2 minute read

Cara suor Adele

Pagine aperte

Cara suor Adele

Advertisement

di suor Renata

Ti devo “due righe”, un pensiero, un ricordo, una chiacchierata: quella che non ho più potuto fare con te. Difficile chiacchierare con te, da ligure diffidente e chiusa quale eri, bisognava intendersi in fretta e non era facile avere a che fare con la tua testardaggine e la tua ostinazione! Eppure la stima reciproca e la chiarezza del rapporto, non sono mai venuti meno. Ad agosto quando ho saputo del tuo tumore avrei fatto non so cosa per dimostrare che “non era vero”. Ero convinta che ce l’avresti fatta! Tu invece no! La mia ferita ancora sanguina, ci penserà il buon Dio a “curarla”, ma per ora ci sta riuscendo poco! Lascia che ti dica grazie, almeno ora, perché da te ho imparato come si trattano i bambini fragili, oppositivi, caratteriali, indifesi. Da te ho imparato a non “mollare” nemmeno di fronte ai comportamenti più provocatori; ho imparato a ricominciare sempre nonostante “l’apparente inutilità” di troppi tentativi.

Ho davanti a me, mentre scrivo, una fila di volti di bambini che “sono cambiati” grazie alle tue terapie anzi, con la tua terapia, perché ne avevi una sola: si chiamava cura costante, ostinata, puntuale, esagerata.

I bambini che non si riusciva a tenere in classe, quelli che si riempivano i capelli di colla e rovesciavano i banchi mentre tu imperterrita tenevi la classe attenta… li ho visti tornare da te!

Più di una volta mi sono commossa di fronte a ragazzi, ormai uomini, che “cer-

cavano” suor Adele e sorridenti, compiaciuti, ricordavano i tuoi interventi, anche quelli che li facevano “piangere”. Ti guardavano con una riconoscenza squisita fatta di poche parole, e ti erano grati… perché ti dovevano tanto. Schiva e lontana dalla ricerca di consensi e di applausi, “godevi” perché il sogno di vederli “liberati” dalle paure, dalle fatiche della crescita o da un’infanzia terribile si era avverato. Quante volte ti ho detto “di questa classe non rimarrà nessuno alle medie, perché i bravi hanno sofferto la presenza di questi “disturbatori”. Rimanevano tutti; nessuno cambiava scuola perché aveva vissuto male dentro la classe! Il successo quindi era eclatante. Li avevi educati tutti, avevi reso consapevoli “i bravi” che l’aiuto doveva venire anche da loro! Era “toccante” vedere con quale tatto squisito i compagni di classe ti imitavano, facevano quello che ti vedevano fare con loro e si prendevano cura dei loro compagni in difficoltà. E poiché è scritto che “anche un bicchier d’acqua dato… troverà una ricompensa”, non oso immaginare che cosa ti sarà reso ora dal buon Dio, perché il seme del bene che tu hai seminato, il seme della curiosità, della voglia di imparare, ha dato frutti abbondantissimi!!! Grazie… di queste “lezioni di vita”, la tua è stata una vita spesa senza “tempo libero per te”, senza calcolare le ore di lavoro! Ti sono grata, non sai quanto, anzi, lo sai perché non passa giorno che io non ti ricordi. Ho ancora il cuore gonfio!

This article is from: