sono sempre state vicine e ci hanno visto ed aiutato a crescere.

Insomma, forse non ha usato sempre queste parole ma il significato di ciò che voleva dire è proprio questo. Mi rendo conto che in cinque anni mio figlio è cresciuto, è passato dal bambino spensie rato al ragazzo altruista e generoso che vedo adesso. Questo lo devo alla comunità della Scuola Casa San Giuseppe, alle maestre, ma soprattutto alle suore di Santa Marta che hanno il compito più arduo nei confronti di questi ragazzi: renderli piccoli uomini capaci di affrontare ogni giorno le loro sfide nel mo do più sereno e tenace. Grazie. Sono trascorsi quattro anni e sono quasi giunto alla fine della scuola elementare. Come dice mia mamma il tempo è volato. Certo non sono stati anni facili, ma li ho vissuti il più possibile: le mie amicizie si sono consolidate, la mia classe è cresciuta e ci siamo affiatati sempre di più.

Le nostre suore sono persone speciali: ricordo che sin dal primo giorno di scuola ci hanno sempre chiamato tutti per nome; ricordo che se un alunno cadeva c’era sempre la mano della suora che lo aiutava a rialzarsi con un abbraccio; ricordo che se un bambino mostrava difficoltà non si sono mai fermate all’apparenza, ma hanno sempre cercato di capirlo e supportarlo nel superarle; ricordo la severità delle suore che contenevano le nostre esuberanze e ci insegnavano il rispetto altrui e la convivialità; ricordo che anche quando siamo stati a casa per il lock-down, causato da questo brutto virus, le suore hanno sempre tenuto un contatto con noi e ci hanno accolti a braccia aperte al rientro a scuola. Anche quest’anno, come ogni anno, ci siamo preparati per vivere la giornata di festa per il Beato Tommaso Reggio, per noi di quinta l’ultimo alla Casa San Giuseppe.Lesuorehanno organizzato tutto nei minimi particolari e ci hanno tenuto nascosto fino all’ultimo i nomi degli alunni premiati. Abbiamo pregato tutti insieme in classe e poi insieme alla classe quarta siamo andati in chiesa dove abbiamo cantato e gioito tutti insieme. Un po’ forse me lo aspettavo, ma quando ho visto che in chiesa c’erano i miei genitori e quelli della mia compagna Alice ho capito che sarei stato premiato, insieme a lei, con il riconoscimento del Premio Beato Tommaso Reggio e il mio cuore ha cominciato a battere forte. Ho guardato i volti dei miei compagni per leggere i loro sguardi e li ho visti contenti, commossi e orgogliosi di me, di Alice e di tutti noi, perché io senza di loro non avrei mai vissuto questi anni così serenamente. Le parole di Suor Valeria hanno dato a questo riconoscimento una grandissima importanza e spero di esserne sempre degno perché lo spirito di questa celebrazione è più un modo di vivere che un atteggiamento.»

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In missione aBenvenutiBetlemme da Velletri

L a Scuola dell’Infanzia Santa Marta di Vel letri si è trasformata in un caldo presepe, grazie all’apprezzata iniziativa della direzione e di tutto il corpo docente, e all’opera prestata da tanti genitori volontari nel realizzare ambienta zioni e scenografie. Tanta buona volontà e ar dente desiderio di resistere a questa pandemia che ancora imperversa, ed in un attimo genitori e parenti sono stati catapultati a Betlemme. È così che la Scuola dell’Infanzia Santa Marta di Velletri, ha voluto ancora una volta mettersi alla prova, o meglio cercare di realizzare qualcosa di originale e magico per la gioia e la curiosità dei bambini, grazie ad una rinnovata sinergia tra insegnanti e genitori. All’interno dell’ampia palestra dell’Istituto tutto è stato curato alla perfezione: tante scenografie hanno accolto i piccoli figuranti, tra pastori, pe corelle, focolari e artigiani. «Siamo partiti nei primi mesi di novembre con non poche difficol tà visto i tempi, gli impegni lavorativi dei geni tori e dei nonni che si sono resi protagonisti nel realizzare un vero e proprio set cinematografi co, definito da qualcuno “felliniano”. Via via che tutto prendeva forma, cresceva la vo glia in ognuno dei partecipanti di perfezionare e realizzare una scenografia di una delicatezza e di una portata degna di un set cinematografico. Per rendere ancora il tutto superlativo abbiamo avuto la collaborazione, ormai collaudata, di un perno fondamentale per il team Santa Marta, la Music Velester del Maestro Francesco Mollica, che ha donato e curato l’impianto audio e luci per Divisil’occasione».persezioni, nel rispetto delle norme an ti-Covid, i piccoli alunni della scuola veliterna hanno messo in scena il presepe vivente in ma niera egregia, dando giustizia agli sforzi profu-

3/2021fedeconCamminando 25 si in un momento particolarmente delicato. “Il più grande applauso va sicuramente a tutti gli alunni: ai bambini di tre anni che per la prima volta si sono affacciati dinanzi ad un pubblico mettendosi alla prova con timidezza e coraggio, rendendosi veri protagonisti; a quelli di quat tro anni che hanno dato il via allo spettacolo, donando fin da subito commozione nel vedere piccoli pastori e contadinelle seguire le loro maestre nei canti e balli al centro del presepio”. “La musica di sottofondo ha fatto da padrona con gli angeli narratori che hanno guidato l’in gresso di Maria e dell’Angelo che annuncia a Maria il dono della Vita. Giuseppe con il suo asinello parte insieme a Maria alla ricerca di un posto sicuro, si imbatte in un lungo percorso dove nel cuore della notte, bussando all’ennesima locanda, gli viene negata la calda acco glienza ed indicato l’unico luogo dove passare la notte. Ed è qui che un bagliore luminoso, la stella cometa accompagna l’arrivo dei Re Magi. Nella capanna tutto è al proprio posto: i bam bini di cinque anni si trasformano in statuine e regalano l’emozione del primo presepe vivente al Santa Marta”.

Un progetto voluto e caldeggiato dalla Coordi natrice Mariangela Melica, che accompagnata ancora una volta da tutta la Comunità delle Suo re di Santa Marta di Velletri, Suor Lorenza, Suor Luisa, Suor Oliva, Suor Tommasa, Suor Angela, Suor Antonietta, Suor Lusy e Suor Aleyama, hanno donato a grandi e piccini un momento intimo, un momento dove per qualche minuto si é avuta l’occasione di staccare dal quotidiano, facendo il carico di sentimenti che superano di gran lunga la paura e le incertezze del presente.

In una squadra vincente ognuno ha la sua im portanza e il suo ruolo, non possiamo non men zionare ad una ad una le insegnanti laiche e re ligiose: Mariangela, Lucia, Suor Lusy, Daniela, Loriana e Manuela che con la loro passione e pazienza hanno preparato ed incuriosito ogni bambino, insieme alle educatrici: Valentina, Noemi e Marzia. Infine, ma non per ultimi, die tro le quinte, coloro che ogni giorno regalano la loro professionalità: Rossella, Simonetta, Ma rina, Lidia e Luciano. Ancora una volta voglia mo ringraziare nonni, genitori, le aziende che hanno donato le loro maestrie e competenze per questo progetto pilota, che possiamo dire apertamente ha letteralmente superato ogni Laaspettativa.pandemia non ha fermato i nostri progetti, anzi li ha resi ancora più vincenti, ma occorre essere prudenti e consapevoli che ogni scelta che viene presa è solo per il bene comune. Cer

E per concludere una bella carrozza trainata da cavalli ha scortato un apprezzatissimo Babbo Natale.

chiamo di non lasciare nulla al caso, abbiamo una ulteriore responsabilità, quella di tutelare la salute. Per questo chiediamo ancora una volta alle nostre famiglie, ma che vogliamo estende re come messaggio a tutti, di collaborare con Un grazie caloroso all’intera Congregazione delle Suore di Santa Marta, fonte ispiratrice ed esempio per un’educazione accogliente e amo revole verso grandi e piccini”.

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SantaUniversitarioalNatalePensionatoMarta di Ludovica DanielePisa

Sicuramente, a “casa nostra”, a “casa Santa Marta”, lo spirito natalizio si insinua nell’at mosfera che percepiamo intorno a noi, ogni anno in modo più sentito e gioioso, portando con sé tanta voglia di condivisione di momen ti pieni e profondi, di unione. Ed è proprio partendo da questo desiderio di stare insieme in modo spensierato, ma al contempo rifles sivo e consapevole, che anche quest’anno, nel nostro Collegio, ha preso avvio, per tutte noi, il cammino verso il Santo Natale.

di poter affermare che proprio questa sia la peculiarità che il nostro Pensio nato Universitario ci offre: permettere a cia scuna di noi di trovare una propria dimensione di benessere, che spesso finiamo per con siderare la nostra “seconda casa”, da dividere con le persone che, con il passare del tempo In missione 27 ed il consolidarsi delle conoscenze, sentiamo un po’ come la nostra “seconda famiglia”.

Vivere per parecchi mesi lontane da casa significa provare a cercare nel luogo che ci accoglie una sensazione, un’atmosfera che ci ricordino la dimora in cui siamo cresciute e dove, ad ogni partenza, lasciamo i nostri af fetti più cari; vuol dire, inoltre, provare ad in staurare, con le persone con le quali condivi diamo le nostre giornate, legami speciali, che ci permettano di vivere, studiare e svagarci tranquillamente anche distanti dai posti che ci appartengono ed ai quali siamo più affe Credozionate.dunque

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Si è trattato, per questo dicembre 2021, di un percorso segnato da momenti salienti e da attimi di quotidianità, che sicuramente ci hanno permesso di immergerci sempre più a fondo nel cuore del fascino che questo periodo ogni anno ci regala ed esercita su di noi. Con l’aiuto e sotto la guida entusiasta e pro positiva di Suor Anita, Suor Rosily, Suor Cristina e Suor Mariana, già a partire dall’inizio di dicembre, abbiamo cercato di trasportare in “casa” ed in “famiglia” la luce ed il sentore

C ome per tutte le famiglie, anche per la “famiglia” un po’ sui generis del Pensionato Universitario Santa Marta, l’arrivo del mese di dicembre porta con sé l’innesco della magia del Santo Natale.

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Tra cibo, chiacchiere e sorrisi, abbiamo an che avuto modo di “giocare” un po’: le Suore, trasformatesi in un sorprendente e divertente “Babbo Natale segreto”, hanno offerto ad al cune di noi doni – che simbolicamente hanno esteso a tutte quante – e sono state ricam biate da un piccolo pensiero offerto loro da noi ragazze. Questo rinfresco in comune ci ha offerto inoltre l’occasione di rinnovarci gli auguri di liete festività, e di iniziare a salutare alcune delle ragazze che, come me, da oggi hanno intrapreso la rotta di ritorno a casa, dalle loro famiglie. Se mi venisse chiesto che cosa mi rimarrà nel cuore di queste giornate e dell’atmosfera natalizia arrivata ad inondare “casa Santa Mar ta”, risponderei senza dubbio che, vedere una “casa”, come la nostra, riunire in maniera così profonda una “famiglia” come la nostra, è il modo migliore di trascorrere questo periodo di Avvento e di prepararci a vivere le imminenti ricorrenze in maniera più consapevole una volta tornate a casa, dai nostri cari, dai nostri amici, e dalla nostra famiglia, i quali, in questo periodo così particolare, sono pieni di emozioni e di attesa del nostro ritorno.

A questa serata, conclusasi con un apprezzatissimo “pandoro delle 23” offerto dalle Suore e gustato tutte insieme, e che ha rappresen tato la prima tappa del nostro cammino in preparazione allo spirito delle solennità che ci attendono, ha fatto seguito la bellissima iniziativa che ha visto molte di noi ragazze protagoniste partecipi ed entusiaste nel pre parare e consumare tutte insieme il pranzo dell’Immacolata, in un 8 dicembre onorato dalla gioia e dall’impegno di tutte coloro che hanno voluto darsi da fare per trascorrere in sieme qualche ora di convivialità e di festa.

Il momento della Messa – preceduto dalle sagge parole di Suor Anita, la quale, nell’augu rare a tutta la nostra “famiglia” ed alle famiglie di ciascuna di noi sante e serene festività pie ne di ogni bene, ha sottolineato l’importan za di vivere pienamente ed al meglio questo periodo di Avvento, di attesa – ha permesso a ciascuna di noi di riflettere e rinnovare i propri propositi di studio e di vita, accompa gnate dalla Benedizione solenne del giorno di Natale, che ci ha ricordato quanto fosse im portante la contingenza che stavamo vivendo, in quanto immaginabile come la ricorrenza della vera e propria “giornata di Natale” per la nostra “casa”. Un Natale forse anticipato, ma ugualmente pieno di emozioni e dei sorrisi delle persone che costituiscono questa nostra “seconda famiglia”, che non si riunirà fisica mente il 25 dicembre, ma che ha voluto farlo ieri, con la stessa intensità e partecipazione.

La pienezza della serata che abbiamo con diviso ieri è culminata nella deposizione, da parte del Sacerdote celebrante don Salvatore Glorioso, accompagnato dal raccoglimento e dal canto di tutte noi, di Gesù Bambino nel Presepe allestito qualche giorno prima, e la volontà di fraternità che la nascita di Gesù ha suscitato in tutte ha trovato espressione nel momento di convivialità offerto a tutte noi dalle nostre Suore.

La preparazione dell’Eucaristia è cominciata già dal giorno precedente, con la prova dei canti che il giorno seguente avrebbero anima to la celebrazione.

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natalizi che già da qualche giorno inondavano le strade della nostra Pisa.

Animate da questo obiettivo, la sera del 1° dicembre, un nutrito gruppo di noi ragazze ha portato a termine, con l’ausilio attento, coinvolgente e supervisore di Suor Rosily, la realizzazione del grande e luminoso Presepe che, unitamente al colorato albero di Natale ed alle allegre decorazioni poste al pian terre no, allieteranno per tutto il periodo festivo le giornate, gli occhi e l’animo delle inquiline del nostro Collegio.

Il nostro percorso di immersione nella luce natalizia si è poi concluso, ieri sera, 14 dicem bre, con una sentita Messa di Natale.

Un gesto di solidarietà

il maestro MicheleGenova

Sulle note del solenne inno a lui dedi cato, si è aperto il breve ma intenso e profondo momento di preghiera che anche quest’anno, i bambini con le loro suore e gli insegnanti hanno preparato per ricordare la nascita al Cielo del Padre Fondatore, il Beato Tommaso Reggio. In un clima di amicizia e confidenza, ma nel lo stesso tempo di serietà, i bambini di clas se quarta e quinta, guidati da Suor Marisa e Suor Viviana, hanno accompagnato i compa gni nel ricordo degli avvenimenti salienti del la vita del L’obiettivoBeato.delsemplice opuscolo, preparato per l’occasione da Suor Viviana, aveva l’inten to di educarci ad abitare/vivere il tempo se condo l’esempio di Tommaso Reggio, uscendo dal recinto dei nostri problemi e delle nostre preoccupazioni per entrare dentro la vita di chi ci vive quotidianamente accanto, fissando lo sguardo al cuore delle cose e cercando il vero e unico bene: Gesù. Solo così, tutti noi, grandi e piccoli saremo capaci di profumare il tempo che Dio ci ha donato, impegnandoci a rendere il mondo un posto migliore, proprio partendo dalla nostra piccola scuola che, seppur al suo tramonto, è sempre una fonte di stimoli e di ricchezza per chi, come noi, ha la fortuna di viverla ogni Anchegiorno. i piccoli della terza hanno avuto un ruolo importante nel buon svolgimento della preghiera: verso la conclusione hanno accom pagnato l’elenco delle missioni delle suore di santa Marta, con una breve processione del le bandiere delle nazioni dove le suore, con amore e dedizione, operano.

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Terminata la preghiera, ha avuto luogo la consegna del tradizionale premio Tommaso Reggio, una somma di 400 € donata ad un ra gazzo/ragazza che si è distinto per particolari doti o meriti. Su proposta di Suor Stefania, destinatari del premio sono stati gli unici quattro ragazzi di quinta che hanno avuto fiducia nella nostra scuola ed hanno deciso, con le loro famiglie, di concludere con noi il loro percorso scolastico. I ragazzi hanno dimostrato un grande senso di solidarietà, donando poi l’intera somma al Gaslini.

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Abitare il tempo come Tommaso Reggio

In missione di suor Stefania BeniniGenova E ccoci ancora a celebrare la grande festa del nostro Padre Fondatore in quest’an no in cui ricorrono i 120 anni della sua nascita al Comecielo.in tante parti del mondo: in Italia, Cile, Argentina, Brasile, Messico, India e Libano anche la Comunità scolastica di Genova si è riunita nella Cappella dell’Istituto per una celebrazione intima per festeggiare i 120 anni della nascita al cielo del Beato Tommaso GliReggio.alunni delle tre classi “superstiti” della Scuola Primaria si sono adoperati per prepa rare un incontro di preghiera, semplice ma profondamente sentito e suggestivo. La tematica scelta è stata: “ABITARE IL TEMPO” come Tommaso Reggio. Gli alunni hanno provato ad esortarsi per USCIRE dal recin to delle loro preoccupazioni ed ENTRARE “dentro” la vita di chi ci vive accanto, ASCOL TARE i “tam tam” che salgono da ogni parte per FISSARE lo sguardo al cuore delle cose, per DIVENTARE capaci di “PROFUMARE” il TEMPO. I ragazzi poi hanno intercalato alla lettura di alcuni brani sulla spiritualità e sulla vita del Beato, il canto ben preparato, dei tre inni al Beato Tommaso Reggio. È stato poi offerto alla riflessione di tutti il brano del Vangelo di Luca sul Regno di Dio e i bambini sono stati invitati a riflettere che il Regno di Dio è già in mezzo a noi quando si è sensibili, educati, altruisti e in armonia con il creato e con gli altri che ci vivono ac canto. Sono stati, inoltre, esortati a gustare le bellezze del creato come dono di Dio che ogni giorno ci offre. Cosa c’è di più bello di un gruppo di ragazzi e ragazze che provano la gioia di stare insieme rispettandosi? Ragazzi che studiano insieme che fanno la pace, se c’è tra loro qualche litigio, e provano la gioia di una pace riconquistata? È stato veramente bello pregare sentendosi in comunione con tanti altri ragazzi del mondo che nello stesso momento pregavano e inneggiavano al Beato Tommaso chiedendo la sua intercessione.

