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STATO MAGGTORE DELL'ESERCITO U FFI CIO S TORI CO
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ALBERTO SANTONI
LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA (LUGLIO - SETTE MBRE 1943)
ROMA - 1983
INDICE-SOMMARIO
Pag.
Presentazione Abbreviazioni e simboli
»
3 13
Capitolo I .C ENNI GEOGRAFICI SULLA SICILIA l.
Generalità
2.
Orografia
3. 4.
Idrografia Comunicazioni
Pag. 15 » 15 » 18 » 18 Capitolo ll
PROGEm E PIANI ALLEATI l.
I primi progetti inglesi del 1940-1941 riguardanti la Sicilia Pag. 21
2.
La situazione strategica nella prima metà del 1943 e le Conferenze interalleate di Casablanca, W ashington e Algeri
3. 4. S.
La pianificazione di 1-illSKY Le risorse informative alleate sulla Sicilia Alcuni giudizi sul ruolo della Mafia e del separatismo
»
26
» »
32 37
»
43
Capitolo Ill LE VALUTAZIONI DELL'ASSE CIRCA GLI OBIETTIVI NEMICI
l.
Le previsioni degli Alti Comandi itala-tedeschi
2.
Riunioni e provvedimenti riguardanti la Sicilia dal marzo al maggio 1943
Pag. 47 »
58
6
LE OPERAZIONI IN SICiliA E IN CALABRIA
3.
L'avvicendamento nei Comandi e l'arrivo del Generale Guzzoni in Sicilia Pag. 61
4.
Le ultime disposizioni e previsioni sull'isola
»
66
Capitolo IV LE FORZE CONTRAPPOSTE l.
I rapporti italo-tedeschi e il potenziamento germanico in Italia Pag. 7S
2.
Le difese terrestri italiane in Sicilia
»
8S
3.
L'organizzazione dei Servizi
»
91
4.
Il problema aeronavale
»
94
s.
Le forze anglo-americane e i loro obiettivi
»
98
Capitolo V LA CADUTA DI PANTELLERIA E DI LAMPEDUSA E LA FASE PREPARATORIA DI «HUSKY» l.
Le difese di Pantelleria e gli attacchi aerei sull'isola
2.
La resa di Pantelleria
»
111
3.
La caduta di Lampedusa e di Linosa
»
120
4.
Le conseguenze della resa di Pantelleria e di Lamped usa
>>
124
L'intensificata pressione aeronavale alleata sulla Sicilia e l'avvicinamento delle forze d'invasione
» 129
s.
Pag. 106
Capitolo VI GLI SBARCID IN SICILIA E LE PRIME REAZIONI l.
L'invasione dal cielo
2.
Gli sbarchi nel settore britannico
» 140
3.
Gli sbarchi nel settore americano
» 143
Pag. 137
7
INDICE
4.
Le prime notizie sull'invasione e le iniziali reazioni
aeree italo-tedesche 5. 6. 7. 8.
Pag. 148
La reazione della 206 a divisione costiera nel settore britannico
» l 52
La reazione della XVIII brigata costiera nel settore amencano
» 156
La reazione della 207 a divisione costiera nel settore amencano
» 159
Gli immediati provvedimenti dei Comandi di Corpo d'Armata e del Comando d'Armata e sintesi della situazione alla sera del lO luglio
» 162
Capitolo VII L'INVESTIMENTO DELLA PIAZZAFORTE DI AUGUSTA-SIRACUSA l.
Le difese
2.
L'invasione inglese e i primi discussi provvedimenti
»
3.
La controffensiva del gruppo tattico di Canicattini Bagni
» 176
La manovra della colonna Ronco e delle altre unità inviate di rinforzo alla Piazza
» 178
Le autodistruzioni delle difese fisse e l'investimento del settore sud della Piazza
»
4. 5.
Pag. 171 173
181
Capitolo VITI LE CONTROFFENSIVE ITALO-TEDESCHE DEL GIORNO 11 l.
Le operazioni aeree dell'Il luglio
2.
La preparazione della controffensiva nel settore della Piazza M.M. di Augusta- Siracusa
» 190
Il contrattacco della divisione «Napoli» e del gruppo «Schmalz» verso Siracusa
»
3.
Pag. 187
193
8
4.
LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
La preparazione della controffensiva nel settore di Gela
5.
Pag. 198
Il contrattacco della «Livorno» e della «H. Goering» su Gela
» 200
6.
La controffensiva su Licata
» 210
7.
La fine della resistenza della 206 a divisione costie-
8.
216
ra
»
I provvedimenti dei Comandi d'Armata e di Corpo d'Armata allo scadere d eli' 11 luglio
» 219
Capitolo IX LA FASE DI CONTENIMENTO (12 - 16 luglio) l.
L'invio di rinforzi tedeschi in Sicilia e il malcontento a Berlino e a Roma Pag. 223
2.
Le azioni aeronavali tra il 12 e il 16 luglio
»
3.
La conquista britannica dell'intera Piazza M.M. di Augusta - Siracusa e il sacrillcio della «Napoli»
» 239
Le perplessità sulla caduta della Piazzaforte di Augusta - Siracusa
»
5.
La minaccia sulla piana di Catania
» 253
6.
L'arretramento manovrato dalla «H. Goering» e dei resti della «Livorno»
»
Avvenimenti nel settore del XII Corpo d'Armata ftno alla caduta di Agrigento
» 265
4.
7. 8.
9.
232
248
256
Lo spostamento delle divisioni «Aosta» e «Assiett a»
>>
Il controverso progetto del Generale Guzzoni di un arretramento collettivo sulle pendici dell'Etna
» 276
272
9
INDICE
Capitolo X L'ARRETRAMENTO VERSO LA CUSPIDE NORD ORIENTALE {17- 22 luglio) l.
Le azioni aeronavali dal 17 al 22 luglio
2.
I nuovi orientamenti operativi alleati
:. 292
3.
Lo schieramento e la nuova distribuzione dei Comandi italo-tedeschi il 17 e il 18 luglio
» 296
4.
Il Convegno di Feltre
» 301
5.
Le operazioni nel settore del XII Corpo d'Armata
» 304
6.
Il lungo peregrinare dell' «Aosta» e dell' «Assietta»
»
31 O
7.
La caduta di Palermo e della Sicilia occidentale
»
315
8.
Le operazioni nel settore del XVI Corpo d'Armata italiano e del XIV Corpo d'Armata tedesco
»
322
Valutazione della situazione da parte dei vertici militari italiani
»
327
9.
Pag. 287
Capitolo XI LA RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE (23 luglio - 5 agosto) l.
Le azioni aeronavali tra il 23 luglio e il 5 agostO
2.
Le operazioni terrestri dal 23 al 26 luglio
3.
Le operazioni terrestri dal 27 al 31 luglio
4.
I tedeschi assumono il comando dell'intero fronte terrestre. Evoluzione delle responsabilità sul fronte a mare Il fronte difensivo ai primi di agosto e l'inizio dell'evacuazione italiana
5. 6. 7.
Le operazioni terrestri dal l al 5 agosto e la caduta di Catania Le preoccupazioni a Roma circa un'azione di forza tedesca in Italia
Pag. 333 » 338 » 344
» 350 »
355
»
360
»
364
lO
LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
Capitolo XII LA RITIRATA SU MESSINA E LO SGOMBERO DELLA SICILIA (6 - 17 agosto)
Pag. 371
l.
Le operazioni aeronavali fino al 17 agosto
2.
Le operazioni terrestri dal 6 al 9 agosto e l' evacuazione delle restanti unità italiane
»
377
3.
Il traghettamento dei reparti italiani
»
384
4.
Le operazioni terrestri dal 10 al 17 agosto
))
390
5.
L'evacuazione tedesca: operazione LEHRGANGl
»
394
6.
Statistiche e primi commenti
))
400
Capitolo XIII LO SBARCO INGLESE IN CALABRIA l.
I piani alleati per uno sbarco sul continente. PreviPag. 409 sioni e forze de Il' Asse
2.
I problemi difensivi della 7 a Armata italiana
» 415
3.
Il progressivo deterioramento dei rapporti itala-tedeschi fino ali' armistizio di Cassibile
»
Le azioni aeronavali dalla seconda metà di agosto ai primi di settembre
» 426
Lo sbarco e l'avanzata britannica in Calabria fino all'8 settembre
»
429
»
437
4. 5.
CONSIDERAZIONI FINALI APPENDICE
Allegato n. l
Situazione nel bacino mediterrano. Probabili intendimenti operativi anglosassoni (foglio Z.P/18002 dell'8 maggio 1943)
418
» 445
)>
447
INDICE
Allegato n. 2 Allegato n. 3 Allegato n. 4 Allegato n. 5 Allegato n. 6 Allegato n. 7 Allegato n. 8 Allegato n. 9
Allegato n. 10 Allegato n. 11 Allegato n. 12 Allegato n. 13
11
Memorie sulla difesa della Sicilia (promemoria n. 5S del 27 marzo 1943) Pag. 453 Riunione a Palazzo Vidoni sulla Sicilia (2 maggio 1943) l> 459 Situazione difensiva della Sicilia (foglio n. 14600 del14 giugno 1943) l> 481 Saldezza morale (promemoria 13 C.S.M. del 19 giugno 1943) l> 488 Difesa della Sicilia (promemoria 18/ S del 27 giugno 1943) · l> 490 Riunione presso l'Eccellenza Guzzoni (26 giugno 1943) l> 493 Forze Armate della Sicilia (quadro l> 499 di battaglia) Enti militari e organizzazione difensiva dell'isola di Pantelleria al l O giugno 1943 l> 517 Enti militari e organizzazione difensiva dell'isola di Lampedusa al 10 giugno 1943 » 520 Promemoria di Superaereo n. 1B/10961 del 12 luglio 1943 » 523 Sicilia: circolare del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16703/op del 21 luglio 1943 » 525 Ordini del Comando 6a Armata n. 17152/op del 3 agosto 1943 » 529 BIBLIOGRAFIA
-
Archivio dell'Ufficio Storico dello S.M. Esercito (A.U.S.E.) Archivio dell'Ufficio Storico dello S.M. Marina (A.U.S.M.) Archivio dell'Ufficio Storico dello S.M. Aeronautica (A.U.S.A.) Public Record Office britannico (P.R.O.) U.S. National Archives Pubblicazioni
- INDICE DEI NOMI
Pag.'531
Pag. 541
ABBREVIAZIONI E SIMBOLI art. = artiglieria A.U.S.A. = Archivio Ufficio Storico S.M. Aeronautica A.U.S.E. = Archivio Ufficio Storico S.M. Esercito A.U.S.M. = Archivio Ufficio Storico S.M. Marina btg. = battaglione ber. = batteria C.A. = Corpo d'Armata c.a. = contraereo c.c. = controcarro cc.nn. = camicie nere della Milizia cp. = compagnia CREM = Corpo Reale Equipaggi Marittimi D.I.C.A.T. = Difesa Italiana Contraerea Terriroriale div. = divisione FF.AA. = Forze Armate Flak = artiglieria contraerea tedesca LCI = Landing Craft Infantry (mezzo da sbarco per fanteria) LCT = Landing Craft Tank (mezzo da sbarco per carri armati) LST = Landing Ship Tank (nave da sbarco per carri armati e automezzi) M.M. = Marina Militare o Militare Marittimo MTB = Motor Torpedo Boat (motosiluranti britanniche) M.V.S.N. = Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale N.A.P. = Nuclei Anti Paracadutisti O.B.S. = Oberbefehlshaber Sud (Comando Settore Sud del Feldmaresciallo Kesselring) O.K.W. = Oberkommando der Wehrmacht (Comando Supremo tedesco) O .S.S. = Office of Strategie Service (Servizio Segreto militare americano) P.R.O. = Public Record Office (Archivio di Stato britannico di Londra) PT = Patrol Torpedo (morosiluranti americane) Q .G. = Quartier Generale R.A.F. = Royal Air Force (Aeronautica britannica) RCT = Regimental Combat Team (gruppo tattico reggimentale americano) rgt. = reggimento S.A.S. = Special Air Service (Speciali reparti di Commandos inglesi) S.l.M. = Servizio Informazioni Militari del Comando Supremo italiano S.M. = Stato Maggiore S.M.R.E. = Stato Maggiore del Regio Esercito t.s.l. = tonnellate di stazza lorda (per navi da carico) T.F. = Task Force U.S.A.A.F. = U.S. Army Air Force (Aviazione deii'Eserc.iro americano)
CAPITOLO I
CENNI GEOGRAFICI SULLA SICILIA l.
GENERALITÀ (Vds. tavola n. l e cana geografica in Appendice)
La Sicilia, dalla nota forma triangolare, con una superficie di 25.707 chilometri quadrati, è l' i~ola più grande del Mediterraneo. Il suo sviluppo perimetrale rettificatO è di circa 800 chilometri (300 rispettivamente tra Capo Lilibeo e i Capi Passero e Peloro; 200 chilometri tra questi ultimi due) e lo sviluppo reale delle coste è di 1.115 chilometri. Le coste tirreniche e ioniche sono quasi tutte erte, ma con grandi rade, mentre la costa sud occidentale è in gran pane piatta e poco frastagliata. La Sicilia è separata dal continente europeo attraverso lo Stretto di Messina, che nel trattO più breve misura circa due miglia, mentre dista d alla Tunisia circa 80 m iglia, da Gibilterra e da Su ez 900 miglia e dalla Grecia 120 miglia. Fanno sistema con la Sicilia le isole Lipari a nord, le Egadi ad ovest, le Pelagie, Pantelleria e Malta a sud . Secondo il censimento del 1936 la popolazione era di circa 4.000.000, addensata principalmente sulle coste ed in 352 comuni, dei quali 69 oltre 10.000- 20.000 abitami.
2. OROGRAFIA (Vds. tavola n. 2 e carta geografica in Appendice)
Gli sforzi orogenici, effetto degli sprofondamenti e di emersioni dell'età terziaria, essenzialmente verticali nelle zone settentrionale e occidentale dell'isola, diedero origine a due allineamenti montuosi, estendentisi nel senso dei paralleli:
16
LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
a) la catena costiera settentrionale comprende da orie.n te ad occidente i Peloritani, le Caronie, le Madonie, i Monti di Termini Imerese, i Monti di Palermo e i Monti di Trapani ; b) il massiccio interno si appoggia all'Etna e comprende da oriente ad occidente i Monti Erei e i Monti Sicani. Tra i due suddetti allineamenti .iii solco è costituito dall'alta valle del Salso e dalle valli del Platani , del Belici, dell' Amendola, del Sosio, del Belice sinistro e del Belice destro. l Monti Peloritani (gneissici e cristallini) e le Caroriie (conglomerati ed argille) hanno andamento a catena. Con le Madonie ha inizio l'allineamento di blocchi tabulari separati da p rofonde spaccature (costituiti da calcari si presentano con forme aspre e turrite). Delle Madonie fa parte il rilievo di S. Mauro, che apparentemente trova prosecuzione negli Erei. I monti che seguono hanno forma confusa: isole e isolotti calcarei. Altri massicci sono spostati verso l'interno . Tra di essi notevole quello calcareo e dolomitico di Rocca Busambra (m. 1.613) che si erge tra i Monti di Palermo e i Sicani in mezzo alla zona di Corleone. L'allineamento interno si appoggia ad oriente all' Etna (m . 3.273), cono vulcanico a base 'ellittica dello sviluppo di circa 145 chilometri. I Monti Erei formano un compless·o assai caotico: si p resentano a forme collinose e tondeggianti con terreni di arenaria affioranti che segnano le quote maggiori. Dal Monte Altesina (m. 1. 192), per Enna, Piazza Armerina, Caltagirone, giungono a Monte Altore (m. 753) ove hanno inizio i Monti Iblei. I Monti Sicani, più ad occidente, si estendono tra il Belice e il Platani ed hanno forme arrotondate che raggiungono al massimo la quota di l. 600 metri (Monte Cammarata m. l . 580). La parte meridionale della Sicilia è costituita dai seguenti altipian i degradanti verso il mare e da tre principali pianure. - Il gruppo dei Monti Iblei, che si estende nella cuspide sud orientale dell' isola, è formato da una piattaforma calcarea ricoperta da terreni recenti . Esso è delimitato dagli altipiani di Caltagirone a nord ovest e di Canicattini a sud est ed è solcato ali' interno da stretti valloncelli. È ripido verso l'interno del!' isola e degrada dolcemente verso sud est. - L' altopiano di Caltagirone è delimitato ad ovest dall'alli-
IL BACINO DEL
MEDITEDRANEO
TAVOLA N.1
DISTANZE TRA LE BASI MEDITERRANEE
PERCORSI DAlt:INGHILTERRA A Suez. via
c•. Buona Sperc'lnza
5300 mg.
mo.
A Maltò
• 2100
Ad Altssc'lndri<i
• 3030mg.
CENNI GEOGRAFICI SULLA SICILIA
17
neamento Pietraperzia - Barrafranca - Riesi - Butera, che lo separa dalla zona zolfifera di Racalmuto. Ad est e a sud esso è invece delimitato dall'allineamento Grammichele - Vizzini - Monterosso Chiaramonte - Comiso - S. ·croce Camerina, che lo separa dall'altopiano di Palazzolo Acreide. Infine una striscia di terreno zolfifero frastagliato e di difficile percorribilità, compresa tra il Maroglìo e la fiumara di Caltagirone, lo divide in due· parti longitudinali e cioè: a) nella parte settentrionale, con Piazza Armerina al centro, caratterizzata da dorsali sugli 800 metri di quota con fianchi a terrazzi, a pendenze non ripide e facilmente percorribili; b) nella parte meridionale che da Caltagirone degrada verso il mare sul golfo di Gela e che è incisa poco profondamente da brevi e scarsi corsi d'acqua. - La pianura di Terranova è formata dalla bassa valle del fiume Gela e da una striscia litoranea separata dal mare da una linea di dune alte una cinquantina di metri. È di natura acquitrinosa, ad eccezione della pane a sud delle dune. - L'altopiano di Palazzolo Acreide più ad oriente è maggiormente compatto rispetto a quello di Caltagirone ed ha forme più regolari, ma offre difficile percorribilità perché inciso da fenditure rocciose spesso vicine l'una ali' altra. -L'altopiano zolftfero di Racalmuto, tra quello di Caltagirone e i Sicani, è costituito da costoni alternati a conche. - La piana di Catania, costituita dai bacini dei fiumi Simeto, Dittaino e Gornalunga, si estende a sud dell'Etna, mentre la piana di Pachino copre la cuspide sud orientale dell'isola. Le zone geograficamente più favorevoli agli sbarchi dal mare risultano le seguenti. Costa settentrionale: Castellammare, Palermo, Termin i Imerese e Milazzo; Costa ionica: Catania, Augusta e Siracusa; Costa meridionale: Marzamemi e Pozzallo; Costa sud occidentale: Gela, Licata, Porto Empedocle e Sciacca; Costa occidentale: Mazzara del Vallo, Marsala e Trapani.
18
LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
3. IDROGRAFIA (Vds. tavola n. i e carta geografica in Appendice) I numerosi corsi d'acqua della Sicilia hanno tutti carattere torrentizio. Quelli che sboccano nel Tirreno sono brevi, ripidi e normali alla costa e da occidente i più importanti appaiono il Fiumefreddo, lo Scanzano, il Leonardo, il Torto, l~ fiumara Grande, il Pollina , il Furiano e il Rosmarino. I corsi d'acqua che sfociano nello Ionio sono più ' lunghi e abbondanti, soprattutto quelli percorrenti la piana di Catania, tra cui il principale è il Simeto con gh affluenti di destra Dittaino e Gornalunga. L' Anapo, che sbocca presso Siracusa è caratterizzato invece dall'alto corso incassato nei Monti lblei, in profonda forra rocciosa. La sua valle poi si allarga con versante sinìsrro elevato ed aspro e quello destro ripido a formare il gradino di Floridia, che si raccorda infine alla piana di Siracusa. L' Anapo ha rutti gli affluenti brevi e profondamente incassati con sponde alte e rocciose. Sulla costa meridionale i più importanti corsi d'acqua sono l'Irminio, che passa presso Ragusa, il Dirillo, il Gela e il Salso, che sfociano nel golfo di Gela e che sono caratterizzati dagli alti corsi inca.Ssati e da più ampi e tranquilli percorsi lungo la piana. Più ad occidente il Platani scende dai molti di Lercara e Castronuovo alle falde di Monte Cammarata (Monti Sicani) e sfocia in mare tra Sciacca e Porto Empedocle. Esso ha acque perenni e la sua valle, unita a quella del Torto, giunge fino a Termini Imerese sul Tirreno. Infme il Belice, che dopo quello del Platani possiede il bacino più importante del}a Sicilia. Esso è formato sino a Poggioreale dai due rami destro e sinistro, che nascono rispettivamente nella conca di Piana dei Greci e da Rocca Busambra. Dopo la confluenza dei due rami, il Belice corre incassato allargandosi verso la foce che si trova tra Selinunre e Portopalo. 4. COMUNICAZIONI (Vds. tavola n. 2 e carta geografica m Appendice) FERROVIE
L' intera rete ferroviaria aveva nel 1943 uno sviluppo di circa 2.000 chilometri con le principali linee tra Messina e Palermo, tra Messina, Catania e Siracusa, tra Palermo e Agrigento, tra Palermo e
~.
ADEA
DP~'DATIVA
S'ICILIA NA
TAVOLA N. 2
-Schema oroidrografico-
'-..~
~
~
~
CENNI GEOGRAFICI SULLA SICILIA
19
Trapani e tra Agrigento e Catania. Le più importanti linee secondarie invece erano e sono tuttora quelle che accedono alle zone meridionali e sud orientali. ROTABILI
La rete stradale ordinaria statale aveva nella stessa epqca uno sviluppo quasi analogo a quello ferroviario , di circa 2.000 chilometri, cui si debbono aggiungere altrettanti chilometri di vie secondarie radiali o di raddoppi. Dalle rotabili costiere, che uniscono le principali località litoranee , si dipartono numerose strade che nel! ' insieme costituiscono quasi un reticolo, con convergenza verso Palermo, più marcata nella Sicilia occidentale e meno sensibile nella zona orientale. Possiamo tentare di suddividere la rete viaria in tre settori. - Da Palermo ad Agrigento , seguendo in gran parte la valle del Platani, corre la rotabile Misilmeri-Lercara Friddi-Casteltermini-Aragona (larghezza m. 6 con pendenze superiori al 7% e sviluppo di 90 chilometri). Tale rotabile ha un raddoppio nella Palermo-Piana dei Greci - Corleone - Prizzi - Bivona - Raffadali (anch'essa larga m. 6 e con pendenze superiori al 7%), a sua volta raddoppiata con larghezza di m . 4 nel tratto Corleone - Agrigento dalla Bisacquino - Chiusa Sclafani - Burgio - Ribera, da dove raggiunge poi la costiera n. 115. Ad ovest di tale fascio di comunicazioni, in senso meridiano , si nota un'altra serie di rotabili , che partenti da Marsala , Mazzara, Castelvetrano e Sciacca convergono sulla rotabile settentrionale 113 attraverso i nodi di Calatafimi, Salemi, S. Ninfa, Gibellina, Partanna e S. Margherita di Belice. La stessa rete è completata dalla Trapani - Castellammare che prosegue lungo la costa tirrenica e che costituisce poi un raddoppio della Trapani Alcamo. - Dalla litoranea Messina - Siracusa n. 114 sullo Ionio si dipartono tre principali itinerari con andamento longitudinale, gli ultimi due dei quali raggiungono la Palermo - Lercara Friddi Agrigento. Innanzi tutto la rotabile n. 120 che collega Randazzo Troina - Nicosia - Petralia - Cerda e che raggiunge la litoranea tirrenica n. 113 nel tratto ad est di Termini Imerese. La seconda rotabile longitudinale è l'importante n. 121 tra Catania - Paternò -
20
LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
Regalbuto - Agira - Enna - S. Caterina Villarmosa - bivio di Roccapalumba. Infine la rotabile Siracusa - Caltagirone - Piazza Armerina - bivio per Enna - Caltanissetta - Canicattì - Agrigento, che assume via via le numerazioni di 124, 117 bis e 122. Tutti e tre questi itinerari longitudinali sono uniti dalla principale trasversale S. Stefano di Camastra - Mistretta - Nicosia Leonforte - Piazza Armerina - Gela. Dalla Gela - Piazza Armerina (n. 117) si diparte ipvece un collegamento, che da Ponte Olivo passa per Riesi e Sommatino e giunge a Canicattì e quindi ad Agrigento. Infine l'itinerario Siracusa - Piazza Armerina - Caltanissetta raccoglie dal versante orientale e meridionaJe, che sarà interessato allo sbarco, numerose rotabili secondarie.
•
CAPITOLO II
PROGETTI E PIANI ALLEATI l.
I PRIMI PROGEffi INGLESI DEL 1940-1941 RIGUARDANTI LA SICILIA
Il primo progetto britannico inteso ali' occupazione di un lembo di territorio metropolitano italiano prese addirittura vita nell'ottobre 1940 ed ebbe per oggetto l'isola di Pantelleria. Un piano di · sbarco avente tale obiettivo (operazione WORKSHOP), affidato comunque a soli reparti di Commandos:- venne -infatti redatto alla fine di quel mese, molto prima cioè della famosa controffensiva del Generale Wavell in Mrica Settentrionale ed anzi in un momento in cui l'Armata britannica in Egitto aveva dovuto arretrare su Sidi El Barrani in seguito ali' offensiva di settembre del Generale Graziani (l). A spiegazione di tale apparentemente illogica collocazione temporale di siffatta operazione occorre dire che il piano WORKSHOP era determinato non da motivazioni militari, ma psicologico-propagandistiche, essendo esso nato in seguito a ricorrenti informazioni giunte a Londra in quel periodo circa i! mediocre morale italiano soprattutto in Sicilia e nelle isole adiacenti e circa le crescenti ambizioni di autonomia locale (2). Sempre da motivazioni d'ordine morale e psicologico e non dali' andamento delle operazioni belliche in Africa Settentrionale fu ispirato il successivo e ben più importante progetto d'invasione della Sicilia vera e propria, che annullò il più modesto piano di sbarco a Pantelleria. Si trattò della cosiddetta operazione INFLUX, (1) Per i documenti originali sull'operazione WORKSHOP cfr. Public Record Office di Kew Gardc ns a Londra (d'ora in poi abbreviato in P.R.O.), fondo ADM 20), cartella l l. (2) Cfr. ad esempio l'informazione p rovenienre dalla rappresentanza dip lomatica polacca presso il Vaticano e datata 5 settembre 1940 io P.R.O., fondo FO 371, carrella 2496:> .
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
nata nel dicembre 1940 da ulteriori informazioni che garantivano a Londra la scarsa volontà di resistenza italiana, suffragare questa volta da alcune contemporanee e segrete «aperture» per giungere ad un armistizio con alcuni esponenti definiti genericamente antifascisti (3). . In questa circostanza le prime notizie circa un decadimento delle energie difensive del popolo e delle Forze Armate del Regno d'Italia pervennero a Londra addirittura attraverso il presidente cecoslovacco Benes e furono condensate dall'Ufficio del rappresentante britannico presso il governo cecoslovacco in esilio in un rapporto inviato al Ministro degli Esteri Lord Halifax il 26 novembre 1940 (4). Occorre sottolineare che in quel periodo si erano già verificati i primi insuccessi militari italiani in Grecia e si era già svolto l'attacco aeronavale britannico contro la flotta a Taranto, ma non era stata ancora lanciata dagli inglesi la fortunata controffensiva in Cirenaica, che avrebbe potuto avere più dirette connessioni strategiche con la Sicilia. Nel rapporto del 26 novembre 1940 erano forniti in conclusione alcuni esempi del basso morale italiano che, secondo Benes, aveva grandemente preoccupato l'addetto militare tedesco a Roma, von Rintelen, recatosi a Berlino per riferire a tinte fosche la situazione nella penisola (5 ). Altre informazioni dello stesso tenore furono inviate a Londra dalle rappresentanze britanniche a Ginevra e a Washington il 3 e il 4 dicembre 1940 , cioè sempre prima della famosa controffensiva di Wavell in Cirenaica, e nella prima di esse emergeva la chiara consapevolezza inglese della resistenza opposta dal Generale Badoglio alla campagna di Grecia (6) . Il principale supporto a queste informazioni sul decrescente morale italiano venne però dall'Ambasciata britannica a Stoccolma, che diresse una lunga e articolata trattativa per la resa di tutta o di parte della flotta italiana, che in tal caso avrebbe dovuto riparare nei porti di una costituenda «Cirenaica libera» (7). Questi ultimi (3) P.R.O. fondo PREM 3, cartella 234: «lnflux• operation (Invasion of Sicily), December 1940 · February 1941 . (4) P.R.O., fondo FO 371, cartella 24965 citata. (5) P.R.O., fondo FO 371. cartella 24965: rapporto della Rappresentanza britannica presso il Governo provvisorio cecoslovacco in data 26 novembre 1940, prot. n. 36. (6) P.R.O., fondo FO 371, cartella 24965: rapporto del Console britannico a Ginevra n. 281 del 3 dicembre 1940 e rapporto del marchese di Lothian da Washington n . ·2907 del 4 dicembre 1940. Vds. anche allo stesso proposito il rapporto dell'Ambasciatore inglese a Budapest n. 598 del 23 dicembre 1940. (7) Cfr. per tutta la vicenda cStoria Illustrata• di marzo e ottobre 198 1 e di agosto e settembre 1982 .
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contatti segreti iniziarono nel novembre 1940, ebbero il massimo sviluppo tra il gennaio e il marzo 1~41 e proseguirono almeno fino all'autunno 1942, per poi confondersi tra le molteplici iniziative di quel periodo miranti direttamente all'armistizio. · È comunque interessante notare che la loro diretta incidenza suli' accennato piano INFLUX è stata confermata da un'insospettata ed autorevole fonte. Si tratta del conosciutissimo volume sullo sbarco .in Sicilia dello storico inglese Hugh Pond, tradotto e pubblicato in Italia fin dal lontano 1964 e di cui riferiamo le seguenti sintomatiche rivelazioni, fino ad oggi passate pressochè inosservate per mancanza di dati di riscontro (8). «Nel 1940 l'Ambasciata inglese a Stoccolma riferì che, secondo le dichiarazioni di un grande industriale italiano, era già vivo nei suoi connazionali un profondo risentimento perché l'Italia era diventata un satellite della Germania nazista. Il Foreign Office diramò ai suoi diplomatici residenti all'estero istruzioni perché fossero accolti con i minimi onori eventuali navi italiane che entrassero in poni britannici o cittadini italiani che si avventurassero in territori controllati dagli inglesi. Quella notizia , aggiunta ad altre provenienti dall'Italia stessa, diede il via a una serie di piani che si sarebbero rinnovati ogni anno, dal 1940 al 1943. Il primo di quei piani, chiamato INFLUX, fu progettato a Londra dai Capi dello Stato Maggiore unificato nel 1940 e costituì la base di tutti i futuri schemi di sbarco sulle coste siciliane•.
Se esaminiamo ora più da vicino questo piano INFLUX sulla scorta delle carte ancora inedite di Churchill abbiamo effettivamente la prova che esso fu basato sulla convinzione di un ridotto morale italiano e non sulle sorti della controffensiva inglese in Mrica Settentrionale (9). È al proposito assai esplicito il memorandum inviato a Churchill il 27 dicembre 1940 dall'Ufficio Piani del War Office, in cui subito si puntualizzava quanto segue. «In relazione ai nomi progetti per l'eliminazione dell'Italia dalla guerra abbiamo predisposto un piano per l'occupazione del la Sicilia (Jnflux). Esso è basato sulla riduzione del morale in Italia, capace di offrire solo una limitata resistenza. Il punto fondamentale del nostro piano è rappresentato dal fattore tempo. Non ci possiamo permettere di aspettare che i tedeschi accorrano in Sicilia e dobbiamo prendere l'iniziativa al momento cmciab {10). (8) H. POND: Sicilia, Milan o 1964. pag. 43. (9) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 234 : «lnjlux• operation (Irwasion of Sicily), December 1940-February 1941. (10) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 234 citata.
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Seguivano i particolari del piano, che prevedeva sbarchi diretti all'occupazione preliminare di Catania e poi di Messina, con l'iniziale messa a terra di quattro battaglioni e di mille Commandos, seguiti nello stesso giorno da una brigata rinforzata con un reggimento corazzato e poi da un'altra brigata e da elementi 9ella R.A.F. Entro il diciottesimo giorno dallo sbarco sarebbero infine giunte in Sicilia direttamente dalle isole britanniche altre due .brigate. Ordini in tal senso furono inviati il 31 dicembre al Generale Wavell, all'Ammiraglio Cunningham, comandante della «Mediterranean Fleet:l), e al Governatore di Malta; ma forti dubbi sulla possibilità di eseguire effettivamente lo sbarco vennero di lì a poco espressi dal Primo Lord del Mare, che ia. un messagio allo stesso Cunningham del 24 gennaio 1941 sotrolineò sconsolatamente la realizzazione del temuto consolidamento tedesco in Sicilia. «Ciononostante - puntualizzava il Primo Lord del Mare l'importanza della Sicilia per la nostra strategia mediterranea è tale che noi dobbiamo avere sempre pronti dei piani per la sua conquista nel caso che si verifichino impreviste circostanze a no1 favorevoli, come ad esempio una dissidenza tra gli italiani e 1 tedeschi» (11). ' L'intervento tedesco in Sicilia, iniziato nel dicembre 1940 con l'arrivo sull'isola del X Fliegerkorps, nonché la successiva decisione inglese di destinare truppe e mezzi dell'Armata di Wavell al fronte greco non solo portarono alla cancellazione del piano INFLUX il 4 febbraio 1941, ma interruppero anche la vittoriosa avanzata britannica· in Cirenaica e, all'interno dell'Italia, attenuarono notevolmente le manovre della dissidenza. È comunque il caso di ribadire che, a differenza di quanto si sarebbe indotti a credere in un primo momento , quesro esaminato primo progetto inglese di sbarco in Sicilia venne determinato dal desiderio di Londra di approfittare del riferito decadimento del morale italiano alla fine del 1940 e non nacque invece dalla volontà di sfruttare militarmente l'imprevista grande vittoria del Gen. Wavell in Cirenaica, che del resto non si era ancora delineata al momento della pianificazione di INFLUX. Motivazioni più articolate ebbe invece il successivo piano inglese d'invasione della Sicilia, denominato WHIPCORD e studia(1 1) P.R.O., fondo PR.EM 3. canella 234. dispaccio del Primo Lord del Mare n. 790 del 24 gennaio 1941.
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to tra il 17 e il 30 ottobre 1941. Esso prevedeva una serie di sbarchi a Catania, Augusta, Palermo e Milazzo da effettuarsi il 9 dicembre 1941 nella presunzione, poi non realizzata, che l'offensiva CRUSADER in Mrica Settentrionale avrebbe ponato alla stabile e definitiva conquista degli aero poni cirenaici ( 12). Tuttavia anche il progetto per WHIPCORD, cancellato il 30 ottobre 1941, rifletteva la convinzione britannica di un prossimo collasso italiano e di una perdurante pretesa di autonomia da parte della popolazione dell 'isola. Ne forniscono altrettante prove le numerose informazioni giunte a Londra tra l'agosto e l'ottobre 1941 da Washington, dalla rappresentanza del Governo polacco in esilio e dalla Svizzera e contenenti assicurazioni sulla disponibilità dei separatisti siciliani (13 ). Ne dà conferma poi un preciso rapporto del Joint lntelligence Committee di Washingcon del 28 ottobre 1941 in cui, sulla scona di informazioni dell'Ambasciata americana a Roma, si accennava ali' esistenza in Italia di un gruppo di dissidenti facenti capo a Badoglio e si suggeriva senz' altro un sollecito sbarco britannico in Sicilia (14). A dipingere la situazione nell'isola a tinte ancor più rosee per gli inglesi si intromise infine, con molta fantasia, il Conte Sforza, il quale dai lontani Stati Uniti fece sapere agli alleati il 3 giugno 1942 che la Mafia era attivamente filo-britannica, che «in Sicilia si verificavano terribili sabotaggi e una resistenza passiva» e che «quasi ogni giorno i soldati tedeschi sull'isola erano presi di mira dalla popolazione~ (15 ). Nonostante però questi incoraggianti rapponi provenienti da ogni dove, gli alleati decisero di non illudere troppo gli italiani dissidenti in generale e i siciliani in particolare prima dell 'effettiva invasione dell'isola (16). Essi si sforzarono invece di dimostrarsi (12) Per questo nuovo piano cfr. P.R.O., fondo WO 19J, cartella 810: •Whipcord•: invasion of Sicily, October 1941; fondo PREM 3. cartelle 503 /112/3: •Whipcord• operalion. October · November 1941; fondo ADM 205, cartella 11: •Whipcord•. October 1941 e fondo WO 169, cartella 915: G. Plans. january · December 1941. (13) Vds., ad esempio, olue alle fonti già citate, P.R.O. , fondo FO 37 1, canella 33251: Memorandum on Sicily under ltalian rule, pag. 12. (14) P.R.O., fondo FO 371, cartella 29931: lntemal situation in ltaly 1941, rapporto JJIC/Ml/61/41 del 28 ottobre 1941. Sul legame ua il depresso morale italiano e l'operazione WHIPCORD cfr. anche F. BANDINI: Vita e morte segreta di Mussolini, Milano 1978, pagg. 198·199. (15) P.R.O., fondo FO 371, cartella 33251 cit., pag. 16. (16) P.R.O., fondo PREM 3. cartella %5/2: Propaganda in enemy cotmtries. Psychologi· ca/ warfare in connection with •Husky• operalion (Sictly).
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subito genericamente disposti a scindere le soni del popolo italiano dalle responsabilità del regime fascista, sulla base del resto del famoso appello radiofonico di Churchill del 23 dicembre 1940 (17). 2·. LA SITUAZIONE STRATEGICA NELLA PRIMA METÀ DEL
1943 E LE CONFERENZE INTERALLEATE DI CASABLANCA, W ASHINGTON E ALGERI
All'inizio del 1943 poteva già essere intravisto il «turning point» della guerra. In Russia la catastrofe di Stalf.ngrado mise fine ai sogni hitleriani di uno «spazio vitale» all'est; nel Pacifico i giapponesi avevano dovuto subire, dopo Midway, l'ancor più decisiva sconfitta di Guadalcanal che dette inizio al riflusso delle loro fonune; nel Mediterraneo la controffensiva di Montgomery dopo El Alamein aveva ponato alla conquista di tutta la Libia, mentre con gli sbarchi nell'Africa Settentrionale francese (operazione TORCH) gli alleati avevano chiuso nella morsa tunisina le residue forze itala - tedesche. Infine anche la battaglia dell'Atlantico cominciava a volgere a favore degli anglo-americani, anche grazie ai nuovi sistemi di localizzazione degli U-boote, tra cui il sempre più affidabile ULTRA Intelligence (18). In questo quadro generale, tra il 14 e il 23 gennaio 1943 Roosevelt, Churchill e i Capi dT Stato -Magg10re congmntt si riunirono nella conferenza di Casablanca, dopo cheStaJmaveva~ deClinato l'invitò per non assentarsi da Mosca durante lo svolgimento della controffensiva di Stalingrado. ~ Era quello un momento assai delicato per la scelta delle future operazioni belliche da pane anglo-americana, in considerazione dell'aumentato potere contrattuale dello stesso Stalin. Infatti le contemporanee vittoriose controffensive sovietiche non erano di ceno controbilanciate in campo anglo-americano dalla riconquista della penisola di Papua in Nuova Guinea e dall'ormai prossima (17) P.R.O., fondo FO 898, carrella 349: War of 1939· 194). Politica/ warfare execulive. •Husky•: invasion of Italy. L'appello radiofonico di Churchill del 23 dicembre 1940 è invece riscontrabi le in P.R.O., fondo FO 371, carrella 24967 e cartella 33247. (18) Atrualmente (inizio del 1983) sono disponibili nel Public Record Office di Kew Gardens quaranta canelle relative alle decrittazioni ULTRA contro i sommergibili tedeschi. Cfr. DEFE 3, cartelle da 705 a 744: Teleprinted Jranslatiom of decrypted German U-boat tra!fie. December 1942 · May 1945.
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conclusione della lunga campagna di Guadalcanal (19). Perfino la imminente occupazione di Tripoli veniva allora propagandisticamente oscurata dali ' evidente incapacità alleata di spingersi verso Tunisi con rapidità. Insomma sembrava che su quell'ideale tavolo da poker la mano fosse passata decisamente a Stalin che, pur assente, era in grado di far udire a chiare note fino a Casablanca le sue rinnovate pretese per l'apertura immediata di un secondo fronte sul continente europeo. Nell'ambito della conferenza si formarono immediatamente due correnti dottrinarie: quella americana, soprattuto rappresentata dal Gen. Marshall, desiderosa di conservare intatte le risorse alleate per un prossimo attacco attraverso la Manica, e quella inglese che, con inoppugnabili dati statistici, faceva rilevare pur a malincuore che contro le prevedibili 44 divisioni tedesche in territorio francese gli alleati avrebbero potuto a mala pena raccogliere nel Regno Unito per il settembre 1943 soltanto 24 divisioni (20). Data_l~situazione del momento, era quindi preferibile per gli inglesi proseguire nella cosiddetta «strategia periferica», mirante a sottrarre dalla difesa della «FQrtezza Europa» almeno 55 divisioni tedesche_._di stanza in Francia e sul fronte orientale, per proteggere il fronte sud e i Balcani. In ultima analisi tale strategia periferica poteva anche determinare il crollo dell'Italia, di cui a Londra si conoscevano le condizioni morali, e l'intervento in guerra della Turchia. In conclusione soltanto con questo attacco al «molle ventre dell'Asse» sarebbe stata sfruttata pienamente l'apertura del Mediterraneo iniziata con l'operazione TORCH e sarebbero sorte maggiori prospettive di successo per la futura invasione oltre Manica (operazione inizialmente denominata ROUND-UP, con pane organizzativa chiamata BOLERO) (21). La decisione alleata non fu facile, anche perché nello stesso campo britannico, e soprattutto nelle alte sfere dell'Ammiragliato, era fortemente radicata la convinzione che procrastinare troppo a lungo l'invasione della Francia settentrionale avrebbe prolungato le (19) Cfr. A. SANTONI: Storia generale della gue"a in Asia e nel Pacifico 1937·1945, vol. Il: Il n/lusso della marea, Modena 1978, pagg. 7)-1 65. (20) HER MAJES1Y'S STATIONERY OFFICE: Grand Strategy, vol. IV a cura di M. HOWARD, Londra 1972, pagg. 252-254. (2 1) E.B. POTTER-C.W. NIMITZ: la grande gue"a sui man', Milano 1965, pagg. 173- 174.
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/ asfissiami perdite di naviglio mercantile , ammontanti ad una media mensile di 500-600 mila tonnellate, ad opera degli U-boote tedeschi operanti dal golfo di Biscaglia. La storiografia sulla conferenza di Casablanca, soprattutto quella americana e marxista, punta troppo spesso il dito accusatore su Churchill, raffigurandolo come un prevenuto oppositore del piano di sbarco oltre Manica, al deliberato proposito anti-sovietico di impedire la creazione di un secondo fronte per il 1943. A tale riguardo si dimentica il preciso ammonimento che lo stesso Churchill aveva indirizzato ai suoi Capi di ~M . il 9 novembre 1942, cioè proprio all'inizio degli sbarchi in Africa Settentrionale. Il premier inglese in quell'occasione infatti così si era espresso (22);
l
«Sarebbe assai spiacevole che lo sfruttamento del successo dell'operazione TORCH e della battaglia di El Alamein si limitasse nel 1943 all'occupazione della Sicilia e della Sardegna ... L'esecuzione nel frattempo dell'operazione TORCH non può costituire una scusa per starcene inoperosi durante il 1943 e per accontentarci di sbarchi in Sicilia e in Sardegna e di qualche altra operazione sul tipo di quella di Dieppe, che si può considerare al massimo come un esperimento.... Si può credere realmente che i russi saranno soddisfatti di vederci a tal punto inoperosi durante tutto il 1943, mentre Hitler ìi sottoporrà ad una terza torchiatura?».
Allo stesso proposito si tace sovente anche della lettera che il 24 novembre 1942 Churchill aveva inviato a Roosevelt e nella quale tra l'altro si affermava quanto segue (23 ): «Mi sembra che sarebbe una decisione gravissima rinunciare all 'opera- l zione ROUND-UP . L'operazione TORCH non può affatto sostituiila dato che essa impegna soltanto 13 divis.ioni di fronte alle 48 previste per quella ROUND-UP. Tutte le mie conversazioni con Stalin, presente Averell, si fo ndavano sul presupposto del rinvio dell'operazione ROUND-UP , ma non si lasciò mai supporre che non avremmo tentato di creare un secondo fronte in Europa nel 1943, o magari neppure nel 1944:..
Indiscuribile ci sembra quindi la buona fede di Churchill, così com"è"~'"obiettiva difficoltà alleat a a mantenere fed e ai precedentie un po' troppo frettolosi progetti per un sollecito sbarco oltre NtaniCa. Fu pertanto una più accurata e serena valutazione delle loro non tnflrùte riso:rsenei confronti di q uelle_tedesche in Francia _ .f..hL_convmse gli anglo-americani, con Churchill in testa, ad (22) W. CHURCHlLL: La seconda guerra mondiale, ediz. Oscar Mondadori, Milano 1970, vol. VUI, pagg. 283-284 . (23) Ibidem, pag. 286.
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orientare i loro progetti in altra direzione e ad accontentarsi di allargare nel1943 il loro dominio nel Mediterraneo. In tale bacino esisteva SJ.It>iro la_possibilità di organizzare due operaziOni anfibie alternative: quella contro la Sicilia (operazione HUSKY) e quella contro la Sardegna (operazione BRIMSTONE). L'invasione di quest'ultima isola fu indicata come preferibile dall'Ufficio Piani Com binati e soprattutto dal Gen. Eisenhower e da Lord Mountbatten, considerando che essa poteva essere realizzata tre mesi prima e rammentando la migliore localizzazione dei suoi aeroporti per un più proficuo martellamento dell'Italia Settentrionale (24). Churchill però, appoggiatO dall'Ammiraglio americano King, insistette per uno sbarco in Sicilia, da approntare al massimo per il mese di luglio e possibilmente per giugno, considerando la conquista di tale isola più importante per il controllo dell'intero Mediterraneo, di più elevata pubblicizzazione di fronte ai russi e di più vasta portata psicologica sul già ridotto morale del popolo italiano. Infine la sua maggiore vicinanza alle sponde africane avrebbe consentito un più massiccio appoggio aereo allo sbarco (25). Il 18 gennaio 194 3 l'invasione della Sicilia venne accettata dai partecipanti alla conferenza di Casablanca e fissata poi per la fase di luna favorevole del 25 luglio o del 22 agosto. Gli obiettivi generali erano così identificati: a) rendere più sicura la linea di comunicazione marittima che attraversava il Mediterraneo; b) allentare la pressione tedesca sul fronte russo; c) intensificare la pressione sull'Italia; d) agevolare le trattative per indurre la Turchia ad entrare in guerra a fianco degli alleati (26) . Nella successiva conferenza «Trident» tenuta a Washington dal 12 al 26 maggio 1943, appena dopo la vittoria in Tunisia, i delegati americani raccomandarono che le operazioni nel Mediterraneo rimanessero sussidiarie rispetto a quelle in preparazione nella Manica e, per rafforzare le loro argomentazioni, minacciarono di dare la precedenza al teatro del Pacifico. Il massimo che Churchill ottenne nella conferenza «Trident» fu quindi la promessa che il (24) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, Milano 1978, pagg. 22-23 . (25) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 22711: cBn.mslone• (Sardinia) 11ersus cHusky• ·(26) HER MAJESTY' S STATIONERY OFFICE: Grand Strategy, vol. IV cit. , pag. 254.
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Comitato dei Capi di S.M. alleati avrebbe predisposto, in relazione all'andamento delle operazioni in Sicilia, quelle ulteriori campagne limitate alla Sardegna e alla Corsica , ritenute idonee allo sfruttamento del successo e tese all'eliminazione dell'Italia dal conflitto (27) . I Capi di S.M. non accetta~no invece per . il momento la proposta di Churchill di continuare una campagna impegnativa nella penisola italiana dopo HUSKY, ispirata dal desiderio di non lasciare inoperose le truppe alleate nel Mediterraneo io attesa dell'approntamento dell'operazione anfibia oltre la Manica. A questo punto Churchill pregò il Gen. Marshall di accompagnarlo da Eisenhower ad Algeri per influire direttamente sul comandante supremo delle truppe anglo-americane nel Mediterraneo. Tra il 29 maggio e il 3 giugno si tenne quindi ad Algeri, nella villa del Gen. Eisenhower, una riunione alla presenza di Churchill , dei Generali Marshall , Alexander, Alan Brooke, Ismay, Bedell Smith, del Maresciallo dell'Aria Tedder e dell' Ammiraglio Cunningham . Innanzi tutto venne confermata la necessità di impadronirsi preliminarmente dell'isola di Pantelleria (operazione CORKSCREW e nome in codice dell'isola HOBGOBLIN), la cui conquista era fissata per l' 11 giugno. A tale proposito i responsabili alleati esclusero che l'attacco a Pantelleria avrebbe impedito la sorpresa per l'operazione principale HUSKY, poiché il possesso di quest'isola avrebbe potuto indicare semplicemente la volontà anglo-americana di assicurarsi la libertà di navigazione nel canale di Sicilia (28). In quella stessa riunione di Algeri poi Churchill insistette nuovamente per ottenere dai militari garanzie per un proseguimento della campagna in Italia dopo l'occupazione della Sicilia. Al massimo,come si è detto, i Capi militari americani sembravano disposti a realizzare future operazioni anfibie contro la Sardegna (operazione BRIMSTONE) e la Corsica (operazione FIREBRAND), ma alla fine Eisenhower fu indotto da Churchill a promettere che «Se la Sicilia fosse stata occupata facilmente emro il 15 agosto egli
(27) U.S. ARMY IN WORlD WAR II: Sicily and the surrender of ltaly, a cura di A.N. GARLAND ·H. McGAW SMYTH. M. BLUMENSON, Washington 1965, pagg. 18·19. (28) P.R.O. , fondo PREM 3. cartella 227 / 4: . Husky• opera/ton (Sicily): plans and directives.
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sarebbe stato propenso a marciare direttamente contro l'Italia continentale» (29). In verità l'obiettivo di eliminare il più debole partner d eli' Asse appariva in quell'epoca e con le forze alleate disponibili come l'unico serio mezzo per portare un indiretto .aiuto ai russi, come ebbe a scrivere lo stesso Churchill a Stalin il 13 giugno (30). Con l' invasione dell'Italia e con la sua eliminazione del conflitto, reputata sempre più a portata di mano, gli anglo-americani infatti avrebbero costretto la Germania ad accorrere in forze nella penisola, a sostituire le divisioni italiane dislocate nei Balcani e ad assottigliare le sue riserve per provvedere a rinforzare i presidi alle frontiere del Brennero, delle Alpi Marittime e lungo la Riviera. In conclusione ad Algeri fu raggiunto era gli anglo-americani il seguente accordo: se la conquista della Sicilia fosse stata condotta a compimento a metà agosto, come in effetti accadde, sarebbe stato effettuato almeno uno sbarco in Calabria, considerato a sua volta parte integrante d eli' operazione HUSKY (31 ). Nel frattempo occorreva anche predisporre un adeguato piano d'azione nel caso che già durante la campagna della Sicilia, come previde esattamente il Geo. Alan Brooke, si fosse verificato un crollo dell'Italia a la sua uscita dal conflitto. Churchill ottenne quindi da questa conferenza la promessa di un 'ulteriore azione offensiva nel Mediterraneo, èhe egli reputava anche una garanzia contro l'ozio dell'apparato militare anglo-americano in attesa che maturassero le condizioni per l'invasione della Francia. Tuttavia, a frenare gli ardori del premier britannico, gli arhericani erano riusciti ad ottenere che a partire dal l novembre di quell'anno sette divisioni (quattro statunitensi e tre inglesi) stanziate nel Mediterraneo dovessero essere in ogni caso ritrasferite in Gran Bretagna, in preparazione proprio dello sbarco in Normandia, previsto originariamente per il l maggio 1944 (32).
(29) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily an d the sumnder ofltaly, op. ci t., pag. 24. e W. CHURCHILL: La seconda guerra mondiale, vol. Vlll cit. , pag. 471. (30) F.L. LOEWENHEIM - H.D.LANGLEY- M. JONES: Roosevelt-Churchi/1: carteggio segreto di guerra, Milano 1977, documento 231, pag. 389. (31) Gli inglesi, più prudenti degli americani, stimavano che la Sicilia non sarebbe stata conquistata prima del 15 agosto. Cfr. A. BRYANT: TmJpo di guerra, Milano 1972, pag. 822. (32) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the mrrender of Italy, op. cir. , pag. 22.
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3. LA PIANIFICAZIONE DI «HUSKY» (Vds. tavole nn. 3 e 4)
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I Capi di S.M. congiunti esaminarono a Casablanca il 20 gennaio un primo piano di sbarco in Sicilia da eseguire non prima della favorevole fase lunare di luglio o di agosto, supponendo che le forze impegnate allora nella campagna africana sarebbero state libere all'inizio di maggio (33). Il piano originario contemplava due operazioni anfibie contemporanee e due successive (vds. tavola n. 3). Il giorno D gli inglesi sarebbero sbarcati con tre divisioni rinforzate a cavallo della cuspide meridionale della Sicilia, tra Gela ed Avola, mentre una divisione rinforzata americana avrebbe preso terra sulle spiagge molto a sinistra di tale fronte, presso Sciacca e Selinunte. Due giorni dopo altre due divisioni statunitensi sarebbero sbarcate nel golfo di Castellammare e tra Palermo e Termini Imerese e il giorno D + 3 una divisione britannica rinforzata sarebbe stata messa a terra nei pressi di Catania, spalleggiata da paracadutisti (34). La dichiarata giustificazione di tale frazionamento delle risorse offensive alleate stava nel desiderio di impadronirsi quanto prima dei principali poni siciliani, necessari per il sostentamento logistico · della campagna. Il 12 febbraio fu costituito ad Algeri, alle dipendenze del Generale inglese Gairdner, uno speciale Ufficio Piani denominato convenzionalmente «Forza 141», che poi finì per dare vita al Q.G. del XV Gruppo d'Armate (35). In quest'ambito venne denunciata da Montgomery e riconosciuta da Alexander a metà marzo l'eccessiva ampiezza e dispersione delle teste di sbarco inglesi in relazione alle truppe disponibili , nonchè la loro vulnerabilità ad un contrattacco nemico proveniente dall'interno. Di contro, la riduzione del fronte di sbarco britannico avrebbe impedito la sollecita (33) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military sen'es. The Medùe"anean and Middle East, vol. V: The tampaign in Siczly 1943 and the campaign in Italy 3rd September 1943 lo 31st March 1944, Londra 1973. pag. 4. (34) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFTCE: Grand Strategy, vol. IV cit., pag. 266. (35) La «Forza 141• traeva il suo nome dal numero della camera dell'albergo cSan Giorgio• di Algeri, dove si riunì per la prima volta. Ben presto però i pianificatori si trasferirono nella Scuola Normale di Bouzarea, un sobborgo di Algeri, c ad essi si unirono alui elementi del Comando dell' Amm. Hewitt. la denominazione di XV Gruppo d'Armate nacque invece sulla somma aritmetica della 7• Armata americana di Pauon e dell'S• Armata inglese di Monrgomery che avrebbero panecipato alla campagna siciliana. Cfr. E. LINKLATER; The campaign in ltaly, Londra 1951, pagg. 17-18.
TAVOLA N. 3
IL PIANO INIZIAL-E ALL-EATO PEll ''J.IUSk'Y '' ( C.C.S. Plan- Casablanca- Gennaio 1943 )
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occupazione degli aeroporti intorno a Gela, inconveniente che il Maresciallo dell'Aria Tedder considerava grandemente pregiudizievole alla copertura aerea delle truppe dirette su Catania. Prese allora forma tra il 18 marzo e il 5 aprile un secondo progetto basato sull'annullamento dello sbarco americano tra Sciacca e Selinunte, sul reperimento di altre navi anfibie per portare a quattro divisioni la forza da sbarco britannica tra Gela e Avola e sulla conseguente necessità logistica di posporre di altri tre giorni (per un totale di cinque) il trasporto e la messa a terra delle truppe americane a Castellammare e presso Palermo (36) . Questo secondo progetto fu approvato da Eisenhower il 10 aprile, ma esso era ancora caratterizzato dall'eccessiva ampiezza della testa di sbarco dell' 8 a Armata britannica, seppure rinforzata da una divisione aggiuntiva, e avrebbe permesso al nemico di concentrare le sue forz e contro l'ormai unico settore d 'invasione, facendo fallire HUSKY prima del ritardato intervento a nord degli amencant. Montgomery pertanto non accettò neanche la suddetta soluzione e il 24 aprile inviò una vibrata protesta al suo superiore Geo. Alexander, prosp'ettandogli in termini abbastanza duri che la soluzione stava nell'abbandonare del tutto la prevista azione anfibia americana a Castellammare e presso Palermo e nel collocare i due settori di sbarco anglo-americani ai due lati della cuspide meridionale della Sicilia su un fronte pressoché continuo di complessivi 170 chilometri, eseguendo contemporaneamente la duplice operazione. In tal modo gli americani avrebbero protetto il fianco sinistro dell's a Armata britannica diretta su Catania e avrebbero investito essi stessi gli aeroporti di Gela. L'importanza di conquistare i principali porti nella prima fase dell ' invasione fu invece ridimensionata dall'arrivo dei moderni mezzi da sbarco capaci di portare truppe e rifornimenti direttamente su spiagge aperte. In una nuova riunione ad Algeri Eisenhower fu conquistatO il 2 maggio dalle argomentazioni di Montgomery ed il giorno seguente Alexander modificò il piano nel senso voluto da quest'ultimo, imponendolo anche all' Amm. Cunningham e al Maresciallo dell' Aria Tedder, contrari a tale variante, perché il nuovo progettO (36) HER MAJESTY'S STATIONERY OFfJCE: History of the second world war · U.K. military senes. The Medite"a71ean and Middle East, vol. V cit., pagg. 19·20.
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lasciava nelle mani nemiche rutti gli aeroporti della Sicilia occidentale . La maggioranza però ebbe la meglio e il 13 maggio il Comitato dei Capi di S.M. congiunti approvò la modifica e con ciò il piano definitivo {tavola n. 4), anche se la lunga diatriba costò le dimissioni del Gen. Gairdner (37). Per quanto concerneva la data di attuazione dell'operazione, essa fu in un primo tempo fissata genericamente nella conferenza di Casablanca per il periodo di luna favorevole di luglio o di agosto e venne poi identificata più precisamente nel 25 luglio o nel 22 agosto (38). Non bisognava dimenticare però le energiche raccomandazioni e le non sopite speranze di Churchill per un anticipo dello sbarco a giugno (39) . Tra l'altro l'opportunità di tali pressioni del premier britannico venne confermata proprio dal Maresciallo Kesselring quando egli scrisse nelle proprie memorie che «ogni giorno di ritardo dell'avversario era per noi un guadagno» (40). I pianificatori alleati dovettero comunque ben presto riconoscere l'impossibilità di eseguire l'operazione HUSKY a così breve distanza di tempo ed il 13 aprile andarono solo parzialmente incontro ai desideri di Churchill, fissando il giorno D per il 10 luglio e per le 02.45 l'ora H dello sbarco dal mare, dopo aver identificato anche per quella data condizioni di luna sufficientemente favorevoli (41) . In quegli stessi giorni di aprile Churchill dovette inviare ai Capi di S.M. congiunti un severo monito in merito a quelle che definì «dottrine pusillanime e disfattiste» circa i pericoli che l'operazione HUSKY avrebbe dovuto affrontare qualora in Sicilia fossero state stanziate più di due divisioni tedesche. Questa eccessiva timidezza da parte dei pianificatori anglo-americani aveva in verità trovato come portavoce lo stesso Eisenhower, che il 7 aprile aveva dichiarato che lo sbarco avrebbe offerto poche probabilità di successo se nell'isola fossero state dislocate sostanziali e bene equipaggiate forze terrestri germaniche, specificando che il termine (37) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 227/4: <Husky• operation (Sicily): p/ans and directives. (38) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily an d the sumnder of Italy, op. ci t., pag. 10. (39) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 227/5: «Hruky• operation (Sicily): date of operation. (40) A. KESSELRING: Memorie di guerra, Milano 1954, pag. 169. (41) Per fase lunare favorevole gli allead intendevano un tramonto de lla luna dopo la mezzanotte, così da permettere il preliminare lancio dci paracadutisd con una cena luminosità e il successivo sbarco dal mare in piena oscurità.
IL PljNO DEFINITIVO ALLEATO 'PED ,.HUSKY"
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( Maggio 1943 ) Messina
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«sostanziali» doveva applicarsi nel caso di presenza di più di due divisioni tedesche. Al proposito lo stesso Eisenhower ammise nelle sue memorie quanto segue: «l Capi del nostro Servizio Informazioni erano profondamente preoccupati per la forza della guarnigione tedesca. Pensavano - e più tardi l'esperienza ci provò che la nostra valu razione era giusta - che se la guarnigione tedesca al momento d eli' attacco fosse stata sostanzialmente maggiore di due divisioni completamente armate ed equipaggiate, l'assalto che progettavamo sarebbe stato troppo debole e sarebbe stato ragionevole rinviare l'operazione fino a che potessimo effettuare un concentramento maggiore·delle nostre forze» (42).
In effetti questa timidezza era eccessiva, cosicchè aveva ragione Churchill nel concludere: «Non potrei immaginare il pensiero di Stalin su tutto ciò, dal momento che egli ha 18 5 divisioni germaniche sul suo fronte>> (4 3).
Questo non glorioso intermezzo nella pianificazione di HUSKY fu comunque ben presto dimenticato. Dopo l'accennato consenso dato il 13 maggio dal Comitato dei Capi di S.M. congiunti al piano modificato dalle obiezioni di Montgomery, il 19 dello stesso mese venne diramato dal Gen. Alexander, comandante del XV Gruppo d'Armate, l'ordine d'operazione generale n. l per l'esecuzione del piano HUSKY, che prevedeva le seguenti cinque fasi: l) operazioni aeronavali preparatorie per neutralizzare la possibile attività navale italiana e conquistare la supremazia aerea; 2) sbarchi notturni di paracadutisti e di Commandos e invasione dal mare nelle prime ore, con obiettivi prioritari i porti di Licata e di Siracusa; 3) costituzione di una solida base di partenza da cui condurre le operazioni per la cattura di Augusta, di Catania e degli aeroporti intorno a Gerbini; 4) occupazione dei porti e degli aerodromi di cui sopra; 5) assoggettamento dell'isola (44). (42) D.D. EISENHOWER: Crociata in Europa, Milano 1949, pag. 211. (43) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: Grand Strateg)', vol. IV cic.. pagg. 368-369. (44) SUPPLEMENTO ALLA o:LONDON GAZETTE» del lO fe bbraio 1948: La conquista della Sictlia dal lO luglio al 17 agosto 1943, relazione ufficiale del Generale H.R. ALEXANDER. Per assoggettare l'isola le due Armate alleate avrebbero procedutO a tagliare la Sicilia in due parti, [passando per Enna, Nicosia e S. Stefano di Camastra.
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Il piano di sbarco definitivo risultava denso di incognite, considerando che mai, nè prima nè dopo, una simile massa di truppe (sette divisioni rinforzate iniziali) prese terra su un fronte così esteso. Nello stesso sbarco in Normandia del giugno 1944 si ebbero infatti due divisioni in meno nella prima ondata d'assalto (45). Bisogna comunque subito dire che lo scopo ultimo, anche se non esplicito, di HUSKY, consistente nel veloce raggiungime~to di Messina aggirando e intrappolando le forze d eli' Asse all'interno dell'isola, non venne raggiunto. Le forze navali alleate, da parte loro, erano chiamate a garantire i seguenti quattro obiettivi: a) copertura di tutta l'operazione contro l'interferenza di forze navali avversarie; b) scorta diretta dei convogli e sbarco delle truppe; c) sostegno degli sbarchi con le artiglierie di bordo, prendendo di mira obiettivi ben individuati, ma senza il classico bombardamento preliminare indiscriminato contro le spiagge, che era consueto invece nel Pacifico; d) protezione delle linee di rifornimento marittime. ~ tale proposito era prevista per il 9 luglio la concentrazione nello fonio di una forza navale di copertura, composta àaquamo navt aa -battagliç -due_:-portaerei, quattro incrociatori T aiciotto caCCiatorpediniere. Un'altra aliquota navale di due corazzate, due incrociatori e sei cacciatorpediniere stazionava ad Algeri quale risetVi: Infine una formazione leggera di incrociatori e catciatorpediiìiere doveva proteggere al largo il fianco settentrionale d eli' 8 a Armata britannica lungo le provenienze da Taranto e da Messina. Un'ultima curiosità navale: per la prima volta entrò in servizio sulle unità alleate del Mediterraneo la spoletta contraerea di prossimità «VT», che così grande efficacia aveva da poco dimostrato nel Pacifico (46). L'azione d i preparazione affidata all'aviazione anglo-americana iniziò sulla Sicilia, seppure in modo non particolarmente appariscente, subito dopo la caduta della Tunisia, mentre più intensi bombardamenti cominciarono una settimana prima dello sbarco. Gli alleati comunque ebbero cura di sviluppare in quel periodo una pressochè identica pressione aerea sulla Sardegna, allo (45) Cfr. W .G.F. JACKSON: La bat1ag/ia d 'Italia, op. cit., pag. 54. (46) E.B. POTfER- C.W. NIMITZ: La grande guerra sui man', op. cit. , pag. 188.
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scopo di mantenere celato il più possibile il loro prossimo obiettivo. Durante l'intensificata azione di bombardamento strategico sulla Sicilia furono particolarmente prese di mira le installazioni portuali di Messina e i ferry-boats, nonchè gli aeroporti dell'intera isola, ben presro ridotti nell'impossibilità di ospitare le squadriglie da bombardamento dell'Asse che, come vedremo, vennero progressivamente trasferite sul continente. Le aviazioni anglo-americane, di contro, furono generalmente restie a pianificare una stretta collaborazione «tattica» con le· forze sbarcanti. La conseguenza fu che su un elenco di obiettivi tattici siciliani segnalati dalla 7 a Armata americana solo due furono bombardati {47). A tale proposito l'ilfustre storico navale americano Morison afferma che «la spedizione anfibia navigò e sbarcò senza alcuna promessa di avere un appoggio tattico dall'aria, e in realtà quasi senza averne» (48). Infine numerosi furono i casi segnalati in cui le truppe di terra spararono su velivoli amici, mentre questi ultimi più volte bersagliarono per errore le proprie truppe (49). Alla luce di tale sorprendente mancanza di collaborazione preventiva tra forz e aeree e forze anfibie alleate, frutto di una gelosa e ottusa conservazione delle proprie prerogative «strategiche» da parte dei Comandi della R. A. F. e dell'U.S.A.A.F., viene anche spiegato il perché della riluttanza di Londra e di Washington a pianificare in quell 'epoca operazioni aggressive a più vasto raggio e a maggiore ampiezza geografica nello stesso bacino mediterraneo.
4. LE RISORSE INFORMATIVE ALLEATE SULLA SICILIA Dopo il flusso delle già esaminate notizie sul morale italiano ed in particolare siciliano pervenute a Londra tra il 1940 e il 1942, ali' epoca cioè degli esaminati progetti d'invasione INFLUX e WHIPCORD, i responsabili alleati, una volta decisa l'operazione HUSKY, stimarono necessario coordinare ogni tipo di informazione riguardante la Sicilia. Pertanto, oltre al Foreign Office, autore di una serie di promemoria tra il marzo e il luglio 194 3, anch'essi custoditi oggi nel .Public Record Office (50), anche l'Ufficio di (47) (48) (49) (50)
H. POND: Sicilia, op. cit., pag. 62. S.E. MORISON: In gue"a su due oceani, Firenze 1967. pag. 246. H. POND: Sicilia, op. ci t., pag. 306 e pag. 308. Cfr. ad esempio P.R.O., fondo FO 371, cartelle 37263A e 37263B: Situati011 in ltaly.
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collegamento dell'Esercito americano a Londra predispose in data 15 febbraio 1943 un interessante e lungo memorandum sulla Sicilia, conservato oggidì nell'Archivio Nazionale di Washington (S l). Esso è suddiviso in più paragrafi, riguardanti rispettivamente la situazione morale, quella politica, quella economica, la presenza tedesca, gli effetti dei bombardamenti alleati e le conclusioni. Ne riferiamo qui dì seguito una sintesi. SITUAZIONE MORALE
Il rapporto confermava le precedenti notlZle accumulate a Londra sul mediocre livello del morale italiano, reputatO ancora più basso in Sicilia che sulla penisola. Le intercettazioni postali, gli interrogatori dei prigionieri, i rapporti di agenti segreti e quelli formulati da viaggiatori in Italia erano concordi nel segnalare che il popolo italiano era stanco della guerra, che soffriva per scarsa alimentazione, che i tedeschi erano detestati , che il regime fascista era divenuto inviso soprattutto in Sicilia e che infine la maggior parte dei cittadini desiderava la pace al di sopra di ogni altra cosa. Nonostante queste informazioni, però, la relazione consigliava di essere cauti nel giungere a conclusioni affrettate, considerando il fatto che la maggior parte degli informatori disprezzava il carattere italiano e tendeva perciò a non valutare le possibili nascoste energie del popolo. Non doveva neanche essere dimenticato che, nonostante il gran parlare di opposizione al regime fascis ta e alla guerra, non era ancora emerso alcun gruppo sufficientemente forte e organizzato, con capi energici e capaci, tale da scatenare in Italia una rivoluzione nell'immediato futuro. SITUAZIONE POUTICA
La deteriorata situazione politica in Sicilia emergeva, secondo il rapporto, dalle visite compiute nell'isola alla fine dì novembre 1942 dal segretario del partito fascista Vidussoni e nel dicembre 1942 - gennaio 1943 dallo stesso re Vittorio Emanuele. Il viaggio di Vidussoni era considerato come un sopralluogo di sorpresa, che aveva portato alla non pubblicizzata rimozione di numerosi (51) U.S. NATIONAL ARCHIVES, Washing10n D.C. d ocumento O .S.S., C.I.O. 30052: Preliminary report 0 11 conditiom in Sicily, 15th February 1943.
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gerarchi dell'isola, specialmente a Catania, Siracusa, Messina ed Enna. La visita del re aveva avuto invece lo scopo di sollevare il morale delle popolazioni depresse per i continui bombardamenti, uno dei quali si svolse a Palermo proprio durante la partecipazione del sovrano ad una cerimonia. In occasione di ambedue queste visite ufficiali la propaganda del regime non si era fatta yregare per rappresentare «la Sicilia come un baluardo» e i siciliani come cittadini leali e patriottici. Il famoso commentatore politico Gayda, sempre secondo il rapporto, aveva colto anzi l'occasione per sostenere sul «Giornale d 'Italia» del 17 gennaio 1943 che la Sicilia, a differenza di quanto andava reclamizzando la propaganda anglo-americana, non era stata affatto trascurata dal regime, presentando al proposito numerose statistiche per pimostrare che a beneficio delle opere- pubbliche sull'isola il governo aveva speso più denaro che altrove. Il commento del rapporto americano era che Gayda protestava troppo insistentemente per essere convinto di quello che scriveva. Dalle lettere intercettate gli alleati avevano invece ricavato l'impressione che chi era rimasto in Italia, sotto i bombardamenti, accomunava le lamentele contro la politica a quelle contro «i criminali della R.A.F.», anche se diretti improperi ami-fascisti non sarebbero sfuggiti al taglio della censura. La maggior parte delle lettere intercettate se la prendeva pertanto più facilmente con il fato, la sfortuna e anche con il mancato aiuto divino. Al proposito del movimento separatista siciliano il rapporto si affidava alle notizie di fonte inglese, secondo cui la portata di questo fenomeno era di difficile valutazione, mentre non c'era alcun dubbio sulle sue tendenze pro-alleati e sul fatto che esso potesse essere ben sfruttato al momento opportuno. Anche a proposito della Mafia, su cui al pari del separatismo ci soffermeremo nel prossimo paragrafo, le informazioni in possesso degli americani erano ancora reputate insufficienti in quel febbraio 1943 , sebbene fosse ritenuto da più parti che questo fenomeno non era stato mai realmente abbattuto dal fascismo, ma solo addomesticato e inserito nel sistema e negli ingranaggi governativi. Negli ultimi tempi però sembrava agli americani che la Mafia avesse ripreso la sua libertà d'azione e la sua funzione ami-amministrativa, avvalendosi anche dello spirito anarchico mediterraneo, ritenuto pronto a contestare ogni ordine costituito.
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SITUAZIONE ECONOMICA
Le deficienze più evidenti nella politica economica di guerra italiana, soprattutto in Sicilia, erano esattamente individuate dal rapporto americano in questione nella penuria di mano d'opera, nel sistema di razionamento e nel mercato nero. Da una lettera intercettata nel dicembre 1942 e proveniente dalla, provincia di Messina si era venuto a sapere, ad esempio, che la mancanza di contadini e di manovali aveva lasciato incolto un gran numero di terreni, così come aveva lasciato prive di manutenzione molte strade, soprattutto fondiarie. Di contro, un'informazione da Stoccolma aveva riferito nello stesso mese che su 3.600.000 lavoratori stranieri esistenti in Germania in quel periodo ben 200.000 erano italiani. Ciò non sembrava essere molto apprezzato nella penisola, tanto è vero che «La Stampa» del 24 dicembre 1942 parlava in senso critico di «centinaia di migliaia di lavoratori agricoli e industriali italiani tolti dalle campagne e dalle fabbriche italiane». La più apparente conseguenza di tale penuria di mano d'opera era 1' illegale lievitazione dei salari reali in Sicilia e altrove , nonostante i 1controlli governativi. Anche il sistema di razionamento era illegalmente soppiantato dal fiorire del mercato nero, con una conseguente crescita dell' inflazione e un sempre maggiore disagio delle classi più povere. Le fonti informative alleate a tale riguardo erano unanimi e, nel riferire ripetutamente la lamentela popolare che «con le sole razioni non si vive», erano anche in grado di fornire alcuni esempi di borsa nera. Così nel rapporto si sottolineava che un chilogrammo di fagioli costava 30 lire, cioè una somma pari alla paga giornaliera di un operaio specializzato, un litro d'olio d'oliva 15 lire perfino in Sicilia, mentre a Roma esso raggiungeva le 100 lire, e infine un chilogrammo di caffè si vendeva sottobanco dalle 1.000 alle 1.500 lire. Il governo era palesemente impotente di fronte al fenomeno del mercato nero, nonostante l'inasprimento delle pene annunciato al proposito dal «Corriere della Sera» del 10 gennaio 1943. La particolare situazione in Sicilia, senz' altro migliore per quanto riguardava prodotti agricoli locali, come agrumi, vino e olive, esportati comunque in esorbitanti quantità in Germania, era precaria soprattutto nelle città per quanto concerneva il grano, anche perché non erano mai giunti i promessi carichi di frumento e di granturco dai Paesi danubiani.
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Infine c'erano altre limitazioni che, secondo il rappono in questione, non era possibile evadere: ad esempio il gas di città funzionava in molti centri per sole cinque ore al giorno ; l'uso dei mezzi di trasporto a ruote, perfino quelli pubblici, era assai controllato e addirittura interdetto se esisteva l'alternativa di trasporti ferro-tranviari; infine era vietatO 1' acquisto di radio o di pezzi di ricambio da pane di privati. l TEDESCHI IN SICILIA
Il rappono americano precisava che, secondo gli inglesi, i militari tedeschi presenti in Sicilia all'inizio del 1943 appartenevano soltanto al personale di volo della Luftwaffe (circa 480 aerei), all'artiglieria con tra ere a e a contingenti dell'Esercito diretti in Tunisia. l Numerose fonti assicuravano che incidenti tra siciliani e militari germanici erano frequenti, soprattutto a causa dei rapporti con l'elemento femminile, e che il cosiddetto «problema tedesco» era stato il principale movente del viaggio di Vidussoni nell'isola. Comunque il rappono opportunamente definiva «esagerate» le voci di un vero e proprio dominio germanico sulla Sicilia. EFFETTI DEI BOMBARDAMENTI ALLEATI
Agli americani risultava che i bombardamenti aerei avevano danneggiato soprattutto Palermo e Messina, pur senza essere stati così pesanti da causare ondate di vero panico. Era poi ritenuto possibile che l'effetto di tali incursioni avesse sollevaco più che depresso il morale delle popolazioni, così come la propaganda fascista aveva sfruttato la morte sotto bombardamento dell' Arcivescovo di Reggio Calabria e di monsignor Trappani, rappresentati quali maniri della ferocia dei non cattolici Paesi anglosassoni. Le reazioni psicologiche più dirette dei bombardamenti sembravano quindi essere ispirate più dall'indignazione che dalla paura. CONCLUSIONI
Secondo il rapporto americano che stiamo esaminando, potevano essere tratte le seguenti conclusioni dalle informazioni
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disponibili sulla situazione siciliana nel febbraio 1943. l) Malgrado le privazioni e l'ostilità alla guerra, i siciliani in complesso non sembravano pronti alla rivolta. Il loro malcontento poteva forse essere sfruttato dalle Potenze alleate al momento opportuno, ma era un dato di fatto che in Sicilia erano di modeste dimensioni proprio le classi intellettuali studentesche e quelle operaie che, secondo un'analisi britannica, potevano essere le più sensibili e pronte ad una rivolta anti-fascista. Si poteva invece fare molto maggiore affidamento sui gruppi anarchici locali. 2) Esistevano certamente tra i braccianti e i manovali siciliani motivi di indigenza e di sofferenza, che contrastavano con le condizioni di vita delle classi più elevate e dei militari tedeschi. 3) Non sembrava ceno che i siciliani fossero completamente demoralizzati e, pur tenendo conto della propaganda, potevano essere vere le affermazioni di lealtà alla Nazione e di patriottismo da parte della popolazione dell'isola. Questi sentimenti non apparivano al momento facilmente abbattibili con l'uso del terrore da pane dei bombardieri alleati e poteva invece avere più successo l'appello anglo-americano alla salvaguardia degli interessi locali e all'orgoglio delle genti, facendo leva sulla loro vanità.
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Tra le risorse informative alleate immediatamente precedenti l'invasione della Sicilia non può essere dimenticato l'apporto dell'ULTRA Intelligence inglese e del MAGIC Intelligence americano, ambedue sistemi di ascolto e di decrittazione dei radiomessaggi cifrati italiani, tedeschi e giapponesi. A tale proposito non mancheremo di riferire nelle prossime pagine, quando parleremo degli apprezzamenti dell'Asse circa gli obiettivi nemici (cap. III, paragrafo 1), un interessante sommario del MAGIC americano dello stesso giorno dello sbarco, che faceva il punto proprio sulle ultime ipotesi italo-tedesche e sullo stato di preparazione anche morale dei difensori (52). Per quanto riguarda in generale l'efficacia e l' operatività dell'ULTRA lntelligence britannico, molto attivo e micidiale per quasi tutta la guerra ai danni soprattutto della Marina italiana, si rimanda ad un nostro recente volume (53). Invece l'operatività di (52) U.S. NATIONAL ARCHIVES, Washington D.C., documento S.R.S. 1021 del IO luglio 1943: •Magie• summ.ary n. 471. (53) A. SANTONl: l/vero traditore. Il ruolo documentalo di ULTRA nella guerra del Mediterraneo, Milano 1981.
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tale strumento informativo bri~annico specificatamente durante la campagna di Sicilia può essere riscontrata nel terzo volume ufficiale della storia dell'Intelligence britannico che sarà pubblicato nel 1984 (54).
5. ALCUNI GIUDIZI SUL RUOLO DELLA MAFIA E DEL SEPARATISMO È assai controverso e forse destinato a rimanere tale il ruolo recitato prima e durame l'invasione della Sicilia dalle organizzazioni mafiose e separatiste, chiamate in causa ripetutamente, anche se genericamente, perfino dalla storiografia americana (55). Uno dei più convinti sostenitori dell'appoggio della Mafia al Naval lntelligence statunitense è Massimo Ganci, che in un suo volume ha fornito più di un esempio dei servigi resi dall' «onorata società» alle Forze Armate americane, incominciando con la distruzione ad opera della gang di Frank Costello della rete spionistica e di sabotaggio operante a favore dei tedeschi in alcuni poni della costa atlantica degli Stati Uniti nel 1942 (56/ Anche se è difficile quantificare il reale appono della Mafia alla causa alleata in occasione della campagna di Sicilia, è quasi ceno che tale aiuto ebbe più effetti propagandistici e psicologici che dirette conseguenze sulle operazioni militari vere e proprie. Questo è anche il parere di Franco Bandini, che identifica in Lucky Luciano (alias Salvatore Lucania) e in don Calogero Vizzini le due estremità di una catena di complicità snodantesi tra gli Stati Uniti e la Sicilia e che parla, tra l'altro, di due scaglioni di ufficiali siculo-americani inviati sotto mentite spoglie nella loro terra di origine tra il gennaio e il giugno 1943, con compiti prevalentemente di informazione (57). Allo stesso scopo vennero sbarcati clandestinamente in Sicilia nel!' aprile 1943 anche ufficiali inglesi, tra cui il Col. Hancock, ed essi, insieme al Colonnello italo-americano Charles Poletti, ebbero incontri con Lucio Tasca Bordonaro, con Anuro Verderame e con la duchessa di Cesarò (58). (54) F.H. HINSLEY: Bn'tish Intelligence in the second world war, H.M.S.O., vol. IJI, di prossima pubblicazione. (55) Cfr. ad esempio S.E. MORlSON: In gue"a su due oceani, op.cit., pagg. 250-251. (56) S. M. GANCI: L 'Italia antimoderata, Parma 1968, pag. 365. (57) F. BANDINI: Vita e morte segreta di Mussolini, op. ci t., pagg. 220-222. (58) V. SANSONE-G. INGRASCI': Sei anni di banditismo irl Sicilia, Milano 1950, pag. 47 e L. MERCURI: La Sicilia e gli alleati, in «Storia contemporanea», anno 1972. n. 3.
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Un altro studioso della Sicilia, Denis Mack Smith, conferma che un certo supporto fu fornitodalla '""1rafia-àU'operazione HUSKY, esprimendo il seguente giudizio (59). «È stata spesso formulata l'accusa e non è stato mai dimostrato LI contrario che questo corrispondesse a un piano deliberato dagli alleati per facilitare la conquista della Sicilia. Certamente c'erano stretti rapporti fra i gangsters d'America e di Sicilia e l'aiutO della Mafia poteva essere molto utile se non altro per ottenere informazioni. Alcuni particolari della carriera di Lucky Luciano e di Nicky Gentile e di altri famosi criminali italo-americani conferiscono qualche attendibilità a questa storia. Vito Genovese, ad esempio, benchè ancora ricercato dalla polizia degli Stati Uniti in rapporto a molti delitti compreso l'omicidio e sebbene avesse servito il fascismo durante la guerra, risultò stranamente essere un ufficiale di collegamento di una unità americana. Egli utilizzò la sua posizione e la sua parentela con elementi della Mafia locale per aiutare a restaurarne l'autOrità, disfacendo così in parte quel poco di bene che Mussolini aveva fatto».
Misurato è il giudizio dedicato allo stesso argomento da Paolo Maltese, che identifica soltanto nel boss della malavita americana Vito Genovese un più che probabile sostegno all'opera dei Servizi Segreti americani in Sicilia (60). Più categorico è il Pantaleone, secondo cui «è storicamente provato che prima e durante le operazioni militari relative allo sbarco degli alleati in Sicilia, la Mafia, d'accordo con il gangsterismo americano, s'adoperò per tenere sgombra la via da un mare all'altro» (61 ). Tutte le fonti sembrano invece d'accordo nel ritenere assai attivo e apprezzato dagli anglo-americani il movimento separatista siciliano, facente capo ad Andrea Finocchiaro Aprile e a Lucio Tasca Bordonaro, nominato poi Sindaco di Palermo dal Governo militare alleato. Una conferma delle risorse di tale fenomeno isolano fu espressa categoricamente da Lord Rennell Rodd , ufficiale dell'lntelligence britannico , vecchio amico di Finocchiaro Aprile e poi Governatore militare in Sicilia. In risposta ai dubbi sollevati da Sir Thomas Inskip sulla portata e sull'efficienza del movimento separatista siciliano, Lord Rodd informò il Foreign Office l'Il novembre 1943 della forza dei separatisti e del loro programma politico e concluse profeticamente ammonendo che «su questo movimento ne ascolteremo delle belle» (62). (59) (60) (61) (62)
D. MACK SMITH: Storia della Sicilia medievale e moderna, Bari 1970, pag. 718. P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, Milano 1981, p agg. 139·140. M. PANTALEONE: Mafia e politica, Torino 1962, pag. 272. P.R.O. , fondo FO 371, cartella 37328: Sicily, situation in.
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In effetti sappiamo che al momento della loro entrata a Palermo, gli americani trovarono affisso sui muri della città il seguente significativo manifesto, che essi non mostrarono di disprezzare: cConsiderando che il Popolo Siciliano è maturo per nuovi, più degni e più alti destini ed anela alla sua libertà e alla sua indipendenza, delibera per acclamazione: il Popolo Siciliano chiede ai Governi Alleati di consentire la costituzione di un Governo Provvisorio Siciliano al fine di predisporre ed attuare un plebiscito perché si dichiari decaduta in Sicilia la monarchia sabauda nelle persone di Vittorio Emanuele III e dei suoi successori e la Sicilia sia eretta a Stato sovrano indipendente a regime repubblicano» (63).
In verità i capi del movimento separatista contavano allora in misura sproporzionata sull'appoggio anglo-americano, al punto che circolò insistentemente la voce che la Sicilia sarebbe addirittura diventata il 49o Stato americano (64). Altri gruppi di carattere nazionale e non separatista prestavano frattanto la loro opera per accelerare e agevolare uno sbarco alleato in Sicilia. Essi erano guidati da elementi antifascisti alla macchia, tra cui Pietro Ingrao, Franco Grasso, Mario Alicata e Elio Vittorini. Esisteva infine anche un nucleo giovanile comunista clandestino nell'ambito delle Forze Armate italiane, che faceva capo al Colajanni, denunciato anche dal Comando della 6a Armata, ma prosciolto e trasferito a Roma per mancanza di prove (65). Le illusioni dei separatisti svanirono dopo il febbraio 1944, quando la Sicilia fu riconsegnata dalle autorità militari alleate all' Amministrazione italiana, gesto che pose anche termine a pericolose contese egemoniche sull 'isola che si stavano sviluppando più o meno velatamente tra alcuni ambienti inglesi e americani (66). (63) Cfr. A. FINOCCHIARO APRILE: Il movimento indipendentista siciliano, a cura di S. M. GANCI, Palermo 1965, pag. 2. (64) C.A. di GUALTIERI: La questione siciliana, in •Nuova Antologia:., gennaio 1947, pag. 67. (65) P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op.cit., pag. 57. (66) Sulla Mafia e sul separarismo siciliano esistono numerosissimi documenti tunora inediti, custoditi negli archivi americani. Tra di essi cfr. U.S. NATIONAL ARCHIVES, Washington D.C., documento O.S.S, C.I.O. 80725 : Letter from Bernardo Mattare/lato Don Luigi Sturzo, 22nd )une 1944; documento O .S.S., C.I.O. 80921: SeparatiJt propaganda plans, 20th ]une 1944; documento O.S.S., C.I.O., 82105: Communist and separati.st activities in Sicily. The Maffia, l Ith }une 1944; documento O.S.S., C.I.O. 96323: Vizzini and the Democratic Front of Order in Sicily, 19th September 1944; documento O.S.S., C.I.O. 100800: Maffia-Separati.st infiltration in Chn!tian-Democratiç Party, 5th October 1944; documento O.S.S., C.I.O. 103136: A/disio and Finocchi4ro Aprile fai/ to reach compromise. Separatt!m leaning towards Federalùm, 14th October 1944.
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Alle interferenze della Mafia e del separatismo nella preparazione e nell'esecuzione di HUSKY fecero riscontro in Sicilia esempi episodici, ma significativi, della crescente indignazione popolare nei confronti delle u:uppe tedesche, soprattutto quando queste ultime si rendevano responsabili di soprusi d'ogni genere. L'ostilità della popolazione esasperata, pur se non raggiunse la continuità e i venici che qualcuno vorrebbe attribuirgli, esplose in alcuni casi con grande violenza, come nel paese etneo di Mascalucia il 2 agosto 1943, alla vigilia della liberazione di Catania (67). Infine bisogna ricordare che al problema della Mafia e del separatismo, inquadrato nella realtà politica e socio-eèonomica della Sicilia, vennero dedicati dagli inglesi due lunghi memorandum retrospettivi, anche se leggermente posteriori all'operazione HUSKY, predisposti per il Foreign Office e per il W ar Office e firmati dal Capitano W.E. Scotten. Essi miravano a spiegare i due fenomeni in modo piuttosto semplicistico, ad uso e consumo del nuovo Governo militare instaurato dagli alleati in Sicilia (68). A conclusione di quanto detto, si può arguire che, sebbene non ancora esattamente quantificato, il contributo soprattutto morale e psicologico della Mafia e del separatismo siciliano all'operazione HUSKY fu un dato di fatto, mentre le occasionali azioni di resistenza antifascista e antinazista da pane della popolazione siciliana furono senz' altro determinate da situazioni contingenti e non rispondevano - o almeno non riuscirono a rispondere - a pianificati progetti di insurrezione.
(67) Cfr. F. PEZZINO: Contributo alla stona della Resistenza in Sicllza, in «Cronache meridionali:., Napoli, febbraio 1955. (68) Il primo memorandum, intitolato cThe problem of MAFIA in SiciJy.. e datato 29 ottobre 1943, è conservato nel P.R.O., fondo FO 371 , cartella 37327: Sici/y. Situation in. Il secondo promemoria, intitolato cMemorandum, relating to politica!, social and economie forces in Sicily. e datalo 10 dicembre 1943, si trova nel P.R.O., fondo WO 204, cartella 2161: War of 1939-1945. Military Headquarters Papers. Allied Force Headquarlers. ltaly and Sicily: politica/ siluation.
CAPITOLO III
LE VALUTAZIONI DELL'ASSE CIRCA GLI OBIETTIVI NEMICI l. LE PREVISIONI DEGLI ALTI COMANDI ITALO-TEDESCID Secondo Liddell Han tre furono i fattori che permisero agli anglo-americani di super~e felicemente le incognite e i rischi insiti nell'invasione della Sicìli~Ì' orgogliosa convinzione dei capi politici dell'Asse di poter resistere ad oltranza in terra tunisina, dove le prime fortunate azioni di co~nimento italo-germaniche avevano ingenerato pericolose illusioni;~uindi la gelosia e il timore nutriti da Mussolini nei confronti di Hitler, che impedirono ai tedeschi di svolger~un ruolo più impegnativo nella difesa del territorio italiano) e infine la tenace convinzione del Fuhrer che la Sicilia non fosseilpiù prossimo obiettivo degli alleati (1). . Per quanto riguarda il primo assunto, lo storico militare inglese pone ad esempio le varie insistenze rivolte a Berlino dallo stesso Rommel per un sollecito sganciamento delle Armate dell' Asse dalla trappola runisina e per un loro pronto trasferimento sull'altra sponda mediterranea, richiesta che non esaudita portò alla sottrazione dagli ulteriori compiti operativi delle divisioni di veterani catturate in Tunisia. A riprova di quanto affermato nel suo secondo punto, Liddell Han ricorda che il timore di Mussolini nei confronti dell'alleato tedesco fece accettare in un primo momento al duce soltanto due delle cinque divisioni che Hitler gli aveva offerto a metà maggio 1943 per la difesa dello stivale e delle isole, salvo poi a dover invocare per bocca del Gen. Ambrosio a metà giugno altri rinforzi (l) B.H. UDDELL HART: Storia mrlitare della seconda gue"a mondiale, Milano 1970, pag. 609.
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germaruCl, perfino superiori a quelli offerti dal Fiihrer, come vedremo meglio in seguito. L'ultimo errore dei responsabili dell'Asse, secondo Liddell Han, ebbe Hitler come esclusivo attore e consistette nel convincimento di quest'ultimo che gli alleati sarebbero sbarcati piuttosto in Sardegna o in Grecia, ciò anche grazie all'effetto del conosciutissimo inganno escogitato ai primi di maggio 1943 dal Servizio Segreto britannico e passato alla storia con il· nome di operazione MINCEMEAT. Come è noto, il sommergibile inglese Seraph liberò allargo delle coste di Huelva in Spagna il cadavere di un fantomatico Maggiore Manin dei Royal Marines, presunta vittima di un incidente di volo e in possesso di documenti appositamente contraffatti, in cui si lasciava intravedere una prossima operazione anfibia alleata nel Peloponneso o in Sardegna. Tali falsi documenti, sequestrati al pari del cadavere dalle autorità spagnole, giunsero in mano tedesca il 9 maggio 1943, come previsto e sperato dagli inglesi, e la conseguenza fu che il 12 del mese l'O.K.W. annunciò che «provvedimenti riguardanti la Sardegna e il Peloponneso dovevano avere la precedenza sugli altri» (2). P.ertanto fu ordinato alla l a divisione corazzata tedesca di trasferirsi dalla Francia alla Grecia, alla 90 a div. leggera di spostarsi in Sardegna e infine all'XI Fliegerkorps del Gen. Student di ponarsi con due div. paracadutisti nella Francia meridionale per parare uno sbarco nella stessa Sardegna. Non bisogna comunque dimenticare che alla base delle divergenti ed errate vedute strategiche dell'Asse circa le intenzioni nemiche, che ora esamineremo più dettagliatamente, stavano in quel momento proprio le medesime argomentazioni dibattute a lungo dagli Stati Maggiori anglo-americani in sede di progettazione dei loro piani d'invasione. Se infatti la Sicilia poteva apparire allora come l'obiettivo ideale per il libero transito delle flotte alleate tra i due bacini del Mediterraneo, la Sardegna e la Corsica rappresentavano pip idonei trampolini di lancio per operazioni anfibie lungo le coste tirreniche della penisola e contro la Provenza, nonché basi ideali per una massiccia campagna aerea sulle industrie del nord Italia. Inftne l'invasione della Grecia avrebbe permesso agli (2) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: Grand Strategy, vol. IV cit., pag. 370 e HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war - U.K. military series. The Medite"anean an d Middle East, vol. V ci t., pag. 37.
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anglo-americani di prendere sul fianco e alle spalle lo schieramento germanico fronteggiante l'Armata Rossa e avrebbe soddisfatto il vivo e conosciuto desiderio inglese di trascinare la Turchia in guerra contro l'Asse. Quello che invece obiettivamente non venne preso in sufficiente considerazione dagli Stati Maggiori italo-tedeschi fu il sistema metodico, conservatore e non eccessivamene audace con cui sia gli inglesi che gli americani (non ancora esecutori dei famosi «salti di rana» nelle isole del Pacifico) avevano operato fino ad allora. Anzi a causa di una deleteria sopravvalutazione della genialità nemica - in quel momento del tutto ingiustificata oltre che di una stima eccessiva delle risorse materiali anglo-americane, l'Asse finì per attribuire all'avversario possibilità operative esorbitanti e del tutto irrealistiche. Ciò certamente contribuì ad accrescere smisuratamente nelle ipotesi di Roma e di Berlino la gamma dei possibili obiettivi nemici, con una conseguente fatale indecisione a livello difensivo. Alla base di tutto ciò c' era senza dubbio un mediocre rendimento àei Servizi Informativi dell'Asse ed al proposito basti pensare che ancora il 4 luglio 194 3, a sei giorni dall'operazione HUSKY, il Servizio Segreto germanico reputava che fossero imminenti sbarchi simultanei avversari in Sicilia, in Sardegna e in Grecia (3 ). Ma vediamo in successione le interpretazioni degli Stati Maggiori italo-tedeschi a partire dai giorni della caduta della Tunisia. 1'8 maggio 1943 iJ Servizio Informazioni dello S.M. Esercito, con il promemoria Z.P /18002 riprodotto in appendice (allegato n. l) negava la possibilità di uno sbarco anglo-americano nei Balcani a sostengo dell'Unione Sovietica e, pur reputando che un'azione anfibia nemica fosse allora possibile solo nel bacino occidentale del Mediterraneo , scanava gli obiettivi spagnoli per le sfavorevoli conseguenze politico-militari che si sarebbero abbattute sugli alleati in caso di una loro invasione di quei territori. Restavano perciò in gioco eventuali sbarchi in Provenza o sulle grandi isole italiane e, panendo dali' errato presupposto della necessaria complementarietà tra queste due ipotesi nemiche, lo S.M. Esercito concludeva vedendo nella Sardegna e nella Corsica le più probabili zone d'invasione. Queste conclusioni assumono ora una maggiore rile(3) H. POND: Sicilia, op. cit. , pag. 29.
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vanza se si pensa che esse prescindevano dall'esito del .famoso stratagemma diversivo inglese affidato al cadavere del sedicente Maggiore Manin, i cui documenti contraffatti caddero in mano dell'Asse soltanto il giorno successivo 9 maggio. Le suddette inesatte previsioni furono condivise di lì a poco sia da Supermarina in una riunione del 12 maggio tra gli Ammiragli Riccardi, Sansonetti e Donitz, sia dallo stesso Comando Supremo, allorquando il 23 maggio comunicò agli Stati Maggiori delle tre Forze Armate che erano da temere tra il l e il 6 giugno sbarchi nemici contro «la Sardegna, la Corsica e la costa mediterranea francese» e solo successive azioni contro Pantelleria e Lampedusa (4).
Cinque giorni dopo lo stesso Comando Supremo ribadì di possedere «informazioni di un forte prossimo tentativo di sbarco · nemico in Sardegna, con la probabilità che detto tentativo non sia disgiunto da altro sulla Corsica, svolto contemporaneamente o sfasato nel tempo» (5). L'indecisione circa I' obiettivo anglo-americano era stata del . resto confermata nelle due riunioni del 27 maggio tra il Geo. Ambrosio e i Capi di S. M. delle tre Forze Armate e tra Ambrosio, Kesselring e von Rintelen, in cui venne presa in seria considerazione l'ipotesi «SS», cioè quella di uno sbarco simultaneo in Sicilia e in Sardegna e nello stesso tempo la minaccia contro la Corsica, Pantelleria e Lampedusa (6). Che quest'ultime due piccole isole del Canale di Sicilia sarebbero probabilmente divenute oggetto di un prossimo attacco avversario fu confermato da Supermarina .il 30 maggio, io seguito al rilevato trasferimento di un notevole numero di mezzi da sbarco alleati a Biserta e a Susa, nonché della sempre più accanita campagna di bombardamenti aerei su di esse (7). Lo stesso 30 maggio però il Comando Supremo ritornò a parlare di pericolo per la Sardegna, ordinando 3; Superesercito di (4) A.U.S.E., cartella 1444: telegrammi 13253/op e 13254/op del 23 maggio 1943, diramati dal Comando Supremo. (:>) A.U.S.E., cartella 1444; telegramma 134 18/ op del 28 maggio 1943, diramato dal Comando Supremo. (6) A.U.S.E., canella 1444: Riunioni a Palazzo Vidoni, sede del Comando Supremo, del 27 maggio 1943. (7) A.U.S.E., cartella 1444: «Diario Scorìco del Comando Supremo•. giorno 30 maggio 1943 , pagg. 6-7.
