Alternativa 02_2022

Page 16

Riflessioni

A

analisi commenti

ETICA E IMPEGNO SOCIALE

Si esercitano compiutamente solo quando danno spazio a due valori fondanti, la giustizia, come criterio-guida dei rapporti sociali, e la carità, come principio grazie al quale si supera il livello della reciprocità o dello scambio di equivalenti, per raggiungere la logica del dono Giannino Piana

L

’agire umano è riconducibile, secondo Émile Dur‐ kheim, a due tipologie di azioni: quelle che hanno come oggetto l’io e quelle che hanno come oggetto l’altro. Le prime sono finalizzate alla ricerca del bene pro‐ prio e hanno la loro insorgenza in un atteggiamento interiore egoistico, che esclude perciò in partenza l’appar‐ tenenza alla sfera della moralità. Le seconde hanno invece come obiettivo la ricerca del bene altrui e sono espressione di un sentimento altruistico, che coincide di fatto con la moralità. A quest’ultima categoria appartiene l’impegno sociale, il quale possiede dunque una intrinseca valenza etica.

Tra servizio dell’altro e ricerca di sé La distinzione tra le due tipologie dell’agire descritte rive‐ ste senza dubbio una rilevante importanza nella valutazione morale delle azioni umane. Nel profondo del‐ l’animo umano convivono infatti egoismo e altruismo, e le varie decisioni che l’uomo assume sono di volta in volta, nella stragrande maggioranza, preferenzialmente motivate dall’uno o dall’altro dei due sentimenti, che segnano lo spartiacque tra moralità e immoralità. L’avverbio “prefe‐ renzialmente” (e non “esclusivamente”) rende evidente la complessità dell’agire umano, che non si dà mai “allo stato puro”, ma che è sempre in qualche misura espressione della dialettica tra il “bene” e il “male”. L’orientamento al fine che si persegue rappresenta senz’altro il criterio fondamen‐ tale di valutazione dell’eticità, ma il primato di tale orientamento, non esclude la presenza anche nelle azioni moralmente più corrette di motivazioni negative che affon‐ dano le loro radici nell’egoismo umano. Questa sorta di ambivalenza, frutto del groviglio di habitus - positivi e negativi - che allignano nel cuore dell’uomo e sono conseguenza dello stato di precarietà della condizione umana, si riflette anche sulle modalità nelle quali si esercita l’impegno sociale. È qui innegabile - come già si è accen‐ nato - la positività dell’obiettivo che si persegue - il bene o l’interesse dell’altro - ma, indagando nelle profondità del‐ l’umano, non è difficile riscontrare anche in questo caso pulsioni, consce o il più spesso inconsce, che vanno fatte

risalire alla ricerca di sé. È come dire che non si dà azione umana positiva che si proponga come del tutto lineare; che non contenga, in altre parole, anche motivazioni di caratte‐ re autoreferenziale. Questo stato “ibrido”, che è dunque connaturale anche all’impegno sociale, non deve meravigliare né suscitare sensi di colpa, che finiscono per diventare paralizzanti. La ricerca di autogratificazione non è di per sé un male; vi è nell’uomo una spinta alla realizzazione di sé che, quando nasce dal bisogno di consolidare la propria identità, lungi dal dover essere bandita, va favorita, perché conferisce un senso di sicurezza che consente di fare realisticamente i conti con i propri limiti e le proprie possibilità. Limite e possibilità - è bene ricordarlo - non sono infatti in antitesi; anzi la consapevolezza dei propri limiti è la condizione per acquisire una corretta visione delle proprie possibilità. A dover essere coltivata è allora l’attenzione a mantenere il giusto equilibrio tra i due poli, dando il primato alla ricerca del bene dell’altro e ridimensionando (che non significa rinnegarla del tutto) la spinta alla ricerca di sé che, quando ha il sopravvento, trasforma il servizio in potere, con la ten‐ tazione della prevaricazione sull’altro o della sua strumentalizzazione ai propri fini. Ad essere richieste sono perciò l’adozione di un atteggiamento di permanente vigi‐ lanza e la capacità di operare un serio discernimento delle motivazioni che sono alla base del proprio agire.

Giustizia e gratuità come criteri di giudizio Ma l’etica dell’impegno sociale non deve arrestarsi a que‐ sto punto; non può limitarsi cioè a definire l’atteggiamento di fondo che deve animare chi lo pratica. Esige che si dia spazio - e questo costituisce la misura ultima di valutazione del contenuto delle proprie azioni - ai valori che devono presiedere al suo esercizio. Il primo di essi - quello fondante - è il valore della giustizia, che la filosofia classica e medioevale definiscono come il criterio-guida dei rapporti sociali. La giustizia - lo ha messo in evidenza già, a suo tempo, Aristotele - riguarda la relazione con l’altro da sé (iustitia est ad alterum), di cui vanno tutelati e promossi i diritti. Essa non coincide tutta‐


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Alternativa 02_2022 by Alternativa-A - Issuu