Per rendere più partecipato e visibile questo momento gli alunni di terza hanno portato all’altare le otto bandierine dei paesi in cui si trovano ad operare le suore di santa Marta. È stato infine assegnato il premio Tommaso Reggio ai quattro ragazzi di quinta che si sono distinti nello studio e nella solidarietà con i Questacompagni.bella intima celebrazione si è conclusa con una speciale sorpresa che i quattro pre miati hanno comunicato a tutti i presenti. La somma che hanno ricevuto in premio, tutti d’accordo, dietro il suggerimento di uno di loro, l’hanno devoluta a favore dei bambini del Gaslini, bambini meno fortunati di loro. Questo ha commosso tutti i presenti che han no accolto tale decisione con un caloroso ap Laplauso.cerimonia è stata trasmessa in diretta così alcuni genitori hanno potuto seguirla oppure rivederla in streaming sulla pagina Facebo ok della scuola o su Youtube. Molti si sono espressi complimentandosi e ringraziando delle belle esperienze e delle bellissime op portunità educative e spirituali che la Scuola offre e mette a disposizione dei loro figli.

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Un sabato di sole luminoso, una giornata di gioia, di condivisione e di fraternità che ha lasciato nel cuore di tutti un desiderio di rinascita e di entusiasmo per il bene e il Tutti,bello. sacerdoti, seminaristi, Suore di Santa Marta arrivate da Ventimiglia e consorelle delle comunità qui vicine della “Sapienza” e di “Emmaus”, per pregare insieme e ringraziare il Signore di averci donato il Beato Tommaso CiReggio.siamo sentiti in un clima universale di Chiesa, animati tutti dallo stesso spirito di fe de e di animazione pastorale. Nella solenne celebrazione Eucaristica tra i canti e suoni dei seminaristi, abbiamo sentito e goduto il clima di Betania, insieme, uniti e felici. Dal nostro cuore colmo di gratitudine è scaturito un duplice grazie.

GRAZIE per la figura luminosa del Beato Tommaso Reggio, Padre, pastore e maestro che ancora oggi, ci incoraggia, ci stimola a donare il meglio e a recuperare con più entusiasmo un vissuto di fede e di donazione. Lui ci parla ancora oggi e ci accompagna con te nerezza e fermezza, perché la nostra presenza sia sempre un dono gratuito ad ogni persona, specialmente in questo tempo così travagliato di pandemia. GRAZIE per la chiamata alla vita religiosa, per la fedeltà che ci ha accompagnato nello spirito e nel carisma del Fondatore e nella gio iosa appartenenza a questa famiglia religiosa delle Suore di Santa Marta che ha reso lumi noso il nostro quotidiano. Riprendiamo il cammino, rafforzate nella fede di Santa Marta e disponibili a trasmette re il messaggio ricevuto dal Beato Tommaso Reggio: “Gesù ci insegna che in ogni stato e condizione di vita ci si può far santi”. E noi ci proviamo… lo desideriamo… e con il suo aiuto lo realizzeremo!!!!!! da Sanremo

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Il TperinSeminariofestailBeatoommasoReggio

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Sicuramente il “Piccolo RE” gioisce e sorride nel cuore dei “Piccoli artisti”. La Stella cometa possa brillare sulle loro case. Sempre.

Piccoli alincontroartistipiccoloRe

“A Natale puoi” fare quello che non puoi fare sempre, si può fare di più, sempre di più. “Sarà Natale” Sarà, sarà, sarà, sarà se met tiamo ali al nostro cuore, se ridi, se canti, se stringi le mani a chi soffre. Natale sarà, sarà, sarà Se… “Girotondo” Natale in tutto il mondo, per mano un girotondo, Natale per te e per me. Din, don c’è una grotta, din, don c’è una stel la, e là sull’alberello si accendono le stelle che brillano nel cielo blu. Giro, girotondo balle rino, girotondo un po’ bambino. Giro, giro tondo. “Natale è”… Una storia di amore, un Bambi no, una Stella, la notte più bella, una poesia di pace. Natale è l’arcobaleno, Natale è una Luce, Natale è fare festa insieme. “Tu scendi dalle stelle o re del cielo”. Ecco, il Piccolo Re è tra noi. Giace in una grotta, tra Maria, Giuseppe, Angeli e pastori. I bambini, che amano lasciare segni coloratissimi su fogli bianchi, fare incisioni, plasmare materiali vari, hanno realizzato un semplice presepe con materiale occasionale (tappi di Noispumante).adulti abbiamo percepito i vari battiti del piccolo cuore nelle tappe di esecuzione: tutte belle e importanti per loro. Al termine dell’opera poi… un sospiro di sollievo, di soddisfazione e un recipro co sorriso, perché ce l’abbiamo fatta, an zi ce l’ho fatta, ognuno diceva a se stesso.

di suor Adriana TuravaniPuriaIl mistero del Santo Natale si affaccia ancora nella nostra vita e fa nascere in noi un bisogno grande di pace, di amore, di bellezza e di Tuttiinnocenza.gliadulti, ormai, conoscono lo scenario del Natale, ma i piccoli della Scuola dell’Infanzia vanno guidati per poter entrare nella grande festa, che genera entusiasmo e Ilgioia.santo Natale non è solo una ricorrenza tem porale: è un incontro e allora ci siamo messi in cammino seguendo un percorso a base di canti e poesie: il linguaggio dei piccoli.

In missione

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È gioia Insiemeintensa.abbiamo accompagnato il cammino dei piccoli e ci siamo accorte che il Santo Na tale sta nascendo nel loro cuore.

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Una Betania...

I

da Cuneo

n occasione dell’anniversario della morte del Beato Tommaso Reggio, la Comunità di Cuneo, con la presenza degli Amici di Be tania, ha vissuto un momento di riflessione sulla figura del Beato. L’incontro è stato guidato da un sacerdote che ha tratteggiato la figura del Beato ripercor rendo le tappe più significative della sua vita.

Considerando con attenzione il percorso di vita di Tommaso Reggio ci si accorge subito che il suo mondo è stato il mondo di Dio. Con la sua fede, egli ha accolto il Signore in tutta la sua esistenza; Dio si è reso presente nelle vicende umane a lui contemporanee. È molto significativa al riguardo la sua lette ra pastorale scritta a Genova, in occasione della Quaresima del 1896. Si intitolava “Torniamo a Dio”. L’Arcivescovo lanciava l’appel lo: “Si torni a Dio: ecco il grido di salvezza per l’individuo e per la società… Torniamo a Dio nella scienza che è fondamento di ogni retto operare… Torniamo a Dio nell’arte, cercando il bello verace quale si rivela nello studio della natura… Più di tutto torniamo a Dio nella coscienza pubblica e privata. Si torni a Dio. Edotti ormai dalla dolorosa esperienza, im parino i rettori dei popoli e tutti coloro che padroneggiano il mondo: senza Dio non prospera e non vive popolazione e società”.

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Parole attualissime! Perchè il vero dramma del nostro tempo è proprio l’assenza progressiva di Dio dall’orizzonte della vita dei singoli e delle Tommasosocietà.Reggio ha tenuta viva la presenza di Dio, del Dio di Gesù Cristo. Quando al ter

3/2021fedeconCamminando 39 mine del suo pellegrinaggio terreno, il nostro Beato affermava, a chi gli chiedeva se avesse bisogno di qualcosa, “Dio, Dio, Dio solo mi basta”, e dava un’ultima splendida testimo nianza di ciò che è davvero necessario e insostituibile: la fede. E in tal modo si congedava, dal suo tempo, come “un profeta dei tempi Personalitànuovi”. poliedrica, quella del beato Tom maso Reggio (1818-1901), che il cardinale So dano, nella Prefazione al libro “Mai stanco per Dio” di Angelo Montonati, definisce “figura gigantesca di apostolo dei tempi moderni”, i cui carismi sono esaltati da uno straordinario dinamismo (era in piedi dalle tre del mattino fino a tarda sera), grazie al quale egli riusciva quotidianamente a far fronte – senza man carne uno – agli impegni di confessore, direttore spirituale, predicatore ricercato, docente universitario, direttore di giornale. Fu proprio lui a dar vita al primo quotidiano cattolico italiano, Vescovo e Fondatore delle Suore di Santa Marta, operatore culturale e animatore delle più varie iniziative di carità. Capace di dire la verità senza compromessi, sapeva leggere gli eventi con la vista lunga dei profeti e trovare soluzioni adeguate alle nuo ve problematiche emergenti: sorprendono in fatti il sistema educativo da lui inaugurato nei seminari dove era stato vice-rettore e rettore, il ruolo di protagonista attribuito al laicato cattolico, compresa la componente femmini le, non solo nell’ambito ecclesiale, ma anche in quello politico e sociale secondo linee che il Vaticano II codificherà nella Apostolicam LaActuositatem.suaproposta lungimirante di un unico catechismo per la Chiesa, basato sul dialogo a domande e risposte (che sarà realizzato da Pio X), la valorizzazione delle funzioni sacre fanno di lui un precursore della riforma li Futurgica.sempre pronto a obbedire alle direttive del Papa anche quando non collimavano con le L’incontrosue. è stato gradito da tutti i presenti e ha costituito un bel momento per sentirsi protetti dal Beato.

G iovedì 16 dicembre noi, alunni della terza secondaria di primo grado dell’Educandato Maria SS. Bambina di Roggiano, abbiamo partecipato al progetto “Incontro con l’autore”, in questo caso Alessandro Curti con la sua opera “Siamo solo piatti spaiati”. Abbiamo dialogato con lo scrittore sia dei nostri gusti in fatto di letture sia del ro manzo di Alessandro, romanzo del quale abbiamo visto il cortometraggio, restandone davvero colpiti.