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disporre l'urgente trasferimento colà della divisione paracadutisti «Nembo», moyimento che in effetti lo S.M. Esercito attuò il 16 giugno (8). L'afflusso di rinforzi in Sardegna fu anche uno degli argomenti principali discussi il 13 giugno in una nuova riunione a Palazzo Vidoni tra Ambrosia, Kesselring, von Richthofen e von Rintelen, ed il giorno seguente il Comando Supremo potè informare Superesercito che l'O.K.W. avrebbe assegnato cinque nuovi battaglioni da fonezza alla Sardegna e solo due alla Sicilia (9). Frattanto il 10 giugno, allo scopo di coordinare l'impiego di tutti i mezzi da ricognizione aerei e navali itala-tedeschi, era stato costituito a cura del Comando Supremo un «Comitato per l'esplorazione strategica», ubicato nei sotterranei di Supermarina a Santa Rosa sulla via Cassia e composto da ufficiali superiori della R. Marina, della R. Aeronautica e dell'O.B.S. tedesco (10). Tale nuovo organismo non sembrò comunque in grado di far luce sulle confuse previsioni strategiche, tanto è vero che, mentre la R. Marina il 13 e il 17 giugno stimò decrescente il pericolo d'invasione della Sardegna, soprattutto in seguito alla recentissima occupazione nemica di Pantelleria e di Lampedusa, il Comando Supremo ipsistette ancora il 19 del mese sull'«imminenza di un'azione di sbarco nemico contro la Sardegna (11). Né l'occupazione inglese di Pantelleria e di Lampedusa, né la constatata chversa intensttà dei contemporanei bombardamenti ~i sulla Sicilia e sulL~ Sardegna furono qUindi consider-ati elementi suf[iç_ientemente !!?-dicativi. filfatti anche iHS-giugno,- nel suo «apprezzamento della situazione» aquella data, il Comando Supremo giudicò che il maggiore accanimento nemico sulle basi siciliane perseguiva l'unico scopo di alleggerire l'eventuale contrasto italiano nel Canale di Sicilia, presupposto fondamentale per lo sbarco sull'una come sull'altra delle due grandi isole. A confondere (8) A.U.S.E., cartella 1444: telegramma 13476/op del 30 maggio del Comando Supremo e cartella 1498: dispaccio 18801 del 16 giugno dello S.M. Esercito. (9) A.U.S.E., cartella 1444: «Diario Storico del Comando Supremo•, giorno 13 giugno 1943, pag. 12 e telegramma 13897/op del 14 giugno del Comando Supremo. (10) L'O.B.S., cioè il Comando tedesco del Fronte Sud, era comandato dal Geo. Kesselring. Con l'occasione si precisa che von Rintelen era l'addetto militare germanico a Roma e von Richthofen il comandame della 2' Lufdlone. (11) A.U.S.E., cartella 1444: «Diario Srorico del Comando Supremo•, giorno 19 giugno 1943, pag. 12, nonché telegramma del Comando Supremo 1411 1top del 19 giugno 1943; cartella 1498: Notiziario di Supermarina n . 1090 del 17 giugno 1943.
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le idee e a rendere sempre più vaghe le conclusioni, si affermava poi che, pur non potendo escludere una invasione delle isole italiane, era tuttavia da ritenere in quel momento «più probabile _ un attacco in Provenza o nei Balcani, perché dalla Provenza si minaccia gravemente per via aerea la Germania e dai Balcani si minacciano i petroli della Romania; scopi questi veramente redditizi» (12). Come si vede, a sole tre settimane dall'invasione della Sicilia il ·Comando Supremo italiano stava allineandosi sulle stesse posizioni tedesche, a loro volta in parte influenzate dall'esito del noto . stratagemma inglese MINCEMEAT. Eppure erano allora disponibili sufficienti altre informazioni per dubitare almeno di tali convincimenti. Infatti proprio quel 1 8 giygQQ_era giunta a Roma da lisbona la preziosa notizia che «forze alleate ammontantìcmnplessivamente a 85.000 uomini sarebbero sbarcate a Trapani, Marsala, Agrigento, Licata, Gela e Pozzallo»; ma questo avvertimento, che riferiva il progetto originario anglo-americano per HUSKY, non venne tenuto nella dovuta considerazione ( 13 ). Ancora più esplicito nel suo errato convincimento fu anzi il Geo . . Ambrosio il 22 giugno, quando in un colloquio con von Rintelen così si espresse: «Quanto alle probabili intenzioni del nemico, la recente chiusura della frontiera siriana lascia supporre che si voglia attaccare in Egeo» ( 14).
Il 23 giugno fu notato nel Mediterraneo occidentale un aumento di forze nemiche in entrata da Gibilterra, avvenimento che indusse Supermarina a pn;vedere come prossimo l'inizio di un grande ciclo operativo, senza tuttavia specificarne la localizzazione (15). Una previsione fu invece tentata nuovamente dal Comando Supremo, che intese completare il suddetto generico apprezzamento della R. Marina ritenendo .«ugualmente probabile» che lo sforzo nemico potesse «essere rivolto sia contro la Sardegna sia contro la Sicilia» (16). Nella questione riguardante i prossimi obiettivi mediterranei (12) A.U.S.E., cartella 1444: «Apprezzamento della situaz ione alla data del 18 giug no 1943». (13) H. POND: Siczlia, op. ci t.. pagg. 32-33. (14) A.U.S.E. , cartella 1498, allegato 1193 : «Verbale del colloquio del 22 giugno•. (15) A.U.S.E. , cartella 1498: Notiziario dì Supermarina n. 1097. (16) A.U.S.E., cartella 1444: «Diario Storico del Comando Supremo•, giorno 23 giug no 194 3, pag. 4.
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anglo-americani furono coinvolti perfino i giapponesi nel corso di un colloquio tenutosi il 25 giugno a Palazzo Venezia tra Mussolini, Ambrosìo, il Gen. Schimìtzu e l' Amm. Abe. A smentita dell'altra diceria che il solo duce avesse allora le idee chiare sull'argomento, esiste il verbale della riunione, in cui esplicitamente il Capo del Governo indicò globalmente nella Sardegna, Sicilia, Grecia e Dodecanneso gli obiettivi immediati del nemico, aggiungendo che la penetrazione sarebbe avvenuta laddove si fosse palesata la minore resistenza d eli' Asse. Più realistico apparve invece in quella circostanza il Gen. Schimitzu, che almeno ritenne di escludere dal lungo e confuso elenco uno sbarco alleato nel bacino orientale del Mediterraneo (17). Da pane sua Supermarina, dopo aver ammesso il 26 e il 27 giugno che non era «ancora possibile stabilire la direzione dello sforzo principale nemico», finalmente rilevò per la prima volta il30 del mese (a dieci giorni dall'operazione HUSKY) che lo schieramento dei mezzi da sbarco anglo-americani era rivolto «prevalentemente contro la Sicilia, tale da consentire l'attacco in qualsiasi momento» (18). Questo avvenimento, che sembrava dovesse spazzare via ogni ulteriore illazione sugli immediati obiettivi nemici, non venne comunque reputato sufficiente dal Comando Supremo che, evidentemente in possesso dì altre informazioni, ritenne opponuno inviare il l luglio al generale von Rintelen il seguente messaggio n. 23207 /op (19). «Le notizie che continuano a pervenire circa lo spostamento dei mezzi da sbarco nemici nel bacino occidentale del Mediterraneo verso est fanno ritenere come probabile anche un tentativo di sbarco sulle coste occidentali della Grecia. Si prega quindi di accelerare l'invio nell'isola di Cefalonia delle forze germaniche colà destinate».
Sempre all'identificazione delle future mosse anglo-americane fu prevalentemente dedicata il 2 luglio una nutrita riunione a Palazzo Vidoni, sede del Comando Supremo, che intendeva anche esaminare la funzionalità del recente Comitato per la ricognizione strategica (20). In questa fondamentale conferenza, svoltasi ad una (17) A.U.S.E .. cartella 1498, allegato 1344: «Appuntì sul colloquio svoltosi a Palazzo Venezia il 25 giugno 1943• . (18) A.U.S.E., can:ella 1499. allegati 1410 c 1560: Notiziari dì Supermarina nn . 1101 e 1104. (19) A.U.S.E., cartella 1500, allegato 20: telegramma del Comando Supremo n. 23207/op..del l luglio 1943 . (20) A.U.S.E., cartella 1500, allegato 80: c Verbale della riunione del 2 luglio 1943 a Palazzo Vidonì•.
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settimana dall'inizio dell'invasione della Sicilia, i punti dì vista furono sinteticamente i seguenti. Il Gen. Ambrosio fu finalmente il più deciso ad indicare nella Sicilia il principale obiettivo avversario in considerazione sia degli intensificati bombardamenti sull'isola, sia dello schieramento assunto dalle unità da sbarco anglo-americane. Secondo Kesselring e Sansonetti (Sottocapo di S.M. della Marina) invece queste ultime avrebbero potuto pur sempre puntare sulla Sardegna salpando da Biserta. Infine Roatta (Capo di S.M. dell'Esercito) non contribuì certamente a chiarire i dubbi quando ipotizzò, oltre ad un assalto principale alla Sicilia, una contemporanea azione dimostrativa contro la Sardegna e una puntata di «Un elemento celere» nemico contro l'Italia centrale. Un'altra dimostrazione della confusione d'idee nel prevedere le intenzioni anglo-americane nei giorni immediatamente precedenti l'invasione della Sicilia ci è fornita da un promemoria interno del Comando Supremo, datato 3 luglio e in cui si leggono, tra l'altro, le seguenti significative argomentazioni (21 ). «Mentre il Comitato per la ricognizione strategica emana seralmente un apprezzamento che ha un valore puramente indicativo per le valutazioni che V.E. fa sulla situazione contingente, non è fuori luogo allargare le idee ad un ragionamento di maggiore visuale. Da tempo abbiamo sostenuto l'idea che sia meno probabile l'attacco contto le isole italiane dell'attacco contro la penisola balcanica. Questa convinzione rimane in noi ancora oggi, a distanza di mesi, inalterata e nonostante le apparenze .... La srragrande superiorità di mezzi consente al nemico qualunque operazione, anche quella o quelle che comunemente sono considerate audaci ... Fermi nel concetto che la conquista della Sicilia e della Sardegna è per il nemico impresa onerosa e poco redditizia, vediamo più probabile: o un attacco diretto contro le coste tirreniche della penisola italiana previa azione dimostrativa contro le isole che però impegni validamente le nostre forze aeronavali; o un attacco contro le coste iooiche e adriatiche della penisola italiana per la conquista della base di Taranto (e quindi per avere il libero passaggio dal Canale d'Otranto) concomitante con l'azione risolutiva nei Balcani. Azione questa diretta contro le coste ioniche e addirittura adriatiche, previa neutralizzazione dei campi di aviazione della Sicilia e della Sardegna e della penisola Salentina, oppure previo sbarco in Sicilia orientale ... L'attacco alla Sicilia e Sardegna non sarà che una diversione rispetto all'attacco principale, il quale sarà invece sferrato sul continente italiano o balcanico». (21) A.U.S.E., cartella 012: Promemoria interno del Comando Supremo del 3 luglio
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La grave indecisione che regnava allora nei Comandi italiani circa le future mosse nemiche era ulteriormente aggravata dalla consapevolezza anglo-americana di tale confusione, grazie agli efficienti Servizi crittografici alleati. Questa volta si mise in evidenza non l'ULTRA britannico, ma il parallelo MAGIC americano, che nel sommario giornaliero del 10 luglio n . 471, così riferì (22): «Un rapporto del 2 luglio dell'Ambasciatore giapponese a Roma comprende le seguenti considerazioni. A) Ci sono molte indicazioni che gli anglo-americani prevedono di sbarcare in qualche posto nel prossimo futuro . Dalla fine di giugno gli inglesi e gli americani stanno riunendo grosse aliquote navali a Gibilterra e stanno trasferendole gradualmente verso levante. Nello stesso tempo essi stanno muovendo mezzi da sbarco da ponente verso il Mediterraneo centrale e sembra stiano facendo grandi preparativi a Tunisi, Sfax, Tripoli e Misurata e ancora più ad oriente fino a Bengasi. È stato recentemente notato anche che quattro navi ospedale e due monirors sono apparsi a Gibilterra. B) Nello stesso tempo le incursioni aeree sono divenute molto forti sulla Sicilia, sulla Sardegna e sulla zona press_o Reggio Calabria. Anche Napoli, Livorno e La Spezia sono state attaccate. E stato stimato che ogni giorno una media di undici aerei italo-tedeschi vengono abbattuti in Italia e che si verif1cano altre considerevoli perdite di velivoli per altre cause. C) ln generale si crede che gli sbarchi saranno effettuati in Sicilia e in Sardegna. Ci sono prove inconfutabili che vengono effettuati sforzi per interrompere le comunicazioni e le vie di rifornimento in queste zone. D) Tuttavia si pensa che anche uno sbarco sulla penisola italiana debba essere considerato come possibile e c'è chi crede che possano avvenire simultanee operazioni militari contro Creta, il Peloponneso e l'Albania. Si è notato che mezzi da sbarco nemici sono in trasferimento da oriente verso Tobruk. La dislocazione delle truppe dell'Asse viene fatta di conseguenza. E) In generale c'è una considerevole fiducia nelle difese sull-a penisola italiana, ma ciò non è vero invece per quanto riguarda la Sicilia e la Sardegna. Perfino la Sicilia non possiede affidabili linee di comunicazione marittime e si prevede che se essa verrà invasa si verificheranno difficoltà nel rifornimento di acqua e di derrate alimentari. La principale debolezza della Sardegna consiste nelle sue lunghe linee di comunicazione via mare. Tuttavia ci sono numerose truppe italo-tedesche sia in Sicilia che in Sardegna e, dal momento che l'Esercito italiano combanerà a difesa del suolo della patria, non sarà un compito facile sbarcare. F) Riguardo alla generale situazione bellica esistono molti che in Italia e soprattutto a Roma guardano al futuro con preoccupazione. Nelle province invece vige un'altra atmosfera e la gente è inaspettatamente risoluta». (22) U.S. NATIONAL ARCHCVES, Washingron D .C., documento S.R.S. 1021: rapporto dell 'Assistente del Capo di S.M. del War Department de l 10 luglio 1943, intitolato cMagic• summary n. 471 .
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** * Ritornando alle previsioni italiane sulle future mosse alleate, occorre dire che perftno il 5 luglio, a quattro - cinque giorni dal lancio di HUSKY, si vermcò una diversa interpretazione sugli stessi elementi strategici tra Supermarina e il Comando Supremo. Mentre infatti l'ente di direzione navale confermò con il suo notiziario 1109 i primi sospetti del 30 giugno sulla possibilità di un attacco aUa Sicilia «in qualsiasi momento», il Comando Supremo con il resocontÒ 41765/op, riguardante !'«apprezzamento della situazione del Comitato per la ricognizione marittima del 5 luglio>>, concluse che «dall'insieme dei movimenti nemici osservati non risultavano elementi che facessero ritenere imminenti operazioni di sbarco» (23). Si dovette quindi giungere al 6 luglio, a tre - quattro giorni dall'invasione, per leggere chiaramente sia sul notiziario di Supermarina n. 1110, sia sul comunicato 41778/op del Comando Supremo che il nemico aveva «iniziato un ciclo operativo contro la Sicilia» (24). Il giorno seguente, 7 luglio, il Comando Supremo impartì pertanto con tele 14634/op le direttive generali per la «difesa contro attacchi nemici» (25 ). In esse, preso atto dei sistemi adottati in precedenza dagli anglo-americani, si ricordava che l'azione nemica sarebbe stata diretta in un primo tempo a disorganizzare in profondità la difesa, i Servizi, le comunicazioni e i collegamenti, anche con l'impiego di paracadutisti e di Commandos. Più sorprendentemente, invece, si ammoniva a «non attendersi l'impossibile dall 'Aeronautica nei riguardi della collaborazione nel campo tattico». Infatti, secondo queste direttive , le forze aeree già agivano «con largo, generoso cameratismo, ftno al limite delle possibilità» e non bisognava <<chiederne l'intervento per compiti non adeguaci, che possono e debbono essere svolti dalle· forze terrestri o navali». Le direttive concludevano· poi rammentando che «un clamoroso insuccesso del primo forte attacco (nemico) all'Europa poteva avere un'influenza decisiva sulle sorti della guerra». (23) A.U.S.E., cane Ila 1500, allegato 178: Notiziario di Supermarina n. 1109; allegatO 206: dispaccio del Comando Supremo n. 41765/op del 5 luglio 1943. (24) Ibidem, allegato 225: Notiziario di Supermarina n. 1110; allegato 255: dispaccio del Comando Supremo n. 41778/op del 6 luglio 1943. (25) A.U.S.E., cartella 1501, allegato 307: tele del Comando Supremo o. 14634/op del 7 luglio 1943.
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Purtroppo, dopo aver finalmente anche se tardivamente indicato nella Sicilia l'obiettivo anglo-americano, gli organi direttivi italiani furono tratti in inganno circa i tempi dello sbarco dalle cattive condizioni del mare rilevate l' 8 luglio. È infatti dalle ore - 19. 30 di quel giorno, a ventisette ore dal lancio dei primi paracadutisti britannici, il dispaccio 41794/op del Comando Supremo contenente il consueto «apprezzamento della situazione del Comitato per la ricognizione marittima del giorno 8 luglio», che riteniamo opportuno riferire per intero qui di seguito (26). «Condizioni del mare non sono favorevoli alle operazioni di sbarco. La visibilità ostacola parzialmente le ricognizioni. Convogli di rifornimenci sono in movimento lungo le coste del Nord Africa francese e della Cirenaica. Uno di questi ultimi comprendente trasponi carichi sembra diretto a Tripoli o a Malta. Nessuna notizia diretta delle forze navali principali del nemico; però le intercettazioni r. t. fanno ritenere che il Comando in Capo delle forze «H» sia ad Algeri. Continua !':azione contro l'aviazione della Sicilia per quanto ostacolata dalle condizioni del tempo . Dette condizioni del tempo fanno ritenere che l'inizio delle operazioni di sbarco non possa essere imminente».
Durante la notte del 9 luglio, che avrebbe visto .il lancio dei paracadutisti alleati e l'arrivo dci convogli d'invasione davanti alle spiagge siciliane, il Comando Supremo diramò altri due importanti apprezzamenti. Il primo, delle ore 19.40, porta il n. 41811/op e consiste nel consueto «apprezzamento deJJa situazione del Comitato per la ricognizione marittima del 9 luglio». Eccone il testo (27): «Tempo ancora alquanto perturbato, poco favorevole ad operazioni di sbarco. Dall'esame degli elementi raccolti non risulta nessun dato che modifichi la situazione. Continua intenso il movimento dei convogli, dei quali però la ricognizione non ha fornito notizie sufficienti per stabilirne le caratteristiche. Malgrado la scarsezza di elementi di giudizio si ritiene che l'inizio delle operazioni non sia imminente sorpattutto in dipendenza delle condizioni meteorologiche».
Il secondo e più tardo comunicato di quelle ore decisive porta il n. 1586/ 1RP e fu indirizzato dal Comando Supremo a Superesercito, Supermarina, Superaereo e O.B.S. alle 23.10 di quel fatidico 9 luglio, quando già i primi paracadutisti inglesi avevano preso terra. In esso, dopo aver definito «evidente» l'inizio di un tentativo (26) A.U.S.E., canclla 1501, allegato 376: dispaccio del Comando Supremo n. 41794/op dell'8 luglio 1943. (27) Ibidem, allegato 427: messaggio del Comando Supremo n. 41811/op del 9 luglio 19~3.
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1 di sbarco nemico in Sicilia, si giungeva ad insistere che non fosse ancora da escludere «un'analoga azione verso la Sardegna» (28). Con questo bagaglio di conoscenze e di avvenenze le Forze Armate italiane stavano per affrontare l'ultima di una lunga serie di invasioni storiche del nostro Paese. 2. RIUNIONI E PROVVEDIMENTI RIGUARDANTI LA SICILIA DAL MARZO AL MAGGIO 1943
Il 27 marzo 1943 il Generale Mario Roatta, allora comandante della 6a Armata in Sicilia, indirizzò ai due dipendenti Corpi d'Armata- il XII del Generale Mario Arisio e il XVI del Generale Carlo Rossi - il promemoria 5S che abbiamo riprodotto in appendice per un esame dettagliato (allegatO n. 2) (29). In tale documento veniva ricordato, tra l'altro, che quaJ.ora il nemico fosse sbarcato in Sicilia, esso avrebbe mirato all'occupazione della cuspide occidentale o di quella sud orientale d eli' isola, con probabili sbarchi complementari nei settori di Agrigento, Palermo e Messina. Non doveva comunque essere trascurata l'eventualità di un'invasione contemporanea della Sardegna, nel qual caso la zona siciliana più minacciata sarebbe stata quella tra Sciacca e Palermo. In tutte le suddette eventualità la difesa terrestre avrebbe dovuto contare in un primo tempo esclusivamente sui mezzi già esistenti in Sicilia e, solo dopo alcuni giorni , avrebbe potuto essere sostenuta da rinforzi provenienti dalla penisola. Era anche previsto che le azioni della R. Marina si sarebbero sviluppate contro i convogli e le scorte nemiche e in appoggio al nostro traffico marittimo, mentre la R. Aeronautica, oltre a svolgere un'offensiva «indiretta», avrebbe anche sostenuto direttamente le operazioni terrestri. In ogni caso si doveva prevedere una generale inferiorità qualitativa, anche se non quantitativa, riei confronti del nemico. Il Generale Roatta passava poi alle vere e proprie direttive (28) Ibidem, allegato 414: messaggio del Comando Supremo n. 1586/lRP del 9 luglio 1943. (29) A.U.S.E., cartella 1234: Promemoria n. 5S del 27 marzo 1943. Il Comando della 6• Armata era stato dislocato in Sicilia nell'autunno del 1941 e assunse la più appropriata denominazione di •Comando FF.AA. della Sicilia. proprio a partire dal marzo 1943. Tdue dipendenti Corpi d'Armata erano separati da una linea verticale ideale che all'incirca correva da!Ja foce del fiume Pollina ad est di Cefalù fino alle spiagge ad oriente di Licata. Occorre anche ricordare che Pantelleria e le isole Pelagie non dipendevano da tale Comando, ma direttamente dallo Stato Maggiore della R. Marina.
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operative in relazione ali e suddette differenti ipotesi d'invasione dal mare. Caratteristica comune a tutte le eventualità era la difesa ancorata e ad oltranza da parte delle unità costiere, la protezione dei locali dodici aeroporti da parte delle apposite unità e l'adattamento alle circostanze dei cosiddetti gruppi mobili e tattici di manovra. In ogni evenienza era giustamente reputato indispensabile un repentino intervento delle unità di manovra e quindi una loro «prontezza intellettuale e materiale» da tenere aggiornata in sede di esercitazioni. Alla difesa della Sicilia da una futura invasione, reputata però allora, come sappiamo, soltanto eventuale, fu dedicata a più alto livello la riunione del 2 maggio successivo presso il Comando Supremo, che in quel periodo si preoccupò parimenti della difesa della Sardegna da un'altrettanto ipotetica invasione. Anche il verbale di questa riunione è riprodotto in appendice per renderne possibile un più dettagliato esame (allegato n. 3) (30). Qui è il caso di ricordare che in tale sede il Generale Roatta 1 ritenoe-Ia cuspide océiaentale dell'isola l'obiettivo più probabile di un Iiìniro sbarco nemico, con la zona tra Gela e Catania come ooiéttivo secondario. li comandante della 6a Armata lamentò poi la penurra di unità corazzate, di artiglierie, di trasporti marittimi, di cemento e di mano d 'opera per la costruzione di installazioni difensive (31). Egli quindi sottolineò l'efficacia e l'adattabilità dei nuovi mezzi da sbarco nemici, capaci di trasportare direttamente sulle spiagge mezzi corazzati e artiglierie senza necessità di banchine e di attrezzature ponuali. Considerata poi impossibile una preliminare identificazione delle esatte zone di un futuro sbarco e ritenuto pertanto assai probabile che gli invasori riuscissero a stabilire una testa di ponte, Roatta vedeva nei lavori di sbarramento avanzati e nelle unità di manovra fe carte de(~ive pe~ !difensori . .Nel ~aso ~vece che le (30) A.U.S.E., cartella 1497: cVerbale della riunione del 2 maggio 1943 a Palazzo Vidoni•. (31) La penuria di cemento per la messa in opera delle difese fisse era panicolarmeme sentita, dal momemo che l'assegnazione di rale materiale da costruzione rimase molto al di sotto delle 80.000 tonnellate necessarie, toccando appena le 7.000 tonnellate al mese tra il marzo e il giugno 1943. Quest'ultima aliquota era perfino inferiore alla produzione mensile di cemento della Sicilia, che veniva invece indirizzata alrrove. Cfr. E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicilia, Roma 1956, pag. 46. A.lrro scortame problema, rimasto insoluto per la sua complessità, era quello dello sfollamcnto delle popolazioni rivierasche siciliane (circa due milioni di anime), che venne richiesto da Roma nel marzo, ma che avrebbe potuto essere attuato soltanto con la disponibilità locale di sufficienti mezzi da traspono, di alloggiamenti e di infrastrutture pressoché impossibili a reperire.
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forze mobili non fo~ero state in grad~ di contenere e di ricacciare in mare l'invasore, _gon sarebbe rimasto altro che affidarsi adun fronte d'arresto interno «in attesa di favorevoli eventualità» per _!In contrattacco in grande stile. Da parte sua il Capo di S.M. della R. Marina, Amm. Riccardi, ritenne in quella sede che il nemico non avrebbe fatto intervenireTe navi da battaglia, ma avrebbe protetto i suoi convogli tra la Tunisia ~ la Sicilia con soli cacciatorpediniere. Ciononostante egli non considerò possibile «l'impiego delle nostre corazzate contro i cacciatorpediniere avversari in una zona completamente dominata dall'aviazione nemica» e genericamente finì per escludere fin da allora ogni «contrasto navale con mezzi di superficie». All'obiezione poi del Generale Ambrosio se non fosse il caso di considerare l'ipotesi di un attacco navale alle linee di rifornimento marittime avversarie, l'Ammiraglio Riccardi si limitò a rinviare aJ futuro ogni decisione, in relazione alla situazione che si sarebbe creata (32). Infine il Capo di S.M. della R. Aeronautica, Gen. Fougier, dopo avere reputato poco probabile l'invasione della Sicifia a causa della minaccia esercitabile sul nemico da parte dell'aviazione basata in Sardegna, definì «ragguardevoli» e «notevoli» le nostre forze aeree preposte alla difesa della Sicilia e, senza mezzi termini, ritenne possibile «Contrastare efficacemente lo sbarco» (33). Dopo questa importante riunione del 2 maggio al Comando Supremo, il Gen. Ambrosio si recò il 17 del mese a Palazzo Venezia ove, alla presenza di Mussolini, ebbe un incontro con il Maresciallo Kesselring, comandante del Fronte Sud tedesco (32) Anche i tedeschi fecero presente in quei giorni per bocca di von Rimelen il convincimento del nuovo Capo della Kriegsmarine, Amm. Donitz, circa la necessità di «contrastare in alro mare la minaccia navale nemica sulle isole italiane•. Cfr. lettera di von Rintelen ad Ambrosio del 14 maggio 1943 in A.U.S.E. , cartella 1444: •Diario Storico del Comando Supremo•, giorno 14 maggio 1943, pag. 10. Pi~ brutale fu il Col. von Bonin, rienrrato dalla Tunisia c divenuro poi Capo di S.M. del XIV Corpo d'Armata corazzato tedesco in Sicilia, il quale nelle sue «Considerazioni sulla campagna italiana 1943-1944» affermò che in quel tempo •gli alleati già avevano la padronanza dell'aria e, se la flotta italiana era da giudicarsi per quello che valeva, essi erano anche i padroni del mare•. Cfr. A.U.S.E., cartella 2266. (33) Questa forse troppo categorica e azzardata opinione, smentita poi brutalmente dai fatti, ha lasciato intcrdeno il Generale Samoro, autore della storia dell'Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, che ha perfino ipotizzaro un errore da parte del segretario della riunione, incaricato di redigere il relativo verbale. Cfr. G. SANTORO: L'Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, vol. Il , Roma 1957, pag. 548.
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(O.B.S.) e con von Rintelen, addetto militare germanico a Roma. Scopo della riunione era il coinvolgimento delle Forze Armate tedesche alla difesa della Sicilia dopo il recente doloroso epilogo della campagna tunisina (34). In particolare fu discusso della dislocazione sull'isola di carri armati pesanti del tipo «Tigre», dei campi d'aviazione tedeschi, della difesa antisbarco con la fornitura di mine e di filo spinato, del concentramento di molti mezzi navali nemici nel porto di Dijdijelli, della riunione in Calabria della divisione «Hermann Goering>> da trasferire poi in· Sicilia e infine del possibile attacco avversario proveniente da Malta (35). A quest'ultimo proposito il 24 maggio il Comando Supremo ordinò a Superaereo di predisporre, in accordo con l'O.B.S., incursioni su Malta con il compito di contrastare gli eventuali preparativi di sbarco nemici (36). L'auspicato maggiore impegno tedesco alla difesa della Sicilia, in vista di un'invasione che sul posto rappresentava ovviamente un' ipotesi primaria, mentre a Roma era ancora un'eventualit~ tra le tante, non tardò a concretizzarsi o~ come vedremo meglio io seguito. Fin dal 21 maggio infatti il Gen. Roatta comunicò allo S.M.R.E. che la divisione «Sizilien» (divenuta poi la ricostituit!l15a Panzergrenadier) si stava formando sull'isola «con i repani già in transito per la Tunisia o in sosta, opponunamente raggruppati e rinforzati». Non bisogna poi dimenticare che già da tempo esisteva nell'isola il Comando del II Fliegerkorps (II CAT) che esercitava anche la direzione e l'organizzazione terrestre delle Forze Armate tedesche stanziate negli aeroporti e di quelle adibite alla contraerea (Flak) (3 7).
3. L'AVVICENDAMENTO NEI COMANDI E L'ARRIVO DEL GENERALE GUZZONI IN SICILIA Il 30 maggio il Generale Roana fu sostituito dal Generale Alfredo Guzzooi nel Comando della 6a Armata e delle FF.AA. (34) A.U.S.E., canella 1444: cDiario Sroric<? del Comando Supremo•, riunione del 17 maggio 1943 a Palazzo Venezia. (35) A.U.S.E., canella 1444; allegato 1221. (36) A.U.S.E. , canella !444: dispaccio dd Comando Supremo n. 50948 del 24 maggio 1943. (37) A.U.S.E. , cane! la 2221 : ..:Diario Storico Militare del Comando 6• Armata•. allegato 62: messaggio 10642 op del 21 maggio 1943.
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della Sicilia, secondo le scelte compiute a R.9ma_il 25 del mese e che avevano elevato Roatta alla carica di Capo di S.M. dell'Esercito (38). - llGen:-Guzzò'iil portò con sè nel Comando di Enna il ColonnelioEffiilio Faldella quale suo Capo di S.M., ed entrambi. iniziarono- a studiare la situazione dell'isola, di cui mai prima di allora-si erano direttamente interessati (39). - Secondo àlcun'i -autori, a determillare il cambio al vertice delle Forze Armate in Sicilia contribuì notevolmente il risentimento che tra la popolazione dell'isola aveva destato un'espressione reputata da essa offensiva e contenuta in un proclama di Roatta datato S-9 maggio 1943 (40). . Ci rifiutiamo di attribuire una determinante influenza a un siffatto provincialismo, ma ad ogni buon como riproduciamo qui di seguito il testo completo del manifesto, sottolineando comunque · che anche alla luce delle regole sulla punteggiatura non sembra accettabile la suscettibilità con cui venne interpretata allora la finale distinzione tra i «fieri siciliani» e i «militari italiani e germanici», motivo di esagerate polemiche (41). «Siciliani! Le FF.AA Sicilia, in gran parte composte da vostri concerranei, sono qui fra voi, per difendere la vostra Isola, bastione d'Italia. Voi tutti - ne sono sicuro - affiancherete l'opera delle «FF.AA. Sicilia»: - mantenendo, in qualsiasi contingenza, calma ed incrollabile fiducia nei destini della Patria; - applicando disciplinatamente e volenterosamente le disposizioni delle Autorità Militari; - attendendo con lena costante al vostro lavoro ordinario, e a quello cui
(38) A.U.S.E., canella 1444, dispaccio dello S.M.R.E. n. 16951 del 30 maggio 1943. (39) G. ZANUSSI: Guerra e catastrofe dell'ltalia, Roma 1945-1946, vol. l, pag. 327. Il Gen. Guzzoni aveva comandato il Corpo di Spedizione in Albania nell'aprile 1939 c la 4• Armata sul fronte occidentale nella breve campagna contro la Francia nel giugno 1940. Da.! 29 novembre dello stesso anno divenne Sottocapo di S.M. Generale, carica dalla quale si dimise nel maggio 1941, ritirandosi a vita privata. Il CoL Faldella, che sarà promosso nel luglio del 1943 Generale di brigata, era stato comandante del 3" reggimento alpini e del settore Gemanasca Pellice, alle dirette dipendenze della 4• Armata di Guzzoni, ed era passato poi, nell'agosto 1941, allo S.M.R.E. (40) A.U.S.E., cartella 2124/B, documento 135: «Proclama del Generale Roana., Posta Militare 5-9 maggio 1943. (41) Vds. anche M. ROATIA: Otto milioni di baionette, Milano 1946, pagg. 251-252.
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sarete chiamati per rafforzare sempre più la difesa dell'Isola; - arruolandovi e - se sarà necessario - combattendo, nelle cCENTURIE VOLONTARI VESPRI» di imminente costituzione. Strettamente, fiduciosamente e fraternamente uniù, voi, fieri Siciliani, e noi, militari italiani e germanici delle «FF.AA. Sicilia», dimostreremo al nemico che di qui non si passa».
N eli' assumere il nuovo incarico, che lo richiamava al servizio attivo, il Generale Guzzoni emanò lo stesso 30 maggio il seguente ordine del giorno: «Ufficiali, sottufficiali, soldati! Assumo da oggi il Comando delle Forze Armare della Sicilia. Porgo il mio riverente omaggio alle gloriose Bandiere, Stendardi e Labari del R. Esercito, della R. Marina, della R. Aeronauùca, della M.V.S.N. Saluto affettuosamente le unirà pronte a rinnovare le loro gloriose gesta, o ad emulare in valore le unità che già ebbero l'onore di combattere. Saluto altresì i repani delle Forze Armate Germaniche, a noi 'uniti per la difesa di questa italianissima terra. La mia fiducia in voi tutti è pari alla solennità dell'ora. A nome vostro e mio porgo un saturo grato ed augurale all'Eccellenza Roatta, che tanto intensa attività ha svolto per il porenziamento della difesa di quest'Isola, che è affidata al vostro valore e che difenderemo con ferma fede e incrollabile · volontà. li Generale Comandante Alfredo Guzzoni» (4 2).
Guzzoni era appena arrivato in Sicilia che il_ 2 giugno il Prefetto Testa , Commissario straordinario civile, pubblicò una propria ordinanza che elevava le paghe giornaliere ai locali lavoratori agricoli e che precisava che le nuove tariffe non potevano essere superate per nessun motivo e dovevano essere anche «applicate nell'isola per lavori di carattere privato, di pubblica utilità o militari agli operai di qualsìvoglia categoria» (43). Due giorni dopo fu quindi pubblicato sulla «Gazzetta del Regno» il decreto dì militarizzazione del territorio siciliano, con conseguente passaggio di tutti i poteri al Comando militare (44). (42) A.U.S.E . . cartella 2221, allegatO 83. (43) A.U.S.E., cartella 2221, allegato 94. 11 Commissario straordinario civile, nominato tale con R.D. 23 marzo 1943, era staro posto a disposizione del Comando FF.AA. della Sicilia per regolare i rapporti dcll'aurorità militare con i nove Prefetti ed anche per contenere i consumi dell'isola. Cfr. G. ZINGALI: L'invasione della Sicilia, Catania 1962, pagg. 27-28. (44) S. ATTANASIO: Sicilia senza Italia luglio-agosto 1943, Milano 1976, pag. 40. Con il bando 189, a firma di Mussolini, fu militarizzato in quello stesso giorno non solo il personale ferroviario siciliano, ma anche '·quello delia Sardegna. Cfr. A.U.S.E .. cartella 1444.
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Se però con questi ultimi provvedimenti poteva essere almeno in parte risolto il noto problema del reperimento di mano d'opera per la creazione di nuove installazioni difensive, rimaneva insoluta l'altra parallela questione di una maggiore disponibilità di mezzi marittimi per il trasporto dei materiali di costruzione. A tale proposito 1'8 giugno Guzzoni lamentò l'inadeguatezza dei natanti messi a disposizione della 6a Armata per l'afflusso di quelle 8.000 tonnellate giornaliere di materiali reputate come minimo indispensabile e denunciò che nessuno dei duecento motovelieri, già destinati dal Comando Supremo alle esigenze siciliane, era ancora giunto nell'isola. Egli concluse amaramente che «in vari porti non si lavorava per mancanza di piroscafi e di motovelieri» e che in quelle condizioni la situazione dei rifornimenti per la Sicilia si aggravava «Sempre di più in modo veramente allarmante» (4) ). Da parte sua lo Stato Maggiore della R. Marina proprio in quei giorni, esattamente il 7 giugno, aveva trasmesso al Comando Supremo un promemoria con il quale, in relazione ali' ipotesi «SS» formulata il 27 maggio (attacco nemico simultaneo contro ambedue le grandi isole italiane), non reputava possibile per il momento distogliere natanti dal traffico per la Sardegna a favore di quello per la Sicilia. Per lo stesso motivo il previsto trasporto su quest'ultima isola della divisione tedesca «H. Goering» avrebbe richiesto maggiore tempo (46). Il Generale Guzzoni non tardò quindi ad imbattersi con la triste realtà locale, ma non per questo si perse d'animo e cercò di rendersi personalmente conto della situazione sia militare che civile sull'isola compiendo tra il 7 e il 9 giugno un'ispezione nel settore Enna - Messina - Catania. Dal rapporto di tale missione emerge però un inquietante e purtroppo frequente fenomeno: la tendenza dei Comandi in sottordine a presentare le disfunzioni come lievi, temporanee e sanabili, a causa di un malinteso orgoglio e spirito di Corpo (47). Il 7 giugno infatti, stando al citato rapporto, il gruppo (45) A.U.S.E., cartella 2221, allcgam 127: Lele del Coma ndo FF.AA della Sicilia n. 13798 dell'8 giugno 1943. Ancora il 27 del mese Guzzoni lamentò che anziché le previste 8.000 tonnellate giornaliere di riforoimemi, ne giungevano in Sicilia ogni giorno non più di 2.000·3.000. lbidmt , allegato 363: tele n. 35408 del 27 giugno 1943 diretto al Comando Marina di Sicilia e al l'Intendenza FF.AA. di Sicilia. (46) A.U.S.E. , canc:lla 1444: promemoria dello S.M. Marina o. 9282 / T del 7 giugno 1943. (47) A.U.S.E . . cartella 2221 , allegato 129: Relazione sulla visita dell'Eccellenza Guzzoni nella zona Enna - Messina. Catania nei giorni 7, 8, 9 giugno 1943.
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tattico del Maggiore Franzini di Linguaglossa non denunciò altro che «un morale elevatissimo malgrado il contingente sia quasi per intero siciliano, grande entusiasmo e spiccato senso del dovere». Tanto dovette essere effettivamente l'entusiasmo riscontrato nella circostanza che Guzzoni elargì al gruppo tattico un premio di 2.000 lire. A Messina inoltre il Federale Bosco e il Questore Buccarelli riferirono l' 8 giugno «del calmo e sereno spirito della popolazione malgrado i frequenti bombardamenti aerei», mentre il Ten. Col. D'Amico e il Console Bassanese, rispettivamente comandanti del 116 • reggimento costiero sul settore calabro e del gruppo çattico di Gambarie, assicurarono Guzzoni del «buono» spirito e1 della «soddisfacente» efficienza delle loro truppe, definendo infine «a posto» l'equipaggiamento e gli oggetti di corredo. Sempre nella città dello Stretto il Col. Marzà, comandante del 119• reggimento costiero sul settore siculo della Piazza, si mostrò «contento dei propri uomini» che lavoravano «con alacrità». Solo il Maggiore Piga, delegato dell'Intendenza del Comando M.M. Autonomo della Sicilia, denunciò una disfunzione, comunicando che 1.600 carri merci carichi di materiali bellici e di vettovaglie erano «fermi nel compartimento calabro delle ferrovie a causa dell 'interruzione del servizio traghetti». Egli però preannunciò che tali carri sarebbero stati scaricati e che il materiale sarebbe stato trasportato quanto prima con non meglio specificati natanti. Nel pomeriggio dell'S giugno Guzzoni completò la visita nella parte meridionale della Piazza di Messina, ricevendo l'impressione che, a parte la difesa passiva controcarro, il resro dell'organizzazione difensiva fosse «soddisfacente» ed elargendo un premio di 200 lire ai militari di due postazioni di Ali Marina. Il comandante delle FF.AA. della Sicilia concluse il suo giro d'ispezione visitando il 9 giugno Catania, la cui complessa struttura difensiva venne senz'altro definita «molto buona>>. Il rapporto della missione ci inf~r~~ 0oltre ~~e anche. «la ?islocazi?ne recet;Iten:eme assunta dalle dìvlSlom mobd1 Napolt e Lzvomo da garanz1a d1 una solida e sicura difesa di una zona tanto delicata quale è la piana di Catania», mentre lo stesso Guzzoni ebbe a dire in chiusura agli ufficiali riuniti che «i mezzi disponibii debbono essere considerati sufficienti alla difesa». QuestO palesato ottimismo ufficiale venne comunque completamene ribaltatO da Guzzoni il 13 e il 14 giugno, quando egli riferì
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sta al Comando Supremo che allo S.M.R.E. le seguenu .sue impressioni: cNel complesso situazione difensiva inadeguata di fronte mezzi offesa. avversaria. Forze mobili terrestri et capacità reattiva nostra aviazione insufficienti. Spirito popolazione depresso. Reputo necessaria altra divisione germanica corazzata ed una divisione motorizzata italiana oltre at rinforzo aviazione . Mi adopro per potenziare materialmente, spirirualmeoe difese et per creare fronte unico forze armate, gerarchie partito, popolazione . Guzzoni» ( 48).
4. LE ULTIME DISPOSIZIONI E PREVISIONI SULL'ISOLA La mattina del 9 giugno 1943 Il CoL Faldella, Capo di S.M. di Guzzoni, ebbe un lungo colloquio con il Col. Heckel, Capo di S.M. della 15a divisione Panzergrenadier «Sizilien» (49). In tale sede l'ufficiale superiore tedesco espose le possibilità nemiche d 'invasione dell'isola, che localmente si aveva il dovere di prevedere, mentre a Roma si considerava ancora molto dubitativamente. Egli indicò le due più probabili zone di sbarco nella cuspide occidentale e nel triangolo sud orientale Gela - Capo Passero Catania. Nella prima· ipotesi, secondo Heckel, gli anglo-americani avrebbero goduto della vicinanza degli aeroporti tunisini , ma avrebbero incontrato poi terreno difficile per l'avanzata verso l'interno. Era quindi da ritenere più probabile un'operazione anfibia nemica nella zona Gela - Capo Passero - Catania, che comportava sì una maggiore .durata di navigazione e quindi una minore possibilità di sorpresa, ma avrebbe goduto poi di un entroterra più idoneo alla penetrazione, avrebbe minacciato direttamente il traffico dell'Asse nello Stretto di Messina e avrebbe tagliato fuori le forze di difesa stanziate nel settore occidentale dell 'isola. Dopo questa lucida ed esatta esposizione, il Col. Heckel propose di impiegare nel settore Gela - Capo Passero - Catania le truppe mobili italiane «tenendole il più vicino possibile alla costa>> e (48) A.U.S.E., cartella 1444: cOiario StOrico del Comando Supremo•. tele del Gen. Guzzoni n. 14461/op dcli3 giugno 1943 e cartella 2221, allegato 171: rele 14542 del 14 giugno 1943. (49) A.U.S.E., cartella 2221, allegatO 133: Verbale del colloquio con il CoL Heckel, Capo di S.M. del CoL Baade, 9 giugno 1943.
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comunicò che sarebbero stati dislocati nel settore orientale, precisamente nelle zone di Paternò e di Caltagirone, due dei tre reggimenti di fanteria della 15 a divisione «Sizilien», lasciando nella parte occidentale il solo reggimento «Ens», pronto però a trasferirsi dove fosse il pericolo maggiore. Un quano reggimento tedesco sarebbe stato poi formato nella zona di Caltanissetta con elementi distaccati in quel momento in varie sedi. Alla prima imporrante proposta il Col. Faldella rispose che l' .impiego delle unità mobili italiane a ridosso della cuspide sud orientale sarebbe stato possibile solo disponendo di un'altra divisione di riserva d'Armata. Fu invece riconosciuta valida la proposta relativa alla dislocazione della divisione germanica «Sizilien» con il gruppo <<Fullriede» alle spalle- di Gela, il gruppo «Korner» presso Paternò, il gruppo «Ens» nella parte occidentale dell'isola presso Salemi e il nuovo reggimento di formazione «Neapel» presso Caltanissetta. Questa dislocazione di truppe tedesche non teneva però ancora conto del prossimo arrivo in Sicilia della divisione corazzata «H. Goering». In quella sede il Col. Heckel prospettò anche un contrattacco nei confronti del nemico eventualmente sbarcato da pane delle divisioni «Livorno» e «Napoli» lungo la via più breve e delle forze germaniche motorizzate sul fianco avversario. A tale proposta Faldella non dette per il momento una risposta precisa, riservandosi di esaminarla e di sottoporla al Gen. Guzzoni al rientro dalla sua visita di ispezione. Il Capo di S.M. delle FF.AA. della Sicilia si disse invece pronto ad accogliere la richiesta di Heckel di mettere a disposizione di ogni gruppo germanico una sezione di Carabinieri motorizzata per evitare ai militari tedeschi di dover far rispettare personalmente la delicata ordinanza n. l, cioè «di impedire a qualsiasi costo che la popolazione in fuga dalla costa invadesse le strade dell'interno». Collegata a quest'ultimo · problema fu la richiesta del Col. Heckel riguardante lo spostamento di truppe tedesche attraverso l'isola e soprattutto dei diciassette carri pesanti «Tigre» allora esistenti (di cui undici erano nella zona orientale), che potevano essere trasferiti solo per ferrovia. Da parte italiana si chiese al proposito un elenco dettagliato di ciò che occorreva trasportare, promettendo tutto l'aiuto possibile. Le esatte argomen razioni del Col. Heckel circa la maggiore probabilità di uno sbarco nemico nella cuspide sud orientale della
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Sicilia furono di lì a poco contestate dal Gen. R<>ssi, comandante del XVI Corpo d'Armata stanziato proprio ad oriente e dal Geo. Chirieleison, comandante della divisione «Livorno». Essi infatti, durante una riunione del 13 giugno con il Col. Baade, che aveva organizzato i reparti della «Sizilien», affidati poi al Gen. Rodt, reputarono che ·«il nemico, disponendo di molti mezzi, potesse attaccare anche la cuspide nord occidentale ed anche altre località» (50). Da ciò la conclusione del Gen. Rossi che si dovesse «essere invece in condizioni di fronteggiare i tentativi nemici dove li farà», suggerimento in verità assai generico e che denotava ancora una volta la confusione di idee, la sopravvalutazìone delle capacità dell'avversario e l'ignoranza circa le sue abitudini strategiche. Lo stesso 13 giugno il Comando delle FF.AA. della Sicilia inviò ai due dipendenti Corpi d'Armata un memorandum sulla difesa dell'isola che, a firma Faldella, dettava presunte modifiche al capo III del promemoria 5S di Roatta del 27 marzo (51). È opportuno riferirne qui di seguito il testo. ~Tentativo di sbarco tendente , oltre all'occupazione della cuspide occidentale e sud orientale dell 'isola, oppure all'una o all'altra di esse, al settore di Agrigemo. - Le forze di difesa costiera e gli elementi vari di rinforzo già a loro disposizione resistono sul posto a oltranza. - Il «gruppo tattico» di Raffadali - Aragona - Favara (177° rgt. bers.) interviene in analogia a quanto detto nella eventualità di cui alle lettere a) e b) del capo I, secondo gli ordini del Comando XII C.A. Per le eventualità c) dello stesso capo I provvederà questo Comando con la riserva d'Armata. In quest'ultima ipotesi dovrà essere mantenuto ad oltranza il possesso delle posizioni di fascia di sbarramento individuate dalle alture di Cianciana - M. Gi;Uaglione - alLOpiano di Racalmuto - M. Pisciacane. - Per il concorso di forze in dzfesa costiera da settori laterali non impiegati, o di «gruppi mobtli» e «tattici~ viciniori disponibili, sono competenti a decidere i comandandi di C.A.».
Abbiamo detto che tale memorandum intendeva dettare <<presunte» modifiche al capo III del precedente promemoria 5S, poiché in realtà ne ripeteva esattamente le stesse parole, come effettivamente ebbe a rilevare allora un ignoto e acuto commenta(50) A.U.S.E.. cartella 2221, allegato 148: Verbale della riunione del 13 giugno 1943. (51) A.U.S.E., cartella 2221, allegato 166: dispaccio n. 19245/op del Comando FF.AA. della Sicilia in data 13 giugno 1943 intitolato cMemoric sulla difesa della Sicilia».
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tore di tale memorandum, il quale a matita scrisse in margine: «Quali modifiche? Ma se il foglio allegato è lo stesso di quello del Promemoria 5S! Che confusione!» Ventiquattr'ore dopo , il 14 giugno, il Gen. Guzzoni inviò allo S.M.R.E. e, per conoscenza, al Comando Supremo e all'O .B.S. di Kesselring il nuovo promemoria n. 14600 sulla situazione difensiva della Sicilia, nel quale dettagliava le note pessimistiche osservazioni trasmesse a Roma il 13 e lo stesso 14 giugno con i ricordati telegrammi 14461 e 14542. Ecco qui di seguito alcune delle argomentazioni tratte dal documento in questione, che comunque è riprodotto integralmente in appendice (allegato n. 4) (52). La situazione difensiva,, sotto il profJJ.o sia delle opere fisse che della disponibilità di uomini e di armi, non era mutata di molto da quella rappresentata nel marzo dal Gen. Roatta. I battaglioni costieri, per lo più formati da militari locali, anziani e spesso mal comandati, dovevano difendere fronti a mare lunghi da 10 a 45 chilometri, possedendo mediamente un cannone controcarro ogni otto chilometri. La difesa mobile era affidata ad occidente al XII C.A., composto dalle divisioni di fanteria «Assietta» e «Aosta», e ad oriente al XVI C.A. basato sulla sola divisione di fanteria «Napoli». Quest'ultima era formata, al pari dell' «Aosta», quasi esclusivament~ da militari siciliani, che risentivano direttamente e profondamente del disagio morale della popolazione. Il Comando d'Armata disponeva allora , come riserva, della divisione di fanteria «Livorno» e della 15 a div. Panzergrenadier «Sizilìen», le cui intenzioni estremamente aggressive, esposte dal Col. Heckel, facevano però temere a Guzzoni già da allora una prossima divergenza di vedute · qperative (53). Gli aiuti più urgenti richiesti a Roma riguardavano per il momento artiglierie controcarro, autotrasporti, piroscafi e natanti e soprattutto un potenzi amento dell'aviazione e un sollecito trasferimento sull'isola della divisione corazzata germanica «H. Goering» e possibilmente di un'altra divisione motorizzata italiana (54). (52) A.U.S.E., cartella 1497. allegato 1049 e cartella 222 1, allegato 184: promemoria n. 14600/op del 14 giugno 1943: cSituazione difensiva della Sicilia•. (53) E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicilia, op. cir., pag. 69 e pag. 85. (54) In riferimento a quest'ultima richiesta di Guzzoni il Comando Supremo comunicò a Superesercito il 21 giugno che Mussolini aveva disposto l'invio in Sicilia della divisione cM•. il cui trasferimento avrebbe dovuto essere effettuato anche prima del completamento dell'organico c dell'addestrame nto. Cfr. A.U.S.E. , caHella 1497, allegato 1168: te le n . 14186 del 21 giugno 1943 del Comando Supremo. Quindi. nel confermase l' invio in
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Con acume Guzzoni inoltre sottolineò nel promemoria in questione che mai come in quel frangente la situazione militare e quella politica erano intimamente connesse. A tale riguardo non poteva essere trascurato il deprimente stato morale della popolazione, la cui perdita di «fierezza e di reattività» era attribuita all'alimentazione insufficiente, ai bombardamenti aerei e a non meglio identificate «cause più remote». Da parte sua il clero era ritenuto responsabile di alimentare , anziché di scuotere, l'apatia e la rassegnazione delle popolazioni, limitandosi a9 esortarle alla fiducia in Dio e lavorando così per i propri interessi «e non per l'Italia e la difesa dell'isola>>. Dal promemoria n. 14600 emergeva quindi naturale l'amara considerazione che «mentre in altri tempi tutto ciò avrebbe forse determinato una reazione spirituale contro il nemico ed una decisa volontà di resistenza, oggi sembra raggiungere risultati opposti. La depressione aumenta e con essa dilaga il sentimento che si finisca in qualunque modo purché si fmisca». Le riserve di Guzzoni sulla saldezza morale ebbero un immediato eco a Roma, tanto che allo stesso argomento fu dedicata il 19 giugno una circolare dello S.M.R.E., diretta a tutti i Comandi dipendenti e riprodotta anch'essa in appendice (allegato n. 5) (55). In tale circolare si richiamava in sintesi la necessità di «stringere i denti~. memori di come erano state capovolte nel 1917-1918 le sorti di una guerra che anche allora sembravano compromesse, nonché di una disciplina umana e comprensiva, ma inflessibile nella sostanza. Al proposito si concludeva con il preciso ordine di passare per le armi tutti coloro che avessero mostrato indisciplina, debolezza, disfattismo o disordine dinnanzi al nemico. I principi ispirarori dell'azione dei reparti dipendenti in Sicilia furono inveçe dettati dal Gen. Guzzoni il 20 giugno con la circolare 16/S.Op., che sinteticamente sanciva quanto segue (56). - Affrontare energicamente l'avversario durante la sua crisi, Sicilia sia della «H. Goering». sia de!Ja div. «M», il 29 giugno lo S.M.R.E., con foglio 19520, fece sapere al Gcn. Guzzoni che per il momento l'invio di ulteriori truppe era impossibile e che quindi dovevano essere impiegare nella fascia di sbarramento parti delle divisioni mobili già nell'isola. Alla fine però la div. •M• non fu fatta più affluire in Sicilia. (55) Stato Maggiore Esercito, circolare 13 C.S.M. del 19 giugno 1943 sulla csaldczza morale•, in A.U.S.E., cartella 1497. (56) A.U.S.E., canella 2221, allegato 286: circolare del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16/S. Op. del 20 giugno 1943.
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che si verifica al momento dello sbarco e immediatamente dopo, mantenendo ad oltranza il possesso del tratto di costa a ciascuno assegnato , anche in caso di cedimenti sui fianchi e di isolamento. - Saper operare autonomamente in caso di interruzione dei collegamenti. - Reagire immediatamente con contrattacchi sul fronte a mare e nei confronti di aviosbarchi. - Evitare il frazionamento dei reparti. - Impiegare le riserve d'Armata in compiti decisamente offensivi e di manovra. La fiducia che le suddette energiche disposizioni sarebbero state poi applicate effettivamente sul campo non doveva essere comunque eccessiva nel Generale Guzzoni, se egli il 27 del mese reputò opportuno inviare ai Comandi dipendenti la nuova circolare 18/S, anch'essa riprodotta in appendice (allegato n. 6). Con essa il Comando delle FF.AA della Sicilia, prendendo spunto dalle prime notizie di fonte nemica circa la facilità con cui era stata occupata l'isola di Pantelleria- avvenimento che analizzeremo in seguitoammoniva a non avere «Una fiducia cieca» sul contegno delle nostre truppe, ma ad assumere un atteggiamento vigile, consapevole e severo nei confronti del personale disponibile. Nella circostanza il Gen. Guzzoni giunse anche a prospettare l'eventualità che il nostro combattente, specie se siciliano, potesse essere sopraffatto dal «desiderio di abbandonare la lotta o addirittUra di passare nel campo avversario, con la speranza di poter più validamente proteggere i propri cari e i propri interessi». Non si può dire insomma che il Comandante in Capo della Sicilia abbia fatto mistero delle sue preoccupazioni, nè che queste ultime non fossero obiettivamente ispirate ad un limpido realismo, nonostante tre giorni prima, il 24 giugno, Mussolini avesse pronunciato il famoso discorso del «bagnasciuga», dettato dal più ottuso fanatismo (S 7). . Frattanto Guzzoni cominciava a ricevere dai Comandi dipen(57) E. CANEVARI: La gueTTa italiana. Retroscma della disfatta, vol. Il, Roma 1949, pag. 78 1. Ecco i brani più famosi e citati di tale superficiale discorso: cBisogna che non appena il nemico tenterà di sbarcare sia congelato su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga .... Se per avventura dovessero penetrare, bisogna che le forze di riserva- che ci sono - si precipitino sugli sbarcati annientandoli fino all'ultimo uomo. Di modo che si possa dire che essi hanno occupato un lembo della nostra Pauia, ma l'hanno occupato rimanendo per sempre in posizione orizzontale•.
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denti le prime di una lunga serie di denunce riguardanti penurie di mezzi d'ogni specie, fino a poco tempo prima insospettabili e impensate nell'atmosfera d'imperante conformismo. Così il 19 e lo stesso 27 giugno il XII e il XVI C.A. prospettarono in due elenchi le proprie deficienze nel campo delle artiglierie, richiamando l'attenzione sulla mancanza di spolette, di munizionamento, di cannelli e di alzi a cannocchiale per alcune batterie, nonché sulla penuria di personale e di altre attrezzature per quasi tutti i gruppi d'artiglieria (58). Quindi, sempre il 27 del mese, Guzzoni fu costretto a sollecitare a Roma l'invio degli automezzi promessi, precisando che la percentuale dei suoi autocarri inefficienti era allora del 27% (59). · Il l luglio l'Ufficio Informazioni della 6a Armata, pur ancora indeciso se la Sicilia o la Sardegna sarebbe stato il prossimo obiettivo avversario, scoprì che sulla prima isola tutte le coste potevano essere teatro di uno sbarco e che quindi bisognava vigilare ovunque. Si giungeva quindi a prevedere perfino l'impiego da parte del nemico di «piccoli drappelli di rinnegati italiani», nonché di soldati di colore incapaci però di resistere ad una pronta reazione della difesa. Sottovalutata era anche la capacità delle truppe americane, senza distinzione di razza, a manovrare di notte e a combattere all'arma bianca, dopo avere scelto come controprova la recente esperienza statunitense nell'isola di Attu nelle Aleutine e ignorando invece quello che era successo poco prima a Guadalcanal (60). Anche nei giorni immediatamente precedenti l'invasione,precisamente il 5 e 6 luglio, il Generale Guzzoni fu costretto a richiamare la necessità di una maggiore disciplina, di una più efficace organizzazione dei soccorsi durame le incursioni aeree, di un rafforzamento della volontà difensiva e delle energie morali , che il rilevato e crescente accaparramento di indumenti civili da parte di (58) A.U.S.E., cartella 2221, allcgari 361 e 372. · (59) A.U.S.E., cartella 1499. allegato 1424: telegramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 35511 del 27 giugno 1943. (60) A .U.S.E., cartella 2228: Bollettini d'informazione n. 2 e n. 3 della 6• Armata in data l luglio t 943. Per la citata esperienza nelle Aleutine si precisa che l't l maggio t 943 la Task Force 51 dell'Amm. Rockwell m ise a terra su Attu la 7' div. ftr. americana, che con una condotta tattica troppo prudente impiegò venti giorni per avere il sopravvcnro sui 2.630 difensori giapponesi e per completare la conquista di quell'isola. Cfr. A. SANTONI: Storia generale della guerra in Asia e nel Pacifico 1937-1945, vol. II. Modena 1978, pagg. 179-182.
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militari lasciava intendere a priori come molto scarse. I rapporti tra la popolazione siciliana e le autorità militari e r politiche locali non dettero luogo a dissidi rilevanti. Eppure davvero insostenibili furono le privazioni cui dovette sottostare la cittadinanza isolana, sia per penuria di alimentazione (a fine maggio mancavano 12.000 tonnellate di farina rispetto alla quota delle razioni) sia a causa dei continui bombardamenti. Di fronte a queste difficoltà esistenziali i siciliani contrapposero un invidiabile senso di adattamento, sorretto dalla speranza che tutto finisse al più presto, e una generale ·resistenza passiva al sempre più screditato regime fascista. Esempio di quanto detto fu il clamoroso fallimento della progettata formazione di «Centurie volontari dei Vespri», il cui compito avrebbe dovuto essere quello di contribuire alla difesa armata dell'isola con metodi di guerriglia. , Con il crescente gettito di notizie sui movimenti navali nemici in quei primi giorni di.luglio e quindi con l'aumentare della tensione nervosa, non mancarono anche falsi allarmi. Così nella notte sul 7 Supermarina informò che da una serie di presunti incendi scoppiati presso Marsala era da dedurre un locale sbarco anglo-americano. Di lì a poco fu invece chiarito telefonicamente dal Comando delle FF.AA. della Sicilia che non esistevano né incendi né truppe nemiche a terra (61). In· quella stessa giornata fu comunque ordinato da Roma di predisporre l'interramento dei porti dell'estremità occidentale della Sicilia, cosa che però non risultava realizzabile con i mezzi a disposizione. Pertanto 1'8 luglio Guzzoni decise di disporre per la sola inutilizzazione delle banchine dei porti di Trapani e Marsala e per l'inattivazione e l'ostruzione dei poni di Licata, Sciacca e Porro Empedocle (62). Alle 19. 30 gel 9 luglio, giunte notizie sull'approssimarsi di convogli nemici, il Col!!_ando delle FF.AA. della Sicilia ordinò lo «Stato d'a1J.aime» convertito poi in «Stato di emergenza» alle 01.10 d_cl_10 luglio quando pervennero le prime segnalazioni di sbarchi di par~cadutisti nemici. lr;Ifme alle 01.50 dello stesso giorno il Gen. Guzzoni ordinò il brillamento delle interruzioni predisposte a Porto Empedocle e a Licata (63). Con l'occasione ricordiamo che la (61) E. FALDELLA: Lo sbarco e la d1jesa della Sicilia, op.cit., pag. 102. (62) A.U.S.E., cartella 2228: «Diario storico Militare de l Comando de lla 6• Armata.., giorno 8 luglio 1943. (63) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124 / A: c.Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•.
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«tempestiva distruzione dei poni nelle isole» veniva in quelle stesse ore raccomandata personalmente dal Generale Ambrosio ai tre Capi di S.M. delle Forze Armate con un dispaccio delle ore 01.30 del 10 luglio (64).
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(64) A.U.S.E., cartella 1501, allegato 469: tele 14697/op dellO luglio 1943 del Comando Supremo.
CAPITOLO IV
LE FORZE CONTRAPPOSTE l.
I RAPPORTI ITALO-TEDESCID E IL POTENZIAMENTO GERMANICO IN ITALIA
Allorquando con la caduta di Tripoli e la perdita della Libia le sorti della guerra nel Mediterraneo sembravanp assumere un andamento decisamente sfavorevole all'Asse europeo, si moltiplicarono da parte tedesca le manifestazioni di diffidenza circa la reale volontà italiana di rispettare l'alleanza contratta. Così il 13 febbraio 1943, durante una delle consuete conferenze navali del Fiihrer, l'Ammiraglio Donitz, recente nuovo comandante della Kriegsmarine, giunse a lamentare con Hitler il fatto che sommergibili inglesi fossero liberi di attaccare il traffico d eU' Asse perfino d'avanti ai porti italiani. Nella successiva riunione del 26 febbraio Donitz riferì quindi di aver allacciato trattative con la R. Marina per la requisizione di numerosi panfùi privati italiani da adibire al traffico con la Tunisia «possibilmente sotto comando tedesco». Per gli stessi scopi la Seekriegsleitung decise di istituire a metà febbraio nel Mediterraneo il Comando navale di difesa del traffico dell' Amm. Ruge, che doveva affiancare il vecchio Comando Marina tedesca in Italia retto dall' Amm. Weichold e poi dall' Amm. Meendsen-Bohlken a partire da marzo. Quindi 1'8 marzo fu la volta di Goering, comandante della Luftwa.ffe, ad esprimere in una sua visita a Roma numerose lamentele per l'andamento delle operazioni aeronavali nel Mediterraneo. Fece eco il 15 e il 16 marzo ancora Donitz sia di fronte a Mussolini sia in una riunione con l' Amm. Riccardi, Capo di S.M. della R. Marina, nella quale Donitz ottenne il permesso di aggregare a Supermarina il nuovo Comando dell' Amm. Ruge dipendente però da Berlino.
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L'esistenza di due Comandi navali tedeschi a Roma non poteva però non portare a sovrapposizioni di competenze e a conflitti di autorità, per cui il 18 maggio, dopo la caduta della Tunisia, l'Ufficio di Ruge assorbi quello di Meendsen-Bohlken che, meno anziano del collega, rientrò in Germania (1). Fu comunque ancor più nel settore aereo che le Forze Armate del Terzo Reich vennero impegnate a sostegno della difesa del Mediterraneo e della Sicilia in particolare. A partire dalla seconda metà di maggio 1943 infatti i velivoli della za Luftflotte furono più che mai occupati a contrastare crescenti incursioni aeree alleate soprattutto contro gli aerodromi, le vie di comunicazione e le città siciliane, nonché coritro i traghetti in servizio nello Stretto di Messina. Gli attacchi dei bombardieri anglo-americani, soprattutto dei quadrimocori contro i grandi centri urbani, miravano anche a - prostrare il morale degli italiani e ad indebolirne, particolarmente in Sicilia, i propositi di resistenza, sebbene in qualche caso ottenessero esattamente l'effetto contrario di esasperare il rancore delle popolazioni nei confronti degli alleati. Comunque l'offensiva aerea determinò un effettivo indebolimento dell'aviazione italo-tedesca e produsse un rallentamento sensibile nel flusso di traffico verso la Sicilia. Da parte tedesca ci si rese conto di quanto fosse importante fronteggiare l'offensiva dei quadrimotori alleati, poiché dai risultati contro dì essi poteva dipendere, dal punto di vista militare e politico, lo sviluppo dei successivi avvenimenti in Italia; ma il problema non era di semplice soluzione. Sarebbe stato necessario ad esempio che l'insufficiente numero di apparecchi da caccia disponibili per le intercettazioni fosse inviato al combattimento manovrato da un unico Comando, la cui realizzazione era stata però fino ad allora sempre frustrata dalle gelosie e dal particolarismo vigenti tra gli alleati dell'Asse europeo. Questo obiettivo del resto continuava ad essere irraggiungibile anche per altri motivi (l) A.U.S.E., cartella 1444: cOiario Storico del Comando Supremo• . giorno 18 maggio 1943. Alla data dell'invasione della Sicilia la K.riegsmarinc aveva in Italia un grosso contingente di naviglio sottile inquadrato nella cosiddetta 7• divisione navale di sicurezza, composta in totale da sei corvette, tre torpediniere, undici cacciasommergibili, due posamine, senamauè dragamine e morodragamine, venti motosilurami e quattro navi appoggio. Inoltre operavano in quel momento nel Mediterraneo diciassette U-boote germanici.
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tecnici, quali la differenza della lingua e, soprattutto, la penuria di apparati di radiofonia sui velivoli italiani, che rendeva inattuabile la manovra bellica d'insieme delle squadriglie. Il risultato, spiacevole per le successive conseguenze comportamentali germaniche, fu che i tedeschi finirono per sobbarcarsi la maggior parte dell'attività aerea difensiva sulla Sicilia, sulla Sardegna e sulla penisola centro-meridionale, zone in cui si trovavano allora dislocati i principali reparti di volo della 2a Luftflotte. Bisogna tuttavia dire al proposito che l'impegno aeronautico tedesco in Italia, sebbene instancabile, non trovò affatto soddisfatto Goering che, nel rozzo intento di sollecitare maggiori risultati, finì addirittura per minacciare il trasferimento sul fronte russo, come truppe di fanteria, di preziosissimi piloti da caccia. Egli fece anche sapere che i piloti sarebbero stati sottoposti a consiglio di guerra quando, dopo un combattimento, non avessero potuto provare alcun successo, a meno che non fossero stati essi stessi abbattuti o seriamente danneggiati. Quando poi Goering si persuase che la 2a Luftflotte, a causa di un'insanabile inferiorià quantitativa rispetto all'aviazione angloamericana, stava attraversando un momento molto critico, egli credette di poter migliorare la situazione cambiandone il comandante diretto. Pertanto il 12 giugno 1943 il Maresciallo Kesselring, che teneva allora il doppio Comando del Fronte Sud (O.B.S.) e della 2 a Luftflotte, venne esonerato dalla direzione di quest'ultima Grande Unità aerea, che passò agli ordini del Gen. Wolfram von Richthofen , cugino del famoso «barone rosso» e già comandante dell'VIII Fliegerkorps durante la campagna balcanica del 1941 e poi della 4a Luftflotte in Russia (2). Giunto in Italia, von Richthofen si rese subito conto che la situazione in questo settore era assai diversa da quella prospettatagli a Berlino da Goering e che Kesselring aveva ragione in molte cose. Pertanto, d'intesa con il comandante dell'O.B.S., egli concesse periodi di riposo al personale e il 22 giugno concordò con il Gen. Fougier, Capo di S.M. della R. Aeronautica, il trasferimento dei reparti da bombardamento italo-tedeschi dalla Sicilia al continen(2) A. SANTON I - F. MATI'ESINI: La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-194.5, Roma 1980, pag. 390. Comandante del cosiddetto cFliegerfuhrer Sizilicn• era il Gen. Mahncke, che aveva ai suoi ordini il Col. Pclz quale comandante dei reparti da bombardamento.
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te. In tal modo gli aeroporti siciliani e sardi, pesantemente bersagliati dal nemico, continuarono ad ospitare soltanto i reparti da caccia e d'assalto e a fungere da scalo intermedio per le azioni dei 1 bombardieri dell'Asse partenti dalle basi sulla penisola. La principale attività offensiva del II Fliegerkorps, punta di lancia della 2a Luftflotte, con Comando tattico a Taormina, fu diretta in quel periodo contro i porti del Nord Mrica, dove gli alleati stavano ammassando navi, truppe e materiali per un balzo oltremare reputato ormai imminente a Roma e a Berlino, ma la cui destinazione non venne identificata nelle due capitali dell'Asse fino al 6 luglio. . A causa dell'inferiorià rispetto al nemico i bombardieri tedeschi operarono-quasì esclusivamente di notte, ma coSì facendot loroSforzi furono del tutto sproporzionati rispetto ai modesti risultati ottenuti. Infatti tra la notte del 14 maggio, giorno successivo alla caduta della Tunisia, e quella del 5 luglio i bombardieri del II Fliegerkorps eseguirono ventiquattro incursioni contro i porti del Nord Mrica francese in mano all'avversario , impiegando in successione un totale di 772 Ju. 88, perdendone ben 55. Di contro essi causarono soltanto danni alle installazioni portuali, ai due cacciatorpediniere inglesi l/ex e Petard (rispettivamente la notte del 14 maggio a Bona e la notte del 17 giugno a Biserta) e affondarono a Orano la notte del 19 maggio il piroscafo americano Samuel Grtffin. Lo stesso crescente impegno tedesco a difesa del territorio italiano e in particolare della Sicilia fu palese anche nel campo terrestre, a partire dalle ulteriori due divisioni offerte da Hitler a Mussolini a metà maggio e che avrebbero portato a cinque quelle presenti in Italia (3 ). Il rifiuto di queste due divisioni tedesche da parte del Comando Supremo il 12 maggio fu al centro dei commenti successivi. Kesselring sostenne che così facendo «gli italiani volevano rimanere padroni in casa loro», mentre il Fi.ihrer fu ancora più esplicito, affermando che con tale comportamento il Comando Supremo italiano voleva conservarsi «mano libera per il futuro» e che non c'era quindi da fidarsi della volontà dei militari italiani di proseguire la guerra fino in fondo. (3) W .G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. ci t., pag. 30. Le tre divisioni tedesche già presenti in Italia in quel periodo erano la 90• destinata in Sardegna c la 15• c la eH. Goering. destinate in Sicilia.
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Il suddetto convincimento di Hitler fu ancora più rinforzato dal pessimistico resoconto che von Neurath fece il 20 maggio sulla sua visita in Sicilia, dalla quale vennero tratti ulteriori elementi a sfavore della determinazione difensiva del Gen. Roatta, allora comandante della 6a Armata sull'isola, e di tutta la popolazione locale (4). Fu proprio al termine di questo colloquio del 20 maggio che Hitler chiese al Gen. Keitel di predisporre un piano, poi approvato due giorni dopo con il nome di ALARICO, per impossessarsi del controllo dell'Italia settentrionale in caso di voltafaccia dell'alleato mediterraneo (5). Poco dopo però la mutata prospettiva di una prossima invasione dell'Italia fece cambiare opinione al Gen. Ambrosio, che nei tre colloqui con Kesselring del l, 11 e 12 giugno giunse a chiedere il trasferimento nella penisola delle due altre divisioni germaniche offerte da Hitler e rifiutate in un primo tempo (6). Pertanto la 3a e la 16 a div. Panzergrenadier scesero lungo lo stivale ftno a Roma e a Salerno, ciò che rese possibile il contemporaneo trasferimento della «Hermann Goering» in Sicilia, il cui I battaglione corazzato iniziò a passare lo Stretto di Messina il 27 del mese, raggiungendo sull'isola il proprio gruppo esplorante già arrivato da quattro giorni e l'intera divisione «Sizilien». Quest'ultima, formata da truppe trattenute sull'isola quando divenne evidente la perdita della Tunisia, era stata organizzata sotto il comando provvisorio del Col. Baade ed era stata poi battezzata ai primi di giugno 15 a div. Panzergrenadier (7). Non ancora tranquillizzato circa l'apparato difensivo dell'Asse in vista di un'invasione dell'Italia, il Gen. Ambrosia ftnì per chiedere il 17 giugno anche una sesta e una settima divisione germanica, che furono la 26a e la 29a Panzergrenadier e che penetrarono nella penisola ai primi di luglio (8). Frattanto 1' 11 giugno il Generale Miiller era stato nominato «Comandante delle Forze Armate tedesche in Sicilia» con i seguenti compiti (9). (4) Il rapporto di von Ne urarh ad Hitler è anche riprodotto in W. CHURCHILL: La seconda gue"a mondiale, op. cit., vol. IX, pagg. 42-43 . (5) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicilyondthesu"enderofltaly, op.cit., pag. 50. (6) Ibidem, pagg. 74-75. (7) H. POND: Sicilia, op. cit., pag. 30. (8) U.S. ARMY IN WORLO WAR II: Sicily an d the sumnder of Italy, op. ci t., pag. 75 . (9) A.U.S.E., cartella 2221 , foglio n. Op. Pr. 230/43 dell ' l l giugno 1943. divulgato dal Comando della 6• Armata con circolare 15035/op del 24 giugno 1943.
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- Poteri territoriali sulle truppe germaniche nell'isola (alloggiamenti, trasporti, collegamenti, assistenza, ecc.), in aderenza alle disposizioni del Generale tedesco dì collegamento presso la 6 a Armata italiana, di prossima nomina. - Direzione e responsabilità sui Comandi fissi germanici (aeroporti, impianti di collegamento, depositi , ecc.) e sui reparti non divisionali. - Approvvigionamenti delle truppe tedesche e compm di Intendenza. Lo stesso 11 giugno, cioè il giorno prima di perdere la direzione della 2 a Luftflotte, il Geo. Kesselring, che rimase comunque comandante · dell'O.B.S., emanò con foglio Op. Pr. 229 l 43 le misure per la difesa territoriale della Sicilia. In base ad esse ogni presidio o aeroporto avrebbe dovuto «difendersi fino . all'ultimo» alle dipendenze di «comandanti dì combattimento di zona», investiti di «pieni poteri dittatoriali», che avrebbero «giurato solennemente» a loro volta di «resistere fino all'estremo» (10). Seguivano nella stessa circolare le varie ipotesi dì allarme, suddivise in tre. gradi di pericolosità, e le modalità dì ·difesa dei presidi, aeroporti e installazioni. In particolare si prescriveva la costituzione di posti di sbarramento «ad istrice» a distanza dagli obiettivi veri e propri, nonché l'utilizzazione di <<locali riserve mobili d'urto» e di «unità mobili di allarme». Infine si raccomandava una «continua stretta collaborazione con i locali Comandi italiani competenti», ma si aggiungeva che occorreva anche «tenere presente la possibilità che le truppe e i reparti italiani fossero impiegati altrove e che perciò tutta la difesa di quel posto restasse affidata alle sole truppe tedesche». Al suddetto ordine di Kesselring era poi annessa un'aggiunta del Comandante delle FF.AA della Sicilia, Gen. Guzzoni, comprendente alcuni dettagli come la formula del giuramento per i previsti «comandanti di combattimento di zona», i cui nomi dovevano essere comunicaci entro il 16 giugno, nonché i sistemi di collegamento per tali centri di difesa territoriale. Tuttavia la decisione più impo_fgnte di quel periodo fu la nomina del Cenerile Senger und Etterlin ad ufficiale di collegamento tedesco presso I:: 6a ~rmata, designato il 22 giugno da (10) A.U.S.E., cartella 2221, allegato 360: foglio n. Op. Pr. 229/43 dell'Il giugno 1943, divulgato dal Comando della 6• Armata con circolare 15:577/op del 27 giugno 1943.
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_Hitler (11). I compiti assegnati a tale alto ufficiale furono precisati dall' O.B.S. il 25 del mese nell'allegato al foglio 2893/43 ed in sintesi erano i seguenti ( 12). - Elaborazione e trasmissione degli ordini a tutte le truppe tedesche in Sicilia e diritto di esprimere al Comandante della 6 a Armata· italiana - da cui egli direttamente dipendeva - le proprie opinioni operative, senza però potergli imporre i relativi suggerimenti. - Tutela delle esigenze d elle unità germaniche sull'isola, secondo le istruzioni dell'O.B.S. - Comando dal punto di vista territoriale di tutti i repani tedeschi presenti in Sicilia, a prescindere dalla loro confermata dipendenza tattica dalle autorità militari italiane. Questa nomina non sfuggì agli inglesi, che attraverso le decrittazioni ULTRA seppero il 27 giugno che «il Generale von Senger und Etterlin era stato nominato ufficiale di collegamento tedesco con la 6a Armata italiana, nonché comandante territoriale delle forze germaniche in Sicilia, dopo aver già c9mandato nel febbraio la 17a divisione corazzata» (13) . Appena giunto in Sicilia il Gen. Senger und Etterlin panecipò il 26 giugno ad un 'imponante riunione con Guzzoni, Faldella, Kesselring, Miiller e Rodt, quest'ultimo nominato il 6 del mese comandante della 15 a divisione «Sizilien» (14). Secondo il verbale della riunione del 26 giugno, da noi riprodotto in appendice (allegato n. 7), vennero toccati i seguenti argomenti ( 15). l) Conferma solenne da pane di Kesselring che il Comando superiore in Sicjlia spettava al Generale Guzzoni, lasciando a Senger und Etterlin la possibilità di formulare i suggerimenti da pane tedesca ( 16). (11) F. M. SENGE.R und ETIERL1N: Combattere senza paura e senza speranza, Milano 1968, pag. 207. (12) A.U.S.E., cartella 1500: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 17: foglio 2893/43 dell'O.B.S. in data 25 giugno 1943. (13) P.R.O., fondo DEFE 3, cartella 573: Reports based ort lntelligence frorn Germa11 Army and Air Force tra/fie, 16th September I942-15th May 1945, dispacci della HUT 3 di Blerchlcy Park: documento CXI MSS/C.142, trasmesso alle ore 08.52 del 28 gi ugno 1943. (14) F. KUROWSKl: Das Tor zur Festung Europa, Neckargemund 1966, pagg. 22-26. (15) A.U.S.E., cartella 2221, allegato 336: verbale della riunione del 26 giugno 1943. (16) Ancora il 10 luglio lo S.M. del R. Esercito dovette ricordare all'O.B.S., con foglio n. 2893/Seg., che gli ordini operativi alle unità tedesche in Sicilia sarebbero sempre pervenuti c.attraverso i comandanti' italiani di C.A. o di divisione e non attraverso l'ufficiale germanico di collegamento•.
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2) Proposta di Kesselring di avanzare la linea difensiva della Sicilia almeno al margine della zona montagnosa, in modo da portare le truppe «tanto in avanti da contrattaccare appena il nemico avesse messo piede a temu. Ciò anche perché l'esperienza aveva dimostrato ai tedeschi quanto arduo e dispendioso fosse muovere truppe dall'interno verso la costa in presenza di forte contrasto aereo nemico. Era egualmente da evitare, secondo Kesselring, una dislocazione troppo ali' interno dei carri armati pesanti «Tigre», che necessitavano di trasporto ferroviario per distanze di 50-100 chilometri (17). 3) Convinzione del Gen. Guzzoni della necessità di mantenere una grossa riserva mobile all'interno dell'isola, a causa dell'estrema incertezza circa le zone di possibile sbarco nemico. A proposito dello scottante problema concernente la dislocazione delle due divisioni tedesche allora disponibili per la Sicilia, occorre rifarsi non solo ali' esaminato verbale di riunione, ma anche alla prima parte della «Relazione del Comando delle FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943» (18). In base ad essa sappiamo che l'intenzione di Kesselring era quella di stanziare l'accorrente <<H. Goering», molto forte in carri armati, ma debole in fanteria (due soli battaglioni), nella zona sud orientale dell'isola insieme ad un reggimento della 15 a div. «Sizilien» e di spostare il resto di quest'ultima divisione ad occidente. Il Generale Guzzoni invece desiderava riunire il Comando della 15a divisione tedesca con il suo 104° rgt. Panzergrenadier del Ten. Col. Ens nella regione ad est di Piazza Armerina e stanziare rispettivamente il 115 o rgt. «Korner» e il 129 o rgt. «Fullriede» nella piana di Catania e a sud di Caltagirone. In tal modo l'intera div. «Sizilien» sarebbe risultata orientata sia verso la piana di Catania sia verso Gela, con possibilità di spostare il grosso d'elle sue forze verso l'una o l'altra possibile direttrice d'invasione nemica. Riguardo alla divisione «H. Goering» l'intenzione di Guzzoni era quella di schierare un terzo delle sue forze ad occidente, in sostituzione del sottratto gruppo «Ens», e due terzi nella zona Caltanissetta-S. Cataldo come riserva d'Armata, per sfruttare la sua estrema mobilità (19). (17) Anche Rommel confermò nelle sue memorie l'opportunirà di uno schieramenro più possibile a ridosso delle cosre, onde evirare il facile campliamemo della resta di ponte del nemico•. Cfr E. ROMMEL: Gue"a senza odio, Milano 19~2. pag. 404. (18) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/ A. (19) F. KUROWSKI: Das Tor zur Festung Europa, op. cit., pagg. 36·38.
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Alla base delle divergenti opinioni circa la dislocazione delle due divisioni mobili tedesche c'era anche il diverso convincimento sulla provenienza dell'attacco nemico, che "secondo Kesselring era più probabile nella zona occidentale, mentre per Guzzoni era da attendersi più esattamente in quella orientale o sud orientale dell'isola. Al termine della riunione del 26 giugno si giunse ad un compromesso che teaeva conto in gran parte dei desideri tedeschi, soprattutto perché Guzzoni si convinse della debolezza della «H. Goering» in truppe di fanteria. Furono quindi impartite le seguenti disposizioni (Vds. tavola n. 5 e schizzo n. l in appendice). - Trasferimento d ella «H. Goering» dalla zona di raccolta Leonforte-Adrano verso la zona di Caltagirone, dove essa sarebbe passata agli ordini del XVI Corpo d'Armata, già comprendente le div. italiane «Napoli» (tra Vizzini e Palazzolo Acreide) e «Livorno» (lungo la valle del Salso), quest'ultima però sottratta subito dopo al Corpo d'Armata e inserita quale riserva d'Armata (20). -Spostamento del Comando della 15a div. «Sizilien» e del suo gruppo «Fullriede» (129° rgt. sue tre battaglioni) da S. Cataldo Caltanissetta verso occidente tra Salemi e S. Ninfa. Qui essi avrebbero raggiunto il gruppo «Ens» (104 o rgt. su due battaglioni) e· sarebbero passati alle dipendenze del XII Corpo d'Armata già composto dalle divisioni italiane «Aosta» e «Assietta», dislocate rispettivamente tra Alcamo e Salemi e nella valle del Belice. Venne però concordato che il trasferimento del Comando div. «Sizilien» e del gruppo del Ten. Col. Fullriede sarebbe stato attuato solo dopo il completamento dello schieramento della «H. Goering» a Caltagirone. Poiché poi quest'ultima condizione si verificò proprio il 9 luglio, vigilia dell'invasione, lo spostamento del Comando della div. «Sizilien» e del gruppo «Fullriede» da S. Cataldo non fu più attuato (21). (20) La divisione corazzata eH. Goering• del Geo. Conrath passò effettivamente alle dipendenze del XVI C.A. il 9 luglio. Essa avrebbe dovuto essere in seguito rinforzata da alui due battaglioni di fanteria e possedeva alla data del 30 giugno 1943 8. 739 uomini e 82 carri armati, oltre ai 17 carri pesanti cTigre• che le furono prestati dalla div. «Sizilien:o. Cfr. A.U.S.E .. canella 2221, allegato 395: promemoria del Ten. Col. Poli, controfirmato dal Col. Faldella del 30 giugno 1943 e carrella 2228: messaggio del Geo. Senger und Etterlin n. Z.O. del 2 luglio 1943. (21) Il rapido schieramento in Sicilia della eH. Goering:o, terminato il 9 luglio, fu motivo di ammirazione da parte del Comando Supremo, che già dal giorno 8 con dispaccio 01500/UT /OP auspicò a Superescrcito e a Supermarina che tale celerità fosse presa ad esempio dalla nosua organizzazione dei uasporti. Cfr. A.U.S.E., cartella 1501, allegato 359.
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Dislocazione del gruppo «Korner» (115 o rgt. della «Sizilien» su due battaglioni) presso Paternò, alle spalle di Catania. Questo gruppo tedesco si fuse poi con un btg. carri, una compagnia esplorante e un gruppo d'artiglieria della «H. Goering» dando vita al gruppo del Col. Schmalz. - Costiruzione a sud ovest di Enna del gruppo «Neapel» del Col. Geisler, formato dalla 215a compagnia corazzata con 15 carri 'in arrivo dal continente e da un battaglione mortai e armi d'accompagnamento sottratto al rgt. «Fullriede». - Arretramento della divisione «Livorno» nella zona a sud est di Caltanissetta e, com~ si è detto, suo assorbimento nella riserva d'Armata. Con l'effettuazione delle suddette direttive le forze mobili itala-tedesche assunsero quella stessa dislocazione presente al momento dello sbarco alleato (Vds. tavola n. 5). Per concludere sintetizziamo l'articolazione delle unità combattenti tedesche presenti sull'isola, che possono essere anche riscontrate in appendice (allegato n. 8). La divisione «Sizilien» del Gen. ·Rodt comprendeva 16.047 uomini ed era formata da una compagnia esplorante, da tre rgt. ftr., da un rgt. art., da un btg. di art. c.a., da due btg. mortai , da un btg. pionieri e da 67 carri armaci compresi 17 «Tigre» prestati alla div. «H. Goering». Quest'ultima divisione corazzata di soli 8. 739 uomini . era al comando del Gen. Conrath e comprendeva un rgt. corazzato, una compagnia esplorante, due btg. ftr. motorizzati (totale 82 carri oltre ai 17 «Tigre» avuti in prestito dalla «Sizilien»), un gruppo contraereo Flak, un rgt. art., · un btg. mortai e un btg. pionieri. Dalla «Sizilien» e dalla «H. Goering» era stato estratto il già esaminato gruppo tattico del Col. Schmalz. Il 12 luglio, come vedremo meglio in seguito, giunsero in Sicilia due reggimenti di paracadutisti germanici (il 3 o del Col. Heilmann e il 4 o del T e n. Col. Walther) ed il 15 iniziarono i movimenti per il trasferimento sull'isola della 29a div. Panzergrenadier del Gen. Fries, composta da due reggimenti mococorazzati (il 15° e il 71 o) ognuno su tre battaglioni, dal 29° rgt. art. su tre gruppi, dal 129° gruppo esplorante corazzato, da un btg. pionieri e da un gruppo Flak. In conclusione è stato calcolato che nei primissimi giorni (22} F. KUROWSKI: Das Tor zur Festung Europa, op. cir. , pagg. 24, 27-28 e 163-164.
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dell'invasione le truppe germaniche presenti in Sicilia ammontassero a 30.000 uomini, di cui 28.000 combattenti, mentre nel corso dell'intera campagna vennero impiegati dcii tedeschi 67. 500 uomini, di cui 62.500 combattenti. Di essi, come dettaglieremo alla fine, 13.500 feriti o ammalati vennero eva.cuati a partire dal 15 luglio, 39.569 riuscirono a traghettare in Calabria durante l'operazione di sgombe7o LEHRGANG, 4.325 furono i moni accertati e 10.106 i prigiorueri e i dispersi, compreso un imprecisato numero di moni sepolti in fosse comuni. 2. LE DIFESE TERRESTRI ITALIANE IN SICILIA (Vds. tavola n. 5 e schizzo n. l in Appendice) Le truppe combattenti a difesa della Sicilia all'inizio dell' operazione HUSKY formavano un insieme numerico di 175.000 italiani e 28.000 tedeschi con 498 pezzi d'artiglieria da campagna, oltre a quelli in postazioni fisse, 100 carri armati italiani e 149 tedeschi più altri l 5 in arrivo. Occorreva poi aggiungere un numero di circa 57.000 tra italiani e tedeschi addetti ai Servizi, per cui il totale generale raggiungeva i 260.000 uomini. Queste truppe erano suddivise nei due Comandi di Corpo d'Armata XII e XVI e in contingenti d'Armata, secondo il quadro di battaglia riprodotto in appendice (allegato n. 8). La sede del Comando delle FF.AA. della Sicilia era Enna, tnentre~il XII e iCXVCC.A. avevano i loro Comandi rispettivamente a Corleone e a Piazza Armerina. - La linea difensiva a ridosso delle spiagge era affidata a cinque divisìolli, a aue brigate e a un reggimento autonomo definiti «costief.i~, privi di mobilità, per un totale di 63 battaglioni (vds. tavola n. 5). Una sesta divisione costiera, la 230a , venne inserita proprio il giorno dell'invasione nel settore di Marsala e Mazzara del Vallo, tra la Piazza Militare Marittima di Trapani e la 202 a div. costiera. Per l'esattezza, con dispaccio 119604/ op del 10 luglio 1943 del Comando del XII Corpo d'Armata, fu assegnato a questa sesta divisione costiera il settore tra Torre S. Teodoro e il fiume Arena, già attribuito in parte alla 202a divisione e in pane alla 208a div. costiera. Quest'ultima sarebbe quindi rimasta responsabile del solo golfo di Castellammare sulla costa settentrionale della Sicilia ( 23). (23)A.U.S.E., candia 2011: cDiario Srorico Militare del Xli Corpo d'Armara.., allegato 11~ dispaccio 119604/op del 10 luglio 1943 .
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Le disponibili quattro divisioni di linea italiane e le due tedesche erano state invece stanziate più ali' interno, secondo i già esaminati accordi, pronte ad accorrere verso le zone dei riconosciuti sbarchi nemici. Esistevano poi due «Difese di Porto~ affidate all'Esercito: quelle.di Palermo (Porto «N») e di Catania (Porto «E»), mentre a salvaguardia dei dodici aeroporti erano stati stanziati appositi contingenti fissi appoggiati da otto «gruppi mobili~. Inftne cento nuclei antiparacadutisci (N.A.P.), costituiti ciascuno da un plotoncino per lo più di anziani coscritti , avevano il compito di localizzare, impiegare e neu tralizzare le possibili infil~razioni di truppe aviolanciate dagli anglo-americani. Altri 45 N.A.P. composti da soldati della Milizia fascista furono disciolti per scarso affidamento nel mese di giugno. AJle dipendenze di Supermarina, tramite il Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia dell' Amm. Barone, erano invece le tre Piazze Militari Marittime di Messina - Reggio Calabria (Amm. Barone), di Augusta - Siracusa (Amm. Leonardi) e di Trapani (Amm. Manfredi), quest'ultima divenuta «Difesa del Porto 0~ dal 15 luglio, nonché Otto treni armati (24). La scarsa efficienza delle truppe preposte alle difese fisse litoranee emerge chiaramente da uno studio del Gen. Attilio Quercia, già Capo di S.M. del XII C.A. in Sicilia. Crediamo pertanto utile riprodurre qui di seguito alcuni giudizi estratti da tale saggio pubblicato per conto del Centro Alti Studi Militari (25). «l comandanti erano, di massima, Generali di brigata che avevano raggiunto tale grado nella riserva. Quasi tutti conservavano inalterate le belle qualità di vecchi soldati, ma difettavano di preparazione professionale aggiornata. I Capi di Stato Maggiore erano ufficiali col titolo s.g., ma non erano in (24) Dal foglio 15709/op del Comando Supremo datato 30 giugno 1943 risulra che i treni armati della Regia Marina in Sicilia erano i seguenti otto: 120-IV-S a Catania. 102-l-T a Targia (Siracusa), 76-U-T a Licata, 76-1-T a Porto Empedocle, 120-III-S a Porto Empedocle, 76-III-T a Mazzara del Vallo, 152-JI-T a Carini, 152-I-T a Termini Imerese. Cfr. A.U.S.E., cartella 2221, allegato 397 e G. FIORAVANZO: l treni armati della Marina, in «Rivista Marittima• ottobre 1966. pag. 22. Il Faldella invece sostiene erroneamente che i treni armaci delia R. Marina in Sicilia fossero allora solo quattro. Cfr. E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicz/ia, op. cit. , pag. 54. Si ricorda che anche Pantelleria e le isole Pelagie dipendevano dallo S.M. deila R.Marioa. (25) A. QUERCIA: Situazione dtfeniiva della Sici/14 alla vigi/14 dello sbarco at1glo-amen·cano, Cencro Alti Studi Militari. Roma 195 1/52.
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s.S.M. - Avevano tutta la responsabilità dei colleghi delle ahre Grandi Unità ed erano in peggiori condizioni per mancanza di collaboratori con lo stesso titolo. I quadri nella quasi totalità provenivano dalla riserva o dagli ufficiali di complemento. Molti di essi erano carichi di anni, con preoccupazioni familiari e senza preparazione professionale aggiornata, o inesperti e senza m~~-
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La truppa era costituita in grtn parte da classi anziane, mentre erano stati esoneraci molti giovani, e per il 70% proveniva dal reclutamento regionale (26). Non disponevano di mezzi di trasporto ad eccezione di un certo numero di biciclette ed in parecchi casi il rifornimento dei viveri e dell'acqua avveniva a spalla d'uomo. La -dislocazione era in zone inospitali, spesso malariche, o presso centri abitati, a diretto contatto con la popolazione civile. I turni di servizio erano pesantissimi per la costante riduzione della forza a causa della malaria, per cui non tutte le opere erano presidiate. Non esisteva alcuna possibilità di concedere turni di riposo veramente ristoratori, né di svolgere proficuo addestramento. A nessuno sfuggiva la sproporzione esistente fra i compiti e i mezzi (in media la densità di schieramento era di una squadra mitraglieri ogni chilometro, un pezzo con compito anticarro ogni tre chilometri, una batteria ogni ottO chilometri) (27). Turci recavano sul volto i segni della snervante attesa che durava da anni. L'Ammiraglio Frank Thiess nel suo libro «Tsushim:u ha scritto: «Qualunque attesa inattiva è ruggine sulle armi dei soldati. Essa corrode non
soltanto l'acciaio ma anche lo spirito degN uomini, determinando scoraggiamento in alcunz~ disperazione in altn·». Le divisioni erano distinte con numero, senza tradizioni. In sintesi, le truppe in parola avevano scarsa capacità combattiva e le Grandi Unità scarsa coesione:..
In migliori condizioni erano le truppe della cosiddetta difesa mobile, consistenti nelle quattro divisioni dì fanteria italiane «Aosta», «Assietta», «Napoli» e «Livorno», di cui solo quest'ultima autotrasportata e le altre dotate di automezzi per un solo battaglio(26) Che la Sicilia fosse difesa da siciliani parve dapprima al regime una grande uovata, destinata ad essere amaramente delusa dal fano, prevedibilissimo, che soldati locali hanno sempre e ovunque maggiori motivi di diseHarc e maggiori possibilità di essere ospitati ed aiutati dalla popolazione rispetto a truppe reclutate in altre regioni. (27) Ad esempio la 206• div. costiera, che di lì a poco avrebbe dovuto sopportare l'intero sbarco nel settore britannico, disponeva sul suo fronte di l-32 chilometri di otto battaglioni, pari a 36 uomini a chilometro, di 215 fucili mitragliatori, pari a 1,6 a chilometro, di 474 mitragliatrici, pari ad una ogni 278 metri, di 34 mor.tai da 81 mm., pari a uno ogni 4 chilomeui, e di 56 pezzi di artiglieria in quattordici batterie, pari a un pezzo ogni 2.4 chilomeui.
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ne, nelle due divisioni tedesche «Sizilien» e <<Goering» (incompleta) e in due reggimenti di bersaglieri. Le quattro divisioni di linea italiane erano articolate ciascuna in due reggimenti di fanteria, una legione camicie nere (esclusa la «Livorno»), un battaglione mortai da 81 mm, un reggimento di artiglieria su quattro gruppi e su due batterie contraeree da 20 mm., un battaglione Genio e reparti dei Servizi. Con alcuni contingenti estratti dalle divisioni di fanteria e con reparti di rinforzo di Corpo d'Armata furono infine costituiti otto «gruppi tattici», metà dei quali autotrasportati, destinati a concorrere alla difesa costiera e posti a disposizione del Comando d'Armata. Anche nelle suddette divisioni di linea italiane buona parte della truppa era di reclutamento locale e i quadri inferiori provenivano in maggioranza dal complemento, ma i comandanti e i Capi di S.M. erano quasi tutti in servizio permanente effettivo e l'addestramento era senz'altro superiore. Le divisioni tedesche erano ben armate ed addestrate e possedevano un alto senso del dovere ed eccellenti qualità professionali. Preoccupante era invece l' involuzione dei rapporti tra germaniéi ed italiani sia militari che civili. I dodici aeroporti dell'isola erano presidiati, come abbiamo accennato, da reparti fissi e da otto «gruppi mobili», anch'essi a disposizionectei Comando della 6a Armata. Ciascunr eparto fisso era formato da due compagnie di fanteria, da due batterie da 149/13 e da armi contraeree e dipendeva per l'impiego dal Comando dell'aeroporto. Ogni gruppo mobile era costituito da truppe di Corpo d'Armata e cioè in generale da una compagnia di fanteria autotrasportata, da ·una compagnia carri L, da una compagnia motomitraglieri, da una compagnia semoventi controcarro da 47/32, da una batteria motorizzata e da una sezione contraerea da 20 mm. A quest'ultimo proposito bisogna sottolineare che, a parte la Flak tedesca, la difesa contraerea affidata alle armi italiane (D.I.C.A.T., cioè Difesa italiana contraerea del territorio) poteva definirsi qualitativamente inadeguata alla potenziata capacità di penetrazione dell'aviazione alleata, pur disponendo in Sicilia complessivamente di 289 batterie, suddivise in 49 dell'Esercito, 57 della Marina, 109 della Milmart e 74 all'interno delle Piazze M.M. (28). (28) M. PUDDU: Guerra in Italia 1943-1945, Roma 1965, pag. 53 noca. la Flak tedesca disponeva in Sicilia di 33 batterie da 88 mm. e di numerosissime mitragliere da 20 mm.
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Le artiglierie campali italiane, escluse perciò le batterie fisse costiere, assommavano invece a 368 pezzi, cui erano affiancati all'inizio di HUSKY altri 130 pezzi da campagna tedeschi. Esistevano infine reparti di riserva d'Armata e di Corpo d'Armata. I reparti d'Armata comprendevano una batteria campale , due batterie contraeree, il Il/ 10° arditi, l'XI btg. guastatori «Livorno» e il 10 o raggruppamento semoventi con 24 ottimi semoventi da 90/53. I due Corpi d'Armata invece ;avevaho ciascuno come riserva un raggruppamento di artiglieria campale su cinque gruppi a traino meccanico, un battaglione mitraglieri, un gruppo di artiglieria contraerea da 75 CK, un battaglione Genio, un battaglione corazzato del 131 o rgt. carristi, costituito però dai modesti carri L e Renault R/ 35 di preda bellica francese, e due compagnie di decrepiti carri Fiat 3000. La maggior pane dei reparti mobili di C.A. era comunque confluita a formare gli accennati otto «gruppi tattici» e gli otto <<gruppi mobili», rispettivamente a difesa delle coste e degli aeroporti. Lo scarso numero delle difese fisse in cemento, a causa della già accennata penuria di materie prime e di mano d'opera, nonché l'insufficienza dei mezzi da trasporto sia marittimi che terrestri incidevano notevolmente sull'intera organizzazione difensiva. A causa del dominio aereo alleato si era verificata una netta contrazione del già ridotto traffico e sul mare in pratica soltanto i velieri potevano sperare di non attrarre l'attenzione dei velivoli anglo~americani. Lo stesso porto di Messina, scalo principale, era ingombro di scafi affondati e le installazioni a terra erano seriamente danneggiate dalle incursioni, mentre delle cinque originarie navi traghetto tre erano state affondate e due gravemente avariate (29). In tale situazione solo i tedeschi, con un proprio servizio di motozattere potentemente protette da artiglierie contraeree, riuscirono a mantenere un sufficiente collegamento tra la Sicilia · e il continente. La conseguenza di tale fondamentale debolezza logistica fu che nel mese di giugno 1943 giunsero via mare nell'isola 54.000 tonnellate di rifornimenti sul totale di 210.000 tonnellate ritenuto statisticamente necessario per i bisogni delle Forze Armate e della popolazione (30). (29) li uaghetto Can'd di fu colpito e danneggiaro dagli aerei il 7 giugno. (30) E. FALDEUA: Lo sbarco e la dzfesa della Sicilia, op. cit., pag. 40.
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I trasponi terrestri soffrivano per le distruzioni di materiale ferroviario e per i danneggiamenti alle stazioni, alle officine e ai poni, nonché per la penuria di carbone e di gasolio, per la mancanza di pezzi di ricambio e di gomme. Per quanto riguarda in particolare gli autotrasporti, è stato calcolato che un quarto dei circa 3.000 automezzi in carico al Comando delle FF.AA. della Sicilia fosse inutilizzabile. Nel mese di giugno inoltre le Autorità militari furono costrette a distogliere dai compiti di repano un migliaio di autocarri, destinandoli ad aumentare l'aliquota di 800 veicoli già impiegati per i rifornimenti alla popolazione, in vista dell' accresciuto fabbisogno per il trasporto del nuovo raccolto di ·grano. I bombardamenti alleati non mancavano poi di incidere anche sul morale degli uomini degli autoparchi, sottoposti a continua pressione aerea. Ne fornisce una prova il diario storico del XII Parco automobilistico della Sicilia, in cui è annotato che le incursioni del 7 e dell'8 luglio ingenerarono «Un vero panico nella truppa dipendente» e che da quel momento iniziò «lo sbandamento dei militari, rendendo quanto mai difficile e precaria l'opera degli ufficiali, i quali sentirono di non poter più tenere in mano come prima i propri dipendenti». Sotto la data del 10 luglio poi il medesimo diario aggiunge: «Al primo passaggio di apparecchi nemici i militari, purtroppo seguiti anche da un comportamento poco fermo di alcuni ufficiali, abbandonarono l'accampamento e si ricoverarono in una galleria ferroviaria sita nelle vicinanze (Colle del Redentore)» (31).
Tra le dotazioni era particolarmente lacunosa quella di armi contocarro e di mine. I campi minati erano pertanto necessariamente di modesta estensione e, data la necessità di proteggere la popolazione civile da incresciosi incidenti, erano chiaramente delimitati e dotati di numerosi canelli indicatori. Il guaio fu che molti di questi segnali si trovavano ancora in sito al momento dello sbarco nemico «perché a causa dei frequenti allarmi si sarebbero dovuti togliere e rimettere con frequenza e questi lavori non si confanno alla natura italiana» (32). (31) Tutto in A.U.S.E., cartella 1174 : cDiario Storico Militare della Direzione del XII Par· co autOmobilistico della Sicilja, luglio-agosto 1943•. (32) A. QUERCIA: Situazione difensiva della Sicilia alla vigdi.a dello sbarco anglo-amen·· cano, C.A. S.M., Roma 1951·52 ci t.
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I fossi anticarro realizzati prima dell'invasione erano pochi e, mancando apposite macchine escavatrici, erano frutto di un faticosissimo lavoro di braccia da parte delle stesse truppe, che videro così accresciuti i propri disagi con ulteriore scadimento delle loro capacità combattive. Queste ultime elencate deficienze resero inattuabile la cosiddetta «fascia degli sbarramenti» avente il compito di contenere l'avversario su idonee posizioni di resistenza arretrata e di impedirgli di procedere verso l'interno per il tempo necessario alla contromanovra delle riserve (33). · · .Alla luce di quanto detto è quindi giustificata la seg~nte opinione espressa dal Gen. Montgomery nel suo diario (34): \ «Le difese delle spiagge, benché fossero continue, non apparivano robuste. V'erano brevi fasce di filo spinaro, con posrazioni di mitragliatrici e poche casematte, mentre le forze d'artiglieria sulla costa erano trascurabili•.
3. L'ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI Più difficile da documentare è la situazione dei Servizi logistici della 6a Armata. Dalla documentazione attualmente esistente risulta che l'organizzazione logistica della Sicilia faceva capo, nel 1943, ad un'Intendenza d'Armata dislocata ad Enna e avente varie direzioni distaccate a Caltanissetta. Per il loro funzionamento i Servizi di Sanità, di Commissariato, di Artiglieria e quello Ippico-Veterinario erano appoggiati agli organi territoriali (direzioni ed uffici territoriali di Palermo e di Messina). Furono inoltre costituite «basi logistiche», come a Roccapalumba, Lentini e Vizzini e vennero organizzati magazzini d'Armata, frazioni, magazzini settoriali e speciali. Gli organi dei vari Servizi vennero addensati in corrispondenza delle zone circostanti le sedi dei Comandi della 6 a Armata e dei due Corpi d'Armata dislocati in Sicilia e si mirò ad assicurare in tutto il territorio l'autosufficienza militare per due mesi, accantonando opportunamente le dotazioni necessarie. In particolare: (33) ibidem. (34) B.L. MONTGOMERY: Da El Aiamein al fiume Sangro, Milano 1950, pag. 120.
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l) Per il Servizio Sanitario fu curata l'organizzazione ospedaliera dell'isola valendosi: - dei posti letto disponibili e in corso di approntamento; - dell'utilizzazione di locali scolastici e di collegi; - dei posti letto esistenti negli ospedali da campo delle Grandi Unità; - delle baracche costruite appositamente. Il magazzino di Sanità d'Armata aveva sede a Caltanissetta. 2) Per il Servizio di Commissariato vennero costiruiti: - magazzino viveri ed avena d'Armata, con frazioni a Lercara Friddi, Salemi, Militello e S. Cataldo; - magazzino fieno, paglia e legna d'Armata, con frazioni a Caltanissetta, Salemi, Scordia e Roccapalumba; - magazzino vestiario ed equipaggiamento d'Armata, con frazioni a Palermo e S. Cataldo (le calzature furono sempre insufficienti e mediocri erano le condizioni dell'equipaggiamento); - magazzini settoriali: a) nel territorio del XII Corpo d'Armata: magazzino viveri e foraggi ad Alcamo, Paceco, Casa Bambina, Castelvetrano , Menfi, Aragona e Campobello di Licata; b) nel territorio del XVI Corpo d'Armata: magazzino viveri e foraggi a Messina, Vittoria, Modica, Rosolini, Floridia, Catania e Patti; - magazzini speciali interni, di viveri e foraggi, a Corleone, Canicattì, Caltanissetta, Enna, Dittaino, Piazza Armerina, Caltagirone , Vizzini, Ragusa e Paternò; - depositi carni congelate a Palermo, Messina, Catania e Paternò. 3) Per il Servizio d'Artiglieria furono organizzati: - magazzino d'artiglieria, con frazioni a Palermo, Messina , Vittoria, Enna, Costa Raja, Scalilli, Camporeale, Lercara Friddi, Piano S. Nicola, Sommatino, Bellia, Francavilla di Sicilia, Campo Italia e Grammichele; - depositi settoriali: a) nel territorio del XII Corpo d'Armata a Favarotta, Agrigento, Castelvetrano, Marsala, Trapani, Valguarnera, Cerda, Sciacca, Villagrazia, Mazzara del Vallo e Altofonte; b) nel territorio del XVI Corpo d'Armata a Milazzo, Misterbianco, Carlentini, Floridia, Modica, Vittoria, Noto e Messina. Malgrado tutte queste predisposizioni, il rifornimento delle
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armi e delle munizioni si presentò difficile a causa delle deficienze in fatto di bocche da fuoco e munizioni, specialmente relative alle artiglierie di medio calibro e costiere. . 4) Per i Servizi del Genio e delle Trasmissioni vennero costituiti, oltre ad una direzione del magazzino d'Armata con una frazione a Roccapalumba e a Dittaino: - magazzini settoriali a Salemi, Aragona, Ragusa, Ferla e Randazzo. Forti deficienze esistevano per i materiali di collegamento. S) Per il Servizio Chimico fu organizzato un magazzino chimico d'Armata a Caltanissetta. 6) Per il Servizio Ippico e Veterinario esisteva un magazzino d'Armata a Lercara Friddi , con una frazione a Mineo. ' 7) Per il Servizio Automobilistico furono costituiti: ' - magazzino automezzi di riserva a Palermo; j - magazzino parti di ricambio e gomme a Palermo, con frazioni a Paternò e a Caltanissetta; - frazioni materiale di consumo, carburanti e lubrificanti a S. Ninfa, Alcamo, Partinico, Roccapalumba, Serradifalco, Leonforte, Piazza Armerina e Misterbianco; - posti di distribuzione carburanti e lubrificanti a Marsala, Trapani, Salemi, Castelvetrano, Alcamo, Gibellina, S. Margherita Belice, Partinico, Sciacca, Bisacquino, Corleone, Palermo, Marineo, Bivona, Lercara Friddi, Termini Imerese, Casteltermini, Agrigento, Vallelunga, Canicatti, Collesano, Petralia, Caltanissetta, S. Stefano di Camastra, Enna, Gela, Leonforte, Piazza Armerina, Caltagirone, Vittoria, Palagonia, Modica, Patti, Randazzo , Paternò, Palazzolo Acreide, Catania, Noto , Siracusa e Messina. Grave si mantenne la situazione dei trasporti, per i quali mancavano, rispetto al fabbisogno, circa 2.000 veicoli. Ciò influì negativamente anche sul rifornimento idrico, che tra l'altro risentiva della penuria di impianti e di materiali idonei. L'organizzazione dei Servizi in Sicilia avrebbe potuto infine servirsi delle infrastrutture già esistenti sull'isola fin da prima della guerra. Tuttavia nel corso delle operazioni belliche si rilevò che la fiducia in ciò riposta era stata eccessiva e che sarebbe stato più opportuno affidarsi maggiormente, senza facili ottimisrni, all'organizzazione di guerra, conferendo ad essa una più elevata elasticità e mobilità. Infatti con la perdita graduale del territorio ·rimasero progressivamente in mano del nemico stabilimenti e
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impianti, che non era stato possibile trasferire e che divennero insostituibili.
4. IL PROBLEMA AERONAVALE I responsabili militari italo-tedeschi, nell'ipotesi di un' invasione nemica delle isole o della penisola italiana, resa più concreta dall'occupazione di Pantelleria nella prima metà di giugno 1943, rivolsero una grande attenzione al problema aereo. Proprio a tale argomento, esteso comunque a tutto il bacino mediterraneo, fu quindi dedicato un promemoria del Gen. Ambrosio del 17 giugno 1943 (35). In tale sede il Capo di S.M. Generale, dopo aver sottolineato l'ormai evidente e rovinosa superiorità aerea alleata nel Mediterraneo, fece rilevare che i velivoli italo-tedeschi effettivamente disponibili in quel momento erano 1.320 sui 2.390 in carico ai reparti, suddivisi in 568 bombardieri, aerosiluranti e assaltatori e in 752 caccia. Di comro era valutata una forza aerea nemica di 2.050 bombardieri e 2.200 caccia schierati nel solo Mediterraneo centrooccidentale dall'Algeria alla Libia, escludendo cioè i velivoli anglo-americani dislocati sia nell'estremità occidentale (Marocco e Gibilterra) sia nel bacino orientale (36).
m> A.U.S.E., cartella 1500, promemoria del Comando Supremo del
17 giugno 1943: cProblema aereo del Mediterraneo•, trasmesso all'O.K.W. germanico tramite il Geo. Marras con foglio 51216/op del 20 giugno 1943. -(36) La storia dell'Aeronautica italiana del Geo. San toro non concorda con questi dati ufficiali e precisa che il 9 luglio 1943 risultavano cin carico• 620 aerei naziona.li e 780 velivoli tedeschi. Cfr. G. SANTORO: L 'Aeronautica italiana nella ser:onda gue"a mondiale, vol. II cit., pagg. 533·534 . È da notare però che in un'altra sua opera il Gen. Samoro ha indicato in 862 il totale degli aerei italiani disponibili nell'Italia centrale, nelle Puglie, in Sardegna e in Sicilia alla data dell'invasione. Cfr. G. SANTORO: Situazione e impiego delle forze aeree ila/o-tedesche nel periodo compreso tra lo sbarco anglo-americano nel Nord Afnca e lo sbarco in Sicilia, Centro Alti Studi Militari, Roma 1951/52. Sulla scona di dati più recenti ci è invece possibile precisare che la R. Aeronautica aveva in Italia il9 luglio 1943 un totale di 930 velivoli da combattimento, di cui 449 efficienti, mentre la 2' Luftflotte tedesca disponeva di 932 aerei da combattimemo, di cui 563 efficienù. Da pane loro gli aerei da combattimento alleaci, esclusi quindi quelli da trasporto, effettivamente operaùvi per HUSKY erano in realtà 2.510. Cfr. A. SANTONI · F. MATTESINI: La partecìpazìone tedesca alla gue"a aeronavale nel Medìte"aneo 1940-1945, op. cir., pagg. 382-383 e pag. 413. Per i dati alleati cfr. HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war - U.K. milìtary senes. The Medite"anean an d Mìddle Bail, vol. V cit., pag. 46.
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L'evidente sproporzione di forze era aggravata per l'Asse d'al numero degli obiettivi da difendere, in contrapposizione alla possibilità avversaria di effettuare concentramenti offensivi contro il bersaglio prescelto. Occorre tuttavia anche ripetere che l'inferiorità italo-tedesca veniva accentuata dal sistema di impiego delle aliquote aeree, spesso inviate contro il nemico in modo frazionato e scoordinato, a causa soprattutto della già sottolineata mancanza di un Comando unificato e di una 1sufficiente cooperazione tra la R. Aeronautica e la Luftwaffe. Quanto sopra per non parlare degli svantaggi determinati dall'esaminata confusione di idee e dall'accavallarsi di opinioni contrastanti nell'ambito del Comando Supremo italiano e dei Comandi germanici a proposito delle possibili future mosse avversarie. I criteri d'azione predisposti dalla R. Aeronautica e dall'O.B.S . tedesco prevedevano le seguenti tre fasi operative: a) incessanti ricognizioni sulle basi navali nemich~ contemporaneamente ad azioni di disturbo sugli obiettivi più re4ditizi; b) violente incursioni a massa e a lungo raggio contro il primo scaglione anfibio nemico una volta localizzato e contemporanea scorta alle forze navali italiane eventualmente uscite in mare per ingaggiare battaglia;· c) risolutiva azione più a ridosso delle coste contro tutti i natanti nemici in fase di approdo e contemporaneo inizio dei bombardamenti sui sopraggiungenti scaglioni anfibi appartenenti alle successive ondate. Sotto gli effetti della pressione aerea anglo-americana, il 22 giugno 1943, come abbiamo già detto, fu concordato tra il Gen. von Richthofen, nuovo comandante della 2a Luftflotte, e il Gen. Fougier, Capo di S.M. della R. Aeronautica, il trasferimento delle unità da bombardamento italo-tedesche dalla Sicilia e dalla Sardegna alle basi sulla penisola. In tal modo gli aeroporti delle due principali isole continuarono ad ospitare i reparti da caccia e d'assalto e a fungere da scalo intermedio per i bombardieri. y
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La difesa navale diretta della Sicilia fu affidata soltanto a mezzi sottili italo-tedeschi, tra cui sedici motosiluranti italiane del Cap. Vasc. Mimbelli e venti motosiluranti germaniche della 3a e 7a flottiglia appartenenti alla già citata 7a divisione navale di sicurezza tedesca. Quest'ultima riuniva allora sei corvette, tre torpediniere,
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undici cacciasommergibili, due posamine, settantatrè dragamine e motodragamine, venti motosiluranti e quattro navi appoggio (37). La flotta da battaglia italiana era stava invece arretrata fm dal febbraio 1943 a La Spezia, con alcuni incrociatori a La Maddalena, per evitare di essere eliminata in porti più esposti ai bombardieri alleaci. Tale accortezza tuttavia non impedì a questi ultimi di colpire proprio a La Spezia tutte e tre le più moderne navi da qattaglia italiane e precisamente tre volte la Lùtorio il 14 e il 19 aprile e il 5 giugno, due volte la Vittorio Veneto il 5 giugno e due volte la recentissima Roma il 5 e il 23 giugno 1943 (38). Inoltre il 10 aprile l'incrociatore pesante Tneste venne affondato e il Gonzia gravemente danneggiato da velivoli americani n eli' ancoraggio della Maddalena (39). Per ironia della sorte altre due corazzate italiane lasciate nella più vicina Taranto, cioè l'Andrea Dona e la Caio Dutùo, non vennero disturbate dai bombardieri alleati. La decisione della R. Marina di tenere lontana dalle acque pericolose la flotta da battaglia, motivata anche da riconosciute inferiorità tecnologiche, ha fatto divampare un'infuocata polemica, centrata non solo su motivi di opportunità militare, ma anche sui cosiddètti «doveri morali», con un susseguirsi di accuse e di giustificazioni che non è il caso di riferire in questa sede (40). Sotto il profilo storico sembra che comunque tali polemiche ignorino che in quel luglio 1943 erano già in uno stadio avanzato i contatti e le trattative più o meno recenti per un'uscita dell'Italia dal conflitto e che la flotta italiana, secondo un'emergente (37) I nomi c le sigle distintive di quesLe numerose unità sorrili germaniche in Italia possono essere riscontrati in A. SANTONI - F. MATTESINI : La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. ci t. , pagg. 409-410. l tedeschi avevano inohre in quell'epoca nel Mediterraneo 17 sommergibili, per la cui identificazione cfr. Ibidem, pagg. 385-387 . (38) UFFICIO STORICO DELLA MARINA: Le navi di linea italiane, Roma 1969, pag. 332 e pagg. 336-337. (39) UFFICIO STORICO DEllA MARINA: Gli incrociatori italiani, Roma 1964, pag. 470 e pag. 520. (40) Citiamo solo a tirolo di esempio non coloro che ci ricordano la condotta della Marina giapponese, ma quanto ha lasciato scritto al proposito lo Zingali: cPer proteggere qualche piroscafo di carburante diretto nell'Africa (là dove non vi era motivo che andassimo a cimentarci) le navi da guerra venivano mandate al macello; ed ora, per difendere il suolo della'Pauia, si instaurava la politica del risparmio dei mezzi navali, per tempi ed occasioni migliori!:o. ar. G . ZINGAU: L 'invaJione della Sicilia, op. cit., pag. 221. Parimenti critici sono stati, all'interno della Stessa Marina, l' Ammiraglio R. BERNOm: Storia della guerra del MediteTTaneo, Roma 1960, pagg. 294-295 e l'Ammiraglio A. IACHINO: Tramonto di una grande Marina, Milano 1959, pagg. 307-310.
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interpretazione dei fatti, rappresentava agli occhi di molti una preziosa e suonante moneta di scambio (41)., A questa conclusione giunge perfino Carlo De Risio in un suo non lontano anche se dimenticato libro molto critico con la Marina italiana, laddove egli ammette che il nerbo della nostra flotta, «impegnato inizialmente come Fleet in being, come flotta in potenza, divenne infine moneta di scambio nelle trattative armistiziali>> (42). Ma vediamo l'evolversi degli avvenimenti in campo navale. Il 24 giugno 1943 Supermarina, con il promemoria 19049S/RP diretto al Comando Supremo, sostenne che la graduatoria dei probabili futuri obiettivi nemici era la seguente: Trapani - Sciacca, Cagliari - Sant' Antioco, Siracusa (43). Come è già stato fatto notare, la denunciata molteplicità dei possibili obiettivi avversari, unita alla variabilità quasi giornaliera delle opinioni emergenti a tale riguardo nei vari Comandi strategici dell'Asse, non solo ostacolava un concentramento, anche relativo, delle forze reattive italo-tedesche, ma finiva per alimentare ,l' indecisione e perfino un deleterio senso di emulazione nel campo delle previsioni. Ci si trovò pertanto immersi in un pericoloso gioco divinatorio, grazie al quale finivano per essere formulate le più assurde previsioni, come quelle già ricordate del Comando Supremo del 18 e del 22 giugno e del l e 3 luglio 1943. Comunque sia, Supermarina, nella perdurante indecisione sugli obiettivi anglo-americani, promise in quel giugno 1943 che la flotta da battaglia sarebbe intervenuta «per un'azione di carattere estremo in caso di qualsiasi attacco al sacro suolo della patria, pur sapendo di affrontare un nemico di grande superiorità e di non poter contare su un'adeguata protezione aerea, nè su una sufficiente scorta di unità leggere» (44). In effetti alle 09.45 del 10 luglio il Capo di S.M. della R. Marina, Amm. Riccardi, assicurò l'O.B.S. tedesco che la flotta era pronta a salpare alle 15.00, mentre alle 10.20 Superaereo, con (41) Cfr. cStoria illumata., Milano, agosto e settembre 1982; M. TOSCANO: Sondaggi ilaliani per uscire dal conflitto pn·ma della caduta di Mussolini, in cClio•. aprile 1965 e
dtivista Marittima., Roma, febbraio 1982, pag. 66. (42) C. DE RISIO: Na11i di/eTTO, teste di legno: la Marina italiana ien· e oggi, Roma 1976, pag. 22. Y (43) G. FIORAVANZO: Situazione e impiego della Marina italiana nel periodo compreso Ira lo sbarco in Africa Settentrionale e lo sbarco in Sicilia, Centro Alti Studi Militari, Roma 19511-52. (44) A. IACHINO: Tramonto di una grande Man·na, op. cit., pag. 305.
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telegramma 13220, stabill di mettere a disposizione della Squadra navale di La Spezia tre grupi da caccia, ciascuno con un numero di quindici-venti apparecchi. Alle 11.40 anche l'O.B.S. domandò di essere informato in tempo dell'uscita in mare della flotta italiana per poter opportunamente e tempestivamente unptegare 1 propn velivoli da caccia. Ma verso mezzogiorno il Comando Supremo, con una telefonata tra il Gen. Ambrosio e l' Amm. Riccardi, non autorizzò più l'intervento della Squadra da battaglia. A tale proposito il Gen. Rossi, Sottocapo di S.M. del R. Esercito, ha lasciato scritto che fu per le considerazioni espresse da Supcumarina «che il Comando Supremo accolse la proposta del Capo di Stato Maggiore della Marina di rinunciare all'impiego della Squadra da battaglia» (4 5). Alle conseguenti energiche proteste dell' Amm. Donitz del 12 luglio Supermarina rispose tre giorni dopo, negando che esistessero allora «le condizioni idonee» ad un proficuo impiego della flotta italiana e con ciò avvalorando l'interpretazione del Gen. Rossi. Da parte loro alcuni storici alleati sono rimasti dell'opinione che «la Marina italiana aveva evitato fino ad allora la battaglia con grande determinazione, ma ora, a difesa del suolo metropolitano, essa doveva o combattere o rinunciare per sempre alle sue pretese di potenza nel Mediterran~o» (46). •
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5. LE FORZE ANGLO-AMERICANE E I LORO OBIETTIVI (Vds. tavola n. 6) La responsabilità di condurre l'operazione HUSKY fu affidata, come abbiamo visto, al Generale Eisenhower, comandante superiore alleato nel Mediterraneo, che aveva alle sue dipendenze il Gen. britannico Alexander, comandante delle forze terrestri anglo-americane riunite' nel XV Gruppo d'Armate, l' Amm. inglese Cunningham, comandante delle forze navali alleate, e il Maresciallo dell'Aria britannico Tedder, comandante dei reparti aerei alleati (47). (45) F. ROSSI: Come arri11ammo all'armistizio, Milano 1946, pag. 35. (46) E. LINKLATER: The campaign in ltaly, op. cit. , pag. 23. (47) Il piano generale di HUSKY e le varie istruzioni operative e informative per il XV Gruppo d'Armate sono conservati nel P.R.O., fondo WO 204, cartella 4259: War o/ 1939·1945. Military Headquarters Papers. Allied Force Headquarters, «Husky» orders e canella 4363: Sicily: notes on the planning and assault.
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Il XV Gruppo d'Armate del Gen. Alexander era composto dall'sa Armata britannica del Gen. Montgomery e dalla 7a ArmFJ.~a l statunitense del Gen. Patton. Esaminiamo quindi separatamente queste due Grandi Unità. L'sa Armata del Gen. Montgomery , coadiuvata sul mare dall' Amm. Ramsay e nei cieli dal Vice Maresciallo dell'Aria Broadhurst, era composta dal XIII Corpo d'Armata del Gen. Dempsey e dal XXX Corpo d'Armata del Gen. Leese. Il XIII C.A. era formato dalla 5a div. ftr. del Geo. Berney-Ficklin e dalla 50a div. ftr. del Gen. Kirk.man, ambedue provenienti dal Medio Oriente. Il XXX C.A. era costituito dalla l a div. ftr. canadese del Gen. Simonds, dalla 51 a div. ftr. scozzese del Gen. Wimberley e dalla 231 a brigata «Malta» del Gen. Urquhart, provenienti rispettivamente dalla Gran Bretagna, dalla Tunisia e da Suez. Unità alle dirette dipendenze dell'sa Armata britannica erano la 4a e la 23a brigate corazzate provenienti da Tripoli e agli ordini rispettivi dei Generali Currie e Richards, la l a divisione aerotrasportata del Gen. Hopkinson proveniente da El Djem e infine i reparti S.A.S ed i Commandos n. 3, 40 e 41 dei Royal Marines. Le riserve erano rappresentate . invece dalla 46a e dalla 78a div. ftr. dei Generali Hawkes"'(orth ed Evelegh (4S). La 7a Armata americana del Gen. Patton, coadiuvata sul mare dall' Amm. Hewitt e nei cieli dal Gen. Doolittle, era formata soltanto dal II Corpo d'Armata del Gen. Bradley, a sua volta composto dalla P div. ftr. del Gen. Allen, dalla 3a div. ftr. del Gen. Truscott (provenienti dali' Algeria e dalla Tunisia), dalla 4 5a div. ftr. del Gen. Middleton (proveniente dagli Stati Uniti), dalla 2a divisione corazzata del Gen. Gaffey (imbarcata ad Orano), da tre battaglioni Rangers e dal 4 o Tabor (battaglione) marocchino aggregato dal Gen. francese Giraud alla 3a div. americana (49).
(48) Gli S.A.S. (Special Air Scrvice) sono reparti di Commandos incursori specialmente addestrati per azioni esplorative e per colpi di mano ed hanno il motto cWho dares wios. (eChi osa vince•) da cui è stato tratto anche un recente film. La loro brillante azione del 5 maggio 1980 che realizzò la liberazione degli ostaggi dell'Ambasciata iraniana a Londra c ardite incursioni durante la recente guerra delle Falkland dell ' aprile - giugno 1982 li hanno resi famosi e ammirati in tutto il mondo. (49) Cfr. cRevue Historique dc I'Armée:o, anno 1961 , n . 2: Le 4 Tabor marocain en Sicilie. Il 4• Tabor, comandato dal Cap. Verlet, era composto da 58 militari francesi (12 uff.li, 44 sottuff.li e 2 militari di truppa), da 832 macocchini (154 graduati c 678 militari di truppa) e da 241 quadrupedi. Esso sbarcò a Licata il 13 luglio.
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Unità di riserva d'Armata erano l' 82 a divisione aviotrasportata del Gen. Ridgway e la 9a div. ftr. del Gen. Eddy. In totale gli alleati si accingevano ad impiegare contro la Sicilia 181.000 uomini, suddivisi in 115.000 britannici e 66.000 americani (50), nonché 600 carri armati, 14.000 automezzi, 1.800 cannoni e 3.462 aerei appartenenti a 267 squadroni, di cui 146 americani e 121 inglesi (51). Tuttavia di tale massa di aerei solo 2. 51 O erano efficienti ed impiegabili operativamente e soltanto 670 velivoli di prima lin,ea furono utilizzati dagli alleati in supporto diretto agli sbarchi. E stato infine calcolato che gli uomini del XV Gruppo d'Armate coinvolti complessivamente nell'operazione HUSKY furono alla fine 478.000, di cui 250.000 inglesi e 228.000 americani (52). I primi reparti ad entrare in azione poco prima della mezzanotte del 9 luglio sarebbero stati i paracadutisti anglo-americani. Innanzi tutto i 1.600 uomini della l a brigata aviotrasportata inglese del Gen. Hicks con obiettivo il Ponte Grande sul basso corso dell' Anapo, alle spalle di Siracusa. Quindi i 3.405 paracadutisti del 505 o gruppo tattico americano del Col. Gavin e del III btg. del 504 o rgt., facenti parte dell' 82 a divisione aerotrasportata, che avevano come obiettivo il cosiddetto Piano Lupo a sud di Niscemi e il crocevia tra la strada di tale abitato e la rotabile n. 115, a sette chilometri all'interno dalle spiagge di sbarco di Gela (53}. Molto dibattuto fu il sistema di lancio ed alla fine i paracadutisti furono liberati, anziché con il metodo americano in formazioni compatte, secondo la tattica inglese «in coppie di aerei~ volanti ad intervalli di un minuto e mezzo. Ciò per timore della difesa contraerea che il Servizio Informazioni alleato reputava erroneamente molto concentrata. (50) G.A. SHEPPERD: The Italian campaign 1943-1945, Londra 1968. pag. 27 . (51) D. RICHARDS · H.G. SAUNDERS: Royal Air Force 1939-1945, vol. li, Her Majesty's Stationery Office, Londra 1954, traduzione italiana a cura dello S.M.E., biblioteca dell'Ufficio Storico Esercito, classifica 52/378, pag. 459. (5.2) M. BLUMENSON: Sicily: whose victory?, Londra 1969, pag. 45 e B.H. LIDDELL HART: Storia militare della seconda guerra mondiale, op. cit., pag. 619. (53) Nella prima fase della pianificazione di HUSKY venne anche preso in esame un lancio di paracadutisti sull'estremità della Calabria, cosi da tagliare la via di rifornimento nemica amaverso lo Srretto di Messina. Tale progetto però fu abbandonato nell'aprile 1943 in favore di un unitario appoggio molto più ravvicinato alle truppe anfibie sbarcanti in Sicilia• da parte dei paracadutisti disponibili. Cfr. HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war • U.K. military series. The Mediterranean an d Middle East, vol. V cit., pag. 27.
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TAVOLA N. 6
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LE FORZE CONTRAPPOSTE
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Lo sbarco dal mare, preceduto dalla messa a terra dei Commandos inglesi a Capo Murro di Porco, era previsto per le ore 02.45 del 10 luglio, secondo la seguente articolazione. LA FORZA D' ATIACCO OCCIDENTALE AMERICANA dell' Amm. Hewitt era incaricata di eseguire~ proteggere lo sbarco della 7a Armata del Geo. Patton sul litorale ad ovest della cuspide meridionale della Sicilia, tra Torre di Gaffe e Punta Braccetto. Essa possedeva 580 tra unità da guerra e navi da sbarco e 1.124 mezzi anfibi imbarcati. Le aliquote da trasportare a terra su un fronte di 79 chilometri erano riunite nelle seguenti tre colonne da ovest ad est, oltre a -due-gruppi di riserva. -T. F. 86, o colonna «]oss», dell' Amm. Conolly, che avrebbe sbarcato tre gruppi tattici reggimentali della 3a div. ftr. del Geo. Truscott ~J!!l btg.:......Rangers con obiettivo _Licat~e poil a valle del Salso. Essa parò da Bisetta e allineava per la scorta e l'appoggio di fuoco gli incrociatori Birmingham e Brooklyn e nove cacciatorpediniere, oltre ad una nave comando, 8 dragamine, 33 navi pattuglia e 202 navi da sbarco. - T.F. 81, o colonna «Dirne», dell' Amm. Hall, che avrebbe sbarcato due gruppi tattici reggimentali della P div. ftr. del Gen. Alleo e due btg. Rangers con obiettivo Gela e poi l'aeroporto di Ponte Olivo. Essa salpò da Algeri e schierava per la scorta e l'appoggto dì fuoco gli incrociatori Boise e Savannah e 10 cacciatorpediniere, oltre alla nave comando Monrovia dell' Amm. Hewitt, 8 dragamine, 10 navi pattuglia e 45 trasporti e grosse navi da sbarco. - T.F. 85, o colonna «Cent», dell' Amm. Kirk, che avrebbe sbarcato tre gruppi tattici reggimentali della 45a div. ft~. del Geo. 11;id~leton con obi~~tivo Scoglitti e poi gli aeroporti di Comis'Q""e''i Biscari. Essa, proveniente dagli Stati Uniti, mosse da Orano e alfineava per la scorta e l'appoggio di fuoco l'incrociatore Phtladelphia, il monitor inglese Abercrombie e 19 cacciatorpediniere, oltre ad una nave comando, 16 dragamine, 4 navi pattuglia e 46 trasporti e grosse navi da sbarco. - Riserva imbarcata, o colonna «Kool», del Cap. Vasc. Reed, con due reggimenti della 2a divisione corazzata del Gen. Gaffey e il 18 o gruppo tattico reggimentale della l a div. ftr., pronta a prendere terra tra le colonne «]oss» e «Dirne». -Riserva generale comprendente la 9a div. ftr. del Geo. Eddy, -in allerta in Mrica- Settentrionale.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
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Le forze americane impiegate appanenevano, come si è detto, al II Corpo d'Armata del Gen. Bradley e, dopo la conquista degli aeroporti, avrebbero dovuto proteggere sulla sinistra l'avanzata verso Messina dell'sa Armata britannica. I fatti, come vedremo, si svolsero però diversamente. •
LA FORZA D'ATTACCO ORIENTALE INGLESE dell' Amm . Ramsay, fotte di 818 unità da guerra e navi da sbarco e di 715 mezzi anfibi imbarcati, era incaricata di trasportare a terra l'sa Armata britannica del Gen. Montgomery su cinque spiagge che andavano, con alcuni intervalli, da Punta Castelluzzo a Capo Ognina, e di proteggere una puntata di Commandos sulla penisola della Maddalena a sud di Siracusa. Il fronte di sbarco inglese aveva uno sviluppo totale di 78 chilometri, suddiviso in due zone di 34 chilometri (XXX C.A.) e di 20 chilometri (XIII C.A.) intervallate da uno spazio di 24 chilometri. Questo fronte britannico era situato a 55 chilometri ad oriente del fronte americano sopra illustrato. Le complessive sei spiagge di sbarco inglesi erano da ovest a nord est le seguenti. - «Bark occidentale», tra Punta Castelluzzo e Puma delle Formiche, dove la Forza d'attacco «V» dell'Amm. Vian doveva sbarcare inizialmente la l a e 2a brigata deJla l a div. ftr. canadese del trentanovenne Gen. Simonds, nonché il 40° e il41 o Commandos del Gen. Laycock. Obiettivi primari erano l'aeroporto di Pachino e il contatto con l'ala destra della colonna «Cent» amencana. - «Bark meridionale», nella baia di Portopalo, proprio sull'estrema cuspide meridionale della Sicilia, dove la Forza d'attacco «B» d eli' Amm. McGrigor doveva sbarcare inizialmente la 154 a brigata scozzese della 51 a div. ftr. Highlands del Gen. Wimberley, seguita poi dalla 15 2 a brigata con obiettivo l'abitato di Pachino. - «Bark orientale», tra Capo Passero e Marzamemi, dove la piccola Forza d'attacco «M» del Cap. Vasc. Ashbourne doveva sbarcare la 231 a brigata di fanteria «Malta» del Gen. Urquhart con obiettivo l'entroterra della stessa Marzamemi. - «Acid sud», tra Calabernardo e Punta Giorgi, dove la Forza d'attacco «A» dell' Amm. Trou bridge doveva sbarcare inizialmente la 15P brigata della 50a div. ftr. del Gen. Kirkman con obiettivi Avola e Noto.
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- «Acid nord», tra Punta Giorgi e Capo Ognina, dove sempre la Forza d'attacco «A» dell' Amm. Troubridge doveva sbarcare inizialmente la 15a e la 17a brigata della 5a div. ftr. del Gen. Berney-Ficklin con obiettivo Cassibile. - Penisola della Maddalena, a nord di Capo Murro di Porco, dove il 3 o Commando del Col. Slater e due reparti di S.A.S. del Magg. Mayne avevano l'incarico di appoggiare l'azione dei paracadutisti sul basso corso dell' Anapo. Le zone «Bark» sia occidentale, che meridionale e orientale erano di competenza del XXX Corpo d'Armata del Gen. Leese, mentre le forze impiegate nelle due zone «Acid» appartenevano al XIII Corpo d'Armata del Gen. Dempsey. La riserva d'Armata era costituita infine dalla 78a div. ftr. del Gen . Evelegh. Il compito dell'intera ga Armata britannica era quello di spingersi a nord, occupando in successione Siracusa, Augusta e Messina, avendo il fianco sinistro coperto dalla 7 a Armata americana, al fine di intrappolare nell'isola il maggior numero possibile di truppe itala-tedesche. Come vedremo, tale obiettivo non venne raggiunto. L'intero corpo di spedizione anglo-americano sarebbe stato trasportato da 22 convogli sotto la responsabilità dell' Amm. Cunningham, da cui dipendevano le esaminate flotte anfibie degli Ammiragli Hewitt e Ramsay, nonché le forze di copertura degli Ammiragli Willis e Harcourt. Il tutto ammontava a 2. 590 navi, di cui 1.614 inglesi, 945 statunitensi, 10 olandesi, 9 polacche, 7 greche, 4 norvegesi e l belga (54). In particolare questa massa di unità navali era composta da l. 742 navi e mezzi da sbarco LSI, LST, LSG, LCT, LCI e Dukws, da 23 7 navi da trasporto, da 86 unità logistiche di vario tipo e da 525 unità da guerra. Queste ultime erano suddivise in 6 corazzate e 2 portaerei tutte inglesi, in l) incrociatori, 4 navi contraeree, 3 monitors, 128 cacciatorpediniere, 36 tra fregate e corvette, 5 cannoniere, 4 posamine, 42 dragamine, 26 sommergibili, 243 motosiluranti, motocannoniere e vedette, 9 navi sede comando e 2 navi guida aerei (55). (54) HER MAJES1Y'S STATIONERY OFFICE: History of the ser:ond world war · U.K. military sen'es. The Mediterranean and Middle East, vol. V cit., pag. 30. (55) Le sei corazzate inglesi enne la Nelson (ammiraglia di Willis), la Rodney, la Warspìte, la Valiant, la Howe e la King George V mentre le due portaerei britanniche erano la Formidable e la lndomitable. Cfc. A.B. CUNNINGHAM: L'odissea di un marinaio, Milano 1952, pag. 409.
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Le forze aeree affidate al Maresciallo dell'Aria inglese Tedder ammontavano, come abbiamo detto, a 3.462 velivoli, dei quali 2.510 operativi ed erano suddivise in un'aliquota strategica (Gen. americano Spaatz) e in un'aliquota tattica (Maresciallo dell'Aria britannico Coningham). Comunque ripetiamo che gli aerei di prima linea impiegati dagli anglo-americani a sostegno diretto degli sbarchi furono per la precisione 670. -
*** Al termine di questo riepilogo delle forze alleate coinvolte nell'operazione HUSKY, ci sembra necessario accennare ad un _altro loro vantaggio, non evidente a prima vista, ma assai cospicuo. Si trattava della generale superiorità delle divisioni di fanteria angloamericane in termini di potenza di fuoco sulle corrispondenti divisioni italo-tedesche schierate in Sicilia. Al proposito si può dire Che, a parte il maggior numero di battaglioni di fanteria e in genere di uomini inquadrati in una divisione alleata rispetto a quelli di una divisione italiana, il numero delle armi automatiche individuali e di reparto, dei monai e dei pezzi controcarro alleati era almeno di un terzo superiore. Per non parlare poi della grande sproporzione in automezzi ruotati e soprattuto cingolati, questi ultimi comprendenti sia i carri armati, sia le artiglierie semoventi e sia gli calfatrae» per traspono di truppe. Le divisioni di fanteria inglesi, normalmente di 13.700 effettivi, comprendevano tre brigate di fanteria, ciascuna delle quali allineava circa 2. 500 uomini ed era suddivisa in tre battaglioni. Oltre a ciò erano compresi nella divisione britannica tre gruppi di artiglieria campale, ognuno con 25 pezzi e 670 uomini, un gruppo di an. controcarro, un btg. mitraglieri, un btg. esplorante con 78 carri e 650 uomini, tre compagnie Genio con 240 uomini ciascuna e Servizi vari. Occasionalmente qualcuna di queste unità minori divisionali veniva aggregata all'organico di una brigata, formando il cosiddetto «brigade group», organismo campale autonomo, pari ad un gruppo tattico reggimentale americano di cui parleremo tra poco. Le brigate corazzate inglesi erano invece composte · da due reggimenti carri ed erano inquadrate nell'ambito dei Corpi d'Armata. Le divisioni di fanteria americane riunivano in media 15. 500 effettivi ed il loro organico era il seguente: tre reggimenti di fanteria, ciascuno su tre battaglioni e con 3.000-3.500 uomini, un
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reggimento di artiglieria anicolato in quattro gruppi e con 72 pezzi e 2.500 uomini, un btg. Genio con 650-750 uomini, un gruppo esplorante con 150-200 uomini, una compagnia Trasmissioni, un'unità Servizi ed una nutrita unità sanitaria di circa 500 addetti, che insieme ai Servizi medici aggregati alle singole minori unità portava l'organico del Corpo Sanitario divisionale alla rispettabile cifra di un migliaio di uomini. Il principale armamento della divisione di f~ieria americana nella metà del 1943 comprendeva 7.000 fucili e carabine Garand e Winchester del calibro di 7,62 mm. a funzionamento semiautomatico, 150-200 mitragliatrici o fucili mitragliatori Browning dello stesso calibro, 113-237 mitragliatrici da 12,7 mm.,' 81-90 mortai da 60 mm., 36-57 mortai qa 81 mm., 550 bazooka anticarro, 60-100 cannoni controcarro, 60 obici da 75 e 105 mm., 12 obici da 155 mm. e 1.800-2.000 autoveicoli (56). Le divisioni corazzate americane, costituite nel settembre 1940 e ristrutturate nel marzo 1942, comprendevano 14.620 uomini, 54 obici da 105 mm. semoventi e 390 carri armati. Esse erano organizzate su due reggimenti carri, un reggimento di fanteria e un reggimento d'aniglieria (tutti su tre battaglioni), un battaglione Genio e un gruppo esplorante. Un nuovo ordinamento ridusse nel 1943 il numero degli uomini a 10.937 e quello dei carri a 263. Qualche parola merita infme il RCT (Regimental Combat Team) che incontreremo sotto la denominazione di gruppo tattico reggimentale. Questa unità era basata su un reggimento di fanteria, rinforzato da aliquote esploranti moto-corazzate, di artiglieria, del Genio e dei Servizi, che ne facevano un complesso tatticamerue autonomo ed autosufficiente.
(~6) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Special Iludiei. The organization 'of ground combal troopi, Washington 1947, pagg. 274-275 .
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CAPITOLO V
LA CADUTA DI PANTELLERIA E DI LAMPEDUSA E LA FASE PREPARATORIA DI «HUSKY» o
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LE DIFESE DI PANTELLERIA E GLI ATIACCHI AEREI SULL'ISOLA (Vds. tavola n. 7 e schizzo n. 2 in Appendice)
L'unico esempio nella storia di un'isola fortificata arresasi al solo potere aereo nemico fu quello fornito da Pantelleria che, come abbiamo accennato, dipendeva dallo Stato Maggiore della R. Marina, al pari delle più meridionali isole Pelagie di Lampedusa, , Linosa e Lampione. Pantelleria, isola vulcanica di 83 chilometri quadrati, distante 114 chilometri dalla Sicilia, 70 chilometri dalla Tunisia e 220 chilometri da Malta, si eleva sul livello del mare ad un'altezza massima di 836 metri nella cosiddetta Montagna Grande, circondata a sua volta da varie alture e coni vulcanici avventizi, chiamati localmente «cuddie». La vegetazione spontanea è la macchia mediterranea, sostituita qua e là da vigneti. Nel maggio 1943 Pantelleria era abitata da circa 12.000 residenti ed era difesa complessivamene da 420 ufficiali, 620 sottufficiali e 10.617 militari di truppa (1). Il comandante dell'isola, dipendente da Supermarina tramite il Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia, era l'Ammiraglio Pavesi, coadiuvato dal suo Capo di S.M., Cap. Freg. Cavana. La locale Milmart (Milizia di artiglieria marittima) aveva a disposizione ventidue batterie c:;osì suddivise: tre da 15 2 l 4 5 ( 12 cannoni), tre da 120/50 (13 cannoni) e una da 76/40 antinavé (4 cannoni), oltre a due da 90/53 (12 cannoni) e a tredici da 76/40 (72 cannoni) a doppio scopo. Per la difesa contraerea e ravvicinata (l) A.U.S.E., cartella !T 1152A: Pantelleria, foglio 4/ 124 del 12 giugno 1943.
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vi erano inoltre 23 mitragliere da 20 mm. , 18 da 13,2 mm., 19 da 8 mm. e 50 da 6,5 mm. {2). Gli elementi dell'Esercito, agli ordini del Gen. Maffei, erano costituiti da tre battaglioni di fanteria, dei quali uno autotrasponato, da una compagnia Comando brigata mista, da tredici compagnie autonome mitraglieri, da tre compagnie speciali {totale 32 pezzi da 47 mm., 36 pezzi da 45 mm., 543 mitragliatrici e 108 fucili mitragliatori) , da una compagnia monai da 81 su sei pezzi, da una compagnia autonoma carri L con 13 carri, dal CL gruppo misto d' aniglieria con 4 pezzi da 65l 17 e 4 pezzi da 75 l 2 7, da una compagnia mista del Genio e da quattro compagnie di lavoratori e anieri. Esisteva infine nell'isola un radiolocalizzatore tedesco situato a Monte Croce servito da 78 militari germanici. Per la suddivisione degli organici si rimanda in appendice (allegato n. 9). Pantelleria era allora famosa per il suo aeropono costruito a 180 metri sul livello del mare , dotato di un'aviorimessa sotterranea in cemento armato, che misurava m. 302 x 26 e aveva un'altezza di m. 16. Anche i Servizi erano ben protetti, pane in calcestruzzo e pane in caverna. L'aviazione dell'isola, agli ordini del Col. Raverdino, aveva una dotazione di 60 caccia, ma questi ultimi furono in pane distrutti sotto i bombardamenti e in parte ritirati, cosicchè, come vedremo, rimasero sull'isola fino al 3 giugno soltanto quattro M.C. 202 (3). L'isola era completamente dipendente dai rifornimenti via mare e alla data del 25 maggio 1943 l'autosufficienza viveri per la popolazione e le Forze Armate era calcolata in trenta giorni, mentre al momento della resa (11 giugno) essa era di 14-15 giorni (4). I viveri erano accantonati in un deposito in caverna, come sotterranei erano due depositi munizioni, uno di carburanti, una centrale elettrica, un mulino e un forno elettrico. L'acqua era prelevata dai tre pozzi di Lo Finto, Errera e Valenza, aventi una ponata individuale di circa 200 metri cubi (2) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: c:Stralcio della relazione dell'Ammiraglio Angelo Iachino•. (3) Secondo il Gen. Samoro questi quaruo caccia rimasero a Pantelleria soltanto fino agli ultimi giorni di maggio, ciò che è contraddetto dai documenti ufficiali. Cfr. G . SANTORO: L 'AeronautictJ italiana nella seconda guen-a mondiale, op. cit., vol. Il, pag. 536. (4) Cosl si espresse anche la citata relazione dell'Amm. bchino in A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4.
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Incursioni aeree , • sgnza danni con danni • con danni graiJi Jtnza iJilli~M - con vittime - con vittim~ numerose
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TAVOLA N. 7
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AEREA NEMICA SUL TERRITORIO DI PANTELLERIA DAL 8·5 AL 11 · 6·1943
LA CADUTA DI PANTEllERIA E DI LAMPEDUSA
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giornalieri. Esistevano inoltre molte. cisterne di raccolta di acqua piovana, però quasi a secco in quella stagione, mentre ciascuna batteria era dotata di una cisterna di 50 metri cubi, munita di filtri di depurazione. L'Esercito aveva infine 58 serbatoi metallici da 500, 1.000 e 1.420 litri. Il principale problema era però costituito dalla distribuzione d eli' acqua potabile, affidata alle scarse autobotti disponibili lungo le modeste e bersagliate strade d eli' isola ( 5). La posizione strategica di Pantelleria ne faceva un obiettivo ambito dagli inglesi, che infatti, come abbiamo già accennato, avevano pensato di invaderla fin dall'ottobre 1940 con un'azione di Commandos chiamata in codice WORKSHOP (6). Questo ardito pia.no fu accantonato nel dicembre per far posto al già citato primo progetto di invasione della Sicilia denominato INFLUX, poi reso vano dali' accorrere di truppe di cielo e di terra tedesche nella stessa Sicilia (7). Nella nuova situazione del 1943 Pantelleria rappresentava per gli alleati un'ottima base avanzata per i loro velivoli da caccia, in Y!sta del lancio della definitiva operazione HUSKY, e la sua . conquista avrebbe eliminato la locale stazione radar tedesca, Non sfuggiva inoltre ai pianificatori alleati il valore dell'isola quale sede di stazioni meteorologiche e di Servizi di salvataggio, oltre alla possibilità di adibirla a campo d'atterraggio di emergenza per i velivoli da bombardamento danneggiati. Nonostante i rilevati vantaggi, però, la convinzione di incontrare una strenua resistenza da parte del numeroso e ben armato presidio e di svelare al nemico l'intenzione di invadere la Sicilia, fece discutere a lungo i responsabili militari anglo-americani (8). Finalmente il 10 maggio 1943 venne deciso di effettuare lo sbarco e la conquista di Pantelleria (operazione CORKSCREW) per 1'11 giugno, ultimo giorno di un periodo di idonee condizioni di luce notturna prima della prevista invasione della Sicilia. Nella notte tra il 10 e l'Il maggio fu istituita dagli inglesi una stretta sorveglianza intorno all'isola per mezzo di motosiluranti, che {5) Autovetture, autocarri, furgoni, autobotti, motocicli e automezzi speciali ammontavano a 119, condizionati però dalla penuria di pezzi di ricambio. "(6) P.R.O., fondo ADM 205, cartella 11. (7) P.R.O. , fondo PREM 3, cartella 234: clnflun operation (invation of SiciJy), December 1940 - February 1941. (8) U.S. ARMY IN WORL.D WAR li: Sicily anti the surrender of Italy, op. cit., pagg. 69-70.
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LE OPERAZIONI IN SICJUA E IN CALABRIA
tuttavia non impedì che entro il 16 del mese giungessero ai difensori 657 tonnellate di rifornimenti. Quindi il 18 mag_gio1 cinque giorni dopo la caduta della Tunisia, ebbe inizio_ su Pantelleria una massiccia campagna aerea, mentre incrociatori e cacciatorpediniere eseguirono una serie di bombardamenti dal mare il l o, 2, 3, 5 e 8 giugno. Dalla relazione ufficiale britannica sappiamo che da metà maggio all' 11 giugno, giorno della resa di Pantelleria, furono riversate sull'isola 6.400 tonnellate di bombe nel corso di 5.218 sonite, oltre ad una pioggia di granate navali (9). Di contro gli alleati persero in questa campagna aerea un totale di 15 velivoli, distruggendone però 47 dell'Asse. L'offensiva aerea contro Pantelleria può essere suddivisa in due périodi, il primo dei quali, compreso tra il 18 e il 30 maggio, vide .quarantatrè incursioni prevalentemente diurne che causarono poche vittime (13 morti e 26 feriti tra civili e militari), ma gravi danni agli impianti elettrici e alle attrezzature logistiche. Il secondo periodo, che giunse fino all' 11 giugno, cioè alla resa dell'isola, fu invece caratterizzato da ben 194 incursiorti, concentrate soprattutto negli ultimi giorni dell'offensiva. Tra l'altro una bomba penetrò attraverso l'entrata dell'aviorimessa sotterranea, senza però esplodere, con successivo sollievo degli stessi inglesi, che poterono così «utilizzare quell'hangar in continuazione dopo l'occupazione dell'iso!~. come è scritto nella relazione ufficiale della R.A.F. {10). Frattanto il l giugno il Comando Supremo aveva impartito a Supermarina, Superaereo e O.B.S., con telespresso n. 41394/op, le «disposizioni per la difesa a oltranza di Pantelleria e delle isole Pelagie» ( 11). Due giorni dopo il Gen. Ambrosio ordinò ai tre Stati Maggiori di Forza Armata di provvedere al rifornimento dell'isola assediata con ogni mezzo, anche con aviolanci, raccomandando poi che gli aerei che atterravano a Pantelleria evacuassero civili nel viaggio di ritorno. Lo stesso 3 giugno il Comando Supremo, come abbiamo già anticipato, dispose «il trasferimento in Sicilia della sezione caccia dislocata tuttora nell'isola di Pantelleria» (12). (9) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war·U.K. military series. The Medite"anean an d Middle East, vol. V ci t. , pag. 49 nota. (lO) D . RICHARDS- H.G. SAUNDERS: Royal Air Force 1939· 1945, vol. II, H .M.S.O.,
traduzione italiana cit. a cura dello S.M.E., pag 461. (11) A.U.S.E., cartella 1444. relespresso n . 41394/op del Comando Supremo in data l giugno 1943. Le aviazioni dell'Asse risposero a questo appello impiegando a difesa di Pantelleria ua il l e il lO giugno un totale di 323 caccia italiani e 4)) tedeschi . (12) A.U.S.E., cartella 1444, telegrammi o. 006)6/UT, 00675/UT e 51056/op del 3 giugno 1943.
LA CADUTA DI PANTELLERIA E DI LAMPEDUSA
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Il 6 giugno ancora Ambrosia ricordò a Superaereo la necessità di compiere il massimo sforzo per rifornire Pantelleria, anche per ragioni morali, pur comprendendo i rischi dell'aviorifornimento (13). In effetti in quella stessa notte un S.82 effettuò un aviolancio di vettovaglie, ciò che originò un vivo compiacimento da parte del Gen. Ambrosia. A tale proposito si ricorda che, oltre a questo isolato aviolancio, tra il l e il 10 giugno atterrarono a Pantelleria dodici trimotori da carico S. 81 italiani e trentaquattro trimotori Ju.52 tedeschi per il trasporto di urgenti rifornimenti di munizioni ed acqua (14). Infine il 7 giugno la cisterna Arno era giunta nell'isola con 130 tonnellate d'acqua (15). Da pane sua la R. Marina ritenne di attenersi alla DI.NA.12 (Direttiva Navale 12) che non prevedeva l'impiego di navi di superficie a difesa di Pantelleria. Supermarina non considerò nemmeno opportuno l'impiego di sommergibili e si limitò ad inviare nelle acque dell'isola tre motosiluranti, che raggiunsero colà undici motosiluranti tedesche (16). Sia l' 8 che il 10 giugno gli inglesi lanciarono sull'isola manifestini contenenti intimazioni di resa , ma in ambedue i casi il Comando di Pantelleria rifiutò l'offerta, confermando a Roma che avrebbe resistito ad oltranza (17). In risposta a questo gesto Mussolini , tramite il Comando Supremo, inviò all' Amm. Pavesi il seguente elogio appena dodici ore prima dell'allora imprevista capitolazione (18). «Giunga a Voi et a Presidio mio vivissimo elogio. Eroica resistenza guarnigione Pantelleria aggiunge nuovo alloro alle armi d'Italia. Mussolini».
2. LA RESA DI PANTELLERIA
Durante la giornata dell'8 giugno il Comando Supremo chiese insistentemente a Supermarina, Superaereo e O.B.S. «di concentra{13) Ibidem, telegramma de l Comando Supremo n. 51112/op· del 6 giugno 1943. {14) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: cStralcio della relazione dell'Amm. Angelo Iachino•, pag. 23 e G. SANTORO: L 'Aeronautica italiana r1ella uconda guen-a mondiale, vol. Il cit., pagg. 537·538. (15) A.U.S.E., Ibidem e S. ATTANASIO: Siçr'/ia senza Italia, op. cit., pag. 60. {16) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: cStralcio della relazione dell'Amm. Angelo lac.hino•, pag. 22. {17) A.U.S.E., cartella 1444, telegramma n. 43543 delle ore 14.30 dell'8 giugno 1943 e cartella IT 1152A, fonogramma 32406 delle ore 13.00 del IO giugno 1943. (18) A.U.S.E., cartella 1444 e cartella IT 1152A, telegramma del Comando Supremo o. 41483/op delle ore 22.40 del IO giugno 1943.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
re tutti 1 mezzi a disposizione per il concorso alla difesa di Pantelleria, che nell'attuale momento deve costituire il compito principale~, nonché «di comunicare d'urgenza le azioni ordinate» (19). In effetti in quel giorno tre aerosiluranti e otto cacciabombardieri italiani, sotto una scorta complessiva di trentotto caccia, tentarono di attaccare una divisione navale inglese di cinque incrociatori e otto cacciatorpediniere, che stava bersagliando l'isola insieme ad un centinaio di velivoli. In quella circostanza i piloti degli aerosiluranti dichiararono di aver colpito due incrociatori e di aver costretto le navi nemiche ad allontanarsi, mentre i caccia italiani «sarebbero rimasti padroni del cielo» (20). Oggi sappiamo invece che quegli aerosiluranti italiani «furono costretti al rientro prima di aver potuto avvistare le navi, a causa dell'esaurita autonomia della scorta caccia.>> (21). Effettivamente quel giorno nessuna unità inglese rimase colpita né dagli aerei italiani nè da quelli del II Fliegerkorps tedesco, che impiegò contro gli stessi obiettivi nelle acque di Pantelleria 34 cacciabombardieri scortati da 57 caccia. Durante il 9 e· il 10 giugno ci furono sui cieli di Pantelleria altre missioni aeree dell'Asse, prevalentemente tedesche; rimaste però tutte egualmente senza esito, mentre sempre più intensa diveniva la pressione dei bombardieri alleati sul!' isola. Sempre secondo la citata relazione d eli' Amm. Iachino, incaricato di svolgere un'indagine sui fatti accaduti, la sera del 9 giugno era ancora efficiente su Pantelleria 1'80% delle batterie antinave e il 48,25% di quelle contraeree (22). Alle 03.40 del 10 giugno l'Ammiraglio Pavesi inviò a Supermarina un importantissimo resoconto sulla situazione, ricevuto anche dal Comando FF.AA. della Sicilia alle ore 07.50. In esso il Comando di Pantelleria assicurava, tra l'altro, che, pur essendo stato inutilizzato il locale mulino e distrutti alcuni depositi di (19) A.U.S.E. cartella 1444, dispacci del Comando Supremo n. 41452/op e 41454/op dell'S giugno 1943. (20) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4 cit. (21) G. SANTORO: L'Aeronautica italiana nella seconda guerra m ondiale, vol. ll cit ., pag. 537. (22) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: •Srralcio della relazione dell' Amm. Angelo lachino•, pag. 24.
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viveri, la farina rimasta sarebbe stata sufficiente per altri dieci giorni. Ancora più rilevanti erano le notizie sulle disponibilità idriche, problema che ha fatto molto discutere gli storici. Dopo aver infatti comunicato che l'acqua giunta per mezzo di aerei non era potabile perché inquinata da benzina e che le difficoltà degli autotrasponi ostacolavano la distribuzione dell'acqua giunta con la cisterna Amo, l'Ammiraglio Pavesi dichiarava esplicitamente in quel 10 giugno, vigilia della resa: «Sufficienza acqua massimo giorni quattro» (23). A conferma di quanto sopra, giunse nella stessa giornata a Supermarina il telegramma n. 10883 trasmesso alle ore 08.20 da Superaereo in cui, dopo aver ricordato che tre S.81 avevano trasponato sull' isola 4. 700 chilogrammi di munizioni e di medicinali e che sette Ju.52 tedeschi avevano scaricato sull'iso!~ acqua e 800 chilogrammi di munizioni, concludeva:
«Pantelleria dice di non aver più bisogno di acqua, ma soprattutto di munizioni~ (24). Tra l'altro alle 22.00 di quel 10 giugno, rispondendo ad un altro ordine di Mussolini di alimentare l'isola con ogni mezzo, altri cinque trimotori Ju. 52 germanici effettuarono un lancio di aerorifornitori (25). Ciò anche in seguito ad un nuovo fonogramma serale dell' Amm. Pavesi, con il quale si denunciavano le locali difficoltà per il rifornimento di munizioni, di viveri e di acqua e per il traspono dei ferici e si esprimeva sfiducia circa la possibilità di fronteggiare eventuali sbarchi nemici (26). L' 11 giugno, giorno della resa di Pantelleria, gli avvenimenti si susseguirono con crescente intensità ed alcuni addirittura si accavallarono, determinando una cena confusione in alcune relazioni dei fatti giunte fino a noi. li primo significativo telegramma fu quello inviato dall' Amm. (23) A.U.S.E., cartella 1444 e canella IT ll52A, fogli 4/n e 4/ 84; fonogramma del Comando di Pantelleria n . 50069 del 10 giugno 1943. (24) A.U.S.E., canella IT 1152A, fogli 4/58 e 4/85: telegramma di Superae-reo n. 10883 del IO giugno 1943. (25) Ibidem, foglio 4/35. Per quest' ultimo ordine di Mussolini vds. canella 1444, telegramma del Comando Supremo n. 41485/op del 10 giugno 1943. (26) A.U.S.E., canella IT 1152A, fogli 4 / 64 e 4/ 85: fonogramma del Comando di Pantelleria n. 55443 del 10 giugno 1943.
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LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
Pavesi alle 03.45, che tra l'altro segnalava le «condizioni pietosissime della popolazione civile per mancanza di viveri, acqua ed adeguati rifugi» ·e defmiva le «energie morali delle forze armate fiaccate dall'assoluta impotenza di combattere e difendersi». Il comandante dell'isola quindi concludeva amaramente: «Conscio responsabilità numerose vite umane sento triste dovere dichiarare che tutte possibilità materiali resistenza sono esaurite» (27) . . Frattanto le forze aeronavali alleate intensificavano la loro pressione, lanciando su Pantelleria in quell' 11 giugno altre 440 tonnellate di esplosivo, mentre un contingente da sbarco della l a div. ftr. inglese del Gen. Clutterbuck, ripanito in tre scaglioni e salpato da Susa e Sfax, si avvicinava per sferrare il colpo decisivo. Quest'ultima forza navale, agli ordini dell'Ammiraglio britannico McGrigor, era composta da un' unità comando, cinque navi anfibie, · trentotto mezzi da sbarco, cinque cacciatorpediniere, una cannoniera, quattro dragamine, quattro trawlers e due motolance. Gli inglesi, però, come vedremo, finirono per sbarcare un'ora dopo la resa dell'isola. Premuto dalle circostanze ed evidentemente preoccupato di salvare l'onore delle armi italiane, Mussolini, alle 10.10 d eli' 11, fece spedire dal Comando Supremo a Supermarina per Pantelleria, a Superaereo e all'O.B. S. il seguente fondamentale telegramma n. 41490/ op, che suggeriva di attribuire soltanto àlla mancanza d'acqua la resa dell'isola fortificata (28). cData impossibilità rifornimenti acqua potabile popolazione isola et presidio Vi ordino di informare con telegramma Comando Malta che per suddetto motivo et solo per esso a partire dalle ore 12 di oggi cesserete resistenza. Voi et Vostri dipendentÌ avete fatto tutto il vostro dovere. Per la Vostra opera di comandante Vi è conferita sul campo la Croce di Cavaliere dell'O.M.S. - Mussolini:..
Questo telegramma fu rirrasmesso però da Supermarina all' Amm. P avesi soltanto alle 12.5 5, quando la resa ordinata da Mussolini avrebbe dovuto già essere stata dichiarata da quasi un'ora. Inoltre, forse per ovviare a questo ritardo, il suddetto telegramma del duce fu modificato da Supermarina e trasmesso a Pantelleria nel modo seguente (29). (27) Ibidem, fogli 4/65, 4166 e 4/85. (28) Ibidem, fogli 4/68, 4 / 107, 4/108, e 4/110: telegramma del Comando Supremo, a fuma Mussolini, n. 41490/op delle ore 10.10 dell'll giugno 1943. (29) Ibidem, foglio 4/40: telegramma di Supermarina a Pantelleria n. 63495 delle ore 12.55 deU'll giugno 1943.
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cData impossibilità rifornimento acqua potabile popolazione· isola et presidio Vi ordino di informare nel momento che giudicherete con telegramma in chiaro Comando Malta che per suddetto motivo et solo per esso, a partire dall'ora che Voi stabilirete e che comunicherete, cesserete resistenza. Per Vostra opera Comandante Vi è conferita sul campo Croce di Cavaliere Ordine Militare Savoia. Mussolini.~.
Come si vede, la difformità tra il teJegramma originario di Mussolini n. 41490/op e quello trasmesso effettivamente da Superroarina a Pantelleria con il n. 63495 non stava quindi soltanto n eli ' orario di inoltro, ritardato già di circa un'ora rispetto al momento in cui l'isola, secondo gli ordini del duce, avrebbe dovuto arrendersi (ore 12.00). Infatti il fonogramma di Supermarina, pur essendo stato diramato a firma di Mussolini, mutava anche il contenuto e le condizioni, omettendo l'intera frase di elogio ai difensori e attribuendo all'Amm. Pavesi un'imprevista scelta del momento in cui chiedere la resa e di quello in cui renderla effettiva. Ultima conseguente discordanza era poi quella di imporre a Pavesi stesso il compito di comunicare a Roma il «prescelto» orario di resa, ordine che Mussolini non aveva inteso rivolgere, dal momento che per lui la cessazione della resistenza doveva avvenire alle ore 12.00 precise. Comunque sia, queste strane contraddizioni e discrepanze non ebbero alcuna pratica conseguenza, dal momento che l'Amm. Pavesi aveva reso superfluo ogni ordine di resa, avendo già deciso autonomamente di cessare la resistenza a partire dalle ore 11.00, molto prima cioè di aver ricevuto il suddetto ordine del duce che era stato manipolato e che comunque avrebbe desiderato la resa per le ore 12.00. Infatti alle 11.25 l'Ammiraglio Pavesi così comunicò (30): «Ancora bombardano con aerei et navi. Alle ore 11.00 ho dato ordine di esporre segnale resa. Viva l'Italia~.
Questa dichiarazione di resa fu anche intercettata dal Comando Militare Marittimo di Messina alle ore 12.05 (31), ma sia l' O .B.S. tedesco che il Gen. Monti del Comando Aeronautica della Sicilia ne vennero a conoscenza quasi subito. Infatti alle 11.10 il (30) A.U.S.E., cartella IT 1152A citata, fogli 4 / 38 e 4/70. (31) Ibidem, foglio 4/129, prot. 248/C.S.
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Gen. Monti comunicò telefonicamente da Catania al Gen. Santoro, Sottocapo di S.M. della R. Aeronautica, che. «i tedeschi avevano saputo che Pantelleria, alle ore 11.00, aveva alzato bandiera bianca» (32). Ancora prima di ricevere il famoso e ritardato fonogramma di Supermarina n . 63495 delle 12.55, l'Amm. Pavesi diramò in chiaro alle 12 .10 il seguente nuovo e più lungo resoconto n. 0528 concernente la sua decisione di cessare la resistenza (33). ~Presidio Pantelleria ha resistito per quanto umanamente possibile. Impossibilità qualunque reazione mi impone durissima necessità cessare resistenza. Alle ore 11.00 ho dato ordine esporre segnale resa. Viva l'Italia. Dall'avamposto mediterraneo rivolgiamo nostro saluto alla cara Patria. Abbiamo compiuto massimo dovere nella certezza della vittoria finale . Avvisate famiglie che tutto personale stazioni r. t. Pantelleria est salvo. Viva l'Italia. Viva l'Italia. Viva l' Italia».
Come si può notare , infine, l' Amm. Pavesi nei suoi suddetti due messaggi di resa non fece alcun appello alla mancanza d'acqua, che Mussolini aveva invece suggemo quale unico motivo della capitolazione.
*** Un'interessante testimonianza di ciò che accadde subito dopo la decisione dell' Amm. · Pavesi di cessare la resistenza su Pantelleria alle ore 11.00 di quell' 11 giugno 1943 è data da una serie di registrate comunicazioni telefoniche tra il Gen. Monti del Comando Aeronautica Sicilia con sede a Catania e il Gen. Santoro, Sottocapo di S.M. della R. Aeronautica a Roma. Eccone la sequenza, contenuta oggidì nella più volte citata canella IT 1152A dell'Archivio dell'Ufficio Storico dello S.M. Esercito, che raccoglie parte di quella massa di documenti militari italiani microfùmati nel dopoguerra dagli americani e restituiti poi ai nostri archivi. - Ore 11 .15: Monti comunicò che nove caccia Macchi 202 dovevano decollare per Pantelleria «senza scorta», precisando al proposito: «Eccellenza, i Macchi 202 possono partire: sono nove; però c'è il cielo sgombro appena a metà canale. Dovrebbero andare senza scona; cioè non ritorneranno~. (32) Ibidem, foglio 4/134 , prot. 4028. (33) Ibidem, foglio 4/69. fonogramma del Comando di Pantelleria n. 0528 delle ore 12.10 dell' 11 giugno 1943.
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Santoro: «Bisognerà fare qualche cosa. Vedi di dare un po' di scotta. I tedeschi non vanno?». Monti: «Sono già andati ed attendono di ripartire se sarà il caso. Sono talmente irati per quello che è successo che l'ufficiale di collegamento riferisce che non può nemmeno parlare loro». Santoro: cDi che cosa sono irati?». Monti: «Che la resa è troppo precipitosa e, quindi, non so quale sarà la reazione». Santoro: «Prova a mandare questi Macchi con un po' di scotta, tanto per non dire che non abbiamo fatto niente» (34). -Ore 11.30: Monti: «Qui c'è un telegramma che dice che le navi si avvicinano sempre sparando e, probabilmente, non vedono i segnali (di resa): ciò significa che i segnali sono stati alzati. Poi dice che il Colonnello (Col. Raverdino, n.d.a.) ha provveduto alla distruzione del denaro , ma il comandante della Piazza non ha comunicato niente». Santoro: «È un bel tipo questo comandante della Piazza!» Monti: «È un tipo strano, perché proprio adesso che doveva. essere utilizzata la forza che c'è sull'isola ... in mezzo ai sassi e alle · montagne» (35). - Ore 11.34: Monti: «Il ragazzo (si trattava del S. Ten. D'Amico, responsabile del ponte radio dell'Aeronautica a Pantelleria, n.d.a.) comunica: «Ora la flotta si avvicina, è la fine . Stanno facendo saltare tutte le opere fortificate. Ma perché ci siamo arresi?» (sottolineatura nell'originale, n. d. a.) San toro: «Così dice?» Monti: cSì». Santoro: «Trasmettimi tutte queste comunicazioni, perché le passo al Comando Supremo». · Monti: «La stazione radio ha chiuso il traffico alle ore 11.15». Santoro: «Quella del Sottotenente?». Monti: «No, D'Amico mi dice di rimanere sempre in linea». Santoro: «Da Raverdino nessuna notizia?» Monti: «Nessuna, devono essere tagliati fuori». Santoro: «Che peccato!» (34) A.U.S.E., cartella IT 1152A citata, foglio 4/139, prot. 4048. È al proposito almeno sorprendente apprendere che aerei da caccia M.C.202 avevano bisogno della protezione di altri caccia. (35) Ibidem , foglio 4/137, pror. 4050. I puntini sospensivi indicano un'interruzione nella comunicazione telefonica.
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Monti: «Eccellenza, se vi avessimo avuto ancora noi! .... » Santoro: «Cpe peccato!» (36). Nella polemica si inserì anche una telefonata tra tre ufficiali tedeschi dell'O.B.S., di cui riferiamo il resoconto documentaço. - Ore 11.45: Ten. Col. Adler: «La questione della bandiera bianca è vera?». Cap. Farm: «Purtroppo. Ho conferma dai nostri laggiù: gli italiani hanno alzato bandiera bianca; inoltre la mia gente, oltre ad avermelo comunicato per telefono, l'ha trasmesso anche per telescritto. Sembra, infine, che i nostri aviatori l'abbiano pure VlSta»
Ten. Col. Adler: «<n tal caso è una porcheria!» Cap. Farm: «Vi passo l'ufficiale dell'IC» (Ufficio Informazioni, n.d .a.). Ten. Col. Adler: «È sicuro il fatto della bandiera bianca?» Ufficiale IC: «St». Ten. Col. Adler: «Le artiglierie da costa sparano?» Ufficiale IC: «No, hanno alzato bandiera bianca. Gli inglesi , invece, continuano a sparare» (37). Alle 12.22 il Col. Raverdino riuscì a rimettersi in comunicazione da Pantelleria con il Gen. Monti a Catania, inviando questo inquietante messaggio (38): «Avuto ordini da Ammiraglio (Pavesi) di non far saltare hangar. Datemi risposta dopo di che farò saltare stazione:..
Con l'immediata risposta delle 12.24 il Gen. Monti, di propria iniziativa, diramò allora il seguente inequivocabile ordine (39): «C.A.S. a Radioponte Pantelleria per il Col. Raverdino: ordine Duce provvedete distruzione hangar non appena nemico inizierà sbarco. Per stazioni radio attendete ultimo momento•.
Il problema della distruzione dell'hangar - che avrebbe dovuto essere un fatto acqu isito, ma che invece si dimostrava ancora irrisolto quando gli inglesi sbarcarono nell'isola arresasi fin dalle (36) (37) (38) ( 39)
Ibidem, Ibidem, Ibidem, l bidem,
foglio foglio foglio foglio
4/ 132, proc. 4051. 4/140, proc. 4052. 4/71. 4/7 l.
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11.00 - divenne da allora una giusta quanto affannosa preoccupazione del Comando Aeronautica di Catania, tanto che sullo stesso argomento esso scambiò altre tre telefonate con Radioponte Pantelleria (S. Ten. D'Amico) nello spazio di tre minuti. Alle 13.00 infatti il Gen. Monti raccomandò al S. Ten. D'Amico di far giungere con ogni mezzo al Col. Raverdino il suddetto ordine delle 12.24 di distruzione dell'hangar. Alle 13.02 D'Amico replicò: «la nota della distruzione hangar est stata comunicata at Comando, ma non appena finita comunicazione si sono interrotte le linee». Infine alle 13.03 lo stesso responsabile di Radioponte Pantelleria precisò sconsolatamente: «Non ho più comunicazioni con aeropono . Non posso notiziarvi circa distruzione hangar» (40). La stessa scottante e poi irrisolta esigenza di non far cadere intatto in mano nemica il moderno hangar in caverna del!' isola di Pantelleria fu contemporaneamente dibattuta dai Generali Monti e Santoro nei loro colloqui telefonici di metà giornata. Infatti alle ore 12.25 si svolse al proposito il seguente significativo dialogo tra i due alti ufficiali della R. Aeronautica (41 ). Monti: «In questo momento ricevo da Raverdino «Avuto ordine dali' Ammiraglio di non far saltare hangal)>. Io ho risposto: «Ordine Duce bruciate hangar». Se ho fatto male dimmelo, perché faccio in tempo a comunicare». Santoro: <<Non capisco perché non debba far saltare}' hangar». Monti: «Eh! Eccellenza, tante cose si capiscono ... E tutto un programma! Non da pane nostra, naturalmente. Quindi ho risposto come ti ho detto». Santoro: «In ogni modo la resa è sicura?» Monti. «Ha fatto il telegramma l'Ammiraglio». Santoro: «Ha fatto il telegramma in quel modo?>> Monti: «SÌ» . Santoro: «Non capisco perché non vogliano far saltare l'hangar». Monti: «Eh , Eccellenza!.... Perché resti... Non c'è altra sp1egaz1one». Santoro: «Non riesco ad afferrare la vera idea». Monti: «È un ordine molto strano». (40) Turto in A.U.S.E .. caneiJa IT ll52A cicaca, foglio 4 /72. (41) Ibidem, foglio 4/135, prot. 4055.
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LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
Infine cinque minuti dopo, alle 12.30, il Gen. Monti dibattè telefonicamente lo stesso argomento con il Col. Casera di Superaereo, cercando di ottenere per altra via l'approvazione al suo operato che Santoro aveva eluso. Ecco la registrazione della telefonata (42). Monti: «Siete al corrente di tutta la tragedia di Pantelleria?» Casera: «Sì». Monti: «<n questo momento il CoL Raverdino ha telegrafato dicendo: «Ho avuto ordine dall'Ammiraglio di non far saltare l'hangar». Io mi son permesso di rispondere: «D'ordine del Duce procedete distruzione hangar non appena iniziato sbarco». Desidererei avere conferma di questo mio ordine». Casera: «Lo avete fatto di vostra iniziativa?». Monti: «S'i, perché è inconcepibile che a resa effettuata si voglia lasciare l'hangar nelle mani del nemico. Ad ogni modo desidero sapere se va bene. Desidero avere immediatamente una conferma dal Comando Supremo». Casera: eVa bene signor Generale». In quel clima di sospetto e di dubbia chiarezza era evidente e assai ragionevole il desiderio del Gen. Monti di ricevere il consenso per la sua lodevole iniziativa, che egli invano aveva chiesto al Gen. Santoro cinque minuti prima. Non è stato invece possibile rintracciare alcun dispaccio di approvazione da parte del Comando Supremo. 3. LA CADUTA DI LAMPEDUSA E DI LINOSA (Vds. tavola n. 8) L'isola di Lampedusa rappresentava nel conflitto un'altra base avanzata nel Mediterraneo centro-meridionale e, sebbene appartenente all'arcipelago delle Pelagie con Linosa e Lampione, faceva sistema unico con Pantelleria. La sua importanza militare emergeva soprattutto dalla sua posizione geografica: a 205 chilometri dalla costa siciliana, a circa l SO chilometri da quella tunisina e da Pantelleria e a quasi 160 chilometri da Malta. La limitata superficie di Lampedusa (20 chilometri quadrati, 11 chilometri di lunghezza massima e 133 metri di massima altezza sul livello del mare) e la sua stessa posizione non avevano suggerito (42) Ibidem, foglio 4/138, prot. 4056.
ISOLA DI LAMPEDUSA
Situazione a
Legenda:
~
r• 6• • ~
•
Comando di Settore
A
Comando Compagnia fucilieri
·l·
Posto
Cannone da 1/f32 Batteria. da 75k7
± .Deposito
Compagnia fucilieri . Plotone fucilieri eli rincalzo <5 ~ carri le99eri /Vucleo fisso , lanciafiamme il Il protezione impianti ~
I
o11er Paztone costiera
munizioni Ospedale da campo Plotone mitrag//eri c.a. , artieri Opera permanente
TAVOLA N. 8
la data
del
1° dicembre
19 4 2 o Scala 1:25.000
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un potenziamento militare pari a quello di Pantelleria. L'isola era stata posta comunque in una condizione difensiva che sarebbe stata relativamente fone qualora fossero esistiti nel Mediterraneo un maggiore equilibrio di forze e più ampie possibilità logistiche italiane (43 ). Lampedusa era anch'essa sotto un Comando Marina, diretto dal Cap. Vasc. Bernardini, dipendente dal Comando Piazza Marittima di Pantelleria. Agli ordini del Cap. Vasc. Bernardini agiva il Comando truppe del R. Esercito, retto dal Ten. Col. Paleologo e avente a disposizione difese fisse e mobili per un totale di 4.400 uomini. Le truppe di difesa mobile erano rappresentate da sei compagnie mitraglieri, da tre compagnie autonome fucilieri «Lupi di Toscana», da una compagnia lanciafiamme, da un plotone di quattro carri L, da tre plotoni monai e da due plotoni controcarro. Le difese fisse erano costituite dall'aniglieria, che comprendeva un gruppo Milman su nove batterie, una batteria dell'Esercito da 75/27 e tre batterie D.I.C.A.T. adibite alla difesa dell'unico aeropono dell'isola, ma ~venti anche compiti antisbarco e antinave, integrate da quattro sezioni contraeree. Una compagnia speciale Servizi dal 5o rgt. «Aosta:., quattro compagnie lavoratori e del Genio, un plotone speciale del Genio pontieri, un ospedale da campo, un'autosezione speciale e vari depositi, che garantivano un'autosufficienza media di un mese, completavano il dispositivo militare dell'isola, per il cui dettaglio si rimanda in appendice (allegato n. 10). Anche Lampedusa venne tenuta sotto costante pressione aerea, seppure non paragonabile a quella subita da Pantelleria, e nella notte del 7 giugno gli inglesi saggiarono la reattività difensiva dell'isola con alcuni Commandos, appoggiati da quattro vedette. Il tentativo di infiltrare a terra questi Corpi speciali britannici non riuscì e gli incursori vennero respinti . L' 11 giugno, giorno decisivo per Pantelleria, un violento bombardamento aereo nemico, seguito a breve intervallo dal fuoco di unità navali inglesi, si sviluppò contro il pono di Lampedusa, (43) Un interessante promemoria firmato ).A. OGLETHORPE sulle condizioni di Lampedusa prima e dopo l'occupazione britannica è custodito nel P.R.O., fondo WO 204, cartella 2278: War of 1939-1945. Military Headquarterr Papers. Allied Force Headquarters. Lampedusa: cr1Jil admini.stration hy AJ/ied Military Go11emmen1.
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procurando gravi danni e la perdita di due motosiluranti italiane colà in sosta (Mas 539 e 564). Sempre nella giornata dell'll gli alleati, per mezzo di manifestinì, Invitarono la guarnigione alla resa, per il momento non accolta dal Comando dell'isola. La pressione aeronavale nemica divenne ancor più massiccia il 12 giugno, come denunciò il Cap. Vasc. Bernardini a Supermarina con i seguenti due consecutivi fonogrammi della stessa mattinata (44). - Ore 11.00: •:Unità navali britannkhe seguitano ad incrociare intorno all'isola bombardando». - Ore 11.30: «Siamo continuamente bombardati con bombe grosso calibro. Continuo a non rispondere alle intimazioni di resa. Viva l'Italia».
Da parte sua Supermarina alle 13.25 così riferì al Comando Supremo (45): «Marina Messina comunica seguente messaggio di Marina Lampedusa: «Volano oltre mille apparecchi che martellano ininterrottamente da stamane l'isola con bombe grossissimo calibro. Maggior parte difesa distrutta. Artiglieria annientata. Perdite ingenti e non controllate. Ritengo non riuscire a contenere prossimo sbarco. Chiedo urgenti ordini. Bombardamento continua. Bernardini».».
Alle 13.50 lo stesso Supermarina rispose a quest'appello del Cap. Vasc. Bernat.:dini, esprimendo fiducia nella resistenza dell'isola fino a che fosse rimasta una qualunque possibilità di arrecare danno al nemico (46). Tuttavia nelle prime ore del pomeriggio di quel 12 giugno 1943 il Comando dell'isola si riunì per decidere sulla continuazione della lotta o sulla resa, alla quale gli inglesi avevano rinnovato gli inviti. A tale proposito la relazione del Maggiore Assenza, comandante della difesa fissa di Lampedusa, afferma che «Considerato che mancavano i mezzi per lottare contro le navi che si tenevano fuori tiro e contro la strapotente aviazione, si decideva all'unanimità la resa» (47). Fu quindi subito redatto il seguente fonogramma, che giunse a Supermarina alle 15.50 e venne poi ritrasmesso al Comando Supremo (48). (44) (45) (46) (47) (48)
A.U.S.E., cartella IT 1151A : Lampedusa, foglio 3/4 del 12 giugno 1943. Ibidem, foglio 3/4 cit. Ibidem, foglio 3/4 cit. A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4. A.U.S.E., cartella IT 1151A, foglio 3/3.
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«<mpossibile arrecare uh:eriore offesa at nemico. Azione aerea et navale nemica habent schiantato totalmente ogni nostra difesa. Truppe chiedendo resa inneggiano alle fortune della Patria. Abbiamo fatto nostro dovere. Viva l'Italia. Bernardini:..
Alle 16.25 di quel 12 giugno si interruppe il ponte radiofonico tra Lampedusa e Porto Empedocle, che riprese a funzionare ancora per soli altri venti minuti tra le 18.20 e le 18.40 (49). A quest'ultima ora fu intercettato il seguente segnale di Lampedusa indirizzato a Marina Messina (50). «Prego interessare Malta per cessazione bombardamento aereo e navale, avendo già esposti segnali regolamentari resa Piazza,.
A Supermarina giunse allora anche la notizia che «una stazione r.t. tedesca aveva comunicato a Taormina che alle 18.35 una nave da guerra inglese era entrata nel porto di Lampedusa e trattava per radio la resa» ( 5 l). In verità, una volta esposti i segnali di resa, il Comando di Lampedusa potè entrare verbalmente a patti con un isolato pilota inglese, il Serg. Cohen, costretto ad un ammaraggio di fortuna nelle acque dell'isola e che fu così il primo occupante della Piazzaforte (52). Soltanto durante la notte una compagnia del 2 • rgt. Coldstream Guards britannico iniziò a sbarcare, seguita poi da altri contingenti che nella mattina del 13 effettuarono anche un'incruenta occupazione di Linosa, allora presidiata da tre plotoni costieri e da un nucleo antiparacadutisti (53). L'isola di Lampione, priva di guarnigione, cadde nello stesso giorno nelle mani degli inglesi. Durante l'investimento di Lampedusa non si verificarono interventi navali italiani, già assenti del resto in occasione della più __,__ unportante perdita di Pantelleria. Soltanto una squadriglia della R. (49) Ibidem, foglio 3/7. (50) Ibidem, foglio 3/2 e cartella 1444: cDiario Storico del Comando Supremo•, giorno 12 giugno 1943, pag. 3. (51) A.U.S.E., cartella 1444: «Diario storico del Comando Supremo•. giorno 12 giugno 1943. pag. 3 e cartella IT l151A, foglio 3/2. (52) D . RICHARDS - H. G. SAUNDERS: Royal Air Force 1939-1945, vol. Il cit., traduzione italiana a cura dello S.M.E. , pagg. 462-463. (53) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4.
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Aeronautica giunse a bombardare il 12 giugrio le navi britanniche davanti al porto, quando l'isola di Lampedusa aveva già capitolato {54).
4. LE CONSEGUENZE DELLA RESA DI PANTELLERIA E DI LAMPEDUSA Lo sbarco inglese su Pantelleria iniziò a partire da mezzogiorno dell'li giugno 1943, cioè un'ora dopo la resa dell'isola fortificata, i cui segnali vennero però percepiti dai britannici con un certo ritardo (55). Subito dopo la capitolazione si stimò che sul totale degli 11.6 57 uomini della guarnigione italiana di Pantelleria ne fossero stati uccisi 60 e feriti 150, mentre i civili deceduti sarebbero stati 4 e i feriti 6 su un totale di circa 12 .000 residenti (56). Secondo gli atti dell'inchiesta affidata in seguito ali' Ammiraglio Angelo Iachino, invece, i morti risultarono essere soltanto 36 ua i militari e 5 tra i civili, mentre i feriti sarebbero stati 103 militari e 6 civili {57). Infine, secondo lo Stato Maggiore dell'Esercito, si sarebbero avuti a Pantelleria ·39 morti e 141 feriti tra il personale militare e 4 morti e 6 feriti tra la popolazione civile (58). Comunque tutti i superstiti della guarnigione italiana vennero fatti prigionieri insieme ai 78 tedeschi della locale stazione radar. L'inchiesta dell' Amm. Iachino accertò anche che solo una minima parte degli apprestamenti difensivi di Pantelleria risultavano colpiti al momento dello sbarco nemico (59). Da parte sua la relazione ufficiale della R.A.F. afferma che i difensori dell'isola non eseguirono alcuna opera di demolizione «sebbene fossero stati fatti abbondanti preparativi in proposito». Sempre secondo questa relazione «caddero pertanto nelle mani degli alleati grossi quantitativi di materiali d'ogni genere» (60). (54) Ibidem. (55) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily andthe suffenderofitaly, op.cit., pag. 72 . (56) A.U.S.E. , cartella IT 1152A, foglio 4/124 del 12 giugno 1943. (57) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: cStralcio della relazione dell'Ammiraglio Angelo lachino•, pag. 17. (58) Ibidem, pag. 17. (59) S. ATTANASIO: Sicilia senza Italia, luglio -agosto 1943, op . cit., pag. 60. (60) D. RlCHARDS - H .G. SAUNDERS: Royai Air Force 1939·1945, vol. II cit., tràduzìone italiana a cura dello S.M.E., pag. 462.
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Nessuna perdita fu lamentata dalle truppe inglesi, sbarcate del resto su Pantelleria dopo la cessazione della resistenza, mentre nel rappono ufficiale del Geo. Alexander le perdite aeree alleate furono definite «trascurabili» e l'acquisizione dell'aeropono di Pantelleria «molto valida per la campagna siciliana» (61). È inoltre oggidì ceno che nessuna nave anglo-americana venne affondata nelle operazioni per la conquista di Pantelleria, nonostante i comunicati dell'Asse avessero parlato di una nave traspono truppe da 8.000 t.s.l. e di tredici mezzi da sbarco LCT colati a picco, nonché di un incrociatore probabilmente distrutto (62). La caduta di Pantelleria e di Lampedusa ebbe conseguenze che andarono al di là di quelle strettamente militari e che si risolsero in un doloroso impatto sul morale dei difensori della Sicilia e, in genere, dell'intero popolo italiano. Di questa situazione si rese subito conto il Geo. Ambrosio che il 18 giugno inviò una lettera ai Capi di Stato Maggiore delle tre Forze Armate, dall'oggetto «Preparazione morale dei combattenti». Considerato il suo lodevole intento galvanizzante, crediamo opportuno riferirne il contenuto (63). d . I recenti sfortunati avvenimenti che costrinsero le isole di Pantelleria e Lampedusa a cedere, possono ingenerare nell'animo delle truppe il convincimento che bastino alcune giornate di bombardamento aereo, sia pure intenso, per fiaccare la resistenza qi zone apprestate a difesa. Contro questo ingiustificato sentimento occorre senz'altro reagire con la più grande energia, svolgendo efficace ed appassionata propaganda morale, perché tutti, ufficiali e gregari, sappiano che la Patria va difesa fino alla morte. 2. Ma la preparazione spirituale deve investire anche un più ampio campo, riattivando in tutti, e specialmente nei Comandanti, quello spirito offensivo che si è andato attenuando. Per l'Esercito, nella situazione generale attuale, codesto spirito offensivo deve essere stimolato con la preparazione morale e professionale da «ardito:., nel senso più completo della parola. Per l'Aeronautica e la Marina sono possibili azioni, sia pure di limitata portata, che diano al nemico la prova tangibile del nostro cmordente:.. E soprattutto sia vivo in rutti, Comandanti e gregari , l'intimo convincimento della Vittoria finale!:.. (61) SUPPLEMENTO ALLA cLONDON GAZETTE• del 10 febbraio 1948: La conquista della Sicilia dal 10 luglio al 17 agosto 1943, relazione ufficiale del Gen. H.R. A.L.EXANDER. Le perdite aeree alleate furono di l) apparecchi. (62) A.U.S.E., cartella 1444: cDiario Storico del Comando Supremo•, giorno 11 giugno 1943. (63) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4.
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Da parte sua il Gen. Roatta, recente nuovo Capo di S.M. del R. Esercito, diramò il 23 giugno a tutti i Comandi d'Armata, di Corpo d'Armata e al Comando Gruppo d'Armate Sud la circolare 19900, concernente «deduzioni dall'offensiva avversaria su Pantelleria» (64). In questo documento Roatta sottolineò particolarmente le «ripercussioni morali» dell'offesa aerea su Pantelleria, definendole gravissime soprattutto sulla popolazione. Da ciò emergeva il problema dello sgombero dei civili dalle zone di operazioni, che secondo il Capo di S.M. del R. Esercito avrebbe dovuto essere affrontato immediatamente, ma che- come abbiamo già dettonon venne in effetti mai risolto e portato a compimento in Sicilia. Parimenti irrisolta rimase l'altra questione, anch'essa sollevata nella circolare di Roatta, concernente la vigilanza contro gli intralci sulle rotabili da parte della popolazio~e in esodo. Nel campo operativo il Geo. Roatta mostrava invece nella sua circolare di rendersi conto fin da allora che i bombardamenti su Pantelleria, per quanto incessanti e massicci, non avevano avuto «effetti distruttori di uomini, armi e apprestament.i difensivi praticamente superiori a quelli dovuti alle concentrate preparazioni di artiglieria, quali si sono avute nella passata guerra e nelle grandi battaglie più recenti». La caduta di Pantelleria e i primi particolari della sua resa non mancarono naturalmente di preoccupare anche il Gen. Guzzoni, recente comandante delle FF.AA. della Sicilia, che a tale proposito indirizzò ai Comandi dipendenti il già ricordato promemoria segreto n. 18/S del27 giugno 1943, che «non doveva essere riprodotto nè fatto conoscere nella sua integrità» (Vds. allegato n. 6 in Appendice) (65). Guzzoni, pur dichiarandosi scettico sulle notizie stampa anglo-americane secondo cui «la difesa dell'isola non era stata risoluta e la guarnigione italiana non si era difesa», sostenne di voler prendere spunto da siffatte incontrollate affermazioni nemiche per richiamare i Comandi dipendenti sui seguenti punti. -La fiducia nel comportamento delle nostre truppe, nuove al combattimento, «non doveva essere cieca, ma molto vigile». (64) A.U.S.E., canella 012, fascicolo 4: Circolate dello S.M.R.E. n. 19900 del 23 giugno 1943. . (65) Ibidem, allegato 1/4: Promemoria segreto del Comando FF.AA. della Sicilia n. 18/S del 27 giugno 1943.
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Mostrare fiducia era necessario , ma se non fosse bastata «l'azione morale coercitiva», occorreva «intervenire con estrema severità, facendo anche uso delle armi». - Il pericolo che le truppe d'origine siciliana indugiassero a sparare «per non colpire insieme al nemico anche la popolazione» poteva anche essere accompagnato dal loro «desidero di abbandonare la lotta o addirittura di passare nel campo avversario, con la speranza di poter più validamente proteggere i propri cari ed i propri interessi» (66). - Considerato che il nemico poteva fare affidamento su tale situazione, Guzzoni concludeva ammonendo di «far tacere ogni sentimento di fraternità che, di fronte ai supremi interessi della Patria, costituirebbe un tradimento» e che «dove c'è il nemico da battere là si spara, anche se ciò può costituire pericolo ed arrecare danno ai civili». Uno dei primi severi commenti anglo-americani sulla caduta di Pantelleria, ai quali accennava Guzzoni, fu quello dell'esperto navale statunitense Harris, trasmesso in lingua tedesca dalla stazione radio di Cincinnati alle ore 19.30 dell' 11 giugno 1943, giorno stesso della resa dell'isola (67). Quel comunicato annunciava la conquista di Pantelleria «dopo appena un mese di attacchi e di bombardamenti dell'Aeronautica e della Marina alleata» e poneva orgogliosamente in risalto il paragone tra la resistenza opposta dall'isola italiana e quella offetta da Malta alle incursioni aeree dell'Asse durate due anni, considerando inoltre le differenti possibilità di rifornire le due Piazzeforti. Era anche sottolineato il mancato intervento della flotta italiana e la scarsa opposizione delle forze aeree dell'Asse, ciò che aveva indotto il commentatore a parlare di evidente «diverso spirito che anima le due forze in contrasto». In effetti anche i commenti dei massimi responsabili dell'Asse sulla caduta di Pantelleria furono molto critici. Ad esempio il Gen. Kesselring affermò nelle sue memorie che la resa di quest'isola, come quella di Lampedusa, fu «Un capitolo assai triste del funzionamento dei Comandi italiani in quel momento» (68). (66) Quesù avvertimenti di Guzzoni, che ad alcuni potrebbero apparire perfino proferici alla luce di certi avvenimenti successivi, appaiono invece piuttosto gravi in quel periodo, per ·la mancanza di episodi che li giustificassero. (67) A.U.S.E., cartella IT 1152A, foglio 4/115: Notiziario radiofonico n. 163. (68) A. KESSELRJNG: Memone di guerra, op. cit., pag. 170.
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Secondo Bottai neppure Mussolini si astenne dal cnucare aspramente l'accaduto proprio in occasione della famosa e fatale seduta del Gran Consiglio del 24 luglio 1943. Il duce si attribuì in quell'occasione il merito di aver voluto la creazione della Piazzaforte, che venne dichiarata poi imprendibile dai suoi stessi responsabili militari. Senza fare alcun cenno alla questione della presunta mancanza d'acqua sull'isola, Mussolini ricordò poi che l'Ammiraglio Pavesi telegrafò dichiarando impossibile ogni ulteriore resistenza e che egli dette quindi l'ordine di resa. Quest'ultimo, come sappiamo, giunse comunque a Pantelleria dopo che l'Ammiraglio aveva deciso autonomamente di porre fine ad ogni resistenza. La conclusione fu che la Piazzafone cadde con «trentotto morti e undicimila prigionieri mentre avrebbe potuto essere la Stalingràdo del Mediterraneo» (69). Parimenti sorpresi dalla facile conquista di Pantelleria e di Lampedusa furono i massimi esponenti anglo-americani. Churchill, ad esempio, ebbe ad esprimersi nel modo seguente (70): «S'era fatto in precedenza un gran parlare deU'enùtà e dei pericoli di questa impresa. La quale fu coronata da un pieno successo, senza perdite da parte nostra, ad eccezione, secondo i marinai, d'un soldato ferito dal morso di un somaro. Più. di 11 .000 prigionieri caddero neUe nostre mani. Nei due giorni successivi anche le isole viciniori di Lampedusa e Linos~ capitolarono, la prima dinnanzi al pilota di un aereo costretto ad atterrare per mancanza di carburante•.
Un codicillo alle impressioni del premier britannico ci viene offeno da Eisenhower, che nelle sue memorie così confessa (71): «Avevamo fatto fra noi (tra Eisenhower e Churchill, n.d.a.) una piccola scommessa basata suUa sua valutazione che non ci fossero in Pantelleria più di 3.000 italiani. Mi offrì di pagarmi cinque centesimi di lira per ogni uomo che facessimo prigioniero in più di quella quantità. Ne prendemmo 11.000 e benché, s'intende, avessi dimenticato quella scherzosa scommessa, pagò immediatamente calcolando lui stesso il cambio e dichiarando che a quella cifra avrebbe comprato tutti i prigionieri che potessimo fare• (72). (69) G. BOlTAI : Vent'anni e un giorno, Milano 1949, pag. 298. (70) W. CHURCHILL: La seconda gue"a mondiale, op. cit., vol. IX: La campagna d 'Italia, pag. 43. (71} D.D.EISENHOWER: Crociata in Europa, op.cit., pag. 216. (72) Il rapporto ufficiale del Gen. Eisenhower sulla cad uta di P~telleria è conservato nel P.R.O. , fondo PREM 3, cartella 228/4: Exploitation of <Husky• operation: Gen. EiJenhower's report on Pantelleria operations. l
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Anche l'Ammiraglio Cunningham, comandante delle flotte alleate nel Mediterraneo, ci ha tramandato le medesime sensazioni, riferendo l'impressione che già durante il bomoardamento di Pantelleria dal mare effettuato 1'8 giugno gli inglesi avrebbero potuto conquistare l'isola se avessero avuto allora a disposizione epoche centinaia di soldati con mezzi da sbarco» (7 3). L'Ammiraglio britannico quindi proseguì sostenendo: cll Generale Eisenhower ed io restammo molto incoraggiati e in effetti l'isola cadde in nostre mani 1'11 giugno, alzando bandiere bianche mentre le nostre trUppe dirigevano verso la costa su loro mezzi da sbarco. Non occorre che io descriva l'episodio, dato che, a suo tempo ne fu data ampia pubblicità, ma devo dire che il motivo addotto per la resa - e cioè la mancanza d 'acqua - non è esatto. La verità è che gli italiani, colpiti dalla loro sconfitta in Tunisia, non se la sentivano di affrontare altri combattimenti• (74).
L'ultima severa valutazione in ordine di tempo è quella dello storico Jackson , che nella sua opera sulla campagna d'Italia così si è espresso (75 ): · cle forze aeree alleate furono naturalmente entusiaste per la sorprendente prova di efficienza fornita dall'Arma aerea. La smentita sarebbe giunta soltanto con le battaglie di Cassino e di Caen, le quali avrebbero dimostrato cosa sarebbe potuto accadere se l'isola fosse stata presidiata da tedeschi invece che da italiani:..