In missione

A gennaio decideremo insieme qua le metodologia utilizzare e, a lavoro ultimato, manderemo ad Alessandro il risultato che però prima dovrà es sere vagliato dagli occhi attenti dei Ceprofessori.lafaremo a completare la sfida e a creare l’ultimo capitolo del libro? TrombinoRoggianospaiati

Durante l’incontro ci sono state propo ste da Alessandro tre sfide: le prime due sono state affrontate con successo in classe, ma la terza, la più importante, dovremo superarla da soli! La sfida riguarda il libro che dovremo, ovviamen te, leggere durante la pausa natalizia (con gioia di alcuni e tristezza di altri) e di cui dovremo creare l’ultimo capito lo scegliendo una modalità: scrittura, fotoromanzo oppure cortometraggio.

di Ruben

Piatti

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O ggi quando ho saputo della tua scom parsa ho sentito un grande vuoto, quello che si sente quando se ne va una persona cara… Non ci sentivamo più al telefono perché tu faticavi con la tua memoria e per non farti rimanere male non ti chiamavo. Avevo tue notizie da Angela, poi più nulla. Oggi mi tornano alla mente tanti ricordi: gli anni delle medie e delle superiori al Santa Marta a Vighizzolo che tu hai sempre avuto nel cuore con la carissima suor Teodolinda, scomparsa così prematuramente e poi suor Anita, suor Mariana e tante altre che ricordo con affetto. Che dire poi delle mie vacanze da te a Genova, dove arrivavo ogni fine settimana e riceve vo tanto da te e dalla carissima Madre Paola, che non si tirava indietro pur di accontentarmi nelle esigenze che sorgevano… Conservo ancora la Madonna in gesso che mi avevate regalato e che avevo portato a casa in treno.

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Quanti ricordi e per ognuno di essi il tuo sor riso, tu sorridevi sempre a tutti, per tutti avevi una buona parola, un gesto di consolazione o di Nessunoaffetto.mai ti ha avvicinato ed è andato via senza il tuo aiuto. Bei ricordi le gite a Montemezzo da Angela, tua sorella ed Afro, sempre accoglienti. Che dire poi delle nostre lunghe chiacchierate al telefono o con la cara Flavia che era per te un punto di riferimento?

Grazie, carissima suor Agnese, non chiederò al Signore perché ti ha portata via, ma Lo ringrazierò per averti donata e per aver fatto un pezzo di strada con me. Ti abbraccio forte.

Pagine aperte di Roberta Casati

Che obbedienza ai tuoi superiori anche negli spostamenti, mai una lamentela, mi dicevi: “In ogni convento c’è pane e Sacramento…”

E quando ti si faceva un dono, tu spesso mi ricordavi di non spendere troppo perché avevi già tutto in quanto la tua comunità non ti faceva mancare nulla.

Beh, ora che sei certamente accanto al Signo re continua a proteggerci e ad essere la donna del sorriso per chiunque incontrerai.

Suor donnaAgnese,delsorriso...

Per la carissima Suor Agnese di suor Anita

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mia descrizione del viaggio di Maria, le caratteristiche della vita di Suor Agnese, il suo è stato sempre un pellegrinaggio d’amore a Dio e ai fratelli. Ha saputo mo strare con la vita, la bellezza del Vangelo, con la sua capacità di comunicazione, dialogo, di Consolidarietà.lasua abituale serenità ha dimostra to che siamo creati per la gioia e ciascuno è unico ed è al mondo per sentirsi amato nella sua unicità e per amare gli altri come nessu no può fare al posto suo. Ha vissuto la totale dedizione al Signore, alla Comunità, alla missione. Ha dedicato la sua vita alla scuola, come impegno primario, per la formazione di tanti adolescenti e giovani nella scuola media e superiore e l’ha fatto con entusiasmo, com petenza e amore, non limitandosi all’aspetto culturale, ma guardando alla formazione del cuore. Un’attenzione particolare era per i ra gazzi con difficoltà, e al doposcuola ne ave va parecchi e seguiva i suoi “aquilotti”, così li chiamava, ogni giorno, dando fiducia a tutti e ricuperandoli nel loro percorso. A questo impegno si aggiungeva quello della catechesi, dell’oratorio, delle attività parroc chiali, dell’Eucarestia portata in casa ad ogni ammalato, e non mancava la sua presenza domenicale alla casa di cura per anziani a Cantù, dove portava con l’Eucarestia, l’annuncio del Vangelo e tutti l’aspettavano perché sapeva creare un clima di gioia. La chiamavano “il prevosto” di Vighizzolo. Al termine dell’anno scolastico aspettava il mese di luglio per andare a Querceto a portare un po’ di sollievo alle consorelle, con la preghiera, le riflessioni, la ricreazione e l’ascolto. Ha saputo scegliere la parte migliore: insieme all’intensa attività, ha dato grande spazio nel la sua vita all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera, all’evangelizzazione. Ricordo una sua caratteristica particolare, aiutava tutti, sempre, nessuno si allontanava da lei senza il suo soccorso, questo è sempre stato il suo impegno.

O ggi, 18 settembre 2021, al pensiero del la sua dipartita, vado rievocando con gioia e con pena gli anni trascorsi insieme a SonoVighizzolo.contenta di scrivere tanti ricordi che ho nel cuore, perché siamo state sorelle amate, stimate, sempre in collaborazione. Era capace di una dedizione senza limiti. Penso a lei co me a una donna scelta dal Signore a donarsi in pienezza a Lui, nella vita religiosa, vivendo il carisma di fede, accoglienza e servizio come dono quotidiano. Mi piace vedere in lei l’atteggiamento di Maria: sempre in cammino verso gli altri. Appe na ricevuto l’annuncio dell’Angelo, Maria “si mette in viaggio verso la montagna”. Dopo la visita dell’Angelo non rimane ferma in casa a contemplare se stessa, le sue abitudini, le si curezze del suo ambiente, ma, aperta la porta, è uscita per compiere una missione. Affronta le incognite del viaggio, le fatiche della strada, il rischio di un’avventura che è dono d’amore per RivedoElisabetta.inquesta

Pagine aperte

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Tutti i suoi alunni, genitori, parrocchiani la ringraziano con la speranza e il desiderio di saper trasmettere quanto hanno rice vuto. Le Comunità di Vighizzolo, Bovisa, Genova, dove ha lavorato intensamente e ha costruito relazioni serene, la ricor dano con affetto e gratitudine. Negli ultimi anni, cessata la sua attività, a Ventimiglia nella Casa Madre, ha of ferto il suo soffrire. Se n’è andata, alla chiamata del Padre, silenziosamente con la serenità e la pace nel cuore. Ringraziamo Dio per il dono di Suor Agnese, per il bene che ha fatto, per il seme sparso in tanti cuori e la preghiamo di proteggere dal cielo questa nostra Famiglia Religiosa e di intercedere per lei vocazioni sante. Carissima Suor Agnese, ora che ti trovi nella luce senza fine, ti ripeto il mio e nostro affetto fraterno, con la benedizione irlandese che eri solita recitare per chi se ne andava: “Che la strada si apra al tuo passaggio, che sempre il vento ti soffi alle spalle, che il sole illumini il tuo volto, che la pioggia inondi i tuoi campi, e che, fino al prossimo incontro, Dio ti custodisca nel palmo della sua mano”.

molti anni dall’ultima volta che l’ho vista ma il suo volto, il suo timbro di voce non l’ho dimenticato! Sono state tante le cose fatte insieme, il tempo che lei mi ha dedicato, i corridoi fatti “avanti e indietro “ quando mi ascoltava per la prova di maturità… e il viaggio a Roma regalato a me e alle mie amiche Lucia e Marinella per averla aiutata il sabato…! Per noi era un piacere, ma lei non perdeva occasione di gratificarci!!

Q uando penso a Suor Imelda, la ricordo camminare assorta nei corridoi del Santa Gemma, oppure quando spiegava in classe la lezione. Parlava anche per due ore, ma quelle ore vo lavano; non parlava solo di un autore, ma del contesto storico e geografico in cui si svilup pavano i pensieri e le azioni, trasmettendoci il concetto che l’uomo non è un’isola. Non penso sia un caso che proprio l’anno del la maturità la nostra classe portasse in scena due rappresentazioni teatrali scritte da noi. In particolar modo ricordo “Natale in famiglia”; vi hanno partecipato tutte le componenti della classe ed ognuna portava qualcosa di suo, delle sue origini, del suo sentire, nel comples so per nulla omogenei, ma tutte convergenti nel tema dell’unità e della famiglia. Anche oggi a distanza di anni ci troviamo unite nel cordoglio di questo lutto.

Spero le abbia riservato un posto d’onore co me lo occupava per me e le mie compagne di classe, cara Nostra Preside, visto che ha volu to portarla via da noi per stare con LUI.

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Avrei voluto esserle più vicina, fare più cose insieme ma gli anni sono volati, la vita ci ha fatto fare percorsi impegnativi con carichi familiari e forse l’ho trascurata perché non meritava solo un ricordo, ma presenza e di questo le chiedo scusa! Ho desiderato scriverle per colmare questo vuoto, il vuoto delle parole non dette.

Ora mia tanto cara Suor Imelda mi saluti il Padron di Casa e Le ricordi di curarsi un po’ di noi, perché qui a volte è dura…!