5. L'INTENSIFICATA PRESSIONE AERONAVALE ALLEATA SULLA SICILIA E L'AVVICINAMENTO DELLE FORZE D'INVASIONE La conquista della Tunisia da pane degli anglo-americani, unita a quella dell'Algeria e del Marocco, non solo permise a questi ultimi di impossessarsi delle importanti basi nordafricane , nelle · quali ammassare navi ed aerei per successivi balzi in avanti, ma aprì la via al traffico alleato attraverso il Mediterraneo centrale, consentendo di controllare almeno una delle due sponde del Canale di Sicilia. (73) A.B. CUNNINGHAM: L 'odissea di un marinaio, op.cit., pag. 407 . (74) Ibidem, pag. 407. (75) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cit., pag. 47.
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Inoltre, per permettere una p m sicura navigazione in quel tratto di mare così a lungo conteso, la Royal Navy dette inizio ad una vasta operazione di dragaggio proprio in coincidenza con la conquista di Tunisi. Nei giorni 11, 13 e 14 maggio 1943 i dragamine inglesi, provenienti da Malta, si dedicarono intensamente a tale opera ed il 15 maggio essi aprirono un passaggio lungo duecento miglia e largo due tra il Canale di Galite e Susa e da qui a T ripoli. Questo corridoio di sicurezza fu percorso da un primo convoglio di quattro veloci mercantili sconati dall'incrociatore contraereo Carlùle e da quattro cacciatorpediniere, che giunse felicemente a Tripoli il 22 maggio e poi ad Alessandria quattro giorni dopo. Fu questa la prima spedizione di rifornimento ad attraversare completamente il Mediterraneo dal lontano maggio 1941 e ad essa fece seguito subito dopo una serie regolare di convogli tra Gibilterra e Alessandria chiamati «GTH» e «TXG». Il vantaggio per gli alleati fu notevole, poiché la rotta mediterranea, ora più facilmente percorribile, componava un grande risparmio & unità da carico e da guerra, prima di allora costrette prevalentemente alla lunga navigazione intorno ali' Mrica e che ora potevano quindi essere impiegate più economicamente e distribuite più razionalmente. Affluivano frattanto in tutti i poni nordafricani i mezzi e gli approvvigionamenti necessari per l'esecuzione della progettata invasione della Sicilia. Tra i primi a giungere furono i nuovi mezzi da sbarco LST, LCT ed LCI, che erano in costruzione negli Stati Uniti fin dall'estate precedente e che furono avviati attraverso l'Atlantico appena pronti. L'affollamento di tale naviglio nei poni del Marocco, dell'Algeria e della Tunisia non poteva naturalmente rimanere celato alla ricognizione dell'Asse e soprattutto i bombardieri della 2a Luftflot~ te tedesca tentarono una serie di sonite, con risultati che però, come abbiamo già acèennato, furono del tutto insoddisfacenti (76). I preparativi navali alleati per l'operazione HUSKY non conobbero quindi alcuna sosta ed anzi all'inizio di giugno cominciarono a giungere nel Mediterraneo i primi enormi convogli anglo·americani, fino a quel momento esclusiva prerogativa del (76) Vds. capitolo IV, paragrafo l. Si ricorda che il solo II Fliegerkorps tedesco impiegò contro i porti del Nord Africa francese beo 772 bombardieri nel corso di 24 incursioni.
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traffico atlantico. Ad esempio il 2 giugno 1943 entrò nel Mediterraneo un convoglio di ben 129 navi mercantili, che copriva un'area di sessantotto miglia quadrate. Esso, dopo aver distaccato in diversi porti nordafricani gran parte dei piroscafi, raggiunse indenne Tripoli il giorno 8. Più contrastata fu la navigazione di un altro massiCcio convoglio alleato di 41 mercantili diretto da Gibilterra a Tripoli, che il 27 giugno venne attaccato presso Capo Bon dagli aerei del II Fliegerkorps, senza tuttavia riponare alcun danno di rilievo pur abbattendo sette velivoli tedeschi. Maggiori successi ottennero i diciotto sommergibili germanici presenti nel Mediterraneo in quel periodo, ridotti poi a diciassette per la perdita dell' U-97 il 16 giugno 1943. Infatti essi, in una serie di attacchi condotti dal 18 maggio a fine giugno nel bacino occidentale, colarono a picco quattro navi da carico nemiche e ne danneggiarono altrettante (77). Anche le mine itala-tedesche, nonostante l'accennato scrupoloso lavoro di dragaggio alleato, fecero allora qualche vittima e particolarmente efficaci si dimostrarono gli sbarramenti posati dalle motosiluranti tedesche della 3a flottiglia. Queste ultime si resero infatti responsabili della perdita nel Canale di Sicilia, tra la caduta della Tunisia e la fine di giugno, di un dragamine, una motolancia, un mezzo da sbarco e una nave di salvataggio. Su mine posate dalla Marina italiana saltò invece in aria il 26 giugno presso Pantelleria una motocannoniera inglese. Oltre ad intensificare il loro traffico marittimo nel Mediterraneo centro-occidentale, gli alleati provvidero ad incrementare localmente la loro presenza aerea e subito dopo la conclusione della campagna tunisina l'aviazione anglo-americana iniziò ad accrescere la sua pressione sul territorio italiano. Furono particolarmente presi di mira porti, aerodromi, nodi ferroviari ed installazioni industriali e nel mese di giugno, dopo la caduta di Pantelleria, l'offensiva aerea alleata si rivolse più insistentemente contro i campi di volo della Sicilia e contro il traffico nello Stretto di Messina. In particolare questa sfonunata città fu bombardata undici volte tra il 12 giugno e il 2 luglio, mentre devastante si rivelò l'incursione aerea del 17 giugno sull'aeropono di Comiso, dove furono distrutti al suolo ben 25 velivoli tedeschi. (77) Per i particolari cfr. A. SANTO N! - F. MATTESINl; La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. ci t . , pagg. 386-387.
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Questa intensificata pressione aerea anglo-americana fu però esercitata contemporaneamente anche sulla Sardegna e sulle basi della penisola, così da lasciare i Comandi dell'Asse nell' 4:lcenezza sulle future intenzioni alleate, incertezza che - come abbiamo visto - durò fin quasi alla vigilia dello sbarco. Una chiara esposizione della tattica allora seguita dall' aviazione anglo-americana ci è stata fornita dal Generale Santoro con le seguenti parole (78). •:Talvolta gli attacchi vennero effettuati su tutti i campi di un settore ad eccezione di uno o due e, quando i reparti italo-tedeschi avevano trasferito su questi ultimi i propri apparecchi, questi venivano attaccati con azione a massa. Attacchi a volo radente di caccia e caccia - bombardieri venivano poi eseguiti, con ottimi risultati, su piste di decentramento sulle quali si cercava di aumentare la dispersione dei velivoli da caccia. Il lavoro dei bombardieri fu facilitato dall'opera della ricognizione fotografica, che periodicamente, entro un lasso di tempo massimo di quattro ore, fotografava rutti gli aeroporti, per avere una precisa idea della dislocazione dell'aviazione italo-tedesca in un dato momento. Alla vigilia del giorno D, l'aviazione alleata aveva ottimamente spianato la suada all'operazione Husky».
Con l'avvicinarsi della data dello sbarco i porti dell'Mrica Settentrionale e del Medio Oriente, congestionati di navi alleate, cominciarono a svuotarsi e le unità dell'imponente flotta d'invasione, ragg~E.e_ate in ~entidue convogli d'attacco, iniziarono la navigazione verso le zone--ili_ partenza stabilite a sud della Sicilia. Le navi da trasporto e le unità da sbarco non furono quasi molestate nel loro avvicinamento. Si registrò infatti in quei giorni una totale assenza di contrasto aereo, mentre soltanto cinque sommergibili tedeschi anac-L carono con un certo successo tre dei ventidue convogli nemici. Il primo convoglio d'attacco ad essere intercettato dagli U-boote fu il «KMS.18/B:. proveniente dalla Gran Bretagna con truppe della l a divisione canadese, che venne preso di mira tra il 4 e il 5 luglio dai tre sommergibili tedeschi U-375, U-409 e U-593, perdendo altrettanti piroscafi inglesi. Di essi il St. Essylt e il City of {78) G. SANTORO: L'Aeronautica italiana nella seccnda guerra mondiale, vol. n cit., pag. 539. Come abbiamo più volte deno, gli alleati schierarono per l'operazione HUSKY, agli ordini del Maresciallo dell'Aria inglese Tedder, 3.462 velivoli da combattimento, dei quali 2.510 operativi. Cfr. HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. mililary senes. The Mediterranean and Middle &st, vol. V cit., pag. 46.
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Venice, con a bordo cinquecento veicoli, furono silurati poco prima della mezzanotte ad est di Capo Tenes dall' U-375, mentre il Devis subì la stessa sone nel pomeriggio del 5 presso Dellys ad opera dell' U-593. Un altro piroscafo britannico, lo Shahjeham, che faceva pane del convoglio «MWS.36» proveniente dal Medio Oriente, fu silurato il 6 luglio presso Derna dall' U-453 e affondò con uomini e mezzi della 231 a brigata di fanteria. Nei giorni successivi altri attacchi senza esito vennero svolti lungo le coste algerine da altri due sommergibili tedeschi (l' U-431 e l' U-616), mentre il mattino del lO giunse a bersaglio allargo di Bougie l' U-371, che danneggiò la nave Libeny Matthew Maury e la petroliera Gulf Pn"nce facenti pane di un convoglio d'invasione statunitense (79). I successi degli U-boote, seppure modesti in considerazione della quantità di traffico nemico, furono resi possibili grazie alle loro crociere lungo le rotte obbligate alleate. Al contrario nessun risultato ottennero i sommergibili italiani, otto dei quali vennero trattenuti in zona d'agguato immediatamente a sud della Sardegna, in una posizione sfavorevole per poter contrastare il movimento delle forze nemiche d'invasione, che seguivano rotte passanti in prossimità delle coste africane (80). A panire dalla notte dell'8 luglio le condizioni meteorologiche cominciarono a volgere al peggio. Si alzò un vento fonissimo e il giorno 9 il mare si ingrossò a tal punto che la violenza delle onde rese ben presto difficilissima la navigazione e indusse il Comando alleato a prendere in considerazione l'ipotesi di rinviare l' operazione. Alla fine Eisenhower decise di continuare la rotta, cosicché i convogli d'assalto, riunitisi nel pomeriggio del 9 luglio a sud est di Malta nelle formazioni elencate nel precedente capitolo, mossero verso le prescéfte spiagge dello sbarco, guidati nell'ultimo tratto da appositi segnali luminosi da pane di sommergibili britannici. Come abbiamo visto, le cattive condizioni del mare fecero ritenere assai improbabile ai responsabili dell'Asse un'immediata invasione ne(79} L.e navi tipo cL.ibeny• erano mercantili di medio tonnellaggio (intorno alle 7.000 t.s.l.) costruite in grande serie nei cantieri americani e britannici con largo uso di parti prefabbricate'. (80} Si ricorda che nella none tra il 3 e il 4 luglio un Commando inglese tentò di effettuare una ricognizione sulle spiagge di Avola, ma fu respinto da una compagnia del 374 • btg. costiero e dal fuoco delle batterie.
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mica, cio che finì per concedere agli alleati un altro insperato vantaggio (81 ). Alle 16.30 del 9 luglio tuttavia un ricognitore Bf. 109 del II Fliegerkorps avvistò a nord di Malta cinque gruppi di navi, ua cui 150-180 mezzi da sbarco e unità pattuglia, diretti verso le spiagge meridionali della Sicilia. Alle 19.30, giunta conferma di tale avvistamento da parte del Comando dell'O.B.S. a Frascati, Supermarina dispose l'uscita delle motosiluranci germaniche della 3 a flottiglia e tranenne io porto quelle italiane presenti a Trapani poiché, essendo queste ultime di minore tonnellaggio, si ritenne che non potessero salpare a causa delle avverse condizioni del mare. lo navigazione da Porto Empedocle verso Augusta, le motosiluranti S-30, S-33, S-36, S-54, S-55, S-58 e S-61 avvistarono presso Licata le navi nemiche, ma a causa delle condizioni del tempo i battelli tedeschi non poterono impegnarsi in un attacco silurante. La flottiglia invertì pertanto la rotta, dirigendo per passare a ponente della Sicilia, dove la violenza delle onde, che causò avarie agli scafi della S-33 e della S-61, costrinse le leggere unità a liberarsi dei siluri per alleggerirsi e a rientrare alla base. In quella sera del 9 luglio pervennero a Roma altri segnali premonitori circa le imminenti intenzioni nemiche. Tra l'altro furono effettuati nuovi avvistamenti di convogli diretti verso la Sicilia alle 18.10, alle 19.20 e alle 19.35 (82). Si seppe anche che il Comando tatti<:_o del II Fljegerkorps di Taormina era stato distrutto dai bombardamenti fin dalle 12.30, con çonseguente interruzioòe delle comunicazioni, e che i velivoli alleati avevano causato altri danni agli aeroporti siciliani. Nonostante tutte queste informazioni dell'ultima ora, il Comando Supremo diramò alle 19.40 di quel 9 luglio il già ricordato apprezzamento o. 41811/op del «Comitato per la ricognizione marittima», in cui si concludeva affermando che «malgrado la scarsezza di elementi di giudizio si ritiene che l'inizio delle operazioni non sia imminente soprattutto in dipendenza delle condizioni meteorologiche» (83). (81) Il caso volle che anche alla vigilia dell'operazione OVERLORD, concernente lo sbarco in Normandia, il Gen. Eisenhower dovesse prendere l'idenrica difficile decisione di sbarcare nonostante sfavorevoli condizioni meteorologiche, che a loro volta distrassero nuovamente i difensori. {82) A.U.S.E., caneiJa 1444: cDiario Storico del Comando Supremo•, giorno 9 luglio 1943 e cartella t 501, allegato 398. (83) A.U.S.E., canella 1501, allegato 427 già citato nel capitolo Ili, paragrafo l.
LA CADUTA DI PANTEUERIA E DI LAMPEDUSA
13 5
Tuttavia a panire dalle 20.30 si moltiplicarono gli avvistamenti di convogli nemici diretti verso le coste meridionali della Sicilia, contro i quali furono finalmente diretti massicci anche se infruttuosi attacchi aerei (84). A questi ultimi parteciparono alle 22.40 anche quattro aerosiluranti S. 79 della Sardegna, seguiti due ore dopo da tredici bombardieri Cant 2.1007 bis decollati da Perugia e rifornitisi a Decimomannu. Da partè -loro r tecfeschi, dopo analoghi fallimenti notturni, fecero giungere sulle navi americane al largo di Gela e di Scoglitti novanta Ju. 88 all'alba del 10 luglio. E furono proprio questi bombardieri germanici a conseguire gli unici successi in quella prima fase di reazione, facendo saltare in aria il cacciatorpediniere Maddox e colando a picco il dragamine Sentine!. Frattanto l'innegabile presenza di più convogli nemici nelle acque a sud della Sicilia, in un momento in cuijnoltre già stavano atterrando i primi paracadutisti-inglesi, aveva fatto sì che alle 23.10 del 9 luglio il Comahdo Supremo diramasse il noto comunicato n. 1586/ 1RP in cui definiva «evidente)) l'inizio di un tentativo di sbarco nemico su quest'isola, pur aggiungendo ostinatamente che non fosse da escludersi ancora «un'analoga azione verso la Sardegoal> (85). Da parte sua il Comando delle FF.AA. della Sicilia aveva ordinato già dalle 19.30 lo stato d'allarme, convertito poi in «Stato di emergenza)) alle 01.10 del 10 luglio , dopo aver ricevuto le prime notizie di sbarchi di paracadutisti (86). Infine, nel termine di venti 'minuti, sia il Comando Supremo (ore 01.30) che il Comando di Guzzoni (ore 01.50) emanarono disposizioni riguardanti l'inutilizzazione dei porti ritenuti in pericolo. Il Gen. Ambrosio raccomandò infatti genericamente ai tre Capi di Sta:to Maggiore la tempestività di tale operazione nelle isole minacciate, mentre il Gen. Guzzoni ordinò senz'altro il brill~ento delle interruzioni predisposte a Porto Empedocle e a Licata (87) . . (84) A.U.S.E. , canella 1444: cDiario Scorico del Comando Supremo•, giorno 9 luglio 1943 e cartella 1501, allegato 398: avvistamenti delle ore 20.30, 22.10, 23 .40 e 24.00 del 9 luglio e avvistamenti delle ore 00.40, 01.05, 02.20, .02.35, 04.25, 05.22, 05.25, 06.00, 06.45, 07.25, 07.30, 07.55, 08.16, 08.23 e 08.25 del IO luglio 1943. Molti di questi ultimi avvistamenti furono effettuati dopo l'esecuzione dello sbarco anglo-americano. (85) A.U.S.E., cartella 1501, allegato 414 già citato nel capitolo III, paragrafo l. (86) A.U.S.E., canella 2124/B, fascicolo 2124/A: «.Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. (87) A.U.S.E., canella 1501, allegato 469 e canella 2124/B, fascicolo 2124/A cit.
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LE OPERAZIONI TN SICILIA E IN CALABRIA
Anche Hitler infine prese il 9 luglio un imporrante provvedimento, ordinando che pane della l a divisione paracadutisti germanici fosse immediatamente trasferita dalla Francia alla Sicilia (88). Come vedremo, infatti, il 3 o e il 4o rgt. di questa unità giunsero nell'isola il 12 luglio.
(88) U.S. ARMY IN WORLO WAR II: Siclly and the surrender o/ ltaly, op. cit., pag. 111.
CAPITOLO VI
GLI SBARCHI IN SICILIA E LE PRIME REAZIONI l.
L'INVASIONE DAL CIELO (Vds. tavola n. 9)
Come previsto dal piano alleato, i primi reparti anglo-americani ad essere impiegati nell'invasione della Sicilia fu rono i paracadutisti. Alle 18.42 del 9 luglio 1943 presero il volo da vari campi nel Nord Mrica 144 aerei da trasporto (109 C-47 americani e 35 «Abermale» inglesi) che rimorchiavano altrettanti alianti «Waco» e «Horsa» con a bordo 1.600 uomini della l a brigata inglese aviotrasportata del Gen. Hicks. Subito dopo però, a causa di inconvenienti meccanici e di errori di navigazione, la formazione fu privata di undici aerei e di altrettanti alianti (1). Destinazione dei restanti 13 3 apparecchi inglesi era la foce del fiume Anapo a sud di Siracusa, dove gli alianti avrebbero dovuto discendere alle 22.30 del 9 luglio, e obiettivo dei paracadutisti britannici era il Ponte Grande su tale fiume. Alle 20.45 quindi decollarono dalla Tunisia 222 C-47 «Dakota» del 52 • Stormo da trasporto americano con a bordo 3.405 paracadutisti del 505" rgt. e del III/504" del1'82a divisione aerotrasportata statunitense, al comando del Col. Gavin (2). Questo contingente avrebbe dovuto toccare terra verso m ezzanotte a Piano Lupo , a sud di Niscemi, e impossessarsi del crocevia tra tale abitato e la rotabile 115, a sette chilometri all'interno delle spiagge di Gela (3). La messa a terra dei paracadutisti inglesi fu ostacolata dal forte (1) M. BLUMENSON: Sicily: whose victory?, op.cit ., pagg. 10-11. (2) U.S. ARMY IN W ORLO W AR Il: Sicify and the sumnder of /taly, op. ci t , pag. 115. (3) Cfr. P.R.O. , fondo WO 204, candia 4363: War of 1939-1945. Military Headquarters Papers. Allied Force Headquarters. Sicily: notes on the planning anel assault.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
vento e dagli errori di rotta dei piloti degli aerei da traino , in maggioranza americani privi di precedenti esperienze belliche, che sganciarono gli alianti prematuramente o che, non identificando la zona prestabilita, si astennero del rutto dall'operazione e tornarono alle basi di panenza nel Nord Africa. Il penoso risultato fu che dei 133 aerei che giunsero nottetempo in vista della Sicilia non più di 115 mollarono i loro alianti, carichi di un totale residuio di 1.200 paracadutisti, e di essi solo -54 presero terra all'incirca nell'area prescritta. Tra questi ultimi però soltanto 12 alianti piombarono · esattamente presso le foci d eli' Anapo (4). Altri 18 alianti furono riponati in Africa per mancata individuazione dei punti di riferimento e i restanti caddero in mare o si dispersero in zone lontane. Tuttavia 160 paracadutisti, usciti dai 12 alianti atterrati con esattezza, si impossessarono fulmineamente delle batterie costiere e della stazione radio di Capo Murro di Porco. Settantatrè di essi, tra cui otto ufficiali,xgiunsero poi al Ponte Grande e qui si installarono a difesa, resistendo alle controffensive italiane fino al pomeriggio del 10, quando arrivò sul posto il II btg. della 17a brigata di fanteria inglese, appanenente alla 5a divisione. In quel momento, però, dei suddetti 73 paracadutisti britannici ne erano rimasti in vita solo ,19 (5 ). Altri paracadutisti inglesi, più o meno sbandati e che avevano preso terra più all'interno, riuscirono con iniziative di piccoli gruppi a tagliare le linee telefoniche dei Comandi costieri, contribuendo al successivo disordine nell'organizzazione difensiva. In tutto la l a brigata aviotrasponata britannica lamentò nell'operazione 252 uomini affogati, 61 uccisi in combattimento e 174 prigionieri o dispersi (6). Da pane loro i paracadutisti americani non subirono migliore sone. Oltre al forte vento e all'incapacità dei piloti dei . C-4 7 di orizzontarsi e di rimanere in formazione, si aggiunse in questo caso un nutrito fuoco contraereo da Gela, Ponte Olivo e Niscemi, che (4) G.A. SH:EPPERD: The Italian campaign 1943·194.5, op. cit., pag. 46. Questi dodici alianti erano s:ati tutti trainati da aerei con personale della R.A.F. (5) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cit. , pag. 58. (6) H:ER MA)ESlY'S STATIONERY OmCE: History of the second world war-U.K. milifary sert"es. The Mediterranean an d Middle East, vol. V cit., pag. 81. Lo scompiglio causato dai pochi paracadutisti britannici atterrati nel settore di competenza della 206• dìvisione costiera italiana fu così grande che il Comando di quella Unità ritenne il loro numero non inferiore ai 5.000 uomini. Cfr. A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4.
TAVOLA N. 9
S"CALA
o
tO
APPROSSIMATA
20
30
40
so
km.
GLI SBARCHI IN SICILIA E LE PRIME REAZIONI
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abbattè otto «Dakota», dopo però il lancio dei paracadutisti. La conseguenza fu che solo 26 aerei lanciarono esattamente su Piano Lupo, mentre gli altri disseminarono i paracadutisti in una zona ampia circa cento chilometri quadrati e a distanze perfino di 60 chilometri dall'obiettivo costituito dal crocevia sulla rotabile 115. Il duplice fallimento aviatorio anglo-americano con cui si apriva l'operazione HUSKY determinò tuttavia, per assurdo, un imprevisto vantaggio per gli assalitori che, grazie proprio alla loro dispersione, misero in allarme una vasta area del dispositivo italiano e, apparendo nei più distanti luoghi delle retrovie, fino a Vittoria, Comiso e S. Pietro, furono stimati dai difensori molto più numerosi della realtà. Ciò finì per causare una notevole confusione nell'apparato di vigilanza italiano, mettendo in grave imbarazzo i nostri Comandi circa gli effettivi obiettivi nemici. Si registrarono pertanto le già accennate esagerate segnalazioni di enormi masse di paracadutisti anglo-americani in ogni dove, mentre questi ultimi, solitamente frazionati in piccoli gruppi, tendevano soprattutto a realizzare i propri collegamet?-ti. In mezzo a quella confusione, che per motivi diversi regnava in ambedue i campi, si avvantaggiarono gli assalitori che, pur privi di collegamento con i loro comandi, agirono nottetempo con improvvisazione e spesso con efficacia. Tra l'altro, un piccolo gruppo di paracadutisti americani, lanciato erroneamente nella zona riservata all' 8 a Armata inglese, pur venendo in una cena misura rastrellato dai N.A.P., interruppe il collegamento tra il Comando del XVI Corpo d'Armata e la 206a divisione costiera. Un altro gruppo, sempre statunitense, riuscì a sopraffare a Case Priolo, a dieci chilometri a nord est di Gela, la compagnia del Cap. Della Minola, appartenente al 429° btg. costiero. Infine 17 paracadutisti britannici dispersi, tra cui il cappellano reverendo Hourigan, conquistarono da soli la batteria di Punta Caderini nella baia di Siracusa (7). Ricevute le prime notizie sulla presenza di paracadutisti nemici lungo le coste meridionali, il Gen. Guzzoni, come abbiamo detto, mutò alle 01.10 del 10 luglio in «Stato di emergenza» lo stato di allarme diramato fin dalle 19.30 del giorno precedente, e alle 01.50 ordinò il brillamento delle interruzioni predisposte nei poni di (7) HER MAJESTY'S STATIONER'( OFFICE: History of the second world war-U.K. mtlitary sen·es. The Mediterranean and Middle East, vol. V cit.. pag. 81.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
Licata e di Porto Empedocle , quest'ultimo in verità non minacciato in quel momento poiché non era incluso negli obiettivi iniziali degli alleati. Egli inoltre lanciò alle 01.30 il seguente proclama (8): di nemico ha iniziato le operazioni di sbarco io Sicilia. Ho ferma fiducia che la popolazione italianissima dell'Isola darà alle truppe che si accingono a difenderla il suo concorso spirituale e materiale. Uniti da una sola volontà, cittadini e soldati opporranno all'invasore un fronte unico che stroncherà la sua azione e manterrà integra questa terra preziosissima d' Italia. Viva il RE - Viva il DUCE. Generale Guzzoni».
2.
GLI SBARCJll NEL SETTORE BRITANNICO (Vds. tavola n. 9)
_I primi contingenti alleati a prendere terra provenendo dal mare furono quelli appartenenti al 3 o Commando inglese del Col. Slater e ai due reparti S.A.S. del Magg. Mayne, che sbarcarono di sorpresa alle 02.10 del 10 luglio n ella penisola della Maddalen~ a nord di Capo Murro di Porco, e che si impossessarono rapidamente delle locali batterie costiere «Lambda D oria», e «Emmanuel,e Russo», «AS 365» e «AS 493». Frattanto in numerose zone del litorale meridionale si svolgevano bombardamenti navali di interdizione, non eccessivamente violenti n è prolungati, anche per non fornire ai difensori l' esatta localizzazione degli imminenti sbarchi. Quindi, precedute da squadre da ricognizione e guida, partite da sommergibili a bordo di battellini leggeri e pieghevoli, simili ai kayak esquimesi, le truppe d'assalto dell'sa Armata britannica cominciarono a sbarcare dagli LCI, LCT e Dukws nel settore tra Punta Castelluzzo e Capo Ognina, a cavallo di Capo Passero, estremità meridionale della Sicilia. Come si è detto,J]a .Armata del Gen. Montgomery era composta nell'occasione dal XIII e dal XXX Corpo d'Armata. - - Il XXX Corpo d' Arrnta del Gen. Leese sbarcò su una fronte di 34 chilometri tra Punta Castelluzzo e Marzamemi, a cavallo di Capo Passero, sulle spiagge difese dal 122 o rgt. costiero del Col. D' Apollonio, appartenente alla 206a div. costiera italiana del Gen. d'Havet, e più precisamente dal solo 243 o btg. rinforzato da tre (8) A.U.S.E., cartella 2228: «Diario Storico Militare de l Comando della 6• Armata:., proclama alla popola.zione della Sicilia del 10 luglio 1943.
GU SBARCHI IN SICIUA E LE PRIME REAZIONT
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compagnie. Le locali artiglierie costiere consistevano invece in una batteria da 100/22 del CCXXIV gruppo e in tre batterie da 149/35 del CLXI gruppo. Dette il suo contributo alla difesa del settore invaso anche la 227 a batteria di Pozzallo, all'estremità occidentale del fronte di sbarco. Da ovest. acLest le tre zone di sbarco del XXX Corpo d'Armata britannico furono teatro dei seguenti avvenimenti (9). - «Bark occidentale», tra Punta Castelluzzo e Punta delle Formiche, dove presero terra per primi, esattamente all'ora H (ore 02.45), i Royal Marines del 40° e 41 o Commandos, ai rispettivi ordini dei Ten. Col. Manners e Lumsden, seguiti dalla P brigata canadese del _9en. Graham. Quindi, con un ritardo di due ore, dovuto soprattutto ai bassi fondali incontrati, approdò la 2 a brigata canadese del Gen. Vokes sotto il fuoco d'appoggio del monitor Roberts e di due cacciatorpediniere (10). Questo gruppo ~attico c[assalto si impossessò alle 09.00 dell'abbandonato aeroporto di Pachino, principale suo obiettivo iniziale, sul quale però la 321 a batteria italiana da 149 l 13, appartenente alla difesa fissa dell'aerodromo, sparò fino a mezzogiorno. Intanto alle 11.00 era sbarcata anche la 3 a brigata della l a div. ftr. canadese, agli ordini del Gen. Penhale. - «Bark meridionale», ai lati della baia di Portopalo, dove sbarcò la 1543 brigata del Geo. Rennie, appartenente alla 5P div. ftr. Highland del Geo. Wirnberley, evitando il centro della baia per timore delle mine. L'avvicinamento di questo gruppo tattico non fu per nulla ostacolato dalle difese costiere, ma solo dalle condizioni del mare, cosicchè le truppe scozzesi presero terra senza perdite tra l'ora H e le 04. 30. Alle 07.30 gli scozzesi si congiunsero con l'ala destra della l a divisione canadese e procedettero parallelamente fino ad investire e conquistare l'abitato di Pachino entro mezzogiorno. Nel tardo pomeriggio sbarcarono poi le altre due brigate della 5P divisione,. cioè la 152a del Gen. Mac Millan e la 153a del Geo. Murray. - «Bark orientale», intervallata dalla precedente zona di (9) Cfr. HER MAJES1Y'S STATIONERY OFFICE: Hi.rtory o/ the second world war . U.K. military series. The Medit.e"anean and Middle Ea.st, vol. V ci t. , pagg. 59-62. (10) I monitors erano gli eredi <Ielle banerie galleggianti della lontana guerra di Crimea, caratterizzati da una robusta protezione, da una modesta velocità e da un basso pcscaggio. Per le caraneristiche del Robert.r cfr. H.T. LENTON- ].). COll.EDGE: Warship.r of world war Il, Londn 1968, pajt. 25.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
sbarco da un tratto di costa rocciosa di otto chilometri. Essa andava da Capo Passero a Marzamemi e qui i tre battaglioni- della 231 a brigata di fanteria «Malta» del Geo. Urquhart presero terra in perfetto Òrario e realizzarono la sorpresa sulle locali difese, per passare poi a sera alle dirette dipendenze del Gen. Wimberley, comandante della 51 a div. ftr. scozzese. Io questa zona, e precisamente sulla spiaggia di Marzamerni cadde eroicamente il S. Ten. Vincenzo Barone, decorato di medaglia d'oro alla memoria. La 231 a brigata «Malta» si spinse verso Noto, fiancheggiata a sinistra dalla 23a brigata corazzata, sbarcata successivamente. Il XIII Corpo d'Armata britannico del Generale Dempsey sbarcò 24 chilometri più a nord est, nel golfo di Noto, su una fronte di 20 chilometri tra Calabernardo e Capo Ognina. Questo settore era affidato alla difesa del 146 • rgt. del Col. Cancellara, anch'esso appartenente alla 206 a divisione costiera italiana del Geo. d'Havet. Le artiglierie disponibili nel settore di difesa consistevano nel CLXIV gruppo da 149/35 su tre batterie, n~ CCXXIV gruppo da 100/22 su due batterie e nel CII gruppo da 75/06 su due batterie. Esisteva anche, più arretrato, il CCXX:X battaglione semoventi da 47 l 32 su tredici pezzi cingolati, ridotti poi, come vedremo, ad otto. Da sud a nord il XIII Corpo d'Armata inglese sbarcò nelle due seguenti zone, in cui si svolsero i sottonotati avvenimenti. - «Acid sud», tra Calabernardo e Punta Giorgi, dove prese terra inizialmente la 151 a brigata del Gen. Senior, appartenente alla_5oa div. ftr. del Geo. Kirkman. Pur essendo guidata nella fase di avvicinamento dalle segnalazioni di un sommergibile, la forza anfibia agli ordini dell' Amm. Troubridge ebbe qualche difficoltà a localizzare le esatte spiagge dello sbarco e subì un ritardo aggiuntivo a causa del mare grosso e del forte vento. Pertanto le prime truppe toccarono terra soltanto alle 04. 10 e al sorgere del sole (ore 05.50) esse dovettero essere appoggiate dal fuoco navale per sottrarsi al tiro delle artiglierie italiane dislocate attorno ad Avola. Queste ultime furono messe a tacere entro le 08.00 e quattro ore più tardi i fucilieri inglesi entrarono nella suddetta cittadina, dopo aver superato i capisaldi del 374• btg. costiero a Lido di Avola, Villa di Noto e Serra la Guardia. L'ultimo caposaldo a cadere in questo settore fu quello di S. Venerina, in cui si distinse il S. Ten. Luigi Adorno, medaglia d'oro. Anche la cittadina di Noto fu
GLI SBARCHI lN SICILIA E LE PRIME REAZIONI
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conquistata nel pomeriggio della 151 a brigata britannica, dopo combattimenti presso il caposaldo di Villa Petrosa. - «Acid nord», tra Punta Giorgi e Capo Ogoina, dove sempre la forza anfibia dell'Amm. Troubridge mise a terra la 15a e la 17a brigata della 5a div. ftr. del Geo. Beroey-Ficklin, comandate rispettivamente dai Geo. Rawstorne e Tarleton. Ciò accadde con un'ora di ritardo medio sui tempi previsti. Entro le 10.00, controbattute efficacemente le artiglierie italiane soprattutto per merito del cacciatOrpediniere Eskimo, le truppe inglesi della 5a divisione dilagarono nella zona di Cassi bile (11 ). I quattro capisaldi del 430• btg. costiero di S. Teresa di Loogarioi, del corrente Cassibile, di Torre Cuba e di Fontane Bianche, superati ed accerchiati dai britannici, dovettero cedere alla fine di fronte alla prevalenza nemica. Nel pomeriggio sbarcò anche la 13 a brigata del Geo. Campbell, che ebbe l'incarico di spingersi subito all'interno verso Floridia, mentre la 17 a brigata seguiva la strada costiera per Siracusa e gli S.A.S. e i Commandos operavano già nei dintorni di questa città e nella penisola della Maddalena. La restante brigata della 5 a div. ftr, cioè la 15 a, ebbe invece l'ordine di difendere per il momento la testa di sbarco (12).
3. GLI SBARçHI NEL SETIORE AMERICANO (Vds. tavola n. lO) Guidate da sommergibili-boa inglesi, le truppe d'assalto della 7 a Armata americana del Generale Patton presero terra nel tratto di litorale ad ovest della cuspide meridionale della Sicilia, tra Torre di Gaffe e Punta Braccetto, suddivise nelle tre colonne «]oss», «Dirne» e «Cent», ciascuna delle quali frazionata in tre-quattro contingenti d'attacco. Il loro avvicinamento fu grandemente ostacolato dall'esposizione delle prescelte spiagge di sbarco ai venti occidentali ed in generale si può dire che gli americani subirono più cfegli inglesi l'inclemenza delle condizioni atmosferiche. Ecco i dettagli degli sbarchi U.S.A. da ovest ad est. - _Colonna «]oss», con obiettivo Licata e poi la valle del Salso. (11) HER MAJESìY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military se n'es. The Medite"anean an d Middle T!ast, vol. V ci r., pag. 59. (12) Ibidem, pag. 81 .
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
Essa comprendeva la 3a div. ftr. del Gen. Truscott e un battaglione Rangers ed era divisa in quattro contingenti d'attacco tra Torre di Gaffe e Punta Due Rocche. Il fronte di sbarco, lungo 21 chilometri, era difeso dal 139 o rgt. della 207 a divisione costiera italiana del Gen. Schreiber, che si avvaleva del CXLV gruppo art. con due batterie da 105/27 e una batteria da . 75/34, nonché del treno armato della R. Marina 76-II-T con quattro pezzi da 76 mm., rimasto però bloccato su un molo del porto di Licata dalle opere di demolizione messe in atto dai difensori. Da ovest ad est i quattro contingenti d'attacco della colonna <~oss» erano i seguenti. l) Contingente d'attacco di Torre Gaffe, composto dai tre battaglioni del 7 o gruppo tattico reggimentale del Col. Sherman e sbarcato sulla cosiddetta spiaggia 73, a otto chilometri ad occidente di Licata, tra le 04.35 e le 05.00 di quel 10 luglio 1943. In questa zona gli attaccanti definirono <<intenso» il fuoco italiano, che cominciò a battere le acque antistanti alle 04.10 e che venne seguito mezz'ora dopo da inefficaci attacchi di velivoli dell'Asse. Tra le 06.00 e le 06.30 intervennero in successione il cacciatorpediniere Buck e l'incrociatore Brooklyn, il cui fuoco permise alle fanterie americane di dilagare nell'interno (13). 2) Contingente d'attacco di Molla , costituito dal III btg. Rangers e dal II btg. del 15 o rgt. ftr. al comando del Ten. Col. Brady e sbarcato sulle due contigue spiagge 71 e 72 all'estremità occidentale di Monte Sole. Le truppe presero terra tra le 03.00 e le 03.40 e alle prime luci dell'alba le avanguardie americane entravano nei sobborghi di Licata, impadronendosi poi di tutta la cittadina entro le 11.30, dopo aver fatto numerosi prigionieri. In queste acque, come abbiamo già riferito in precedenza, fu colpito da bom bardieri tedeschi alle 05.15 e alle 06.00 il dragamine Sentine/, che lamentò dieci morti e cinquantuno feriti e che affondò poi alle 10. 30. 3) Contingente d'attacco di Salso, formato dal I e 111 btg. del 15 o gruppo tattico reggimentale al comando del Col. ] ohnson, che prese terra tra le 03.40 e le 04.45 sulla spiaggia 70 ovest, a 2,5 chilometri ad oriente della foce del fiume Salso. Queste truppe sbarcarono senza incontrare eccessiva resistenza e respinsero poi un (13) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the JT+rrender of ltaly, op. cit., pag. 133.
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contrattacco condotto da elementi del 538° btg. costiero italiano, occupando l'aeroporto di Licata. 4) Contingente d'attacco di Falconara, rappresentato dai tre battaglioni del 30° gruppo tattico reggimentale del Col. Rogers, che mise piede sulla cosiddetta spiaggia 70 est all'estremità orientale della colonna «]oss», delimitata da Punta Due Rocche, tra le 03.15 e le 04.22 sotto «debole ed inefficace» tiro italiano. Anche in questo settore si mise in evidenza l'incrociatore Brooklyn che, insieme all'incrociatore Birmingham, battè con successo, a panire dalle 04.45, le batterie italiane sui fianchi del prospiciente Monte Desusino, utilizzando idrovolanti catapultati per la direzione del tiro. Tali batterie in effetti furono ridotte al silenzio entro le 09.18, dopo che due granate italiane avevano mancato di poco altrettante unità americane, tra cui la nave comando Biscayne dell' Amm. · Conolly. L'intera colonna ~oss» non incontrò quindi grossi ostacoli e prima della notte la 3a div. fu. statunitense guadagnò più terreno del previsto, subendo meno di un centinaio tra morti e feriti, cioè perdite nettamenté inferiori a quelle preventivate ( 14). In sintesi il 7 o gruppo tattico reggimentale occupò buone posizioni sulle colline sovrastanti Licata, i Rangers e il 15 • gruppo tattico reggimentale si impadronirono della città e della foce del Salso compreso l' aeroporto, mentre il 30° gruppo tattico reggimentale conquistò il Monte Desusino e le colline adiacenti sul fianco destro della testa di sbarco. Nell'intero settore di Licata i soldati italiani catturati, secondo fonti alleate , furono circa ·3.000 nella sola prima giornata di combattimenti. Oltre alla più volte ricordata perdita del dragamine Sentine/, gli americani lamentarono nella zona ~oss» una collisione tra i due cacciatorpediniere Roe e Swanson alle 02. 55, con conseguenti gravi danni che costrinsero le due unità a riparare a Malta e a Biserta, seppure senza alcun morto o ferito a bordo. - Colonna «Dirne», con obiettivo Gela e poi l'aeroporo di Ponte Olivo. Essa era composta dalla l a div. ftr. del Gen. Alleo e da due btg. Rangers, che sbarcarono su un fronte di ben 41 chilometri tra Punta Due Rocche e Punta Zafaglione. Questo settore era difeso dal 134 o rgt. del Col. Altini e dal 389° btg., appanenenti alla XVIII brigata costiera del Gen. Mariscalco, (14) Ibidem, pag. 135.
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mentre le artiglierie italiane consistevano in due batterie da 75/27 del XXI gruppo a Capo Soprano, nell'8P batteria di Manfria da 75/34, nella 75" batteria da 149/35 del CLXII gruppo a Spinasanta, in due batterie da 100/22 a Poggio Lungo e in una batteria dello stesso calibro a Monte S. Nicola, tutte appartenenti al CCIX gruppo. La colonna americana «Dirne» era suddivisa nei seguenti tre contingenti d'attacco. l) Forza «X» del Ten. Col. Darby con due btg. pionieri, il I e il IV btg. Rangers e tre compagnie monai, che scese a terra a panire dalle ore 03. 15 sulla cosiddetta spiaggia 68 presso il pontile di Gela (15). Lo sbarco fu ostacolato dalle mine e dal fuoco incrociaço di due nidi di mitragliatrici, tanto che una compagnia americana perse quasi un intero plotone. Le postazioni furono però messe a tacere con l'impiego di granate a mano e di lanciafiamme e alle 08.00 tre compagnie Rangers entrarono a Gela. Gli americani consolidarono poi le loro posizioni in questo settore dopo aver respinto, come vedremo, il contrattacco del gruppo mobile «E» italiano. 2) Contingente d'attacco del Col. Bowen, comprendente il I e II btg. del 26° gruppo tattico reggimentale, che sbarcò puntualmente tra le 02.45 e le 03.30 sulla cosiddetta spiaggia 67 occidentale, ad est del torrente Gela. Qualche difficoltà causata dalle mine non impedì la sollecita penetrazione verso Farello di queste truppe americane, appoggiate nell'occasione dal fuoco dell'incrociatore Boise e del cacciatorpediniere jeffirson. 3) Contingente d'attacco del Col. Taylor, composto dai tre battaglioni del 16° gruppo tattico reggimentale, sbarcati entro le ore 04.00 sulla spiaggia 67 orientale, tra le foci del Gela e del Dirillo. Anche in questo settore le mine e le postazioni di mitragliatrici costituirono i principali ostacoli all'avanzata a_n;lericana e la tenacia dei locali difensori, appartenenti al 429° btg. costiero del Maggiore Rubellino, fu testimoniata dal numero di caduti italiani, che tòccarono la cifra di 197 tra motti e feriti (16). Inoltre fu proprio nello specchio d'acqua antistante quelle spiagge che si registrò il già citato affondamento del cacciatorpediniere statunitense Maddox, colpito alle 04.58 da uno Ju. 88 tedesco e colato a picco repentinamente con 211 vittime. C'è da aggiungere (15) Ibidem, pag. 136. (16) -E. FALDELLA: Lo sbarco e la dife.ra della Sicilia, op. ci t., pag. 113.
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al proposito che alle 18.35 un altro aereo germanico , questa volta un caccia Bf. 109 con bombe alari, distrusse la nave da sbarco LST-313, carica di pezzi anticarro. Sarà poi proprio contro l'intera colonna «Dirne» che, come vedremo dettagliatamente in seguito, si svilupparono le più insistenti ed aggressive controffensive terrestri itala-tedesche tra il 10 e l' 11 luglio. - Colonna «Cent», avente per obiettivo Scoglitti e poi gli aeroporti di Comiso e di Biscari. Essa era composta dalla 45 a div. ftr. del Gen. Middleton, che prese terra -su un fronte ·di soli 17 chilometri tra Punta Zafaglione Punta Braccetto. Questo settore era difeso da un'aliqu-ota del 178. rgd. costiero del Col. Sebastianello (SOl • btg. e parte del 389 • btg.) appartenente alla XVIII brigata costiera._Le artiglierie consistevano in tre batterie da 75 l 27 del XXI gruppo, dislocate a Punta Zafaglione, a S. Croce Camerina e a Case Strasattata. La colonna «Cent» era suddivisa a sua volta nei seguenti tre contingenti d'attacco. l) Contingente d'attacco del Col. Cookson con i tre battaglioni del 180 • gruppo tattico reggimentale, che avrebbe dovuto sbarcare sulla spiaggia 66 nord direttamente di fronte a Scoglitci, ma che invece prese terra in una grande confusione e con notevole ritardo. Infatti le prime truppe sbarcarono soltanto alle 04.34 e, a causa di impreviste difficoltà di identificazione degli approdi, il Comando del reggimento venne portato dai mezzi anfibi molto più a nord ovest, addirittura presso le foci del fiume Dirillo nel settore «Dirne» della l a divisione, mentre i rimanenti reparti furono disseminati per l'intero fronte «Cent». Secondo le fonti ufficiali 'alleate, il Iso• gruppo tattico reggimentale U.S.A. fu «l'unico contingente dell'intera forza anfibia statunitense ad essere stato completamente disorganizzato da sbarchi errati» (17). 2) Contingente d'attacco del Col. Hutchins, composto dai tre battaglioni del 179• gruppo tattico reggimentale, che approdò sulla spiaggia 66 sud, ad oriente di Scoglitti. Esso fu il primo gruppo della colonna «Cent» a prendere terra, con inizio alle 03.45, e a conquistare Scoglitti alle ore 14.00 dopo aver superato la resistenza del 389. btg. costiero. Quest'ultima unità di difesa era rimasta a sua volta priva di copertura d'artiglieria a causa del micidiale tiro di
(17) HER MA]ES1Y'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military sen'es. The Medite"anean and Middle East, vol. V. ciL, pag. 62.
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controbatteria dei due cacciatorpediniere Tillman e Knight e dell'incrociatore Philadelphia. 3) Contingente d'attacco del Col. Anckorn, che con i tre battaglioni del 15r gruppo tattico reggimentale sbarcò alle 03.55 a sud di Punta Branco Grande, presso Punta Braccetto, su una spiaggia non numerata dai pianificatori americani. Questo contingente soffrì molto le condizioni del mare , approdò non esattamente nelle località designate ed ebbe nelle sue file 27 annegati (18). Ciononostante esso penetrò ab bastanza facilmente all'interno, in direzione est, superò le difese del 501 • btg. costiero, aggredì sul suo fianco destro l'adiacente 383" btg. appartenente alla 206a. div. costiera e, dopo aver catturato circa cinquecento prigionieri, si impossessò alle 15.45 del villaggio di S. Croce Camerina, situato a sette chilometri all'interno e che era sede del Comando dello stesso 383 • btg. costiero. Esaminati gli sbarchi nei singoli settori anglo-americani, occorre dire infine che il confine tra le zone di competenza della 7a Armata U. S. A. a sinistra e dell' 8 a Armata britannica a destra era stato identificato dai pianificatori alleati tra Pozzallo sul mare e Vizzini nell'entroterra (Monti Iblei), ma non era stato tracciato oltre tale località (19). Come vedremo, soltanto il 13 luglio il Generale Alexander, interpretando anche il desiderio di Montgomery, attribuì all' 8 a Armata inglese l'uso del tratto Vizzini Caltagirone - Piazza Armerina della rotabile trasversale n. 124, su cui stavano piombando contemporaneamente da sud le colonne della 45a div. ftr. americana provenienti da Scoglitti.
4. LE PRIME NOTIZIE SULL'INVASIONE E LE INIZIALI REAZIONI AEREE ITALO-TEDESCHE Il succedersi delle informazioni sull'invasione della Sicilia che affluivano nei centri operativi di Roma in quelle ore decisive è viv~ente riprodotto nel bollettino di Supermarina n. 1113, concernente le «Notizie operative alle ore 12.00 del 10 luglio 1943», (18) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sù;i/y and the .surrender of Italy, op. cit., pag. 144.
(19) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second wodd war - U.K. military series. The Mediterranean and Middle East, vol. V ci t., pag. 77. '
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inviato in copia - come al solito - al Comando Supremo. Eccone la sequenza, che comprende sia tempestive informazioni, sia rilevabili inesattezze, come quella delle ore 01.45 concernente un paventato sbarco a Porto Empedocle (20). «Prime notizie sullo sbarco in Siczlia. - Alle 20.20 del 9 luglio Siracusa è stata bombardata dal mare. - Alle 22.00 del 9 luglio risulterebbe che ha avuto luogo altro bombardamento 'lavale su Siracusa. - Alle 23.30 del 9 Licata è stata sottoposta a fuoco di artiglieria e sono stati probabilmente lanciati paracadutisti nella piana di Catania. - Alle 00.30 del 10 luglio ci sono stati combattimenti a terra presso Capo Passero. - Alle 00.45 sono stati lanciati paracadutisti in zona Ragusa. - Alle 01.10 il Comando delle FF.AA. della Sicilia ha dato ordine «Stato di emergenza». - Alle 01.17 la costa presso Catania è stata bombardata da artiglierie pesanti navali. - Alle 01.45 il nemico risultava in avvicinamento presso la costa di Porto Empedocle. - Comunicazione delle ore 03.15 intercettata da una stazione tedesca della Marina germanica: truppe inglesi sbarcate da alianti sulla penisola ~addaJena e fiume Anapo (Siracusa). Si combatte all'aeroporto di Siracusa. E stato chiesto intervento di truppe Esercito. - Alle 05.00 circa è iniziato lo sbarco nemico a Gela. - Alle 06.45 le truppe a sud ovest della Sicilia hanno comunicato di non avere ancora preso contatto con il nemico. - Alle 07.32 Porto Empedocle ha comunicato: clmpianti ponuali e porto distrutti». - Alle 08.33 era in corso un violento tentativo di sbarco nemico nel porto di Siracusa e sulla penisola a sud. - Alle 08.36 era in corso un violento tentativo di sbarco nemico ad Augusta:. (21).
Questo stesso notiziario di Supermarina, dopo aver fornito anche un lungo elenco di avvistamenti di convogli nemici, da noi già ricordato nella nota 84 del capitolo V, concludeva tuttavia affermando che non era «ancora possibile fare alcuna valutazione concreta delle forze partecipanti all'operazione» . .Nella stessa mattinata del 10 luglio Supermarina comunicò al Comando Supremo le contromisure adottate. Esse si risolvevano (20) A.U.S.E., carrella 1501, allegato 398: bollettino di Supermarina n. 1113 contenente le 'cNotizie operative alle ore 12.00 del lO luglio 1943•. (21) Nessun diretto sbarco era stato tentato dagli alleati a Siracusa e ad Augusta, ma si era verificato soltanto lo sbarco dei Commandos e degli S.A.S. britannici nella penisola della Maddalena.
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sinteticamente n eli' assicurazione che la flotta sarebbe stata pronta a muovere in battaglia in quel giorno e che motosiluranti e sommergibili erano stati già convogliati nelle acque siciliane (22). Come è noto, la flotta da battaglia non venne invece più fatta salpare, ciò che ha suscitato le già ricordate polemiche non solo in Italia, ma anche all'estero (23). Da parte sua il Comando Supremo, fattosi un primo quadro della situazione, si preoccupò di contrastare subito dal cielo i più pericolosi sbarchi nemici e alle 11.3 5 del 10 luglio riferì a Superaereo e all'O.B.S. tedesco le richieste del Gen. Guzzoni per «un immediato massiccio intervento aereo contro mezzi navali nemici nelle zone di Augusta - Siracusa - Gela - Licata» (24). Diciamo subito che, tenendo conto delle già esaminate disponibilità di velivoli nel Mediterraneo centrale, i Comandi aeronautici dell'Asse destinarono ad operare in suppono alle operazioni in Sicilia tra 1'11 e il 15 luglio le seguenti aliquote (25): 11 luglio: 198 aerei italiani e 283 aerei tedeschi; 12 luglio: 171 aerei italiani e 202 aerei tedeschi; 13 luglio: 197 aerei italiani e 164 aerei tedeschi; 14 luglio: 88 aerei italiani e 156 aerei tedeschi; 15 luglio: 76 aerei italiani e 85 aerei tedeschi. Naturalmente non tutti questi velivoli presero pane effettiva ai combattimenti, a causa di avarie e di danneggiamenti sopravvenuti.
***
Abbiamo già esaminato gli attacchi di aerei e di mezzi insidiosi italo-tedeschi contro i convogli alleati in avvicinamento e durante le primissime ore dello sbarco. Vediamo ora come si sviluppò nei cieli il contrasto dell'Asse durante l'intera giornata del 10 luglio, esclusa dal sopra riferito quadro riepilogativo concernente l'ammontare degli interventi aerei. Fin dalla sera del 9 luglio, in concomitanza con il lancio delle (22) A.U.S.E., cartella 1501, allegato 459:-dispaccio n. 10181 del 10 luglio 1943. (23) De Risio ci ricorda ad esempio che ancora nel settembre 1966 il quotidiano greco cAkropoliJ•, condannò la retrospettiva incapacità della Marina italjana .-a proteggere perfino le proprie acque territoriali•. Cfr. C. DE RJSIO: Navi di ferro, teste di legno: la Marina iJaliana ieri e oggi, op. cir., pag. 95. (24) A.U.S.E., cartella 1501 , allegato 481: messaggio n. 51452/op delle ore 11.35 dellO luglio 1943. (25) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war- U.K. mililary series. The Mediterranean an d Midd/e East, vol. V ci t., pag. 97.
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prime squadriglie itala-tedesche contro le avanzanti formazioni navali avversarie, ~upesaereo aveva impartito ordini per rinforzare gli ormai ridotti suoi reparti di volo della Sicilia e della 4 a Squadra Aerea. Durante il giorno successivo affluirono pertanto nell'isola un gruppo da bombardamento in picchiata e due gruppi d'assalto, mentre giunsero i:n Calabria e nelle Puglie tre gruppi tuffatori, quattro gruppi d'assalto e un gruppo da bombardamento in quota di S. 84 (26). Tutti i suddetti reparti, convogliati più vicino alla zona di invasione nemica, erano però condizionati dalla insufficiente copertura dei caccia di fronte alla ben organizzata e nutrita difesa aerea anglo-americana. Bombardieri ed aerosiluranti italiani furono perciò costretti ad operare prevalentemente nottetempo, subendo però anche èosì notevoli perdite a causa della presenza di caccia notturni alleati che sovente inseguivano gli incursori fin sopra le loro basi per mitragliarli nella fase di atterraggio (27). Da parte sua la 2a Luftflotte tedesca svolse un'attività sensibilmente più intensa, soprattutto perché potè giovarsi di una generale maggiore autonomia dei propri velivoli, che consentiva loro di decollare da aeroporti più lontani e perciò meno soggetti alle incursioni avversarie, nonché di apparecchi indubbiamente superiori a quelli italiani del periodQ. Nel settore britannico la prima incursione dei ~f. 110 e dei FW. 190 tedeschi ebbe inizio poco dopo le 10.00 e nel pomeriggio, durante un'azione più pesante, alcune navi furono inquadrate dalle bombe e due mezzi da sbarco LCT riportarono danni per colpi caduti nelle loro vicinanze. Ma gli attacchi germanici ebbero migliore sorte nel settore americano, che si trovava allora quasi privo di protezione aerea a causa de Il' insufficiente collaborazione tra i caccia della R.A.F., incaricati di quel compito, e le navi statunitensi. Nel pomeriggio pertanto i velivoli assaltatori del II Fliegerkorps causarono nella rada di Gela il danneggiamento del cacciatorpediniere Murphy, che ebbe infiltrazioni d'acqua per bombe cadute presso lo scafo, e il già ricordato affondamento alle 18.35 della nave da sbarco per carri armati LST-313, saltata in aria per esplosione .,...-'
(26) E. FALDEU.A, Lo sbarco e la difesa della Sictlia, op. cit., pag. 135.
(27) G. SANTORO: L 'Aeronautica italiana nella Jeconda guerra mondiale, vol. Il ci t., pag. 542.
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delle munizioni imbarcate. Non rientrarono alle basi dalle missioni diurne un assaltatore FW.190 e quattro caccia Bf. 109. Calata l'oscurità del 10 luglio i reparti del II Fliegerkorps tornarono all'attacco. Quarantotto Ju.88 si portarono infatti nel settore britannico e, dopo aver mancato di poco l'unità contraerea Alybank, presero di mira le navi ospedale Talamba e A ba, regolarmente illuminate e contrassegnate, affondando la prima a cinque miglia al largo di Avola, con notevoli perdite umane (28). Nella notte anche la R. Aeronautica, come si è detto, impiegò i'suoi reQ_arti d ' attacco e precisamente undici trimotori Cant 2.1007 bis e quattro recentissimi quadrimotori P.108 contro le navi americane di fronte a Gela, nonché dodici aerosiluranti S. 79 nella zona britannica. Queste incursioni però non ottennero alcun risultato e da esse non rientarono tre S. 79 e un P.108. Una nuova ondata d'assalto di quarantotto Ju.88 tedeschi chiuse gli attacchi della giornata, procurando danni al monitor britannico Erebus nei pressi di Capo Passero. Frattanto anche l'O.B.S. di Kesselring aveva provveduto durante la giornata a rinforzare il dispositivo aereo germanico nell'Italia meridionale, ordinando agli arretrati reparti della 2 a Luftflotte di spostarsi più a sud per poter operare sulle minacciate coste siciliane con maggiore intensità. Pertanto i gruppi d'assalto tedeschi di base a Ciampino e a Napoli e quelli da bombardamento dislocati nell'Italia settentrionale e perfino in Francia si trasferirono immediatamente negli aeroporti delle Puglie , realizzando una più idonea concentrazione di forze.
5. LA REAZIONE DELLA 206a DMSIONE COSTIERA NEL SEITORE BRITANNICO (Vds. tavola n. 11) A fronteggiare l'intero sbarco dell'sa Armata britannica era stanzlàta a cavallo della cuspide sud orientale della Sicilia, tra Punta Braccetto e Capo Ognina, la 206a divisione costiera italiana del G~n. d'Havet, facente parte del XVI Corpo d'Armata, per la cui composizione si rimanda all'allegato n. 8 in appendice. (28) A. SANTONI · F. MA TrESIN!: La partecipazione tedesco olio guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. cit. , pag. 412 e HER MA]ESTY'S STATIONERY OFFICE:
History of the second world wor • U.K. militory series. The Mediterroneon and Middle East, vol. V ci t ., pag. 66.
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La divisione, che aveva il Comando a Modica, schierava in quel momento, su un fronte a mare di 132 chilometri, 450 ufficiali e 9.600 sottufficiali e ~militari di truppa (per il 6 5% si?liani) suddivisi in otto battaglioni di fanteria, cinque gruppi d'artiglieria e cinque nuclei antiparacadutisti (29). Fra le 21.00 e le 21.45 del 9 luglio dai vari posti d'osservazione e d'ascolto della divisione cominciarono ad essere segnalati numerosi aerei nemici a bassissima quota, ciò che fece subito sospettare un lancio di ~a~utisti. In effetti questi ultimi atterrarono poco più tardi e furono identificati a panire dalla mezzanotte, yenendo poi rastrellati in pane dai N.A.P., che ne catturarono 174, non prima Q_erò che fossero stati sabotati e interrotti i collegamenti al centro e alle estremità della divisione. - -Gli stessi paracadutisti, alcuni dei quali americani atterrati per errore tra Modica e il mare nel settore del 123 o rgt. costiero, riuscirono a circondare alcune batterie italiane e a metterle fuori uso con granate a mano e lanciafiamme. I successivi sbarchi dal mare e la progressione del nemico, segnalati- in ritardo al Comando della 206a divisione a causa delle suddette interruzioni qei collegamenti, convinsero il Gen. d'Hav~t ad ordinare verso le 07.00 del 10 l~glio l'impiego presso Noto del 43r btg. costiero, che era unità di riserva del 146° rgt., nonché di otto semoventi da 47 l 32 del CCXXX battaglione del Magg. Elena
"{30). Nello stesso tempo venne ordinato al gruppo tattico «Sud» di due colonne (a destra Ispica del Console Busalacchi di avanzare La Marza e al centro Pachino) per contenere il nemico e ributtarlo a mare. Questo gruppo tattico era formato dal Comando della 173a legione camicie nere, dal CLXXIII btg. cc. nn. , dalla 174a compagnia mitraglieri cc.nn., dalla 2a compagnia monai del LIV btg. «Napoli», dal l o plotone controcarri da 4 7 l 32 e dal I gruppo da 100117 del 54° rgt. an. «Napoli». Esso si imbattè negli inglesi alle 10.00 presso il caposaldo di Case Gradante e poi alle 12.30 sulla
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(29) A.U.S.E. canella 2124/B: cRelazione del Gen. d'Havet in data l dicembre 1945•. pag. 7. In questa relazione si mette anche in evidenza che alla ftne di giugno 1943 erano in opera nel settore della 206' div. costiera mille postazioni di mirragliatri~i e di cannoni, 250 chilometri di reticolati a siepe trapezoidale, otto chilometri di fossi anticarro c 15.000 mme. (30) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/6: cRelazione sullo svolgimento delle operazioni dcl~a 206• divisione costiera..
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rotabile per Pachino, ingaggiando una serie di scontri fino a mezzanotte, quando fu costretto a ripiegare su Modica (31). Alle 10.00 anche il gruppo mobile «F:. del Magg. Argenziano, dislocato a Rosolini, fu incaricato di avanzare verso Pachino ed esso mosse entro quindici minuti con una compagnia corazzata dotata di dieci carri armati Renault R/35, una compagnia controcarri da 47/32, una compagnia del 542• btg. bersaglieri costiero autotra- sportata, una compagnia motomitraglieri e una batteria da 75/06 del CXXVI gruppo autotrainata. Al bivio con la rotabile Noto-Pachino il gruppo mobile «F» prese contatto verso le 13.00 con le avanguardie della 5 p div. ftr. scozzese, già saldamente attestate sulle circostanti alture. Dopo aver perso quattro carri, la compagnia corazzata del Cap. Da Conto ripiegò verso Rosolini alle 15.00 e un'ora dopo gli scozzesi passarono decisamente all'offensiva, appoggiati da contingenti della fiancheggiante 231 a brigata «Malta», catturando alcuni elementi delle compagnie bersaglieri e mitraglieri. I resti del gruppo mobile «F» ripiegarono fino àl caposaldo di Bonivini-Modica, già presidiato da un plotone del 243 o btg. costiero e dalla 3 a batteria del CCXXIV gruppo da 100/22 (32). Sempre alle 10.00 il Gen. d'Havet, constatato che sull'estremità occidentale dello schieramento della 206a div. costiera elementi del 157" rgt. della 45a div. ftr. americana, sbarcati nel settore della XVIII brigata costiera, si stavano inflltrando sul fianco destro del 383 o btg., aveva autorizzato il Col. Primaverile, comandante del 123 o rgt. costiero, a fronteggiare questo nuovo pericolo, inviando sul posto di rinforzo il Comando e due compagnie del 542 o btg. bersaglieri costiero dislocato a Scicli. Nel suddetto settore tenuto del 383 o btg. costiero, attaccato da ~racadutisti e da contingenti del 15 r rgt. americano provenilnte dalla zona di Scoglitti, si verificarono nella giornata del 10 azioni isolate intorno ai vari capisaldi. Alle 07.30 e àlle 08.00 caddero rispettivamente il caposaldo di Villa Comitini, difeso da ventidue uomini al comando del Cap. Serra che vi trovò eroica morte, e il caposaldo di Case Cameni, presidiato dai quindici (31) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/11: «Relazione sull'impiego del gruppo tattico cSud•. (32) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/12: .:Relazione sulle operazioni di guerra svolte dal gruppo mobile cF:o dislocato a Rosolini•.
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uomm1 del Ten. Sella, anch'esso rimasto ucciso sul campo (33). Mezz'ora dopo fu travolto il posto di blocco di Villa Criscione e alle 15.45 venne spazzato via lo stesso Comando del 383. btg. a S. Croce Camerina, aHa cui difesa presero attivamente parte anche una dozzina di civili armati di moschetti e di bombe a mano. Fra le 18.00 e le 18.30 caddero neJJo stesso settore Marina di Ragusa, Punta Secca ed il posto di blocco 451 a sud di S. Croce Camerina. Infrne alle 19.00, dopo vivace lotta, fu ridotta al silenzio dal fuoco navale, diretto da idrovolanti catapultati, anche la 73a batteria da 149/35 del CLXII gruppo. Resisteva inve':e ·ancora l'isolato caposaldo di Cozzo CappeHo, che cadde soltanto aH e 11.00 del giorno seguente (34). Frattanto nel settore centrale, retto dal 122• rgt. costiero del Col. D' ApoJJonio, gli inglesi del 4o• e 41 • Commando e i canadesi deJJa l a divisione, unitisi poi alla contigua 154a brigata scozzese, erano entrati neJJ'abbandonato aeroporto di Pachino alle 09.00 e si erano impadroniti dell'omonima cittadina entro mezzogiorno, riducendo al silenzio la 32 P batteria da 149 l 13 e tagliando fuori il Comando del 243• btg. costiero (35). Il Comando tattico del 122• rgt. costiero ripiegò in un primo momento anch'esso nel caposaldo di Bonivini-Modica, ma alle 17. 30, non potendo ~omunicare con alcun reparto da quella posizione, si ritirò su Rosolini e poi su · Ispica (36). Nel settore di sinistra della 206a divisione costiera, difeso dal 146• rgt. del Col. Cancellara e aggredit6 inizialmente da tre brigate dalla sa e della soa div. ftr. britannica nonché daJJ'ala destra della 23P brigata «Malta», caddero entro mezzogiorno i capisaldi di Cassibile e di Avola. Gli inglesi puntarono quindi su Noto, entro cui penetrarono alle 18.30 gli uomini della 231 a brigata dopo aver sopraffatto in un duro combattimento l'ultimo caposaldo di ViJJa Petrosa (37). · In quest'ultimo settore, dove alto fu il numero dei caduti, non (33) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/8: «Relazione del 123• rgt. costiero Scicli:.. (34) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/6. (35) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/10: «Relazione del Col. an. Romeo Escalar, 44• raggruppamento aniglieria della 206• div. costiera:.. (36) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/7: cRelazione avvenimenri del 122• reggimento , fameria costiero:.. (37) A.U.S.E., canella 2124/B: cRelazione del Gen. d'Havet in data l dicembre 1945:. e cartella 1427, allegato 59/9: cRclazionc del 146• reggimento costiero•.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
giovarono certamente al morale dei difensori le incontrollate notizie pomeridiane sulla caduta della Piazza di Siracusa, riferite da marinai e soldati in fuga, come vedremo, da quella base (38). Fu inoltre motivo di ulteriore amarezza «la ferma persuasione che il nemico veniva informato dai civili della quinta colonna, che indicavano i bersagli da battere e le strade da campagna per compiere l'accerchiamento» (39). Al termine della prima giornata dei combattimenti la 206a divisione costiera dovette quindi su bi re in più punti l'infiltrazione nemica, rimanendo per di più isolata telefonicamente dal Comando di Corpo d'Armata. Alla mezzanotte rimanevano ancora ancorati in capisaldi prossimi alle spiagge soltanto il 381 o btg. ad occidente e l'adiacente 37) btg al centro, entrambi in settori non attaccati dal mare, ma che rischiavano comunque un aggiramento alle spalle. Nell'entroterra le posizioni piu importanti occupate dagli inglesi erano Pachino, Noto, Avola e Cassibile, mentre intorno a Modica e Comiso operavano nuclei di paracadutisti americani e Vittoria, più ad occidente, era caduta nelle mani del III l 179 • ftr. della 4 5a div. statunitense. 0
6. LA REAZIONE DELIA XVIII BRIGATA COSTIERA NEL SETTORE AMERICANO (Vds. tavole n. 12 e n. 13) lo sbarco delle colonne «Dirne» e «Cent» della 7a Armata amencana, rispettivamente nei settori di Gela e di Scoglitti, si svolse nella zona di difesa della XVIII brigata costiera del Gen. Mariscalco che, con sede di Comando a Niscemi, faceva anch'essa parte del XVI Corpo d'Armata e per la cui composizione si rimanda a~ fitato allegato 8 in appendice (40). A pcrftfre dalle Ol. 35 fu segnalata in questo settore di 58 chilometri, compreso tra Punta Due Roc<:he e Punta Braccetto, la presenza di paracadutisti americani e alle 02.50 venne percepita l'operazione di sbarco presso Senia Ferrata (41). (38) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/9 citato, pag. 5. (39) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/9: cRel:uionc del 146• reggimento costiero•, pag. 6. (40) Si ricorda che la colonna •Joss• della 7' Armata statunitense sbarcò invece nel scrcore di Licata difeso dalla 207' div. costiera, facenre parte del Xll Corpo d'Armata. (41) A.U.S.E., cartella 1427: cRel:uione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943...
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TAVOLA N. 1 2
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10 luglio 1943! operazioni e movimenti del gruppo mobile "E .. e del 33° Rgt. ftr. ·uvorno.,
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Ricevute queste notizie, ÌLçQDlandante del XVI Corpo d' Armata, Gen. Carlo Rossi, ordinò alle 03.15 alla divisione tedesca «H. Goering» di portarsi da Caltagirone in direzione di Senia Ferrata. Quindi alle 03.40 lo stesso Gen. Rossi dispose che il gruppo mobile <<E» di Niscemi, comandato dal Cap. Granieri, si mettesse a Clisposizione della XVIII brigata costiera, spostandosi sulla rotabile di Gela in direzione dell'aeroporto · di Ponte Olivo, senza però impegnarsi prima di ricevere altri ordini. Cinque minuti dopo, alle 03.45, il Comando del XVI C.A. ordinò al gruppo mobile «H» .dLCaltagirone del Ten. Col. Cixi di trasferirsi a cinque chilometri a sud di tale abitato, orientandosi ad agire verso l'aeroporto di S. Pietro. Questo gruppo raggiunse alle 05.00 Poggio Guazzarella, a un chilometro dalla posizione stabilita, affiancato da una sezione da combattimento della Flak tedesca (42). Infine alle 04.00 il Gen. Rossi ordinò al III battaglione del 33 o rgt. ftr. «Livorno» e al III gruppo del 28 o rgt. art., messi a sua disposizione dal Comando d'Armata, di spostarsi con autotrasporti dalla stazione di Butera a Monte Poggio Lungo, presso l'estremità occidentale dello schieramento della XVIII brigata costiera. In base agli ordini ricevuti, il Comando della divisione «H. Goering» .Stabilì di avanzare verso le spiagge tra Gela e Scoglitti su tre colonne. A sinistra si mise in movimento il reggimento granatieri germanici con un gruppo d'artiglieria e una compagnia corazzata con i 17 carri pesanti «Tigre» per attaccare in direzione di Ponte Dirillo --setìia Ferrata; al centro~mossero due battaglioni del -rgt. carri con il IV gruppo an., una batteria nebbiogeni e una batteria Flak puntando su Case Priolo a sud di Niscemi, mentre distanziato più a destra il btg. pionieri doveva raggiungere Ponte Olivo presso l'omonimo aeroporto. Nei pressi del passaggio a livello di Gela era giunto frattanto fin dalle 07.00 il gruppo mobile «E» di Niscemi, che da un'ora e mezzo aveva ricevuto gli attesi ordini di portarsi in aiuto del Comando del 429° btg. costiero circondato dal nemico. Questo gruppo mobile fu subito impegnato dalle artiglierie d eU' incrociato(42) Per la composizione dei gruppi mobi li cE~ ed ~H• vds. allegato n. 8 in appendice. Con l'occasione si ricorda che io mattinata interven ne dire((amente contro l'abitato di Niscemi il monitor inglese Abercrombie, armaro con due pezzi da 381 mm., prestato (Ilomentaneameote agli americani.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
re Boise e da attacchi aerei (43 ). Tuttavia cinque carri Renault R/35, superstiti dei dodici originariamente componenti la l a compagnia del CI battaglione, penetrarono nell'abitato e ingaggiarono un duro combattimento con i Rangers americani della Forza & del Ten. Col. Darby, che erano ancora privi dei loro cannoni anticarro (44). Qui furono messi fuori combattimento altri due R/35 e quattro pezzi da 47/32 della 2a compagnia del CII btg. comrocarri, insieme ad altrettanti trattori, colpiti sia dal fuoco navale che dai bazooka. Pertanto, mentre il possesso di Gela venne consolidato dagli americani entro le 11.5 5, il gruppo mobile «E» fu costretto ad arretrare fino a Monte Castelluccio presso l'aeroporto di Ponte Olivo, prendendo contattQ con la colonna di destra della divisione «H. Goering» del Gen. Conrath. Quest'ultima unità germanica attaccò in giornata con le due colonne di centro e di sinistra. La colonna corazzata di centro raggiunse alle 13.30 Case Priolo ed aveva appena impegnato in combattimento il II btg. del 16° gruppo tattico americano, che poco prima delle 14.00 il Gen. Conrath ricevette dal Gen. Rossi come vedremo meglio nel capitolo VIII - l'avviso di prepararsi a sviluppare un attacco coordinato con la div. «Livorno» sulla base di successivi ordini di dettaglio. Il Gen. Conrath rispose di non potere prevedere in giornata tale attacco coordinato, poiché «una controffensiva sistematica» poteva essere sviluppata solo dopo aver riunito tutti i contingenti della «H. Goering» in quel momento frazionati (45). Nel frattempo la colonna tedesca di sinistra, che comprendeva tutta la scarsa fanteria della «H. Goering», era stata bloccata dal 11180. rgt. U.S.A. e( Qerse i contatti con il Comando di divisione. A metà giornit;" giunsero altre cattive notizie dalle due estremità orientale e occidentale dello schieramento deJla XVIII brigata costiera. Nel settore di Scoglitti, infatti, era statÒ circondato da paracadutisti statunitensi il Comando del 501 o btg. costiero alla Fattoria Randello, mentre ad ovest le posizioni di Monte Poggio Lungo erano cadute a mezzogiorno in mano della Forza «X» del (43) S.E. MORISON: In guerra su due oceani, op.cit., pagg. 253-254. (44) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily and the surrender of Italy, op. cit., pagg. 151-1)2. (45) A.U.S.E., canella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata.., pag. 37.
TAVOLA N. 13
INTERVENTO
DEL XVI CORPO D'ARMATA .
10 luglio 1943 : Operazioni della divisione •· Goering, ( situaz ione alle ore 13,30 )
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Ten. Col. Darby. Qui in mattinata il III/ 33 • ftr. «Livorno» del Ten. Col. Bruni, proveniente dalla stazione di Butera in base ai noti ordini del Geo. Rossi, aveva tentato inutilmente un primo contrattacco contro due compagnie di Rangers americani, che manovravano tre cannoni italiani catturati (46). Fallito questo tentativo, il battaglione Bruni dovette subire la contromanovra dell'avversario e fu costretto a ripiegare sui capisaldi di Poggio della Femmina e di Monte del Falcone dove, nel corso della notte, venne raggiunto dal II battaglione del medesimo 33• reggimento (47). Il nuovo schieramento dd II e III battaglione del 33 • ftr. «Livorno» passò quindi per la stazione di Butera, Monte del Falcone, Poggio della Femmina, Monte S. Nicola, Monte dell' Apa e Monte Zai. eultimo contrattacco del 10 luglio nella zona di Gela fu ancora una volta tentatO dalla colonna di sinistra della div. «H. Goering», che a metà pomeriggio riprese i contatti con il Comando del Gen. Conrath e rinnovò l'offensiva contro il I btg. del 180• rgt. ftr. americano lungo la valle del Dirillo, tra Biscari e la rotabile 115. riuscendo a catturare anche il comandante di battaglione statunitense, il Col. Schaefer. A salvare le sorti della battaglia in quel settore, che volgevano al peggio per gli americani, intervenne però appena in tempo il III/ 180• U.S.A., che alla fine costrinse i tedeschi alla ritirata (48).
7. LA REAZIONE DELLA 207a DIVISIONE COSTIERA NEL SETIORE AMERICANO (Vds. tavola n. 14) _L'ala sinistr~ del fronte di sbarco americano, rappresentata dalla colonna «]oss» ~ diretta contro Licata, si imbattè nel 139 • reggimento costiero italiano, facente parte della 207 a div. costiera del Geo. Schreiber, per la cui composizione si rimanda all'allegatO n. 8 in appendice. Questa divisione costiera, schierata tra Torre Macauda e Punta Due Rocche e avente la sede di Comando alla periferia di Agrigento, fu pertanto l'unica unità inquadrata nel XII Cor(46) U.S. ARMY IN WORW WAR II: Sicdy and the srmender of ltaly, op.cit., pag. 138 c pagg. 152-153. (47) A.U.S.E., canella 1506: cRelazione sull'arùvirà del gruppo tartico Bruni». (48) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and the sumnder of Italy, op. cit., pag.
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LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
po d'Armata del Gen. Mario Arisio ad essere coinvolta nella fase iniziale dell'invasione alleata. Nel concetto difensivo del XII C.A. il settore di Licata era consider ato di secondaria importanza, mentre si tendeva ad attribuire un maggior valore strategico alle spiagge più occidentali. Di conseguenza il settore ovest della 207a divisione costiera comprendente Agrigento e Porto Empedocle era stato maggiormente guarnito ris~etto alla zona orientale comprendente Licata, contro cui invece finì per svilupparsi l'assalto anfibio della colonna «]oss» americana. Tuttavia nelle primissime ore del 10 luglio il porto di Licata e quello di Porto Empedocle furono ritenuti parimenti in pericolo e, come abbiamo visto, il Gen. Guzzoni ne ordinò l'inutilizzazione alle Ol. 50. La prevista opera di demolizione, attuata sotto l'incalzare degli· avvenimenti e con scarso personale, non fu però affatto soddisfacente e lasciò «pressoché illese tutte le opere portuali», come si legge nella relazione della 207a div. costiera (49). Oltre a ciò l'esplosione di una mina da demolizione mal collocata danneggiò e bloccò il treno armato della R. Marina sistemato su uno dei.: moli del porto di Licata, proprio quando esso avrebbe dovuto conservare tutta l' efficienza operativa (50). Come abbiamo detto, le truppe d'assalto della )a div. ftr. americana, iniziato lo sbarco alle ore 03.00 tra Torre di Gaffe e Punta Due Rocche, travolsero i deboli presìdi avanzati della 207a divisione costiera ed entrarono a Licata alle prime luci dell'alba. Le due batterie da 105/27 del CXLV gruppo, uniche superstiti nel settore investito, non riuscirono a frenare il nemico, mentre un contrattacco del 538• btg. costiero in direzione di Poggio Cuti e Torre di Gaffe fu «condotto fiaccamente» e venne stroncato dai mezzi corazzati americani (?'ij. Alle 05.07 il Comando del XII Corpo d'Armata mise a disposizione del Gen. Schreiber il gruppo tattico di Ravanusa del Console Negroni, formato dal Comando della 17a legione cc.nn., dalla 259a compagnia mitraglieri, dal XVII btg. cc.nn. e dal I gruppo squadroni cavalleria «Palermo». Sfortunatamente però l'ordine dato immediatamente a questo gruppo tattico dal Gen. (49) A.U.S.E. , cartella 2124/B: «Relazione sui combattimenti sostenuti dalla 207 " div. costiera, 10-16 luglio 1943•. pag. 3. (50) Ibidem, pag. 3. Si tranava del treno armato 76-II-T. (51) Ibidem, pag. 6.
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~AZIONE
TAVOLA N. 14
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Schreiber di ponarsi alla stazione di S. Oliva, a nord ovest di Licata, venne eseguito «con eccessiva lentezza», tanto che esso non entrò in contatto col nemico, si dissolse a ripiegò addirittura su Caltanissetta per iniziativa del Console Negroni (52). Alle 07.45 il Comando della 207a div. costiera, informando il Comando del XII C.A. che la penetrazione nemica a Torre di Gaffe aveva raggiunto Case Urso e che il caposaldo di Case Sillitti era circondato, chiese e ricevette l'autorizzazione di far brillare l'interruzione sul Vallone Rio Secco. Inoltre fu fatta insistente richiesta di intervento dei semoventi da 90153 del 10° raggruppamento di Canicattì in funzione anticarro. Tale ultima richiesta venne inoltrata dal Comando del XII C.A. al Gen. Guzzoni alle 07. SO e fu replicata alle 11.00. Non avendo ricevuto al proposito alcuna risposta, alle 11.1 S il Gen. Schreiber invocò nuovamente l' intervento dei semoventi da 90/53, che nella circostanza apparivano come l'unico mezzo per fermare i carri armati americani che da Torre di Gaffe dirigevano verso Case Silliti e Palma di Montechiaro. Pertanto alle 11.40 il Comando del XII C.A. richiese per la terza volta al Gen. Guzzoni almeno un gruppo semoventi, che finalmente venne concesso e messo a disposizione della 207a divisione costiera ( S3). Di conseguenza, mentre il Gen. Schreiber indirizzava verso Palma di Montechiaro un plotone della sua l a compagnia motomitraglieri, il Col. Bedogni, comandante del 10° raggruppamento d'artiglieria, ricevette l'ordine di inviare gli otto semoventi da 90 l S3 del CLXI gruppo da Canicattì alla stazione di Favarotta. Alle 12. l S il Comando del XII Corpo d'Armata concesse alla 207 a div. costiera anche una batteria del XXII gruppo da 105 l 28 dislocata a Chiusa Sclafani, avviandola ad Aragona, nonché il Comando del 177 o rgt. bersaglieri del Col. Venturi e il D XXVI btg. bersaglieri dislocato ad Aragona che, trasportati su automezzi a Canicattì, avrebbero affiancato l'avanzata sulla stazione di Favarotta del citato CLXI gruppo semoventi (54). Tuttavia il ritardo nel decidere l'impiego di quest'ultimo reparto nell'ambito della 207a div. costiera fece sì che le fanterie (52) Ibidem, pag. 6. Cfr. anche E. FALDELLA: Lo sbarco e la dzfesa della Sicilia, op.cit., pag. 117 . (53) A.U.S.E .. cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata., giorno 10 luglio 1943. pagg. 5-6. . (54) A.U.S.E., cartella 2011, allegati 12 e 13.
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LE OPERAZIONI IN SIClUA E lN CALABRIA
americane occupassero per prime l'importante stazione di Favarotta, cosicchè gli elementi avanzati contrapposti presero contatto alle 16.00 tra Case Musta e l'abitato di Favarotta stessa. Venne pertanto deciso di concentrare la linea di difesa ancora più a nord, intorno a Campobello di Licata, dove si schierarono appunto il Comando del 17r rgt. bersaglieri, che con il Col. Venturi assunse la direzione dell'intero dispositivo, il DXXVI btg. bersaglieri e il CLXI gruppo semoventi, affiancati dal resto della l a compagnia motomitraglieri. Constatata però la deficienza in artiglierie e in mezzil controcarro nei confronti delle avanzanti colonne corazzate americane, entro le ore 19.00 il Comando del XII C.A. mise a disposizione della 207a div. costiera tutto il XXII gruppo da 105/28, nonché due battaglioni (il XXXV e il LXX1II) del 10 o reggimento bersaglieri del Ten. Col. Storti, insieme alla 12a batteria del CIII gruppo art. da 75 l 27. L'ordine era di contrattaccare decisamente ali' alba dell' 11 luglio nella zona di Licata attraverso le tre direttrici passanti per Campobello di Licata, Naro e Palma di Montechiaro, mentre più ad oriente il XVI Corpo d'Armata avrebbe sviluppato una concomitante controffensiva su Gela (55). 8. GLI IMMEDIATI PROVVEDIMENTI DEI COMANDI DI CORPO D'ARMATA E DEL COMANDO D 'ARMATA E SINTESI DELLA SITUAZIONE ALLA SERA DEL 10 LUGLIO
XVI CORPO D'ARMATA Al momento dell'invasione il XVI Corpo d'Armata del Gen. çarlo Rossi non aveva più alle sue~ip endenze la div. ftr. «Livorno»,passata quale riserva d'Armata, /e disponeva pertanto, oltre alle truppe di C.A. e di rinforzo e delle unità costiere di cui all'allegato n. 8, delle sole due divisioni mobili «Napoli» ed «H. Goering». In particolare il nucleo della eH. Goering» si trovava ali' inizio intorno a Caltagirone, mentre il gruppo tattico cSchmalz)) era dislocato a Paternò. La div. ftr. <<Napoli» era invece frazionata in sei gruppi tattici, orientati verso la piana di Catania e verso la Piazzaforte di Augusta-Siracusa (56). Si trattava dei seguenti gruppi tattici di: (55) Ibidem, allegato 16. (56) Dalla cRelazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943• in A.U.S.E., cartella 1427.
GLI SBARCHI IN SICILIA E LE PRIME REAZIONI
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- Ramacca, con il 1/76° ftr. e il CX gruppo art. da 149/13; - Carlentini, con il 11 /76° ftr. e la 3a btr. da 75/27 del CXXVI gruppo art.; - Scordia, con il 111/76° ftr., il II/54° art. e una compagnia controcarro da 4 7 /3 2; - Canicattini Bagni, con il 1/75 o ftr. e il Comando del CXXVI gruppo art. con la l a btr. da 75/27; - Palazzolo Acreide, con il 11/75 o ftr. e due compagnie controcarro da 4 7 /3 2; -Buccheri, con il 111175 o fu. e il XVI gruppo art. da 105/28. Inoltre il XVI Corpo d'Armata ricevette dal Geo. Guzzoni alle prime ore del 10 luglio anche il III gruppo del 28° rgt. art. e l'intero 3r rgt. ftr. della divisione «Livorno», che il Geo. Rossi, come abbiamo visto, assegnò per l'impiego alla XVIII brigata costiera. Avute segnalazioni di lanci di paracadutisti a Case Priolo, Stretta di Corallo, Marina di Ragusa e aeroporto di S. Pietro e dello sbarco dal mare presso Senia Ferrata, alle 03.15 del 10 luglio, come sappiamo, il Comando del XVI C.A. ordinò alla divisione tedesca «H. Goering» di contrattaccare su quest'ultima località. Entro i successivi quarantacinque minuti furono anche ordinati i già illustrati movimenti dei gruppi mobili «E» ed «H», del III/ 33 o ftr. e del 111/28 o art., nonché la dislocazione del CIX gruppo art. da 149/13 di C.A. sul Passo Piazza, tra Piazza Armerina e Gela. Alle 04.45 il Geo. Rossi fu informato telefonicamente dal Geo. Guzzoni delle scarse e confuse notizie sugli avvenimenti intorno alla Piazzaforte Militare Marittima di Augusta-Siracusa, di cui tratteremo estesamente in seguito. Egli quindi ordinò subito alla div. ftr. «Napoli» di mettere il 1/75° ftr. del Magg. Guzzardi e la l a btr. da 75 l 27 del CXXVI gruppo art. stanziati a Canicattini Bagni a disposizione del Comando della suddetta Piazza M.M. (57). Due ore dopo il Comando della stessa divisione «Napoli» ricevette di rinforzo il XVI gruppo art. da 105/28 di C.A., trasferito da Buccheri a Palazzolo Acreide (58). Conosciamo già l'esito negativo delle controffensive del III/ 33 o ftr. «Livorno» verso Monte Poggio Lungo, del gruppo mobile (H) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XV1 Corpo d'Armata», ordine del Comando del XV1 C.A. n. 01/8156/op delle ore 04.45 del IO luglio 1943. (58) Ibidem, dispaccio del Comando del XVI C.A. n. 0118158/op.
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LE OPERAZIONI IN SICWA E IN CALABRIA
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di Niscemi presso il passaggio a livello di Gela e di due colonne della div. «H. Goerìng» del Gen. Conrath a Case Priolo e lungo la valle del Dirillo (vds. tavole nn. 12 e 13). Dobbiamo invece ricordare che alle 08.10 di quel 10 luglio il Gen. Rossi, sempre più impensierito dagli avvenimenti nel settore sud della Piazza M.M. di Augusta-Siracusa, interpellò il Gen. Conrath circa la possibilità di deviare la sua colonna di sinistra verso quest'ultima località, così da rinforzarne ulteriormente la difesa. Il comandante della «H. Goering» rispose però di non poter distogliere alcun elemento dalle sue colonne in marcia verso le spiagge di Gela ed il Comando del XVI Corpo d'Armata concordò pienamente alle 08.50 sulla necessità di liquidare al più presto il nemico sbarcato in quest'ultimo settore (59). A sostegno della Piazzaforte di Augusta - Siracusa, come vedremo, i tedeschi inviarono invece il loro gruppo «Schmalz». Pur essendo preoccupati delle soni di quest'ultima Piazzaforte, il Gen. Rossi e il Gen. Guzzoni non potevano comunque trascurare certamente i settori direttamente investiti dal mare , soprattutto dopo essere stati informati che «centinaia di navi alla fonda, assolutamente indisturbate dall'Aviazione e dalla Marina, continuavano a sbarcare uomm1, mezz1 ed ingenti quantità di materiali» (60). Alle 13.45 del 10 luglio il Gen. Guzzoni mise pertanto nuovamente a disposizione del XVI Corpo d'Armata l'intera div. ftr. «Livorno», con la quale doveva essere svolta l'attesa controffensiva su Gela coordinata con la «H. Goering», di cui tratteremo nel capitolo VIII. XII CORPO D'ARMATA L'unico settore dello sbarco americano che interessò il XII Corpo d'Armata del Gen. Arisio fu quello di Licata, investito dalla colonna <1oss». In quel momento il Gen. Arisio, che aveva la sede d.el suo Comando a Corleone, disponeva delle truppe costiere, delle unità di rinforzo e dei contingenti di Corpo d'Armata di cui (59) Ibidem, diario, pagg. 29-30 e .Relazione sulle operazioni svolte nel seuore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943», pagg. 4-5. (60) A.U.S.E., cartella 1427: c.Relazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943», pag. 5.
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GLI SBARCHI IN SICILIA E LE PRIME REAZIONI
16)
all'allegato n. 8 in appendice , nonchè delle due div. ftr. «Aosta» e «Assietta» e del gruppo «Ens» tedeSco. Queste ultime forze mobili erano però ubicate presso l'estremità occidentale dell'isola, all' incirca tra Castellammare e il bassò corso del Belice, e non erano ~nanto immediatamente disponibili per respingere lo sbarco nemico sulle lontane spiagge meridionali di Licata. L'invasione americana in tale settore fu quindi inizialmente contrastata dalla sola 207a div. costiera del Gen . Schreiber, secondo quanto abbiamo già illustrato . Dopo che Licata era stata occupata dai Rangers e dal II /1) rgt. della 3 a div. ftr. americana alle prime luci dell'alba, il Comando del XII Corpo d'Armata, come abbiamo visto, aveva messo a disposizione della 207a div. costiera, per i noti tentativi di controffensiva intorno a Campobello di Licata, il gruppo tattico di Ravanusa, il CLXI gruppo di otto semoventi da 90 l) 3, una batteria del XXII gruppo art. da 10) l 28 e il Comando del 17r rgt. bersaglieri con il DXXVI battaglione. Infine alle 19.00 il Gen . Arisio mise a disposizione del Gen. Schreiber tutto il XXII gruppo an. da 10)/28, nonchè due battaglioni del 10° rgt. bersaglieri del Ten . Col. Storti (il XXXV e il LXXIII) insieme alla 12a btr. del CIII gruppo art. da 75/27 (vds. tavola n. 1)). Nel frattempo veniva inserito nella cuspide occidentale della Sicilia, e precisamente nel settore di Marsala, il nuovo Comando della 230a div. costiera, che sottraeva alla 208a div. costiera la zona tra Torre S. Teodoro e la foce del fiume Arena (61). Allo scopo di non lasciare indifeso il nodo stradale di Chiusa Sclafani, da dove erano stati sottratti il XXII gruppo art. e i due battaglioni del10o rgt. bersaglieri con la 12a btr. da 75/27, il Gen. Arisio ordinò alle 19.15 al Comando della div. ftr. «Assietta» di trasferire con automezzi da S. Ninfa a quella località il III btg. del 30° rgt. ftr. e il CCXX:XIII gruppo art. «Centauro» da 7)/27. Dal Comando del XII C.A. fu anche sottratto e inviato sempre a Chiusa Sclafani il XIX gruppo an. «Centauro» da 10)/28. Infine alle 22.4) il Gen. Arisio chiese e ottenne dal Gen. Guzzoni l'autorizzazione ad ordinare il brillamento delle demolizioni predisposte nei poni di Mazzara del Vallo, Marsala e Sciacca, in seguito ad un'affrettata segnalazione di un convcglio nemico 0
(61) A.U.S.E, cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xll Corpo d'Armata». allegato 11.: telescrino n . 119604/ op del 10 luglio 1943 .
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LE OPERAZIONI lN SIClLIA E IN CALABRIA
diretto su quelle spiagge, che invece rimasero escluse dall'invasione marittima alleata (62). Le tre demolizioni furono eseguite rispettivamente alle 01.40, alle 03.15 e alle 05.30 dell' 11 luglio (63). Al termine della prima giornata di combattimenti il Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata considerò le condizioni fisiche e morali delle truppe dip'èndenti «buone ad eccezione di elementi siciliani dei battaglioni costieri, batterie MACA e Milmart, che dimostrano scarsa saldezza morale e si allontanano dai reparti» (64). COMANDO DELLA 6a ARMATA
Nell'impossibilità di fronteggiare ovunque lo sbarco nemico, che si rivelava di ampie ~o porzioni e di vastissima estensione, il Gen. Guzzoni, Comand~nce delle FF.AA. della Sicilia e della 6a Armata sull'isola, decise di concentrare la reazione delle disponibili forze mobili contro le teste di sbarco di Licata e di Gela e contro quella a sud di Augusta - Siracusa (vds. tavola n. 16). In particolare, per fronteggiare l'eventuale penetrazione americana lungo la valle del Salso proveniente da Licata, dove peraltro era prevista per l' 11 una controffensiva partente da Campobello di Licata, il Gen. Guzzoni ordinò alle 14.30 del 10 al XII Corpo d'Armata di spostare verso oriente il gruppo tede5co «Ens», che si trovava allora tra Salemi e S. Ninfa, così da riunirlo al resto dalla 15 a divisione «Sizilien» nella zona di S. Cataldo - Caltanissetta, alle dirette dipendenze del Comando FF.AA. della Sicilia (65). Tale trasferimento fu però completato soltanto il 12 luglio e, per alcune unità carriste, il giorno seguente (66). Durante la notte del 10 fu anche ordinato al XII Corpo d'Armata di predisporre i movimenti delle divisioni «Aosta» e «Assietta» in vista di un presunto sbarco nella Sicilia occidentale, accortezza superflua e superata dagli avvenimenti (67). (62) Ibidem, allegati 18, 19 e 20. . (63) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata., giorno Il luglio 1943, pag. 13. (64) Ibidem, giorno 10 luglio 1943, pagg. 11-12 . (65) A.U.S.E., canella 2011, allegato 15: telescritto del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16329/op delle ore 14.30 del 10 luglio 1943. ·(66) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pag. 20. (67) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 22 : resoconto del Comando XII C.A. n. 119696/op <Ielle ore 24 .00 del 10 luglio 1943.
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TAVOLA N. 16
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GU SBARCHI IN SICIUA E LE PRIME REAZIONI
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In difesa del settore di Gela, invece, .il Geo. Guzzoni predispose alle 10.00 una controffensiva della div. «H. Goering», che del resto, come sappiamo, era stata già ordinata dal Geo. Rossi alle O3 .15 e venne tentata senza successo per tutto il pomeriggio del 10 (68). Quindi alle 13.45 iL Comando delle FF.AA della Sicilia ordinò che Firuera dlvìsione «Livorno» passasse alle dipendenze del XVI Corpo d'Armata, riunendosi così al 33" rgt. ftr. attribuito al Geo. Rossi nelle prime ore della giornata. In tal modo si veniva a formare una potente forza d'urto orientata su Gela e composta dalla «Livorno» e dalla «H. Goering», che il giorno seguente ·avrebbe scatenato la più decisa controffensiva della campagna siciliana. Le maggiori preoccupazioni venivano però, come abbiamo detto e come vedremo meglio nel prossimo capitolo, dalla situazione in rapido deterioramento nella zona sud della Piazza Militare Marittima di Augusta - Siracusa, al cui rinforzo il XVI Corpo d'Armata aveva già inviato alle 04.45 il I/75 o ftr. del Magg. Guzzardi e una batteria da 75/ 27 di Canicattini Bagni. Nel riservarci di esaminare dettagliatamente gli avvenimenti e le conseguenti contromisure adottate nel delicato settore di Augusta - Siracusa, possiamo già elencare le principali disposizioni emanate al proposito dal Comando FF.AA. della Sicilia. Alle 08.00 del 10 luglio , in un lungo colloquio telefonico tra i Generali Guzzoni e Rossi, fu concordato di organizzare una controffensiva in direzione di Siracusa guidata dal Gen. Gotti Porcinari, comandante della div. ftr. «Napoli», e di predisporre al proposito i seguenti movimenti: - schieramento del 76° rgt. ftr. «Napoli» sulla linea ScordiaBrucoli, fronte a sud; - spostamento da Palazzolo Acreide sulla direttrice Solarino Floridia-Siracusa del Il/75 o ftr. «Napoli» del Col. Ronco, rinforzato dal X gruppo art. da 105/28 del40o raggruppamento di C.A.; - trasferimemo del III/75 o ftr. da Buccheri alla zona Palazzolo Acreide-Solarino agli ordini del Gen. Fiumara, comandante in seconda della <<Napoli»; - spostamento del gruppo mobile «D» di Misterbianco, comandato dal Ten. Col. D'Andretta, lungo la strada Carlentini Sonino fino a Solarino; · (68) A.U.S.E., carre Ila 1427: cDiario Scorico Militare del XVI Corpo d'Armata., giorno lO luglio 1943, pag. 17 e pagg. 23-24.
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LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
- impiego del gruppo tedesco «Schmalz» dislocato a Paternò sulla direttrice Augusta - Siracusa (69). A quest'ultimo proposito alle 13.50 venne ordinato al gruppo «Schmalz» di eseguire l'avvicinamento alla zona di Melilli e tale unità mosse da Paternò con i suoi due battaglioni di fanteria del 115 o rgt., il battaglione carri, il gruppo d'artiglieria e il reparto esplorante moto-corazzato. Come è noto, alle 08.10 il Comando del XVI C.A. interpellò il Gen. Conrath anche sulla possibilità di deviare su Siracusa la colonna di sinistra della «H. Goering» in marcia verso Gela, proposta che venne respinta dal comandante della divisione germanica a causa dell'inòpportunità - riconosciuta poi valida dallo stesso Gen. Rossi alle 08.50 - di distogliere e deviare così lontano forze corazzate tedesche destinate alla controffensiva su Gela. Alle 17.45 il Gen. Guzzoni rese nota allo S.M.R.E. l'apprezzata situazione militare con il seguente ottimistico messaggio (70). «Zona Xli C.A. Paracadutisti lanciatisi a Castelvetrano annientati. Ad ovest e nord di Licata infiltrazioni di unità meccanizzate contenute su direttrice Licata - Campobello di Licata.
Zona XVI C.A. Continuano massicci sbarchi zona tra 10 km. ovest Licata e sud Vittoria da 160 piroscafi con numerosi mezzi da sbarco. Divisione «Goering» continua sua azione su Gela mentre divisione cLivorno» sta affiancandosi sua destra per agire contro stesso obiettivo. Truppe costiere resistono eroicamente nei capisaldi a sud Modica, penisola Pachino et zona Noto - Avola, sebbene forti masse fanterie e carri avanzino dalla costa. Difesa fronte a terra Siracusa resiste sul corso Anapo mentre divisione «Napoli» accorre per garantire possesso della Piazza. Paracadutisti lanciatisi aeroporto S. Pietro e altre località quasi tutti o accerchiati o eliminati. Di fronte a preponderanza forze nemiche in costante celere aumento tutte le .truppe oppongono resistenza strenua. Batterie superate continuano sparare et difendersi arma bianca. Per fronteggiare situazione, oltre ad impiegare divisione «Livorno» in concorso alla divisione «Goering», ho ordinato che divisione cSizilien» da (69) A.U.S.E., cartella 1427: cOiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata•, giorno 10 luglio 1943 , pagg. 28-29. (70) A.U.S.E., cartella 2228: cOiario Srorico Militare della 6• Armata., telescrino del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16336 opcr. delle ore 17.45 del 10 luglio 1943.
GU SBARCHI IN SICILIA E LE PRIME REAZIONI
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zona Salemi si sposti nella notte prossima almeno in gran parte nella zona ad est et sud-est Enna. Il rimanente seguirà notte successiva. Si rende sempre più urgente massiccio impiego Aeronautica contro navi et basi sbarco et inviare rinforzi particolarmente mezzi controcarro. Generale Guzzoni».