Ricordo di Suor Imelda Se come insegna Sant’Agostino “coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dove erano ma sono ovunque noi siamo” è per questo carissima Suor Imel da che sento il bisogno di scriverle oggi. Ora che ci separa un abisso vorrei parlarle Sonoancora!passati

Grazie Suor Imelda

Suor Imelda è stata per noi Maestra di umanità, ci ha accompagnate con il suo sapere e con il suo affetto che porteremo sempre nel Graziecuore.

Suor Imelda! Lucia Dotto

Grande Preside sarà sempre nel mio, nel no stro cuore. Ti vogliamo bene. Eugenia Guidi Una delle ragazze di V Ragioneria, anno 1977 Istituto S. Gemma - Milano

unindelebile...Un’improntaesempioda

Una bella coincidenza, lo stesso giorno in cui abbiamo ricevuto la notizia della morte del la nostra Sorella, è arrivata nella nostra Casa un’immagine pellegrina di San Giuseppe, affin ché i bambini e le famiglie potessero vivere al cuni momenti di preghiera. Impariamo da Lui la fedeltà alla Volontà di Dio, l’umiltà e la tenerezza di un Padre. In quei gior ni abbiamo sperimentato e sentito la compagnia della cara Suor Silvana, che è stata con noi in questa casa, attraverso la preghiera e il canto.

n questi ultimi giorni di ottobre abbiamo assistito a come la gioia del Vangelo, incarnata da una delle nostre sorelle, che passando per que sta amata terra di missione a Derqui, ha toccato la vita di tante persone. Ci riferiamo alla nostra cara Suor Silvana: la sua partenza per il Paradiso, anche se motivo di tri stezza, è stata una celebrazione di gioia e grati tudine, espressione di sentimenti nobili, testi monianza di fede, speranza e fedeltà all’Amore. Le testimonianze ascoltate e lette attraverso le reti sociali, ci commuovono, mentre sfidano la nostra risposta al Signore, vedendo in loro una chiara chiamata e invito a seguire il suo esempio di dedizione gioiosa e generosa, di coraggio e fermezza nelle convinzioni. Non c’è dubbio che il suo dinamismo apostoli co fosse frutto della sua intima comunione con Dio, del suo profondo amore per Maria e, per ché non dirlo, per san Giuseppe? Provvidenzial mente concluse la sua vita terrena nel mese mis sionario e nell’anno dedicato a San Giuseppe.

“Cara Suor Silvana, sei già in Dio, fai festa in Pa radiso, godi della gioia eterna, prega per questa comunità che è stata la tua missione per tanti anni e che hai amato così intensamente. Insegnaci la via che ci aiuti ad essere segni di pro fezia, a risvegliare con la nostra testimonianza l’Amore di Gesù”.

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seguire di Suor Adriana GajardoDerqui

I

Pagine aperte di Padre Albino diTestimonianzaPadreAlbino 3/2021fedeconCamminando 46 L a partenza di Suor Silvana, oltre a procu rarmi tristezza, mi provoca grande gioia. Ho assistito alla donazione di una vera disce pola di Gesù, che me l’ha trasmessa piena di gioia e di entusiasmo. Suor Silvana era una donna piena di entusia smo, molto solidale con i giovani impegna ti nella nostra amata Cappella Caacupé; ha sempre visto tutto il positivo in noi. Ricordo come camminava per le strade del nostro quartiere con passo deciso, non l’ho mai vista camminare lentamente e come una nonna, anzi, il viso pieno di rughe, non di amarezza, ma per sorridere e ridere tanto!!! È stato bello vedere come ha incoraggiato i membri della Legione di Maria. Un bel ricordo che ho è quello del giorno in cui l’immagine della Vergine, che era all’ango lo tra Alfaro e Colombia, fu rubata… Lei si av vicinò ad alcuni ragazzi che erano sempre lì, fumando o bevendo, li conosceva da quando erano piccoli, e loro la rispettavano. Si avvi cinò a loro e disse: “Ragazzi, hanno rubato la Vergine, so che voi potete recuperarla”. Le risposero: “sorella calma”, e il giorno dopo arri varono alla Casa con un sacco di rifiuti conte nente l’immagine della Vergine che qualcuno aveva rubato. Inoltre gestiva tutto con la sua macchina da scrivere. Ci sono così tante cose che si potrebbero raccontare in modo da renderci conto di quanto siamo stati benedetti, dal suo passaggio nelle nostre vite. Voglio concludere ricordando che 15 anni fa, quando a Pilar fu premiata la donna dell’anno, fu scelta proprio Suor Silvana. Che sorpresa! Oggi sarebbe impensabile, le cose sono cam biate, ma ripeto, con sorpresa, che lei, don na saggia, abbia trasmesso l’amore di Gesù al prossimo e per questo è stata nominata, donna dell’anno. Penso che questo dica tutto di lei. Grazie, Signore, per un dono così bello.

GRAZIE suor Damiana, ci mancherà la tua esperta collaborazione! E insieme al nostro grazie vogliamo che le giunga anche l’augurio di un Buon 2022 e il desiderio che continui a seguirci con il suo consiglio illuminante e competente.

D esideriamo esprimere il nostro GRA ZIE sentito e grato a suor Damiana che per trent’anni si è prodigata con dedizione, come membro della Commissione “Cammi nando con Fede”, nella realizzazione di questo nostro Notiziario. E avremmo desiderato un momento di festa e di riconoscimento ufficiale per manifestarle questa nostra gratitudine per tutto ciò che ci ha trasmesso nel collaborare e contribui re in modo determinante alla cura di alcune sezioni a lei affidate (attualità, notizie dall’eNeglistero…).anni in cui abbiamo lavorato fianco a fianco abbiamo ereditato quel soffio di apertura che una rivista deve avere, un’apertura che si fa carico della complessità del contesto storico nazionale e planetario. Questa profonda attenzione ai problemi so ciali, religiosi, ecclesiastici più che una racco mandazione oggi diventa il testimonio che ci Lalascia…medaglia con cui “vogliamo insignirla” non è nè d’oro né d’argento, ma è un semplice GRAZIE che vorremmo si incidesse nel cuore così in forma gratuita, come gratuito è stato il suo impegno sempre vivo e senza misura.

la Redazione Un lungograzie...30anni

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GRAZIE suor Damiana! Suor Mariana SuorSuorAlessandraMariaPiaSuorStefania 47

Eppure la stima reciproca e la chiarezza del rapporto, non sono mai venuti meno. Ad ago sto quando ho saputo del tuo tumore avrei fatto non so cosa per dimostrare che “non era vero”. Ero convinta che ce l’avresti fatta! Tu invece no! La mia ferita ancora sanguina, ci penserà il buon Dio a “curarla”, ma per ora ci sta riu scendo poco! Lascia che ti dica grazie, almeno ora, perché da te ho imparato come si trattano i bambini fragili, oppositivi, caratteriali, indifesi. Da te ho imparato a non “mollare” nemmeno di fronte ai comportamenti più provocatori; ho imparato a ricominciare sempre nono stante “l’apparente inutilità” di troppi ten tativi.Hodavanti a me, mentre scrivo, una fila di volti di bambini che “sono cambiati” gra zie alle tue terapie anzi, con la tua terapia, perché ne avevi una sola: si chiamava cura costante, ostinata, puntuale, esagerata.

suorCara Adele di suor Renata

Ti devo “due righe”, un pensiero, un ricor do, una chiacchierata: quella che non ho più potuto fare con te. Difficile chiacchierare con te, da ligure diffi dente e chiusa quale eri, bisognava intendersi in fretta e non era facile avere a che fare con la tua testardaggine e la tua ostinazione!

I bambini che non si riusciva a tenere in classe, quelli che si riempivano i capelli di colla e rovesciavano i banchi mentre tu imperterrita tenevi la classe attenta… li ho visti tornare da te! Più di una volta mi sono commossa di fronte a ragazzi, ormai uomini, che “cer-

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Ti sono grata, non sai quanto, anzi, lo sai per ché non passa giorno che io non ti ricordi. Ho ancora il cuore gonfio!

E poiché è scritto che “anche un bicchier d’ac qua dato… troverà una ricompensa”, non oso immaginare che cosa ti sarà reso ora dal buon Dio, perché il seme del bene che tu hai semi nato, il seme della curiosità, della voglia di imparare, ha dato frutti abbondantissimi!!!

Schiva e lontana dalla ricerca di consensi e di applausi, “godevi” perché il sogno di vederli “liberati” dalle paure, dalle fatiche della cre scita o da un’infanzia terribile si era avverato. Quante volte ti ho detto “di questa classe non rimarrà nessuno alle medie, perché i bravi han no sofferto la presenza di questi “disturbatori”. Rimanevano tutti; nessuno cambiava scuola perché aveva vissuto male dentro la classe! Il successo quindi era eclatante. Li avevi educati tutti, avevi reso consapevoli “i bravi” che l’aiuto doveva venire anche da loro! Era “toc cante” vedere con quale tatto squisito i com pagni di classe ti imitavano, facevano quello che ti vedevano fare con loro e si prendevano cura dei loro compagni in difficoltà.

Grazie… di queste “lezioni di vita”, la tua è stata una vita spesa senza “tempo libero per te”, senza calcolare le ore di lavoro!

cavano” suor Adele e sorridenti, compiaciuti, ricordavano i tuoi interventi, anche quelli che li facevano “piangere”. Ti guardavano con una riconoscenza squisita fatta di poche parole, e ti erano grati… perché ti dovevano tanto.