Punroppo la situazione militare era già più grave di quella rappresentata da Guzzoni con il suddetto resoconto allo S.M.R.E. delle 17.45 e alla sera del lO luglio, primo giorno di combattimenti, essa poteva sintetizzarsi come segue. Nel settore del XIII Corpo d'Armata britannico la 5 a div. ftr., come vedremo meglio in seguito, occupò alle 21.00 Siracusa con la sua 17a brigata, mentre la 13a brigata era giunta a Floridia fronteggiando l'accorrere da occidente del gruppo tattico di Canicattini Bagni e della colonna del Col. Ronco appartenenti alla div. ftr. «Napoli». Nello stesso settore la 50a div. ftr. inglese occupò Avola e raggiunse con le avanguardie Canicattini Bagni, mentre la 231 a brigata «Malta» entrò a Noto. Nella zona del XXX Cofr>o d'Armata britannico venne occupata dagli scozzesi della 5P div. ftr. la penisola di Pachino e furono realizzate inf.t.ltrazioni nell' area Rosolini - Ispica ad opera della l a div. ftr. canadese. Nella fascia intermedia tra i settori inglesi e americani, non attaccata direttamente dal mare e retta dal 123" rgt. costiero e dall'ala destra del 122 • rgt. costiero, erano ancora a ridosso delle spiagge i battaglioni 375°, 381 o e 383°, quest'ultimo però aggirato sul fianco destro dalla 4 5 a div. ftr. americana a S. Croce Camerina e ancora aggrappato al caposaldo di Cozzo Cappello. Più all'interno, invece, il Ill/179° ftr. della 45a divisione U.S.A. si era impadronito di Vittoria e paracadutisti americani combattevano intorno a Comiso e Modica. Nel settore della 1 a div. ftr. americana di fronte a Gela la divisione tedesca «H. Goering» _si era inutilmente gettata al contrattacco pomeridiano e si accingeva a rinnovare la controffensiva il mattino seguente insieme alla divisione «Livorno», che aveva anch'essa già saggiato le forze nemiche con il III /3 3 o fanteria. Da parte loro i resti della XVIII brigata costiera e del gruppo mobile «E» di Niscemi, provato dal combattimento mattutino presso il passaggio a livello di Gela, tenevano ancora le posizioni intorno a Monte Castelluccio e all'aeroporto di Ponte Olivo , mentre il
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LE OPERAZIONI IN SIClilA E IN CALABRIA
gruppo mobile «H» fronteggiava paracadutisti nemici davanti ali' ae. ropono di S. Pietro. Nella zona di Licata la 3a div. ftr. americana aveva· raggiunto la linea Palma di Montechiaro -stazione di Favarotta, mentre era in preparazione una controffensiva italiana, panente da Campobello di Licata, con l'impiego di una varietà di formazioni del XII C.A. riunite agli ordini del Geo. Francisci del Comando della 6a Armata, messo a disposizione dal Geo. Guzzoni. L'approssimarsi delle pianificate--controffensive a Licata, a Gela e ad A"ugusta - Siracusa fece sì che il Comando FF.AA della Sicilia intervenisse nuovamente a sq:ijecitare un più intenso concorso aeronavale nazionale. Il Geo. Guzzoni infatti alle 19.45 di quel 10 luglio indirizzò al proposito un ulteriore appello allo S.M. del R. Esercito, sottolineando che «i successi iniziali del nemico, aumentati notevolmente nel corso della giornata , malgrado la tenace resistenza, erano stati resi possibili per il poderoso concorso dato alle operazioni terrestri dalle forze navali ed aeree che agivano incessantemente in piena libenà per la totale assenza delle nostre» (71 ). Vedremo più oltre che, mentre perdurava l'assenza di ogni nostro contrasto navale, le forze aeree itala-tedesche concorsero in una cena misura alle operazioni del giorno 11.
(71) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Comando FF.AA della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pag. 20.
CAPITOLO VII
L'INVESTIMENTO DELLA PIAZZAFORTE DI AUGUSTA - SIRACUSA
l. LE DIFESE (Vds. tavola n. 17)
La Piazza Militare Marittima di Augusta - Siracusa dipendeva da 'Supermarina tramite il Comando Militare Autonomo della Marina di Sicilia dell'Ammiraglio Pietro Barone. Il comandante della Piazza era il Contramm. Priamo Leonardi , che aveva alle sue dirette dipendenze un battaglione marinai, un battaglione avieri e il 121 • rgt. fu. costiero del Col. Francesco Damiano, formato dal 246•, 385•, 504• e 540• btg. , dall'80a batteria da 76/42, da cinque nuclei anciparacadutisti e da cinque posti di blocco armati con pezzi da 149/13. Le difese fisse appa.ttenevano alla 7 a legione Milmart del Console De Pasquale e comprendevano sei batterie costiere antinave di grosso e medio calibro e due pontoni armati (per complessivi due cannoni da 381140 a Capo S. Panagia, due da 203/50 a Capo S. Croce, due da 190/45, due da 149/43 e dodici da 152/53), undici batterie a doppio compito antinave e contraereo per complessivi quarantadue pezzi da 102/35 e trenta da 76/40 e sei batterie contraeree con altri trentasei pezzi da 76 l 40. C'erano infine il treno armato della Marina 102-I-T in sosta alla stazione di Targia con sei pezzi da 102/35 , postazioni di mitragliatrici per la difesa ravvicinata, quattro mitragliere c.a. da 40/39 e trenruno c.a. da 13,2 mm. Il territorio della Piazza, che confinava a nord con il settore della 213a div. costiera e a sud con quello della 206a div. costiera, si estendeva da Cozzo dei Turchi a Masseria Palma presso· Punta Milocca su un fronte marittimo di 75 chilometri e uno sviluppo reale costiero di 91 chilometri. La sua profondità variava dai 13 ai 5
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN C1UABRlA
chilometri, mentre il perimetro del fronte a terra - dietro cui erano stanziati il gruppo «Schmalz» tedesco e la div. ftè. «Napoli» - correva per 52 chilometri, passando poco a sud di Villasmundo, per Monte Buongiovanni, lungo la dorsale dei Monti Climiti, per Belvedere e per Masseria Bagni. Dei quattro battaglioni costieri, il 385 o copriva il fronte a mare comprendente Siracusa, tra l'estremità meridionale della Piazza e Priolo Gargallo, e il 246 o il rimanente settore marittimo <:omprendente Augusta. Sul fronte a terra era invece schierato a nord il 504 o btg. fino ali' altezza di Melilli e a sud il 540 o btg., che complessivamente avevano costituito treotuno capisaldi e i cinque posti di blocco in opere di cemento, non tutte però complete dei dovuti accessori di alloggiamento e di mascheramento. L'80a batteria del R. Esercito era stanziata nei pressi di Masseria Scatà sul retroterra della penisola della Maddalena. Soltanto cinque cannoni anticarro, dei 185 promessi, erano giumi nella Piazza, ma mancavano tuttora dei congegni di puntamento. Il Comando dell' Amm. Leonardi era sistemato a Grotte di Melilli, in posizione infelice poiché da essa non era possibile osservare il territorio della Piazza, visibile invece completamente dal centro del paese di Melilli. L'intera organizzazione difensiva era stata considerata «sufficiente» in un rappono srilato in data 25 giugno 1943 dal Cap. Alberto Scalori, che eseguì: nella Piazza un'apposita ricognizione. Tale relazione definì anche «buona in generale la sistemazione dei capisaldi», «notevoli le opere blindate» e «buono il morale dei soldati» (1). Eppure proprio lo stesso 25 giugno il comandante della Piazzafone, Amm. Leonardi, aveva chiesto al Gen. Guzzoni un aumento delle forz e a sua disposizione. Sullo stato di efficienza della difesa costiera della Piazza si espresse il 7 luglio con accenti positivi lo stesso Guzzoni (2). Secondo il Comandante delle FF.AA della Sicilia sarebbe stato però necessario migliorare la dotazione dei capisaldi e il loro mascheramento, ·considerando comunque che «le deficienze lamentate circa la sistemazione del1e riservette, dei depositi e dei servizi e circa lo (1) A.U.S.E., cartella 2221: cDiario Storico Militare della 6• Armata, marzo-giugno 1943• , allegato 334. (2) A.U.S.E., candia 2228, promemoria del Comando FF.AA. della Sicilia o. 15665/op del 7 luglio 1943.
L'INVESTIMENTO DELLA PIAZZAFORTE DI AUGUSTA- SIRACUSA
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schieramento delle artiglierie, quando non dovute a causa di forza maggiore, sono da imputarsi ad errati concetti difensivi dei precedenti Comandi Marina» (3). Tuttavia, come promesso al Comando Piazza, il Gen. Guzzoni indirizzò il giorno seguente allo S.M.R.E. una richiesta di attrezzi da ·lavoro e di due compagnie artieri per «la trasformazione in robusti capisaldi» delle tre penisole di Monte Tauro, di S. Panagia e della Maddalena, creando postazioni in caverna (4). Sottovalutata fu invece in quel periodo la deficienza dei collegamenti. Se infatti poteva ritenersi buona la rete telefonica, radiofonica e telescriventistica tra i Comandi superiori, non erano in atto invece i collegamenti radio tra i Comandi di battaglione e il Comando Piazza per mancanza degli indici di frequenza, più volte richiesti.
2. L'INVASIONE INGLESE E I PRIMI DISCUSSI PROVVEDIMENTI (Vds. tavola n. 17) Dalle testimonianze raccolte nel corso del famoso processo Trizzino e precisamente dalla deposizione rilasciata dal comandante della Piazza, Amm. Leonardi, e dal comandante del.la 7a legione Milmart, Console De Pasquale, risulta che intorno alle ore 20.00 del 9 luglio, cioè due ore e mezzo prima dell'inizio dell'invasione dal cielo e sei ore prima dello sbarco dal mare dei Commandos inglesi, il Capo di S.M. dell' Amm. Leonardi, Cap. Freg. Gasparrini, raccomandò al Seniore Calogero Sapio, comandante in seconda della 7a legione, di «predisporre per la distruzione delle batterie» (5). Il tenore di questa inaspettata telefonata fu riferito subito al Console De Pasquale, che giustamente non lo prese per il momento in considerazione, ritenendolo intempestivo e pericoloso ai fini della saldezza morale dei difensori. (3) Ibidem. Si ricorda che il Contramm. Leonardi era succeduro 1'8 giugno 1943 all'Amm. Luigi Notarbanolo nel Comando della Piazza M.M. di Augusra-Siracusa. Nuovo Capo di S.M. dell' Ammiragljo djvenne iJ Cap. Freg. Luigi Gasparrini. (4) A.U.S.E., canclla 2228, dispaccio del Comando FF.AA della Sicilia n. 16122/op dell'S luglio 1943. (5) Tribunale di Milano, udienza del processo Trizzino del 20 novembre 1953, riferita anche da G. ZINGALI: L'in11asione della SiciiÌII, op. cit., pagg. 148-149.
174
LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
Un'ora dopo si scatenò su Siracusa e sulle foci dell' Anapo un violento bombardamento ad opera di cinquantacinque bimotori inglesi «Wellington» che causò tra l'altro la morte del Cap. Freg. Gianotti, comandante della locale base navale. Quindi alle 22.00 giunse nelle mani del Console De Pasquale un fonogramma dell' Amm. Leonardi con cui si confermava decisamente l'ordine di predisporre le distruzioni e si rammentava duramente che i comandanti di settore sarebbero stati ritenuti responsabili dell' esatto adempimento (6). Soltanto mezz'ora dopo quest'ulteriore presa di posizione del Comando Piazza si ebbero i primi sintomi dell'invasione nemica. Infatti alle 22. 30 cominciarono ad essere segnalati nel territorio della Piazzaforte, in misura crescente e quindi sospetta, presunti abbattimenti di aerei incursori, che invece non erano altro che gli alianti con i paracadutisti britannici. Poco dopo la batteria «Luigi di Savoia» segnalò la cattura di alcuni inglesi, tra cui un cappellano. Già sappiamo al proposito che 73 di questi paracadutisti si impadronirono verso mezzanotte del Ponte Grande alle foci dell' Anapo, impedendo che le predisposte cariche di demolizione fossero fatte brillare e difendendolo fino all'arrivo nel pomeriggio del 10 del II btg. della 17a brigata di fanteria. Altri incursori riuscirono invece a tagliare molte linee telefoniche dei Comandi italiani, contribuendo ad originare il successivo disordine nell' organizzazione difensiva. In seguito alla ricezione del suddetto ordine scritto dell' Amm. Leonardi delle ore 22.00, il comandante della 7a legione Milmart fece redigere alcuni stralci di un vecchio piano per la distruzione degli impianti, che vennero consegnati poi alle singole batterie tra le 05.00 e le 06.00 del 10 luglio, ingenerando localmente i primi sbandamenti tanto temuti dallo stesso Console De Pasquale. Quest'ultimo, da parte sua, non mantenne con il Comando Piazza i dovuti collegamenti e ammise poi di non aver cercato il contatto telefonico con lo stesso Comando prima delle 18.30 (7). Lo sbarco dal mare del 3 • Commando inglese del Col. Slater e di due reparti S.A.S. del Magg. Mayne avvenne, come è noto, alle (6) Cfr. E. FAIDEli.A: Lo sbarco e la difesa detta Sicitia, op. cit., pag. 127; T. MARCON: Augusta1940-43, Roma 1980, pag. 117; S. ATTANASIO: Sicilia senza Italia, luglio-agosto 1943, op. ci t., pag. 104. (7') Deposizione D e Pasquale al Tribunale di Milano, udienza del 23 novembre 1953.
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02.10 del 10 luglio nella penisola della Maddalena e fruttò entro l'alba la cattura delle quattro batterie «Lambda Doria», «Emmanuele Russo», «AS 365» e «AS 493» (8). Quindi intorno alle 03.45 presero terra più a sud, tra Punta Giorgi e Capo Ognina, le prime ondate della 15 a e della 17 a brigate inglesi appartenenti alla 5a div. ftr. del Gen. Berney-Ficklin. I fatali ordini di sabotare le postazioni giunsero pertanto ai reparti quasi contemporaneamente ai primi accertamenti di un' invasione su larga scala dal cielo e dal mare e ai primi successi inglesi contro i capisaldi costieri e le quattro citate batterie. Di conseguenza lo smarrimento iniziale si gonfiò e dette origine a più sostanziosi fenomeni di diserzione in massa tra le fil e dei marinai , soldati e avieri , di cui si hanno purtroppo numerossissime conferme documentarie. Inoltre il fatto che anche la 3a flottiglia motosiluranti tedesca si allontanasse nella mattinata del 10 da Augusta, dopo aver distrutto i suoi depositi, sembrò confermare a molti l'imminenza di un crollo dell'intera Piazzaforte, che invece in quel momento non era nemmeno minacciata dali' ancora distante 5 a divisione britannica. Alle 11.00, dopo un altro attacco aereo su Augusta, il Cap. Freg. Turchi, comandante della locale base navale, chiese ed ottenne dall ' Àmm . Leonardi l'autorizzazione a ritirarsi dalla città insieme al pe·rsonale della Sussistenza e dei reparti antisbarco del Cap. CREM 'Arena. La vista di quest'altra intempestiva ritirata determinò nei reparti rimasti ad Augusta la certezza che si stesse in presenza di un ripiega.mento generale non notificato a tutti a causa dell'accettata "interruzione di numerosi collegamenti telefonici. E così lo sbandàmento cre bbe e si moltiplicò in seguito a conseguenti iniziative locali, mentre contro gli ormai incustoditi magazzini della Sussistenza si-scatenò il saccheggio (9). Un tentativo di rendersi conto della confusa situazione nel delicato settore del Ponte Grande aveva frattanto indotto all'alba (8) Un protagonista inglese dell'impresa, il Ten. D.]. Harrison , scrisse: cEravamo sbarcati in meno di trecento e in una mattinata avevamo catturato tre batterie (che poi erano quartro, n.d.a.) e completamente rastrellare Capo Mucro di Porco, con una perdita per iJ nemico di settecento uomini tra morti, feriti e prigionieri. Inoltre il nemico aveva perso diciotto cannoni pesanti e innumerevoli mitragliatrici, mortai, fucili e telemetri. Noi avevamo perso una borraccia e due berreni•. Cfr. D.). HARRISON: Uomini pericolosi, Milano 1960, pag. 64. (9) T. MARCON: Augusta 1940·43, op. cit., pagg. 125-126.
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l' Amm. Leo nardi ad ordinare al Col. Crescione, ufficiale di collegamento con il Comando FF.AA della Sicilia, una ricognizione sul posto. In effetti in mattinata questo ufficiale superiore sì incontrò presso il Ponte Grande con il Ten. Col. Aliotta , comandante del 385 • btg. costiero e comandante interinale dell'intero 121 • rgt. costiero per la temporanea assenza del Col. Damiano, consegnandogli duecento marinai di rinfo.rzo per la riconquista dell'importante viadotto. · Quindi alle 13.30 lo stesso Amm . Leonardi, che da un'ora e mezzo era stato informato d eli' invio nella Piazzaforte di rinforzi appartenenti alla retrostante div. ftr. «Napoli», si recò di persona nei pressi del Ponte Grande, ordinando al Ten. Col. Aliotta di combattere ad oltranza. Subito dopo la partenza dell'Ammiraglio , invece, il 385 o btg. e i marinai di rinforzo ripiegarono verso il costone di Belvedere.
3. LA CONTROFFENSIVA DEL GRUPPO TAffiCO DI CANICAmNI BAGNI (Vds. tavola n. 18) Come abbiamo più volte detto, il primo reparto dell'Esercito messo dal XVI C.A. a disposizione del Comando Piazza M.M. di Augusta - Siracusa (ore 04.45 del 10 luglio) fu il cosiddetto gruppo tattico di Canicattini Bagni, che agli ordini deJ Magg. Guzzardi riuniva il l/75 o ftr. «Napoli» parzialmente autotrasportato (22 automezzi), la 2 a compagnia ciclisti e la l a batteria da 75l 27 a traino meccanico del CXXVI gruppo art. del Magg. Paoli (10). Alle 06.00 il posto di osservazione di Cugno Lupo comunicò al Magg. Guzzardi di aver avvistato naviglio nemico e palloni di sbarramento lungo la costa in direzione di Cassibile e mezz'ora dopo un motociclista recò la richiesta del Comando d el 146" rgt. costiero per un sollecito contrattacco proprio su Cassibile, il cui abitato era stato attaccato da truppe della 5 a div. ftr. inglese ( 11). Alle 07. 30 il gruppo tattico si mise in movimento da Canicattini Bagni con 550 fanti autotrasportati, seguiti da altri 200 (10) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata:>, dispaccio n. 01/8156/op citato. (11) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/3: «Relazione sull'impiego del nucleo tattico di Canicattini Bagni del 75• fu., 9-11 luglio 1943:•.
AVVENIMENTI
NELLA \ Mislubienco \ ora 1J
\
\
\
ZONA
DI
AUGUSTI
-SIRACUSA
(1& -11 luglio 1943)
10 LUGLIO' 'VVICINAMLO ( CONCORSO 01 RE PARTI
·o·
TAVOLA N. 18
MOBILI
ITALI AN I ( D "Napo li" - Gruppo MobHe e Gruppo T~tttco di Cì dnìcatt lnl ) E TEDESCHI ( Gr uppo 'Schmalz") t.L LA DifESA DELLA PIAZZA . MILITARE MARITTIMA 01 AUGUSTA -SIRACUSA -
11 LUGLIO : OPE RAZIONI
DEL GRUPPO "SCHMA LZ .. E
DEL
JI/760 f'TR.
3TA
1:25.000
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uomini appiedati e preceduti dai 95 ciclisti della 2a compagnia. Tuttavia questo reparto da combattimento-non arrivò a Cassibile, poiché alle ore 08.00, quando aveva percorso 17 chilometri e si trovava al bivio per questa località, fu raggiunto da un ordine a mano dell'Amm. Leonardi che, in base alla nuova dipendenza, gli ingiungeva di dirigere sulla penisola della Maddalena per neutralizzare colà i segnalati nuclei di paracadutisti britannici. Il Magg. Guzzardi pertanto raggiunse velocemente il Ponte di Pietra sulla strada per Siracusa, da cui deviò sul Ponte Tre Braccia, dove alle 09.15 furono incontrati i primi contingenti nemici e dove il gruppo tattico venne suddiviso nelle seguenti tre colonne: la 2a compagnia a sinistra con obiettivo il Ponte Grande, la l a compagnia al centro verso Dromo Carrozziere e la 3a compagnia a destra verso il bivio al km. 4 della rotabile per Siracusa. A Ponte di Pietra rimase invece in posizione la batteria da 75 l 27. A seguito dei primi combattimenti furono rastrellati e catturati 160 paracadutisti inglesi e raggiunte le località sopra elencate. Al posto di blocco presso il km. 4 della rotabile vennero incontrati alcuni reparti costieri italiani che resistevano ancora e al cui aiuto il Magg. Guzzardi lanciò alle 11.30 la l a compagnia facendola deviare da Dromo Carrozziere. Mezz'ora dopo però autoblinde e fanterie britanniche appartenenti alla l 7 a brigata attaccarono e sopraffecero il posto di blocco e, appoggiate sulla destra da dodici carri armati, causarono forti perdite anche al gruppo tattico. Da parte sua la batteria da 75/27 dislocata a Ponte di Pietra non potè sostenere il combattimento avanzato, sia perché rimasta senza collegamenti, sia perché il .suo comandante, Magg. Paoli, fu sorpreso con la pattuglia d'osservazione da un gruppo di paracadutisti e pugnalato. La stessa batteria venne poi investita sul fianco alle 13.30 da altri reparti corazzati dalla 5a divisione britannica, che provenivano da Cassibile occupata e, dopo aver tentato di sganciarsi ripiegando sulla rotabile per Canicattini Bagni, fu circondata e catturata presso il bivio al km. 11 da paracadutisti e carri armati. Nell'ultimo combattimento cadde valorosamente il Ten. Guido Signorelli, comandante di una sezione della batteria, medaglia d'oro alla memoria. Tra le 14.00 e le 14.30 la situazione del gruppo tattico del Magg. Guzzardi si fece disperata sotto la crescente pressione delle fanterie e dei reparti corazzati inglesi e, dopo aver resistito brevemente sui passaggi dei torrenti Mammaiabica e Ciane, ripiegò
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dietro l' Anap.o. In tale circostanza però la l a e la 3a compagnia vennero tagliate fuori e catturate quasi al completo, mentre la 2a compagnia e il Comando del I/75 o ftr. riuscirono a sganciarsi e a raggiungere nuovamente la strada per Siracusa, ad est del Ponte di Pietra. Da qui i superstiti si aprirono la via per Belvedere, dove giunsero alle 18.00 e dove, come abbiamo visto, avevano già ripiegato i resti del 385 o btg. costiero. Dopo consumato il rancio, il resto del gruppo tattico di Canicattini Bagni, ridotto a 150 fanti, si trasferì a sera a Ponte Diddino, con l' intento di riunirsi al II battaglione del 75 o rgt. ftr. «Napoli» appartenente alla cosiddetta colonna del Col. Ronco, di . cui tratteremo qui di seguito. La riunione avvenne, e a notte il Magg. Guzzardi ebbe l'incarico di schierarsi sul predetto ponte, a sinistra del II l 75o ftr., per presidiare le provenienze da Belvedere e da Floridia, in vista di un'avanzata mattutina della colonna Ronco su Siracusa, in cui era entrata alle 21.00 la 17 a brigata inglese.
4. LA MANOVRA DELLA COLONNA RONCO E DELLE ALTRE UNITÀ INVIATE DI RINFORZO ALLA PIAZZA (Vds. tavola n. 18)
Alle ore 18.15 del 9 luglio, vigilia d ell'invasione , l'abitato di Palazzolo Acreide (10.000 abitanti circa) fu pesantemente bombardato da uno stormo di 36 quadrimotori, che si accanirono soprattutto contro gli accantonamenti del Comando del 75 o rgt. ftr. «Napoli», causando 30 morti e un centi..1 aio di feriti tra i militari. A Palazzolo Acre·ide il Col. Ronco, comandante del reggimento, disponeva del solo II btg. ftr. , nonché della compagnia Comando, della cp. zappatori in via di formazione, della cp. cannoni controcarro reggimentale e della 54a cp. controcarro della divisione «Napoli», rinforzate più tardi dal X gruppo an. da 105 l 28 del 40 o raggruppamento di Corpo d 'Armata. In seguito alla proclamazione dello «stato di emergenza» ad opera del Comando FF.AA. della Sicilia (ore 01.10 del 10 luglio) e in previsione di nuovi àttacchi aerei, il Col. Ronco ordinò alle 04.00 alle sue truppe la sospensione degli intrapresi lavori di sgombero delle macerie e di spegnimento degli incendi e il trasferimento in assetto di guerra in Contrada Corbella, zona boscosa a due chilometri a sud di Palazzolo Acreide. Qui la colonna si riunì alle
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10.30, dopo aver subito un nuovo massiccio bombardamento, apprendendo le prime notizie sull'invasione nemica (12). Alle 11. 30 il Gen. Fiumara, comandante della fanteria della div. «Napoli», in base agli ordini presi dal Comando del XVI C.A., dispose che il gruppo tattico Ronco si spostasse con automezzi a Sonino. Mezz'ora dopo, però, tale ordine fu sostituito da un altro che prevedeva l'autotrasporto direttamente a Siracusa, distante 44 chilometri dalla Contrada Corbella. In realtà la colonna si mise in marcia a piedi alle 13. 30 sulla strada per Solarino, Floridia e Siracusa e mai fu raggiunta dai promessi autocarri, poiché questi ultimi, concessi dal Comando d'Armata, si erano spostati per un disguido in altra direzione ( 13). La disposizione di marcia della colonna Ronco era la seguente: - avanguardia composta da due plotoni ciclisti, dalla compagnia armi d'accompagnamento e dalla 54a compagnia controcarro divisionale; - nucleo del gruppo tattico con le rimanenti compagnie del 11/75 o fu.; due plotoni della compagnia controcarro reggimentale e il X gruppo an. da 105 l 28 di C.A. aggregato all'ultimo momento; - retroguardia composta dalla compagnia zappatori, da un plotone dalla cp. controcarro reggimentale e da un plotone ciclisti. Il trasferimento fu funestato da tre attacchi aerei pomeridiani in località Bibbinello (7 chilometri da Palazzolo Acreide) con spezzonamenti e mitragliamenti che causarono numerosi morti e feriti, l'uccisione o la fuga di molti quadrupedi e la distruzione di alcuni automezzi e di materiali. Tra l'altro la 54a cp. controcarro divisionale rimase con un solo plotone in piena efficienza. Dopo essersi riorganizzata, la colonna riprese la marcia alle 15.00, incontrando in senso inverso «gruppi disarmati o disordinati di avieri e di marinai fuggiaschi da Siracusa» e requisendo «alcuni automezzi pesanti e due autobus, pure fuggiaschi da Siracusa che, malgrado le resistenze e i pretesti avanzati, erano avviati a viva forza verso il centro della colonna perché potessero caricare e portare avanti i primi reparti già riordinati» (14). Raggiunta la sua avanguardia a Solarino e intendendo puntare la sera stessa su Siracusa, il Col. Ronco dette ordine ai due plotoni (12) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/2: •Relazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandata dal Colonnello Ronco tra il 10 c il 13 luglio 1943 nella marcia tra Palazzolo Acreide e Siracusa., pagg. 1-2. (13) Ibidem, pag. 3 (14 ) Ibidem, pag. 4.
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ciclisti dell'avanguardia di proseguire senz' altro per Floridia e precedette in autovettura il resto del reparto sullo stesso itinerario per rendersi conto personalmente della situazione. Senonché alle 16.00, .nei pressi del ponte Mulinello sul canale Scandurra, l'automezzo su cui si trovava il Colonnello venne fatto segno a ripetute scariche di armi automatiche. Resosi conto che le avanguardie inglesi avevano raggiunto i sobborghi di Floridia, il Col. Ronco dispose che fosse innalzato uno sbarramento attraverso il suddetto ponte, difeso da una squadra di fucilieri e da una di mitraglieri, che un'altra squadra si spingesse oltre il ponte per rastrellare i tiratori nemici e infine che la compagnia ciclisti riunita costituisse un analogo posto di blocco al km. 8 sulla rotabile Florida-Siracusa. Il resto dalla colonna stazionò durante la notte a Solarino. Alle 19.30 giunse a Solarino, mettendosi agli ordini del Col. Ronco, il consistente gruppo mobile «D» del Ten. Col. D'Andretta, che per disposizione del Comando XVI C.A. era partito verso mezzogiorno da Misterbianco ed era transitato per Lentini, Carlentini e Sortino. Esso era composto dalla 3a cp. del CI btg. corazzato con 18 carri R l 35, dalla l a cp. del CIII btg. controcarri con sei pezzi da 47 l 32, dalla 2 a cp. motomitraglieri con 18 mitragliatrici Breda da 8 mm., dalla 7a cp. autotrasportata del II I76• ftr. «Napoli~ . dalla 10a batteria da 75 l 18 a traino meccanico del 54 • rgt. art., da una sezione della 354a batteria contraerea da 20 mm. con quattro pezzi e da due sezioni d'artiglieria bivalente tedesca con un totale di otto pezzi da 88 mm. e otto da 20 mm. (15). Durante la notte giunsero di rinforzo anche i già citati 150 superstiti fanti del gruppo taùico di Canicattini Bagni, schierati poi sul Ponte Diddino, e due compagnie mortai della div. ftr. «Napoli» comandate dal Ten. Col. Dejan, di cui una però priva dei pezzi e convertita pertanto in cp. fucilieri. Frattanto, sempre in seguito alle note intese telefoniche delle ore 08.00 tra i Generali Guzzoni e Rossi e alle immediate direttive, il Gen. Fiumara, comandante della fanteria della div. <<Napoli», si era spostato alle 11.30 dellO da Buccheri con illlll75• ftr. e con il XVI gruppo art. da 105128 del 4o• raggruppamento di C.A., costituendo nel pomeriggio capisaldi a sud di Palazzolo Acreide, al (15) A.U.S.E., cartella 1427 , allegato 59/13: •Gruppo mobile difesa aeroporti 'D': relazione del fatto d'armi dei giorni 10, 11, 12 e 13 luglio 1943 nella zona di Solarino•.
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bivio di Torre Iudica e a Monte Grosso, per sbarrare rispettivamente le provenienze da Noto, da Canicattini Bagni e da Solarino-Floridia (16). Alle 13.00 anche la colonna tedesca del Col. Schmalz si era mossa da Paternò a Misterbianco per giungere nella serata a Melilli, all'interno del territorio della Piazza Militare Marittima. Infine nella pane settentrionale della Piazzafone, alle spalle di Augusta, vennero spostati nel pomeriggio di quel 10 luglio da Carlentini a Brucali e quindi in serata a Villasmundo il 11/76° ftr. «Napoli» del Magg. Nobile e la 3 a batteria da 75 l 27 del CXXVI gruppo d'aniglieria (17). Mentre si svolgevano questi complessi movimenti, tutti intesi a tamponare l'avanzata nemica da sud su Siracusa e quindi su Augusta, il Col. Ronco apprese che nella tarda serata di quel 10 luglio carri armati britannici avevano aggirato e travolto i recentissimi posti di blocco sul ponte Mulinello e al km. 8 della rotabile Floridia-Siracusa. Egli tuttavia pianificò per l'alba del giorno 11 una nuova avanzata su Siracusa, occupata dalla 17a brigata inglese alle 21.00, il cui esito sarà esaminato nel prossimo capitolo. 5. LE AUTODISTRUZIONI DELLE DIFESE FISSE E L'INVESTIMENTO DEL SETIORE SUD DELLA PIAZZA (Vds. tavola n. 17) Dopo i già esaminati e crescenti episodi mattutini di sbandamentO nell'amoito della Piazzafone, gli avvenimenti precipitarono nel pomeriggio del 10 luglio. Infatti nel settore sud, al noto ripiegamento del 385 o btg. costiero sul costone di Belvedere, fece seguito la ritirata dei serventi delle batterie «AS 309» e «AS 671» di Siracusa e quindi l'autodistruzione della potente Opera A di Capo S. Panagia con i suoi due grossi calibri da 38 1 mm. Quindi alle 17.00 fu fatto saltare anche il treno armato della Marìfla 102-I-T di Targia, poiché non si era provveduto a rifornire d'acqua la locomotiva, ma che in verità , essendo riparato da pareti (16) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/4: cSualcio relazione del Geo. Fiumara Rosario per gli avvenimenti dei giorni 9. lO, Il e 12 luglio 1943 relativameme alla difesa di Palazzolo e di Vizzini•. (17) A.U.S.E., cartella 2124/B e cartella 1427, allegatO 59/5: cComando 76• rgt. fu. 'Napoli': relazione delle operazioni svolte dal 10 al 15 luglio 1943•.
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di roccia, avrebbe potuto resistere a lungo ai bombardamenti aerei e navali pur rimanendo immobile. Penanto verso le ore 17.00 di quel 10 luglio, quattro ore prima dell'ingresso delle truppe britanniche a Siracusa, si andò allargando a macchia d'olio la psicosi dell'autodistruzione intorno a quella città, in ossequio ai noti ordini diramati e ribaditi dal Comando Piazza perfino prima degli sbarchi nemici dal cielo e dal mare e divulgati dal Console De Pasquale all'alba. Ad aggravare la disastrosa situazione in quel settore si aggiunse anche la scarsissirna collaborazione soprattutto informativa ricevuta dall' Amm. Leonardi, che da parte sua però utilizzò poco e male i disponibili organi di collegamento. Il risultato fu che il Comando Piazza ignorò a lungo la posizione dei contingenti di rinforzo della div. fu. «Napoli» e del gruppo tedesco «Schmalz» e non mise il Comando delle FF.AA della Sicilia al corrente dei principali provvedimenti adottati e degli avvenimenti di cui lo stesso Amm. Leo nardi era. testimone. Un altro disgraziato episodio che peggiorò a sud la situazione tattica fu il ripiegamento pomeridiano dal costone di Belvedere del 540° btg. costiero del Ma.gg. Campolilio prima che il nemico lo avesse attaccato, ciò che aprì alla 5a div. ftr. inglese un insperato varco tra. l' Anapo e Priolo Gargallo e rese impossibile ai rinforzi provenienti da. ovest di raggiungere Siracusa. Anche nella zona. centro-settentrionale della Piazzaforte, gravitante attorno ad Augusta. e che non era. stata. fino ad allora. investita né dali' aria. né dal mare, le autodistruzioni raggiunsero il culmine a metà pomeriggio di quel 10 luglio. Infatti, in seguito ad un ordine scritto dell' Amm. Leonardi delle ore 12.45, il Ten. Vasc. Ungarelli del distaccamento della 10a flottiglia. Mas basato ad Augusta. bruciò il materiale di quel Comando che non poteva essere traspona.to (18). Verso le 17.30, quindi, saltò in aria il centro radio della. Colombaia, da cui le punte avanzate britanniche distavano ancora. una. ventina di chilometri (19). Mezz'ora. dopo furono dati alle fiamme i depositi di ca.rburai1te di Punta Cugno nella baia di August:a, mentre si autoaffondarono nel pono entro la. sera i
(18) A.U.S.E., cartella 01 2, fascicolo 4: documenti tratti dall'Ufficio Storico della Marina circa le operazioni in Sicilia. (19) E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicilia, op. cit., pag. 132.
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rimorchiatori della Marina S.Angelo, S.Mttna, N. 85, Sctacca e Procida e la cannoniera On"ole (20). Entro la mattina seguente saltarono in aria numerose batterie della difesa fissa di Augusa, tra cui la «AS 269», la «AS 383», la «AS 896» e la «Biagio Assereto», mentre si autoaffondarono i due pantani armati e diversi altri natanti della difesa foranea. In conclusione le batterie, le postazioni, i depositi, il treno armato e alcune unità navali furono autodistrutti in ogni angolo della Piazza Militare Marittima molto tempo prima di vedere il nemico, mentre nessuno si preoccupò non solo di sabotare il famoso Ponte Grande sull' Anapo, ma nemmeno di demolire le attrezzature strettamente portuali di Augusta e di Siracusa, che sarebbero state poi così utili agli inglesi. · Alle 18.30 il Console De Pasquale della 7a legione Milmart si decise finalmente a tentare di collegarsi con l' Amm. Leo nardi a Grotte di Melilli, senza tuttavia fortuna, poiché a quell'ora il Comando Piazza si era spostatO ancora più a nord e il locale centralino telefonico era stato abbandonato dal personale, così come lo trovarono poi le staffette inviate dal Comando FF.AA della Sicilia per avere direttamente quelle notizie che invano Guzzoni aveva tentato di conoscere (21). La nuova sede di Comando dell' Amm. Leonardi fu stabilita presso il cosiddetto «posto di avvistamento» del paese di Melilli, dove sembra che egli abbia continuatO a non sentire e a non avvistare le esplosioni e gli incendi, venendo solo raggiunto alle 18.00 dalla notizia che mezz'ora prima gli inglesi avevano superato il fiume Anapo (22). Informato poi dell'approssimarsi degli attesi rinforzi della div. ftr. «Napoli», l' Amm. Leonardi si avviò dopo le 20.00 verso Sortino accompagnato dal Col. Crescione, ma ritornò sfiduciatO sui suoi passi quando dall'equipaggio di un'autovettura sbandata, appartenente alla colonna Ronco, venne a sapere dell'attacco aereo subito da questo gruppo tattico durante la marcia di avvicinamento. Alle 21.30 l'Ammiraglio Leonardi ebbe un colloquio presso il cimitero di Melilli con il Col. Damiano, comandante del 121 • rgt. (20) UFFICIO STORICO DELLA MARINA: La Marina italiana nella seconda gue"a mondiale, vol. II: Navi militari perdute, Roma 1969, pag. 93 e pag. 104. (21) T. MARCON: Augusta 1940·43, op. cit., pag. 131. . (22) E. FALDELLA: Le sbarco e la difesa della Sicilia, op. cit., pag. 133.
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costiero, e con il Col. Schmalz, comandante dell'omonima colonna corazzata tedesca proveniente da Paternò e Misterbianco e diretta a contrastare da nord l'avanzata britannica nel cuore della Piazzaforte (23). Mezz'ora prima di questo incontro, mentre la 17a brigata della 5a div. ftr. inglese si impossessava di Siracusa catturando tra l'altro quindici idrovolanti, la 13 a brigata della stessa divisione era entrata a Floridia, dopo aver superato i posti di blocco sul ponte Mulinello e al km. 8 della rotabile per Siracusa. L'ultimo Comando italiano ad abbandonare Augusta fu quello della Milmart di Terravecchia, dove alle 23.00 giunse una staffetta con l'ordine dell' Ammiraglio Leonardi di sabotare i locali protetti. Poco dopo la mezzanotte pertanto il Console De Pasquale si trasferì nella sede del Comando Navale Nord alla Carrubbazza, in un ricovero anti-gas, dove avrebbe dovuto trovarsi anche il Comando del fronte a mare di Augusta, di cui però non venne reperita alcuna traccia (24). In sintesi si può dire con lo Zingali che «le distruzioni furono completate nel pomeriggio del 10 e nel mattino dell' 11 e che molti dei mezzi distrutti avrebbero potuto servire per contrastare anche le operazioni nemiche di aggiramento. Questo è il fatto , che sembra molto simile a quello di Lolui che si suicida per paura di morire» (25).
Lo stesso Comando Supremo, raggiunto dai primi rapporti sui sorprendenti avvenimenti nella Piazzaforte, non potè fare a meno di intervenire alle 21.30 del 10, chiedendo a Superesercito e a Supermarina di fornire maggiori chiarimenti sull'accaduto, «essendo noto a tutti che la difesa deve essere proseguita fino, all'ultima posizione et ultimo uomo» e soprattutto di indicare «per quali fatti speciali si era resa indispensabile la distruzione della stazione radiotelegrafica di Augusta>> comunicata da Supermarina (26). Vedremo nel prossimo capitolo lo sviluppo degli avvenimenti e
(23) A.U.S.E., cartella 1427, aHegato 59/ 14: «Relazione sul 121" reggimento costiero, Colonnello Francesco Damiano, dal 10 al 15 luglio 1943• . (24) T. MARCON: Augusta 1940-43, op. cit. , pagg. 132-133. (25) G. ZINGALI : L'in11asione della Sicilia, op. cit., p ag. 139. (26) A.U.S.E., canella 1501: .-Diario Srorico del Comando Supremo• , allegato 475: telescritto del Comando Supremo n . 51474/op del 10 luglio 1943.
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l'esito delle controffensive lanciate dalla div. ftr. «Napoli» e dal gruppo «Schmalz» per tentare di riassumere il controllo della Piazza. Ciò in concomitanza con gli altri contrattacchi italo-tedeschi ordinati dal Gen. Guzzoni nei settori di Gela e di Licata.
CAPITOLO VIII
LE CONTROFFENSIVE ITALO-TEDESCHE DEL GIORNO 11
l.
LE OPERAZIONI AEREE DELL'H LUGLIO
Prima di addentrarci nei resoconti delle operazioni terrestri relative alle tre pianificate controffensive dell'Il luglio nei settori di Augusta-Siracusa, di Gela e dtlicata, riteniamo necessario sintetizzare l'apporto delle forze aeree itala-tedesche durame quell'importante giOrnata. Dopo aver rinserrato i propri reparti in Italia e nelle isole nel senso indicato nel paragrafo 4 del capitolo VI, la 2a Luftflotte tedesca decise di impiegare in successione durante_l'll luglio contro !!2.ettore britannico la maggior parte dei disponibili Bf. 110, Ju. 88 .L H e. 111, questi ultimi del tipo aerosilurante richiamati dalla Francia. Mentre i tedeschi mettevano a punto i loro piani aeronautici, alle 06.30 dell'li luglio oove bombardieri italiani Cant 2.1007 bis, provenienti dalla Sardegna, si portarono sui trasporti americani nelle acque di Gela, sganciando da alta quota. Il trasporto Monrovia, nave Comando dell' Amm. Hewitt, fu mancato di poco ed una bomba esplose- così vicino al trasporto truppe Barnett da uccidere sette soldati e da appiccare un incendio nella stiva. Per la stessa causa riportò danni anche il piroscafo Orizaba. Questi bombardieri in quota furono seguiti da quattro tuffatoci ]u. 87 della R. Aeronautica, decollati dalla Sicilia sotto la scorta di sette nuovissimi M.C. 205, che presero di mira senza fortuna alcuni mezzi da sbarco davanti a Marina di Palma. Contro il settore inglese nelle acque di Siracusa si portarono invece alle 12.15 otto Re.2002 e dieci assaltatori G.50 italiani, ma questa azione rimase infruttuosa e si concluse in un disastro a causa
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dell'abbattimento di tre G. SO in combattimento e della distruzione degli altri sette velivoli dello stesso tipo nel corso di un'incursione sull'aeroporto di Reggio Calabria durante il loro atterraggio. Nella medesima zona, e precisamente di fronte alle spiagge di Avola, ventidue Ju."88 tedeschi, al prezzo di due dei loro, colpirono e incendiarono il piroscafo olandese Baarn carico di munizioni, che dovette essere autoaffondato dali' equipaggio prima che esplodesse. Intanto alle 11.00 il Comando della 2 a Lufrflotte aveva comunicato che malgrado ritenesse più imporrante il settore britannico gravitante su Augusta e Siracusa, in seguito a nuovi ordini ricevuti dall'O. B. S., avrebbe spostato il baricentro della sua azione nella zona di Gela, per appoggiare colà il contrattacco terrestre delle divisioni «Livorno» e «H. Goering». In ossequio alle suddette disposizioni , quarantacinque F.W.190 e quarantasette Bf. 110 piombarono in mattinata sulle acque di Gela e affondarono la nave da sbarco per carri armati statunitense LST-158, perdendo due velivoli. Quindi tra le 15.50 e le 16.00 trentacinque Ju. 88 colpirono con tre bombe nella stessa zona la Libeny Robert Rowan carica di munizioni, che un'ora dopo esplose e affondò in bassi fondali, continuando a bruciare a lungo con le sovrastrutture emergenti. Quest'ultima incursione tedesca fu peraltro contrastata vivacemente dagli «Spitfire» del 92 o Squadrone della R.A.F., che abbatterono tre bombardieri. Alle 18.5 5 iniziò una seconda fase offensiva del Il Fliegerkorps ad opera di settantasei Ju.88 sulle acque di Gèla e di Licata. Sebbene non avesse causato al nemico alcun danno e fosse stata pagata con la perdita di tre velivoli incursori, questa nuova azione aerea tedesca determinò un notevole nervosismo tra gli equipaggi delle navi americane prese a bersaglio. Infatti l'incursione era appena terminata quando alle 22.40 giunse su quello stesso settore il 52 o Stormo da Trasporto statunitense, composto da 144 C-47 «Dakota», che era decollato dagli aeroporti tunisini ·e doveva lanciare nella zona di Farello ad est di Gela 2. 304 paracadutisti appartenenti al I e Il btg. del 504° rgt. del Col. Tucker, nonché ad un gruppo art. e a un btg. pionieri (l). I C-47, avvicinandosi (l) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the surrenderofltaiy, op. cit., pag. 175. Questo secondo aviolancio americano era stato ordinato dal Geo. Patton nelle prime ore dell' ll luglio al fine di sostenere il completo spicgamcnto della P div. fu. sulle spiagge di Gela. La fretta con cui l'operazione venne organizzata però non andò davvero a vantaggio della precisione, tanto che alcune unità contraeree terrestri e navali americane non furono tempestivamente informate del progetto.
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nottetempo in una formazione lunga _parecchie miglia, vennero scambiati per aerei nemici dalle batterie contraeree terrestri americane, che aprirono quindi un intenso fuoco su di loro. Per sottrarsi a tale sbarramento i piloti statunitensi accostarono verso il mare sorvolando a bassa quota l'ancoraggio delle navi nemiche ed emettendo i convenzionali segnali di riconoscimento. Ma anche i cannonieri della U.S. Navy, eccitati e affaticati dalla precedente incursione tedesca, furono incapaci di identificare i «Dakota» e cominciarono anch'essi a sparare furiosamente. Il risultato fu che otto C-4 7 rinunciarono ali' aviolancio e ritornarono in Nord Mrica, mentre ventitrè di essi vennero abbattuti - solo sei però prima del lancio dei paracadutisti - e ottantadue furono i moni, sedici i dispersi e centotrcntuno i feriti (2). L'aviolancio fu comunque ugualmente effettuato, anche se dei l. 900 paracadutisti effettivamente lanciati in tali condizioni d'emergenza soltanto duecento raggiunsero in un primo momentO l'obiettivo presso Fare Ilo, divenendo poi SSS entro il pomeriggio del 12 luglio (3). Contemporaneamente al ricordato attacco serale tedesco, otto assaltatori G.50 e nove Re.2002 della R. Aeronautica decollati da Crotone raggiunsero la zona tra Siracusa e Capo Passero per effettuare, tra le 19.00 e le 19.15, un'incursione che non fu assistita dalla buona fortuna. Infatti il piroscafo americano ]oseph G. Cannon, trovandosi a quell'ora al largo di Avola, fu colpito in pieno da una bomba che però attraversò senza esplodere tutta la nave, permettendole quindi di raggiungere Malta con i propri mezzi. Di contro tre Re.2002 non rientrarono alla base. Durante la notte dell' 11 luglio si svolsero altre incursioni, tutte ugualmente senza esito, da parte di diciannove aerosiluranti S. 79 e di dodici bombardieri in quota (nove Cant Z.1007 bis e tre quadrimotori P.108) italiani. Ancora una volta il prezzo pagato per simili missioni senza esito fu elevato , poiché non rientrò alla base un S. 79, mentre tre Cant si sfasciarono in fase di atterraggio. Indisturbato rimase invece un bombardamento navale diversivo inglese condotto contro Marsala e Trapani nella notte tra l' 11 e il 12 luglio ad opera delle due moderne navi da battaglia King
{2) M. BLUMENSON: Sicily: whose victary? op. cit.. pag. 73. (3) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the srmender of ltaly, op.cit. , pag. 182.
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I.E OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
George V e Howe (4), episodio che ha fornito ad alcuni cnuct ulteriori motivi per accusare di inattività la flotta italiana.
2.
LA PREPARAZIONE DELLA CONTROFFENSIVA NEL SETTORE DELLA PIAZZA M.M. DI AUGUSTA-SIRACUSA (Vds. tavola ri. 18)
La prima notizia che Siracusa era stata occupata da truppe inglesi fin dalle 21.00 del lO luglio fu data con grande clamore a Roma durante la notte dall'Ufficio dell'addetto militare tedesco Gen. von Rintelen. Di conseguenza, dopo il già esaminato messaggio delle 21.30 del 10, il Comando Supremo inviò a Superesercito, Supermarina e Superaereo il seguente categorico ordine delle ore 01.20 dell' 11 luglio (5 ). q:L'uso da parte del nemico del porto di Siracusa avrebbe conseguenze molte serie ai fini difesa. Dispongo quindi che il maggior numero possibile di mezzi aerei et navali et adeguate riserve terrestri siano impiegate per ricacciare il nemico in mare prima che abbia potuto consolidarsi».
Abbiamo appena esaminato quanto venne fatto dai mezzi aerei italo-tedeschi l' 11 luglio <.:, in assenza di alcuna controffensiva navale, vediamo ora la preparazione e lo svolgimt:nto dei contrattacchi terrestri intorno all'intera Piazza Militare Marittima. Alle accennate notizie diramate dall'Ufficio del Gen. von Rintelen riguardanti Siracusa fece eco nella notte del 10 la comunicazione, radiotelegrafata ad Hitler e rimbalzata a Roma, del Col. Schmalz, comandante dell'omonimo gruppo tattico, che avanzando da Paternò verso sud, aveva incontrato marinai e avieri fuggiaschi dalla Piazzafone ed era entrato nottetempo ad Augusta completamente sgombra da difensori e da nemici e con le opere in gran parte distrutte. Dalla male interpretata notizia che il gruppo «Schmalz» era entrato ad Augusta «liberandola», prese quindi le mosse il discusso
(4) A. RA VEN -
J. ROBERTS: Bn'tish battleships o/ world war Il, Londra 1981, pag.
369. (5) A.U.S.E., cartella 1501: cDiario Srorico del Comando Supremo~. allegato 530: dispaccio del Comando Supremo n. 14706/op delle ore 01.20 dell ' Il luglio 1943 .
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comunicato giornaliero del Comando Supremo che proclamava affrettatamente: cAugusta occupata dal nemico nella serata di ieri è stata rioccupata stamani dalle nostre forze» (6).
Da pane sua il Comando del porro «E» di Catania confermò la notizia dell'afflusso in quella città di numerosi sbandati appartenenti alla Piazza M.M. di Augusta-Siracusa, cosicché il Geo. Guzzoni, ftno ad allora lasciato all'oscuro del caos accaduto, inviò in mattinata in ricognizione sul posto il Magg. Della Peruta. Nello stesso tempo il Comandante delle FF.AA della Sicilia, ricevuto tramite S.M.R.E. il messaggio delle 01.20 del Comando Supremo, stimò anch'egli che il porro di Siracusa dovesse essere riconquistato al più presto, prima del locale consolidamento nemico. Dato quanto sopra, il Geo. Guzzoni ordinò alle 03.30 dell'll luglio al Comando del XVI Corpo d'Armata che il gruppo cSchmalz» contrattaccasse anche in direzione di Siracusa e alle 07.45 che l'intera divisione «H. Goering», non appena ottenuto un successo in direzione di Gela, si svincolasse e venisse impiegata anch'essa in direzione di Siracusa-Avola, passando per Vittoria e Ragusa (7). Quest'ultima disposizione delle 07.4 5 fu poi ribadita da Guzzoni alle 10.30 in un colJoquio con il Geo. Rossi (8). In tale sede il Comandante delle FF.AA della Sicilia, che stava rendendosi como a poco a poco dell'accaduto nella Piazzafone, si lamentò che le locali «difese fossero state inesplicabilmente fatte saltare già fin dal giorno l O e nella notte sull' 11 , senza che una minaccia diretta incombesse sulla città e sul porro» (9) . Anche il Colonnello Schmalz, incaricato di spingersi per primo da Augusta su Siracusa, si lamentò con veemenza di ciò che era accaduto ad Augusta, sia con l' Amm. Leonardi e i Colonnelli (6) .:\.U.S.E.• cartella 1444: cDiario Storico del Comando Supremo•. giorno 11 luglio 1943, pag. 3. Come vedremo nel capirolo IX, paragrafo 3. gli inglesi in verità misero piede ad Augusta soltanto nella sera de l 12 luglio, provenendo dal mare. (7) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/ A: cRelazione del Comando FF.AA della Sicilia da.l 15 giugno a.l 20 luglio 1943•. pag. 22 e pag. 24. Nello stesso tempo Guzzoni dispose che la div. ftr. cLivorno•, dopo la prevista operazione congiunta con la eH. Goering• su Gela, fosse dirottata sull'aluo settore minacciato di Licata. (8) A.U.S.E., cartella 2228: •Colloquio dell'Eccellenza Guzzoni con il Generale Rossi•. (9) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124 / A: cRelazionc del Comando FF.AA della Sicilia dal 15 giugno a.l 20 luglio 1943•, pag. 25.
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Damiano e Crescione, incontrati nuovamente presso il ciplitero di Melilli alle 09.30 dell' ll , sia con tinviatO del Gen. Guzzonl, il Magg. Della Peruta, contattato presso Priolo Gargallo verso k 13~00 (10}. Dopo l'incontro con il Col. Schmalz, l'Amm. Leonardi inviò in ispezione ad Augusta il Col. Damiano, comandante del 121 o rgt. costiero, e ordinò al Il/76 ° ftr. «Napoli» del Magg. Nobile di spostarsi da Villasmundo al caposaldo di Luogo Grande insieme all'aggregata 3a btr. da 75/27 del CXXVI gruppo. Questo reparto raggiunse la nuova posizione alle 19.00, passando a far parte del Comando del 121 o rgt. costiero del Col. Damiano con il compito di proteggere alle spalle l'avanzata della colonna «Schmalz» ( 11). Dai due battaglioni interni del 121 o rgt. costiero non c'era però molto da attendersi. Infatti, dopo il notO inopportuno ripiegamento del 540 • btg. dar costOne di Belvedere nel pomeriggio precedente, anche il più settentrionale 504 • btg. arretrò prematuramente alle 10.30 dell'll dalle posizioni intorno a Melilli, in seguito ad un affrettato ordine del Col. Crescione e del Cap. Freg. Gasparrini. Quest'ultimo battaglione costiero fu poi riportato sulle sue posizioni alle 14.30 da un contrordine del Col. Damiano, ma rimaneva il fatto che il suo ripiegamento si era verificatO in un momento in cui massimo avrebbe dovuto essere il suo appoggio alla colonna «Schmalz», impegnata presso Priolo Gargallo. Infine l' Amm. Leo nardi si incontrò verso le 13..00 anche con il Cap. Freg. Turchi, allontanatosi da Augusta ventiquattr'ore prima, e gli ordinò di rastrellare i suoi uomini sulla strada per Lentini e di riportarli in linea ad Augusta, dove comunque continuavano le autodistruzioni delle ultime batterie ancora intatte (12}. L'ordine fu eseguito e pertanto nel pomeriggio di quell' 11 luglio venne (10) Ricordiamo che il gruppo cSchmalz• era allora cost1tuito da1 seguenti repart1: - reggimento Korner (115' rgr. della 15' div. cSiz:ilicn:o) composto da due btg. ftr. autotrasportati , ciascuno su quanro cp., dalla l ' cp. speciale con un plotone collegamenti, un plotone motociclisti, un plotone pionieri, da una cp. armi d 'accompagnamento e da una cp. pezzi controcarro da 75 mm. c da 50 mm .; - un btg. carri della div. eH. Goering• su quamo compagnie; - un gruppo art. della div. eH. Goering-. su tre btr. da 150 mm.; - un reparto esplorante aggregatosi alle ore 16.00; - un reparto di Sanità con una sezione autoambulanze. Per tutto cfl. A.U.S.E., cartella 1427, pag. 66 e allegato 23 . (11) A.U.S.E .. cartella 1427, allegato 59/5: cRel azione del 76' rgt. ftr. 'Napoli'• e allegato 59/14: cRelazione sul 121 ' reggimento costicte•. (12) T. MARCON: Augusta 1940-43, op. cit., pagg. 136-139.
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costituito ad ovest della città, a cavallo della strada per Villasmundo, un altro sbarramento con marinai e soldati sbandati, anch'esso in funzione di supporto arretrato all'avanzante colonna «Schmalz». Quest'ultima unità tedesca mise in postazione di fronte alla rada di Augusta i suoi pezzi e con essi impegnò poco dopo mezzogiorno un duello d'artiglieria con l'incrociacore Uganda e con i cacciatorpediniere Nubùm ed Eskimo, dando agli inglesi l'impressione che le difese sul fronte a mare della Piazzaforte fossero ancora efficienti.
3. IL CONTRAITACCO DELLA DIVISIONE «NAPOLI» E DEL GRUPPO «SCHMALZ» VERSO SIRACUSA (Vds. tavola n. 18) Come era stato pianificato dal Col. Ronco, i contingenti mobili della div. ftr. «Napoli», posti ai suoi ordini nei dintorni di Solarino, avanzarono alle 06.00 dell' 11 luglio da tale località verso Floridia con obiettivo Siracusa, dopo che durame la notte erano stati travolti dal nemico i posti di blocco sul ponte Mulinello e al km . 8 della rotabile tra questi ultimi due abitati. Contemporaneamente scendeva verso Siracusa, lungo la congiungente Melilli-Priolo Gargallo il gruppo tattico tedesco del Colonnello Schmalz. Il Col. Ronco, come sappiamo, aveva riunito a Solarino sono il suo comando nella notte del 10, oltre al 11175• ftr. e al X gruppo art. da 105 l 28, i 150 superstiti del gruppo tattico di Canicattini Bagni, il consistente gruppo mobile «D» del Ten. Col. D'Andretta e due compagnie mortai, di cui una convertita in compagnia fucilieri. Il concetto d'azione prevedeva che l'ala sinistra, costituita dal Il/75 ° ftr. (meno la 6a cp. ciclisti), dai 150 fanti del I/75° ftr., dal residuo plotone della 54a cp. controcarro, da un plocone del CIII btg. controcarri, da due pezzi bivalenti da 88 mm. · e da un complesso da 20 mm. tedeschi, dovesse inizialmente coprire il fianco, tenendo il Ponte Diddino e poi fiancheggiando la marcia della colonna principale. Quest'ultima, diretta decisamente su Floridia e poi su Siracusa, comprendeva la compagnia Comando del 75 • rgt. ftr., due compagnie fucilieri, una compagnia motomitraglieri, la compagnia carri con diciotto Renault R/35, una compagnia zappatori, una compagnia mortai da 81, la 10a batteria da 75 l 18, la compagnia controcarro reggimentale, due plotoni ciclisti
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e due pezzi da 88 mm. tedeschi con aggregato complesso da 20 mm. Flak. Infine il X gruppo art. da 105 l 28 e i restanti quattro «88» tedeschi rimasero in posizione sulle alture dì Solarino per appoggiare il movimento ·della colonna, fino a che non avessero ricevuto ordine di spostarsi in avanti (13 ). I movimenti iniziarono alle ore 06.00 lungo la strada da Solarino a Floridia, .ma dopo appena un chilometro l'avanguardia della colonna andò ad urtare sulla testa della 13 a brigata della 5a div. ftr. inglese che, conquistata Floridia la sera precedente, avanzava in senso inverso proprio su Solarino. Si sviluppò così un combattimento d'incontro che dalle 06.30 si protrasse ·su quelle posizioni fino alle 13.00. Dapprima la colonna inglese, battuta dal concentramento di fuoco 'del X gruppo da 105 l 28 e dagli «88» tedeschi, arrestç) la marcia, retrocedette per riorganizzarsi e rivolse quindi parte dei suoi elementi lungo una strada secondaria contro Ponte Diddino. Qui la lotta si protrasse violentissima fino aJJe 10. 30, quando il comandante del caposaldo, Ten. Col. Sisino, comunicò l'avvenuta infiltrazione di truppe nemiche tra il ponte stesso e il bivio per Sortino. Il Col. Ronco ristabilì momentaneamente la situazione in quest'ultimo settore inviandovi un plotone motomitraglieri, un plotone carri e quindi una compagnia fucilieri. Nello stesso tempo due irruzioni di carri inglesi eseguite sulla fronte e sul fianco sinistro «vennero stroncate dai pezzi da 4 7 l 32, ma particolarmente dalle due sezioni da 88 mm. tedesche, le quali sparavano con incredibile celerità e precisione» (14). Contro tali artiglierie germaniche fu quindi rivolto il fuoco di controbatteria britannico. Poco prima di mezzogiorno il gruppo mobile, «oltre alla distruzione totale delle due sezioni Flak, aveva subito gravissime perdite in uomini e materiali, mentre la pressione avversaria sia sul fronte che sul fianco sinistro del gruppo si rendeva sempre più aggressiva e pericolosa» ( 15). Lo stesso Col. Ronco, spintosi verso Ponte Diddino per esaminare personalmente la situazione, sfuggiva
(13) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/2: «Relazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandata dal Colonnello Ronco ua il lO e il 13 luglio 1943 nella marcia da Palazzolo Acreide a Siracusa•, pagg. 6-7. (14) A.U.S.E. , cartella 1427, allegato 59/13: cGruppo mobile 'D': relazione del fatto d'armi dei giorni 10, 11 . 12 e 13 luglio 1943 nella zona di Solarino», pag. 2. (15) Ibidem, pag. 2.
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miracolosamente ad un'imboscata che crivellava di colpi la sua autovettura. Per evitare il completo accerchiamento della sua unità mobile, proiettata lungo la strada di Floridia , il Col. Ronco decise di ordinare il ripiegamento sulle colline a nord ovest di Solarino, nei cui sobborghi orientali si segnalavano già pattuglie inglesi. Tale arretramento avvenne tra le 13.00 e le 15.00 con calma e nel filassimo ordine, ma non per tutto il II/75" ftr. e per i resti del I btg. , che circondati sul Ponte Diddino vennero in gran pane catturati. La percentuale delle perdite italiane in combattimento oscillò attorno al 16% , mentre quella delle due sezioni della Flak tedesca fu rispettivamente dell'84% e dell'87% (16). Sulle nuove posizioni a nord ovest dell 'abitato di Solarino, occupato penanto dagli inglesi, le residue truppe del Col. Ronco ripresero il contatto con la 13a brigata britannica dalle ore 17.00 fino alla notte, scambiando colpi d' aniglieria e respingendo un violento assalto serale. Frattanto nella mattinata dell' 11, come si è detto, la colonna tedesca del Col. Schmalz era scesa lungo la direttrice Melilli-Priolo Gargallo, puntando da nord su Siracusa. Questo gruppo tattico prese contatto con le avanguardie della 17 a brigata appartenente alla solita sa div. ftr. inelese alle 11.30, proprio a sud ovest di Priolo, e riuscì a contenerne l'avanzata fmo a sera. Il Col. Schmalz non potè comunque lanciare un deciso attacco , perché era venuto a mancare l'essenziale presupposto di un collegamento sulla sua destra con la colonna Ronco, respinta a Solarino ( 17). Lo stesso Gen . Conrath, comandante dell'intera divisione «H. Goering», fu sollecitato dal Col. Schmalz a telefonare alle 19.20 al Comando del XVI C.A. italiano per chiedere che gli elementi della div. ftr. «Napoli» non ripiegassero oltre. Di rimando il Gen. Rossi assicurò che la «Napoli» «non avrebbe arretrato, ma avrebbe ripreso l'attacco appena possibile» (18). In relazione a questa promessa il Comando del XVI C.A . inviò alle ore 20.00, per mezzo di un motociclista, il seguente o rdine al Comando della div. ftr. «Napoli» a Vizzini (19): (16) Ibidem, pag. 2. (17) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quatcr: c Relazione sulle operazion i svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno IO al giorno 20 luglio 1943», pag. 8. (18) A.U.S.E., cartella 1427: «Diario Smrico Mi litare del XVI Corpo d'Armata», pag. 62. (19) Ibidem, pag. 63.
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«Est assolutamente necessario ed urgente che 75 • fu. non si allontani da Solarino-Floridia occupati dal nemico e che da voi sia subiro armonizzato l'impiego del gruppo tedesco e del 75 " ftr. in base a siruazione atruale. Non ammissibile rientro Palazzolo vostro Comando e truppe del 75 •. Riprendere immediatamente posizioni avanzate con il com piro di arginare progressi del nemico attaccandolo di fronte e di fianco. D armi situazione complessiva dislocazione 'Napoli' con motociclista stesso» .
.
Un'ora dopo anche il Comando delle FF.AA della Sicilia espresse una simile insoddisfazione nei riguardi del comportamento del 75• rgr. ftr. tra Solarino e Floridia_ Infatti alle 21.00 il Gen. Guzzoni, che già alle 18.20 aveva dichiarato _a Superesercito che la div. ftr. «Napoli» aveva <<perduto l'efficienza -offensiva>> (20), così telegrafò al Gen. Rossi: «<nnanzi a Siracusa inefficacia attacco 75" ftr. rende critica situazione dove nemico est contenuro soltanto da truppe tedesche at Priolo e Solarino. Necessita assolutamente impedire che nemico sbarchi altre truppe et estenda sua testa di ponte. Domani 12 corrente avranno luogo massicce azioni aviazione su Siracusa. Chiedo che esse siano estese su Avola e .lungo costa sino Gela et Licata. In relazione a ciò est necessario richiedere massimo sforzo divisione 'Goering' perché domani 12 possa contenere avanzata truppe nemiche provenienti Siracusa e Avola, senza rinunziare a puntata su Vittoria e Comiso, trasferimento che si rende indispensabile quanto urgente. In relazione a ciò prego modificare vostro ordine operazioni O1/8200 l op di oggi. Assicurare. Guzzoni» (2 1).
Per quanto riguarda la richiesta dell'esteso intervento aereo , occorre dire che in effetti il Comando Supremo aveva inviato a Superaereo e ali' O. B. S. già alle ore 11. 35 del 10 luglio una precisa richiesta di un massiccio i ntervento delle aviazioni sulle zone di Augusta-Siracusa, Gela e Licata (22) . Lo stesso Comando Supremo, come abbiamo già visto, aveva poi ribadito la necessità di impiegare «il maggior numero possibile di mezzi aerei et navali» per ricacciare il nemico in mare (23). Q uindi nella giornata dell' 11 il Gen. (20) A.U.S.E., canella 2229: cOiario Storico Militare d ella 6• Armata», fonogramma n . 16365/op delle ore 18.20 de ll'li luglio !943 del Comando FF.AA. della Sicilia. (21) A.U.S.E., cartella 2229 cirata, allegato 27: dispaccio del Comando FF.AA de lla Sicilia n . 16362/op delle ore 21.00 dell'll luglio 1943. (22) A. U.S.E. , cartella 1501: cDiario Storico del Comando Supremo», allegato 48 1: fonogramma del Comando Supremo n. 51452/op delle ore 11.35 del 10 luglio 1943. (23) Ibidem, allegato 530: fonogramma del Comando Supremo n. 14706/op delle ore 01.20 dell' 11 luglio 1943 direrto a Supermarina, Superesercito e O.B. S.
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Affibrosio ebbe un colloquio con Kesselring e von Rintelen basato prevalentemente sulla collaborazione della Luftwaffe alle operazioni . in Sicilia. Infine alle 11.50 del 12 luglio il Comando Supremo perorò ancora una volta un massimo impiego delle risorse aeronautiche italo-tedesche con il seguente messaggio (24). cScarsa efficienza nostre forze aeree obbliga ad impiegare turri i reparti disponibili soprattutto da caccia in favore della Sicilia. Anche forze aeree dislocate Sardegna dovranno conseguentemente essere spostate per impiego at favore Sicilia, eccezione fatta per reparti intercettori•.
Superaereo in verità non fu insensibile a queste pressioni e già l' 11 luglio, con circolare IB/1076, dispose lo spostamento di numerosi reparti aerei per meglio fronteggiare le esigenze in corso (25). Per quanto concerne invece l'ordine operativo 01/8200 l op del Comando del XVI Corpo d'Armata, che Guzzoni nel suo sopracitato messaggio chiese al Gen. Rossi di modificare, occorre dire che esso riguardava - come meglio vedremo in seguito - una nuova puntata offensiva della «H. Goering» su Vittoria e Comiso, dopo quella che esamineremo contro il settore di Gela. Mezz'ora dopo il contrordine di Guzzoni, cioè alle 21.30 d eli' 11, il Gen. Rossi mutò pertanto queste disposizioni e chiese alla «H. Goering» di sviluppare, dopo il contrattacco su Gela, una più vasta manovra che interessava non soltanto Vittoria e Comiso, ma che abbracciava la più settentrionale congiungente Vizzini - Buccheri - Palazzolo Acreide, in vista di una fmale controffensiva della divisione tedesca direttamente su Siracusa (26). Tuttavia l'occasione di riconquistare Siracusa era stata perduta per sempre, a causa sia dell'esaminato ripiegamento della colonna Ronco e quindi del suo mancato coordinamento con la discesa del gruppo «Schmalz» oltre Priolo Gargallo, sia dell'accennato scarso appoggio dato a questa unità tedesca dal 504 o btg. costiero. Siracusa, dopo essere stata occupata via terra alle 21.00 del 10 luglio dalla 17a brigata britannica, subì anche un incruento sbarco (24} Ibidem, allegato 601 : fonogramma n . 51497/op delle ore: 11.50 del 12 luglio 1943. (25} Ibidem, allegato 551 : circolare di Superaereo lB / 1076 dell'l l luglio 1943. (26} A.U.S.E., cartella 1427, allegati 26 e 28: dispacci dal Comando del XVI Corpo d'Armata n . 01/8200 / op e n. 01 / 8203/op dell'li luglio 1943.
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dal mare a mezzogiorno dell' 11, dopo che nella mattinata erano stati aperti nella rada alcuni corridoi eli sicurezza dai dragamine inglesi. Il suo porto non sabotato, ma martoriato dalle bombe, fu messo rapidamente in grado di ricevere un volume di traffico fino ad allora sconosciuto, tanto che il 13 luglio venne sbarcato in sole otto ore e un quarto un intero convoglio britannico di dodici trasporti (27). 4. LA PREPARAZIONE DELLA CONTROFFENSIVA NEL SETTORE DI GELA (Vds. tavola n. 19) Mentre si svolgevano in direzione delle spiagge di Gela e di Scoglitti i noti falliti contrattacchi condotti il 10 luglio dal gruppo mobile «E» di Niscemi, dal III/ 33 • ftr. «Livorno» del Ten. Col. Bruni e da due colonne della div. «H. Goering», il Comando del XVI Corpo d'Armata, ricevuta alle 13 .4 5 dal Gen. Guzzoni la disponibilità dell'intera div. ftr. «Livorno», comunicò al Gen. Conrath alle 13.50 di quello stesso 10 luglio che la sua «H. Goering» e la stessa «Livorno» avrebbero sviluppato una simultanea controffensiva in forze su Gela, secondo successivi ordini di dettaglio (28). Esclusa dal Gen. Conrath l'ipotesi di sviluppare tale «controffensiva sistematica» nella stessa giornata del 10, a causa del contemporaneo frazionamento della «H. Goering» all'attaccQ di Case Priolo e della valle del Dirillo, il Gen. Rossi impartì nel pomeriggio alla stessa divisione tedesca e alla «Livorno» gli ordini per il combinato contrattacco a partire dalle 06.00 dell'indomani. Calata l'oscurità fu intrapresa la marcia verso le basi di partenza, rallentata dagli ingombri stradali e da incursioni aeree nemiche (29). Proprio a causa di questi contrattempi la div. «Livorno» giunse alle basi di partenza verso le 05,00 e non a mezzanotte come previsto, mentre il II/34• ftr., partito dalla più (27) S.E. MORISON: History of U.S. naval operations in world war Il, vol. IX: Sicily, Salerno. Anzio, Boston 1954, traduzione italiana a cura dello S.M.E., biblioteca dell'Ufficio Storico Esercito, classifica 52/280, pag. 253. (28) A.U.S.E., cartella 1427: •:Diario Storico Militare del XVI Co rpo d' Armatv, pagg. 37· 38. (29) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quater: cRelazione sulle operazioni svolte nel senore del XVI Corpo d'Arma tv, pag. 7.
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arretrata posizione di Butera e che subì i maggiori danni sotto i bombardamenti notturni, giunse soltanto alle 13.00 d eU' 11 ai bivio presso Monte S. Nicola. Da parte tedesca un certo rallentamento della marcia notturna fu invece determinato dall'ingombro e dalla scarsissima agilità dei p-ossenti diciassette éarri «Tigre» in dotazione alla <<H. Goering», evidente soprattutto quando essi dovevano attraversare le strettoie ali' interno degli abitati (30). Alle 21.1) del IO luglio, intanto, il Comando del XVI Corpo d'Armata aveva confermato al Gen. Guzzoni che le due divisioni avrebbero iniziato la prevista controffensiva congiunta su Gela alle ore 06.00 del giorno seguente e aveva chiesto all'occorrenza un «prevéntivo e concomitante» appoggio d eli' aviazione (31 ). Il Comando delle FF. AA della Sicilia assicurò immediatamente l'appoggio aereo per l'ora d'attacco prevista (32), motivo per cui il Gen. Rossi, pur avendo saputo alle 02.00 d eli' 11 che la «Livorno» sarebbe giunta sulle basi di partenza solo alle 05.00 anziché a mezzanotte, non mutò i tempi e ordinò d' iniziare l' attacco senz'altro alle ore 06.00 (33). Gli ordini del Comando del XVI Corpo d'Armata prevedevano una controffensiva «a cesta bassa» secondo le seguenti modalità. La divisione corazzata «H. Goering» avrebbe puntato da est e da nord su Gela con tre colonne: - a sinistra sarebbe avanzato da Biscari su Ponte Dirillo, per poi procedere lungo la ferrovia Vittoria-Gela, il reggimento Panzergrenadier composto da due battaglioni di fanteria, con una compagnia carri e un gruppo d'artiglieria; - ai centro avrebbe operato da Niscemi su Case Priolo, Piano Lupo e Case Spinasama un battaglione carri appoggiato da un gruppo d'artiglieria; - a destra avrebbe operato da Ponte Olivo, fiancheggiando la rotabile 117, un battaglione carri e il battaglione pionieri. (30) Il carro cTigre• mod. l E pesava 55 ronn., era lungo m. 6.21, largo m. 3.73. alto m. 2,86, aveva una corazza di l IO mm . , un equipaggio di cinque uomini, una ve locità massima di 38 km /h e un armamento di un cannone da 88 mm . c di due mitragliatrici da 7,92 mm. Cfr. F.M. SENGER und ETTERLT!'\: Die Kampfpanzer von 1916-1966, Monaco 1966, pag. 78. (31) A.U.S.E. , cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata•. pag. 44. (32) A.U.S.E., cartella 1427, allegatO 20: fonogramma 337/877 del 10 luglio 1943. (33) A. U.S.E. , cartella 1427: «Diario Storico Mi li tare del XVI Corpo d'Armata~. pagg. 48-49.
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In seconda schiera era destinato il reparto esplorante, in movimento da Caltagirone verso S. Pietro, cosicchè la «H. Goering» impiegò il totale dei carri disponibili, cioè 82 del modello III e IV e diciassette «Tigre» prestati dalla div. «Sizilien». La div. ftr. «Livorno» avrebbe puntato su Gela da nord e da ovest secondo la seguente articolazione (34): - colonna di sinistra del Col. Martin i, con il III l 34 o ftr, il l/28° art., una· cp. del btg. mortai da 81 mm. e i resti del dissanguato gruppo mobile «E» di Niscemi, che sarebbe scesa da Monte Castelluccio lungo la strada 117 Ponte Olivo-Gela. Questa colonna, in assenza giustificata del Col. Martini , fu in effetti diretta dal Ten. Col. Leonardi del III/ 34 o; - colonna di destra del Col. Mona, con il I/33 o ftr., il Il 34 o ftr., il Ill/28° an. e il resto del battaglione mortai da 81, che sarebbe calata da Monte del!' Apa e da Monte Zai lungo i lati della strada Butera-Gela; - colonna fiancheggiante sull'estrema destra del Ten. Col. Mastrangeli, con il Il/ 33 o ftr. e il IV l 28 o an., che doveva avanzare lungo la ferrovia tra la stazione di Butera e Gela; - contingenti di seconda schiera del Ten. Col. Bruni, con il III/33" ftr. , il II/34°ftr. , il 11/28 ° art. e il CIX gruppo an. da 149 l 13 di Corpo d' Arm:1ta. Questi contingenti erano stanziati ai piedi del Poggio della Femmina, ad eccezione del Il / 34 o ftr., ritardato dai bombardamenti aerei e che - come abbiamo detto giunse al bivio di Monte S. Nicola soltanto alle ore 13.00 dell' 11. La colonna di destra e la colonna fiancheggiante della «Livorno» erano poste agli ordini superiori del Gen. Perugini, comandante in seconda della divisione.
5. IL CONTRATIACCO DELLA «LIVORNO» <<H. GOERING» SU GELA (Vds. tavola n. 19)
E DELLA
Alle 06.50 dell' 11 luglio il Comando della XVIII brigata costiera, che era stato preavvertito da oltre un'ora del contrattacco imminente nella zona, telefonò al Comando del XVI Corpo d'Armata per comunicare che «il reggimento granatieri corazzato tedesco aveva iniziato regolarmente l'attacco alle 06.00» (35). (34) Cfr. anche N. VICINO: La battaglia di Gela, Firenze 1967, pag. 38. (35) A.U.S.E., cartella 1427: «Diario Storico Militare del XVI Corpo d'Armat:b, pag. 50
LA CONTROFFENSIVA DEL XVI
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Operazioni delle divisioni "Livc
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scala 1:100.000
TAVOLA N. 19
.d'A. NELLA DI GELA "Goering .. ( 11-7-1943)
analotto
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La colonna di sinistra della «Livorno» mosse all'attacco, invece, alle 06.30 senza l'appoggio del I/28° an. del Magg. Anigiani, poi caduto in combattimento, a causa di difficoltà di collegamento tra la pattuglia O.C. e le batterie (36). Contemporaneamente, come si è detto, nove bombardieri in quota italiani provenienti dalla Sardegna attaccarono le navi trasporto americane nelle acque di Gela, danneggiandone due. Le truppe statunitensi che in quel momento erano di frqnte alle due divisioni dell 'Asse appartenevano al I e al lV btg. Rangers, al Il/26 ° ftr., al III/26° ftr., al 1/16° ftr. e al 11/16• frr. della P div. sulle spiagge di Gela e, più ad oriente, alll/180° della 45a div. ftr. sbarcata a Scoglitti (37). Esse erano però disseminate su una grande superficie e, per di più, si trovavano allora prive della copenura aerea mattutina poiché le squadriglie da caccia non erano decollate né da Pantelleria né da Malta a causa della nebbia (38). Inoltre gli americani sulle spiagge erano ancora sprovvisti di carri armati, che non trovavano posto sui più piccoli mezzi da sbarco Dukws, mentre le più grandi unità anfibie non potevano avvicinarsi alla riva a causa dei bassi fondali (39). Era stato perciò deciso che i carri armati sarebbero stati scaricati durante la giornata dell' 11 per mezzo di chiatte o di pontili. Proprio da una chiatta sbarcarono faticosamente alle 02.00 dieci carri armati medi, che erano stati però subito bloccati sulla spiaggia dalla sabbia soffice. Quindi alle 08.00 deIl' 11, quando infuriava già la battaglia, il Cap. Freg. Wright riuscì a porre in opera due pontili galleggianti che congiungevano le più grosse navi anfibie LST alle spiagge, superando le insidie della risacca. Pertanto lo scarico vero e proprio dei mezzi corazzati statunitensi non si realizzò prima delle 11. 30, mentre un'altra ora fu necessaria ai gruppi di lavoro non preavvertiti per togliere ai carri la loro impermeabilizzazione. Per un certo periodo di tempo quindi gli americani furono costretti a fare esclusivo affidamento su cinque dei dieci carri (36) A.U.S.E., cartella 2124/B: «Relazione sul combanimemo della piana di Gela (11-12 luglio 1943) al quale prese parte il III battaglione del 34 • rgr. ftr. 'Livorno'•, pag. 2. (37) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the sumnder ofltaly, op.cit., pagg. 165-166. Le barrerie allora a disposizione degli americani appartenevano al V, VII e XXXlii gruppo art., ancora incompleti, davanti a Gela e al CLXXl gruppo nel settore di Scoglirti. (38) H . POND: Sicilia, op. cit., pag. 143. (39) E.B. POTTER- C. W . NIMITZ: La grande gue"a sui man', op. cit., pag. 188.
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sbarcati dalla chiatta alle 02.00, gli unici che riuscirono a districarsi dalla morsa sabbiosa e che andarono al contrattacco con tutta la loro impermeabilizzazione, rimanendo però ben presto privi di munizioni (40). Ad aggravare la panicolare situazione di crisi americana sul fronte di Gela in quel mattino dell' 11 luglio 1943 sopravvenne anche la penuria di pezzi anticarro, dovuta all'affondamento della nave da sbarco LST-313, carica dell'intera dotazione di tali armi del 26• gruppo tattico della l a divisione. Come sappiamo, questa ùnità anfibia era stata incendiata e poi colata a picco la sera del 10 da un Bf. 109 tedesco dotato di bombe alari. Come se ciò non bastasse, la U.S. Navy si fece trovare impreparata all'azione mattutina , sia perché le navi antistanti le spiagge di Gela (incrociatori Savannah e Boise e cacciatorpediniere Butler e Glennon) erano ormai prive dei velivoli da osservazione del tiro, sia perché i repani di collegamento terrestri non dettero notizia fino alle 08.30 (41). Senza sospettare tali deficienze in campo avversario, le colonne delle due divisioni delJ' Asse presero contatto con le prime linee della testa di sbarco americana. Luogo la ferrovia costiera proveniente da Vittoria il reggimento granatieri della «H. Goerin~>, scattato per primo all'attacco alle 06.00, raggiunse Senia Ferrata accompagnato dai venti carri della compagnia corazzata. Al centro dell' intero schieramento offensivo icalo-tedesco il Ill / 34 • ftr. del Ten. Col. Leonardi, il primo repano italiano a muovere alle 06.30, protetto sulla sinistra dai resti del guppo mobile «E», travolse alle 08.00 sulla destra della rotabile 117 le avanguardie americane ai Poggi Frumento e Molinazzo, pur senza l'iniziale ausilio del l/28• an. , che aprì il suo fuoco d'appoggio soltarlto in quel momento. Alle 07. 30 la colonna di destra del Col. Mona si mosse lungo la rotabile Butera-Gela, superando anch'essa gli avamposti nemici , mentre alle 07.45 partì ali' attacco da Ponte Olivo, puntando su Case Aliotta, l'ala destra corazzata tedesca, che era stata ritardata dal precedente difficile attraversamento di Niscemi da parte dei (40} S.E. MORlSON: History of U.S. naval operations in world war l/, vol. IX ci t. , traduzione italiana a cura dello S.M.E., pagg. 176· 177 . (41) ·/bidem, pag. 175. Ogni gruppo tattico americano disponeva di un reparto addetto al controllo del fuoco cosùero, in collegamento radio con le un ità navali d ' appoggio assegnate a quel settore. Cfr. anche S.E. MORISON: in guerra su due oceanz; op. ci t .. pag. '253.
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carri armati. Infine alle 08.00 avanzò la colonna centrale germanica che superò la resistenza a Case Priolo e i cui movimenti dovevano essere sincronizzati con quelli della precedente ala destra, mirando ambedue queste colonne della «H. Goering» a confluire nella cosiddetta Valle del Signore ad est di Gela. Alle 08.00 di quell'Il luglio, in perdurante assenza di contrasti anticarro e di ogni intervento aeronavale avversario, la possibilità di un rapido successo della controffensiva congiunta icalo-tedesca sembrava tutt'altro che remota. Soprattutto inarrestabile appariva agli occhi degli osservatOri statunitensi l'avat1Zàta dei potenti carri tedeschi sia lungo la costa, sia lungo il fiume Gela (42). Questi ultimi .erano arrivati, secondo i resoconti americani, a circa tre chilometri dalla periferia della città quando, verso le 08.30, giunse a bordo della T.F.81 dell' Amm. Hall la prima ansiosa richiesta di tiro navale di sostegno (43 ). Fu infatti per l'esattezza alle 08.29 che l'incrociatore Savannah aprì per primo il fuoco contro i carri armati tedeschi provenienti da Ponte Olivo, spostando poi il suo tiro alle 09.02 su un secondo reparto corazzatO germanico che seguiva il primo a meno di un miglio. Successivamente, alle 09.17, questo incrociatore prese di mira la fanteria italiana, e precisamente la colonna di sinistra comprendete il III/34• ftr. (44). Frattanto anche il cacciatorpediniere Gfennon aveva apet:co il fuoco alle 08.47 contro carri armati tedeschi della colonna centrale, che da Case Priolo muoveva ormai verso Spinasama, sparando contro di essi per un' o~a e dieci minuti. Il pericolo maggiore però, secondo il Ten. Col. Darby dei Rangers americani, veniva allora dalla colonna corazzata tedesca di destra proveniente da Ponte Olivo, su cui · aveva appena cessato di sparare iJ Savannah. Venne quindi invocato l'intervento contro tale bersaglio dell'altro incrociatore del settore, il Boùe, che in effetti prese di mira la colonna germanica di destra alle 10.40, scompaginandone le ftla in poco tempo (45). Alle 11.00 e alle 11.22 si unirono al bombardamento navale i (42) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and the Jurrender of ltaly, op. ci t., pagg. 167-168. (43) S.E. MORJSON: HiJtory of U.S. naval operationJ ùt world war 11, vol. IX CÌL, traduzione italiana a cura dello S.M.E. pag. 177. li Savatmah era armato con quindici cannoni da 152 mm. e otto da 127 mm. (44) Ibidem, pag. 177 e specchio riepilogativo a pag. 180. (45) Ibidem, pagg. 178-179.
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due cacciatOrpediniere Laub e Cowie, proprio mentre diveniva sempre più difficile distinguere da bordo i bersagli e gli effetti del tiro a causa del fumo proveniente dagli incendi dei campi di frumento. Il fuoco navale andò penanto scemando e a?Sumendo carattere di intermittenza, fino a che non cessò del tutto poco dopo le 11. 30. A contrastare l 'ultima spinta offensiva italo-tedesca rimasero invece alcuoe batterie da campagna appostate tra le dune di sabbia. Come abbiamo visto, i primi colpi sparati dal mare sulla «Livorno» furono quelli diretti dal Savannah , a partire dalle. 09.17, contro la colonna di sinistra comprendente il III/ 34 o ftr. In quel momento tale contingente italiano stava attaccando la seconda linea nemica a Poggio Rosario e a Case Salera, cinquecento metri oltre la prima linea americana già superata alle 08.00. L'attraversamento di quel breve tratto di terreno fu reso quindi assai sanguinoso dal tiro navale, oltre che dal nutritissimo fuoco di armi automatiche, e richiese tre ore di tempo. Fu infatti soltanto alle 11.00 che anche la seconda linea di difesa statunitense venne superata, grazie all'eroico attacco dell'l P compagnia di rincalzo del Te n. Fiorio sulla destra e «al contemporaneo assalto, non previsto e non richiesto , degli altri reparti del battaglione che erano stati arrestati dal fuoco nemico a breve distanza» (46). Nell'ottenere questo successo però il III / 34 o ftr. dovette sopponare perdite eccezionalmente gravi: la 10a compagnia fu quasi interamente annientata essendo rimasta con soli 34 uoru.ini e senza alcun ufficiale, mentre la 9a compagnia venne dimezzata negli effettivi e potè contafe su un solo ufficiale inco.lume. Contemporaneamente fu ferito a morte anche il Magg. Artigiani, comandante del l/28° art., che dalle 08.00 appoggiava con il suo fuoco l'irruente avanzata di questa colonna di sinistra: La relazione ufficiale americana ci racconta con raccapriccianti particolari l' ecatombe nelle ftle di tale gruppo d'attacco italiano, ricordando, tra l'altro, che «c'erano corpi umani appesi agli alberi e alcuni ridotti a brandelli» (47). In seguito allo sfondamento effettuatO così valorosamente dal III/34 o ftr. «Livorno» e alla concomitante progressione delle tre (46.) A.U.S.E., cartella 21 24/B: cRelazionc sul combattimento della piana di Gela (11·12 luglio 1943) al quale prese pane il Ili banaglionc del 34• rgr. ftr. ' Livorno'•. pag. 4.
(47) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the sumnder of Italy, op. cit., pag. 170.
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colonne corazzate della «H. Goering>>, le truppe americane arretrarono su tutto il perimetro della testa di sbarco verso le 11.30 e ripararono ali' interno dell'abitato di Gela. Da parte sua il III l 34 o ftr., esausto e in attesa di eventuali anche se problematici rimpiazzi, dovette fermarsi al posto di blocco alla periferia della città. Frattanto la colonna di destra del Col. Mona era giunta alle 11.00 presso il passaggio a livello di Casa Femmina Morta, dove fu fermata dal fuoco dei famosi tre pezzi italiani catturati il giorno prima dai Rangers americani. Qui la colonna Mona cercò di conoscere l'esito dell'avanzata della «H. Goering», che aveva allora superato sia Senia Ferrata lungo il litorale, sia Spinasanta sulla strada per Niscemi e sia Case Aliotta sul fiume Gela (48). I tedeschi avevano inoltre inviato quaranta carri ad aggirare la città di Gela anche da ovest, sul lato della «Livorno», ma erano gravemente provati dal fuoco navale, che - come abbiamo visto - aveva preso particolarmente di mira i loro reparti corazzati (49). Per ironia della sorte, proprio alle 11.30, quando gli americani si ritirarono dentro Gela, si verificò il «turning point» della battaglia. A quell 'ora infatti a sostegno delle truppe statunitensi, prive in quel momento d eli' appoggio navale, cominciarono ad intervenire gli aerei tattici con attacchi sulle immediate retrovie italo-tedesche, nonché alcuni carri armati provenienti da ambo i lati della testa· di sbarco, cioè da Licata ad ovest e da Scoglitti a sud est. Proprio sotto l'orario delle 11.30 il Diario Storico del XVI C.A. reca annotato l'intervento di mezzi corazzati nemici da ponente contro il fianco della colonna di destra del Col. Mona (50). Si trattava di elementi del 30 o gruppo tattico della 3a div. ftr. U.S.A. provenienti da Licata, la cui pericolosa contromanovra fu subito avvertita dal Geo. Chirieleison, comandante della «Livorno». Per prima cosa quest'ultimo provvide quindi a difendere le basi di partenza del 1133 o ftr . e dell/ 34 o ftr. a Monte dell' Apa e a Monte Zai, nonché la stessa stazione di Butera, base di partenza della colonna fiancheggiante del Ten. Col. Mastrangeli. La perdita dì queste posizioni avrebbe infatti isolato l'intera colonna Mooa (48) A.U.S.E., candia 1427, allegato 99 quater: cRelazione sulle operazio1.i svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943», pag. 8. (49) H. POND: Sictfia, op. cit., pag. 146. (50) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d 'Armata», pag. 57.
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spintast 1n avanti, motivo per cui il Gen. Chirieleison provvide a spostare alle 12.45 una batteria del III/28° an. nella sella tra Monte dell' Apa e Monte Zai (51). Ormai ridotto alla difensiva, il Gen. Chirieleison raddoppiò alle 14.00 il numero delle batterie nella suddetta sella, inviò sulla rotabile Butera-Gela un plotone mortai da 81, dirottò il ritardatario II /34 o ftr. sulle due quòte di Monte S. Nicola e richiamò il II /3 3 o ftr. della colonna fiancheggiante su Poggio Rabbiro. Infine egli stanziò il III13r ftr., tenuto di riserva, sui capisaldi rra Monte del Falcone e Poggio della Femmina (52). Nello stesso tempo stavano giungendo da sud est, cioè dal settore di Scoglitti, 250 paracadutisti del Col. Gavin e alcuni elementi del 180° gruppo tattico della 45a div. ftr. americana. Questi reparti, dotati di qualche arma controcarro, infastidirono sul fianco e alle spalle la colonna di sinistra della «H. Goering» nei pressi di Ponte Dirillo. Non risulta invece controllabile in alcun documento ufficiale itaiiano, mentre è stata decisamente smentita dalle fonti americane, compresa la relazione ufficiale dell'U.S. Army, la notizia secondo cui verso le 11. 30, proprio quando le soni della battaglia stavano per volgere a favore degli americani, il Gen. Patton avrebbe diramato alla P div. ftr. U.S.A. l'ordine in chiaro di prepararsi al reimbarco, messaggio che sarebbe stato intercettato dalle stazioni d'ascolto della 6a Armata (53). Negli archivi statunitensi esiste invece un intercettato proprio delle 11.30, a firma di Faldella, Capo di S.M. della 6a Armata, e relativo ad una richiesta di rinforzi- , rivolta da Patton a favore del settore di Gela «attaccato da truppe corazzate», e può darsi che questo messaggio di tutt'altro genere, enormemente gonfiato, sia stato all'origine dell 'equivoco (54). (51) A.U.S.E .. cartella 1506: •Comando divisione fanteria 'Livorno': relazione sull'attacco di Gela (11 luglio 1943)•. allegato 19: fonogramma n. 12 delle 12.45 dell'llluglio· 1943, diretto dal Comando divisione al Comando XVI C.A. ()2) Ibidem, fonogramma n. 14 delle 14.00 dell' 11 luglio 1943 diretto dal Comando div. «Livorno• al Comando XVI C.A. (53) Cfr. E. FALDELLA: Lo sbarco e la dzfesa della Szàlia, op. cir., pag. 148, ripreso da altri autori del periodo e tratto da alcune inconuollate versioni di protagonisti . Per una ragionata smentita òi tali interpretazioni cfr. U .S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sictly and the sumnder oflta/y, op. ci t., pag. 170, nota 20, oltre ai ciraù volumi di S.E. MORISON, traduzione italiana, pag. 179, di H. POND a pag. 150. di P. MALTESE a pag. 173, senza contar.e che nè Eisenhower, nè Alexandc:r citano per nu lla questo episodio nei loro resoconti sui fatti di Sicilia. (54) U.S. NATIONAl ARCHIVES: Co/lection of ltalian 17tilitary records, documento IT 381.
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Alle 14.00, nello stesso momento in cui il Gen. Chirieleison emanava il secondo articolato provvedimento per tamponare la puntata nemica da ovest, le due colonne corazzate di centro e di destra della «H. Goering» dovettero interrompere la loro avanzata e passare sulla difensiva, premute dai crescenti reparti americani provenienti da Scoglitti. Nel tardo pomeriggio, poi, queste due colonne tedesche furono costrette a subire un contrattacco di mezzi corazzati, che gli americani avevano reso finalmente operativi sulle spiagge di Gela, e a ripiegare tra Priolo Gargallo e Ponte Olivo con gli effettivi decimati. Solo il reggimento Panzergrenadier proseguì il cof'1battimento lungo la ferrovia costiera fino a tarda sera; ma al termine della giornata fu raggiunto dalle nuove direttive del Gen. Rossi delle 21.30 e dovette anch'esso abbandonare l'offensiva in un momento in cui ·- come ora vedremo - si stava consumando il dramma della divisione «Livorno» (55). La colonna di destra di quest'ultima divisione, diretta dal Col. Mona, e i reparti inviati a sua copertura dal Gen. Chirieleison cominciarono ad essere violentemente contrattaccati nel primo pomeriggio dai Rangers americani che, attraversato il torrente Gattano, giunsero fino al km. 28 della rotabile Butera - Gela. Contemporaneamente un gruppo motocorazzato del 30° rgt. ftr. U.S.A., proveniente da Licat?, impegnò il fiancheggiante 11/33° in località Ponte Manfria, costringendolo ad arretrare. La colonna Mona venne quindi accerchiata lungo la rotabile e sottoposta a tiri d'artiglieria e ad attacchi aerei. La resistenza della colonna Mona durò fino alle 15.30 allorquando , fallito l'ultimo tentativo di spezzare l'accerchiamento, i superstiti del 1133 • ftr., compreso il comandante Ten. Col. Alessi, dovettero cedere le armi, come comunicato a quella stessa ora dal Gen. Chirieleison (56). Con lo stesso fonogramma il comandante della «Livorno» ammetteva di non conoscere la sorte dell'altro (55) Gli ordini del Gen. Rossi delle 21.30, cui abbiamo già accennato nel precedenre paragrafo 3, prescrivevano che la «H. Goecing:o raggiungesse entro la giornata del 12 la congiungente Vizzini · Buccheri - Palazzolo Acreide, passando per Vittoria c Comiso, in vista di un contrattacco su Siracusa, comunque definitivamente perdura. Cfr. A.U.S.E., canella 1427, allegato 28: dispaccio del Comando del XVI C.A. n. 0118203/op delle ore 21.30 dell'li luglio 1943. (56) A.U.S.E., canella 1506: cComando divisione fanteria 'Livorno': relazione sull'attacco di Gela (11 luglio 1943)•, allegato 19: fonogramma del Comando divisione al Comando del XVI C.A. n. 15 delle ore 15.30 dell' l! luglio 1943.
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battaglione di fanteria della colonna Mona (il 1134 o) e comunicava che, salvo ordini contrari, avrebbe disposto che i resti delle due colonne impiegate verso Gela si ritirassero sulle posizioni di partenza (57). I suddetti ordini di ripiegamento poterono però raggiungere soltanto i resti deiJa colonna di sinistra, poiché anche il l/34 o ftr. era stato sopraffatto e il suo c.omandante, Ten. Col. De Gregorio , era caduto prigioniero, insieme ai superstiti del battaglione, a un centinaio di metri dal passaggio a livello presso Gela (58). · La colonna di sinistra, con i resti del III/ 34 o ftr. e del gruppo mobile «E», potè invece sganciarsi e raggiungere «alle 17.45 il km. 26 deiJa rotabile 117, mantenendo stretto collegamento con la destra della divisione 'H. Goering'» (59). Alle 22.00 questa colonna, schierata a cavaliere della rotabile, respinse un primo contrattacco notturno del 26 o gruppo tattico reggimentale della l a div. ftr. U .S.A. e a mezzanotte, in base agli ordini del Comando XVI C.A., essa si rimise in marcia verso la base di partenza di Monte Castelluccio (60). Alle 02.30 del 12 luglio, tuttavia, si scatenò anche su quest'ultima posizione l'attacco del solito 26° gruppo tattico americano, che si protrasse fino alle 07 .00, quando la posizione cadde e l'intera colonna di sinistra venne annientata o catturata, ad eccezione del l/28 o an., della compagnia mortai e del Comando del 34 o ftr., inviati a bivio Gigliotto (61). Tra i prigionieri vi fu il Ten. Col. Leonardi, comandante del III/34o ftr., che aveva condotto la colonna ali' attacco di Gela. Con la caduta di Monte Castelluccio e la ritirata della «H. Goering» fu facile per il 26 o gruppo tattico reggimentale americano impossessarsi dell'aeroporto di Ponte Olivo alle 07.20. Nel frattempo anche le posizioni di Monte deli' Apa e di Monte Zai, basi di partenza del!' ormai annientata colonna di destra del Col. Mona e
(57) Ibidem. (58) A.U.S.E., canella 1506, relazione citata sull' attacco di Gela, fonogramma del Comando div. ftr. «l.ivorno• al Comando XVI C.A. n. 18 delle ore 20.10 dell' 11 luglio 1943. (59) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militate del XVI Corpo d' AJmata., pag. 65. (60) A.U.S.E., canella 1427, allegato 26: fonogramma del Comando del XVI C.A. n. 0118200/op dell'll luglio 1943. (61) A.U.S.E. canella 2124 / B: «Relazione sul combattimento della piana di Gela (l 1-12 luglio 1943) al quale prese pane il Ili battaglione del 34• rgt. fu. 'Livorno'», pagg. 6-7.
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difese dalla sola l P compagnia del III l 33 o ftr., erano state conqutstate dai Rangers statunitensi alle prime luci del 12 luglio (62).