Ti salutiamo con una gratitudine immensa, certe che Dio, quel Dio che hai scelto fin dalla tua giovinezza, ti darà la ricompensa che tie ne in serbo per i giusti.

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Te ne sei andata troppo in fretta, mentre tutte sognavamo la tua guarigione e ci hai lasciato con un “vuoto” che solo il Signore ci aiuterà a riempire. Adesso vogliamo dirti solo un grande GRAZIE. Grazie suor Adele per la tua instancabile vo glia di usare tutte le tue energie a beneficio nostro; non dimenticheremo mai come fino all’ultimo giorno prima del ricovero in ospe dale, incurante della tua salute hai ostinata mente cercato di lasciare tutto in ordine, e da economa precisa e rigorosa qual eri, hai voluto che “imparassimo il più possibile” a fare il tuo lavoro. La tenacia e l’ostinazione che ti caratterizza vano sono stati un dono, per i tanti, tantissimi bambini che hanno avuto la fortuna di averti come maestra. I più fragili, i più deboli, quel li in gravi difficoltà, hanno avuto da te “cure esagerate”, perché la tua passione educativa non si arrendeva mai, sono cresciuti grazie a te e hanno conquistato le autonomie che nessuna linea pedagogica avrebbe previsto! Ti rivediamo: in classe, in corridoio, sul piaz zale, nei viali, ad approfittare di ogni momen to per consolarli, riconquistarli e fare loro le basi necessarie per sentirsi “più adeguati”, più sicuri e pronti di fronte alle nuove difficoltà. Il bene che hai seminato a piene mani è già in fioritura; sono molti oggi quelli che hanno il cuore carico di ricordi; non solo i bambini e le maestre ma anche tutti coloro che ti sono vissuti accanto ogni giorno. Noi che siamo le tue consorelle, oggi insieme al bene di averti avuto qui con noi a Roggiano, sentiamo anche grande il dolore della tua perdita. Vogliamo credere che non ci abban donerai e non smetterai un “istante” di darti da fare, perché non ci venga meno il coraggio di ricominciare.

GRAZIE SUOR ADELE! La tua superiora generale Madre Lilian, Ma Ciao suor Adele le Consorelle Pagine aperte

A un mese di distanza...

E ora il non saperti più in corridoio, in segre teria o nel tuo ufficio dove ti si veniva sempre a cercare per qualsiasi problema, ci fa sentire allo sbando, confusi e forse anche un po’ impauriti. Per noi tutti sei una grande perdita anche se ti sei riservata nel nostro cuore e nella nostra memoria, un posto in prima fila. L’u nica piccola consolazione è saper che dove ti trovi ora, starai sicuramente meglio di quanto tu ti sia sentita in queste ultime settimane. E chissà forse sarai già alle prese con un com puter che non funziona, con una lampadina da sostituire o con una lunga telefonata, ma gari con due angioletti un po’ birichini attac cati al tuo abito. Grazie, Suor Adele, per essere stata con noi e anche da lassù, se puoi, aiutaci a portare avan ti i tuoi insegnamenti con la semplicità e con la riservatezza che ti hanno contraddistinto.

Con tanto affetto.

Tu sei stata per noi non solo una collega con grande esperienza, ma anche un appoggio, una fidata consigliera; sei stata la maestra che prepara con pazienza tutti i suoi alunni. Ognuno di noi sapeva che poteva contare sul tuo aiuto, sul tuo buon senso, sul tuo acume.

Per cararicordartiSuorAdele!

gli insegnanti C arissima Suor Adele, te ne sei andata così inaspettatamente che non ci è stato possibile nemmeno salutar ti e ringraziarti.

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Cara suor Laura la Comunità Siamo commosse e contente di poterti offrire questo ricordo e saluto comu nitario, perché il tuo ricovero ospedaliero, lontana da noi così silenzioso e solitario (per ragioni cliniche), ci ha lasciate con il cuore Eristraziato!partita da Chiavari in giugno per recarti a Querceto, avevi qualche speranza che le cure specialistiche a Firenze ti avrebbero fatta mi gliorare e poi tutto è successo troppo in fretta e te ne sei andata. Abbiamo condiviso con te mesi di malattia, ognuna a modo suo, ma tutte con il deside rio di recarti sollievo nella necessità del mo mento, oppure di ridere con te per una face zia o portarti un libro, un fiore, un dolcetto. Soprattutto abbiamo cercato di starti vicine per aumentare la speranza di cui avevi tanto bisogno per continuare a combattere. Erano passati solo quattro anni dalla scomparsa del la tua cara mamma che hai accompagnato e assistito con infinito amore e cura per alcuni anni in questa casa. Tutte volevamo bene alla mamma Maria, era parte della nostra comu nità, lei che per tutta la vita, dopo la vedo vanza precoce, era stata un valido aiuto per le suore in diverse nostre comunità.

Cara Suor Laura hai lottato con tutte le tue forze contro il male, hai accettato la volontà del Signore senza mai perdere la speranza e questo ti ha sostenuta nella tua lunga malat tia. Hai avuto la certezza che il tuo Signore non ti avrebbe abbandonata e ti sei rifugiata nelle sue braccia con un totale atto di offer ta. Noi non ti dimentichiamo: il tuo posto in cappella ci dice, ogni giorno, che sei con noi, ci guardi e ci proteggi. Le tue consorelle della comunità di Chiavari

La sua vita non fu sempre facile, la sua sensibi lità a volte la faceva sbagliare, ma con quale de licatezza sapeva chiedere perdono e ammettere di non aver agito bene. Il suo lavoro spirituale e la sua preghiera l’hanno aiutata ad essere sem pre attenta a cercare di migliorare. Il suo amore per Gesù, Maria e il nostro Padre Fondatore, si esprimeva non solo nel servizio ai bambini, ma anche alle sue consorelle, preoccu pandosi, negli ultimi anni, del guardaroba, della lavanderia e di sostituire nelle faccende dome stiche chi non poteva essere presente.

Quando la malattia toccò la sua vita e non potè più fare le cose da sola, mostrava sempre la sua gratitudine con la parola “grazie”, che usciva dalle sue labbra verso tutti coloro che le rendevano qualche servizio, insieme alla promessa di una preghiera. La sua presenza non c’è più, ma il ricordo di Suor Marcella, che un giorno lasciò la sua terra per venire in queste terre lontane e mo strarci il Dio dell’amore e della Misericordia, è scolpito nel cuore di tanti bambini di cui si prendeva cura, di tante mamme che accompagnava nell’educazione dei propri figli, di tante persone a cui insegnava a recitare il rosario e di tante che accompagnava nella catechesi e, naturalmente, il suo ricordo e il suo esempio di generosa dedizione è inciso nei nostri cuori, sue Suorconsorelle.Marcella, grazie per il tuo esempio di spi rito di preghiera e di generosa dedizione agli al tri; dal cielo, insieme al nostro Padre Fondatore, alle nostre Madri e consorelle che già godono delle nozze eterne, intercedi per la tua Famiglia Religiosa, che ancora attraversa la vita terrena, affinché il nostro apostolato sia il buon seme del Regno, che dia abbondante frutto e perché tante giovani, come te un giorno, scoprano la chiama ta di Gesù e lo seguano con amore e gioia.

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Saluto a suor Marcella la Comunità P arlare di Suor Marcella, è ricordare una donna di fede, una religiosa che ama l’Eucaristia, di profonda devozione al Sacro Cuore e alla Vergine Maria; amore e devozioni che furo no fonte di ispirazione per la sua vita, poiché fin da ragazza voleva seguire il Signore. Ricordava spesso, con gratitudine, come sua mamma infondesse in lei e nei suoi fratelli l’a more di Gesù e di Maria, nonché il desiderio di servire gli altri, per amore di Dio, in particolare i più bisognosi, cosa che faceva con delicatezza e tanto amore. Tante volte ha raccontato come aveva cono sciuto le suore di Santa Marta lì nella lontana Italia, a Puria, in quel bel posto circondato da montagne, dove tutto le parlava di Dio e che ricordava, soprattutto nell’ultimo tempo vissuto in Valdivia. Le suore di Santa Marta l’hanno affascinata per il loro spirito di accoglienza e di servizio, per il loro amore per Gesù; fu così che scoprì che il Signore la chiamava a vivere il carisma lasciato da Tommaso Reggio alle sue suore. Notevole era la sua generosità, la sua solleci tudine per gli altri, per i più bisognosi, special mente per quei bambini che avevano difficoltà, a loro si dedicava completamente e la sua cura era delicata ed estrema. Negli ultimi anni, quan do non insegnava più, aiutava sempre alcuni piccoli che trovavano difficoltà ad imparare ma tematica, li cercava e non restava calma finché non imparavano. Non chiedeva nulla per sé, ma ordinava cara melle per i bambini. Sempre preoccupata per gli studenti che ricevevano gli alimenti dallo Stato, che non avrebbero mai smesso di mangiare, si accingeva ad educarli e a correggerli, quando era necessario, in particolare insegnava loro a ringraziare Dio per il cibo che avevano ricevuto. Attenta che nulla andasse perduto, perché alla porta di casa i poveri aspettavano un piatto di cibo, e quello che non poteva più essere per i “vecchi” come li chiamava lei, veniva usato per i cani che curava.