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È indubbio che il fallimento del valoroso e sfortunato contrattacco itab-tedesco su Gela - che secondo qualche critico non avrebbe dovuro essere nemmeno tentato - fu dovuto soprattutto all'imprevista efficacia del tiro navale, che, secondo lo storico americano Morisoo, veniva in effetti dimostrata pienamente per la prima volta anche nei confronti di numerosi esperti statunitensi, fino a quel momento molto scettici al riguardo (63). Il bombardamento navale contro le posizioni italo-tedesche soppèi-ì all'iniziale latitanza in campo americano degli aerei tattici, dei mezzi corazzati e dei cannoni anticarro e, interrotto intorno alle 11.30, riprese nel primo pomeriggio, quando anche gli altri suddetti strumenti bellici statunitensi erano intervenuti a contrastare il nemico, ormai in ritirata quasi ovunque. Ad esempio alle 13.16 il cacciatOrpediniere Butler sparò 48 granate su un concentramento di carri armati tedeschi in fase di riordinamento dopo lo sforzo mattutino. L'incrociatore Boise prese di mira nel pomeriggio obiettivi intorno a Ponte Olivo e terminò la sua attività nella giornata dell' 11 con alcune salve sulla rotabile per Niscemi. Il gemello Savannah aprì nuovamente il fuoco alle 16.21 contro la rotabile Gela-Butera. Infine il cacciatorpediniere Glennon chiuse il turno giornaliero di fuoco navale alle 20.57 dopo aver sparato 165 colpi a sostegno del 16 o gruppo tattico reggimentale U .S. A. sul fianco destro. La determinante efficacia del tiro navale americano davanti a Gela è stata riconosciuta anche in tutte le relazioni dei protagonisti del contrattacco italo-tedesco dell'll luglio, che di contro furono per la maggior parte molto critici nei confronti dell'assoluta mancanza di ogni contrasto da parte della R. Marina italiana in quelle acque. Le perdite italo-tedesche furono impressionanti. lo particolare la consistenza dei singoli battaglioni della <<Livorno» al termine (62) A.U.S.E., cartella 1506: cRelazione sull'attività operativa del gruppo cattìco Bruni (Ill/33• fu. cLivoroo•)• , pag. 2. (63) S.E. MORISON: History of U.S. naval operatiom in world war Il, vol. IX cit., traduzione italiana a cura dello S.M.E. , pag. 178 e pagg. 183-184.
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della giornata dell' 11 risultava la seguente (64): - Il 33 o: 400 uomini circa (catturato) - II/33•: 120 uomini circa - III/ 33 o: 700 u omini - I/34•: 500 uomini circa (catturato) - II l 34 o: intatto - III l 34 • : 400 uomini circa (catturato). Il 28° rgt. art. era 'invece ancora intatto, tranne un pezzo da 100/ 17 colpito in pieno. Tra morti, feriti, prigionieri e dispersi dell'intera divisione «Livorno» è stata calcolata la cifra di 214 ufficiali e di circa 7.000 sottufficiali e militari di truppa sugli 11.400 elementi dell'organico. D ella divisione corazzata tedesca «H. Goering» caddero 30 ufficiali e 600 sottufficiali e militari di truppa sugli 8. 739 effettivi, mentre sui 99 carri armati a1lora in dotazione e tutti impiegati ne risultarono messi fuori combattimento 43 (65). Comu nque la «H. Goering», nonostante i noti ordini delle 21.30 del Gen. Rossi di raggiungere per il 12 la linea Vizzini - Buccheri - Palazzolo Acreide, indugiò nei dintorni del campo di battaglia durante la notte, proprio allo scopo di recuperare il maggior numero possibile dei mezzi corazzati danneggiati e riparabili (66). Compiuta questa opera, la divisione corazzata tedesca, come vedremo nel prossimo capitolo, indugiò ulteriormente nel settore di Gela per rinnovare ostinatamente i suoi attacchi durante il 12 luglio e qui fu raggiunta nella giornata da nuovi ordini .del Gen. G uzzoni.
6. LA CONTROFFENSIVA SU liCATA (Vds. ancora la tavola n. I4) Come abbiamo visto nel capitolo VI, trattando della reazione della 207a divisione costiera durante il 10 luglio , il Gen . Arisio, comandante del XII Corpo d'Armata, aveva ordinato che ~l'alba (64) A.U .S.E., canella !427. allegato 99 quater: cRelazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno lO al giorno 20 luglio 1943•, pag. 9. (65) B.L. MONTGOMERY: Da El Alamein al fiume Sangro, op. cit. , pag. 127; S. AITANASIO: Sicilia senza Italia, luglio-agosto 1943, op. cir., pag. 120 e N . VICINO: La . battaglia di Gela, op. cit. , pag. 45. (66) A.U.S.E.. canella 2124/B, fascicolo 2124/A: •Relazione del Comando FF.AA della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pag. 29.
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del giorno 11 fosse effettuato un deciso contrattacco contro la testa di ponte ella 3a div. fu. americana a Licata, partendo da Campobello di Licata a nord, da Naro a nord ovest e da Favara Masseria Giudice ad occidente. Il primo gruppo d ' attacco a muovere alle ore 05.40 dell'Il luglio fu quello del Col. Venturi partente da Campobello di Licata è formato dal Comando del 177 o rgt. bersaglieri, dal D:XXVI btg. bersaglieri, dal CLXI gruppo art. con otto semoventi da 90/53 e dalla l a compagnia motomitraglieri. La 3a div. ftr. ameri:::ana però prevenne il contrattacco italiano e puntò essa stessa su Campobello di Licata lungo la rotabile 123, spingendo su località Case Musta elementi meccanizzati del III btg. Rangers e del II l 15 o ftr. che in primo luogo impegnarono un accanito duello con i semoventi del CLXI gruppo (67). Durante tale combattimento cadde mortalmente ferito sotto incursione aerea, mentre eseguiva un'ispezione sul posto, il Gen. Francisci, ufficiale di collegamento tra il Comando della 6a Armata e i reparti della Milizia, designato alle 07. 15 ad assumere il comando delle truppe nella zona Campobello di Licata - Canicattì (68). Furono anche distrutti tre semovertti e causati ampi vuoti tra i ranghi del DXXVI btg. bersc:.glieri del Magg. Maritati e della compagnia motomitraglieri. Lo stesso Col. Venturi rimase ferito, ma ritornò al suo posto di Comando dopo sommarie medicazioni. Trascorse tre ore di lotta, tra attacchi e contrattacchi aventi per obiettivo il possesso di Favarotta, il gruppo tattico Venturi fu costretto a ritirarsi da Case Musta alle 09.05, abbandonando poi al nemico anche Campobello di Licata e attestandosi a mezzogiorno nella zona di S. Silvestro, a circa quattro chilometri a sud di Canicattì (69). Per rinforzare questo nuovo schieramento il Comando del XII Corpo d'Armata mise a disposizione del Col. Venturi anche il (67) A.U.S.E. , cartella 2011: •Diario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata., pag. 13 e allegato 25 . Cfr. anche nella stessa cartella: «Relazione sui facci d'arme sostenuti dalla 207• divisione costiera il giorno lO luglio c dal raggruppamemo tattico del Gen. Schreibcr dal giorno Il al giorno 21 luglio 1943• . pag. 3. (68) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d' Armata•. pag. 14: ore 07.15 dell'Il luglio 1943. (69) A.U.S.E., cartella 2011: c Relazione sui faui d'arme sostenuti dalla 207• divisione costiera il giorno 10 luglio e dal raggru ppamento tanico del Gen. Schrciber dal giorno l l al giorno 21 luglio 1943•. pag. 4 c •Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», pag. 18.
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CLXIII gruppo di semoventi da 90/53 e la l a e 3a batteria del XXII gruppo an. da 105/28. Sul posto giunse poi alle 11.30 il Gen. Schreiber, comandante della 207a div. costiera, al quale, dopo la morte del Gen. Francisci, era stato inviato alle 09.20 l'ordine di prendere il comando delle forze in questione nella zona di Canicattì, nonché del vicino gruppo tedesco «Neapeh> del Col. Geisler, messo da Guzzoni a disposizione del :XII C.A. alle ore 08.10 (70). Tale gruppo tattico germanico, stazionante a S. Cataldo, apparteneva alla 15a div. «Sizilien» ed era composto dalla 215 a compagnia corazzata con quindici carri e da un battaglione mortai. e armi da accompagnamento sottratto al rgt. «Fullriede». Il Comando della 207a div. costiera venne invece affidato da quel momento al Gen. De Laurentis, già comandante della fanteria divisionale dell' «Assietta», il quale si portò quindi ad Agrigento (71). Sempre alle 08.10 giunse l'ordine di Guzzoni di trasferire a Canicatti, per entrare a far parte di questo force raggruppamento del Gen. Schreiber, il III /30• fcr. autotrasportato della div. «Assietta.>>, il CCXXXIII gruppo art. da 75 l 27 a traino meccanico (che si trovavano a Chiusa Sclafani) e il II/ 6 • ftr. autotrasportato della div. «Aosta» insieme alla 28a cp. controcarri (72). Infine alle 09.45 e alle 09.55 il XIX gruppo art. da 105/28 e la compagnia motomitraglieri della 208a div. costiera ebbero l'ordine di unirsi a detto raggruppamento tattico (73). Lo scopo di siffatto ammassamento di truppe attorno a Canicattì agli ordini del Gen. Schreiber era duplice: lanciare nel pomeriggio dell' 11 luglio una seconda controffensiva lungo la rotabile 123 per Licata e proteggere il fianco del contiguo XVI Corpo d'Armata. La nuova controffensiva in effetti scattò alle 13. 30, ma gli unici ad avanzare furono i 15 carri armati del gruppo «Neapel» tedesco, che sfondarono le linee del 15 • gruppo tattico americano, oltrepassarono Campobello di Licata e giunsero a circa due chilometri a sud di questo abitato (74). Qui essi furono contrattac(70) A.U.S.E., cane ila 2011: c.Diario Storico Militare del XII Corpo d' Armata-, pagg. 14-15 : ore 08.10 e 09.20 dell'll luglio 1943. (71) Ibidem, pag. 15. (72) Ibidem, pag. 14: ore 08.10 dell'Il luglio 1943. (73) Ibidem, pag. 16: ore 09.45 e 09.55 dell'l! luglio 1943 e allegato 29. (74) A.U.S.E., cartella 20ll:c Relazione sui fani d'arme sostenuù dalla 207• divisione costiera il giorno 10 luglio e dal raggruppamento tattico de l Gen . Schreiber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•, pag. 5.
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caci da repani corazzati americani e costretti a ripiegare nuovamente a sud di Canicattì. Il Gen. Schreiber, allora, constatando che il nemico si era troppo ben trincerato intorno a Campobello di Licata, si astenne dall'inviare sul posto qualche contingente di fanteria italiano e decise di raccogliere di nuovo tutti i suoi reparti intorno a S. Silvestro (7·5).
* * * Frattanto, in direzione di Palma di Montechiaro, era iniziata la . controffensiva del DXXVII btg. bersaglieri giunto da Favara e mossosi da Masseria Giudice. Questo battaglione era stato rinforzato per l'occasione da un plotone della l a cp. motomitraglieri ed era appoggiato dalla 2a btr. da 105/28 del XXII gruppo. Tali repani si scontrarono durante la mattina e il primo pomeriggio dell' 11 con il III 17 • gruppo tattico reggimentale americano sia ali' interno d eli' abitato di Palma di Montechiaro, sia sulle alture circostanti, finchè la lotta cessò alle 15.30 con il sopravvento statunitense. A quell'ora infatti il Diario Storico Militare del XII C.A. reca annotato che il DXXVII btg. bersaglieri aveva oltrepassato la stretta ad un chilometro ad ovest di Palma ed era penetrato nell'abitato, dove «attardandosi in combattimenti episodici veniva circondato e catturato dall' avversario» (76). La batteria del XXII gruppo an. restava da pane sua quasi totalmente distrutta da attacchi aerei lungo la rotabile costiera 115, mentre il Comando del XII C.A. lamentava che ripetute richieste di protezione dal cielo rivolte nella mattinata non erano state soddisfatte dalla R. Aeronautica a causa di varie difficoltà operative e burocratiche (77). In tale settore venne quindi costituita una linea di resistenza sulle rive del fiume Naro, presidiata dal LXXIII btg. del 10• rgt. bersaglieri che, come è noto, era stato messo a disposizione della 207a div. costiera la sera precedente (vds. capitolo VI, paragrafo 7).
* * * L'ultima prevista controffensiva nel settore di Licata nella giornata dell' 11 luglio avrebbe dovuto partire dal villaggio di Naro, (75) Ibidem, pag. 5 (76) A.U.S.E., cartella 20 11: «Diario Storico Militare de l Xli Corpo d' Armata•. pagg. 16-1 7: ore 15.30 dell'Il luglio 1943. (77) Ibidem, pag. 17 e a llegato 31.
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diretta anch'essa su Palma di Montechiaro, contemporaneamente al contrattacco mattutino del Col. Venturi lungo la rotabile 123. Questa offçnsiva dovette essere tuttavia rinviata al pomeriggio, a causa del ritardato arrivo ad Agrigento e a Castrofilippo presso Naro del XXXV btg. del 10• rgt. bersaglieri autotrasportato e della 12a batteria da 75/27 del CIII gruppo art., messi anch'essi a disposizione della 207 a div. costiera la sera precedente (78). Nel frattempo Naro era stata occupata da un battaglione del 41 • rgt. corazzato americano che, entrato in città a mezzogiorno, aveva spinto le sue avanguardie sulla rotabile per Canicattì. Pertanto, quando il XXXV btg. bersaglieri del Magg. Moccia fu pronto a muovere all'attacco (ore 13.30) la sua azione venne limitata ad occupare le alture a tre chilometri a nord di Naro stessa, ciò che interruppe comunque provvisoriamente l'avanzata nemica oltre l'abitato.' Il successivo contrattacco americano, appoggiato da aerei tattici, fu respinto alle 16.00 dal battaglione, pur ridotto sensibilmente nei suoi effettivi, che poi con un balzo in avanti dei due ultimi plotoni di rincalzo respinse il nemico fino alla periferia di Naro. Durante la notte però i bersaglieri furono costretti ad abbandonare le troppo esposte posizioni temporaneamente riconquistare ed il 41 • rgt. corazzato statunitense riprese l'avanzata verso Canicattì (79).
* ** Il forte schieramento del Gen. Schreiber in contrada S. Silvestro, a quattro chilometri a sud di Canicattì, cominciò ad essere attaccato dal 15 • gruppo tattico reggimentale americano a partire dalle 18.00, mentre aerei bombardavano l'abitato. In questa circostanza alcuni mezzi corazzati nemici che tentavano di. raggiungere la cittadina vennero arrestati dal fuoco dei semoventi da 90 l 53 tempestivamente schierati nella periferia meridionale. Altri reparti moto-corazzati del 30• gruppo ·tattico statunitense erano stati invece già dirottati dal Geo. Truscott verso le spiagge di Gela, dove
(78) A. U.S.E., cartella 2011: cRelazione sui fatti d'arme sostenuti dalla 207' divisione costiera il giorno 10 luglio c dal raggruppamento tanico del Gen. Schrciber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•. pag. 4 e allegati 14 e 16. (79) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and the surrender ofltaly, op. ci t., pagg. 194·195.
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- come abbiamo visto - contribuirono efficacemente all'ultima fase delle operazioni dell' 11 luglio in, quel settore. Alle 20.00 si presentò al Gen. Schreiber il Ten. Col. Fullriede, comandante del 129• rgt. granatieri della 15 a div . «Sizilien», che gli comunicò di aver assorbito il gruppo «Neapel», assumendo il comando di tutte le truppe tedesche del settore, e di porsi alle sue dipendenze (80) . Di lì a poco i Comandi d'Armata e di Corpo d 'Armata intrecciarono discordi opinioni sulla futura linea di condotta nel settore. Alle 22 .00 infatti il Gen. Arisio comunicò al Gen. Guzzoni che all 'alba del 12 luglio il gruppo «Schreiber» avrebbe sviluppato una nuova offensiva, con tutte le truppe italo-tedesche disponibili, in dire"zione di Licata (81). Alle 23.10 invece il comandante delle FF.AA. della Sicilia ordinò ad Arisio di «contenere la pressione nemica anziché svolgere azioni di contrattacco, data la deficienza delle forze disponibi li» (82). Conseguentemente il Comando del XII C.A. ordinò al Gen. Schreiber di «mantenere Canicattì per impedire ulteriori progressi dell'avversario e di astenersi dall' effettuare attacchi non proporzionati alle proprie forze ed al nemico» (83). L'atteggiamento difensivo in quel settore scaturì quindi da un autonomo convincimento del Gen. Guzzoni e non maturò nell'ambito del XII Corpo d'Armata per manovre e pressioni, anche tedesche, come è stato da qualche pane ipotizzato. Ad ogni buon conto, fin dalle 22.25 era stato fatto saltare il ponte sul fiume Naro presso Masseria Giudice, mentre il Gen. Schreiber, convinto del pericolo di un aggiramento di Canicattì da occidente, si procurò l'au torizzazione di Guzzoni per un ripiegamento notturno di tutto il suo dispositivo a nord della cittadina (84). L'abbandono di Canicattì da parte del gruppo «Schreiber», che poneva definitivamente termine al dilemma se lanciare o no (80) A. U.S.E., cartella 201 1: «Relazione sui fatti d'arme sostenuti dalla 207• divisione cosriera il giorno 10 luglio c dal raggruppamento tanico del Gen. Schreibcr dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•, pag. 5. (81) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d' Armata», ore 22.00 dell'Il luglio 1943 e allegato 34. (82) Ibidem , ore 23. 10 de ll'Il luglio 1943. (83) Ibidem, ore 23.10 dell'l! luglio 1943. (84) Ibidem , pag. 21.
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un'altra offensiva verso Licata, venne effettuato sotto continua pressione del nemico, nelle cui mani cadde la 3a btr. da 105/28 dislocata a Serralunga, sulla strada per Naro. Invece il tenace XXXV btg. bersaglieri, rimasto isolato a nord di quest'ultimo abitato, ricevette l'ordine di ripiegare su Castrofilippo. l
7. LA FINE DELLA RESISTENZA DELLA 206a DIVISIONE COSTIERA (Vds. ancor~ la tavola n. 11) Mentre si sviluppavano le controffensive d eU' 11 luglio nei settori di Augusta-Siracusa, di Gela e di Licata, si consumava anche il dramma dei superstiti della 206a divisione costiera del Geo. d'Havet. Nel caposaldo di Bonivini-Modica il Magg. Argenziano resistette per tutta la notte del 10 con i resti del suo gruppo mobile «F» a ripetuti assalti di paracadutisti e delle avanguardie della 51 a div. ftr. scozzese. Infine alle 05.30 dell' 11 luglio si profilò l'attacco decisivo nemico, con largo spiegamento di mezzi corazzati protetti da cortine fumogene (8 5). Alle 08.00 i carri armati britannici, allargatisi sulla sinistra, minacciarono di aggirare il caposaldo, che venne quindi evacuato dai difensori, ritiratisi sui residui automezzi in direzione di Rosolini e Modica. A causa di avarie ad alcuni autocarri della retroguardia , la colonna in ritirata si divise in due tronconi, uno dei quali proseguì per la lontana Caltagirone e l'altro, con il Magg. Argenziano, prese posizione a difesa del quadrivio di La Sorda, a sud di Modica, in ciò confortato da successivi ordini · del Geo. d'Havet e dalla repentina occupazione nemica di Rosolini avvenuta alle 11.30 (86). A Modica, sede del Comando di divisione, si era ritirato durante la notte tra il 10 e 1'11 luglio, come abbiamo già visto, anche il gruppo tattico <<Sud» del Console Busalacchi, mentre ad Ispica era giunto il Col. D ' Apollonio con il Comando del 122 • rgt . costiero e a Scicli era stanziatO il Comando del 123 • rgt. costiero del Col. Primaverile. Si stava così chiudendo nella mattinata dell' 11 il cerchio (85) A.U.S.E. , carteUa 1427, allegaro 59/ 12: cRelazione sulle operazioni di guerra svolte dal gruppo mobile cF» dislocato a Rosolini•. (86) Ibidem.
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britannico intorno al triangolo Ispica-Modica-Scicli, mentre alle sue spalle il 15 r gruppo tattico reggimentale delia 45 a div. ftL americana occupava Comiso e Ragusa. Tra l'aJtro nell'importante aeroporto di Comiso furono catturati dagli americani ben 125 aerei e 200.000 galloni di carburante (87). Informato da fonti eccitate e incontrollate dell'avanzata di colonne corazzate britanniche da Noto, Rosolini e Ispica nella prima mattinata dell' 11, il Gen. d'Havet aveva subito lasciato libertà «di andarsene ai numerosi ufficiali aventi famiglia a Modica», che però rifiutarono, e alle 09.45 aveva ordinatO di distruggere i documenti segreti e di consegnare al locale Podestà le chiavi dei magazzini viveri e carburanti che, essendo ubicati dentro l'abitato, non potevano essere distrutti (88). Infine egli aveva redatto alle 09. 55 il seguente messaggio in quattro copie, inviato per mezzo di altrettanti colombi viaggiatori al Gen. Rossi, comandante del XVI Corpo d'Armata: cAssicuro V.E. che 206 2 divisione ha compiuto suo dovere arrestando e contenendo nemico finc}:lé pos~ibile e che ha ceduto solamente di fronte stragrande superiorità armi et mezzi. Fanti hanno contrastato avanzata, resistito e contrattaccato. Artiglieri hanno sparato fino all'ulrimo e difeso pezzi con bombe a mano. Comando divisione già aggirato, sta per essere sopraffattO» (89).
La caduta di Modica, reputata così imminente e dipinta a così forti tinte, non si verilicò invece flno alle ore 11.07 del giorno seguente, 12 luglio, mentre la stessa Ispica, più avanzata ed esposta e in cui era asseragliato il Col. D'Apollonio, non cadde alle 15.00 dell' 11, come venne riferito al Geo. d'Havet, ma a mezzogiorno del 12 ad opera della l a div. ftr. canadese (90). Gli avvenimenti a Modica si svolsero infatti nel modo seguente. All'alba del 12 le avanguardie della P div. ftr. canadese attaccarono il caposaldo 'di La Sorda diretto dal Magg. Argenziano, venendo però bloccate dal fuoco dei mortai e dell'artiglieria. I (87) M. BLUMENSON: Sicily: whoJe victory?, op. cit. , pag. 67. (88) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/6: cRclazione sullo svolgimento delle operazioni della 206• divisione costier;u, pag. 8. (89) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Gen . d 'Havet in data l dicembre 1945•, pag. 19. (90) A.U.S.E., cartella 1427, allegato ')9/7: cRelazione avvenimenti del 122 • rgt. fu. costiero•.
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canadesi rinnovarono l'assalto alle 10.00 e, dopo un'ora e mezzo, travolsero i resti del gruppo mobile «F» e catturarono lo stesso Magg. Argenziano (91). In quel momento il Geo. d'Havet era prigioniero già da venti minuti. Egli nella mattinata del 12 aveva ispezionato Modica bassa, dove aveva dato ordine «di far ritirare tutte le lenzuola che, quali bandiere bianche, erano espo'ste a balconi e finestre» (92). Quin.di, rientrato nella sede del suo Comando, aveva tentato invano di mettersi in contatto con il reparto del Col. Primaverile a Scicli, a sua volta sopraffatto e catturato alle ore 11.00 (93). Sette minuti dopo, secondo la testimonianza del Col. art. Escalar, comandante del 44 o raggruppamento, l'intero Comando della 206a div. costiera, compreso il Geo. d'Havet, diveniva prigioniero dei canadesi (94). Su precisa e insistente richiesta dello stesso Gen. d'Havet il nemico lo autorizzò a mantenere il possesso della pistola d'ordinanza, quale «segno d'onore per tutta la divisione» (95). Invitato poi a mensa dal Geo. Leese e dall' Amm. Lord Mountbatten, il Gen. d'Havet si sentì chiedere insistentemente dai suoi interlocutori inglesi «come mai l'Aeronautica e la Marina italiana non si fossero viste» (96). Verso mezzogiorno anche il Console Busalacchi, comandante del gruppo tattico «Sud», venne catturato sulla strada tra Modica e Scicli (97). Il restante Comando reggimentale della 206a div. costiera, cioè quello del 146 o rgt. del Col. Cancellara, riuscì invece a sfuggire alla cattura. Abbandonata Noto nel pomeriggio del 10 luglio, questo Comando raggiunse alle 08.00 dell' 11 Palazzolo Acreide con elementi misti del 43io btg., del CCXXX btg. semoventi da 47/32 del Magg. Elena e del Genio. Invece l'aggregato CCXXIV (91) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/12: cRelazione sulle operazioni di guerra svolte dal gruppo mobile «F• dis locato a Rosolini•. (92) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/6: cRelazione sullo svolgimento delle opcrazionj della 206• divisione costiera.. (93) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/8: 'cRelazione setrore del 123• reggimento Scicli:.. (94) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/10: «Relazione del Colonnello d'aruglieria Romeo Escalar:o. (95) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Gen. d'Havet in data l dicembre 1945•, pag. 22. (96) Ibidem, pag. 23. (97) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/11 : cRelazione sull'impiego del gruppo tattico Sùd:o.
LE CONTROFFENSIVE ITALO-TEDESCHE DEL GIORNO 11
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gruppo an. continuò la ritirata verso Vizzini, superando un posto di blocco al bivio del Mulino, presso cui cadde il comandante del gruppo, Magg. Mambrini (98). Considerato che a Palazzolo Acreide, distrutta dai bombardamenti e abbandonata dalla popolazione, non era possibile alcuna concreta difesa, il Col. Cancellara spostò l' 11 luglio anche il resto della sua colonna a Vizzini. Qui egli seppe che il nemico era già giunto a Modica e che lo stesso Comando della div. ftr. «Napoli» stava per arretrare da Vizzini a Caltagirone. Tale località divenne quindi anche la nuova destinazione dei resti del 146 o rgt. costiero e fu raggiunta nella notte tra l' 11 e il 12 luglio. A Caltagirone la colonna del Col. Cancellara venne smembrata il giorno 12 dagli ordini del Comando del XVI C.A.: gli elementi di fanteria furono rinviati nella zona di Vizzini per mettersi a disposizione del Gen. Fiumara, vice comandante della div. «Napoli». I reparti d'artiglieria e del Genio fl:lrono assorbiti invece dal Comando del XVI Corpo d 'Armata, mentre i resti del CCXXX btg. semoventi da 4 7 l 32 del Magg. Elena vennero inseriti nel 131 o rgt. carristi e furono impiegati poi sulla rotabile 11 7 da Piazza Armerina a Gela, e precisamente a bivio Gigliotto , dove quest'ultimo ufficiale trovò la morte il giorno 15, come vedremo nel prossimo capitolo. Il 13 luglio, non avendo rintracciato il Comando del Gen. Fiumara a Vizzini, il Col. Cancellara con due compagnie di formazione del suo 146° rgt. si unì a reparti di mitraglieri tedeschi, sostenne quattro ore di com battimento presso la stazione di Licodia Eubea e si ritirò prima su Mineo e poi, il giorno seguente, su Ramacca. Infine il 15 luglio l'assottigliato reparto del Col. Cancellara, mentre era sulla strada Adrano-Bronte, ebbe l'ordine di passare alle dipendenze della 213a div. costiera a Linguaglossa (99). 8. I PROVVEDIMENTI DEI COMANDI D'ARMATA ·E DI CORPO D'ARMATA ALLO SCADERE DELL'Il LUGLIO (Vds. schizzo n. 3 in Appendice)
Sappiamo già della decisione presa dal Gen. Guzzoni alle 07.45 e ribadita alle 10.30 dell'll luglio di dirott:;.re la div. {98) A . U .S.E. , cartella 1427, allegalo 59/9: cRc:lazione del 146 • rgc costiero•. (99). Ibidem.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
corazzata «H. Goering» verso Vittoria e Siracusa, una volta ottenuto un successo a Gela, e nello stesso tempo di far deviare la «Livorno» da Gela verso Licata. Quindi alle 17.30, nonostante lo sviluppo sfavorevole della controffensiva su Gela, il comandante delle FF.AA. della Sicilia ribadì al Geo. Rossi che la «H. Goering'> doveva effettuare «il massimo sforzo al fine di mettersi il giorno 12 in condizione di contenere l'avanzata delle truppe nemiche provenienti da Siracusa e da Avola» (100). Questa preminente preoccupazione del Geo. Guzzoni circa le sorti del settore della Piazza M.M. di Augusta-Siracusa era del resto condivisa nello stesso pomeriggio dallo S.M.R.E .• secondo il quale «il primo principale ed urgentissimo obiettivo doveva essere quello di contenere il nemico che poteva sbarcare in zona Augusta-Siracusa, impedendo specialmente il suo dilagare verso la piana di Catania». Lo S.M.R.E. con l'occasione comunicava che avrebbe interessato «Supermarina e Superaereo perché dessero concorso massiccio alle azioni terrestri e che stava esaminando la possibilità di trasferire nell'isola altra divisione germanica» (101). Purtroppo l'andamento sempre più sfavorevole dei combattimenti davanti a Gela e le recenti notizie circa il controllo nemico della zona di Vittoria, rischiavano di vanificare il progetto di Guzzoni nei riguardi sia della «H. Goering», sia della «Livorno». Il comandante delle FF.AA. della Sicilia espresse quindi alle 18.20 allo S.M.R.E. l'intenzione di impiegare contro Siracusa non più la «H. Goering», ma la 15 a div. «Sizilien», jl cui gruppo «Ens» era in corso di trasferimento dall'ovest al centro dell'isola (102). Anche questo progetto però venne di lì a poco frustrato dalle sfavorevoli notizie provenienti dal settore di Licata, motivo per cui la 15 a divisione tedesca fu orientata ad operare in quella direzione, rinunciando alla lontana puntata su Siracusa (103). Alle 21.00 pertanto il Gen. Guzzoni, come abbiamo già visto, ritornò a proporre la «H. Goering» come mezzo di tamponamento, dopo Gela, anche degli sbocchi Vittoria - Comiso e Avola (100) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: «Relazione del Comando FF.AA della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943», pag. 27. (101) Ibidem, pag. 27. Come si vedrà cl'alua divisione germanica» inviata in Sicilia fu la 29• Panzergrenadier, preceduta il 12 sull'isola dal lancio di due reggimenti di paracadutisti tedeschi. (102) Ibidem , pag. 27. (10'3) Ibidem, pag. 28.
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Siracusa, diramando al proposito il noto ordine· 16362 l op al Comando del XVI C.A. (104). Di conseguenza il Geo. Rossi dispose alle 21.30 che la «H. Goering» raggiungesse entro la giornata del 12 la congiungente Vizzini - Buccheri - Palazzolo Acreide, per essere pronta ad un contrattacco su Siracusa, secondo ordini da diramare in seguito. La divisione corazzata tedesca avrebbe dovuto anche rastrellare, di passaggio, la zona di Vittoria e Comiso, mentre un btg. ftr. e una batteria della «Livorno» avrebbe sostituito gli elementi della <<H. Goerìng» stessa a Case Priolo ( 105 ). Ciò per non lasciare aperto al nemico un corridoio d'infiltrazione tra Gela - Scoglitti e l' eotroterra, che in effetti avrebbe potuto tagliare in due la Sicilia ed isolare i due Corpi d'Armata italiani. Come abbiamo accennato e come vedremo meglio in seguito, la «H. Goering» invece j_ndugiò più a lungo del previsto nell'area di Gela, sia per recuperare il maggior numero possibile dei suoi carri armati danneggiati, sia per rinnovare caparbiamente l'indomani la locale ~ua controffensiva, e qui essa fu raggiunta da nuovi e mutati ordini di Guzzoni delle ore 09.10. Nel settore del XII Corpo d'Armata il provvedimento più importante della serata dell' 11 fu quello adottato dal Gen. Guzzoni, che ordinò al Gen. .\risio di predisporre l'urgente trasferimento ad ovest di Catania, con treni e automezzi, di una delle due divisioni «Aosta» o «Assietta», ciò che avrebbe fatto seguito allo spostamento dei due btg. ftr. inviati a Canicattì in aiuto del Gen. Schreiber. Guzzoni suggerì al proposito di muovere frattanto per via ordinaria la div. ftr. «Assietta» dalla zona di Partanna verso sud est, per impedire che minacce dal settore di Agrigento potessero svolgersi indisturbate «verso nord e nord est» (106). Vedremo poi nel paragrafo 8 del prossimo capitolo lo sviluppo di queste controverse direttive. Da parte sua il Comando del XII Corpo d'Armata annotò nel proprio Diario Storico al termine della giornata dell' 11 che , mentre si erano distinte nel suo settore le truppe del 10 • rgc. bersaglieri e (104) A.U.S.E., cartella 2229, allegato 27: dispaccio del Comando FF.AA . della Sicilia n. 16362/op delle ore 21.00 dell'li luglio 1943 . (105) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 28: dispaccio del Comando del XVI C.A. n. 01/8203/op delle ore 21.30 dcll'll luglio 1943. (106) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943:., pag. 28.
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LE OPERAZIONI IN SICiliA E IN CALABRIA
la 12a batteria del CIII gruppo an., erano avvenute nondimeno alcune defezioni nei reparti della 17a legione cc.nn. della divisione «Assietta.» non ancora impegnata in combattimento {107).
(107) A.U.S.E, cartella 2011: «Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata., pag. 21.
CAPITOLO IX
LA FASE DI CONTENIMENTO (12-16 luglio)
l. L'INVIO DI RINFORZI TEDESCHI IN SICILIA E IL MALCONTENTO A BERLINO E A ROMA (Vds. tavola n. 20)
Roft'~a,
La mattina del 12 luglio il Gen. Capo di S.M. del R. Esercito e già comandante della 6a Armata in Sicilia, inviò al Comando Supremo il promemoria a mano n. 1017 S. con il quale riassumeva la situazione militare nell'isola, preannunciando l'invio di rinforzi, ed esaminava lo scottante problema aeronavale (1). A quest'ultimo proposito il promemoria così si esprimeva: «Occorre considerare: - causa nota nostra inferiorità navale et aerea, avversario può, senza grave difficoltà, aumentare truppe sbarcate attingendo con va e vieni dal noto grande serbatoio del Nord Africa francese et facendo magari anche affluire convogli direttamente da A d antico; - se nostra offesa aeronavale si mantiene in limiti attuali, suddetto molto superiore at potenziamento sarà - come mole et ritmo potenziamento che potremo dare noi at Sicilia; - pertanto, ad un certo momento - che potrebbe anche essere prossimo et qualora situazione non venisse prima ristabilita, equilibrio sarebbe rotto at nostro sfavore; - analoghe circostanze potrebbero poi riprodursi per Sardegna e Corsica. Stando così le cose risulta essenziale un nostro potenziamento aereo che contrasti afflusso truppe avversarie, in misura almeno tale da evitare rottura equilibrio di cui sopra. Poiché da parte italiana tale potenziamento est impossibile , esso non può attuarsi che da parte germanica.
( ! ) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: telescritto a mano dello S.M.R.E. n. 1017 S. dell2 luglio 1943.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
La posta della panica è tale, per i suoi riflessi morali e materiali, che occorre fare qualsiasi sforzo per risolverla a nostro favore; sforzo che non può assolutamente limitarsi al rinforzo terrestre, ma che deve concretarsi nel massimo rinforzo aereo. Gen. Roatta...
A seguito di questo promemoria, il Gen. Ambrosio si affrettò a chiedere nella stessa giornata a Kesselring «l'invio immediato di adeguati rinforzi», non quantificati , ma che comunque sarebbero rimasti in Italia presumibilmente «solo pochi giorni, perché potrebbero essere ritirati a situazione definita in Sicilia» (2). L'appello del Comando Supremo a Kesselring fu accompagnato in nottata da una lettera personale di Mussolini ad Hitler , tramite il Gen. Marras, addetto militare italiano a Berlino, in cui la richiesta di provvisori rinforzi germanici per la Sicilia, soprattutto aerei, veniva perorata con calore (3 ). Il Fiihrer rispo~e il 13 luglio, comunicando che l'invio di repan.i d'aviazione era già in corso, ma non mancando di sottolineare che l'accresciuto compito d eli' Aeronautica era dovuto «all'inatteso rapido sfaldamento delle forze impiegate nella difesa costiera, le quali in almeno uno dei settori più importanti non hanno nemmeno accettato il combattimento» (4). Anche Kesselring in quello stesso 12 luglio, recandosi con von Senger a visitare il fronte siciliano e a presenziare alle ore 18.10 allo spettacolare lancio della prima ondata di 1.400 paracadutisti tedeschi della l a divisione a sud di Catania, espresse un giudizio negativo su quello che defirù «il completo disorientamento delle divisioni italiane e le deficienze dei Comandi» (5 ).
(2) Ibidem, messaggio del Comando Supremo n . 51488/op del 12 luglio 1943. (3) A.U.S.E.., cartella 1501: cDiario Storico del CQmando Supremo•, allegato 585 : messaggio 51505/op delle ore 22.40 del 12 luglio 1943. (4) A.U.S.E., cartella 2124: clettcre scambiate tra Hitler e Mussolini circa la difesa della Sicilia. e cartella 1502: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 820. Le affermazioni di Hitler circa lo sfaldamento e il mancato contrasto di alcune difese costiere in uno dei più importanti settori della Sicilia -·chiara allusione ai fatti di Augusta-Siracusa - furono contestate da Mussolini il 16 luglio in una lettera molto risentita, anche se, come vedremo, il duce, intimamente convinto da queste e da altre simili versioni dei fatti, non potè fare a meno dall'inviare il 14 luglio due secche note al Gen. Guzzoni e al Comando Supremo, riferite entrambe più oltre in questo stesso paragrafo. (5) A. KESSELRING: Memorie di guem1, op. cit., pag. 171. La prima ondata di paracadutisti tedeschi comprendeva il 3' rgt. del Col. Heilmann, menue la seconda ondara, lanciara alle 20.30 di quello stesso 12 luglio, comprese il 4• rgt. del Ten. Col. Walther.
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LA FASE DI CONTENIMENTO
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L'apice dei contrasti tra italiani e tedeschi a proposito della campagna siciliana non era stato tuttavia ancora raggiunto e in quei primissimi giorni dell'invasione, a pane le crescenti lamentele di Berlino per la perdurante passività della flotta italiana e per le suddette sorprese terrestri, i responsabili dell'Asse europeo cercarono di fare del loro meglio per anteporre al nemico un ostacolo più saldo possibile. Sul piano operativo continuava comunque ad essere insanabile la sproporzione delle forze aeree contrapposte in seguito ai pesanti bombardamenti anglo-americani sugli aeroporti più prossimi al fronte. Basti pensare al proposito che tra il 10 e il 22 luglio i tedeschi ebbero distrutti al suolo 118 velivoli e gli italiani 50. Nello stesso periodo la 2 a Luftflotte perdette in combattimento 273 aerei e la R. Aeronautica 115, mentre, come si è accennato, ben 125 velivoli caddero in mano degli americani a Comiso. Le elevatissime perdite aeree riscontrate al suolo irritarono i tedeschi e lo stesso Hitler, che nella già ricordata lettera del 13 luglio si lamentò con Mussolini anche della deficiente organizzazione aeroportuale, soprattutto in tema di aree di decentramento e di attrezzature di pronto intervento (6). Nonostante le suddette lamentele Hitler mantenne fede alle sue promesse del 13 lugljo e, per potenziare le difese della Sicilia, giunse a modificare perfino la sua strategia sul fronte orientale. In Russia era infatti iniziata il 5 luglio l'operazione ZITADELLE, consistente in una massiccia e contrastata offensiva tedesca contro il saliente di Ku9k, che il Fi.ihrer decise di frenare proprio il 13 luglio, ordinando ai suoi Generali di tenersi pronti a trasferire contingenti nel Mediterraneo (7). Pertanto, dopo il ricordato lancio a sud di Catania del 3 o e 4 o rgt. paracadutisti e il contemporaneo arrivo sull'isola del II battaglione del 382 o rgt. Panzergrenadier, schierato con la «H. Goering» (8), il giorno 14 fu spostato dall'Italia meridionale alla Sicilia il Comando del XIV Corpo d'Armata corazzato del Gen.
(6) A.U.S.E., éanella 2124: «Lettere scambiate tra Hitler e Mussolini circa la difesa della Sicilia.., lettera di Hitler del 13 luglio 1943. (7) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cit., pag. 69 e U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the suTTender of ltaly, op. cit., pag. 213. (8) F.M. SENGER und ETfERLIN: Combattere senza paura e senza speranza, op. cit., pag. 232.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
Hube, il quale avrebbe assunto la direzione di tutte le truppe tedesche dislocate nell'isola (9). Quindi il 15 luglio iniziarono i movimenti verso la Sicilia della 29a div. Panzergrenadier del Gen. Fries e cominciarono a giungere nello Stretto di Messina batterie contraeree pesanti germaniche. Infine i promessi rinforzi aerei inviati in quegli stessi giorni consistevano negli aerosiluranti del KG. 26, nei bombardieri del 11/KG. 76, del II/LG. l e del II e III/KG. 100, negli assaltatori dd I/S~G.lO e nei caccia del III/)G . 27 (10). li movimento della 29a div. Panzergrenadier fu rallentato nei giorni seguenti non solo dai crescenti sospetti di Hitler circa un prossimo voltafaccia italiano, ma anche dai conosciuti propositi di Guzzoni di arretrare con urgenza rutto il suo dispositivo verso la cuspide nord orientale della Sicilia, come vedremo nell'ultimo paragrafo di questo capitolo. L'afflusso nell'isola della 29a divisione tedesca venne però ripreso senza riserve il 18 luglio, prima dell'incontro di Feltre tra i due dittatori ed in seguito a un preciso nuovo ordine del Fiihrer (11). Comunque il primo battaglione della 29a div. Panzergrenadier giunse in Sicilia, come avanguardia, il 15 luglio e fu subito dislocato a fianco della «H. Goering» (12). Contemporaneamente Hitler impartì nuovi ordini a Kesselring e ad Hube. Al primo chiese di rallentare quanto più possibile il nemico, costringendolo poi a fermarsi, solo in ultima istanza, sulla linea S. Stefano di Camastra - Catania, mentre al secondo ordinò di agire in stretta collaborazione con il Gen. Senger und Etterlin , ufficiale di collegamento con la 6a Armata italiana, al fine di assumere progressivamente la direzione di tutte le operaz1om militari italo - tedesche in Sicilia (13). Lo stesso Kesselring, in un colloquio del 13 luglio con Mussolini e Ambrosio a Palazzo Venezia, confermò al duce l'intenzione tedesca di «tenere l'isola anche solo in parte» e riferì la
(9) A.U.S.E., cartella 2266: .Considerazioni sulla campagna itiliana del 1943-1944 del Col. Bogislav von Bonin, Capo di S.M. del XTV C.A . tedesco in Sicili:a, pagg. 11-12. (IO) A. SANTONI- F. MATTESINI: La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op.cit., pag. 427 nota. (11) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History o/ the second world war - U.K. military series. The Mediterranean an d the Middle East, vol. V cit., pag. 91. (12) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943», pagg. 38-39. (13) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op.cit., pag. 69.
LA FASE DJ CONTENIMENTO
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strana e forse male interpretata opinione di Guzzoni secondo cui i previsti rinforzi per la Sicilia sarebbero comunque giunti troppo tardi e che quindi essi avrebbero potuto «essere impiegati meglio altrove» (14). L'esposta idea tedesca di ridurre «in un successivo tempo» il perimetro difensivo siciliano alla linea S. Stefano di Camastra Catania fu invece contestata dal Gen. Ambrosia in un nuovo incontro con Kesselring svoltosi in quello stesso 13 luglio nella sede del Comando Supremo. Nell'occasione Ambrosia ammise che il Gen. Guzzoni - come vedremo meglio nell'ultimo paragrafo di questo capitolo - avrebbe voluto già iniziare il ripiegamento su quella linea, ma che non era stato autorizzato a farlo in considerazione della massa di truppe ancora schierate ad ovest (divisioni «Aosta» . e «Assietta») (15). Per il Comando Supremo era in definitiva ancora «assolutamente necessario tenere l'attuale linea il più a lungo possibile» (16). / Nonostante la sicurezza esibita di fronte a Kesselring, il Gen. Ambrosia presentò a Mussolini, in quello stesso 13 luglio, uno scoraggiante appunto, in cui la sorte della Sicilia veniva considerata «segnata più o meno a breve scadenza» a causa dell' «assoluta deficienza di una opposizione navale e la debole opposizione aerea», nonché dell' «inadeguatezza dell'armamento e dell'inquadramento delle nostre divisiç)Oi costiere, la scarsità e la poca robustezza delle opere di difesa, la poca efficienza delle divisioni di riserva» (17). Da parte sua ~fussolini, oppresso dalle ripetute proteste tedesche, dal contenuto di quest'ultimo promemoria di Ambrosia e da altri resoconti su casi di scarsa resistenza in Sicilia, reagì con due secche note personali. La ·prima venne inviata al Geo. Guzzoni tramite Comando Supremo e S.M.R.E. con il seguente telespresso n. 14851/op delle ore 09.30 del 14 luglio (18). «Duce ordina che sia inviato all'Eccellenza Guzzoni il seguente telegramma: (14) A.U.S.E .• cartella 1502: «Diario Storico del Comando Supremo:., allegato 672: cAppunti relativi al colloquio a Palazzo Venezia del giorno 13 luglio 1943•. pagg. 3-4. (15) Ibidem, allegato 673: cAppunti relativi al colloquio a Palazzo Vidoni del 13 luglio 1943•. pag. 2. (16) Ibidem. (17) P. MALTESE: Lo sbarco itt Sicilia, op.cit., pag. 218. (18) A.U.S.E .• cartella 1502: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 708: telespresso del Comando Supremo n. 14851/op delle ore 09.30 del 14 luglio 1943.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
c:Da troppe fonti mi giungono segnalazioni di scarsa combattività di taluni reparti da Voi dipendenti. Infliggete le più gravi sanzioni in alro et in basso contro coloro che non compiono totalmente il proprio dovere di soldato. Mussolini».».
Il secondo indispettito intervento del duce consistette invece nella seguente replica al Comando Supremo, inviata lo stesso 14 luglio (19). c:A quattro giorni di distanza dallo sbarco nemico in Sicilia considero la situazione sommamente delicata e inquietante, ma non ancora del tutto compromessa. Si tratta di fare un primo punto della situazione, stabilire che si deve fare e che si vuole fare. La situazione è critica perché: a) dopo lo sbarco la penetrazione è avvenuta in profondità con un ritmo più veloce; b) perché il nemico dispone di una schiacciante superiorità aerea; c) perché dispone di truppe addestrare e specializzate (paracadutisti e aliantisti); d) perché ha quasi incontrastàto il dominio del mare; e) perché i suoi Stati Maggiori dimostrano decisione ed elasticità nel condurre la campagna. Prima di decidere sul da farsi è assolutamente necessario, per valutare uomini e cose, conoscere quanto è accaduto. È assolutamente necessario. Tutte le informazioni del nemico (il quale dice la ven"tà quando vt.nce) (in corsivo nel testo, n.d.a.) ": le comunicazioni ufficiali dell'alleato, impongono un riesame di quanto è avvenuto nelle prime giornate. l. Le divisioni costiere hanno resistito il tempo necessario? Hanno dato cioè quel minimo che si riteneva dovessero dare? 2. La seconda linea, quella dei cosiddetti caposaldi, ha resistito o è stata troppo rapidamente sommersa? Il nemico accusa perdite del tutto insignificanti mentre ben 12.000 prigionieri sono caduti nelle sue mani. 3. Bisogna sapere cosa è accaduto ad Augusta, dove non fu organizzata nessuna resistenza degna di questo nome e si ebbe l'inganno provocato dall'annuncio di una rioccupazione di una base che non era mai stata occupata dal nemico. 4. La manovra delle tre divisioni Goering, Livorno e NapoH fu condotta con la decisione indispensabile e con un non meno indispensabile coordinamento? Che cosa è accaduto della NapoH e della Livorno? 5. Dato che la direzione logica dell'attacco è lo Stretto, si è predisposta una qualsiasi difesa del medesimo? 6. Dato che la penerrazione è ormai avvenuta, ci sono mezzi e volontà per costituire almeno un c:fronte siciliano• a nord, verso il Tirreno, così come fu, in altre epoche, contemplato e studiato? (19) S. AITANASIO: Sicilia senza Italia, luglio-agosto 1943, op. cit. , pagg. 131-132 nota e P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op. cit. , pagg. 214-215 .
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7. Le due divisioni superstiti (cAosta» e cAssietta:., n.d.a.) hanno ancora un compito verso ovest e sono in grado di assolverlo? 8. Si è fatto e si vuol fare qualcosa per reprimere il caos militare che si sta aggiungendo al caos civile determinato dai bombardamenti in tutta l'isola? 9. Le irregolarità e la miseria dei collegamenti hanno dato luogo a notizie false che hanno determinato una profonda impressione nel Paese. Concludendo, la situazione può essere ancora dominata purché ci siano, oltre ai mezzi, un piano, la volontà e la capacità di applicarlo. Il piano non può essere sinteticamente che questo: A. Resistere a qualunque costo a terra. B. Ostacolare i rifornimenti del nemico con l'impiego massiccio delle nostre forze di mare e di cielo. Mussolini:..
È appena il caso di ricordare ancora una volta che, nonostante quest'ultima categorica direttiva, «l'impiego massiccio delle nostre forze di mare» non si verificò mai. Alla predetta dura nota di Mussolini il Gen. Ambrosio si affrettò a rispondere nella stessa giornata, minimizzando i denunciati episodi di sbandamento, compresi quelli della Piazza M.M. di Augusta - Siracusa, come vedremo meglio in seguito{20). Chi era sul posto però continuava a vedere le cose in modo diverso. Infatti, dopo i casi via via enunciati e dopo l'esempio eclatante di Augusta - Siracusa, alle 18. l) del l) luglio il Diario Storico del Comando del XII Corpo d'Armata annotò che «i marinai del treno aÌmato di Mazzara hanno asportato un tratto di binario per non consentire l'entrata in postazione del treno» (21). Il giorno 16 quindi il Gen. Guzzoni segnalò «il preoccupante fenomeno dei militari siciliani che affluivano dal continente con lo specioso motivo di combattere, ma i.a-realtà per raggiungere le loro famiglie», nonché «lo sbandamento verificatosi tra i militari isolani, alcuni dei quali abbandonavano il reparto per recarsi alle loro case» (22).
Ancora più categorico fu il Comandante delle FF.AA. della Sicilia in un secondo messaggio dello stesso giorno che denunciava (20) A.U.S.E . . cartella 2124: lettera del Geo. Ambrosia a Mussolini del 14 luglio 1943. Vds. paragrafo 4. (21) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», giorno 15 luglio 1943. pag. 45. Il ueno armato della R. Marina di Mazzara del Vallo era il 76-lll-T, uno di quelli che il Geo. Faldella nemmeno elenca nel suo libro sullo sbarco e la difesa
della Sirilia. (22) A.U.S.E .. canclla 2124/B, fascicolo 2124/ A: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•, pag. 45.
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«il gravissimo, indegno fenomeno dello sbandamento verificatosi tra talune unità e servizi di tutte le Forze Armate dislocate nell'isola, nessuna esclusa, che getta una luce di profondo discredito sul soldato italiano, specie nei confronti delle Forze Armate alleate» (23). Ma in quel 16 luglio si registrò un fatto ancora più sconcertante, annotato nella Relazione del Comando FF.AA. della· Sicilia. Alle 20.15 infatti il Gen. Guzzoni venne informato dal Comando Marina di Messina «che le navi traghetto Cariddi e Vzila e le navi Baia e Capo d'Istria erano inutiliizabili perché gli equipaggi quasi al completo avevano abbandonato le navi» (24). Episodi come questi aggravavano la già ]l'esantissima crisi dei trasporti italiani nello Stretto, che il Comando FF.AA. della Sicilia rappresentò più volte a Roma, anche paragonandola alla perdurante efficienza dell'autonomo Servizio di traghetti tedeschi. Ad ogni buon conto Mussolini, scosso da queste ulteriori prove della scarsa saldezza morale , dette ancora minore credito alle attenuanti affermazioni del Gen. Ambrosio del 14 luglio e ordinò il giorno 16 un'inchiesta generale sugli avvenimenti siciliani, affidandola ad un ufficiale dei Servizi Segreti, Luigi Mondini. Tale inchiesta tuttavia non fu mai portata a compimento, a causa sia delle difficoltà di raccolta di documentazione, sia della successiva caduta del fascismo (25). Tutto ciò si verificava mentre martellante e imperturbabile imperversava la propaganda fascista su tutta la stampa nazionale, con assicurazioni sulla «fiera e gloriosa resistenza della Sicilia» e ancor più sulla «fusione delle tre Armi in un unico respiro contro il nemico». Come al solito succubo del regime, Virgilio Gayda, direttore del «Giornale d'Italia», scriveva ad esempio il 14 luglio: d siciliani e con essi tutti gli italiani non temono la prova. Sono decisi ad una granitica resistenza, a un combattimento implacabile, difendendo palmo a palmo il loro territorio» (26).
Perfino il 18 luglio, quando ormai le truppe dell'Asse si stavano ritirando sull'estrema cuspide nord orientale della Sicilia, (23) A.U.S.E. , cartella 2229: messaggio n. 36485/Serv. del 16 luglio 1943. (24) .A.U.S.E. , cartella 2124/B, fascicolo 2124 / A: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943», pag. 46. (25) P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op. cit., pag. 243. (26) Ibidem, pag. 203.
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Salvatore Aponte scriveva sul «Com'ere della Sera» a beneficio della propaganda fascista: «Come avevano facilmente preveduto coloro che conoscono bene il nostro temperamento e la nostra storia, dal momento stesso in cui il nemico ha messo piede sul suolo della Patria, l'Italia è balzata in piedi e la gente di Sicilia è tutta una fiamma».
Il commento di Paolo Maltese a siffatte affermazioni sottolinea che allora la Sicilia «non era nè una fiamma e nemmeno un lumicino» (27). In quel clima di incombente disfacimento eppure di incosciente presunzione si tenne il 15 luglio una nuova riunione a Palazzo Venezia tra Mussolini, Kesselring, Ambrosia e von Rintelen, in cui il duce espresse ancora l'opinione che non convenisse ridurre il perimetro difensivo all'estrema cuspide nord orientale della Sicilia. Nella stessa sede poi la discussione si spostò fatalmente sui ricorrenti episodi di scarsa combattività e di sbandamento e Mussolini si vide costretto a scendere sulla difensiva di fronte ai rappresentanti tedeschi, chiamando in causa gli effetti dei bombardamenti aerei, la grande estensione delle coste e l'attitudine offensiva e non difensiva del soldato siciliano. Egli comunque non potè fare a meno di ammettere che «durante il secondo giorno era mancata un po' di collaborazione e la decisione nell'azione» (28). Ad ogni modo non mancò in quella seduta anche una nota di ottimismo, che però rasentava il narcisismo , quando Kesselring affermò che fino a quel giorno le perdite di naviglio nemico nell'operazione in Sicilia ammontavano a circa 740.000 tonnellate. Egli aggiunse che tale cifra doveva essere considerata attendibile grazie al grado di addestramento raggiunto dal personale e grazie al fatto che per arrivare a tale ammontare le cifre delle singole segnalazioni erano state decunate del 40%. Logica sembrava penanto la conclusione dello stesso Kesselring, secondo cui se le perdite anglo-americane sul mare fossero continuate con il medesimo ritmo lo sbarco in Sicilia sarebbe costato ben caro al nemico (29). Altro sarebbe stato ovviamente il giudizio del (27} Ibidem, pag. 250. (28) A.U.S.E., cartella 1502: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 777: cAppunti relativi alla riunione a Palazzo Venezia del 15 luglio 1943•, pag. 6. (29) Ibidem, pag. 5
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LE OPERAZIONI IN SICIUA E IN CALABRIA
Maresciallo del Reich se un maggior realismo valutativo a rum 1 livelli ital o - tedeschi gli avesse fatto immaginare che durante l' intera campagna siciliana le flotte inglesi e americane avrebbero perso in realtà soltanto 85.000 t.s.l. di naviglio, compreso quello andato a fondo durante i trasferimenti dall'Atlantico (30). Comunque è probabile che Hitler non ponesse fede già da allora a tali fantasiosi resoconti, con i quali gareggiavano quelli di Superaereo, che vantò l'inesistente affondamento o danneggiamento entro la mattina del 17 luglio di ben 51 piroscafi nemici per 307.000 t.s.l. (31). Il Fi.ihrer infatti non a caso si rifiutò a quel punto di inviare ulteriori rinforzi in Sicilia, oltre a quelli già giunti entro il 15 luglio, fino a che non fosse sta;.o garantito almeno un minimo di sicurezza nei collegamenti marittimi italiani per l'isola. Questa decisione di Hitler venne comunicata a Roma da Kesselring durante la stessa riunione del 15 a Palazzo Venezia ed è da presumere che l'abbandono da parte degli equipaggi delle citate quattro navi italiane in servizio nello Stretto di Messina, verificatosi il giorno seguente, non incoraggiò un ripensamento del Fiihrer (32). Quest'ultimo alla fine decise di togliere il suo veto all'afflusso dei rinforzi tedeschi in Sicilia solo per creare un clima favorevole all'incontro con Mussolini a Feltre e il 18 luglio acconsentì pettanto che riprendessero i movimenti di trasferimento verso l'isola del grosso della 29a div. Panzergrenadier.
2.
LE AZIONI AERONAVALI TRA IL 12 E IL 16 LUGLIO
In perdurante assenza di ogni serio contrasto navale, la responsabilità di colpire le flotte alleate nelle acque siciliane spettò ancora alle forze aeree dell'Asse (33 ). (30) T. DORLING (alias TAFFRATL): Medite"aneo occidentale 1942-194.5. Roma, Ufficio Storico della Marina, 1966, pag. 113 e A.B. CUNNINGHAM: L'odissea di un man'naio, op. cit.,pag 424. (31) A.U.S.E., c:u-tella 1503: cDiario StOrico del Comando Supremo•, allegato 966. (32) A.U.S.E., cartella 1502: cAppumi relativi alla riunione a Palazzo Venezia del 15 luglio 1943•. pag. 4. (33) Il previsto impiego di quindici sommergibili italiani e di nove tedeschi nel Mediterraneo centrale ottenne modestissimi successi nel periodo considerato. Di contro si perdettero in quelle acque dal 10 al 13 luglio due U-boote germanici (l' U-.561 e l' U-409) e quamo sommergibili italiani e cioè il Flutto, il Nereide, l'Accùtio e il Bronzo,
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Come abbiamo detto, la principale difficoLtà per l'aviazione italo - tedesca era quella di mantenere efficienti gli aeroporti della Sicilia e della Calabria, sottoposti a distruttivi bombardamenti alleati. A tale proposito Superaereo inviò il 12 luglio un promemoria al Comando Supremo (allegato n. 11 in appendice) in cui erano elencati gli aeroporti siciliani inutilizzati totalmente o parzialmente dalle incursioni avversarie, oltre a quelli meridionali dell'isola già occupati dalle truppe nemiche sbarcate (34). L'attività aerea dell'Asse venne rivolta quasi esclusivamente contro il naviglio mercantile alleato, in seguito ad una cpmune decisione ribadita durante gli incontri ad alto livello svoltisi a Roma in quei giorni. Invece il tanto invocato appoggio tattico alle truppe di terra, la cui mancanza fu costantemente denunciata dai vari Comandi· dell'Esercito, richiedeva una tempestività ed una precisione nei collegamenti radio che era ben oltre le possibilità delle Forze Armate stanziate nell'isola. Il primo intervento aereo del 12 luglio venne effettuato da 51 bombardieri Ju.88 del II Fliegerkorps, che verso le 05.00 colpirono nella zona tra Capo Passero e Capo Ognina la nave ospedale inglese Dorsetshi're, il piroscafo Ocean Peace e il cacciatorpediniere Eskimo, con a bordo l' Amm. Troubridge. Delle tre unità solo l' Ocean Peace andò perduta, poiché dovette essere auroaffondata per evitare una possibile esplosione del carico di munizioni. In giornata squadriglie di assaltatori F.W .190 e Bf 11 O tedeschi presero di mira anche la flotta americana al largo di Gela, senza ottenere successi, al pari di 115 ].88 succedutisi nottetempo sui medesimi bersagli. Da parte sua l'Aeronautica italiana riprese nel pomeriggio del 12 gli attacchi ai mezzi navali inglesi tra Siracusa e Augusta, impiegando in successione sette tuffatori Ju.87, nove as;altatori Re.2002, cinque bombardieri S.84 e undici aerosilurafiti S. 79, senza ottenere alcun risultato e perdendo due Ju. 87. Ben più gravi fu rono in giornata le perdite della Luftwaffe, che impiegò un numero nettamente superiore di velivoli e che quest'ultimo catturato il 12 luglio e rimorchiato a Siracusa dal dragamine inglese Seaham. Cfr. UFFICIO STORICO DELLA MARINA: La Marina ilalùma nella seconda gue"a mondiale, vol. II: Navi miiitan· perdute. op. cir., pagg. 67-68 e pagg. 106-107 e T. DORLING (alias TAFFRAIL): Medite"aneo occidentale 1942-J94J, op. cit., pag. 102. (34) ARCHIVIO UFFICIO STORICO AERONAUTICA (A.U.S.A.), fondo OP3, cartella 31: Promemoria di Superaereo n. 18/10961 del 12 luglio 1943.
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lamentò l'abbattimento di diciassette aerei. Dall'O.B.S. fu quindi calcolato che fino alle ore 06.00 del 13 luglio la 2 a Luftflotte non aveva visto rientrare dalle missioni sulla Sicilia 33 Ju. 88, 3 F. W .190, 4 Bf. 110 e 14 Bf. 109 su un totale di voli pari a 589 bombardieri, 112 assaltatori, 132 distruttori e 148 caccia (35 ). I risultati ottenuti dall'offensiva aerea dell'Asse in quei primi tre giorni furono peraltro considerati buoni, poiché erroneamente si stimarono colpite ben 116 navi mercantili per 152.000 t. s.I., nonché una corazzata, due incrociatori, due cacciatorpediniere e un gran numero di mezzi da sbarco. Di essi diciotto piroscafi, per circa 90.000 t.s.l., e tre navi da sbarco furono ottimisticamente considerati affondati , ed altre quattordici navi tpercantili, otto mezzi da sbarco e un cacciatorpediniere danneggiati in modo tale da far ritenere sicura la loro perdita. In realtà, come abbiamo precisato nel precedente paragrafo, le stime dei successi nei cieli redatte dagli italo - tedeschi erano eccessivamente gonfiate e condussero ad apprezzamenti controproducenti. In particolare gli affondamenti aerei di navi anglo - americane dal 10 al 31 luglio, rutti attribuibili alla Luftwaffe, si ridussero ad un cacciatorpediniere e a un dragamine americani, ad una nave ospedale inglese e a cinque piroscafi e due navi da sbarco di ambedue le nazionalità (36). Gli alleati si reputarono soddisfatti ed anche sorpresi degli scarsi successi raggiunti dalle forze aeree dell'Asse, anche in considerazione del fatto che in quei primi giorni di lotta erano emerse numerose lacune n eli' organizzazione della protezione aerea sulle loro teste di ponte. Nella giornata del 13 luglio i repani del II Fliegerkorps dovettero subire ugualmente grosse perdite, dal momento che non rientrarono alle basi 13 velivoli tedeschi su 187 impiegati. Nondimeno gli aerei germanici affondarono davanti Marina di Avola la nave Libeny statunitense Timothy Pickering. La R. Aeronautica impiegò in giornata nove assaltatori CR.42, otto Ju.87 e undici Re.2002 sulla rada di Augusta, non ottenendo alcun successo e subendo gravissime perdite ad opera degli <<Spitfì(35) A. SANTONI - F.. MA TfESINl: La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940·1945, op.cit., pag. 417.
(36) HER MA)ES1Y'S STATIONERY OFFICE: Hi.Jtory of the second world war · U.K. mziitary series. The Mediterranean and the Middle East, vol. V cit., pag. 99.
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re» della R.A.F. Infatti non rientrarono alla base due Re.2002 e ben sette degli otto Ju.87, mentre in giornata altri pesanti perdite italiane furono riscontrate nel bombardamento del!' aeroporto di Catania, dove vennero distrutti al suolo sette caccia, due Ju.87 e un trasporto S.82. Il 13 luglio segnò anche l'insediamento dei primi reparti del 244° gruppo della R.A.F. nel conquistato aeroporto di Pachino e il giorno 14 vide l'arrivo di tre squadronictel 324° gruppo nell'aeroporto di Comiso. Da pane sua l'U~S.A.A.F. istituì una base avanzata def:XII Comando di supporto aereo a Gela il 12 luglio e stanziò tra il 13 e il 15 crescenti reparti aerei a Farello, Ponte Olivo e Licata (37). Frattanto entrambe le Aeronautiche dell'Asse erano giunte alla conclusione che fosse preferibile trascurare il settore di sbarco americano per concentrare gli sforzi sulle spiagge e sui poni di scarico britannici nella Sicilia orientale, che erano poi i più prossimi agli aeroporti meridionali della penisola. In questi nuovi attacchi al settore inglese, quasi esclusivamente notturni a causa dell'ormai incontrastabile predominio aereo diurno degli alleati, i velivoli dell'Asse si giovarono del crescente periodo di luna piena. Nondimeno la difesa dei trasporti britannici, attuata anche con cortine fumogene, si dimostrò molto efficace e le navi che si mantenevano al largo della costa non ebbero a soffrire nel complesso gravi danni. Perdite elevate invece continuarono a riportare gli aerei italo tedeschi, soprattutto a causa degli efficacissimi bimotori «Beaufighters» di Malta, conveniti in caccia notturni. A questi velivoli inglesi furono accreditate tra il 10 e il 12 luglio ben diciannove vittorie per aver abbattuto dodiciJu.88. tre He.111, tre Cant 2.1007 bis e uno Ju.52. Inoltre nella notte tra il 13 e il 14 i caccia notturni britannici, in collaborazione con la contraerea, distrussero_altri sei Ju.88 appanenenti ad una forma zione di settantasei velivoli del II Fliegerkorps, che danneggiò da parte sua l'unità da sbarco Ennerdale. Quella stessa notte però anche gli inglesi, come era accaduto agli americani su Gela, dovettero lamentare un sanguinoso incidente ai loro aerei da trasporto, che imbarcavano paracadutisti da lanciare alle spalle delle linee nemiche. Infatti, considerato che l'sa · (37) Ibidem, pag. 98.
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Armata di Montgomery, avvicinandosi alla piana di Catania, stava incontrando una crescente resistenza, era stato deciso dal Comando britannico di effettuare un aviosbarco sulle due rive del Simeto, con obiettivo principale il ponte di Primosole sulla costiera ionica 114, a una dozzina di chilometri a sud di Catania. La sera del 13 luglio pertanto decollarono dalla Tunisia 107 velivoli da trasporto e 17 alianti a rimorchio, con a bordo 1.856 paracadutisti dalla brigata / aviotrasportata inglese del Gen. Lathbury. In questa occasione le navi britanniche erano state preavvertire dell'impresa, ma il convoglio aereo ebbe la sfortuna di giungere sulla flotta mentre questa era attaccata dai suddetti settantasei velivoli tedeschi (38). Il risultato fu che due C-47 venpero abbattuti dal fuoco contraereo amico e dodici si persero a causa delle difese italo tedesche e di incidenti di volo. Altri ventisette aerei da trasporto furono costretti ad invertire la rotta per danni od errori di navigazione, senza aver effettuato il lancio. Dei rimanenti sessantasei solo trentanove furono capaci di lanciare verso le 22. 30 i loro paracadutisti e di mollare undici superstiti alianti entro un raggio di un chilometro e mezzo dal ponte (39). Pertanto dei 1.856 inglesi della brigata appena 12 ufficiali e 283 uomini di truppa con tre pezzi controcarro presero terra correttamente nei pressi dell'obiettivo , eliminarono la 276a batteria .l da 305 l 17 e in successione raggiunsero il ponte di Primosole a partire dalle 02.15 del 14 luglio (40). Qui però essi ebbero la sorpresa di subire già alle 06.30 un primo contrattacco ad opera di reparti del 3 o rgt. paracadutisti tedesco che, per ironia della sorte, avevano preso terra quasi nella stessa zona la sera del 12 (vds. tavola n. 21). Respinto questo primo contrattacco mattutino, i circa trecento paracadutisti inglesi, al comando del Cap. Rann, che avevano staccato i contatti delle cariche di demolizione del ponte, furono investiti per tutta la restante giornata del 14 da nuovi ripetuti assalti italo - tedeschi e alle 17.00 furono costretti ad abbandonare la riva settentrionale del Simeto. Quindi alle 19.30 i superstiti britannici, premuti dal II battaglione arditi, si ritirarono sulle alture (38) D. RlCHARDS - H.G. SAUNDERS: Royal Aù· Force 1939·1945, vol. Il cit. , traduzione italiana a cura dello S.M.E., pag. 478. (39) G.A. SHEPPERD: The Italian campaign 1943·1945, op. cit., pag. 59. (40) HER MA]ES'IY' S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. milifary series. The Medite"anean an d the Middle East, vol. V ci t., pag. 96.
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dominanti la riva meridionale del fiume, im.pedendo però sempre al nemico di riprendere il completo controllo del ponte. Alle prime ore del 16 giunsero in aiuto dei residui paracadutisti inglesi i primi carri della 4a brigata corazzata e le avanguardie della 151 a brigata di fanteria, che poterono constatare che dei circa trecento uomini del Cap. Rann ne erano stati uccisi o feriti 115. Contemporaneamente a questo aviosbarco, il 3 • Commando britannico era stato sbarcato alle 20. 30 del 13 luglio dal trasporto Prince Albert presso Agnone, con obiettivo il più meridionale ponte dei Malati sul fiume Lentini (41). Il cacciatorpediniere di scorta mise a tacere una batteria costiera e i 400 uomini del Commando sopraffecero una compagnia del 372" btg. costiero al prezzo di 25 tra morti e feriti, raggiungendo poi il ponte. L'allarme fece però accorrere sul posto nella mattinata del 14 il gruppo tattico «Carmito>> del Ten. Col. Tropea, formato dal IV btg. semoventi da 47/32 «Livorno» e dalla 53a cp. motociclisti, che, appoggiato da paracadutisti e da tre carri germanici, obbligò gli incursori inglesi ad abbandonare il ponte dei Malati e a disperdersi verso sud con un totale di 28 morti, 66 feriti e 59 dispersi (42). Il ponte dei Malati venne però ugualmente conquistato dall'avanzante 4a brigata corazzata britannica il giorno 15. Continuavano frattanto le infruttuose incursioni aeree italo tedesche nel settore inglese. Poco prima dell'alba del 14 luglio 44 bombardieri tedeschi presero di mira il porto di Siracusa, perdendo altri quattro Ju.88, mentre la R. Aeronautica lanciò nella notte tra il 13 e il 14 contro le navi britanniche quindici aerosiluranti e tredici bombardieri, senza alcun risultato e con la perdita di tre S.79 e di un Cant 2.1007 bis. I vuoti nei reparti aerei dell'Asse crebbero durante le ventiquattr' ore successive. Nel corso dell'intera giornata del 14 infatti i tedeschi, che impiegarono 158 velivoli sul settore britan~ico, persero quattro aerei. Durante la notte poi altri 129 apparecchi della 2a Luftflotte si accanirono su Augusta e Siracusa e 13 di essi non rientrarono alla base. Per di più nessun concreto danno venne inflitto alle opere portuali, né alle navi nemiche, così come fallì l'attacco di quattro Cant 2.1007 bis, di quattro S.84 e di nove S.79 impiegati nella stessa giornata dal!' Aeronautica italiana. (41) Ibidem, pag. 95. (42) Ibidem, pag. 95 nora.
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Furono invece le mine a causare in quei giorni gli unici danni alle unità alleate. Il 14 luglio infatti l'incrociatore americano Brooklyn incappò su una di queste armi subacquee allargo di Gela e rimase leggermente avariato; stessa sorte che toccò il 15 al dragamine Staffa sud di Porto Empedocle. Il medesimo giorno 15 la Luftwaffe impiegò 163 caccia e 23 assaltatori sul fronte terrestre siciliano durante le ore di luce e 55 \ Ju.88 contro il naviglio nemico davanti a Siracusa appena calata la l notte (43). Essi riuscirono però solo a danneggiare due dragamine britannici. 1 Il 16 luglio si apd favorevolmente per le armi italiane dopo tante delusioni. Infatti alle 00.25 un aerosilurante S. 79 della 4a Squadra Aerea, pilotato dal Cap. Capelli, danneggiò e costrinse a rientrare a Gibilterra la portaerei britannica Indomitable allargo di Capo Passero. Quindi alle 06.13 il sommergibile A/agi attaccò e danneggiò con un siluro davanti ad Augusta l'incrociatore leggero inglese Cleopatra, che ebbe a bordo ventuno morti e quindici feriti, ma potè raggiungere Malta (44). Quello stesso giorno motosiluranti tedesche danneggiarono un'unità similare britannica, la MTB-57, in uno scontro a sud ovest di Reggio Calabria. Occorre infine segnalare in questa sede un promemoria presentato lo stesso 16 luglio dal Col. Brunetti al Geo. Monti dell'Aeronautica Sicilia e contenente proposte definite giustamente «Un sogno» da quest'ultimo. Esse infatti prevedevano nell'ordine: bombardamenti a massa su Malta, sugli aeroporti siciliani in mano nemica, sul naviglio alleato lungo le coste, contro le forze terrestri avversarie nel settore Siracusa - Augusta - Catania e sulle retrovie anglo - americane, nonché crociere di protezione ininterrotta del nostro traffico stradale (45).
(43) A.U.S.E., cartella 2228, dispaccio dell'Ufficio di collegamento con il II Fliegerkorps n. 12 O.P.M. del 17 :uglio 1943. (44) La storia ufficiale della Marina italiana amibuisce questo danneggiamento al sommergibile Dandolo, ma dopo accurate indagini condotte anche su documenti britannici sì è giunti alla conclusione che il battello silurante fu in realtà il vicino A/agi. (45) A.U.S.E., cartella 2228, promemoria del Col. Brunetti delle Mc 16.00 de l 16 luglio 1943 c risposta scettica del Gcn. Momi delle ore 17.30.
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3. LA CONQUISTA BRITANNICA DELL'INTERA PIAZZA M.M. DI AUGUSTA - SIRACUSA E Il SACRIFICIO DELLA «NAPOLI» (Vds. ancora la tavola n. 18) Alle 09.10 del 12 luglio il Gen. Guzzoni diramò nuovi ordini che, nei riguardi del settore investito dall'sa Armata britannica, prescrivevano quanto segue (46): - la div. ftr. «Napoli», meno gli elementi impegnati già all'interno della Piazza M.M. di Augusta - Siracusa che sarebbero rimasti sul posto, doveva mantenere ad ogni costo Palazzolo Acreide, intorno a cui era stanziata in capisaldi la colonna del Gen. Fiumara. Ciò al fine di coprire il fianco della div. «H.· Goering», alla quale era stato ordinato di trasferirsi da Gela alla linea Vizzini Palazzolo; - il gruppo del Col. Schmalz doveva mantenere le posizioni tra Melilli e Priolo Gargallo per parare le azioni nemiche provenienti da Siracusa occupata. Di lì a poco, però, e precisamente a mezzogiorno del 12, cadeva la difesa di Palazzolo Acreide e la cittadina veniva occupata dalla 23a brigata corazzata posta agli ordini della 5P div. ftr. scozzese. Qui, come è noto, il Gen. Fiumara aveva costituito fin dal pomeriggio del 10 luglio, con il III/75 • ftr. e con il XVI gruppo art. da 105 l 28, i tre capisaldi a sud dell'abitato, al bivio di Torre Iudica e a Monte Grosso, così da sbarrare rispettivamente le provenienze da Noto, da Canicattini Bagni e da Solarino - Floridia (vds. capitolo VII, paragrafo 4). Durante l' 11 luglio, poi, questo gruppo tattico era stato rinforzato da una batteria contraerea da 20 mm. e da tre semoventi da 47 l 32 del CCX:X:X btg., che avevano effettuato una puntata esplorativa fino al bivio di Canicattini, distruggendo quattro camionette nemiche. \ la mattina del 12, mentre il Gen. Gotti Porcinari, comandante della «Napoli», stava visitanqo il dispositivo di difesa, si scatenò contro il lato sud di esso un attacco di fanteria scozzese e di carri della 23 a brigata corazzata, sorretto da un violento fuoco d' artiglieria. Gli scozzesi oltrepassarono il caposaldo di Torre Iudica e
(46) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 33: telescritto del Comando FF.AA. della Sicilia al Comando del XVI Corpo d'Armata o. 16377 delle ore 09.10 del 12 luglio 1943.
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penetrarono alle 11. 30 nella parte alta dell'abitato di Palazzolo Acreide (47). L'occupazione di Palazzolo fece crollare per aggiramento il resto del dispositivo difensivo del Gen. Fiumara ed ebbe dirette conseguenze sulle soni della colonna Ronco, o meglio di quello che restava a nord ovest di Solarino di tale gruppo tattico e dei reparti ad esso aggregati, come è noto, il 10 luglio (vds. capitolo VII, paragrafo 4 e capitolo VIII, paragrafo 3). Infatti le artiglierie inglesi concentrarono un fuoco micidiale sulle posizioni della colonna Ronco a partire dalle 13.00, impedendo con ciò che scattasse di là la prevista controffensiva. Non ebbe invece per il momento successo un tentativo di aggiramento operato da mezzi corazzati britannici 1 provenienti da Palazzolo Acreide e che avevano spazzato via l'ultimo caposaldo del III/75 o ftr. a Monte Grosso. Viste crollare le difese di Palazzolo Acreide, il Gen. Gotti Porcinari si rifugiò anch'egli presso il Comando del Col. Ronco a nord ovest di Solarino, sfuggendo miracolosamente a due mitragliamenti aerei della propria autocolonna. Qui giunto il comandante della «Napoli» emanò alle 13.00 di quel 12 luglio direttive per «coordinare l'azione della colonna agli ordini del Colonnello Ronco con quella della colonna Schmalz», di cui però si ignorava allora l'esatta posizione (48). Innanzi tutto avrebbero dovuto essere inviati in direzione di Siracusa quattro carri R/35 del gruppo mobile «D», inglobato nella colonna Ronco, per prendere contatto con il predetto reparto del Col. Schmalz, che si supponeva erroneamente nei pressi del capoluogo provinciale, così d~ formare «un corridoio di collegamento nel dispositivo avversario» (49). Per quanto il comandante del gruppo mobile «D», Ten. Col. D 'Andretta, «avesse dimostrato al Generale che il compito assegnato ai quattro carri era assurdo» (50), egli obbedì agli ordini e alle 14.00 questi mezzi corazzati partirono a tutta velocità per la loro (47) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/4: cStralcio della relazione del Gen. Fiumara Rosario, comandante della fanteria della divisione ' Napoli', per gli avvenimenti dei giorni 9, 10, 11 e 12 luglio 1943 relativamente alla difesa di Palazzolo Acreide e Vizzini•, pag. 7. (48) A.U.S.F, canella 1427, allegatO 59/2: illelazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandara dal Colonnello Ronco ua il 10 e il 13 luglio 1943 nella marcia tra Palazzolo Acreide e Siracusa., pag. 11. (49) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/13: cGruppo mobile ' D ': relazione del farro d'armi dei giorni 10, 11, 12 e 13 luglio 1943 nella zona di Solarino•, pag. 3. (50) Ibidem, pag. 3.
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mtss10ne. Fatti però appena duecento metri sulla strada per Solarino, i quattro R/35 incapparono in un posto di blocco nemico, instaurato dalla 69a brigata della 50a div. ftr. inglese. Il primo carro italiano saltò su una mina, il secondo fu distrutto da un colpo di cannone che lo centrò in pieno e il terzo, raggiunto anch'esso da una granata, ebbe il cingolo di destra spezzato e si rovesciò nella sottostante scarpata. Il quarto carro, su cui era balzato il comandante di plotone, S. Ten. Profico, scampato all'esplosione della mina sotto il suo mezzo corazzato di testa, superò illeso il posto di blocco, resistendo ad una granata che colpì la parte anteriore della torretta. Esso sfrecciò quindi lungo la discesa tra Solarino e Floridia, impegnando con la mitragliatrice e col cannone un'autocolonna di fanteria inglese procedente in direzione opposta. Dopo tale felice azione di disturbo, il Renault R/35 si imbattè ad una curva della strada, alle porte di Floridia, in un molto più potente «Sherman», che sbarrava il cammino. Un colpo sparato a bruciapelo, a meno di cinque metri, dal pezzo da 37 mm. del carro italiano scalfì appena la vernice dello «Sherman» (51). Subito dopo alcuni fanti britannici puntarono le loro armi automatiche ali' interno dell'R/35 attraverso gli sportelli anteriori aperti dal pilota, cosicchè all'equipaggio italiano non rimase che arrendersi. In seguito il Renault catturato fu distrutto da un colpo di cannone tiratogli dallo stesso «Sherman» (52). Fallito quindi questo tentativo disperato di entrare in contatto con le truppe tedesche del Col. Schmalz, i reparti della «Napoli» riuniti a nord ovest di Solarino vennero sottoposti ad un rinnovato concentramento d'artiglieria a partire dalle 04.00 del 13 luglio. Quaranta minuti dopo scattarono all'attacco le fanterie britanniche, che furono contenute fino alle 09.30, quando le infiltrazioni laterali divennero così profonde da consigliare il Gen. Gotti Porcinari e il Col. Ronco ad arretrare sulle retrostanti posizioni di \. Contrada Trigona tenute dall'artiglieria del X gruppo. La rotabile verso Palazzolo Acreide venne sbarrata in più punti con automezzi carichi di munizioni che, fatti esplodere a cannonate dalla batteria da 75/18, rallentarono l'avanzata dell'avversario (53). (51) Ibidem, pag. 4 (52) Ibidem, pag. 4 (53) A.U.S.E., cartella 1427, aJJegaro '59/2: <Relazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandata dal Colonnello Ronco tra il 10 e il 13 luglio 1943 nella marcia ua Palazzolo Acreide e Siracusa., pag. 12 .
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Anche i due superstiti plotoni carri Renault fecero frequenti puntate in avanti per alleggerire la pressione, ma vennero ben presto fatti segno a fitti concentramenti di fuoco. Per rinforzare le linee dell'ultima resistenza furono infine «sottratti uomini alle batterie, il cui compito era ormai ridotto a quello di far fuoco a zero su direzioni predisposte» (54). Al centro di tale estremo bastione difensivo si ponarono quindi il Gen. Gotti Porcinari e il Col. Ronco con la bandiera del 75 o reggimento fanteria. Sottoposte ad un nutritissimo fuoco di monai e as~alite sui fianChi e sulla fronte, - le linee italiane di Contrada Trigo n-a cedettero e la resistenza cessò .intorno alle 15.00 del 13 luglio davanti alla schiacciante superiorità della 50a div. ftr. britannica. Il Gen. Gotti Porcinari venne catturato 1con il suo Stato Maggiore, mentre il Col. Ronco e alcuni superstiti salvarono la bandiera e si gettarono nel canalone di Mandria di Donna fra i cespugli in fiamme e il fumo che li nascose alla vista del nemico. La bandiera del 75 o ftr. fu sotterrata per evitare che cadesse neiie mani dell'avversario e venne recuperata poi nel dopoguerra. Con _qu~to_ combatt~ento,_che Qermise ~gli _in_gJ~i conquistare anche il vicino villaggio di Sonino, fu praticamente ànnientata, la div. ftr. «Napoli», il cui secondo reggimento a i fanteria ancora combattente, il 76 o rgt. ftr. del Col. -salemi._ e!_~ allora molto frazionato. Esso aveva infatti il suo I btg. del Ten. Col. Parrabbi a Ramacca e a Caltagirone insieme al CX gruppo an. di C.A. da 149/13, il II btg. del Magg. Nobile e la 3a btr. da 75/27 del CXXVI gruppo art. di C.A. a Luogo Grande, il III btg. del Magg. Properzi e il Il/ 54 o art. «Napoli» a Scordia e infine la compagnia cannoni controcarro da 47/32 insieme al battaglione reclute a Monterosso Almo. · Appena sistematosi a caposaldo presso Luogo Grande (ore 19.00 dell' 11 luglio) il Il/76 ° ftr. del Magg. Nobile passò alle dipendenze del 121 o rgt. costiero del Col. Damiano, con il compito di proteggere il fianco sinistro della colonna «Schmalz», impegnata all'interno del territorio della Piazzaforte M.M. di Augusta - Siracusa nella vana marcia verso sud. Quindi alle 16.00 del 12 luglio il II/76° ftr. fu spostato in avanti verso le sponde del torrènte Marcellino, in posizione tale da poter battere la zona ad ovest di Augusta in caso di locale sbarco nemico (55). (54) Ibidem, pag. 12. (55) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/5: •Comando 76• rgt. ftr. 'Napoli' relazione sulle operazioni svolte dal IO al 15 luglio 1943•. pag. 2.
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Mentre si stava attuando il suddetto trasferimento, la 5a compagnia del 11/76• ftr., situata all'estrema destra, fu attaccata sul fianco da reparti motocorazzati della 17a brigata inglese, i quali respinsero il successivo contrattacco tentato dalla 6a compagnia e minacciarono di accerchiare l'intero battaglione. Per evitare tale pericolo, il Magg. Nobile iniziò alle 20.00 il generale ripiegamento sul villaggio di Carlentini, raggiunto in nottata.
* * * Mentr~. si svolgevano gli esaminati avvenimenti con protagonista la div. ftr. «Napoli», era iniziato alle 07.00 del 12 un bombardamento navale inglese contro il Monte Tauro e la stessa Augusta. Alle 10.35 quindi si era presentato in esplorazione davanti alla rada di Augusta il cacciatorpediniere inglese Exmoor, su cui era da poco imbarcato l' Amm. Troubridge, trasferitosi dal danneggiato Eskimo ; ma alcuni colpi avevano subito inquadrato l'unità britannica, costringendola ad allontanarsi velocemente. Secondo una recente ed accurata ricostruzione dell'episodio sappiamo ora con certezza che i colpi furono sparati in quell'occasione da una batteria mobile tedesca e che tale reazione valse a far credere agli inglesi che Augusta fosse ancora dotata delle sue formidabili difese (56). Alle 15.40 di quello stesso 12 luglio, tuttavia, l'Exmoor si ripresentò nel porto Xifonio di Augusta insieme al cacciatorpediniere greco Kanaris, a un dragamine e a una motovedetta. Si trattava ancora di un'azione esplorativa e non di uno sbarco vero e proprio, come stava a dimostrare la composizione del complesso navale e l'incursione informativa di un piccolo reparto britannico che catturò l'esattore del dazio Giuseppe Tringali, portato a bordo e interrogato da un interprete dell'Intelligence navale. Quando però già il Kanaris e la motovedetta manovravano verso l'usci~ della rada, un pezzo da 88 mm. tedesco aprì il fuoco e danneggiò lievemente a poppa l' Exmoor, che ebbe un morto e tre feriti a bordo (57). Contemporaneamente l' Amm. Leonardi, comandante della Piazza Militare Marittima, constatata l'efficienza di un cannone da
(56) T. MARCON: Augusta 1940-43, op. cit., pag. 148. (57 ) Ibidem, pag. 151.
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76 mm. presso la batteria «AS 674», aveva deciso di rimettere in postazione il pezzo, affidandolo ai giovani capimanipolo Caforio e Ghidetci e allo stesso Console De Pasquale. Recuperato l'otturatore del cannone, essi riuscirono a sparare un paio di colpi verso il largo, senza però alcun risultato (58). La terza visita di navi inglesi davanti ad Augusta in quel 12 luglio risultò di lì a poco decisiva. Alle 19.30 infatti il mercantile . inglese Ulster Monarch entrò nel golfo Xifonio e, protetto da tre cacciatorpediniere e tre motocannoniere , sbarcò tre compagnie del l o Special Raiding Squadron, inutilmente contrastate da un cannone tedesco piazzato sulla piana di Cipollazza e da alcune mitragliatrici, uniche armi rimaste attive di un dispositivo ritenuto flno ad allora giustamente formidablle. Lo sbarco riuscì in pieno con la perdita di due soli militari inglesi e gli invasori, superata la resistenza dei reparti raccogliticci del Cap. Freg. Turchi a bivio Fontana, poterono congiungersi a sera, presso il ponte sul Mulinello, con la 17 a brigata britannica, che aveva eliminato proprio allora, come abbiamo visto, il caposaldo di Luogo Grande del Il/76° ftr. Alle 08.00 del 13 luglio altre motosiluranti inglesi entrarono nella rada di Augusta, seguite alle 11.00 dal trasporto Antwerp, che sbarcò il gruppo speciale «Glutton» per la riattivazione del porto. Augusta venne quindi invasa dal mare, al prezzo accertato di due !?O_!ti e- otto feriti britannici, e non risponde pertanto a verità l'affermazione che tale base navale sia caduta «dopo ogni possìbite resistenza per avvolgimento da terra» (59). · Neanche tre giorni di tempo intercorrenti tra l'invasione della Sicilia e lo sbarco britannìco ad Augusta, n è l'indiscriminata demolizione delle difese della Piazzaforte M. M., durata altrettanto, furono sufficienti ad impedire che materiale classillcat.o italiano cadesse in mani nemiche. Ce ne ha lasciato questa viva testimonianza l'allora comandante Reynolds , che a bordo della MTB-658 fu uno degli invasori di Augusta(60). cll nemico non sembrava aver nemmeno tentato di distruggere materiale dì valore segreto. Le mitragliere- in maggioranza Breda- erano complete, (58) Ibidem, pag. 152. (59) Così è stato propagandato a lungo da M. BRAGADIN: Che ha fotto la Manna? .Milano 1955, pag. 316. (60) L. C. REYNOLDS: Sbarco in Sicilia, Milano 1957. pag. 93.
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con persino le cassette dei pezzi di ricambio, e nel qu~drato sottocoperta di una grande chiatta si trovavano i codici segreti per le segnalazioni».
In quelle circostanze disperate, che vedevano crollare una base navale ritenuta inespugnabile di fronte allo sbarco di tre compagnie inglesi, gli uomini del 246° btg. appartenente al 121 o rgt. costiero del Col. Damiano tentarono di rallentare l'avanzata del nemico dapprima presso il cimitero di Augusta, poi sulla congiungente Monte Tauro - Quarantamigliara- Brucali, in collaborazione con un reparto di formazione di marinai raccolti dal Cap. Freg. Turchi e con una compagnia carri del gruppo tedesco «Schmalz» (61): La sera del 13 però questo dispositivo, minacciato di essere tagliato fuori dal progresso della 5 a div. ftr. britannica oltre Luogo Grande e verso Villasmundo, dovette ripiegare nella zona Fondo Mare, Arcile e Scirumi, con i Comandi del Col. Damiano e dell' Amm. Leonardi trasferiti alla Masseria Arcile. Brucali pertanto cadde in mano inglese la mattina del 14. Il compito di frenare l'avanzata della 5a div. ftr. inglese lungo la rotabile 114 tra Melilli e Villasmundo restò da allora affidato •al gruppo tedesco deLCoi. Schmalz, che in quel momento adottava una tattica di logoramento .ritardatrìce, come viene espressamente definita dalla storia ufficiale britannica sulla campagna di Sicilia (62). In effetti il Col. Schmalz aveva avuto istruzioni da Kesselring il 12 luglio di ritirarsi lentamente e combattendo sulla linea Lentini - Francofonte, in vista della formazione di uno sbarramento a difesa della piana di Catania e dell'arrivo in zona della divisione «H. Goering», reduce dal fallito contrattacco su Gela. Nello stesso tempo il gruppo «Schmalz» venne rinforzato la sera del 12 dal 3 o rgt. paracadutisti del Col. Heilmann, lanciatosi nel pomeriggio, come abbiamo visto, nella piana di Catania. Due battaglioni di questi paracadutisti germanici non riuscirono comunque a tenere nè Melilli, abbandonata il 12, nè Villasmundo, occupata dalla 15 a brigata inglese durante la notte del 13 (63 ). Nella zona di Melilli (61) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/14: cRelazione sul 121" reggimento costiero, Piazza M.M. di Siracusa - Augusta, dal 10 al 15 luglio 1943•. pag. 2. (62} HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History o/ the second world war- U.K. military sen'es. The Medite"anean and the Middle East, vol. V cit., pag. 82. (63) Ibidem, pag. 94. Il 4• rgt. paracaduri.sti tedeschi del Ten. Col. Walther, lanciato anch'esso sulla piana di Catania alle 20.30 di quel 12 luglio, entrò in linea lungo il Simeto tra il 13 e il 14.
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furono catturati anche i resti della P e della 4a compagnia del 504a btg. costiero del Magg. De Lorenzis. Oltre al gruppo «Schmalz» si stava ritirando dalla zona anche il II/76° ftr. «Napoli» che, come abbiamo detto, era giunto a Carlentini la notte del 12, per ripartire poi alle 20.00 del 13 con destinazione Scordia. Quest'ultima nuova ritirata era stata decisa su iniziativa personale del Magg. Nobile, che invano _aveva atteso ordini dal Col. Damiano (64). A Scordia quindi si sarebbero riuniti il II/76 • e il già presente III/76 ° «Napoli», insieme alle rispettive e già esaminate dotazioni di artiglieria, se in seguito ad un ordine telefonico del Comando del XVI Corpo d'Armata il III /76° ftr. non si fosse spostato alle 19.00 del 13 in direzione di Francofonte, a protezione dell'ala destra del gruppo «Schmalz», da poco sistematosi sul nuovo previsto schieramento tra quella località e Lentini (65). Su quest'ultima linea difensiva però il gruppo tattico tedesco non rimase a lungo, dal momento che alle 19.00 del 14 luglio il Comando del XVI Corpo d'Armata dispose un ulteriore suo arretramento verso il corso del fiume Dittaino e la stazione di Motta S. Anastasia (vds. tavola n. 21). Ciò in seguito al noto lancio dì paracadutisti inglesi presso il ponte di Prirnosole e dello sbarco del 3 • Commando ad Agnone durante la notte del 13, che ora minacciavano di prendere alle spalle lo schieramento del gruppo «Schmalz». Da parte loro il II/76• ftr. e la 3a bu. da 75/27 del CXXVI gruppo art. di C.A. furono schierati sulle posizioni di Monte Serravalle e di Casale S. Basilio, a sbarramento delle provenienze dalla piana di Catania. Il 111/76• ftr. , invece, lasciate due compagnie a nord di Francofonte, inviò le altre due compagnie nella zona di Monte Vogliacasi, anch'esse a sbarramento delle provenienze da Catania. Caddero così entro la sera del 14 nelle mani della 69a brigata inglese Francofonte, il Monte Pancali e le attigue località di Lentini e di Carlentini ai margini meridionali della piana di Catania. Sui Monti Iblei la 23 P brigata «Malta» e la 15 3 a brigata scozzese entrarono a Vizzini nella notte del 14 e , premendo poi su Mifitello e Scordia, costrinsero alle 13.30 del 15 il II e il III (64) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/ 5: cComando 76• rgt. fu. ' Napoli', relazione sulle operazioni svolte dal 10 al 15 luglio 1943•, pag. 3. (65) Ibidem , pagg. 3·4.
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battaglione del 76 o rgt. ftr. ad arretrare su Palagonia e quindi su Ramacca, dove essi si congiunsero al I/76° fu. e al CX gruppo art. di C.A., passando alle dipendenze della divisione tedesca «H. Goering» (66). Il 76° rgt. ftr. «Napoli», così riunito, fu trasferito infine durante la notte tra il 15 e il 16 a Paternò, alle pendici dell'Etna, segnalando nei reparti impiegati in battaglia le seguenti perdite: 3 ufficiali e 8 militari di truppa morti e 4 ufficiali, un sottufficiale e 12 militari di truppa ferici. Molto più elevato fu invece il numero degli assenti, ritenuti dispersi, che assommarono a 41 ufficiali, 79 sottufficiali e l. 792 militari di truppa (67). L'ulcimo reparto a cedere all'interno del territorio della Piazza M.M. di Augusta - Siracusa fu quindi il 246o btg. costiero, che ancora nel pomeriggio del 14 luglio respinse una puntata di carri armati inglesi intorno alla Masseria Arcile, scelta quale sede di Comando del Col. Damiano e dell' Amm. Leonardi (68). In serata però il Col. Damiano, temendo di essere accerchiato sul posto, ordinò al 246° btg. un ripiegamento generale sui capisaldi di Cozzo Telegrafo e di Acquedolci, all'estremità settentrionale del territorio della Piazza. Il caposaldo di Cozzo Telegrafo, dove il Col. Damiano ebbe la sorpresa di non trovare il plotone Comando insieme a sei ufficiali, ma dove erano affluiti elementi della 2 a e 3 a cp. del 504 o btg. costiero, fu sottoposto per tutta la mattina del , 15 ad un duro bombardamento aereo e navale, che eliminò anche l'ulcimo pezzo da 100/22 disponibile. Un successivo assalco di carri della 4a brigata corazzata inglese travolse le ultime difese alle 12.30 e portò alla cattura di duecento superstiti dei due capisaldi. Tra i prigionieri degli inglesi non figuravano però nè l' Amm. Leonardi nè il Col. Crescione, ufficiale di collegamento con il Comando d'Armata, poiché essi avevano abbandonato il caposaldo di Cozzo Telegrafo già nella mattinata del 15, insieme ad altri ufficiali del Comando Piazza, cercando di raggiungere le linee (66) A.U.S.E., cartella 1427, allegatO 51: dispaccio del Comando XVl Corpo d'Armata n. 0119280/op delle ore 03.30 del 15 luglio 1943. (67) A.U.S.E., cartella 1427, :allegato 59/S: cComando 76• rgt. fu . 'Napoli' , relazione suUe operazioni svolte dal lO al 15 luglio 1943•, pag. 4 e pag. 7. In questa relazione, nel lamentare che molti militari siciliani avevano abbandonato i reparti canche prima del combattimento•, si tentava di spiegare il fenomeno con il loto .-spiccato e morboso anaccamento per la terra, per la casa, per la famiglia.. Cfr. Ibidem, pag. S. (68) A.U.S.E., cartella 1427, al legato 59/14: «Relazione sul 121• rgt. costiero. Piazza M.M. di Siracusa • Augusta, dal lO al 15 luglio 1943•. pag. 3.
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arretrate (69). Leonardi e Crescione ricevettero ospitalità e vestm borghesi dal fattore Antonino Ansaldo alla Masseria Vastedda, dove si trattennero fino al 19 luglio, fingendosi i proprietari del fondo . A quella data i due alti ufficiali, che avevano già deciso di costituirsi, vennero catturati da una pattuglia inglese in seguito ad una delazione (70). L'intero 246 o btg. costiero lamentò una ventina di morti e circa duecento prigionieri, mentre il resto si sbandò {71 ). Il Col. Damiano attribuì quest'ultimo fenomeno essenzialmente calla cattiva impressione causata alla nostra truppa, esposta all'offensiva delle forze aeree e di artiglieria nemiche, dall'allontanamento disordinato dai pmpri posti dei militi della Milmart, di marinai e di avieri» (72). La 5a e la 50a div. ftr. britanniche avevano completato in tal modo l'occupazione del territorio della Piazza M.M. di Augusta Siracusa e sì preparavano ora a sfociare nella piana di Catania. 4. LE PERPLESSITÀ SULLA CADUTA DELLA PIAZZAFORTE DI AUGUSTA - SIRACUSA
Per concludere la descrizione degli avvenimenti riguardanti la Piazza M.M. di Augusta - Siracusa, occorre dire che jl _primo serio dubbio ~e qualcosa di poco chiaro fo~se accaduto in quella s~de. già prima del suo diretto investimento venne al Gen. Guzzoni alle 17.00 dèll' 11 luglio, quando egli chiese al Comando Militare Marittimo della Sicilia cun diario cronologico degli avvenimenti di Siracusa - Augusta e di esaminare il contegno d eU' Ammiraglio Leonardi» (73). Poche ore dopo fece eco sul medesimo argomento lo stesso Comando Supremo che, equivocando sulla presunta ricçmquista di Augusta mai avvenuta, inviò alle 21.00 di quell' 11 luglio il
(69) Ibidem, pag. 4. {70) T. MARCON: Augusta 1940-43, op. cit., pag. 169 nota. (71) Ibidem, pag. 170 nota. (72) A.U.S.E., canella 1427, a11c:garo 59/14: «Relazione sul 12 1• rgr. costiero, Piazza M.M. di Siracusa · Augusta, dal 10 a1 15 luglio 1943:., pag. 4. (73) A.U.S.E., canella 2228: cDiario Storico Militare della 6• Armata:., dispaccio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16361 delle ore 17.00 dell' li luglio 1943 .