suorRicordandoLuciana le ExRoggianoallieve

Q uest’anno ormai a termine, è ritornata alla casa del Padre suor Luciana Co lombo nostra insegnante di “Economia domestica e lavori donneschi” come recita il diplo ma, a fine anni 60 a Roggiano all’Educandato Maria Santissima Bambina, inoltre ricopriva il ruolo di economa ed era anche con suor Maria Rossini una brava autista alla guida della 1100 familiare blu e il furgone verde. Noi allieve abbiamo di te un bel ricordo, la tua bontà e pazienza con noi monelle. Non ti mancavano il sorriso e le battute scherzose, eri come si dice da noi “alla buona” ma non mancavi di autorità. Oh i tuoi insegnamenti quanto ci sono stati uti li! Non tanto per la scuola materna, abbiamo seguito altre strade, ma per la vita, quante volte ci ripetevi “ragazze studiate non per il pezzo di carta ma per la vita futura”. La tua pazienza a insegnare a più di trenta ragazze a fare i modelli di carta per i vestitini, e cucire a macchina naturalmente a pedale (per noi un incubo) essendo materia di esame, ci incoraggiavi a non perderci d’animo, ci tene vi tanto a fare bella figura presentando future maestrine ben preparate. Lasciando Roggiano forse non ti abbiamo rin graziato, sono passati tanti anni, pensa, nel 2022 sono cinquanta. Il Signore ti ha fatto un grande dono una vita longeva e chissà quanto bene hai fatto ancora dopo di noi, quante generazioni hai educato e preparato per la vita. Ora che ci guardi da lassù ti diciamo il nostro grazie che racchiude tutto il bene che forse non siamo riuscite a dimostrarti e veglia sempre sulle tue ragazze. Oltre a suor Luciana un ricordo e un grazie a tutte le altre suore che ci hanno lasciato per il cielo e che hanno contribuito alla nostra for mazione ed educazione. Adriana, Anna, Antonella, Piera allieve diplomate nell’anno scolastico 1971/72 Pagine aperte

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Aff.ma Madre CARLA ROGGERO Roma, 29 agosto 2021 oggi,Carissime,dalla casa di Infermeria di Santiago (Cile) è salita al cielo Suor MARCELLA BENIGNO nata a Loggio Valsolda (Como) il 22 luglio 1935, entrata in Comunità il 21 novembre 1953, professa dal 9 settembre 1956. Suor Marcella, dopo alcuni anni di infermità trascorsi nella casa di Infermeria a Santiago, ci ha lasciato per incontrare il suo Signore che ha amato e servito con tanta dedizione nel corso della sua vita. Giovane Suora ha lasciato l’Italia per vivere con tanto entusiasmo e generosità la sua missione in Chile dove l’obbedienza l’ha chiamata e dove si è dedicata con tanta sollecitudine e passione all’educazione dei giovani, come insegnante e anche come catechista. Una particolare attenzione di Suor Marcella era per i bambini che presentavano qualche difficoltà e quindi più poveri e bisognosi di attenzione e di cure a Curicò, La Laguna, Valparaiso, Vallenar, Coquimbo… È stata superiora e preside in alcune comunità e scuole (La Union, Requinoa) e ha sempre lavorato con dedizione per la crescita umana e spirituale dei bambini e di tante persone che l’hanno avvicinata e che ricordano con tanta gratitudine il bene da lei ricevuto. La preghiera costante e il desiderio di vivere con fedeltà il carisma lasciato dal Padre Fondatore, l’hanno accompagnata e sostenuta anche nei momenti difficili del suo cammino alla sequela del Signore Gesù. Negli ultimi anni, in particolare a Valdivia, non potendosi più dedicare all’insegnamento, ha saputo rendersi utile nella comunità preoccupandosi del guardaroba, della lavanderia e di quanto poteva essere necessario alle consorelle. Preghiamo per lei mentre le chiediamo di continuare a intercedere presso il Signore Gesù grazie e benedizioni per tutta la Famiglia Religiosa, in particolare per le consorelle dell’America Latina e per i suoi famigliari che anche da lontano l’hanno sempre seguita e ricordata con affetto grande. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO Roma, 18 agosto 2021 di Infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino è salita al cielo Suor LORENZA FILIPPINI nata a Rezzato (Brescia) il 19 ottobre 1933, entrata in Comunità il 06 settembre 1951, professa dall’8 settembre 1954. Il Signore l’ha chiamata a sé per introdurla nella beatitudine del suo Regno dopo una vita vissuta con dedizione tra le Suore di Santa Marta. Dal 2011 si trovava nella casa di infermeria a Querceto per le sue precarie condizioni di salute che negli ultimi tempi si erano particolarmente aggravate. Nel corso della sua vita ha servito il Signore dedicandosi, per diversi anni, alla cura dei bambini in diversi collegi (Castelferro, Castelletto di Cuggiono, Settignano, Viciomaggio, Colle Val d’Elsa, Genova). Ha continuato a servire la sua Famiglia Religiosa disponibile a quanto richiesto dall’obbedienza, come portinaia, guardarobiera e servizi vari a Saiano, Bordighera, Milano Bovisa, Puria e Sestri Ponente, rendendosi utile alla comunità per

55 quanto le forze le permettevano. Ha trascorso gli ultimi anni a Querceto circondata dalle cure delle Suore, cercando di offrire la sua giornata, le preghiere e le sue “sofferenze” per il bene della sua Famiglia Religiosa, dei suoi famigliari e di quanti si affidavano alle sue preghiere. Affidiamola al Signore e chiediamole di intercedere per i suoi cari che la ricordano con affetto e per tutte noi che abbiamo tanto bisogno della Grazia del Signore per vivere con fedeltà la nostra consacrazione.

oggiCarissime,dallacasa

Con l’affetto della memoria 3/2021fedeconCamminando

È stata anche negli anni della malattia una presenza serena in mezzo alle sue consorelle. Nel corso della sua vita si è particolarmente dedicata all’insegnamento in varie scuole dove l’obbedienza l’ha chiamata a svolgere il servizio apostolico (Milano Bovisa, Vighizzolo, Chiavari, Genova…). Ancora oggi tante persone la ricordano per la passione con cui seguiva i suoi alunni: era molto attenta ad operare perché lo studio fosse la strada per una formazione umana e spirituale dei giovani a lei affidati, convinta che la scuola dovesse essere un “luogo di evangelizzazione” e di particolare attenzione agli alunni più bisognosi. Il desiderio che il Vangelo fosse conosciuto e amato l’ha portata a dedicarsi con altrettanta passione alla vita della parrocchia con la catechesi, la visita agli ammalati e sempre pronta a rispondere alle varie Quandonecessità.non è più stato possibile per lei dedicarsi all’insegnamento si è resa disponibile a dare il suo contributo nella segreteria della scuola di Milano donando sempre una parola buona alle persone che poteva avvicinare. La ricordiamo così e preghiamo per lei ora che gode la pace eterna. Lei certamente dal cielo non mancherà di intercedere per tutte noi, per la sua Famiglia Religiosa, per tutte le persone che le hanno voluto bene e che tanto la ricordano e in particolare per le consorelle della comunità di Casa Madre che l’hanno curata con tanta dedizione e che ora sentono il vuoto da lei lasciato. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO Roma, 06 ottobre 2021 OggiCarissime,all’ospedale “Fraticini” di Firenze è deceduta, Suor LAURA CERVETTO nata a Genova Pontedecimo il 21 gennaio 1944, entrata in comunità il 15 ottobre 1964, professa dal 24 settembre 1967. Dopo una lunga malattia e tanta sofferenza, affrontata con coraggio e abbandono alla Misericordia del Signore, Suor Laura ha raggiunto in cielo il Signore Gesù che ha cercato e servito con fedeltà nel corso della sua vita. La sua mamma, insieme al suo papà che Suor Laura non ha neppure conosciuto perché deceduto prima che lei nascesse, sicuramente erano lì pronti ad accoglierla per godere con lei la gioia senza fine dopo tanto Ricoveratasoffrire. in ospedale per le cure, a causa della pandemia, non ha potuto godere, neppure Roma, 15 settembre 2021 oggi,Carissime,aVentimiglia in Casa Madre, il Signore ha chiamato a sé Suor AGNESE BIANCHI nata a Brienno (Como) l’11 giugno 1931, entrata in Comunità l’8 maggio 1947, professa dal 31 ottobre 1949. I suoi ultimi anni, trascorsi molto serenamente in Casa Madre, sono stati segnati dalla malattia che l’ha purificata e l’ha resa pronta per il cielo. Fino all’ultimo Suor Agnese ha cercato il Signore, si è dedicata alla preghiera in un’offerta totale della sua vita, vissuta con fedeltà alla chiamata del Signore nella sua Famiglia Religiosa che ha amato e servito con una dedizione straordinaria. L’interesse per la Parola di Dio, per conoscere di più il Signore, il desiderio di vivere fraternamente in comunità, l’hanno accompagnata fino all’ultimo, nonostante le precarie condizioni di salute.

3/2021fedeconCamminando 56 Con l’affetto della memoria

Per questo tutte abbiamo pregato! Suor Laura ha vissuto la sua vita di Suora di Santa Marta con entusiasmo e dedizione, dedicandosi vicine.affezionatesueiintercedendoamaresicuramentePreghiamocamminoaccoltael’hannolel’hannoCosìconsorellepresenzacercandoancheimpegnoilcomeRoggiano,all’insegnamentoparticolarmenteaChiavari,aMilanoBovisa…epresideedocentehasvoltosuoservizioapostolicoconeresponsabilità.Èstatasuperioradicomunitàsemprediessereunaattentaebuonaconlealeiaffidate.laricordanolepersonecheconosciuta,inparticolareconsorellediChiavaricheseguitanellasuamalattiaquellediQuercetochel’hannonell’ultimotrattodelsuoterreno.perleieleicontinueràadlasuaFamigliaReligiosapertuttenoi,persuoicari,inparticolareperlecuginechetantoleeranoesemprelesonostate

Aff.ma Madre CARLA ROGGERO Roma, 09 ottobre 2021 oggiCarissime,dallacasa di Infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, il Signore ha chiamato a sé Suor IMELDA TANI nata ad Arezzo il 14 dicembre 1930, entrata in comunità l’11 novembre 1945, professa dal 04 ottobre 1948. La vita di Suor Imelda è stata una vita intrisa di dedizione, di attaccamento alla Famiglia Religiosa, di ricerca del bene sempre. Ha seguito e servito il suo Signore con entusiasmo, coerenza e fedeltà piena alla sua Suora,chiamata.intelligente e capace di tenere “le fila” delle scuole in cui è stata, ha orientato alunni e professori sempre “verso il meglio”, il bello, il buono! Preoccupata non solo della preparazione culturale a cui si dedicava con rigore e spirito di sacrificio, cercava di valorizzare i talenti degli alunni e delle persone che collaboravano con lei per farli fiorire. Il ricordo che affiora dai discorsi di chi l’ha conosciuta è intriso di affetto, di stima e di tanta riconoscenza. Era capace di sorridere dei suoi limiti e sapeva godere anche dell’ironia buona di chi le stava intorno favorendo così un clima sereno di fraternità vera. Ha svolto con dedizione e impegno il suo servizio apostolico come insegnante e preside a Milano Bovisa, Chiavari, Vighizzolo e come responsabile di comunità a Milano. Per diversi sessenni è stata membro del Consiglio Generalizio con una presenza significativa per la collaborazione e il prezioso aiuto che sapeva donare nella ricerca del bene della ConCongregazione.l’avanzaredegli anni si è resa disponibile a rendersi utile alla comunità, nel servizio di portinaia, là dove l’obbedienza l’ha chiamata: a Roma, in Seminario a Bordighera, a Castel Gandolfo dove ha saputo anche essere una presenza serena e accogliente nei confronti delle signore anziane. Da un anno circa era nella casa di infermeria a Querceto dove serenamente ha terminato il suo pellegrinaggio terreno nella preghiera e nell’offerta continua, accompagnata dalle cure amorevoli delle consorelle. Pensiamola intenta a intercedere per noi luce e forza in questo momento particolare per tutta la Famiglia Religiosa che tanto Preghiamoamava. per lei e lei sicuramente parlerà al Signore di noi, dei suoi famigliari che sempre le sono stati vicini e delle tante persone che l’hanno conosciuta e che la ricordano con tanto affetto. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO

3/2021fedeconCamminando 57 negli ultimi istanti della sua vita, della vicinanza delle consorelle, ma certamente il Signore non l’ha lasciata sola donandole la sua grazia e la sua consolazione.

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Si preoccupava che imparassero e con tenacia, fino ad essere intransigente, voleva che le giovani a lei affidate crescessero umanamente, culturalmente e spiritualmente per dare il meglio di loro stesse a Talca, Requinoa, Vallenar, Osorno, La Union, Valparaiso, Curicò… Aveva una cura particolare per chi era in difficoltà: dedicava loro tutto il tempo che era necessario perché potessero imparare. Amante della cultura, intelligente, era sempre dedita alla ricerca per essere pronta a rispondere ad ogni richiesta delle sue alunne. Molto precisa, attenta e creativa in ogni sua attività e fedele ai suoi compiti fino a quando il Signore le ha concesso il dono della Hasalute.trascorso gli ultimi anni della sua vita nella Casa di infermeria a Santiago nell’offerta totale di sé, nell’abbandono alla volontà di Dio che l’ha certamente purificata attraverso la malattia e l’ha resa pronta per incontrare il suo OraSignore.laricordiamo nella gioia piena insieme alle tante Suore di Santa Marta che l’hanno preceduta e in particolare con la sua sorella Suor DalVincenza.cieloSuor Stefania continuerà a intercedere per tutte noi, in particolare per tutta la Delegazione dell’America Latina e per le consorelle di Santiago che con tanta dedizione l’hanno seguita e accompagnata in questo ultimo tempo della sua vita. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO Roma, 12 ottobre 2021 infermeria di Santiago (Cile), è salita al cielo Suor STEFANIA VALENTI nata Rodengo (Saiano) il 28 marzo 1933, entrata in comunità il 20 maggio 1951, professa dall’11 ottobre Giovane1953.Suora è giunta in Cile spinta da una grande passione missionaria che ha cercato di vivere intensamente là dove l’obbedienza l’ha chiamata per servire il Signore e la sua Famiglia Religiosa che ha amato e servito con generosità sempre. Suora tenace, intraprendente, bramosa di utilizzare al meglio le capacità e le doti che il Signore le aveva donato per servirlo nelle persone che incontrava nel suo apostolato, sapeva portare a termine con decisione ogni impegno che le veniva affidato. Si è particolarmente dedicata all’educazione e all’insegnamento delle giovani per le quali si è spesa con tanto entusiasmo e determinazione. Con l’affetto della memoria

oggiCarissime,dallacasa di

Roma, 26 ottobre 2021 oggiCarissime,dallacasa di Curicó (Cile), è salita al cielo Suor SILVANA BESSEGATO nata a Treviso il 17 luglio 1923, entrata in comunità l’11 novembre 1945, professa dal 4 ottobre 1948. Appena professa ha chiesto di essere inviata in missione insieme al secondo gruppo di suore che viaggiavano verso il Cile. Spinta da grande entusiasmo e di ardore missionario è arrivata a Talca nel lontano 1949. Suora di intensa preghiera e di profonda pietà mariana, austera con se stessa e comprensiva con gli altri; era capace di scoprire i doni delle consorelle e animarle perché li mettessero al servizio della missione evangelizzatrice della Congregazione. Ha cercato di vivere intensamente il suo amore a Dio e alla Chiesa, là dove l’obbedienza l’ha chiamata: Talca, Curicó, Valparaíso, Valdivia, Osorno e La Unión. È stata docente, preside, catechista e assistente di

3/2021fedeconCamminando 59 Roma, 30 ottobre 2021 improvvisamenteCarissime, oggi dall’ospedale di Cunardo è arrivata la triste notizia che è salita al cielo Suor ADELE GOTELLI nata a Varese Ligure (La Spezia) il 16 marzo 1946, entrata in comunità il 04 ottobre 1965, professa dal 24 settembre 1968. La sua partenza ci ha dolorosamente sorprese perché tutte speravamo nella sua guarigione in quanto era già passata dall’ospedale alla riabilitazione, ma i piani di Dio non sono i nostri! Suor Adele ha usato tutte le sue forze fino all’ultimo, incurante della sua malattia e preoccupata soltanto di insegnare alle sue consorelle tutto ciò che sapeva dell’economato per non lasciarle in Spendersidifficoltà.edimenticare se stessa per essere disponibile a tutti è stato lo stile della sua vita là dove l’obbedienza l’ha chiamata a svolgere il suo servizio apostolico (Milano - Bovisa, Roggiano). La sua dedizione ai bambini particolarmente fragili e in difficoltà è stata esagerata”. Non ha lasciato MAI nulla di intentato. La sua ostinazione e la tenacia nel seguirli ha fatto fiorire i bambini certamente in modo Tanti,imprevedibile.tantissimi, sono oggi quelli che la ricordano per la sua cura, per la sua voglia di bene, per la gioia dei piccoli successi che sono diventati per loro risorse di vita. Dietro il suo carattere un po’ ombroso e forse diffidente, c’era un desiderio di bene e un grande senso di appartenenza alla Famiglia Religiosa che era nutrito quotidianamente di sacrificio: di fatti, non di parole. La ricordiamo nella pace senza fine insieme alla sua sorella Suor Giovanna e le chiediamo di intercedere per noi tutte e in particolare per la sorella Suor Tommasa e le sue consorelle di Roggiano che sentono tanto il vuoto che ha lasciato. Aff.ma Madre LILIAN DOLL gruppi giovanili. Per il suo genio esuberante, per la forza espressiva del suo carattere e per tante altre caratteristiche della sua ricca personalità, non la dimenticheremo mai! Ha servito il suo Signore in Cile per ben 40 anni. È stata missionaria anche in Argentina. Il suo servizio apostolico è stato prezioso a Derqui (Buenos Aires) dove ha saputo dedicarsi con lo stesso amore sia ai bambini più poveri sia ai giovani più vulnerabili del paese con disponibilità e creatività, utilizzando le sue doti di natura e di grazia che metteva a disposizione per il bene. Tornata in Cile ha vissuto gli ultimi anni della sua vita nella comunità di Curicò dove è riuscita a festeggiare con le consorelle i suoi 98 anni con in cuore sempre una profonda gratitudine al Signore della Vita che da giovanissima l’ha chiamata a servirlo con il carisma delle Suore di Santa Marta. Lassù abbiamo, ora, una missionaria fedele, una suora di Santa Marta che non ha avuto altro sogno che quello di donarsi fino a che “bastassero le forze”. Mentre preghiamo per lei, chiediamo che ci ottenga la grazia di essere sempre persone generose e capaci di dono con tutti. Aff.ma Madre LILIAN DOLL

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