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seguente messagg10 14771/op a Superesercito e a Supermarina (74). «La relativa facilità con la quale è stata ripresa la Piazza di Augusta, se torna ad onore delle truppe che hanno eseguito il contrattacco, sta a dimostrare come la Piazza abbia ceduto senza la dovuta strenua resistenza, molto più che non risulta che si sia avuto un serio bombardamento navale e neppure aereo. Prego Superesercito di riferirmi con ogni sollecitudine sull'azione di comando del comandante della Piazza Militare Marittima e ~ropormi provvedimenti del caso, che dovranno essere impronrati al massimo ngore». · l
Ad aggravare l'atmosfera di sospetto giunse poi un nuovo rapporto dell' li luglio del Col. Schmalz ali' O. B. S., trasmesso dal Gen. von. Rintelen a Mussolini la sera seguente per ordine dello stesso Hitler. Eccone il contenuto (75): eSino ad oggi nessun attacco nemico ha avuto luogo contro Augusta. Gli inglesi non ci sono mai stati. Ciononostante il presidio italiano ha fano saltare in aria cannoni e munizioni e incendiato un grande deposito di carburante. L'artiglieria contraerea di Augusta e Priolo ha gettato in mare le munizioni, poi ha fano saltare in aria i cannoni. Già il giorno 11 nel pomeriggio nessun ufficiale o soldato italiano si trovava nella zona della brigata Schmalz. Molti ufficiali avevano già, nel corso della mattinata, abbandonato le loro eruppe e con autoveicoli si erano recati a Catania e oltre. Molti soldati isolati o a piccoli gruppi si aggirano per la campagna, taluni hanno gettato le uniformi e indossano abiti civili».
Il Gen. Ambrosia, che pure si era espresso severamente sulla questione col sopracitato messaggio n. 14771/op dell'Il luglio, tre giorni dopo cercò di minimizzare l'accaduto di fronte a Mussolini che, premuto soprattutto dallo sdegno tedesco, gli aveva indirizzato il promemoria di fuoco analizzato nel primo paragrafo dd presente capitolo (76). Infatti il 14 luglio Ambrosia replicò a Mussolini che «i fatti lamentati, se vi sono stati, si riducono ad episodi di
(74) A.U.S.E., cartella 1501: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 532: telespresso del Comando Supremo n. 14771/op delle ore 21.00 dell' 11 luglio 1943. (75) S. ATIANASIO: Sicilia senza Italia , op. ci t., pag. 113 e P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op. cic., pag. 195. (76) Kesselring ad esempio aveva puncualizzaro che cii comandante di Augusta consegnò la fortezza senza neppure essere srato attaccato•. Ur. A. KESSELRING: Memorie di guem1, op. cit., pag. 171.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
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particolari reparti della Piazza di Augusta, sottoposti a un intenso bombardamento aereo e navale» (77). Il Col. tedesco Schmalz, conosciute queste giustificazioni, ribattè però stizzosamente (78): «La nota del Geo. Ambrosio non riferisce esattamence i fatti accaduti. Non so trovare giustificazioni nel comportamento dei soldati di Augusta. Io non ho mai visto quei pretesi bombardamenti... Mancava la volontà di contrastare lo sbarco nemico ... Rimane però degno di nota il coraggio delle ~:~nità che hanno resistito ... La mancanza di spirito combattivo degli italiani in Sicilia è dipesa dal fatto che la volontà di combattere viene dai capi e i capi non avevano più il controllo della situazione .. . Io, che conosco mtta la sgradevole realtà, sono nauseato daJio stile diplomatico e ironico deJia nota di Ambrosio».
Che i tedeschi fossero infuriati per gli episodi accaduti il 10 e l' 11 luglio nella Piazzaforte fino al punto di accusare apertamente di falsità il Comando Supremo italiano nella persona del suo Capo, fu confermato dalla comunicazione telefonica delle ore 08.45 del 12 luglio diretta dal Gen. Monti, Comandante delJ 'Aeronautica Sicilia, al Gen. Santoro, Sottocao di S.M. dell'Aeronautica. Eccone il testo (79): «Il Comando tedesco è •rntato perchè il raggruppamento Schmalz ha mandato il seguente telegramma: ''Che cosa fanno gli italiani? Idrovolani sono stati lasciati efficienti ad Auguta e gli equipaggi sono andati via":. (80).
Infine alle ore 23.00 del 12 luglio il Comando Supremo, ricevuti ordini da Mussolini, inviò a Superesercito e a Supermarina il seguente nuovo telescritto n. 1481)/op (81): «Il duce ordina che entro domani 13 ore 18.00 pervenga al Comando Supremo una relazione anche sommaria dì ciò che è avvenuto nella Piazza dì (77) S. ATI'ANASIO: Sicilia senza Italia, op.cit., pag. 113; E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicilia, op. cit., pag. 433 c A.U.S.E. cartella 2124: lettera del Gen. Ambrosie a Mussolioi del 14 luglio 1943. (78) P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op.cit., pagg. 216-217. (79) A.U.S.A., fondo Superaereo, cartella SL. l: comunicazione telefonica delle ore 08.45 del 12 luglio 1943 tra i Gen. Monù e Samoro. (SO) Come abbiamo già visto, gli idrovolanti della ricognizione marittima italiani catturati dagli inglesi a Siracusa furono 15. (81) A. U.S.E., cartella 150 l: cOiario Storico del Comando Supremo•, allegato 598' telespresso n. 14815/op delle ore 23.00 del 12 luglio 1943.
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Augusta. Necessita in particolare conoscere contegno del comandante, ufficiali, marinai et soldati et misura et ragione delle distruzioni dei depositi et batterie et altro».
Una seppure indiretta conseguenza delle vicende di Augusta e di Siracusa fu poi il mutamento verificatosi nella seconda metà di luglio nell'organizzazione della Piazza M.M. di Messina - Reggio Calabria, che era anche sede del Comando Militare Marittimo Autonomo dell:.> Sicilia, retto dall' Amm. Pietro Barone. Tutto iniziò il 13 luglio con il dispaccio 14819/op del Comando Supremo diretto a Superesercito e a Supermarina e così concepito (82): cSituazione consiglia inserire senz 'altro difesa delle Piazze Messina Reggio, Tarap.to et Brindisi nell'organizzazione costiera del R. Esercite. Prego esaminare modalità e farmi di urgenza proposte».
Sopermarina, con tele 35085 del 14 luglio, accettò solo la scissione tra il Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia dell' Amm. Barone e il Comando Marina Messina, che sarebbe passato .alle dipendenze operative del locale Comando Piazza (83 ). Il 18 luglio invece il Comando Supremo, con dispaccio 149911 op, transitò il Comando della Piazza M.M. di Messina Reggio Calabria alle dirette dipendenze del XVI Corpo d'Armata (84). Infine, con tele 15111/op del 22 luglio, il Comando Supremo ordinò che il Comando Piazza Messina - Reggio fosse separato dal Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia e passasse agli ordini di . un Generale di divisione, con un Contrammiraglio in sottordine per la direzione del locale Comando ~arina Messina, il tutto alle dipendenze superiori del XVI Corpo d'Armata (85). Infatti dal 27 luglio tale Comando Piazza venne assunto, come vedremo meglio in seguito, dal Gen. Bozzoni. Nella previsione di un'inchiesta sulla caduta della Piazzafone di Augusta - Siracusa, frattanto Supermarina aveva indirizzato il 15 (82) A.U.S.E., candia 1502: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 657: telespresso n. 14819/op del 13 luglio 1943. (83) Ibidem, allegato 727: tele di Supermarina n. 35085 del 14 luglio 1943. (84) A.U.S.E., cartella 1503: «Diario Storico del Comando Supremo•, allegato 997: dispaccio n. 14991/op del 18 luglio 1943. (85) Ibidem, allegato 1245: telespresso n. 15111/op del 22 luglio 1943.
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LE OPERAZlONllN SICiliA E IN CALABRIA
luglio al Comando Supremo il promemoria n. 28,f in cut, nell'esporre le proprie argomentazioni difensive, lamentava una presunta persecuzione con l'aumento di voci incontrollate su colpe e responsabilità. Supermarina dichiarava pertanto «indispensabile per il buon nome della Marina troncare la diffusione di tali voci, portando a conoscenza del maggior numero di autorità e gerarchie quanto - o tutto o in patte - ci risulta fmorv (86). Il 23 luglio il Comando Carabinieri del XVI Corpo d'Armata redasse al proposito un rapporto basato sugli interrogatori di alcuni «militari sbandati», dai quali gli investigatori avevano tratto l' impressione «che nella Piazzaforte di Augusta si fosse verificato qualcosa di anormale». Il Ten. Col. Schiavoni di detto Comando aveva creduto allora necessario raccogliere otto testimonianze scritte, dalle quali, pur in mancanza di mappe che illustrassero il terreno, emergeva «evidente un particolare importantissimo e cioè che nel settore di Augusta le opere di difesa furono fatte saltare prematuramente, tanto che quando successivamente si presentarono innanzi a quella Piazzaforte le navi nemiche non fu possibile fare alcuna efficace reazione, perché i maggiori calibri erano già stati distrutti». Il rapporto in questione del Comando Carabinieri del XVI Corpo d'Armata concludeva quindi con le seguenti affermazioni (87): cAlua impressione che si ricava dalla lettura di tali dichiarazioni è che ua i Comandi della Piazza di Augusta sin dal primo momento sia regnata la più grande confusione e sia mancata la desiderabile unicità di comando e che la preoccupazione maggiore, specie ua gli ufficiali, sia stata quella di porsi in salvo abbandonando gli uomini senza guida e ordini:.. \
Il 6 agosto il Comando della 6a Armata propose allo S.M.R.E. la denuncia al Tribunale Milit.are dell' Amm. Leonardi, del Console De Pasquale e del Magg. A.A. Bettolini, comandante dell'aeroporto di Augusta (88). Quindi nell'aprile 1944 lo stesso Ammiraglio fu condannato a morte in contumacia dal Governo della Repubblica (86) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: «D~umenti tracci dall ' Ufficio Storico della Marina circa le operazioni in Sicilia..: promemoria di Supermarina n. 28 del 15 luglio 1943. (87) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 730/9: rapporto del Comando Carabinieri Reali del XVI C.A., n. 20/C.R. del 23 luglio 1943. (SÌ!) A.U.S.E., cartella 2229, dispaccio del Comando 6• Armata n . 26/P.S.T. de l 6 agosto 1943. .
LA FASE DI CONTENIMENTO
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Sociale italiana, ma al termine del conflitto egli venne riabilitato dalle conclusioni di una Commissione d'inchiesta delia Marina:emesse il 20 novembre 1945. Questa Commissione d'inchiesta, composta dagli Ammiragli Ducci, Marenco di Moriondo, Salza, Pini e Calleri di Sala, agendo sulla scarsa documentazione e sulle poche testimonianze allora disponibili, riconobbe di «non avere potuto ricostruire pienamente ed io egual misura le singole fasi degli avvenimenti relativi alla caduta di Augusta» (89). Nell'impossil>ilità di ricostruire pienamente i fatti, la Commissione ritenne quindi di dover scagionare l' Amm. Leooardi e di riconoscere quali principali responsabili dell'accaduto soltanto il Cap. Freg. Turchi del Comando base navale di Augusta, tre Tenenti di Vascello e l'ex Console della Milmart De Pasquale. Dalla sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Milano, che assolse Antonino Trizzino, autore del libro «Navi e poltrone», dal reato di vilipendio delle Forze Armate, sono emersi poi altri fatti probanti sulla questione della mancata difesa della Piazza Militare Marittima di Augusta - Siracusa, sulla cui scorta hanno redatto già un'attendibile analisi delle responsabilità il Geo. Faldella e Gaetano Zingali. Ed è proprio a tali analisi, oltre ai fatti da noi riferiti, che rimandiamo i lettori, non intendendo dilungarci ulteriormente sulla triste vicenda (90). 5. LA MINACCIA SULLA PIANA DI CATANIA (Vds. tavola n. 21)
Il lancio pur non perfetto della brigata paracadutisti inglese alle foci del Simeto nella notte tra il 13 e il 14 luglior e il contemporaneo sbarco del 3 o Commando ad Agnone, oltre a creare una diversione alle spalle degli ultimi reparti a difesa del settore nord del territorio della Piazza M.M. di Augusta - Siracusa, minacciò seriamente di aprire un corridoio di penetrazione nemica verso Catania. (89) A.U.S.E., cartella 012, fasdcolo 4: Commissione d'inchiesta per i fatti di Augusta Siracusa. (90) E. FALDELLA: Lo sbarco e la dtfesa della Sicilia, op. cit., pagg. 310-323 e G . ZINGALI: L 'invasione della Sicilia, op. cit., pagg. 138-166.
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LE OPERAZIONI IN SICiliA E IN CALABRIA
Mentre era in corso la già esaminata controffensiva italo tedesca nella giornata del 14 luglio sia contro i paracadutisti che contro i Commandos, i reparti sbarcati furono raggiunti dai primi carri armati della 4a brigata corazzata, che sopraffecero presso Masseria Codavolpe i resti del 372 o btg. costiero e lo stesso gruppo tattico «Carmito» del Ten. Col. Tropea, caduto in combattimento, riconquistando il ponte dei Malati il giorno 15 (91). In appoggio ai paracadutisti e ai Commandos inglesi furono inoltre sviluppati nel pomeriggio del 14 bombardamenti aerei su Catania e sul locale aeroporto, nonché indisturbati cannoneggiamenti dal mare, diretti anche contro le batterie 162a e 165a da 149/3 5. Al bombardamento dal mare partecipò pure l'anziana corazzata Warspite (varata nel 1913 e poi rimodernata) che era stata per lungo tempo nave ammiraglia della «Mediterranean Fleet» e alla quale l' Amm. Cunningham diresse uno scherzoso messaggio di congratulazioni (92). Di opposto umore era naturalmente nella circostanza il Gen. Guzzoni che, scrivendo al Gen. Zanussi di Superesercito, affermò: eli fatto che la flotta nemica immobile possa bombardare Catania per molte ore senza minimo disturbo fa cattiva impressione:. (93).
Il bombardamento dal mare, iniziato alle 17 .00, moltiplicò l'agitazione che allora animava in questa zona le Autorità militari e civili. Già alle 15.30 di quel 14 luglio il Comando del XVI Corpo d'Armata, in trasferimento da Piazza Armerina a Biancavilla (pendici sud occidentali dell'Etna), aveva dato erroneamente per perduto l'aeroporto di Catania (94), mentre in realtà gli inglesi avevano allora nel settore tra Primosole e Agnone non più di settecento uomini sparsi e non ancora in stretto collegamento con la loro 4 a brigata corazzata risalente da sud. Di fronte a questa modesta forza britannica la cosiddetta {91) A.U.S.E., candia 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d' Armara-., pagg. 87-88 e pag. 91. {92) U messaggio diceva: cOpera<;ione ben eseguita. Certamente quando la vecchia signora si alza le gonne può correre-.. Cfr. A.B. CUNNlNGHAM: L'odiuea di un man·naio, op. cit., pag. 417. (93) A.U.S.E., cartella 2229: marconigramma cifrato del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16)39/op del 16 luglio 1943. (9~) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata., pag. 89.
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TAVOLA N. 21
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LA FASE DI CONTENIME TO
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Difesa Porto «E» di Catania, agli ordini del Gen. Passalacqua, poteva contare su sette gruppi di capisaldi e disponeva dei seguenti · reparti: 434° e 477o btg. costieri, 105a cp. mortai da 81, 26a btr. da 75/27 su quattro pezzi, 483a btr. Milmart da 76/40 su quattro pezzi, treno armato della Marina 120-IV-S (4 cannoni da 120/45 e 4 mitragliere da 20 mm.), 311 o nucleo Carabinieri, 1345a autosezione leggera, 130a sezione fotoelettriche da 60, 29o reparto Milizia portuale, 300 tra finanzieri e personale antisabotaggio della polizia e una cp. deposito del 4 o rgt. ftr. Le artiglierie fisse erano completate da un cannone da 305 l 17 della 276a btr., elimi nata dai paracadutisti inglesi alle primissime ore del 14 luglio, e dalle batterie 162a e 165a da 149/35 con otto pezzi, prese poi di mira dal bombardamento navale. N ella piana di Catania e a difesa diretta d eli' aeroporto c'erano inoltre i seguenti reparti della 213a div. costiera del Gen. Gotti , anch'essi messi a disposizione del Gen. Passalacqua a partire dal 10 luglio: 372o btg. costiero, XII btg. mitraglieri, II btg. arditi, CCXX:X gruppo art. da 100/22 su tre batterie, 67a legione D.I.C.A.T., 90a legione Milizia, elementi della 7 a legione Milmart e 160a cp. art1erL Infine si inserì nella difesa della piana di Catania lo stesso gruppo tattico tedesco del Col. Schmalz, cui si erano congiunti il 3 o e il 4 o rgt. paracadutisti, a loro volta rinforzati da altri elementi del Genio aviotrasportati alle 20.30 del 14. L'agitazione che, come abbiamo detto, aleggiava a Catania si tramutò in panico quando alle 17.00 del 14 luglio iniziò il bombardamento dal mare. Il Prefetto Grazioli abbandonò la città e in pochi attimi l'intera 483a batteria della Milmart fu abbandonata dal personale. Il suo comandante, capomanipolo Giuseppe Catanzaro venne quindi arrestato, deferito ad un Tribunale di Guerra, riconosciuto immediatamente colpevole e fucilato alle 10.30 del 15 luglio. La sua memoria fu tuttavia riabilitata nel dopoguerra da nuovi elementi di giudizio e la vedova ottenne il diritto alla pensione (95 ). L'ondata di sbandamento fu tamponata energicamente dal (95) H. POND: Sicilia, op.cit .. pagg. 174-175; T. MARCON: Augusta 1940-43, op.cit., pagg. 146-147 nota e P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op.cit., pagg. 210-211.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E 1N CALABRIA
Gen. Passalacqua, che schierò a protezione del Simeto parte del 372 o btg. costiero sopraffatto poi dalla 4a brigata corazzata inglese, il XXIX gruppo da 105 l 28 che si trovava a Motta S. Anastasia e il II btg. del 10° rgt. arditi. Quest'ultimo battaglione, agli ordini del Magg. Marcianò, eseguì alle 19.30 del 14, insieme ai paracadutisti tedeschi del 3 o rgt., un ulteriore attacco al ponte di Primosole, che costrinse i superstiti paracadutisti britannici del Cap. Rann ad abbandonare la riva meridionale del Simeto e ad arroccarsi sulle vicine alture (96). Tuttavia, come abbiamo visto nel precedente paragrafo 2, le avanguardie della 4 a brigata corazzata e della 151 a brigata di fanteria britannica raggiunsero il ponte di Primosole e si congiunsero alle prime ore del 16 con i berretti rossi del Cap. Rann, i quali lamentarono da parte loro 115 tra morti e feriti. Le forze riunite inglesi premettero quindi sulle foci del Simeto contro le locali difese tenute dal gruppo «Schmalz» e dagli aggregati paracadutisti germanici del 3 o e 4 o reggimento, costringendo questi reparti a ripiegare lo stesso 16 luglio tra la sponda sinistra del fiume e il ponte Favotto sul torrente Gornalunga. Pertanto il conteso ponte di Primosole venne definitivamente conquistato intatto dagli inglesi, mentre il 3 o rgt. paracadutisti tedesco, rimasto tagliato fuori, riuscì a rompere l'accerchiamento e a rientrare nelle linee ali' alba del 17 con soli 500 uomini (97).
6. L'ARRETRAMENTO MANOVRATO DELLA «H. GOERING» E DEI RESTI DELLA «LIVORNO» (Vds. tavola n. 22) Sulle spiagge di Gela si era consumata, come detto, la più violenta delle controffensive italo - tedesche, che entro le prime ore del 12 luglio aveva condotto all'annientamento o alla cattura dei battaglioni I/33°, I/34 ° e III/34 ° della «Livorno» (98). Alle 09.10 del 12 luglio jJ Comando FF.AA. della Sicilia (96) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Srorico Militare del XVI Corpo d'Armata•. pagg. 96-97. (97) A.U.S.E., canclla 1427: «Diario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata., pag. 108. (98) A.U.S.E., cartella 1506: cComando divisione fanteria 'Livorno': relazione sull'attacco di Gela (11 luglio 1943)•; cartella 2124/B: «Relazione sul combattimento della piana di Gela (11-12 luglio 1943) al quale prese parte illll battaglione del 34• egr. ftr. 'Livorno'• e cartella 1506: «Relazione sull'attività operativa del gruppo tattico Bruni (lJI /33 • ftr. cLivorno•)•. Vds. precedente capitolo Vlll, paragrafo 5.
LA FASE DI CONTENIMENTO
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diramò nuovi ordini alla div. corazzata tedesca «H. Goering», che stava recuperando i propri carri armati danneggiati nella controffensiva su Gela e che potevano essere rimessi in efficienza. Secondo questi ultimi ordini di Guzzoni , la divisione germanica non doveva più spostarsi sulla linea Vizzini - Buccheri - Palazzolo Acreide, come comunicatole dal Comando XVI C.A. con il noto telegramma delle 21.30 dell' 11, ma doveva trasferirsi sulla più occidentale linea Vizzini - Grammichele - Caltagirone, così da · coprire tutte le prcrvenienze da sud sia inglesi che americane. Così schierata la «H. Goerìng» avrebbe inoltre mantenuto un più ravvicinato appoggio agli esausti resti della «Livorno» che, secondo il medesimo dispaccio di Guzzoni , dovevano arretrare tra S. Michele di Ganzeria e Mazzarino (99). Il ritardato inizio del disposto arretramento della «H. Goering» è stato finora attribuito soltanto al già accennato tentativo di recuperare alcuni carri armati danneggiati e alla successiva difficoltà dì rimorchio di questi ultimi entro gli angusti passaggi dei centri abitati. Ma è indubbio che il suddetto cambiamento di ordini e di destinazione contribuì non poco ad allungare i tempi dì reazione. Inoltre dalla Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia sappiamo che in quella circostanza sorse un dissidio tra Guzzoni e il Gen. Conrath, il quale «non intendeva ripiegare se non premuto e costretto dal nemico». Ciò che indusse lo stesso Guzzonì ad intervenire in giornata presso la Delegazione Germanica affinchè sollecitasse il ripìegamemo della «H. Goering» (100). Questa divisione corazzata tedesca infatti sembrava voler ignorare l'ordine di Guzzoni delle 09.10 e, dopo il recu pero di alcuni suoi carri, rinnovò nella mattinata del 12 i contrattacchi pel settore di Gela e precisamente sia al Ponte Dirillo, lungo la rotabile 115, sia a Case Priolo (Vds. tavola n. 19) (101). Così facendo essa rientrò in contatto con il I/18 o rgt. ftr. e con il 16 o gruppo tattico americani e si sganciò soltanto in seguito al seguente nuovo ordine delle 13.40 del Comando FF.AA. della Sicilia (102): (99) A.U.S.E., cartella 1427 , al legato 33: celescritto del Comando Ff.A A. de lla Sicilia n. 16377/op delle ore 09.10 de l 12 luglio 1943. (100) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal l) giugno al 20 luglio 1943•. pag. 3). (101) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily and the surrender of ltaly, op.cit., pagg. 187-189. (102) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 36: telescritto del Comando FF.AA. della Sicilia al Comando XVI C.A. n. 16484/op delle ore 13.40 del 12 luglio 1943.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E JN CALABRIA
«Unità motocorazzate germaniche puntino su Butera ed oltre, per disimpegnare divisione 'Livorno' affinché possa effettuare ripiegamento su Mazzarino. Occorre evitare eccessivo logoramento 'Livorno'. Informare subito 'Livorno'».
Da parte sua il Comando del XVI Corpo d'Armata aveva ordinato nella mattinata del 12 il brillamento del ponte delle Tavole al km. 16 della rotabile 117 Piazza Armerina - Gela e il ripiegamento su Caltagirone del Comando della XVIII brigata costiera del Geo. Mariscalco (103). Quest'ultimo aveva appena raccolto ai suoi ordini circa cinquecento fanti, la 9a brt. del 54 o rgt. art. e tre carri R/ 35 del gruppo mobile «E», quando ricevette un nuovo ordiné di ritirarsi addirittura a Belpasso il giorno 14, lasciando la difesa di Caltagirone alla richiamata «H. Goering» (104). Nella notte tra il 12 e il 13 luglio la div. ftr. «Livorno» prese finalmente posizione tra Mazzarino e S. Michele di Ganzeria, protetta a distanza da unità motocorazzate tedesche . Qui i tre superstiti battaglioni di fanteria (II/33°, 111/33 ° e II / 34 °) costituirono un reggimento di formazione al comando del Col. Mona, rinforzato dal IV btg. mortai, dal IV gruppo art. da 100/17 del 28 o rgt. e dai resti del CCXXX btg. semoventi da 47/32 del Magg. Elena, giunti da Noto. La chiave di tale nuovo schieramento della «Livorno» risiedeva nel bivio Gigliotto, ali' incrocio tra la rotabile 117 da Piazza Armerina a Gela e la rotabile 124 per Caltagirone. Alla difesa del bivio furono posti il battaglione mortai del Ten. Col. Carta , comandante dell'intero dispositivo, la 6a cp. del Il/34 • ftr. del Magg. Coco, elementi del I/34° e III/34° superstiti e rastrellati , i resti del CCXXX btg. semoventi del Magg. Elena, tre btr. del IV /28° art. e un reparto di cacciacarri tedeschi (105). Per tutta la mattina del 13 i reparti della «Livorno» subirono continui bombardamenti aerei, sotto i quali cadde mortalmente (103) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quater: •Relazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno IO al giorno 20 luglio 1943», pag. Il. ( 104) A.U.S.E., cartella 1427: cOiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata», pag. 89 e allegato 46. (105) A.U.S.E., cartella 1506, foglio n. 2/2136 del Comando div. ftr. cLivorno• sulla situazione della divisione alle ore 19.00 del 13 luglio 1943. Cfr. anche nella stessa cactella la c:Relazione sulle operazioni svolte dal gruppo tattico del Magg. Coco dal IO al 31 luglio 1943•, pagg. 1-2.
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TAVOLA N. 22
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LA FASE DI CONTENIMENTO
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ferito il Col. Mona (medaglia ,d'oro alla memoria). Quindi alle 14.00 di quel giorno, caduti in mano della P div. ftr. americana anche i blocchi stradali di Niscemi, Biscari e Chiaramonte Gulfi, fu diramato l'ordine di un ulteriore ripiegamento a Piazza Armerina e a Varco Ramata, ad eccezione del gruppo del Ten. Col. Carta che sarebbe rimasto a bivio Gigliotto (106). Il suddetto ripiegamento era stato appena completato nella giornata del 14 luglio che alle 03.30 del 15, come vedremo meglio più oltre, il Comando del XVI Corpo d'Armata diramò con dispaccio 01/92807op nuove direttive generali che prescrivevano un altro arretramento sia della «Livorno» che della «H. Goering», questa volta verso l'alto corso del torrente Gornalunga, sul margine occidentale della piana di Catania. In particolare la «Livorno» doveva abbandonare Piazza Armerina, evacuata anche dal Comando del XVI C.A., e assumere nuove posizioni tra Raddusa (assegnata alla div. «H. Goering») e Valguarnera (107). Nella mattinata del 15 il caposaldo di bivio Gigliotto, rimasto isolato, fu sottoposto ad un violentissimo concentramento d'artiglieria che, tra l'altro, causò l'incendio del vicino sughereto, ove trovò la morte il Magg. Elena, comandante del CCXXX btg. · semoventi. Seguì l'assalto del 18 • gruppo tattico reggimentale americano e alle 16.00 giunse sul posto l'ordine di ripiegamento, che venne effettuato con grandi difficoltà entro le ore 18.45. Dei difensori di bivio Gigliotto infatti riuscirono a raggiungere le linee arretrate non più di duecento uomini del Ten. Col. Carta, mentre circa altrettanti furono catturati dagli americani insieme ad undici pezzi d'artiglieria (108). Da parte sua la divisione corazzata tedesca «H. Goering» aveva cominciato ad assumere le stabilite posizioni luogo la rotabile 124 tra Caltagirone, Grammichele e Vizzini nel corso deJla sera del 13 luglio, con un ritardo di circa ventiquattr'ore, motivato dai fatti precedentemente descritti, oltre che da un ulteriore ostinato (106) A.U.S.E., cartella 2124/B: c34• reggimento fanteria 'Livorno': diario della campagna siciliana•, pag. 8. (107) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 51: telespresso del Comando del XVI Corpo d'Armata n. 01 /9280/op delle ore 03.30 del 15 luglio 1943. (108) A.U.S.E., cartella 1506: «Relazione sull'attacco nemico alla posizione del Sughere· to• e cartella 2228: resoconto de l Comando della div. fu. «Livorno• n. 2/2196 del 16 luglio 1943 intitolato «Sintesi avvenimenti giorno 15 - Gruppo rattico Ten. Col. Carta (Sughereto . Bivio Gigliotto)• . Cfr. anche U.S. ARMY IN WORLD WAR 11: Sicily and the mrrender o/ ltaly, op. cir., pag. 223.
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LE OPERAZIONI IN SICiliA E IN CALABRIA
contrattacco scatenato nel pomeriggio del 12 contro le avanguardie del 179" gruppo tattico reggimentale U.S.A . lungo il corso del Dirillo (109). Così, mentre a Caltagirone il fianco destro tedesco, fronte a sud, prendeva il posto dei resti della XVIII brigata costiera del Gen. Mariscalco, ripiegata sulla lontana Belpasso, l'ala sinistra del Gen. Conrath riceveva a Vizzini il rinforzo del ll/ 382 • reggimento granatieri corazzati, giunto nell'isola il giorno prima (110). Proprio in quel giorno 13 però la sopravvalutata minaccia dei reparti corazzati britannici lungo il delicato settore ionico fece pensare al Gen. Guzzoni che fosse «indispensabile impiegare nella zona di Catania la div. «H. Goering», svincolandola dalla fronte Caltagirone- Vizzini» (111). Nel corso della stessa giornata il comandante delle FF.AA della Sicilia ribadì questa sua preoccupazione, dicendosi costretto a prevedere perfino l'eventualità di un ripiegamemo generale «verso la cuspide nord orientale dell'isola, per resistere ad oltranza sulla linea più economica svolgentesi all'incirca da S. Fratello per Cesarò e Adrano fino ad Acireale» (112). Egli quindi affidò al Comando d'Armata e al Comando del Genio germanico lo studio di tale manovra, che avrebbe abbandonato al nemico anche tutta la piana di Catania, ma che, come vedremo, gli venne bocciata dal Comando Supremo (113). Il Gen. Guzzoni non mutò comunque idea sul ritiro della «H. Goering» verso la piana di Catania e il 14 luglio, con tele n. 16455/op, comunicato alle 14.30 anche allo S.M.R.E. con messaggio n . 16456/ op, dispose «che la divisione "H. Goering" con la maggior parte delle forze agisse verso l'aeroporto di Catania in modo da ristabilire in giornata la situazione da quella parte» (114). Tale ordine venne trasmesso alla «H. Goering» alle 15.30 del 14 da parte della frazione del Comando del XVI Corpo d'Armata (109) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and t~e suffender of ltaly, op. cit. , pag. 190. (110) F.M. SENGER und ETIERLIN: Combattere senza paura e senza speranza, op. cit., pag. 232. (111) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/ A: «Relazione del Comando FF. AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•, giorno 13 luglio, pag. 35. (112) Ibidem, pag. 36. (113) A.U.S.E., cartella 1502: •:Diario Scorico del Comando Supremo•, allegato 673 e cartella 2229: dispaccio di Superescrcito n. 1052/S del 14 luglio 1943. (114) A.U.S.E., cartella 1427: .-Diario Scorico Militare del XVI Corpo d'Armata:>, pag. 89 e cartella 2229: relecifrato allo S.M.R.E. n. 16456/op delle ore 14.30 del 14 luglio 1943.
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già trasferitasi con il Sottocapo di S.M. a Biancavilla (pendici sud occidentali dell'Etna), mentre il resto del Comando del Gen. Rossi era ancora in movimento a Ramacca (115). Il Gen. Rossi, giunto a Biancavilla alle 19.30 di quel giorno, stimò però che questo ordine non potesse essere eseguito, dal momento che la div. «H. Goering» aveva da poco assunto il lontano schieramento Vizzini - Grammichele - Caltagirone sulla rotabile 124 con fronte a sud e dato che un suo trasferimento verso la piana di Catania avrebbe fatto mancare la tanto desiderata protezione alla stanca e decimata div. ftr. «Livorno» (116). A questo punto il Gen. Guzzoni, che nel frattempo - come vedremo - era stato raggiunto da ben tre solleciti da Roma di non abbandonare le attuali posizioni, si convinse a revocare nella sera stessa del 14 l'ordine di trasferimento della «H. Goering». Venne pertanto inviato al Comando di tale divisione germanica un ufficiale del XVI C.A. per far annullare l'operazione (117). Tuttavia nè il Diario Storico, nè la Relazione ufficiale di tale Comando di Corpo d'Armata ci spiegano l'esatta causa per cui il contrordine non venne rispettato e perché la div. «H. Goering» abbia effettuato ugualmente quello che testualmente è definito «il movimento verso il margine meridionale della piana di Catania, movimento che fu poi imposto dalle circostanze il mattino seguente» (118). Comunque in quello stesso 14 luglio - non sappiamo se ·prima o dopo il suddetto infruttuoso ripensamento del Gen. Guzzoni - quest'ultimo si mostrò consapevole che l'arretramento della divisione tedesca causasse «Un indebolimento della parte centrale del fronte del XVI C.A., dove almeno due divisioni nemiche incalzavano», ma anche che fosse «indispensabile arrestare l'offensiva nemica su Catania e perciò correre altrove i maggiori rischi» ( 119). {115) Il Comando del XVI C.A. si spostò nella none sul 14 luglio da Piazza Armerina, sostò a Ramacca e giunse a scaglioni a Biancavilla entro le 19.30 dello stesso 14. (116) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quater: ~elazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI C.A. dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943•, pag. 15 . (117) A.U.S.E., cartella 1427: c.Diario Storico Militare del XVI corpo d'Armata., pagg. 90·91. . (118) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quater: cRelazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI C.A. dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943•, pag. 15. (119) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: c.Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 1.5 giugno al 20 luglio 194.3•, giorno 14 luglio, pag. 37.
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LE OPERAZIONI lN SICILIA E IN CALABRIA
La più diretta conseguenza di questo accavallarsi di ordini e di contrordini, parzialmente o per nulla ricevuti, fu l'abbandono di Vizzini, entro cui penetrarono nella notte tra il 14 e il 15 la 231 a brigata «Malta» e la 153a brigata scozzese (120). Il motivo di siffatta sofferta elaborazione delle direttive per l'arretramento della div. «H. Goering» e dei resti della «Livorno» va ricercato nell'ostinato convincimento del Gen. Guzzoni - nonostante il parere negativo del Comando Supremo comunicatogli a più riprese - che fosse indispensabile già in quei giorni 13 e 14 luglio eseguire un generale ripiegamento verso la lontana cuspide nord orientale dell'isola. Una prova di quanto detto ci viene dal dispaccio 16465 l op inviato dal Comando FF.AA della Sicilia al Comando del XVI Corpo d'Armata alle 01.45 del 15 luglio. Esso è molto importante poiché è in contraddizione con il precedente telecifrato 164561 op delle ore 14.30 del14 luglio- su cui ritorneremo- comprendente queste testuali assicurazioni di Guzzoni allo S.M.R.E.: cNon - dico non tenute» (121).
faccio effettuare arretramenti da posizioni ancora
Il successivo dispaccio n. 16465 l op del Gen. Guzzoni al Comando del XVI C.A. invece prescriveva alle 01.45 del 15 luglio che le divisioni «H. Goering», «Livorno» e perfino la lontana «Sizilien» dovessero arretrare su una linea, successivamente da precisare, «a protezione della cuspide nord orientale deli' isola». Tale ripiegamento doveva «avere inizio subito» (122). In sollecita esecuzione di quanto sopra prescritto, alle 03.30 del 15 il Comando del XVI C.A., con il già ricordato tele n. 01192801 op. diramò le note disposizioni affinché la «H. Goering», eMe aveva da poco perduto Vizzini, abbandonasse in giornata anche Caltagirone, trasferendosi sull'alto corso del torrente Gornalunga fino a Raddusa, sul margine occidentalè della piana di Catania, (120) HER MA]ES1Y'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military senes. The Mediterranean and the Midd/e East, vol. V cit., pag. 93. (121) A.U.S.E., cartella 2229, tclccifrato del Comando FF.AA . della Sicilia n. 16456/ op delle ore 14.30 del 14 luglio ' 1943, indirizzato allo S.M.R.E. (122) A.U.S.E. , cacrclla 2229, tele a mano n. 16465/op delle ore 01.45 del 15 luglio 1943 , indirizzato dal Comando FF.AA. della Sicilia al Comando del XVI C.A. e , per conoscenza, alla Delegazione di collegamento germanica.
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parallelamente al contemporaneo noto arretramento della «Livorno» sulla linea Raddusa-Valguarnera. Con l'occasione venivano posti agli ordini del Gen. Conrath della «H. Goering» i resti del 76 o rgt. ftr. «Napoli» insieme al CX gruppo art. da 149/13, stazionanti allora a Ramacca e in v.ia di trasferimento a Paternò (123). Alle O3. 40 di quel 15 luglio però Guzzoni, nel fornire allo S.M.R.E. una sua seconda promessa di non arretrare, inviò un nuovo contrordine al Comando del XVI Corpo d'Armata, con cui si chiedeva «di mantenere a§SOlutamente le posizioni occupate il giorno precedente» (124) . . Secondo la Relazione ufficiale del Comando del XVI C.A. il suddetto nuovo contrordine venne su bito diramato dal Geo. Rossi ai Comandi interessati con tele 01/9281/op, «ma quando esso giunse, i movimenti di ripiegamento erano già in corso non riuscendo le truppe in linea a sostenere la pressione ancora aumentata dell'avversario» ( 12 5). N ella Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia invece il Geo. Guzzoni precisa al proposito: «Verso le 08.00 il Comandante del XVI C.A. mi informava che il gruppo «Schmalz» era ormai quasi aggirato e che la divisione «H. Goering» oon poteva più reggere sotto la pressione nemica: che pertantO urgeva ripiegare per restringere la fronte:. (126).
Secondo quest'ultima versione sembrerebbe pertanto che il tanto discusso arretramento italo - tedesco non sia stato fatale, in quanto avvenuto in modo inarrestabile prima dell'arrivo del contrordine, ma sia stato discusso e convenuto tra Rossi e Guzzoni nella mattinata del 15. Qualunque sia stato tuttavia il vero morivo contingente del proseguimento della disposta ritirata della «H. Goering» nella parte occidentale della piana di Catania, sta di fatto che tale divisione tedesca dovette sostenere durante il 15 luglio forti combattimenti di retroguardia con la P div. ftr. canadese e che alle 22.15 di quel (123) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 51: tclescritto del Comando del XVI C.A. n. 01/9280/op delle ore 03.30 del 15 luglio 1943. (124) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 qu ater: c:Relazione sulle operazioni svolte nel settore del XVT C.A. dal giorno lO al giorno 20 luglio 1943•. giorno 15 luglio, pag. 17 e cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata:., allegato 52. (125) Ibidem, allegato 99 quater citato, pag. 17. (126) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943:., giorno 15 luglio, pag. 42.
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giorno il Gen. Conrath telefonò al Comando del XVI Corpo d'Armata per riferire quanto segue: «- La linea di resistenza Raddusa-Catania sarà raggiunta a mezzanotte; -la linea degli avamposti (fiume Gornalunga) sarà occupata entro l'alba del 16; - il gruppo cSchmalz, a sinistra è già schierato sulle nuove posizioni ai piedi delle colline a nord della piana di Catania fra la stazione di Gerbini e il mare; - il rimanente della eH. Goering:. si è suddiviso in tre gruppi: c:Ohring» (occidentale), c:Hahm» (centrale) con alle dipendenze i resti del 76• rgt. cNapoli» e cRebholz:. (orientale):. (127).
Effettuati questi movimenti la «H. Goering» abbandonò tra il 15 e il 16 alla P div. ftr. canadese Grammichele e Caltagirone sulla rotabile 124 e permise alla 51 a div. ftr. scozzese di entrare a Palagonia e a Ramacca tra il 16 e il 17. La d ivisione corazzata tedesca si schierò quindi su una linea di resistenza tra Raddusa e il Dittaino, che correva per lo più lungo l'alto corso del torrente Gornalunga, con all'ala sinistra il gruppo «Schmalz» tra il ponte Favotto e la sponda sinistra del Simeto (vds. tavola n. 24). In quel momento il gruppo «SchmaJz», cui si erano aggregati i paracadutisti del 3 • e 4 • rgt., era composto da cinque battaglioni di fanteria, un gruppo semoventi, un gruppo an., il XXIX gruppo art. italiano da 105 l 28 di C.A., quattro batterie da 88 a doppio scopo e la 304a batteria contraerea da 20 mm. Il gruppo «Ohring» era in.vece composto da un btg. ftr., un gruppo art., un btg. carri, un btg. pionieri e dal ex gruppo an. italiano da 149/13 . Il gruppo «Hahm», che comprendeva anche i resti del 76 • rgt. ftr. «Napoli», era costituito da due btg. ftr. , un gruppo1 art. e un btg. carri. Infine il gruppo «Rebholz» era formatO da due btg. ftr., un gruppo an., una batteria per la difesa fissa di Gerbini, due pezzi sciolti da 88 mm. {.\sei pezzi controcarro da 75 mm. (128). Occorre ricordare infine che la div. «H. Goering», cui appartenevano questi ultimi tre gruppi da combattimento, aveva (127) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata:>, pagg. 98·99. (128) Ibidem, pagg. 105-106: ore 17.45 del 16 luglio: incontro tra i Gen. Conrarh e
Rossi.
LA FASE DI CONTENIMENTO
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perduto tra morti e feriti nella sola battaglia di Gela 30 ufficiali e 600 sottufficiali e militari di truppa ed era rimasta ormai con soli 4 5 carri armati pronti all'impiego dei suoi originari 99 (129). Abbiamo creduto opp.ortuno soffermarci piuttosto a lungo sul sofferto e controverso arretramento della divisione tedesca «H. Goering» tra il 14 e il 16 luglio dalla linea Caltagirone - Grammichele - Vizzini alla più settentrionale tra Raddusa e il fiume Dittaino, sia per i riflessi pratici di tale ripiegamento, sia per gli inesatti resoconti finora divulgati al riguardo e sia, infine, per il suo collegamento con il contemporaneo e contestato proposito del Gen. Guzzoni di limitare la difesa alla sola cuspide nord orientale della Sicilia. Quest'ultimo argomento, di rilevante importanza, sarà da noi trattato a parte nell'ultimo paragrafo del presente capitolo.
7.
AVVENIMENTI NEL SETTORE DEL Xll CORPO D 'ARMATA FINO ALLA CADUTA DI AGRIGENTO (Vds. tavola n. 23)
Nel settore del XII Corpo d 'Armata crescevano frattanto le Qreoccupazioni dopo il fallimento del contrattacco su Licata. Qui, com'è noto, il gruppo tattico del Gen. Schreiber, da cui dipendevano anche i gruppi «Neapel» e «Fullriede» tedeschi, riunificati sotto il comando di quest'ultimo omonimo Ten. Col. germanico, si era ritirato nella notte tra l' 11 e il 12 luglio a nord di Canicattì, dopo aver avuto l'autorizzazione del Gen. Guzzoni (130). Cadde pertanto nelle mani della 3a div. ftr. americana non soltanto l'abitato della stessa Canicattì, ma anche l'importante crocevia tra le rotabili 123 proveniente da Licata e 122 collegante Agrigento a Caltanissetta. A difesa delle vie d'accesso orientali verso Agrigento furono costituiti quindi con sollecitudine sbarramenti sul fiume Naro, presidiati dal LXXIII btg. bersaglieri, e a sud di Castrofilippo, vigilati dal XXXV btg. bersaglieri. Tutto ciò mentre alle 22.00 del 12 luglio il Comando del XII Corpo d'Armata passava nelle mani {129) A.U.S.A., fondo Superaereo, canella SL.l: messaggio dell'Ufficio di collegamento della R. Aeronautica presso la 2• Luftflorte tedesca n. 1786 del 15 luglio 1943. (130) A.U.S.E., cartella 2011: qDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata•, pag. 21.
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del Gen. Francesco Zingales, che sostituì il Gen. Mario ·Arisio, destinato il l agosto seguente ad assumere il Comando della 7a Armata nell'Italia meridionale. Alle 19. 00 del 12, frattanto, gli uomini di .Schreiber e di Fullriede, che in mattinata avevano respinto un attacco corazzato americano a nord di Canicattì, erano stati costretti ad arretrare ulteriormente sulle posizioni tra Serradifalco e S. Cataldo, dopo che carri armati nemici avevano sfondato le linee tenute dal gruppo tattico tedesco, situato allora in prima schiera ( 131). La sistemazione sul nuovo fronte fu ultimata nella notte tra il 12 e il 13 luglio , sotto la protezione del III /30 • ftr. «Assietta», del Il l 6 • ftr. «Aosta», del CCXX::XIII gruppo art. da 7512 7, del XIX gruppo art. «Centauro» da 105128, della 28a cp. controcarri «Aosta» e della cp. motomhraglieri della 208a div . costiera, tutti rinforzi giunti al Gen. Schreiber nella mattinata del 12 in seguito ai noti ordini diramati dal G en . Guzzoni tra -le 08.10 e le 09.55 del giorno ptccedente (132). Purtroppo p erò quasi tutte le suddette unità di rinforzo erano state sottoposte durante il loro trasferimento a bombardamenti aerei , cui erano seguiti sbandamenti e defezioni soprattutto tra i fanti dell' «Aosta» e dell' «Assietta». Dalla relazione del Gen. Schreiber sappiamo infatti che ormai esse erano «in sostanza unità molto ridotte in efficienza e di dubbia capacità operativa». Per la precisione la situazione era la seguente: - il II /6 • ftr. «Aosta» contava soltanto 7 ufficiali e l 00 sotcufficali e militari di truppa, con una sola mitragliatrice; - la 28 a cp. controcarri «Aosta» era ridotta a 3 ufficiali e a 54 sottufficiali e militari di truppa, con tre can noni da 47 l 32; - il IIII3o • ftr . «Assietta>> aveva perduro 30 autocarri , ma aveva avuto tra le sue file soltanto dieci feriti; purtroppo però, come è scritto nella relazione del Gen. Schreiber, «gli elementi siciliani {20% della forza) si allontanarpno arbitrariamente»; - il CCXX::XIII gruppo art. da 7) l 27 era rimasto con soli sei pezzt ;
(13 1) Per lo schieramento cfr. A.U.S.E., cartella 2011 , allegaw 49: cSiruazione della truppa dipendente dal Gen. Schreiber alle ore 17.00 del 12 luglio 1943•, con due schizzi. (132) A.U.S.E., canella 2011: «Diario Smrico Militare del XII Corpo d'Armata., allegato 29 e pagg. 14-16. Vds. anche capitOlo VIII, paragrafo 6.
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TAVOLA N. 23
o/ 12 o/ l S luglio 1943.
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- il XIX gruppo art. da 105 /28 contava soltanto su quattro pezzi con i relativi trattori ( 13 3). Questi malaugurati episodi, ormai non più isolati, si verificarono nello stesso tempo anche nell' ambito della Direzione Automobilistica del XII Autoparco , trasferitosi a Francavilla, nel cui Diario Storico si legge quanto segue ( 134): «14 luglio. Dai primi calcoli effettuati approssimativamente mancano ancora all'appello più del 50 % dei Sigg. Ufficiali e circa ue quarti degli uomini presenti all'ultimo accampamento in Caltanissetta. Si presume purtroppo che alcuni ufficiali siciliani non faranno ritorno perché attratti più dal yincolo affettivo che li lega alle loro famiglie , site in zone già occupate dal nemico, che dal senso del proprio dovere. Pertanto la Direzione inizia fin d'ora l 'ingra~o compito delle denunzie e delle dichiarazioni.»
Durante la giornata del 13 lo schieramento itala-tedesco di S. Cataldo-Serradifalco, agli ordini del Gen. Schreiber, fu impegnato soltanto in scontri di pattuglie e a sera esso resistette ad un attacco in forze diretto contro quest'ultima località. Tale dispositivo di difesa venne ulteriormente rinforzato in giornata dall'arrivo a Caltanissetta dalla lontana S. Ninfa del gruppo tedesco del Ten. Col. Ens (l 04 o rgt. ftr. della div. «Sizilien» su due btg.), ciò che permise la riunificazione in loco della 15 a div. Panzergrenadier, priva ora solo del 115 o rgt. ftr. del Col. Korner su due btg., che come è noto - era entrato a far parte del gruppo tattico del Col. Schmalz. Grazie a questi nuovi arrivi in zona, il Gen. Schreiber estese entro la notte del 14 luglio il suo forte schieramento oltre Caltanissetta e fino a Barrafranca, per saldarlo a levante con il fronte tenuto allora dai resti della «Livorno» in zona Piazza Armerina e dalla «H. Goering» sulla rotabile 124 Caltagirone Grammichele (135). Come però abbiamo visto nel precedente paragrafo, quest'ultimo fronte orientale venne arretrato il 15 luglio
(133) A.U.S.E., cartella 2011 : cRelazione sui fatti d'armi sostenuri dalla 207• div. costiera il giorno IO luglio c dal raggruppamento del Gen. Schreiber dal giorno Il al giorno 21 luglio 1943•, pag. 7. (134) A.U.S.E. , canella 1174 : cDiario Storico Militare della Direzione del 12• Parco automobilistico della Sicilia dal 7 luglio al 6 agosto 1943•, giorno 14 luglio 1943. (135) A.U.S.E., cartella 2011: cRelazione sui fatti d'armi sostenuti dalla 207' div. costiera il giorno 10 luglio e dal raggruppamento del Gen. Schreiber dal giorno 11 al giorno 21
luglio 1943•, pag. 9.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E TN CALABR1A
sulla linea Valguarnera - -Raddusa - Dittaino, con avamposti sul Gornalunga. In quello stesso giorno 15 cominciò ad emergere l'ostinazione del Gen. Rodt, comandante della 15a div. tedesca «Sizilien», e del Gen. von Senger und Etterlin, ufficiale di collegamento germanico con il Comando dell 6a Armata. Essi infatti rifiutarono la logica delle ritirate st~egiche e insistettero sulla necessità di resistere sul posto, secondo 1 precisi ordini di Hitler, nonostante il deterioramento della situazione sui fronti contigui; ciò che causò una serie di dissapori tra il Comando FF.AA. della Sicilia e i responsabili germanici (136). In particolare gli ordini di arretramento riguardanti la div. «Sizilien», impaniti da Guzzoni con il già noto tele n. 16465/op delle 01.45 dèl15 luglio, non vennero rispettati dal Gen. Rodt e da von Senger, spalleggiati poi dal Gen. Hube, giunto in quello stesso giorno in Sicilia al comando del XIV Corpo d'Armata corazzato tedesco (137). Penanto durante tutto il giorno e l'intera notte del 16 luglio, mentre il fronte orientale italo - tedesco già si era ritirato sulla nota linea Valguarnera - Raddusa - sud di Catania, il nuovo arrivato gruppo tedesco «Ens» ingaggiò nell'assai più avanzata Barrafranca una dura battaglia con il 70° btg. corazzato americano, inserito nel 26 ° gruppo tattico reggimentale della P div. ftr. e proveniente da Gela, Butera e Mazzarino. All'inizio i reparti corazzati statunitensi rimasero sorpresi dalla determinazione germanica e dovettero arretrare, ma poi, appoggiati dalle fanterie e dal fuoco di ben tre gruppi di artiglieria, riconquistarono il terreno perduto. Il 26 • gruppo tattico U.S.A., però, esausto, dovette essere sostituito in linea dal 16 • rgt. ftr. della medesima l a divisione , che a notte entrò a Baqafranca ed il 17 attraversò il fiume Salso, tagliando la rotabile 122 ad est di Caltanissetta (138) . Soltanto il 17 luglio quindi la div. Panzergrenadier «Sizilien» fu allineata in conformità con l'andamento del nuovo fronte orientale, arretrando tra Villarosa e Valguarnera. Presso quest'ulti(136) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124 / A: cRelazionc del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pag. 42. (137) F.M. SENGER und E1TERLIN: Combattere senza paura e senza speranza, op. cit., pag. 243. (138) U.S. ARMY TN WORLD W AR II: Sicily and the surrender of Italy, op. cit., pagg. 231·232.
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ma località essa venne subito dopo in contatto con le avanguardie della P div. fu. canadese, che lo stesso giorno era entrata a Piazza Armerina, evacuata dal Comando del XVI C.A. e dai resti della «Livorno». Da pane sua il Gen. Schreiber restituì il 16 luglio al Gen. Rodt il Comando del gruppo «Fullriede-Neapel» e ritirò i suoi reparti italiani ancora più a nord, tra Ponella di Recattivo, Resuttano e Alimena. In particolare il Gen. Schreiber dislocò a Ponella di Recattivo i resti del III/ 30 ° ftr. «Assietta», una compagnia formata con i residui 107 elementi del II/ 6 o ftr. «Aosta», il XIX gruppo an. «Centauro» da 105 l 28 e quattro semoventi da 90 l 53. A Resuttano venne schierato il I gruppo squadroni cavalleggeri «Palermo», che «era stato rintracciato inattivo a Caltanissetta», nonché la l a cp. motomitraglieri (139). Infine ad Alimena furono stanziati il Comando della 17a legione cc. nn. con il XVII btg. cc.nn., anch'essi «rintracciati inattivi a Caltanissetta», la 28a cp. controcarro «Aosta», il CCXXXIII gruppo art. da 75 l 27 e due semoventi da 90/53 (140).
*** Nell'ambito della 207a div. costiera, ora al comando del Geo. De Laurentis dopo il nuovo incarico affidato al Geo. Schreiber, si era verificato frattanto un altro fatto deplorevole. Il 12 luglio tutto il personale delle quattro batterie da 90/53 del LXXVII gruppo della Milizia contraerea e di una batteria da 76 l 40 antinave abbandonò le postazioni, dopo aver sabotato le centrali di tiro. L'energico intervento del Comando della 207a div. costiera riuscì a far rimettere in efficienza una batteria, ma rimasero inutilizzati ben dodici pezzi da 90/53, quattro da 76140 e ventisei mitragliere da 20 mm., armi che per la quasi totalità avevano possibilità di fuoco e munizionamento sia contraereo che controcarro. Le gravi conseguenze del fatto furono ancor più evidenti quando nella stessa giornata una divisione navale americana, (139) A.U.S.E., canella 2011: c:Relazione sui fatti d'armi sostenuti dalla 207• div. costiera il giorno 10 luglio e dal raggruppamento del Gcn. Schreiber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•, pagg. 9·10. (140) Ibidem.
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comprendente gli incrociatori Brooklyn e Birmingham, bombardò a lungo Porto Empedocle, servendosi di idrovolanti catapultati per la direzione del tiro, che rimasero del tutto indisturbati da parte dali' ormai pressoché inesistente difesa contraerea. In netto contrasto con questi episodi, sul fronte a nord est di Agrigento, lungo la rotabile 122 per Canicattì, il XXXV btg. bersaglieri respins""è valorosamente davanti a Cascrofùippo una serie di attacchi del 30 • gruppo tattico reggimentale americano durante il 12 e il 13 luglio, contando era le sue file oltre duecento caduti, tra cui il comandante del banaglione, Magg. Moccia, medaglia d'oro alla memoria. All'imbrunire del 13 i superstiti accorciarono la loro fronte arretrando ordinatamente verso Favara, dove il giorno seguente respinsero altri assalti nemici. Soltanto il 15 luglio il combattivo XXXV btg. bersaglieri venne travolto intorno a Favara dai Rangers e dal II/r ftr. U.S.A. ed i superstiti si ritirarono a Spinasanta (141). Lungo la rotabile costiera 115 intanto il LXXIII btg. bersaglieri, validamente appoggiato dai resti della 2 a btr. del XXII gruppo art. e dalle batterie costiere dei gruppi XXXV e LX, aveva anch'esso respinto sul basso corso del Naro alcune puntate del I e III btg. del r rgt. ftr. americano durante il 13 luglio , catturando anche alcuni prigionieri. A causa però della demolizione del ponte presso Masseria Giudice , effettuata alle 22.25 dell'li, e dell'autodistruzione degli altri cavalcavia più a monte effettuata il 13, il LXXIII btg. bersaglieri rimase isolato al di qua del fiume e, accerchiato, fu sopraffatto il 16 luglio (142). Anche il LXXIV btg. bersaglieri, giunto ad Agrigento il 13 luglio , fu schierato a copertura degli accessi alla città, con una compagnia al quadrivio di Spinasanta, ed inutilmente tentò di rompere l'accerchiamento in cui era stato stretto il LXXIII btg., su bendo forti perdite ad opera dell'aviazione tattica statunitense. Dalle relazioni ufficiali alleate sappiamo che queste azioni offensive americane in direzione di Porto Empedocle e di Agrigento erano state originate da una «ricognizione in forze» affidata il 13 (141) A.U.S.E., canella 2124/B: cRelazione sui combanimenti sostenuti dalla 207• div. costiera (10-16 luglio 1943)>-, pag. 15. (142) E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicilia, op. cit., pag. 183. Per l'orario e le cause delle autodistruzioni citate cfr. A.U .S.E. , cartella 20 l l: cOiario Storico Militare dci XII Corpo d'Armatat., pag. 20 e cartella 2124 /B: cRelazione sui combanimemi sostenu ti dalla 207• div. costiera (10-16 luglio 1943)•, pag. 13.
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luglio dai Gen. Patton e Keyes al Gen. Truscott, comandante della 3a div. ftr. U.S.A. (143). Durante il 14 e il 15 luglio i bombardamenti navali nei pressi di Pono Empedocle furono intensificati con l'entrata in zona del monitor inglese Abercrombie e dell'incrociatore statunitense Phtladelphia, mentre quattro dragamine iniziarono ad aprire varchi tra i campi minati prospicienti le spiagge. A tale martellamento dal mare, contro cui fu più volte richiesto l'intervento delle aviazioni dell'Asse, fece eco uno sbarramento di fuoco ad opera di due gruppi d'artiglieria americana, che interruppe tutti i collegamenti tra i capisaldi difensivi. Il 15 luglio caddero sotto la spinta delle truppe corazzate avversarie le posizioni di Cozzo Mosè ed il mattino seguente una colonna del III btg. Rangers, aggirando da nord Agrigento e tagliando la rotabile 118 da Raffadali, raggiunse Montaperto, ad ovest del capoluogo provinciale, che venne così completamente accerchiato ( 144). Alle 07.30 di quella stessa mattina del 16 luglio il Comando · della 207 a div. costiera, constatando altre defezioni, fu costretto ad informare il Comando del XII C.A. «che elementi della R. Marina non si dimostravano all'altezza della situazione». Tre ore dopo, con fonogramma 164 73 l op, il Comando delle FF.AA. della Sicilia replicò ordinando «l'arresto e un trattamento di estremo rigore per quei militari allontanatisi dai reparti e travestitisi in abito civile» (145). Alle 14.30 alcuni reparti Rangers americani entrarono a Porto Empedocle, mentre Agrigento cadde alle 20.11, sempre di quel16 luglio, con la cattura del Comando della 207a div. cosuera, compreso il Gen. De Laurentis, a Rupe Atenea (146).
(143) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cit. , pag. 77; H . POND: Sicilia, op. cit., pagg. 298-299 e U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Siciiy and the surrender of Italy, op.cit., pagg. 200-206 e pag. 224. (144) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily and the surrender of Jtaly, op. cit., pag. 228. (W>) A.U.S.E., carrella 2011: cDiario Srorico Militare del XII Corpo d'Armata>, allegaw 93 e pag. 44. Per i fatti accennati venne poi denunciato al Tribunale Militare il comandante navale di Porro Empedocle. Cfr. A.U.S.E., cartella 2229, d ispaccio del Co~~Jando della 6• Armata o. 26/PST del 6 agosto 1943 . (146) Ibidem, cartella 2011, allegato 110.
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8. LO SPOSTAMENTO DELLE DMSIONI «AOSTA» E «ASSIETTA» (Vds. carta geografica in Appendice) Sempre nel settore del XII Corpo d'Armata si assistette in quei giorni al complesso e tuttora discusso trasferimento verso oriente delle due divisioni di fanteria «Aosta» e «Assietta», dislocate rispettivamente ifa Alcamo e Salemi e nella valle del Belice (vds. tavola n. 5). Infatti, oltre all'inglobamento nel gruppo tattico del Gen. Schreiber sia del II/6° ftr. e della 28a cp. controcarri dell'«Aosta», sia del III/30° frt. dell'«Assietta» e del CCXXXIII gruppo art. da 75 l 27, ordinato dal Gen. Guzzoni alle 08.10 dell' 11 luglio, il Comando FF.AA. della Sicilia prese in esame il movimento complessivo verso est delle due divisioni. Il primo provvedimento adottato al proposito dal Gen. Guzzoni fu quello già ricordato della sera dell'Il luglio , quando egli ordinò al Comando del XII Corpo d'Armata di predisporre l'urgente trasferimento per ferrovia ed autotrasporti di «una delle due divisioni di fanteria nella zona ad ovest di Catania», suggerendo di spostare frattanto per via ordinaria l' «Assietta» verso sud est, così da «impedire che minacce dalla zona di Agrigento potessero svilupparsi indisturbate verso nord e nord est» (e non quindi verso nord ovest, cioè su Palermo) (147). Il Comando delle FF.AA della Sicilia era quindi intenzionato 1' 11 luglio a trasferire l' «Aosta» verso l'opposto settore di Catania e di far scivolare l' «Assietta» nella zona di Agrigento, a copertura della parte centro-orientale dell'isola. Ma alle 08.10 del 12 luglio il Gen. Arisio telefonò al Gen. Guzzoni esprimendogli la preoccupazione per il deterioramento della situazione tra Licata e Agrigento e chiedendogli l'autorizzazione di stanziare invece l' «Assietta» nella zona tra Chiusa Sclafani, Prizzi e Lercara Friddi, in funzione quindi difensiva a nord ovest e non a nord est di Agrigento. L'autorizzazione a siffatto schieramento fu concessa e confermata da Guzzoni con fonogramma n. 16378/op delle ore 09.30 di quel 12 luglio e di conseguenza il Gen. Arisio informò più tardi con tele 119755/op il Comando FF.AA. della Sicilia di aver impartito ordini sia per il suddetto movimento dell' «Assietta», sia per un leggero spostamen(147) Tutto in A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/ A: cReluione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•, pag. 28.
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to dell' «Aosta» nella zona di S. Cipirello, sempre nella cuspide nord occidentale (148). Il movimento dell' «Assietta», parte motorizzato e pane a piedi, fu completato soltanto il 16 luglio, dopo che il comandante della divisione, Geo. Scotti, aveva chiesto e ottenuto l' autorizzazione a rallentare la marcia di ventiquattr'ore (149). Quel giorno quindi la divisione assunse un lungo schieramento che da Cerda, prossima al golfo di Termini Imerese, scendeva verso sud ovest fino a Chiusa Sclafani, con un'appendice a Ponella Misilbesi, vicino a Menfi sulla costa meridionale. In particolare la dislocazione fu la· seguente. - A Cerda il 1129• ftr., il CX:XI gruppo art. da 149/13 del 12• raggruppamento di C.A. e la 5a cp. carri. Comandante Geo. Moneta, a disposizione del XII C.A., alle cui dipendenze passava anche il 136 • rgt. costiero di Caccamo. -A Roccapalumba il Comando del 30• rgt. ftr. con il suo II battaglione, il CX:XVI btg. mortai (meno una cp.), la 126a cp. controcarri da 47 l 32 su due plotoni, la 50 a cp. motociclisti, una cp. presidiaria, il XVI gruppo art. da 75/27 e il CLVII gruppo art. da 149/19. Comandante Ten. Col. Morettini. - A Lercara Friddi il 1130• ftr. (meno una cp.), una cp. distrettuale, il 111/25 ° art. (meno una btr.), la P btr. del XLVIII gruppo art. da 105/28, nove semoventi da 75/18 e 300 cavalleggeri appiedati. Comandante Col. Ainis, da cui dipendevano a Ponella S. Francesco due plotoni della 126a cp. controcarro, una cp. del 1130• ftr. e una btr. del 111125• art. - A Prizzi il Comando del 29• rgt. ftr. con il suo II battaglione, il II/25 ° art., sei pezzi sciolti da 75/34, il LI btg. bersaglieri, la l a cp. del CXXVI btg. mortai e una sezione c.a. da 20 mm. Comandante Col. Fontana. -A Chiusa Sclafani il lll/29° ftr., il IV/25• art. (meno la 10a btr.), il XXI gruppo an . da 105/28, due cp. Genio ed elementi del deposito di Bisacquino. Comandante Ten. Col. · Pochini.
(148) A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», allegato 36 e pag. 22 e carrella 2229, fonogramma n. 16378/ op del Comando FF.AA. della Sicilia delle ore 09.30 del 12 luglio 1943. (149) A.U.S.E., carrella 2124 / B: cRelazione delle operazioni della div. fu. cAssietta» dal 9 luglio al 13 agosto 1943», giorno 13 luglio, pag. 4.
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- A Ponella Misilbesi la 10a btr. del IV l 25 o art., insieme al Il/) o ftr. della div. «Aosta» (150). Per quanto riguardava la div. «Aosta», le opinioni degli Alti Comandi a Roma e del Gen. Guzzoni furono parimenti contrastanti. Alle 13.40 <bl 12 luglio il Comando FF.AA. della Sicilia, ricevute le ultime cattive notizie dal settore del XVI Corpo d'Armata, preavvisò il Comando del XII C.A. che da. quella stessa sera sarebbe stato effettuato il trasferimento per ferrovia della div. ftr. «Aosta» nella Sicilia orientale, visto che l' «Assietta» era rimasta nella Sicilia occidentale. Ma alle 18.00 Guzzoni ritornò nuovamente sulle sue intenzioni di potenziare la difesa della piana di Catania e comunicò telefonicamente al Geo. Arisio di sospendere H trasferimento deli'«Aosta>>, poiché lo S.M.R.E. aveva riferito l'eventual~tà di uno sbarco nemico anche nella parte occidentale del!' isola. L' «Aosta» quindi sarebbe rimasta sul posto e semmai avrebbe dovuto estendersi verso sud, occupando anche le posizioni lasciate dali' «Assietta» a S. Ninfa e a Partanna (l 5l). Pena m o l' «Aosta>> avrebbe assunto uno schieramento più allungato verso meridione a stretta difesa della cuspide occidentale dell'isola e a quel punto nessuna delle originarie intenzioni di Guzzoni era più in vita. In pratica l' «Aosta>>, che era stata originariamente destinata addirittura alla lontana zona di Catania, ora veniva vincolata alla difesa costiera della cuspide occidentale, assumendo il seguente schieramento ancora più a ponente di quello deli'«Assietta» e situato al di là della valle del Belice (152). - Il Comando della divisione «Aosta» a Salemi; - Il 5o rgt. ftr. con un btg. a S. Ninfa e due btg. a Partanna (il II/5o fu poi dirottato come si è visto, a Portella Misilbesi); -Il 6° rgt. ftr. con un btg. a Calatafimi e uno a Salemi (il II /6 o era incorporato nel gruppo «Schreiber»); -la 171 a legione cc. nn. ad Alcamo; (150) Ibidem, pagg. 6-7 e allegati l e 2. Per il caposaldo di Cerda cfr. A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d' Armata•, pag. 36. pag. 39 e allegato 59. (151) A .U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata., pagg. 25-26. Il malaugurato timore del Comando Supremo circa possibili sbarchi nemici nella parte occidentale dell'isola fu riferito in quel giorno a Guzzoni dallo S.M.R.E. con fonogramma n. 1022. / ( 152} Ibidem, pagg. 26-27.
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- Il 22 • rgt. art. con i propri quattro gruppi suddivisi m modo da formare gruppi tattici con i battaglioni di fanteria dì Calatafimi, Salemi, Partanna e S. Ninfa. Che la funzione d eli' <<Aosta» fosse ora soltanto quella di contribuire alla difesa contro eventuali sbarchi nemici nell'estremo settore occidentale dell'isola fu poi confermato esplicitamente dal Gen. Guzzoni, che con il fonogramma n. 16408/op delle ore 09.00 del 14 luglio precisò, tra l'altro, al Comando del XII C.A. che tale divisione doveva «sostenere la difesa costiera» ( 15 3). Con l'incarico di wprire il trasferimento dell'«Assietta», prendendo contatto col nemico proveniente dal settore di Licata Canicattì, fu costituite alle 08.45 del 13 luglio il cosiddetto Raggruppamento Mobile Ovest del Col. cav. Ricci, che riunì i già esistenti gruppi mobili «A», «B», «C» del XII Corpo d'Armata, oltre all'VIII gruppo art. da 75/27 (vds. allegato n. 8 in appendice) (154). In particolare alle 21. 30 del 14 luglio venne deciso che il gruppo mobile «A» , rinforzato due giorni dopo con due btr. del XLVIII gruppo an., si portasse ad Aragona (a nord di Agrigento), che il gruppo mobile «B» operasse dalla vicina Raffadali e che il gruppo mobile «C», rinforzato da una btr. del CX gruppo art., rimanesse a disposizione a Chiusa Sclafani (155). Alle 17.30 del 15 luglio, invece, il gruppo mobile «A» fu dirottato sulla più lontana stazione di Villalba per proteggere l'ala destra del raggruppamento del Gen. Schreiber, mentre alle 15.30 del 16 luglio il gruppo mobile «B» ebbe l'ordine di contrattaccare da Raffadali su Agrigento (156). Quest'ultimo ordine però non potè essere eseguite perché, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, Agrigento cadde quella stessa sera nelle mani americane (153) Ibidem, pag. 36 c allegato 60. Questo intento è altresì confermato dalla più volte citata relazione ufficiale del Comando FF.AA. della Sicilia in A.U.S.E., canella 2124/B, fascicolo 2124/A, pag. 34. (154) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d' Armata•, pag. 31. (155) Ibidem, pagg. 41-42. Incidentalmente si ricorda fin da ora che alle 16.30 del 14 luglio il Comando del Xll C.A. ordinò al Comando Difesa PoHo «N• di Palermo cdi completare l'occupazione del fronte a terra con particolare riguardo alle provenienze da sud est• . Cfr. Ibidmt, al legato 65 : fonogramma del Comando Xll C.A. n. 119836/op. La difesa dci poni di Palermo e di Trapani doveva essere farra ad oltranza con le forze localmente disponibili. Cfr. Ibidem, allegato 39: tele del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16378/op delle ore 11.30 del 12 luglio 1943. (156) Ibidem, pag. 45 c pag. :>2.
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e perché la locale situazione fu considerata «definitivamente compromessa» (157). Si ricorda che frattanto, a partire dalle 22.00 del 12 luglio, il Gen. Francesco Zingales aveva sostituito nel Comando del XII Corpo d'Armata il Geo. Mario Arisio, che assunse il Comando della 7a Armata nell'Italia meridionale il l agosto successivo (158). Vedremo nel prossimo paragrafo come venne mutato lo schieramento del XII C.A. il giorno 17 luglio, in relazione al desiderio del Comando FF.AA. della Sicilia di arretrare l'intero fronte nella cuspide nord orientale dell'isola.
9. IL CONTROVERSO PROGETIO DEL GENERALE GUZZONI DI UN ARRETRAMENTO COLLETTIVO SULLE PENDICI DELL'ETNA (Vds. carta geografica in Appendice) Nella notte del 12 luglio la sede del Comando FF.AA. della Sicilia ad Enna venne violentemente bombardata da aerei alleati, che causarono molti danni e l' interruzione di quasi tutti i collegamenti via fòo (159). Il giorno seguente- come abbiamo già detto nel precedente paragrafo 6 - il Geo. Guzzoni dette ordine di studiare un ripiegamento generale verso la cuspide nord orientale dell'isola sulla linea S. Fratello - Cesarò - Acireale, cosicchè entrambi questi due avvenimenti ebbero la loro parte nel far decidere il trasferimento del Comando FF.AA. della Sicilia da Enna a Passo Pisciaro, in zona Randazzo, sulle pendici settentrionali dell'Etna. Tale trasferimento, contemporaneo a quello del Comando del XVI C.A. da Piaz'za Armerina a Biancavilla, venne completato nella notte del 13 luglio (160). Proprio la questione dell'eventuale arretramento del fronte nella cuspide nord orientale della Sicilia, cui erano anche collegate le esaminate disposizioni riguardanti la div. tedesca «H. Goering» e (157) A.U.S.E., cartella 2124/B: •Relazione sui combattimenti sostenuti dalla 207• div. costiera (10-16 luglio 1943)•, pag. 17. (158) A.U.S.E., cartella 2011 : c:Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», allegato 42: tele del Comando XII C.A. n. 1/9774 del 12 luglio 1943 e cartella 2003: «Diario Storico Militare del Comando della 7• Armata., giorno l agosto 1943 e allegati 117 e 118. (159) F.M. SENGER und ETfERLIN: Combattere senza paura e senza speranza, op.cit., pag. 232. (160) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943», pag. 36.
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le iniziali intenzioni di Guzzoni di trasferire l' «Aosta» verso Catania, rappresentò il tema strategico più rilevante e scottante di quei primi giorni della campagna, nonché un argomento di estremo interesse storico per le susseguenti implicazioni. Innanzi tutto è necessario notare che tale progetto prese consistenza proprio in un momento in cui , come si è visto, l'atteggiamento dei comandanti tedeschi era quello di non arretrare se non costretti dal nemico. Inoltre, strano a dirsi, il desiderio di Guzzoni di un ripiegamento sulla cuspide nord orientale dell'isola continuò ad essere manifestato e perseguito dopo che l' «Assietta» e l' «Aosta>> erano state destinate - come visto - alla difesa del settore occidentale. In tal caso, dopo aver predisposto con queste ultime due divisioni italiane un duplice sbarramento che racchiudeva la valle del Belice e la zona Corleone- Palermo, un ripiegamento nella cuspide nord orientale de!l'isola avrebbe potuto riguardare soltanto le forze mobili del XVI Corpo d'Armata. La conseguenza sarebbe stata quella di abbandonare al proprio destino le truppe del XII C.A. , condannate all'isolamento. Proprio per le suddette motivazioni il Comando Supremo negò lo stesso 13 luglio a Guzzoni l'autorizzazione al progetto di arretramento sulla linea S. Fratello - Cesarò - Acireale, che avrebbe abbandonato al nemico anche Catania, e riferì la cosa ai tedeschi. Sappiamo infatti che il Gen. Ambrosio, discutendo in quel pomeriggio una più modesta proposta di Kesselring di ritirarsi «in un successivo tempo» dietro la linea S. Stefano di Camastra Catania, confessò di aver già rigettato un ancor più radicale progetto di Guzzoni (161). Il rifiuto del Comando Supremo in effetti pervenne al Gen. Guzzoni alle 13.30 del 14 luglio attraverso una comunicazione del Gen. Zanussi, incaricato dal Capo di S.M. dell'Esercito, Roatta, che raccomandò di «mantenere le posizioni fino ad allora occupate a sud della piana di Catania» e preavvertì l'arrivo di rinforzi aerei. Tale disposizione fu ribadita subito dopo dal dispaccio dello S.M.R.E. n. 1052 /S redatto alla stessa ora (13.30), in cui si definiva di <<estrema gravità>> l'intenzione del Comandante delle FF.AA. della Sicilia di ripiegare sulla linea S. Fratello - Cesarò - Acireale
( 161) A.U.S.E., cartella 1502: cDiario Storico dc:! Comando Supremo•. allegato 673: •Appunti relativi al colloquio a Palazzo Vidoni del 13 luglio 1943:., pag. 2.
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(162). Si consigliava invece di rinforzare adeguatamente la propria ala sinistra, in modo da contenere l'avanzata nemica «per il tempo necessario al deflusso delle forze provenienti dal XII Corpo d'Armata» (163). Nella sua relazione sugli avvenimenti il Gen. Guzzoni giustificò con le segue~i parole il proprio atteggtamento non condiviso a Roma (164). «Allorché il 13 luglio comunicavo allo S.M.R.E. che in considerazione della situazione cercavo di «ripiegare» lentamente nella cuspide nord orientale dell'isola: - la div. cGoering• non era ancora in condizioni di appoggiare l'ala sinistra dello schieramento, che era tanto fortemente premura da far ritenere possibile la caduca di Catania; -.non era noto quando avrebbe cominciato ad affluire la 29a divisione german1ca; \ -.non avevo potuto constatare l'alto grado di resistenza delle eruppe germaniche; ero solo io possesso di elementi da far ritenere scarsa la loro attitudine manovriera. In breve la situazione migliorò: - per la resistenza dell'ala sinistra a sud di · Catania e l'efficacia dell'intervento delle unità paracadutiste tedesche; - per l'iniziato arrivo (15 luglio) della 29a divisione germanica, un battaglione della quale, immediatamente trasportato all'ala sinistra della div. «Goering•, chiuse un'ampia falla esistente tra la cGoering» stessa ed i resri della divisione «Livorno•, nella quale puntava una forre colonna nemica, e per il successivo arrivo di tutta la div. germanica che si schierò nella fascia costiera settentrionale; per la grande capacità di resistenza dimostrata dalle truppe germaniche ; - per il recupero d i parte del XII C.A. dalla zona occidentale. Ciò spiega come l'arretramento sulla linea di resistenza abbia potuto aver luogo ancor più lentamente di quanto potessi immaginare nella giornata del 13 luglio».
Incidentalmente , da questo brano della relazione del Comando FF.AA. della Sicilia veniamo anche a sapere quando cominciarono a giungere sull'isola i primi reparti della nuova 29a div. (162} A.U.S.E., cartella 2229, dispaccio dello S.M.R.E. n. 1052/S delle ore 13.30 del 14 luglio 1943 ( 163) Per tutta questa fase cfr. anche A.U.S.E., cartella 2124/B, fascico lo 2124/A: .:Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pagg. 37·38. " (164) Ibidem , pagg. 38-39.
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Panzergrenadier tedesca, quale determinante apporto ess1 dettero subito alla difesa e quali posizioni essi assunsero. Apparentemente convinto, Guzzoni si affrettò ad assicurare quindi lo S.M.R.E. con il seguente telecifrato n. 16456/op delle ore 14.30 di quello stesso 14 luglio: cRelazione Vostri ordini trasmessi mezzo Generale Zanussi non - dico non -faccio effettuare arretramenti da posizioni ancora tenute» (165).
Egli però dovette anche comunicare con lo stesso messaggio di aver già ordinatO alla divisione «H. Goering» di spostarsi verso l'aeroporto di Catania per ristabilire la locale situazione ( 166). Alle 00.30 del l) luglio giunse al Comando FF.AA. della Sicilia un altro importante marconigramma dello S.M.R.E., il n. 1060/S del giorno 14, con cui si rinnovavano le due precedenti pressioni in materia di ripiegamento (167). Io particolare si ammoniva che un'Autorità superiore (Ambrosia o Mussolini?) aveva disposto che si facesse «tutto il possibile per mantenere la linea avanzata attuale», che sarebbero giunti rinforzi aerei itala-tedeschi e che un'eventuale linea arretrata di resistenza doveva comprendere il massiccio delle Madonie. Secondo gli Alti Comandi di Roma, quindi , una linea di estrema resistenza non doveva essere prevista subito, ma io un futuro imprecisato e comunque non doveva partire sulla costa tirrenica in corrispondenza di S. Fratello, come avrebbe voluto Guzzoni, ma oltre le Madonie e quindi nel golfo di Termini Imerese, circa sessanta chilometri più ad occidente in linea d'aria. Apparentemente per non ferire la suscettibilità del Comandante delle FF.AA. della Sicilia, ma soprattutto per poterlo controllare più da vicino, come vedremo meglio io seguito, lo S.M.R.E. inviò da lui lo stesso giorno il Gen. Gorlier, latore di una lettera esplicativa di Roatta io cui si parlava di desideri del duce , di ragioni morali e di necessità militari di conservare sull'isola uno (165). A.U.S.E., cartella 2229: telecifrato del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16456/op delle ore 14.30 del 14 luglio 1943. (166) Ibidem. (167) A.U.S.E., cartella 2228: marconigramma de llo S.M .R.E. n. 1060/S del 14 luglio 1943. L'orario di arrivo delle ore 00.30 del l 5 è ind icato nella cartella 2124/ B, fascicolo 2124/A: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943», giorno 15 luglio, pag. 41.
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spazio di manovra maggiore di quello previsto dal progetto Guzzoni (168). Nonostante rutto questo, alle 01.45 del 15 luglio il Comandante delle FF.AA. della Sicilia ordinò al Comando del XVI Corpo d 'Armata di «arretrare le ~visioni "Goering" e "Livorno" e la divisione " Sizilien" su una linea, successivamente precisata, a protezione della cuspide nord orientale dell'isola» (169). Con lo stesso sorprendente messaggio Guzzoni dettò anche, come abbiamo già visto, le modalità di tale ripiegamento , che doveva «avere inizio subito» (170). Non si può spiegare questo atteggiamento del Comandante delle FF.AA. della Sicilia, così come non si conoscono i motivi del suo nuovo successivo ripensamento delle ore 03.40 di quel l 5 luglio. A quell'ora infatti il Gen . Guzzoni inviò allo S.M.R.E. il radiomessaggio 16469 l op con cui dichiarò di accettare gli ordin~ irnpanitigli tramite il dispaccio 1060/S, che egli aveva comunque ricevuto un'ora e un quarto prima del sorprendente suo ordine al XVI C.A. di arretrare «subito» tutte e tre le divisioni mobili sulla cuspide nord orientale ( 171). Guzzoni fece in verità un tentativo di annullare questi ultimi suoi ordini di ripiegamento delle 01.45 del 15 luglio, ma non ebbe fortuna. Infatti , come abbiamo visto nel paragrafo 6, il Comando del XVI C.A. non riusd a far giungere f.n tempo alla «Livorno» e alla «H. Goering» il suo dispaccio 01/9281/op con cui annullava l 'ordine di arretramento diramato con precedente messaggio n. 01192801 op delle ore 03.30 (172). Penante la ritirata di queste due divisioni , auspicata a lungo dal Comandante delle FF.AA. della Sicilia e contrastata da Roma, ebbe finalmente luogo. Il 16 luglio le forze itala-tedesche nel settore del XVI Corpo d'Armata raggiunsero quindi le seguenti posizioni, daJle quali avevano comunque l'ordine di non più arretrare. (168) A.U.S.E., cartella 2124: lettera personale a mano del Ge n. Roana al Gen. Guzzoni, tramite il Gen. Gorlier, n. 546/SP del 14 luglio 1943 . (169) A.U.S.E., cartella 2229, tele a mano del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16465/op delle ore 01.45 del 15 luglio 1943, indirizzaw al Comando del XVI C.A. e alla Delegazione di collegamento germanica. (170) Ibidem. (171) A.U.S.E. , cartella 2229, radiomessaggio del Comando FF.AA. della Sicilia ln. 16469/op delle ore 03.40 del 15 luglio 1943, indirizzato allo S.M.R.E. ( 172) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d' Armata• . pag. 95 e illegati 51 , 52 e 57.
LA FASE DI CONTENIMENTO
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- Divisione «H. Goering» schierata fronte a sud, nei tre gruppi già ricordati, tra Raddusa e il Dittaino, con avamposti sul Gornalunga e con all'ala sinistra il gruppo «Schmalz» e i paracadutisti ua la stazione di Gerbini e il mare. - Resti della divisione «Livorno» tra Raddusa e Valguarnera. - Un battaglione della 29a div. tedesca inserito tra la «H. Goering» e la «Livorno». - 213a div . costiera impiegata soltanto con il suo 372• btg. alle foci del Simeto. - XIX brigata costiera non impegnata. - Gruppo tattico del Gen. Mariscalco ripiegato nella zona di Belpasso ( 17 3 ). Per quanto riguardava la 15a div. tedesca <<Sizilien», che si trovava allora riunita agli ordini del Gen. Rodt tra Pietraperzi:t e Barrafranca e che era anch'essa compresa nell'ordine di ripiegamento di Guzzoni delle ore 01.45 del 15, abbiamo già accennato al contrastO di vedute tra i Comandi italiani e quelli germanici. Il Gen. von Senger infatti , seguendo alla lettera gli ordini di Hitler e di Kesselring, non acconsentiva ad effettuare alcuna ritirata se non costretto dal nemico (174). Il ripiegamento di questa divisione tedesca era invece reputato necessario da Guzzoni per non lasciare tra di essa e il resto del dispositivo orientale, da lui fano arretrare, un varco sulla direttrice Piazza Armerina - Valguarnera - Enna. A dar mano forte a l G en. von Senger nella disputa subentrò alle ore 13.00 sempre d el 15 luglio il Gen. Hube , giunto quello stesso giorno in Sicilia con il Comando del XIV Corpo d 'Armata corazzato tedesco, stanziato a Castiglione, sotto cui vennero riunite dal16 tutte le truppe germaniche presenti nell'isola (175). Guzzoni fu allora costretto a cedere e ad acconsentire che la «Sizilien» rimanesse sulle sue posizioni di Pietraperzia e Barrafranca fino a che avesse potuto resistere aUa crescente pressione nemica. Quest'ultima potè essere fronteggiata in verità per sole altre tremasei ore e all'alba del 17 luglio la «Sizilien» fu costretta a ripiegare combat-
( 173) A. U .S.E. , candia 1427, allegalO 99 quater: cRei azione sulle operazionj svohe nel senore del XVI C.A. dal giorno IO al giorno 20 luglio 1943•, pagg. 17-18. (174) A.U.S.E., canella 2124/B, fascicolo 2124/A: cRclazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•, pag. 42. ( 175) F.M. SENGER und ElTERUN: Combattere senza paura e senza speranza, op. cic, pag. 243.
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LE OPERAZIONI IN SICiliA E IN CALABRIA
tendo su Villarosa e Valguarnera sotto la pressione del 16• e 26 ° rgt. ftr. della l a div. americana. Come sappiamo, invece, il Gen. Schreiber aveva ripiegato il 16 luglio su Portella di Recatcivo, Resuttano e Alimena con i residui reparti italiani elencati nel procedente paragrafo 7.
*** Frattanto anche nei confronti del XII Corpo d'Armata il Gen . Guzzoni aveva preso un'iniziativa che contrastava apertamente con le sue assicurazioni fornite prima al Gen. Zingales alle 09.00 del 14 e poi allo S.M.R.E. alle 14.30 del 14 e alle 03.40 del l) , di rinunciare cioè al progettato ripiegamento nella zona nord orientale dell'isola. Infatti alle 22.30 del 15 luglio partì dal Comando FF.AA. della Sicilia per il Comando del XII C.A. il seguente radiomessaggio cifrato (176). «Necessità operative .impongono immediatamente trasferimento divisione ~Aosta:. et due gruppi motorizzati da 105/28 del 12• raggruppamento artiglieria di C.A . in zona nord orientale isola (nostra sottolineatura, n.d.a.). Movimenti dovranno avvenire parte per ferrovia parte per autotrasporto, sfruttando massimo rutti automezzi comunque disposizione C.A. Stazioni scarico per trasporto ferroviario S. Agata Militello -.Torrenova Capo Orlando. Per autotrasporto sfruttare massimo litoranea nord. Zona raccolta per divisione et gruppi: Cesarò - S. Teodoro. Immediati accordi diretti con Detramiles 609 anche per stazioni carico. Inizio movimenti: immediato. Comunicarmi urgenza giorno inizio movimento - tappe successive formazioni- itinerari -giorni arrivo .zona raccolta. Generale Guzzoni».
Questo importante radiomessaggio dimostrava quindi la perdurante intenzione del Comando FF.AA. della Sicilia di rinchiudersi «Subito>> per l'ultima difesa nella cuspide nord orientale de Il' isola, richiamando colà anche la div_ ftr. «Aosta» che fino a quel momento era stata destinata a «sostenere la difesa costiera» nell'estremo settore occidentale (177) . .Inoltre, con tale provvedi(176) A.U.S.E., cartella 2229 e cartella 2011, allegato 103: radiomessaggio cifrato P.A.P.A. de l Comando FF.AA. della Sicilia n. 16492/op delle ore 22.30 del 15 luglio 1943. (177) Cfr. A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico MiJùare del Xll Corpo d'Armata», pag. 36 e allegato 60: citato radiomessaggio del Comando W.AA. della Sicilia n . 16408/op delle ore 09.00 del 14 luglio 1943.
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LA FASE DI CONTENIMENTO
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mento, si tentava finalmente di evitare almeno l'isolamento di metà delle forze mobili del XII C.A. Quindi con successivo radiomessaggio n. 16506/op delle notte del 15 il Geo. Guzzoni ordinò anche l'immediato arretramento della cuspide nord orientale, in zona Cesarò, del Comando Genio del XII C.A., con tutta l'organizzazione dei lavori ( 178). Il suddetto ordine d i trasferimento dell' «Aosta» giunse sul !avolo del Geo. Zingales alle 15.45 del 16 luglio e un quarto d'ora dopo il Comando del XII Corpo d'Armata comunicò a Guzzoni che la divisione sarebbe stata fatta arretrare immediatamente per $ola ferrovia, mancando gli automezzi, e che il trasporto avrebbe richiesto cinque giorni (.179). Il Geo. Zingales comunque non rimase per nulla soddisfatto nel vedersi sottrarre l'«Aosta» dal settore ovest e alle 22.00 del 16 inviò al Comando FF.AA. della Sicilia un suo ufficiale con un fonogramma a mano per il Geo. Guzzoni, in cui egli si lamentava del_provvedimento e denunciava l'impossibilità di difendere in tali condizioni la Sicilia occidentale (180). A questo punto Guzzoni ritornò nuovamente sulle sue decisioni, come del resto nei confronti del!' «Aosta» e dell' «Assietta» aveva già fatto un paio di volte nel solo giorno 12 (vds . precedente paragrafo 8). Questa volta a dare man forte alle argomentazioni di Zingales giunse un secco e piuttosto polemico radiomessaggio di Superesercito del 16 luglio, secondo il quale l'ultimo rapporco del Comando FF.AA. della Sicilia appariva contraddittorio e sembrava voler nascondere l'attuazione di un'effettiva ritirata. In particolare tale radiomessaggio da Roma così si esprimeva (181): «Non est possibile farsi idea situazione er tanro meno dislocazione nostre forze in quanro non pare possibile che situazione XII C.A. rimanga «invariata» quando divisione «Livorno» arretra fino posizioni Raddusa stazione - Dittaino - Leonforte , divisione «Goering» si ritira da Caltagirone et gruppo Schmalz est obbligato combattere lungo Simeto. Est preferibile
(178) A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico Militare del XJT Corpo d'Armata:>, pag. 53 e allegato 104: tele del Comando delle FF.AA. della Sicilia n. 16506/op del 15 luglio 1943 . ( 179) Ibidem, pag. H e allegato 105. (180) A.U.S.E., cartella 2228: fonogramma a mano del Comando XII C.A. n. 1/9881 delle ore 22.00 del 16 luglio 194 3. (181) A.U.S.E, cartella 2229: marconigramma cifrato di Superesercito n. 1103/S del 16 luglio 1943.
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infatti che con tale arreuamento 15 a divisione germanica et XII C.A. , almeno con forze mobili, tendano a rifluire verso nord e nord est, per non rimanere tagliate fuori».
Superesercito chiedeva p{rtanto «d'urgenza chiarimenti in proposito, perché esatta conoscenza situazione et future intenzioni operative V.E. habet, come ovvio, influsso determinante su modalità ed entità avviamento rinforzi da penisola» (182). Il che stava a significare senza mezzi termini che gli aiuti promessi da Roma e da Berlino sarebbero stati da allora in poi condizionati dall'atteggiamento del Gen. Guzzoni, aderente più o meno alle superiori direttive. E in effetti proprio in quei giorni - come abbiamo già detto - Hitler interruppe l'afflusso in Sicilia del nucleo della 29a div. Panzergrenadier, facendolo riprendere soltanto il 18. In quel momento, inoltre, il comportamento del Comandante delle FF.AA. della Sicilia era sottoposto a stretto controllo da parte di Superesercito, tramite il Gen. Gorlier, inviato nell'isola dal Gen . Roatta non solo per consegnare personalmente la sua nota lettera n. 546/SP del 14 luglio, ma anche per riferire i termini reali della situazione, sul cui esatto rendiconto Roma cominciava evidentemente a nutrire dubbi. Infatti alle 19.25 del 16 luglio il Gen. Gorlier, con proprio radiomessaggio cifrato, riuscì a comunicare dalla Sicilia allo S.M.R.E. che il XVI Corpo d'Armata, la div. «H. Goering» e il gruppo «Schmalz» avevano alla fine effettuato il famoso e contestato arretramento «Su posizioni al margine settentrionale della piana di Catania nel tratto stazione Bicocca - stazione Gerbini - Catenanuova» e che la divisione «Aosta» «aveva avuto ordine ieri sera di spostarsi ·per ferrovia et autotrasporto zona Cesarò» ( 183). Ormai al Gen. Guzzoni, così con trollato da vicino, non rimaneva quindi che ottemperare agli ordini impartiti dallo S.M.R.E. fin dal 14 luglio con il noto messaggio 1060/S, che chiedeva l'inclusione delle Madonie nella futura linea arretrata di resistenza e non certamente l'immediato e radicale spostamento del fronte nella cuspide nord orientale, caratterizzato, tra l'altro, dal trasferimento dell' «Aosta» fino alla lontana Cesarò. Pertanto il (182) Ibidem. (183) A.U.S.E., cartella 2228, radio cifrato P.A.P.A. del Gen. Gorlicr a Supereserciro n . 4.delle or~ 19. 25 del 16 luglio 1943.
LA FASE DI èONTENIMENTO
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Comandante della FF.AA. della Sicilia, premuto anche dalle enunciate lamentele del Gen. Zingales delle ore 22.00 del 16, annullò per la terza volta i suoi ordini riguardanti l' «Aosta» e con l'importante telegramma 16545/op delle 08.15 del 17 luglio inviò à1 Comando del XII Corpo d'Armata nuove istruzioni , accompagnate da una lettera personale (184). In conclusione ora la div. ftr. «Aosta>> non doveva più trasferirsi verso Cesarò, nella cuspide nord orientale della Sicilia, ma avrebbe fatto corpo unico con l'«Assietta», con il Raggruppamento Mobile Ovest, con tutte le unità comunque mobili e con il maggior numero di artiglierie per difendere le Madonie, cioè il settore centro-settentrionale dell'isola, come desiderato da Roma. L'obiettivo finale testuale era quello di «organizzarsi a difesa della zona delimitata dalle seguenti località: Cerda, Sclafani, Caltavuturo, Petralia, Gangi, Nicosia» (185). La fase di trasferimento deJl' «Aosta» su tale allineamento sarebbe stata protetta dall'«Assietta», che doveva rimanere per il momento sulle proprie estese posizioni tra Cerda, Roccapalumba, Lercara Friddi, Prizzi e Chiusa Sclafani, con appendice a Portella Misilbesi (186). Il punto di sutura tra il suddetto previsto nuovo fronte del XII Corpo d'Armata e le già illustrate posizioni del XVI Corpo d'Armata nella piana di Catania sarebbe quindi divenuto l'allineamento Alimena-Portella di Recattivo su cui era arretrato - come è noto - il gruppo «Schreiber», nonché il settore Villarosa Valguarnera verso cui la 15 a div. «Sizilien» fu alla fine costretta ad arretrare all'alba del17 (187). Il nuovo schieramento dell'«Aosta» e d eli' «Assietta» a difesa delle Madonie, che richiedeva lunghi itinerari, non fu comunque completato perché il 21 luglio esso venne modificato in una linea a protezione delle più arretrate
(184) A.U.S.E., canella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», allegato 124: tele a mano del Comando FF.AA. de lla Sicilia n. 16545/op delle ore 08. 15 de l 17 luglio 1943 e lettera personale del Geo. Guzzoni n. 16546 della stessa data, ricevuti alle ore 10.15 dal Comando del Xli C.A. (185) Ibidem. (186) A.U.S.E. , carteiJa 2124/B: «Relazione sulle operazioni della d iv. ftr. 'Assietta'•, pag. 8. (187) A.U.S.E., canella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d' Armata•, allegato 130: radiomessaggio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16551/op delle ore 04.00 del1 7 luglio 1943 diretto al Comando XII C.A.
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Caronie, dietro la spinta degli avvenimenti, come vedremo nel paragrafo 6 del prossimo capitolo (188). Che il Gen. Guzzoni sia syuo indotto a prendere i provvedimenti delle ore 08 .l) del 17 luglio oltre che dal malcontento del Gen. Zingales, anche dal polemico e secco radiomessaggio di Superesercito 1103/S del 16 luglio, è confermato dalla citata lettera personale da lui inviata allo stesso Zingales , in cui, tra l'altro, si legge a proposito del nuovo fronte difensivo sulle Madonie: «È una zona ampia, lo comprendo, ma gli ordini superiori che corrispondono a necessità operative future impongono quella linea» (189).
Il molto più ridotto perimetro difensivo perorato fin dal 13 luglio da Guzzoni e passante per S. Fratello, Cesarò e Acireale, nell'estrema cuspide nord orientale della Sicilia, venne invece relegato ad «estrema linea di difesa ad oltranza» da assumere in futuro in caso di insostenibile pressione nemica. I tedeschi, in verità, e per essi il Geo. Hube, volevano che anche tale estremo fronte futuro fosse più ampio , così da comprendere le ottime posizioni difensive di Troina (190). Le truppe costiere del XII Corpo d'Armata, non dotate di mobilità, furono lasciate a difesa d ei porci della Sicilia occidentale dopo la caduta di Agrigento e Porto Empedocle avvenuta, come è noto, il 16 luglio. Esse avrebbero dovuto anche sbarrare le provenienze dall'entroterra e a partire dal 18 luglio furono poste agli ordini del Gen. Marciani, già comandante della 208a div. costiera e ufficiale superiore più anziano rimasto sul posto (191). Ad ogni modo gli indugi causati dai numerosi ordini e contrordini riguardanti l' «Aosta» e l' «Assietta>> fecero sf che una cospicua parte di queste divisioni non riuscisse a sfuggire ali' accelerata avanzata americana verso il Tirreno, come vedremo nel prossimo paragrafo 6. (188) A.U.S.E. , cartella 2124/B, fascicolo 2124/A: «Relazione del Comando Ff.AA. dell a . Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943», pag. 49. ( 189) A.U.S.E., cartella 20 11 e 2228: lettera personale del Gen. Guzzoni n. 16546 del1 7 luglio 1943. (190) A.U.S.E., canella 2228, fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia a Superesercito n. 16551 delle ore 11.15 del 17 luglio 1943 c cartella 21 24 /B, fascicolo 2124 / A: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 15 giugno al"20 luglio 1943», pag. 47. (191) A.U.S.E., cartella 1503: cDiario Storico del Co mando Supremo•, allegato 975 c candia 2011: allegati 140 e 146 c pagg. 70-71.
CAPITOLO X
L' ARRE1RAMENTO VERSO LA CUSPIDE NORD ORIENTALE (17 - 22 luglio)
l.
LE AZIONI AERONAVALI DAL 17 AL 22 LUGLIO
Il periodo considerato fu caratterizzato da una decrescente efficacia delle incursioni aeree italo-tedesche condotte sia contro i poni siciliani conquistati dal nemico che sulle navi alleate nelle acque dell'isola. Dopo infatti il danneggiamento, all'alba del 17 luglio, dei due mercantili William P. Coleman e Queen Emma nella rada di Augusta ad opera di 85 velivoli germanici, infruttuosi bombardamenti furono sviluppati durante la notte successiva sulle unità inglesi davanti a Siracusa da ventiseiJu.88 tedeschi e contro il porto di Augusta da sei S.84 italiani, con la perdita complessiva di tre velivoli germanici e di un crimotore nazionale. Quest'ultimo porto e le navi nella rada furono nuovamente presi di mira dalla Luftwaffe la notte seguente, ma su sessantuno Ju.88 impiegati solo quarantadue portarono a termine il bombardamento senza molta fonuna e di essi quattro vennero abbattuti. Notevole fu invece in quel periodo l'efficacia degli Ju. 52 tedeschi da trasporto, che si prodigarono per far giungere alle truppe germaniche in Sicilia pezzi di ricambio e munizioni . Da pane loro le aviazioni alleate, oltre a martellare sempre più pesantemente le città italiane, tra cui Roma, sottoposta al famoso bombardamento del 19 luglio, lanciarono in totale nel solo giorno 17 ben 4.348.000 volantini, in cui si ribadiva l'intenzione di Londra e di Washington di distinguere le responsabilità del regime fascista dal comportamento del popolo italiano, che proprio in Sicilia sembrava dar prova di rifiutare gli incitamenti mussoliniani (l). (l) D. RlCHARDS · H.G. SAUNDERS: Royal Air Force 1939·1945, vol. Il cit., traduzione iraliana a cura dello S.M.E., pag. 480.
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LE OPERAZIONI !N SICILIA E IN CALABRIA
Frattanto Superaereo, in seguito ad un energico appello del Comando Supremo diramato nel pomeriggio del17 luglio, aveva deciso di impiegare contro il naviglio nélla rada di Augusta il solo repano della R. Aeronautica ancora in condizioni di svolgere azioni diurne , ossia il 5o Stormo assaltatori. L'incursione, effettuata il 19 luglio da quindici Re.2002 decollati dalle basi calabre e giunti sull'obiettivo senza scorra per un disguido, fu sanguinosamente respinta dagli «Spitfire» del 152 o Squadrone britannico, che abbatterono sei aerei italiani. Dopo questo insuccesso, anche gli assaltatori Re.2002 furono ritirati dalla lotta e l'attività offensiva della R. Aeronautica in Sicilia venne proseguita, sempre però senza fonuna, dagli scarsi aerosiluranti S. 79, dai pochi bombardieri Cant 2.1007 bis del raggruppamento di Viterbo e dagli S.84 del 43 o Stormo nelle Puglie. Anche quest'ultimo reparto, però, dopo aver perduto una decina di velivoli, fu costretto a sospendere le missioni nella terza decade di luglio. Intanto in Sicilia erano rimaste alla data del 21luglio, secondo il Gen. Santoro, soltanto piccole aliquote di CR.42 del 15 o Stormo d'assalto e di M.C. 202 del 155 o e del20o Gruppo caccia. La sera del 21 luglio però «Superaereo ordinò al Comandante dell'Aeronautica della Sicilia di trasferirsi sul continente, lasciando sul posto un nucleo del Comando col compito di regolare il deflusso di elementi e mezzi ddla R. Aeronautica» (2). In effetti lo stesso 21 luglio il Col. Aiello, del Comando Aeronautica della Sicilia, comunicò che tutte le richieste di intervento aereo dovevano essere inoltrate da quel giorno al Comando d eli' Aeronautica della Sardegna, tramite l'ufficiale di collegamento, Ten. Col. A.A. Orsi. Ciò in quanto «Superaereo, allo scopo di non esporre continuamente gli apparecchi all'offesa aerea nemica, tenendo conto della vicinanza delle linee, della mancanza di idonei sistemi di avvistamento e di difesa adeguati», aveva disposto che il campo di volo di Palermo fosse <<adoperato come trampolino per velivoli provenienti dalla Sardegna» (3). Il27 luglio, sempre secondo il Gen. Santoro, non esistevano più
(2) G. SANTORO: L'Aeronautica italiana nella seconda gue"a mondiale, vol. Il cit., /
pagg. 550·551. (3) A.U.S.E., cartella 2011 : cDiario Storico Militare del XII Corpo d' Armatb, allegatO 201: dispaccio del Comando Aeronautica Sicilia occidem:alc n. 211/op del 21 luglio 1943.
/ L'ARRETRAMENTO VERSO LA CUSPIDE NORD ORIENTALE
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in Sicilia reparti aerei italiani e a tale data anche la 4a Squadra delle Puglie cessò praticamente ogni azione offensiva (4). Purtroppo nella fretta dell'evacuazione molti automezzi della R. Aeronautica vennero abbandonati, tanto che il XII Autoparco della Sicilia raccolse e inventariò oltre 400 veicoli negli aeroporti ancora in mano alle truppe dell'Asse, rimettendone in efficienza più di cento. Il relat ivo rapporto ci informa che «tutto questo lavoro faticoso , specialmente per la sovrana confusione con la quale gli automezzi ed il materiale con essi lasciato erano stati abbandonati (sottolineatura nel testo, n.d.a.), fu svolto sotto la costante e snervante offesa aerea» (5 ). Con il progressivo decadimento del potenziale aereo italiano, il peso delle operazioni nei cieli siciliani si riversò ancor più gravemente sulle spalle dei piloti della 2 a Luftflotte tedesca. Essi nella notte tra il 20 e il 21 luglio riuscirono finalmente ad ottenere un successo - pagato con la perdita di due dei cinquantasei Ju.88 impiegati - affondando nella rada di Augusta il piroscafo inglese Empire Florizel e la motosilurante MTB-288 (6). La Luftwaffe attaccò la sera del 21 anche un convoglio americano in navigazione tra Malta e la Sicilia, ma il modesto risultato rappresentato dal danneggiamento del mercantile Samuel Parker fu pagato dai tedeschi con la perdita di cinque dei quaramasette bombardieri impiegati nella circostanza. Infine nella notte tra il 22 e il 23 luglio il porto di Augusta fu nuòvamente attaccato da due Cant Z. 1007 bis italiani e da quarantasei Ju.88 tedeschi, tre dei quali non fecero ritorno alla base. Sul mare frattanto , come scrisse lo storico navale americano S. E. Morison, «numerosi , rumorosi e inconcludenti» furono gli scontri tra le piccole unità di vigilanza contrapposte, per lo più del tipo motosilurante. Mezzi italiani di questo genere, agli ordini del Cap. Vasc. Mimbelli, effettuarono infatti infruttuose azioni nelle acque di Augusta durame le notti sul 17, 18, 19 e 21 luglio , nell'ultima delle quali rimase seriamente danneggiata la motosilurante Ms.21 (4) G. SANTORO: L'Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, 551. (5) A.U.S.E., canella 1174: cDiario Storico Militare della Direzione
vol.
II
cit. pag.
del XII Parco Automobilistico della Sicilia dal 7 luglio al 6 agosto 1943•. giorno 26 luglio 1943. (6) A. SANTON! · F. MA TTESINI: La partecipazione tedesca alla guerra aerortavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. cic., pag. 442.
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LE OPERAZIONI lN SICILIA E IN CALABRIA
del Cap. Corv. Castagnacci, caduto in combattimento con unità britanniche (7). l Da pane loro i tedeschi costituirono il 17 luglio a Messina un nuovo Comando navale, che contava su una ventina di loro motosiluranti , utilizzando però anche le basi di Salerno e di Crotone per insidiare il traffico di rifornimenti nemici facenti capo soprattutto a Siracusa. Fu comunque una più grossa unità italiana, il modernissimo incrociatore leggero Scipione Africano, a cogliere l'unico significativo successo in questo tipo di guerriglia navale. Esso infatti, .mentre si trovava in viaggio di trasferimento da Napoli a Taranto, si imbattè in alcune motosiluranti inglesi alle prime ore del 17 luglio, affondando con le artiglierie di bordo la MTB-316 (8). Altri due scontri navali si verificarono nella notte del 20 luglio davanti a Gela e ad ovest di Capo dell'Armi tra motosiluraoti e dragamine tedesche da una parte e cacciatorpediniere e motosiluranti alleate dall'altra, con conseguenti danni a due unità germaniche. Infine nel pomeriggio del 21 luglio il sommergibile tedesco U-81 silurò la nave Liberty americana Empt're Moon nelle acque prospicienti il porto di Siracusa. Al di là della notata decrescente efficacia delle azioni aeronavali dell'Asse nella seconda settimana della campagna in 1 Sicilia, occorre ricordare che mai questo contributo fu reputato 1 sufficiente dai responsabili del Comando FF.AA. sull'isola e dallo 1 Stato Maggiore del R. Esercito. Ne fanno fede i numerosissimi solleciti e le quasi disperate invocazioni di un maggiore impegno contro le formazioni aeree e navali anglo-americane, nonché le continue richieste del Geo. Guzzoni per un appoggio tattico alle sue truppe , che mancò in verità quasi del tutto. Proprio il 17 luglio il Geo. Gorlier, inviato speciale dello S.M.R.E. presso il Comando FF.AA. della Sicilia, sollecitò a Superesercito un <mrgente, immediato potenziamento della nostra azione aerea», allo scopo di «COntrastare quella avversaria che ha il (7) UFFICIO STORICO DELLA MARINA: La Marina ilaliarra nella seconda guerra mondiale, vol. V: Le azioni n4vali dal l aprile 1941 a/1'8 settembre 1943, Roma 1970, pagg. 474-47). (8) Fu questa la seconda ed ultima unità da guerra nemica affondata col cannone da navi di superficie italiane nel corso dell' i.ntero conflitto. La prima unità era stata anch'essa una mowsilurame inglese, la MTB-639. accreditata alle artiglierie della torpediniera Sagittario il 28 aprile 1943, anche se in verità essa venne finita da.lla sezionaria MTB-637.
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dominio assoluto anche per deficienza dei nostri mezzi contraerei» (9). In seguito a tale ultimo appello, il Gen. Roatta indirizzò al Comando Supremo il seguente messaggio 113 2 l S delle ore 13. 30 dello stesso giorno, che crediamo opponuno riprodurre imegralmen ce, considerando l'es p licita denuncia dell' insoddisfacente azione aeronavale dell'Asse {10). «f. - Generale GUZZONI, consultato anche Comandante Aeronautica Sicilia, formula seguenti richieste in ordine d'importanza, corrispondenti ad un minimo di necessità: l •) - costringere la caccia avversaria ad abbandonare aeroporti siciliani svolgendo su di essi azione di bombardamento massiccio; 2 •) - intensificare azione contro convogli et mezzi alla fonda per impedire aut ostacolare afflusso riserve; 3 •) - contrastare efficacemente azioni bombardamenti et mitragliamenti su nostre retrovie. Prima richiesta ha imporranza assolutamente preminente. Il. - Generale GORLIER, col quale ho parlato stamane, conferma in p ieno quanto sopra. Aggiunge che se non si potrà ristabilire al più presto un certo equilibrio tra opposte aviazioni, ogni nostro sforzo in Sicilia non potrà riuscire che vano. Oggi quella nemica domina indisturbata tutte ore giorno er notte campo d i battaglia ·e t zona retrovie, senza possibilità per parte nostra opporvi aerei aut artiglierie c.a., memre flotta inglese agisce da più giorni contro base Catania con stessa tranquillità con la quale potrebbe eseguire · scuola tiro. Ciò non fa che ribadire necessità già prospettate, non senza aggiungere che trascorrere giorni diminuisce nostre possibilità di ripresa aerea, cui est per gran parte subordinata possibilità di ripresa terrestre. Generale Roatta~.
Questo richiamo alla realtà non conseguì comunque alcun risultato pratico e lo stesso Col. von Bonin , Capo di S.M. del XIV Corpo d'Armata corazzato tedesco, definì «del tutto disperata la situazione nei cieli», aggiungendo poi quanto segue nelle sue considerazioni sulla campagna siciliana (11): «Durame le quattro settimane trascorse in Sicilia lo scrivente vid e (9) A. U .S.E., cartella 1503: cDiario Storico del Comando Supremo», allegaLo 975: radiomessaggio del Gen. Gorlier senza numero, delle ore 02.45 del 17 luglio 1943. ( 10) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: messaggio di Superesercito n. 11 32/S del 17 luglio 1943. (11) A.U.S.E., cartella 2266: •Considerazioni sulla campagna italiana del 1943-1944 del Colonnello Bogislav von Bonin, Capo di Staro Maggiore del XIV Corpo d ' Armata tedesco in Sicilia., pagg. 14-15.
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soltanto occasionalmente, nelle prime ore del mattino o al crepuscolo, una formazione di Me.l09 da ricognizione, che si sforzavano, quasi sempre senza successo, di esplorare le zone di retrovia nemiche. E se i risultati della ricognizione aerea erano scarsissimi, non vi fu alcun appoggio tattico e strategico alle forze terrestri da parte di squadriglie di combattimento di bombardieri e di caccia, a prescindere dai pochi attacchi notturni svolti contro quei porti della Sicilia tenuti dal nemico ... Le forze aeree icalo-tedesche erano praticamente come non esistenti e la battaglia per la Sicilia doveva essere combattuta senza alcun appoggio dall'aria».
2. I NUOVI ORIENTAMENTI OPERATIVI ALLEATI (Vds. carta geografica in Appendice) La tenace resistenza che soprattutto il gruppo «Schmalz» e i paracadutisti tedeschi opposero lungo la costa ionica in direzione del Simeto e i contemporanei agevoli progressi americani verso Agrigento avevano condotto fm dal 13 luglio i responsabili alleati a prevedere un mutamento dei loro piani operativi. In quel giorno infatti il Gen. Alexander, anticipando di poco le richieste di Montgomery nella stessa direzione, decise di attribuire all'sa Armata inglese, e più in particolare al XXX Corpo d'Armata del Gen. Leese, anche l'uso della rotabile 124 che da Vizzini per Grammichele, Caltagirone e Piazza Armerina aggira la piana di Catania da sud e poi da ovest e la cui utilizzazione, seppure originariamente non attribuita nè alla 7a Armata U.S.A., nè all'sa Armata britannica, veniva allora ambita sia dalla 45 a div. frr. americana sia dalla parallela l a div . ftr. canadese (12). Su quest'ultima rotabile pertanto Montgomery spinse subito la sua divisione canadese, mentre la 45a div. ftr. statunitense, che costituiva in quel momento l'ala destra della 7a Armata di Patton, fu costretta il 14 luglio a ruotare fortemente a sinistra fino a scavalcare nei pressi di Mazzarino la l a div. ftr. U.S.A., divenuta da allora l'estrema ala destra de!l'Armata americana ( 13). Fu anche grazie a questa perduta capacità statunitense di penetrazione verso nord e verso il cuore d eU' isola che divenne possibile l'afflusso da ovest della 15 a div. tedesca «Sizilien» e poi il (12) HER MA]ESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military senes. The Medite"anean and the Middle East, vol. V cit., pagg. 88-89. (13) U.S. ARMY IN WORLD W AR II: Siciiy and the sumnder of ltaly, op. cit., pagg. 220-222.
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suo affiancamento alla «H. Goering» sulla già esaminata nuova linea di resistenza. . Il 16 luglio quindi Alexander, subendo non poco la pressione di Montgomery, convertì la suddetta precisazione del confine tra le due dipendenti Armate in una nuova direttiva, che consentiva al XXX C.A. inglese di aggirare da ovest la piana di Catania e quindi anche il massiccio dell'Etna e chiedeva alla 7a Armata statunitense soltanto «di proteggere le spalle dell'sa Armata» (14). Non sono state poche fino ad oggi le polemiche suscitate da tale decisione di Alexander che, pur aprendo al XXX C.A. britannico una nuova direttrice che aggirava la strenua resistenza incontrata dal XIII C.A. sulla strada per Catania, condusse nondimeno alle seguenti conseguenze negative per gli alleati. l) Indusse la 7a Armata di Patton a piegare più ad occidente, togliendo le occasione di sfruttare la vittoria conseguita nella battaglia di Gela e di penetrare a!J 'interno con direttrice sud-nord, al fine di tagliare in due l'isola secondo il piano originario. 2) Permise il conseguente saldamento delle forze mobili dell'Asse provenienti dall'occidente dell'isola (prima di tutte la ricordata div. «Sizilien») con le unità che si erano ritirate su!Ja linea dal Gornalunga al mare (div. «H. Goering», resti della «Livorno» e della «Napoli», gruppo «Schmalz» e paracadutisti tedeschi). 3) Allargò ulteriormente il fronte dell'sa Armata britannica nell'illusione di aggirare più celermente il massiccio d eli' Etna da occidente e pose agli inglesi nuovi problemi logistici. 4) Spostò la principale pressione inglese da un terreno pianeggiante e costiero, idoneo all'impiego di carri armati e all'appoggio dell'artiglieria navale, ·ad una zona interna, aspra e montagnosa, perfetta per i difensori. 5) Escluse per il momento gli americani dalla partecipazione alla cattura di Messina, che rappresentava il più prestigioso ed ambito traguardo della campagna, dando esca al malumore dell'ombroso Patton, già mal disposto nei confronti dell'alleato britannico che aveva fatto meglio di lui in Tunisia. 6) Dette tempo ai tedeschi di far affluire in Sicilia l'intera loro 29a div. Panzergrenadier e di predisporre nuove successive linee di resistenza.
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(14) HER MAJES1Y'S STATlONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military sen'es. The Mediterranean an d the Middle East, vol. V cit.. pagg. 107-108.
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Queste negative conseguenze di una non perfetta intesa tra gli alleati anglo-americani non furono tuttavia percepite per il momento a Londra, da dove proprio il 16 luglio Churchill spedì a Roosevelt l'ottimistica lettera n. 366 in cui il premier britannico così· si esprimeva ( 15): «Gli avvenimenti di HUSKY si succedono in modo tanto rapido e la crisi della resistenza italiana è talmente rilevante che le decisioni in merito alla punta, al tacco e al piede dello stivale, che abbiamo consideratO parte di HUSKY. dovranno essere prese quasi certamente prima di incontrarci .... La metà di agosto sarà proprio il momento adatto, l'ultimo, per tale lavoro» (16).
Fu comunque proprio il ferito orgoglio di Patton a conferire un imprevisto elemento positivo alla discussa decisione di Alexander del 16 luglio e a dare ad essa un inopinato significato strategico. L'evidente esclusione della 7a Armata americana dali' obiettivo Messina fece puntare infatti gli occhi dell'ambizioso Patton su Palermo, ora più a portata di mano in seguito alla maggiore inclinazione verso occidente assunta dali' avanzata statunitense proveniente da Gela e da Licata . . Patton pertanto, .dopo aver autorizzato il 13 luglio il Gen. Truscott della 3 a div. ftr. U .S. A. ad effettuare la nota «ricognizione in forze» su Porto Empedocle ed Agrigento,· culminata poì con la conquista di entrambi gli obiettivi il giorno 16, chiese ad Alexander il 17 di poter spingere la sua 7 a Armata direttamente sul capoluogo siciliano. L'autorizzazione ad effettuare tale impresa fu concessa da Alexander lo stesso 17 luglio nel corso di un colloquio con Patton a La Marsa in Tunisia e il comandante della 7a Armata americana concepì subito un appropriato piano tattico (17) . Egli aveva già diviso fin dal 15 luglio la sua Grande Unità in due zone d'operazioni adiacenti nella parte centro-occidentale dell'isola ed ora sulla destra il II Corpo d'Armata del Gen. Bradley avrebbe spinto la l a div. ftr. verso Enna e Petralia e la 45a div. ftr., (15) F.L. LOEWENHEIM - H.D. LANGLEY- M. JONES: Roosevelt-Churchi/1: carteggio segreto di guerra, op. cit., documento 243, pag. 402. (16) In quello stesso periodo si verificò anche una fina corrispondenza tra gli stessi Churchill e Roosevelt a proposito dell'atteggiamento politico da cenere nei confronti dell'Italia e della popolazione siciliana dopo la conquista dell'isola. Cfr. P.R.O., fondo FO 898. carrella 350: War of 1939-1945. Politica/ warfore executive. Posi •Husky» . ( 17) M. BLUMENSON : Sicily: whose victory?, op. cir., 'pag. 88.
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che l'aveva scavalcata da destra a sinistra, su Caltanissetta, Villalba e Termini Imerese. Nello stesso tempo più ad ovest un nuovo Corpo d'Armata «provvisorio», affidato al Geo. Keyes con la 3 a div. ftr. all'interno e la 82 a div. aviotrasportata e i Rangers lungo la costa, avrebbe occupato l'estremità nord occidentale della Sicilia. Di tale Corpo d'Armata «provvisorio» faceva parte anche il 4 • Tabor (btg.) marocchino, aggregato al 15" rgt. ftr. della 3a div. americana (18). Di riserva e per l'urto finale veniva tenuta la 2a di.,. corazzata U. S.A., inserita poi nel Corpo d'Armata provvisorio, mentre stava affluendo nell'isola, per attuare una rotazione degli effettivi in linea, la 9a divisione di fanteria. Patton acconsentì poi che la sua l a div. ftr., una volta raggiunta Petralia, ruotasse sulla destra per fiancheggiare l'aggiramento britannico dell'Etna da ovest (19). Tutto ciò accadeva proprio mentre in campo italiano, come abbiamo visto, era stato deciso finalmente di spostare verso oriente le forze mobili del XII Corpo d'Armata. In conclusione il 17 luglio le truppe alleate erano schierate grosso modo fronte a nord nel seguente ordine da ovest ad est: Corpo d'Armata «provvisoriO>> americano (3 a div. ftr., 82 a div. aviotrasportata e Rangers) incaricato di occupare l'estremità occidentale della Sicilia fino a Palermo; Il Corpo d'Armata americano (P e 45a div. ftr.) avente come obiettivo Enna, Petralia e Termini Imerese; XXX Corpo d'Armata britannico (P div. fcr. canadese, 23P brigata «Malta>>, 51 a div. ftr. scozzese e nuova 78a div. fu. inglese in arrivo) contro le posizioni tra Leonforte, Adrano e Paternò; XIII Corpo d'Armata inglese (5a e 50a div. ftr.) contro Misterbianco e Catania (20).
(18) SUPPLEMENTO ALLA «LONDON GAZETIE» del lO febbraio 1948: La conquista della Sicilia dal 10 luglio al 17 agosto 1943, relazione ufficiale del Gen. H.R. ALEXANDER. (19) U.S. ARMY lN WORLD WAR II: Sicily and the surrender of Italy, op.cit., pagg. 230-231, 234-236 e 244-245. (20) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cit., pagg. 75-78 e B.L. MONTGOMERY: Da El Alamein al fiume Sangro, op. cit., pag. 132.
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3. LO SCHIERAMENTO E LA NUOVA DISTRIBUZIONE DEI COMANDI ITALO-TEDESCHI IL 17 E 18 LUGLIO (Vds. tavola n. 24 e cana geografica in Appendice) La mattina del 17 luglio vide le truppe itala-tedesche sulle seguenti posizioni dallo Ionio al Tirreno. Gruppo «Schmalz» tra la sponda sìnistra del Simeto e il ponte Favotto sul torrente Gornalunga con cinque btg. ftr.. un gruppo art., un gruppo semoventi, il XXIX gruppo art. italiano da 105 l 28 del 40 o raggruppamento di C.A .• quattro btr. da 88 mm. e 304a btr. da 20 mm. Gruppo «Rebholz» della div. «H. Goering» tra il ponte Favotto e Serralunga con due btg. ftr., un gruppo art .. una btr. italiana della difesa aeroporto di Gerbini, una sezione da 88 mm. e una btr. con sei pezzi controcarro da 75 mm. 3 o e 4 o rgt. paracadutisti tedeschi in seconda schiera tra l'aeroporto di Gerbini e la stazione di Sferro. 1/76° ftr. «Napoli» e 111/54° art. «Napoli» in seconda schiera tra le stazioni di Sferro e di Muglia, agli ordini del Gen. Conrath della div. «H. Goering» (21). Gruppo «Hahm» della div. «H. Goering» tra Serralunga e Prasoprano con due btg. ftr., un gruppo art. e un btg. carri. Gruppo «Ohring» della div. «H. Goering» tra Prasoprano e Raddusa con un btg. ftr .• un gruppo art .• il CX gruppo art. italiano da 149/13 del 40° raggruppamento di C.A., un btg. carri e un btg. pionieri (22). Resti della div. ftr. <(Livorno» tra la stazione di Raddusa e la stazione di P irato, suddivisi nelle seguenti aliquote (23 ): - Comando divisione ad Agira con a disposizione il CIX gruppo art. da 149/13 del 40° raggruppamento di C.A.; - gruppo del Cap. Mantovani a quota 311 presso Raddusa con una cp. del III l 3 3 o ftr., una cp. fuciloni da 20 m m. e una cp. morrai da 81 mm.; - gruppo del Ten. Col. Bruni in località Portella Grado, a nord della stazione di Raddusa, con il III/ 3 3 o ftr. (meno una (21) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazionc sulle operazioni svolre dal I btg. del 76• frr. dal giorno 17 luglio al l · agosto 1943•. (22) A.U.S.E., cartella 2228: dispaccio del Comando FF.AA. deHa Sicilia n, 15/0.P.M. del 17 luglio 1943, con allegato 719/39. Cfr. anche cartella 1503, allegato 975. (23) A.U.S.E., cartella 1506: relazioni dei gruppi tattici Bruni, Coco e Masrrangeli; car~ella 1427, allegato 77 e cartella 2228, allegaro 719/38.
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cp.) la l O'" cp. ftr. di formazione, una cp. e un plotone mortai da 81, il IV/28• art. e tre sezioni dell'soa btr. da 20 mm; - gruppo del Ten. Col. Mastrangeli a nord della stazione di Dittaino, tra Masseria Tuttobene e Vallone Salito, con elementi del II l 3 3 • ftr. e del I l 34 o ftr., una cp. mortai da 81, il III/28° art. meno cinque pezzi, una btr. del CIX gruppo da 149/13 e tre semoventi da 47/32; - gruppo del Magg. Coco alla stazione di Pirato, a sud di Leonforte, con il Il/ 34 • ftr. e il I/28 o art. 15 a div. «Sizilien» riunita agli ordini del Geo. Rodt sul fronte Valguarnera - Enna - Villarosa (24) . Raggruppamento del Geo. Schreiber con un'aliquota ad Alimena (Comando 17'" legione cc. nn., 2çVII btg. cc. nn., 28a cp. controcarro «Aosta», CCXXXIII gruppo art. da 75/27 e due semoventi da 90/53), un'aliquota a Portella di Recattivo (resti del III l 30 • ftr. «Assietta», una cp. di formazione del II l 6 o ftr. «Aosta», XIX gruppo art. «Centauro» da 105 l 28 e quattro semoventi da 90/53) e un'aliquota a Resuttano, situato a mezza strada (I gruppo squadroni cavalleggeri «Palermo» e l a cp. motomitraglieri) (25). Divisione «Assietta» schierata tra Cerda , Roccapalumba, Lercara Friddi, Prizzi e Chiusa Sclafani con i reparti già esaminati nel paragrafo 8 del precedente capitolo , a protezione del trasferimento verso Nicosia dell' «Aosta>> (26). Dopo l'effettuazione di quest'ultimo spostamento, anche l' «Assietta» si sarebbe ritirata a protezione delle Madonie in modo da costituire la linea di resistenza Cerda - Caltavuturo - Petralia - Gangi - Nicosia. Raggruppamento Mobile Ovest del Col. Ricci con i tre dipendenti gruppi mobili «A», «B» e «C» a Villalba, Raffadali e Chiusa Sclafani, che doveva coprire il movimento dell' «Assietta». Divisione «Aosta» in trasferimento per costituire finalmente la nota linea di difesa delle Madonie tra Cerda, Caltavuturo, (24) A.U.S.E., cartella 2228: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16578/op del 18 luglio 194 3 indirizzato al Comando della div. ftr. «Aosta•. (25) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 447: cRclazione sui fatti d'armi sostenuti dal raggruppamento tattico del Gen. Schreiber dal giorno l i al giorno 21 luglio 1943•. pag. 10. (26) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRclazione sulle operazioni della div. fu. cAssictta», pag. 6 c pag. 8.
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Petralia, Gangi e Nicosia (27). Il li/ 5 • ftr. «Aosta» e la 10a btr. del IV l 25 • art. «Assietta» completavano invece lo schieramento di copertura organizzato dalla stessa «Assietta>> con un caposaldo a Portella Misilbesi. I contingenti costieri e le difese fisse nella Sicilia occidentale, posti agli ordini del Gen . M._arciani, già comandante della 208a div. costiera, aventi anche il compito di sbarrare le provenienze dall'entroterra in quel settore. Sull'altro fronte marittimo, quello della Sicilia orientale, di competenza del XVI C.A., la XVIII brigata costiera del Geo. Mariscalco venne invece sciolta lo stesso 17 luglio con ordine verbale del Geo. Rossi, confermato poi con il tele 08/9507 del 18 luglio dello stesso Comando di C.A. I residui reparti costieri di tale brigata passarono allora alle dipendenze della 213 a div. costiera del Geo . Gotti, mentre i locali contingenti mobili passarono a disposizione del Comando del XVI Corpo d'Armata oppure furono aggregati al 34 • rgt. ftr. <<Livorno» e al 76• rgt. ftr. «Napoli» (28).
*** Il 18 luglio, durante un colloquio con il Geo. Hube, che da tre giorni era giunto in Sicilia quale comandante del XIV Corpo d'Armata corazzato tedesco, il Gen. Guzzoni «trovò logiche» le richieste del suo interlocutore, miranti a che «il Comando del XVI C.A. italiano cessasse daJl'avere ingerenza sulla linea tenuta dalle div . tedesche 'Goering' e 'Sizilien' a sua disposizione» (29). Pertanto il Geo. Hube ottenne il permesso d i assumere, a partire dalle ore 24.00 del 18 luglio , il diretto e completo comando di tutte le forze germaniche presenti in Sicilia, compresi gli aggregati resti della «Livorno» e della «Napoli»; ciò che mise nelle mani dei tedeschi la direzione e la responsabilità del fronte orientale siciliano a soli nove giorni dall'invasione (30). (27) A.U.S.E., canclla 2011: cDiario Srorico Militare del Xll Corpo d' Armata•. allegaro 124. (28) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata., pagg. 108-110. (29) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 21 24/A: «Relazione de l Comando FF.AA. deJJa Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pag. 52. (30) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 718/23: «Relazione del colloquio rra il Gen. Guzzoni , il Gen. Hube e ìl Gen . von Senger dc l 18 luglio 194 3. ore 19.10., pag. l e pag.
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Il Comando del XVI" Corpo d'Armata del Gen. Rossi, che aveva lasciato anche Biancavilla e aveva allora una sede provvisoria a Taormina, conservava da quel momento il controllo delle sole unità costiere del settore. Esso quindi, a partire dalle ore 24.00 del 19 luglio, su ordini del Comando Supremo, assunse il controllo e la direzione della cuspide nord orientale, a settentrione di Catania, nonché della Piazza Militare Marittima di Messina - Reggio Calabria, lasciando ali' Amm. Barone la responsabilità della sola «parte tecnica marinaresca», oltre che naturalmente il Comando Marina della Sicilia (31). Infine, dopo gli ordini contenuti nel fonogramma del Comando Supremo 15111 l op del 22 luglio, il Comando della Piazza M.M. di Messina - Reggio venne separato dal Comando Militare Marittimo della Sicilia e il giorno 27 fu posto agli ordini del Gen. Bozzoni, alle dipendenze del XVI Corpo d'Armata. Nello stesso tempo il Col. tedesco Baade assunse ufficialmente la direzione dell'artiglieria a difesa dello Stretto (32) . Nella stessa riunione del 18 luglio tra Guzzoni e i capi militari tedeschi in Sicilia questi ultimi avevano chiesto anche che l' «Aosta>> e l' «Assietta» fossero stanziate in posizioni più avanzate rispetto alla prevista linea Cerda - Caltavuturo - Petralia - Gangi - Nicosia a difesa delle Madonie, indicando al proposito la zona di Alimena, dove le truppe italiane avrebbero potuto fornire un appoggio più ravvicinato all'ala destra della div. «Sizilien» schierata tra Villarosa e Valguarnera. A quest'ultimo proposito Guzzoni non stimò di dover mutare la destinazione dell' «Aosta» in zona Nicosia, «perché qualunque cosa avvenga vi sia colà un caposaldo con artiglieria che assicurerà un ripiegamento» {33). Egli invece accettò che l'«Assietta» avanzasse leggermente le sue previste posizioni a sud delle Madonie, toccando anche Alimena, ma ciò fu poi impedito dagli avvenimenti che esamineremo {34). (31) A.U.S.E., cartella 2228: dispaccio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16607/op delle ore 22.00 de l 18 luglio 1943 c allegato 719/13; cartella 1506, allegato 27: circolare del Comando XVI C.A. n. 01/9391/op del 19 luglio 1943 . (32) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 726/11 e cartella 2124/B: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943•, pag. 12. (33) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 718/ 23: cRel:uione del colloquio tra il Gen. Guzzoni, il Gen. Hube e il Gen. von Sengcr., pag. 6. (34) Ibidem, pag. 5.
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In quel momento il Comandante delle FF.AA. della Sicilia, pur non potendo più resistere alla volontà del Comando Supremo di tenere le Madonie, non aveva abbandonato l'idea di un arretramento ulteriore su un fronte più contenuto. Infatti in un incontro con Kesselring del 17 luglio egli ammise di aver interpellato lo S.M.R.E. per vedere la possibilità di assumere «una linea più ristretta», insistendo che l' «Aosta» e l' «Assietta» «non potevano tenere una fronte così ampia» (35). In conclusione occorre dire che la lunga serie di ordini e di contrordini che, come abbiamo visto, investì le unità sia italiane che tedesche dal 13 al 18 luglio non contribuì certamente ad alleviare le già gravi difficoltà logistiche, sottrasse tempo oltre che spazio a possibili manovre tattiche di contrasto o di contenimento e fmì per annullare ogni prontezza reattiva dei reparti impegnati in interminabili marce di trasferimento sotto la continua pressione aerea nemica. Del resto proprio la costante supremazia de!l' aviazione anglo-americana e le crisi di trasporto e di vettovagliamento non erano problemi ignoti al Comando delle FF.AA. della Sicilia, che anzi li denunciò nuovamente in quel medesimo 18 luglio con il telecifrato 16588/op diretto a Superesercito (36). Nonostante questi inconvenienti, aggravati dalla lunga indecisione circa la dislocazione del nuovo fronte difensivo, e malgrado i suoi perduranti dubbi sull'opportunità di difendere le Madonie , alle 17.00 di quel 18 luglio Guzzoni inviò a tutti i Comandi dipendenti la circolare 16598/ op, ricevuta dal XII C.A. solo alle 18.30 del 19. Con essa si ricordava che, in base agli ordini del Comando Supremo, il compito della 6a Armata era quello di difendere la Sicilia ad ogni costo e di infliggere al nemico il massimo delle perdite. Pertanto i reparti aggirati o sorpassati avrebbero dovuto difendersi «ad oltranza organizzando la guerriglia sul territorio occupato dal nemico», avendo presente che «la parola d'ordine è tenere duro» e fidando sull' intensificazione della protezione aerea promessa dal Comando Supremo (37). (35) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 718/25: «Colloquio tra il Maresciallo Kcsselring e l'Eccellenza Guzzoni avvenuto il 17 luglio alle ore IS.40:o, pag. 4. (36) A.U.S.E., cartella 2228: tele del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16588/op del 18 luglio 1943, ore 13.00. (37) A.U.S.E., cartella 2011: cDia.rio Storico Militare del XII Corpo d'Armata:>, allegato 165: dispaccio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16598/op delle ore 17.00 del 18 luglio 1943. L'incoraggiante appello del Comando Supremo era stato trasmesso allo S.M.R.E. coo tele n. 14950/op del 17 luglio, cfr. cartella 1502 , allegato 904.
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4. IL CONVEGNO DI FELTRE Il 19 luglio Mussolini ed Hitler s1 mcontrarono nella Villa Gaggia a Feltre, presenti anche da parte tedesca i Geo. Keitel, von Rintelen, Mackensen e Warlirnont e da pane italiana l' Ambasciatore a Berlino Alfieri, il Sottosegretario agli Esteri Bastianini e il Gen. Ambrosio (38). Questi ultimi chiesero insistentemente a Mussolini di far presente al Fiihrer che l'Italia non avrebbe più potuto continuare la guerra. Ma durante il colloquio, che in verità si risolse in un monologo di Hitler, il duce del fascismo non seppe o non volle prospettare la suddetta eventualità, anche perché forse intimamente convinto che un armistizio separato era l'Italia e gli alleati non avrebbe evitato l'applicazione della <<resa incondizionata» e avrebbe soprattutto attirato l'incontrollabile vendetta del Fiihrer (39). Come abbiamo accennato, il convegno rappresentò un'occasione per un lungo soliloquio di Hitler, che non ebbe alcuno scrupolo nello stigmatizzare apertamente il contegno delle Forze Armate italiane nella campagna di Sicilia e nel rinfacciare anche in termini ultimativi i sacrifici compiuti dalla Germania per aiutare l'alleato _mediterraneo. Il tutto al cospetto di un Mussolini che le testimonianze definiscono cupo, silenzioso e umiliato. In particolare il Fiihrer ricordò che la Lufrwaffe aveva trasferito nell'area mediterranea ben tre Fliegerkorps, anche a rischio della difesa del territorio nazionale e delle linee di comunicazione con i territori occupati, da cui affluivano le indispensabili materie prime e i vettovagliamenti (40). Egli poi mise l'accento sulla tempestività con cui in Germania si riparavano le piste di volo e il materiale aeronautico danneggiato dal nemico, grazie sia al sacrificio personale dei lavoratori, che non venivano fatti allontanare nemmeno durante i più violenti bombardamenti, sia ali' esistenza negli aeroporti di piste di decentramento. In Italia invece, secondo Hitler, si badava troppo agli interessi individuali e si indugiava ad espropriare i terreni adiacenti ai campi di volo, dove avrebbero (38) Per il convegno cfr. D. ALFlERl: Due dìllatori difronte, Milano 1948 pagg. 309-316 e F. ROSSI: Come arrivammo all'armishzìo, op. cit., pagg. 324-335. (32) G. CASTELLANO: Come firmai l'armisttzio di Cassibrle, Milano 1945, pagg. 55-56 e P. BADOGLIO: L'Italia nella seconda guerra mondiale, Milano 1946, pagg. 64-65. (40) A. SANTONI · F. MATrESINI: La parlecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. cit., pag. 430.
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dovuto essere diradati i velivoli a terra, mentre si otteneva scarsa produttività dalla manovalanza civile nella costruzione di ricoveri e di protezioni paraschegge per gli aerei. A quest'ultimo proposito il Fuhrer definì assolutamente inammissibile il fatto che in Sicilia, «iQ conseguenza del comportamento inetto e imbelle» del personale italiano, il nemico fosse riuscito a distruggere a terra in un solo giorno ventisette aerei e in un'altra occasione venticinque (41 ). Egli sottolineò che se la stessa cosa fosse accaduta sul fronte russo la Lufrwaffe si sarebbe trovata da t~mpo in netta inferiorità davanti ai sovietici. Che Hitler avesse messo il classico dito sulla piaga ci viene confermato dal Gen. Santoro, che ha riconosciuto la notevole e negativa influenza che ebbero sulle operazioni aeree in Sicilia le distruzioni di materiali sui campi di volo, affermando quanto segue: «... neppure quella possibile, più modesta collaborazione che era nei propositi e nelle speranze dei capi dell'Aeronautica potè essere data completamente, in conseguenza della distruzione della maggior parte delle unità aeree sui campi e della neucralizzazione di questi. la quale ostacolò gravemente l'impiego delle forze residue» (42).
Sulle operazioni terrestri in Sicilia Hitler espresse l' opmione che esse avrebbero avuto maggiore successo se fosse esistita veramente la volontà di combattere e se fosse stata garantita da parte italiana la sicurezza nello Stretto di Messina. Comunque la Germania era pronta a concedere per la difesa di quel braccio di mare molte batterie contraeree, tra cui quelle da 128 rnm., capaci di tirare fino ad un'altezza di 14.000 metri e contro bersagli navali ad una distanza di venticinque chilometri. In un colloquio separato tra Keitel e Ambrosia ìl Feldmaresciallo tedesco si disse disposto ad inviare in Sicilia altre due divisioni germaniche se gli italiani avessero trasferito contemporaneamente sul posto altrettante loro divisioni, preferibilmente alpine, e se avessero preso solennemente l'impegno di combattere fino in fondo per la salvaguardia dell'isola. A questa precisa (41) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the stmender of Italy, op. cit., pag. 243. (42) G. SANTORO: L 'Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, vol. II ci t .. pag. 556.
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richiesta il Gen. Ambrosio rispose di essere disposto ad esaminare la questione dell'invio di altre truppe in Sicilia (43 ). Durante il convegno Mussolini fu raggiunto dalla triste notizia del contemporaneo bombardamento di Roma, bersagliata da 149 B-17 e 122 B-24, tutti americani, nelle zone dell'aeroporto del Littorio e dello scalo di S. Lorenzo. Nello stesso pomeriggio del 19 poi 249 bimotori americani B-25 e B-26 bombardarono l'aeroporto d i Ciampino, distruggendo al suolo otto aerei tedeschi e due italiani e perdendo in tale circostanza gli unici due velivoli abbattuti sul cielo della capitale in quel giorno. Il migliore commento che a nostro avviso è stato scrmo ultimamen te sulle finalità hitleriane neli' incontro di Feltre ci sembra quello del noto storico Deakìn, che così si è espresso (44): «L'incontro di Feltre aveva dimostrato senza mezzi termini che Hitler non voleva discutere Io sganciamento dell'Italia dalla guerra . In sostanza, il suo ultimatum consisteva nel mantenimento di Mussolini a capo posticcio del regime fascista perché coprisse l'effimero e limitato rafforzamenro dello scacchiere italiano: dal punto di vista militare, al fine di guadagnare tempo per organizzare in Italia centrale un fronte tenibile comro gli alleati su cui ritirarsi in buon ordine; dal punto di vista politico, per prendere contromisure adeguare in vista del pericolo di un colpo di Stato a Roma».
Tornato nella capitale, Mussolini, su insistenz~ del Gen. Ambrosio, si decise a scrivere una lettera ad Hitler per spiegargli le ragioni per cui sarebbe stato costretto a non più assolvere i doveri dell'alleanza, a meno che la Germania non avesse allentato ulteriormente i cordoni della borsa delle sue disponibilità militari cedendo altro materiale bellico all'Italia. Gli eventi però precipitarono e della lettera non se ne fece più nulla a causa della caduta dello stesso duce avvenuta il 25 luglio . Da parte sua il Gen. Ambrosia, che secondo Vittorio Emanuele stava già da tempo cercando l'opportunità di rovesciare Musso lini (45 ), riprese stranamente il discorso interrotto a Feltre con il Feldmaresciallo Keitel nei riguardi di un rafforzamento militare non · solo della Sicilia, ma del!' intera zona meridionale della penisola. Pertanto il capo del Comando Supremo promise al(43) F. ROSSI: Come am'vammo all'armistizio, op. cit., pagg. 336-338. Cfr. anche U.S. ARMY IN W ORLO W AR H: Sicily and the sz'"ender of ltaly, op. cit., pag. 244. (44) F.W. DEAKIN: Storia della Repubblica di Salò, Torino 1963. pag. 415 . (45) P. PUNTONI: Parla Vittorio Emanuele III, Milano 1958, pagg. 136-137.
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l'O.K.W. tra il 21 e il 22 luglio una lotta ad oltranza in Sicilia e il 24, stesso giorno della riunione del Gran Consiglio che avrebbe portato alla caduta di Mussolini, chiese a Kesselring, oltre al contemporaneo trasferimento sull'isola della 29a div. Panzergrenadier, l'invio in Calabria e nelle Puglie di altre due divisioni germaniche, che avrebbero dovuto essere la 76a e la 305 a. In questo modo - sottolinea la relazione ufficiale americana «mentre alcuni italiani intrigavano per liberarsi di Mussolini e . dell'alleanza con la Germania, altri, e in alcuni casi le stesse p ersone, permettevano ai tedeschi di rinsaldare la loro oppressione militare sull'Italia» (46).
5. LE OPERAZIONI NEL SETTORE DEL XII CORPO D'ARMATA (Vds. tavola n. 25) La prima unità italiana ad essere impegnata dalla nuova pressione americana risalente da Agrigento e da Porto Empedocle fu l'avanzato gruppo mobile «B» di Raffadali del Ten. Col. Mascio, composto dal Comando e dalla 3 a cp. del CXXXIIl btg. semoventi da 47/32, dalla 6a cp. del CII btg. carri R/35, dalla P e 2a cp. del 448• btg. costiero mobile , dal l • plotone della 50a cp. motociclisti, dalla 6a btr. del CCXXXIII gruppo art. da 75/27 e dalla 2a sezione della 78a btr. da 20 mm. Tale gruppo mobile era inserito, come è noto , nel cosiddetto Raggruppamento Mobile Ovest del Col. Ricci, che aveva l'incarico primario di coprire il trasferimento e lo spiegamento della div. ftr. «Assietta». Durante la giornata del 17 luglio esso respinse nei pressi di Raffadali alcune avanguardie della 3a div. ftr. U.S.A., catturando anche alcune camionette e una decina di prigionieri (47). Nello stesso tempo la P e la 2a btr. del CXXII gruppo art. da 149/13, che al comando del Ten. Col. Thaon di Revel erano in posizione a Passo Fonduta sul Platani, protette dai bersaglieri del XXXV btg., respinsero alle 13.00, alle 15 .00 e alle 18.00 tre tentativi americani (46) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the surrender of Italy, op. cit. , pag. 263. (47) A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico Militare del XII Corpo d' Armatv, allegaw 139: fonogramma dc:l Comando XII C.A. o. 119902/op delle ore 20.00 del 17 luglio
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di superare il passo. Al quarto assalto nemico, appoggiato da un nutrito fuoco di controbatteria, il caposaldo fu però costretto a cedere, ripiegando nottetempo sulla stazione di Acquaviva e riunendosi colà con la 3a btr. del gruppo (48). La giornata del l 7 si chiuse .con i due ordini notturni del Geo. Zingales di costituire un caposaldo ad Alessandria della Rocca con la cp. controcarro del I btg. bersaglieri della 208a div. costiera e di spostare il gruppo mobile <<C» da Chiusa Sclafani al quadrivio della stazione di Cammarata, con l'incarico di avanzare lungo la valle dei Platani incontro al nemico (49). Il gruppo mobile «C» del Magg. Finocchi era composto dalla 4a cp. del 448° btg. costiero mobile, dal Comando e dalla 5a cp. del CII btg. carri R/35, dalla 2a cp. del CIV btg. controcarri da 47/32, dalla 10a btr. del IV/25° an. da 75/27 e dalla 4a sezione della 78a btr. da 20 mm. Esso incontrò nella giornata del 18 a sud di Casteltermini le avanguardie di due reggimenti della 3a div. ftr. statunitense, facenti parte del Corpo d'Armata «provvisorio» del Geo. Keyes. Durante la notte la pressione americana aumentò notevolmente, in concomitanza con lo sfondamento, sulla più occidentale rotabile 118, delle difese del gruppo mobile «B» a Raffadali e del I btg. bersaglieri ad Alessandria della Rocca, che furono costretti ad arretrare fino a Bivona il giorno 19 (50). Pertanto, dopo un disperato contrattacco mattutino, anche il gruppo mobile <<C» dovette ripiegare nuovamente sulla stazione Cammarata e lasciare Casteltermini nelle mani della 3a div. ftr. U.S.A. alle ore 17.00 dei 19 luglio. Fu proprio in quei frangenti che il Col. Ricci, comandante d eli' intero Raggruppamento Mobile Ovest, espresse al Comando del XII C.A. il suo sdegno per il comportamento, definito «vigliacco e inetto», del loca.le Podestà e del Maresciallo dei Carabinieri, nonché l'atteggiamento di tutta la popolazione di Casteltermini «adunata e vestita a festa per le vie e le piazze del paese in attesa del nemico» (51). (48) A.U.S.E., cartella 20 11 , a llegatO 445 bis: «Relazione sui fatti d'arme del XII Corpo d'Armata svoltisi dal lO luglio al 2 agosto 1943~. pag. 5 c pag. 8. (49) A.U.S.E., canella 2011: «Diario Srorico Militare del XII Corpo d'Armata•, pag. 69. (50) Ibidem, allegati 153 e 154. (51) Ibidem , allegato 159. Inoltre lo stesso Diario Storico Militare del XII C.A. annotò al termine della giornata del 19 luglio che l'ormai consueto fenomeno delle defezioni di militari siciliani aveva investito anche lo stesso Comando di Corpo d'Armata. Cfr. Ibidem, pag. 82.
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La nuova linea tra Bivona e Acquaviva, tenuta dai resti dei gruppi mobili «B» e «C», dei I btg. bersaglieri, del XXXV btg. bersaglieri e dai residui tre pezzi ..da 149/13 del CX:XII gruppo art., fu aggredita il giorno seguente, 20 luglio, dal 30• gruppo tattico reggimentale della 3a div. ftr. americana, dopo un massiccio bombardamento terrestre ed aereo. Essa venne quindi sfondata nel primo pomeriggio a S. Stefano Quisquina e a Cammarata, dove furono rispettivamente sopraffatti i resti dei due gruppi «B» e «C» (52). I pochi superstiti, compresi gli elementi del CXXII gruppo an., ripiegarono a nord su Lercara Friddi, dove lo stesso 20 luglio, come vedremo in seguito, la 3a div. ftr. U.S.A. entrò in contatto e sopraffece il locale contingente d eli' <<Assietta» agli ordini del Col. Ainis. ' Il terzo gruppo mobile facente parte del Raggruppamento Mobile Ovest, cioè il gruppo «A» del Ten. Col. Perrone, aveva avuto invece frattanto, come abbiamo già visto, l'incarico di proteggere la destra del raggruppamento del Gen. Schreiber alla stazione di Villalba. Esso era costituito dal Comando del XII btg. carri L, dalla 4:l cp. del CII btg. carri R/35, dalla l a cp. del CXXXIII btg. semo~enti da 47/32, dalla 3a cp. del 448• btg. costiero mobile, dalla 2a btr. del gruppo art . da 75/27 e dalla 2a sezione della 328a btr. da 20 mm. ed era stato rinforziJ.to dalla 3a btr. del XLVIII gruppo art. da 105/28. A mezzanotte del 19 luglio il gruppo mobile «A», attaccato duramente dal 15 r rgt. ftr. della 45 a div. americana, entrata senza contrasto a Caltanissetta il giorno precedente, fu costretto ad arretrare da Villalba a Valledolmo. Qui però esso venne travolto il giorno 20 e tra le sue fùe si salvarono solo un pugno di uomini e un pezzo d'artiglieria, che passarono alle dipendenze del Gen. Moneta nel caposaldo di Cerda (53). In conclusione il Raggruppamento Mobile Ovest del Col. Ricci si sacrificò pressoché al completo nel tentativo - che come vedremo riuscì solo parzialmente - di coprire lo spiegamemo
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(52) A.U.S.E. , cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata:o.• pag. 92. Ai combattimenti per Cammarata panecipò anche il 4 • Tabor marocchino. Cfr. REVUE HISTORlQUE DE L'ARMÉE: Le 4' Tabor marocain en Sicilie, anno 1961 , n. 2. (53) A.U.S.E., camila 2011, allegato 445 bis: «Relazione sui fatti d'arme del XII Corpo d'Armata svoltisi dal 10 luglio al 2 agosto 1943:o, pag. 9 e cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata:>, allegato 198.
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dell' «As_sietta», che a sua volta proteggeva il lungo trasferimento dell' «Aosta» a difesa delle Madonie. Alle 21. 30 del 19 luglio era anche iniziato lo spostamento del Comando del XII Corpo d'Armata da Corleone a Mistretta, sulle Caronie, e poi a Mirto tra S. Agata di Militello e Patti.
*** Lungo la costa sud occidentale, dopo la caduta del caposaldo di Siculiana, subito ad ovest di Agrigento, si era accentuata il 19 luglio la pressione dell'82a div. aviotrasponata U.S.A., che avanzava oltre il Platani verso Ribera e poi, più all'interno, verso Burgio. Così facendo questa divisione americana superò a tergo le difese della 202a div. costiera del Gen. Ficalbi e fu rallentata nella sua marcia soltanto da sbarramenti minati (54). La manovra dell'intero Corpo d'Armata «provvisorio» del Gen. Keyes era molto pericolosa per i difensori, poiché minacciava da sud lo schieramento dell'«Assietta», che a sua volta copriva il trasferimento dell' «Aosta». Infatti gli americani da Ribera e Burgio potevano giungere fac ilmente a Chiusa Sclafani (così come da Bivona e Cammarata avrebbero poi raggiunto Lercara Friddi) sfondando lo schieramento dell ' «Assietta» prima che fosse completato il movimento ferroviario dell' «Aosta». A tale proposito alle 11.00 e alle 18.30 del 19 luglio. il Gen. Zingales chiese innanzi tutto l'intervento in loco dell'aviazione tattica, che però non avvenne (55). Nello stesso tempo il Gen. Guzzoni sentì la necessità di mettere in guardia il Comando del XII C.A. dal «ripetersi dei gravi inconvenienti accaduti» a proposito di intempestivi sabotaggi delle opere militari e vietò esplicitamente «nel modo più assoluto qualunque distruzione dei depositi, magazzini, batterie e materiale vario con il pretesto di non !asciarlo in mano del nemico» (56). Il 20 luglio il Gen . Keyes, che con la 82 a div. aviotrasportata aveva occupato in giornata Sciacca e Menfi (57), ottenne da Patton l'autorizzazione ad impiegare nel suo Corpo d'Armata '<<provviso(54) A.U.S.E., caneUa 2011: c Diario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata», pag. 76. (55) Ibidem. allegati 1)7 e 167. (56) Ibidem, allegato 158: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16631/op del 19 luglio 1943 diretto al Comando XII C.A. (57) Ibidem, allegati 200 e 20 l bis e pagg. 97·98.
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rio» anche la 2a div. corazzata U.S.A., fino ad allora tenuta di riserva, nonché a ricostituire con due btg. Rangers e con il 39 o rgt. ftr. della nuova 9a divisione la• «Forza X» del Ten. Col. Darby, promosso al grado di Colonnello (58). La 2a div. corazzata sarebbe avanzata lungo la valle del Belice puntando direttamente su Palermo, mentre la «Forza X» avrebbe occupato insieme a11'82 a div. aviotrasportata l'estremità occidentale della Sicilia. Nello stesso tempo la 3a div. ftr. avrebbe puntato su Prizzi e Corleone, . congiungendosi poi con la 2 a div. corazzata.
*** Come abbiamo visto nel precedente paragrafo 3, il raggruppamento del Gen. Schreiber era stanziato ad Alimena, a Portella di Recattivo e a Resuttano con i reparti già elencati. Tale raggruppamento aveva alla sua sinistra la 15 a div. tedesca «Sizilien» sul fronte Valguarnera-Villarosa, assai prossimo al vecchio confine di competenze tra il XII e il XVI C.A. italiani, ormai superato dagli eventi e dalla nuova responsabilità di comando concessa al Gen. Hube il 18 luglio. Proprio a partire dal giorno 18 il 157" rgt. ftr. della 45a div. americana, appartenente al II C.A. del Gen. Bradley, che avrebbe poi avuto ragione più ad occidente del gruppo mobile «A», investì con tiri d'artiglieria le posizioni del raggruppamento «Schreiber» a Portella di Recattìvo, causando sensibili perdite al III l 30 o ftr. e aJ personale dei quattro semoventi da 90/53. Un'avanguardia motocorazzata statunitense, controbattuta daJle artiglierie italiane, si attestò neJ pomeriggio a S. Caterina Villarmosa, mentre nuovi reparti dì fanteria appartenenti al 180° gruppo tattico reggimentale U.S.A. serrarono fino a un chilometro a sud della Porrella (59). Il giorno 19, mentre le artiglierie americane intensificavano il loro martellamento, aerei tattici attaccarono a più riprese le posizioni del III l 30 o ftr., mettendo fuori uso uno dopo l'altro tutti e quattro i semoventi da 90153. Ciò agevolò l'assalto deJJe truppe motocorazzate che, fallito lo sfondamento centrale, progredirono (58) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and the surrender ofllaly, op.cit., pag. 252. (59) A.U.S.E., canella 2011, allegato 447: cRelazione sui fatti d ' armi sostenuti dal raggruppamento tattico del Gen. Schreiber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943», pag. IO. Cfr. U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and the surrender of Jtaly, op. cit.. pag. 233 e pag. 249.
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sui fianchi dello schieramento italiano. All'imbrunire poi un'azione di sorpresa permise al 180. gruppo tattico statunitense di conquistare Portella del Morto, località a tergo delle posizioni tenute dal III/30. ftr. Pertanto alle 21.00 il Gen. Schreiber, dopo un fallito tentativo di contenimento ad opera della l a cp. motomitraglieri di Resuttano , ordinò l'abbandono di questa località e della stessa Ponella di Recattivo. I resti del raggruppamento «Schreiber» si riunirono quindi tutti ad Alimena durante la notte, passando alle dipendenze del Comando della div. ftr. «Aosta» e venendo rinforzati da tre pezzi controcarro del reggimento «Fullriede>> tedesco (60). Da parte sua la l a div. ftr. americana, entrata il 20 luglio ad Enna e Villapriolo , inviò verso Alimena il 2 • btg. del suo 26 • rgt. ftr., che fu subito preso di mira dai pezzi da 7)/27 del CCXXX:III gruppo art. e venne frenato in un primo momento da sbarramenti minati. Alle 02.00 del 21 luglio però quel battaglione statunitense, con azione di sorpresa, penetrò nelle posizioni del XVII btg. camicie nere che «SÌ ritirarono senza combattere e in disordine» (61). Un contrattacco mattutino, sviluppato dal III/30" ftr. e appoggiato dal tiro del XIX gruppo art., determinò quindi un accanito combattimento presso l'abitato; ma Alimena venne anche aggirata a nord est da una colonna di carri che prese alle spalle il suddetto gruppo d'artiglieria italiano e determinò l'isolamento e l'accerchiamento del battaglione di fanteria (62). I resti del raggruppamento «Schreiber» vennero definitivamente sopraffatti alle ore 14.00 di quel 21 luglio, mentre il Generale comandante riuscì a sottrarsi alla cattura con pochi uomini e con i Magg. Bertino e Cingolani , raggiungendo poi il villaggio di Buompietro (63).
(60) A.U.S.E., cartella 2011 : «Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», allegato 180. (61) A.U.S.E .. cartella 2011, allegato 447: «Relazione sui farri d'armi sostenuti dal raggruppamento rattico del Geo. Schreiber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•. pag. 12. (62) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sici/y and the Jumnder of ltaly, op. cit., pag. 301. (63) A.U.S.E .. cartella 2011, allegato 447 citato, pag. 13.
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6. IL LUNGO PEREGRINARE DEll' «AOSTA» E DEll' «ASSIETTA» (Vds. carta geografica in Appendice) Proseguiva intanto il trasferimento per ferrovia e per via ordinaria della div. ftr. «Aosta» verso la zona delle Madonie per costituire il famoso fronte a difesa della parte centro-settentrionale della Sicilia. In particolare gli ordini diramati dal Comando del XII Corpo d'Armata alle 06.30 del18 luglio precisavano che l'«Aosta» , con il rinforzo di tre gruppi d'artiglieria di C.A., aveva «il·compito di difendere il fronte stazione di Cerda - Sclafani - Caltavuturo Petralia - nodo di Gangi - nodo stradale di Nicosia» (64) . Quindi alle 15 .00 del giorno 20 il Gen. Zingales ribadì che «la posizione delle Madonie rappresenta il punto di partenza per la controffensiva» (65 ). L'azione aerea anglo-americana ritardò il trasporto per ferrovia dell' «Aosta» e il 19 luglio distrusse alla stazione di Alcamo il III gruppo del 22 o rgt. art. da 75 l 18 ancora fermo in quella lontana sede (66). Quindi le avanguardie americane, infranta come abbiamo visto la resistenza del gruppo «Schreiber» a Portella di Recattivo e ad Alimena il 19 e il 21 luglio, giunsero in quest'ultimo giorno a diretto contatto con i reparti dell' «Aosta>> allora a Caltavuturo (l/5o ftr., una btr. del XXI gruppo art. da 105/28, una btr. di tre pezzi del CXXI gruppo art. da 149/13 e una btr. del XLVIII gruppo art. in ripiegamento da Valledolmo), a Casalgìordano (cp. arditi del 5o rgt. ftr. e un plotone del XII btg. carri L) e a Petralia (Comando di divisione, Comando del 5o rgt. ftr., Comando 22 o rgt. an., III/5 o ftr., una btr. del CXXI gruppo art. da 149/13, una btr. del XXI gruppo an. da 105/28, CLI gruppo art. da 149/19 su due btr. giunto di recente in Sicilia) (67). Nonostante 1' azione deil' artiglieria divisionale e di Corpo d'Armata, l'avanzata americana non potè essere frenata e alle 11.10 del 21 luglio il Comando di divisione fece sapere al Gen. Zingales (64) A.U.S.E., canella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d'i\rmatv, allegato 145: fonogramma del Comando del Xli C.A. n. 1/9908/op delle ore 06.30 del 18 luglio 1943. (65) A.U.S.E., cartella 2011 , al legaw 180. (66) A.U.S.E., cartella 2011, allegaw 445 bis: .:Relazione sui fatti d'arme del Xli C. A. svoltisi dal 10 luglio al 2 agosto 1943», pag. IO. (67) A.U.S.E., caneUa 2124/B: «Relazione sulle operazioni della div. 'Aosta' in Sicilia dal· giorno IO luglio al 4 agosto 1943», pagg. 3 e 5.
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che il caposildo di Petralia, attaccato dalla P div. U.S.A., avrebbe potuto resistere «solo fino all'imbrunire)) (68). A questo punto il Comando del XII Corpo d'Armata - ali' insaputa che Guzzoni aveva già diramato precisi ordini alle 19.00 del 20 luglio (pervenuti però solo alle 23.00 del 21) per una generale e definitiva ritirata sulle Caronie - dispose alle 16.00 del 21 di propria iniziativa l'abbandono della difesa delle Madonie e un nuovo schieramento durante la notte sulle posizioni tra Nicosia e S. Stefano di Camastra (69). Penanto durante la notte tra il 21 e il 22 i reparti dell' «Aosta>> schierati a Petralia e a Casalgiordano vennero fatti arretrare a Nicosia, dove si sarebbero uniti ai resti della divisione già in loco. l reparti schierati a Caltavuturo furono invece ritirati su S. Stefano di Camastra, dove stavano giungendo il I e il IV gruppo an. del 22 • rgt. e da dove avrebbero raggiunto poi anch'essi Nicosia (70). Lo sforzo che venne richiesto alle truppe provenienti dal settore di Petralia e di Casalgiordano fu notevole, poiché esse dovettero percorrere circa 40 chilometri sotto la continua azione aerea avversaria e di reparti motocorazzati infiltratisi. Difatti la cp. arditi e il plotone carri L stanziati a Casalgiordano non riuscirono a sottrarsi alla pressione nemica e vennero travolti prima di giungere a destinazione {71 ). La stessa fine fecero i tre pezzi della batteria del CXXI gruppo art. da 149/13 che erano a Caltavuturo.
*** La div. ftr. «Assietta», come è noto, aveva il compito di coprire il trasferimento dell' «Aosta» a difesa delle Madonie, occupando con le sue forze già esaminate nel precedente capitolo (paragrafo 8) i capisaldi di Cerda, Roccapalumba, Lercara Friddi, Prizzi e Chiusa
(68) A.U.S.E., candia 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata., pagg. 92-9f (69) Ibidem, pagg. 93-94 e allegato 194. (70) A.U.S.E., canella 2124/B : •Relazione sulle operazioni della div. 'Aosta' in Sicilia dal giorno lO luglio al 4 agosto 1943• . pag. 5. A Nicosia erano già giunti a quella data il l e II btg. del 6' ftr., la cp. cannoni controcarro da 47/32 del 6' fu., la cp. zappawri del 6' ftr., iiii/22' art. da 75/27, la P btr. del XXI gruppo an. da 105/28, la P ber. del CL! gruppo art. da 149/19 e il DCCCLVlJ btg. controcarro. Cfr. Ibidem, pag. 4. (71) Ibidem , pag. 5.
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Sclafani (72). Tale lungo schi~ramento protettivo era completato ancor più a sud ovest dal II l 5o ftr. «Aosta» e dalla 10 a btr. del IV l 25 o art. «Assietta» a Portella Misilbesi, dove già c'erano una btr. da 100/22 del CCXVIII gruppo an. e un btg. della 202a div. cosuera. Allorquando l' «Aosta» avesse raggiunto le sue posizioni ad ovest e a sud delle Madonie , anche l' «Assietta» si sarebbe spqstata sulle medesime linee. A quest'ultimo proposito il Gen. Guzzoni emanò ordini preliminari già alle 20.00 del 18 luglio, che prevedevano uno scivolamento dell' «Assietta» nella zona Alimena Petralia per agganciarsi al gruppo «Schreiber» e al fianco destro della 15a div. tedesca «Sizilien» (73). Alle ore 19.00 del 19 luglio il Geo. Ziogales ordinò l'inizio del ripiegamento del Comando del 29o rgt. ftr. con il suo II btg. da Prizzi a Cerda, nonché del CLVII gruppo art. da 149/19 da Roccapalumba a Petralia, ponendoli alle dipendenze dell' «Aosta» (74). Contemporaneamente venne ordinato per telefono al caposaldo di Portella Misilbesi di arretrare a Chiusa Sclafani, posizioni ambedue però reputate in grave pericolo il giorno seguente, come ci dice la relazione ufficiale del Comando XII Corpo d'Armata {75). Alle 03.30 del 20 luglio il Gen. Guzzoni ordinò il concentramento dell' «Aosta» presso Nicosia e la generale ritirata d eli' «Assietta» a sud delle Madonie, comunque non più ad Alimena, dove il raggruppamento del Gen. Schreiber stava proprio allora subendo un'insostenibile pressione nemica, bensì sulla congiungente Petralia - Gangi (76). Nel pomeriggio e nella notte dello stesso 20 luglio i capisaldi di Lercara Friddi e di Prizzi, solo parzialmente evacuati, vennero conquistati dalla 3a div. ftr. americana, mentre i seguenti reparti (72) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione delle operazioni della div. ftr. 'Assieua'•, pag. 8. (73) A.U.S.E., cartella 2228: cDiario Storico Militare della 6• Armata», dispaccio del Comando FF.AA. della Sicilia n . 16608/op delle ore 20.00 del 18 luglio 1943. (74) A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», allegato 166 e cartella 2124/B: cRelazione delle operazioni della div. ftr. 'Assietta'•, pag. 9. (75) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 445 bis: cRelazione sui farti d'arme del XII C.A. svoltisi dal 10 luglio al 2 agosto 1943•, giorno 20 luglio, pag. 9. (76) A.U.S.E., cartella 2011: c.Diario Storico Militare del XIT Corpo d ' Armata•, allegato 179: rele del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16655/op delle ore 03.30 del 20 luglio 1943.
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dell' «Assietta», schierati tra Roccapalumba e Chiusa Sclafani, riuscirono a ripiegare su Cerda: Comando 29o rgt. ftr. con il I e II btg., Comando 30° rgt. ftr. con il II btg., III/ 25 o art. meno la 10a btr. e tutti i reparti divisionali del Genio e dei Servizi (77). Nella notte del 20 luglio si determinò quindi la rottura del fronte dell' «Assietta», che a sua volta proteggeva la presa di posizione dell' «Aosta» ad ovest e a sud delle Madonie. Nell' occasione si verificò la perdita complessiva dei seguenti reparti: a Porte !la Misilbesi il II l 5o ftr. «Aosta>>; a Chiusa Sclafani il III/29° ftr. «Assietta» e il IV/25° art. «Assietta»; a Prizzi il LI bcg. bersaglieri e il II/25• art.; a Lercara Friddi il I/30 ° ftr. «Assietta», una btr. del III /2 5 • are. e una ber. del XLVIII gruppo art. da 105/28 . .Pertanto il già illustrato sacrificio pressoché completo del Raggruppamento Mobile Ovest del Col. Ricci tra Bivona, Acquaviva e Valledolmo non valse a salvare dalla distruzione o dalla cattura quasi la metà della divisione «Assietta>>. Anche l'altro sbarramento a protezione dell' «Aosta» costituito dal raggruppamento del Gen. Schreiber stava per essere travolto, ~e abbiamo visto, tra Portella di Recattivo e Alimena, ciò che apriva un'ancora più pericolosa via di peneuazione nemica verso il Tirreno e minacciava di tagliare in due l'attuale schieramento «Assietta>> - «Aosta». Quindi già la sera del 20 luglio il Gen. Guzzoni diramò decisiv~ direttive per il totale abbandono della difesa delle ~adonie, protrattasi per così breve tempo, e per il ripiegamento sulle Caronie e quindi verso la cuspide nord orientale della Sicilia, su cui erano da tempo puntati gli occhi del Comandante delle FF.AA. dell'isola. Infatti, con fonogramma 16679/op delle ore 19.00 del 20 luglio - giunto però , come abbiamo già accennato, al Comando del XII C.A. allora in trasferimento soltanto alle 23.00 del 21 e consegnato per di più al Gen. Zingales a Mino alle 09.30 del 22 il Gen. Guzzoni ordinò di costituire un nuovo fronte da S. Stefano di Camastra sul Tirreno a Nicosia. Doveva essere inoltre imbastita una seconda linea ancora più arretrata da S. Agata di Militello a Cesarò , destinata a prolungarsi (77) A.U.S.E., cartella 2124/B: «Relazione delle operazioni della div. ftr. 'Assietta':o, pag. 11.
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con l'apporto dei tedeschi fino ad Adrano e Acireale, che sarebbe divenuta «l'ultima linea di difesa ad oltranza». lnftne solo temporaneamente e a copertura del np1egamento verso oriente dovevano essere tenute ancora le posizioni di Collesano, Polizzi e Petralia sulle Madonie {78). Da parte sua il Gen. Zingales, come abbiamo visto, nonostante non avesse ancora ricevuto queste importanti disposizio6i del Comando FF.AA. della Sicilia, ordinò alle 16.00 del 21 luglio il nuovo schieramento dell' «Aosta» e dell' «Assietta» proprio tra S. Stefano di Camastra e Nicosia (79). Il mattino del 22 luglio tale manovra potè dirsi completata, sotto la protezione degli sbarramenti predisposti dalla 19a cp. minatori. Come abbiamo detto in questo stesso paragrafo, i resti dell' «Aosta» furono fatti affluire a S. Stefano di Camastra e a Nicosia, mentre i residui reparti dell' «Assietta» si schierarono come segue: posizioni arretrate di S. Agata di Militello: Comando di divisione , Comandi del3o· rgt. ftr. e del25• rgt. art., Il/3o• ftr. e 18a sezione Sussistenza; S. Stefano dì Camastra: Comando del 29• rgt. ftr. con i propri I e II btg. e due btr. del III/25 • art. da 75/27; sbarramento stradale poco più ad ovest di quest'ultima località: due btr. del CXXI gruppo art. da 149/13 (80); Mistretta: CLXXI btg. della 17P legione cc.nn. dell'«Aosta», che però prima dell'alba del 22 defezionò al completo {81). Lo stesso giorno 22 il Comando FF.AA. della Sicilia si trasferì da Passo Pisciato a Portella Mandrazzi sui Peloritani. Nel frattempo la difesa del fronte sul Tirreno tra il torrente Milicia e il torrente Piletto, ad ovest di Cefalù, era stata messa la sera del 20 luglio alle dipendenze del Gen. Angelica, con sede di comando a Campofelice. Il settore costiero tra il torrente Piletto e (78) A.U.S.E., cartella 2228: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16679/op delle ore 19.00 del 20 Juglìo 1943 c cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata•, allegato 197 . (79) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata, pagg. 93-94 c allegato 194. (80) I nodi stradali di Nicosia, di S. Stefano di Camastra e di S. Agata di Militello furono anche protetti da pezzi anticarro della 15• div. tedesca cSizilien•. Cfr. A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», pag. 93. (81) A.U.S.E. , cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d ' Armata., pagg. 95 e 97 e allegato 195: comunicazione delle ore 08.00 de l--.22 luglio 1943.
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Marina di Caronia venne posto invece agli ordini del Console Giua, con sede di Comando a S. Stefano di Camastra. Le difese costiere si sarebbero servite delle truppe esistenti sul posto e di sbandati riuniti in reparti di formazione. Infine il 136 o rgt. costiero autonomo avrebbe continuato a proteggere il fronte a terra nel tratto compreso tra Monte S. Calogero (Termini Imeres~) e Misilmeri, dove si sarebbe collegato con il fronte a terra di Palermo (82).
7. LA CADUTA DI PALERMO E DELLA SICILIA OCCIDENTALE (Vds. tavola n. 25) L'avanzata del Gen. Patton su Palermo iniziò il 18 luglio con l'ala sinistra del suo II Corpo d'Armata, rappresentata ora dalla 45 a div. ftr., che occupò senza contrasto Caltanissetta e travolse poi nei tre gioni successivi, come sappiamo, il gruppo mobile «A» a Villalba e Valledolmo e il gruppo del Gen. Schreiber a Portella di Recattivo e ad Alimena, quest'ultima località conquistata in collaborazione con il II l 26 o ftr. della P div. statunitense. Contemporaneamente il cosiddetto Corpo d'Armata «provvisorio» del Gen. Keyes, superati con la 3a div. ftr. i gruppi mobili italiani «B» e «C» a S. Stefano Quisquina e a Cammarata e con 1'82a div. aviotrasportata i capisaldi di Burgio, Sciacca e Menfi, progrediva velocemente verso nord ovest, servendosi anche della ricostiruita «Forza X» del Col. Darby, formata da due bcg. Rangers e dal 39° rgt. ftr. della nuova 9a divisione. Il vuoto che incontrò in parcicolar modo la 3a div. ftr. U.S.A. oltre i capisaldi di Lercara Friddi e Prizzi, caduti come è noto nella notte del 20, permise a questa unità starunitense di conquistare facilmente Corleone la mattina del 21 luglio e di percorrere prevalentemente a piedi 87 chilometri in trencatrè ore (83 ). Da parre sua la «Forza X>> del Col. Darby trovò il 21 luglio completamente abbandonati i fortini a guardia del basso corso del Belice e conquistò nello stesso giorno Castelvetrano, dove, secondo la relazione ufficiale americana, 400 soldati italiani si arresero ad (82) Ibidem, allegato 187: fonogramma a mano del Comando Xli C.A . n. 119922/op del 21 luglio !943. (83) H. POND: Sicilia, op. cit.. pagg. 298-299.
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una pattuglia esplorante nemica senza sparare un colpo (84). Il totale accertato dei prigionieri catturati dalla «Forza X» nel solo giorno 21 raggiunse la cifra di 4.000 (85 ). La minaccia maggiore proveniva comunque sempre dalla penetrazione americana verso la rotabile costiera cirrenica 11 3, ragione per cui il Comando del XII Corpo d'Armata aveva proposto al Gen. Guzzoni fin dalle 21.10 del 20 luglio che «pur rill].anendo fermo il concetto della difesa ad oltranza di Palermo, le tre divisioni costiere del settore (202a, 208a e 230a), lasciando nuclei di resistenza sulla costa, si dirigessero sul fronte Caltavuturo-Cerda, portando seco il maggior numero di mezzi da trasporto» (86). Tali proposte furono approvate dal Comando FF.AA. della Sicilia con fonogramma n. 16695/op delle ore 11.45 del 21 luglio, ricevuto però dal Gen. Zingales alle 21.50 del 22 (87). Già comunque fin dalle 19.00 del 20 luglio, con le note e importanti disposizioni per la costituzione del nuovo fronte sulle Caronie, Guzzoni aveva raccomandato di «ritirare più artiglieria che si può da Palermo e dintorni» (88). · Ricevuto il suddetto messaggio d'assenso di Guzzoni n. 16695/op alle 21.50 del 22, il Gen. Zingales ordinò alla stessa ora alla 202a div. costiera (con l'incarico di divulgare tale ordine alle altre div. costiere e alle difese dei porti di Trapani e Palermo) di lasciare solo nuclei di resistenza sulle coste di competenza e di ritirare il maggior numero di automezzi e di armamento pesante prima a Palermo e poi verso oriente lungo la litoranea tirrenica, che però, a sua insaputa, era stata già tagliata dalla 45a div. ftr. americana. Quest'ordine non potè quindi essere eseguito e in alcuni casi non raggiunse nemmeno i destinatari , a causa del precipitare degli eventi bellici nella Sicilia occidentale (89) . Si {84) U.S. ARMY IN W ORLO WAR 11: Sicily and the sumnder ofltaly, op. ci t., pagg. 252-253. (85) Ibidem, pag. 253. (86) A.U.S.E., carrella 2011 : «Diasio Srorico Militare del XII Corpo d'Armata., allegato 186: fonogramma del Comando XII C.A. n. 1f9923fop delle ore 21.10 del 20 luglio 1943. . {87) Ibidem, allegato 218: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16695fop delle ore 11.45 del 21 luglio 1943. {88) Ibidem , citato allegare 197: dispaccio del Comando FF.AA. della Sicilia n . 16679/op delle ore 19.00 del 20 luglio, ricevuco dal Comando del XII C.A. in uasferimento a Mirto alle ore 23.00 del 21 luglio. {89) Ibidem, pag. 103 e allegato 219.
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ricorda al proposito che il comando di tutte le truppe lasciate in quest'ultimo settore era stato affidato fin dal 18 luglio al Gen. Marciani. A garantire la «difesa ad oltranza>> della zona Porto «N» di Palermo, affidata al Gen. Molinero, erano stati concentrati entro il 20 luglio cinque btg. costieri, due cp. mitraglieri, una cp. mortai da 81, un gruppo di cavalleria appiedato, dieci plotoni mitraglieri da posizione, diciotto batterie contraeree di cui tre con capacità anche di tiro antinave, una btr. da 100/22, il I/25 o art. «Assietta» da 100/17, diciotto pezzi sfusi controcarro, una cp . chimici. una cp. telegrafisti e un reparto di formazione costituito da militari frequentatori di un corso marconisti (90). Nella notte sul 20 e durante il giorno seguente il Prefetto di Palermo, il Segretario federale del partito fascista e la maggior parte dei funzionari e dei gerarchi abbandonarono la città, mentre gruppi di cittadini assalivano i magazzini dell'Intendenza militare (91).
Il 21 luglio la 3 a div. ftr. americana e i Rangers del Col. Darby entrarono ad Alcamo e catturarono sul posto l'intero Comando della 208 a div. costiera, poche ore dopo che la popolazione della cittadina si era data al saccheggio di un treno e che i Carabinieri erano stati costretti ad aprire il fuoco sulla folla (92). Venuto a sapere della caduta di Alcamo, · il Gen . Molinero rinforzò la difesa di Forcella della Torretta, sulle provenienze da tale località, con una cp. ftr. e una btr. del I/25 • art., facendo poi saltare le predisposte interruzioni stradali alla stessa Ponella e a Passo Renda. All'alba del 22 il personale della Capitaneria di Porto si imbarcò per Napoli e iJ comandante dell'aeroporto di Palermo fece saltare alcuni depositi , mentre molte batterie vennero abbandonate dal personale senza essere state nemmeno inutilizzate. Fu quindi abbastanza agevole per il 7 o gruppo tattico reggimentale della 3a div. ftr. americana impadronirsi di Forcella del Mare e di Portella d ella Paglia, ove fu sopraffatta una cp . ftr. appoggiata da un pezzo d a 100/17, ed entrare a Palermo alle (90) A.U.S.E, canella 2124/B, fascicolo 2124/A: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal l:> giugno al 20 luglio 1943•, pag. 49. (91) S. ATTANASIO: Sicilia unza Italia, luglio-agosto 1943, op.cit., pag. 137. (92) A.U.S.E., canella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata., pag. 88.
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17.00, insieme a reparti della 2a div. corazzata, tra il giubilo della popolazione. Il gen. Marciani fu fatto prigioniero da parte dell'82 " btg. da ricognizione americano e il Gen. Molinero concordò alle 19.00 di quel 22 luglio la resa formale della città incontrando il Gen. Keyes nel palazzo reale. Palermo fu così il primo capoluogo europeo ad essere conquistato o liberato dagli alleati (93). Lo stesso giorno 22 la 45 a div. ftr. statunitense toccava le spiagge tirreniche più ad oriente, presso Termini Imerese. Quindi tra il 23 e il 24 furono occupate dall'82a div. aviotrasportata U.S.A., dalla «Forza X» e dalla 2a div. corazzata Calatafimi, Marsala, Castellammare e Trapani, dove l' Amm. Manfredi si arrese con 5.000 uomini al Gen. Ridgway. In tale circostanza gli unici episodi di resistenza degni di nota furono quello della 225 a btr. del VII gruppo art. costiero della 202a divisione, al comando del Cap. Caminiti, e quello del XX gruppo costiero, il cui comandante , Ten. Col. Sommaruga, meritò la medaglia d'oro alla memoria (94). Entro il 24 luglio l'intera Sicilia occidentale cadde pertanto nelle mani del Corpo d'Armata «provvisorio» del Gen. Keyes, che pagò quella che definì «Una piacevole passeggiata» con la modesta cifra di 57 morti, 170 feriti e 45 dispersi, contro 2. 900 militari italiani morti o feriti e 53.000 prigionieri. Il bottino fu poi di 189 cannoni, 359 automezzi e 41 carri armati (95). Da quel momento e fino al termine della Campagna la 2 a div. corazzata, l'82a div. aviotrasportata e la «Forza X» U.S.A. furono sottratte dal fronte e impiegate in compiti di presidio nella Sicilia occidentale, mentre in base alle nuove direttive del Gen. Alexander del 23 luglio il resto delJa 7 a Armata americana, cioè la l a, la 3 a, la 45a e la nuova arrivata 9a div. ftr., avrebbe dovuto sostenere l'sa Armata inglese, spingendosi lungo la costiera tirrenica n. 113 e lungo la parallela rotabile Ìfterna- n. 120 tra Petralia, Nicosia, Troina e Cesarò. La data d 'inizio di questa nuova fase operativa, concordata tra le due Armate/ alleate , non doveva essere successiva al l • agosto (96). (93) M. BLUMENSON: Sicily: whose victory?, op. cit. , pag. 92 e U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily and the surrender of ltaly, op. cit., pag. 254. (94) E. FALDEU.A: Lo sbarco e la dzfesa della Sicilia, op. cir.. pag. 229. (95) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the su"ender of ltaly, op. cir., pag. 255; W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cit., pag. 79 e M. BLUMENSON: Siczly: whose victory? op. cit., pag. 93. (96) HER MA]ESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war . U.K. military sen'es. The Medite"anean and the Middle East, vol. V cit., pag. 120 e pagg. 122-123.
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* * * Altre polemiche, dopo quelle concernenti la Piazza Militare Marittima di Augusta-Siracusa , sono state sollevate a proposito della mancata inutilizzazione del porro di Palermo, così come della mancata «difesa ad oltranza» della città. Fin dalle 18.20 del 15 luglio il Comando FF.AA. della Sicilia aveva comunicato al Comando del XII Corpo d' Armata che Mussolini aveva ordinato l'interramento dell'accesso al porro di Paiermo (97). Alle 23.00 del giorno 16 il Gen. Zingales aveva risposto confermando che nel porro di Palermo era già predisposta l' interruzione del molo sud e che entro i giorni 17 e 18 sarebbe stato pronto il minamento della diga foranea e del molo nord, mentre non era considerato fattibile l'interramento dell'imboccatura del porro, data la considerevole massa di materiali occorrenti e non disponibili immediatamente sul posto. Il Gen. Zingales concludeva quindi suggerendo che la R. Marina provvedesse all'affondamento di natanti per ostruire metà d eli' entrata e tenesse pronti altri natanti per bloccare il residuo passaggio al momento opportuno. Alle 15.00 del 21 luglio , all'avvicinarsi delle truppe americane al capoluogo siciliano e su preciso invito dello S.M.R.E., il Gen. Guzzoni comunicò al Comando del XII C.A. e al Comando M.M. della Sicilia che Superesercito esigeva che il porro di Palermo fosse «immediatamente distrutto» (98). Quest'ordine fu quindi diramato dal Comando del XII Corpo d'Armata al Comando Difesa Porto «N» nella mattinata del 2 2, sia per mezzo di staffette motocicliste e autocarrate, sia per radio e per telefono, impresa quest'ultima risultava comunque vana a causa dell'interruzione delle linee (99). Da pane sua però il Comando FF.AA. della Sicilia aveva provveduto alle 18.00 di quel 21 luglio ad inviare al Comando del XII C.A. , al Comando Militare Marittimo della Sicilia e al Comando Difesa Porto «N» un altro marconigramma, con cui si ordinava nuovamente e seccamente di disporre affinchè il porto di (97) A. U .S.E., cartella 2011: cO iario Storico Militare del Xll Corpo d' Armata•, allegato 16: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16484/op delle ore 18.20 del 15 luglio 1943, ricevuto dal Comando del XII C.A. alle ore 16.30 del 16 luglio 1943. (98) Ibidem, allegato 204: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16706/op delle ore 15.00 del 21 luglio 1943, ricevuto dal Comando del XII C.A. alle ore 09.30 del 22 luglio 1943. (99) Ibidem, pag. 99 e allegato 208.
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Palermo fosse «immediatamente distrutto» (100). In margine alla copia di quest'ultimo marconigramma, ricevuto anch'esso nella mattinata del 22luglio dal Comando del XII C.A., il Capo di S.M. di Guzzoni, Geo. Faldella, appose inoltre di suo pugno la raccomandazione: «Pregasi far pervenire questo ordine a Comando Difesa Pono «N» per il caso che il radio fatto da noi non pervenisse. È cosa urgente». Il Comando del XII Corpo d'Armata, dopo aver provveduto ad inviare al Comando Difesa Pono «N» il fonogramma a mano o. 1/9932/op con l'ordine di attuare «urgentemente distruzione porto Palermo» (101), assicurò il Geo. Guzzoni con un altro fonogramma a mano che le disposizioni di cui all'ordine 16706/op delle 15.00 del 21 luglio erano state trasmesse al capoluogo siciliano per mezzo di motociclisti (102). Dopo tutti questi messaggi auspicanti la medesima cosa, cioè l'autodistruzione delle installazioni portuali di Palermo, e nonostante gli ordini generali impartiti al riguardo fin dal 15 luglio, sul posto nessuno prese i dovuti provvedimenti, cosicchè il porto del capoluogo siciliano fu trovato dalle truppe americane solo sconvolto dai precedenti bombardamenti e per nulla <<ÌOutilizzato» da preordioate demolizioni. Sulla mancata inutilizzaziooe dd porto di Palermo e sulla stessa facilità con cui la città era stata occupata dal nemico espresse un duro giudizio lo S.M.R. E. , chiedendo spiegazioni io data 30 luglio (103). Penanto alle 11.20 del 31 il Geo. Guzzoni inviò il seguente severo marcooigramma 17027/ op al Comando del XII Corpo d'Armata (104): «Con il marconigram~l6545/opin data 17 corrente ho ordinare che difesa porto «Nl) fosse fat-ta ad oltranza agli ordini del Gen. Molinero. Con marconigrarnma 16706/op in data 21 corrente \ a seguire ordine di
(100) Ibidem, allegato 206: marconigramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16747/op delle ore 18.00 dei 2Liuglio 1943. ' (101) Ibidem, allegato 207: fonogramma a mano del Comando de l Xli C.A. n. 119932/op del 22 luglio 1943 . -(102) Ibidem, allegato 209: fonogramma a mano del Comando del XII C.A. n. 119937/op del 22 luglio 1943. (103) A.U.S.E. , cartella 2228: tele dello S.M.R.E. n. 1/17048/P del 30 luglio 1943. (104) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario StOrico Militare del XII Corpo d' Armata•. allegato 389: marconigramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 17027/op delle ore 11.20 del 31 luglio i943.
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Superesercito, ho ordinato distruzione immediata porto Palermo. Viceversa, malgrado ordini cui sopra, la città di Palermo non est stata difesa et porto sarebbe stato trovato intatto da occupante. Prego comunicarmi: - ordini dati da V.E., - risultanze accertamenti, - nomi ufficiali responsabili. Resta comunque inteso che rutti i comandanti, alti et bassi, che avevano consegna di resistere sul posto, anche se sorpassati, et che si siano invece ritirati, et che si trovino attualmente entro nostro fronte, debbono essere presi in esame et debbono essere denunziati ar Tribunale. Quelli, invece, rimasti in mano avversaria, per cui risultino colpe come quelle sopra indicate, debbono essere segnalati at questo Comando affinché loro posizione possa essere convenientemente esaminata in futuro$.
Il Gen. Zingales rispose alle 14.00 del l agosto con il fonogramma 1110148 l op, in cui si elencavano le cinque occasioni nelle quali, tra il 16 e il 22 luglio, il Comando del XII C.A. aveva dato istruzioni per la difesa ad oltranza al Comando Difesa Porto «N» e al Comando della 202 a div. costiera. Veniva anche confermata dal Gen. Zingales l'urgente trasmissione via radio, via filo e per mezzo di staffette d eli' ordine di «immediata distruzione» del porto di Palermo nella mattinata del 22, ma veniva altresì svelato che i motociclisti sarebbero stati fermati da pattuglie tedesche a Bagheria, poiché il nemico era giunto ad Acqua dei Corsari. Il comandante del XII Corpo d'Armata concludeva infine ammettendo l'impossibilità di segnalare eventuali colpevoli, poiche tutti i comandanti erano caduti in mano nemica, ad eccezione di un ufficiale superiore addetto alle truppe dell'aeroporto, per il quale era in corso la denuncia al Tribunale di guerra (105). Da parte alleata abbiamo la testimonianza del Cap. Corv. Barnes, comandante della 15a squadriglia motosiluranti americana, che alle 08.00 del 23 luglio attraccò con i suoi battelli nel porto di Palermo, non potendo distinguere certamente le distruzioni causate localmente dai bombardamenti aerei da quelle eventualmente determinate da sabotaggi, ma annotando comunque che «i serbatoi sotterranei di carburanti su Monte Pellegrino, con una capacità di quasi un milione di barili (mc. 142.000) erano intatti e così pure era intatto l'oleodotto che li collegava al porto» (106). (105) Ibidem, allegato 409: fonogramma del Comando del XII Corpo d'Armata n. 1/10148/op delle ore 14.00 de l l agosto 1943. (106) S.E. MORISON: History of U.S. nava/ operations in world war 11, vol. IX cit., traduzione italiana a cura dello S.M.E., pagg. 294-295.
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L'ammontare dei danni comunque arrecati al porto del capoluogo flno a quel momento non doveva tuttavia essere di grande entità se fln dal 27 luglio venne stanziata a Palermo la T.F.88 americana composta da due incrociatori e sei cacciatorpediniere, se già il 28 luglio sei mercantili attraccarono contemporaneamente alle banchine e se nel mese di agosto furono sbarcati nel capoluogo siciliano 44.878 uomini, 118.231 tonnellate di materiali e 6.361 automezzi (107).
8. LE OPERAZIONI NEL SEITORE DEL XVI CORPO D' ARMATA ITALIANO E DEL XIV CORPO D'ARMATA TEDESCO (Vds. tavola n. 26) Sul fronte orientale dello schieramento dell'Asse, quello per 'intenderei che dalle foci del Simeto giungeva fino a Villarosa e dove la maggioranza delle truppe in linea era ormai tedesca, la giornata del 17 luglio fu caratterizzata da aspri combattimenti nella zona a nord di Primosole, dove la 50a div. ftr. inglese, spalleggiata dalla 4 a brigata corazzata, una volta in saldo possesso del conteso ponte, obbligò il gruppo «Schmalz» a ripiegare i suoi elementi di prima schiera sulla linea del fosso Bottaceto. Il giorno seguente, 18 luglio, invece la 231 a brigata «Malta>> e la 51 a div. ftr. scozzese attaccarono le posizioni tenute dai resti della divisione «Livorno», che tra le stazioni di Raddusa e di Pirata costituivano il cardine di congiunzione tra la «H. Goering» e la «Sizilien» (vds. precedente paragrafo 3). Il gruppo del Cap. Mantovani fu travolto a quota 311 presso Raddusa dalla 23P brigata JMalta», mentre il gruppo tattico del Magg. Coco venne fatto ritir;ie dalla stazione di Pirata alla perife~ia sud di Leonforte. / In seguito a questa peneua.zione avversaria, che minacciava il flanco destro della «H. Goering», il Gen. Conrath inviò di rinforzo alla «Livorno» una compagnia di pionieri tedeschi, che presero posto a sud di Portella Grado insieme al gruppo del Ten. Col. Bruni (108). Anche questo caposaldo però venne sopraffatto nella notte tra il 18 e ( 107) Ibidem. pag. 295 e U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the surrender of ltaly, op. ci t., pag. 256. (108) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quater: «Relazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno lO al giorno 20 luglio 1943•, pag. 20.
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il 19 con un'azione di sorpresa da parte di guastatori britannici e il Ten. Col. Bruni riuscì a stento a porsi in salvo insieme ad alcuni superstiti e a sei pezzi d'artiglieria del Cap. Scimè (109). Si verificò pertanto il temuto pericoloso vuoto tra la «H. Goering» e la «Sizilien», schierata tra Valguarnera e Villarosa, con grande preoccupazione del Gen. Hube, che- come sappiamo- a partire dalle 24.00 del 18 sottrasse al XVI C.A. italiano il comando ·di· tutte le truppe tedesche nonché dei resti della «Napoli» e della «Livorno». Tuttavia, anziché ritirare subito la «Sizilien», come avrebbe voluto Guzzoni, i tedeschi colmarono il suddetto vuoto con alcuni elementi di un btg. dell'affluente 29a div. Panzergrenadier, rinforzati da batterie pesanti, resistendo sul fronte Valguarnera-Villarosa per altre tremasei ore (110). Nello stesso tempo, con fonogramma 16652/op delle ore 20.30 del 19 luglio, il Gen. Guzzoni chiese al Comando del XIV Corpo d'Armata corazzato germanico di voler ritirare al più presto dalla linea del fuoco gli ormai esausti resti della «Livorno» ( lll). Questi ultimi invece furono per il momento soltanto arretrati sulle seguenti nuove posizioni del fronte: Comando di divisione trasferito da Agira a Troina; gruppo tattico del Ten. Col. Mastrangeli (elementi del Il/33 • ftr. e del I/34° ftr., una cp. mortai da 81 con sei armi, il III/28 • art. meno cinque pezzi, una btr. del CIX gruppo art. da 149/13 e tre semoventi da 47/32) arretrato dalla stazione di Dittaino a sud di Assoro, con l'artiglieria nella zona di Agira e il tutto alle dipendenze del Ten. Col. Ens della 15 a div. tedesca «Sizilien»; gruppo tattico del Magg. Coco (II/34° fu. e I/28° art.) ritirato da Leonforte e sistemato ad est di Agira alle dipendenze dello stesso gruppo «Ens» germanico; elementi del Genio sulla rotabile Agira - Nicosia, elementi della Sanità suddivisi tra Assoro , Leonforte, Agira e Troina,
(109) A. U.S.E., cartella 1506: cRelazione sull'attività operativa del gruppo tauico Bruni dal IO al 19 luglio 1943•, pag. 4. (110) A.U.S.E., cartella 2228, allegam 719/36. La 29' divisione Panzergrenadier stava affluendo ormai regolarmente in Sicilia servendosi dell'autonomo servizio di traghetti organizzato dai tedeschi. (lll) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 719/31: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16652/op delle ore 20.30 del 19 luglio 1943.
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reparti del Servizio trasporti presso Nicosia, Assoro e Troina e nucleo di Sussistenza a Troina (112). Il 20 luglio però il gruppo tattico Mastrangeli lasciò ad Assoro, agli ordini del Cap. Iannarone, una sola cp. di formazione, due plotoni mortai e i tre semoventi, che nella notte del 21 furono travolti dalla P div. ftr. canadese. Il resto del gruppo tattico Mastrangeli ripiegò a Nicosia e poi a Cesarò, dove esso v9nne sciolto e gli elementi inviati a Castel Umberto per riposo e riorganizzazione (113). Invano fu richiesto dal Comando FF.AA. deUa Sicilia allo S.M.R.E. l'invio di rimpiazzi e di materiali per ricostituire sull'isola la divisione «Livorno». Ai pochi resti di questa gloriosa divisione, ancora nelle retrovie, fu soltanto aggregato il 29 luglio il 185 o rgt. paracadutisti «Nembo», appena giunto in Sicilia con 2.000 uomini e 18 pezzi da 47 l 32. Tuttavia le successive disposizioni per lo sgombero dell'isola impedirono a tali reparti di entrare in linea. A partire dal 22 luglio , quindi , il solo contingente da combattimento della div. ftr. «Livorno» a rimanere sul fronte fu il gruppo tattico del Magg. Coco, inserito nel 104 o rgt. Panzergrenadier del Ten. Col. Ens. *
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Sulla destra della divisione «Livorno» proseguiva intanto l' offensiva britannica che, secondo i noti intendimenti del Gen . Alexander, mirava ad aggirare da occidente la piana di Catania e il massiccio dell'Etna, utilizzando"H XXX Corpo d'Armata del Gen . Leese. . "\ In questo settore la l a div. ftr. canadese, dopo aver occupato Piazza Armerina il 17 luglio, si imbattè nelle forti posizioni della div. «Sizilien» a Valguarnera, non riuscendo a progredire oltre durame i successivi tre giorni di combattimenti (l ti). Tuttavia, come sappiamo, la caduta delle difese di Portella di Recattivo tenute dal Gen. Schreiber e di Portella Grado tenute dal Ten. Col. (112} A.U.S.E., cartella 2228, allegato 719/38 e cartella 1506. allegato 28. (113} A.U.S.E., candia 1506: cRdazione sull'attività del gruppo tattico Mastrangcli», pag. 4 e cartella 2124/B: cDiario della campagna siciliana dcl34' rgt. ftr . 'Livorno'», pag. 12.
(114) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d ' Armata•. pag. 117 c cartella 2229: cBollettino giornaliero del 20 luglio del Comando del XIV C.A. tedesco•.
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TAVOLA N. 26
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Bruni, minacciò da ambo i lati il fronte avanzato della «Sizilien» e quindi il 20 luglio il Gen. Rodt fu costretto ad arretrare il 104 o rgt. del Ten. Col. Ens tra Agira e Leonforte e il 129 ° rgt. del Ten. Col. Fullriede sulla congiungente Petralia-Gangi. Contro quest'ultimo allineamento però si fece strada la l a div. ftr. americana , che lo stesso 20 luglio occupò l'evacuata Enna e il giorno seguente sopraffece, come abbiamo visto, il raggruppamento del Geo. Schreiber ad Alimena. Proprio a seguito di quest'ultimo rovescio il Geo. Rodt adottò un ardito provvedimento. Egli infatti alle 23.30 del 21 luglio, mentre tutto il fronte occidentale italiano stava arretrando dalle Madonie alle Caronie, inviò i suoi due gruppi tattici «Neapel» e «Fullriede» addirittura a nord ovest e a nord delle stesse Madonie, cioè rispettivamente tra il mare e Gratteri e nei pressi di Castelbuono. Così facendo questi due gruppi tattici tedeschi della div. «Sizilien» formarono un fronte occidentale molto più avanzato rispetto a quello assegnato all' «Aosta» e ali'«Assietta» tra S. Stefano di Camastra e Nicosia (115). Nel compiere questo lungo trasferimento però i tedeschi si trovarono a corto di automezzi e ne richiesero 40 agli italiani ( 116). Oggi sappiamo anche che alcuni Comandi germanici autorizzarono formalmente in quella circostanza i dipendenti reparti «di motorizzarsi con gli autoveicoli degli italiani che non combattevano più» (117). Ciò determinò spiacevolissimi incidenti tra militari dei due Paesi dell'Asse, tra cui fece spicco l'uccisione del Ten. tedesco Hans Strotz ad opera del Sottosegretario di Stato ali' Agricoltura Spadafora, che difese il suo automezzo da un tentativo di espropriazione. L'altro gruppo tattico della «Sizilien», formato dal l 04 o rgt. Panzergrenadier del Ten. Col. Ens, rimase invece a respingere i rinnovati tentativi di sfondamento dei canadesi tra Agira e Leonforte. In due giorni di combattimenti molto accaniti la l a div. ftr. canadese perse 27) uomini, ma la sera del 22 luglio riuscì fmalmente a scalzare gli uomini di Ens da Assoro e dalla stessa Leonforte {118). (115) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 721/22: .:Bollettino giornaliero della 15' div. corazzata tedesca:., ore 23.30 del 21 luglio 1943. (116) Ibidem: bollettino del giorno 22 luglio 1943. (117) F.M. SENGER und ETIERLIN: Combattere Ienza paura e Ienza speranza, op. cil., pag. 244. (118) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFlCE: History of the second world war - U.K. military series. The Meditemtnean and the Middle Emt, vol. V cil., pag. 119.
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Più ad oriente, sul fronte meridionale più propriamente detto, la div. «H. Goering», suddivisa nei tre gruppi tattici descritti nel precedente paragrafo 3, fronteggiava frattanto gli attacchi della 51 a div. ftr. scozzese. Qui la mattina del 20 luglio il 117 6 o ftr. «Napoli>> del Ten. Col. Parrabbi, schierato tra le stazioni di Sferro e Muglia agli ordini del Gen. Conrath, subì la perdita della l a cp. del Cap. Randisi, sopraffatta da reparti della 15 3 a brigata scozzese. Differente fortuna ebbe il giorno seguente la parallela 154a brigata scozzese che, appoggiata dalla 2 3 a brigata corazzata e da un nutritissimo cannoneggiamento, alle prime ore del 2 i penetrò provvisoriamente nello schieramento del gruppo «Rebholz» presso l'aeroporto di Gerbini. Subito dopo però un contrattacco, condotto personalmente dal Cap. Rebholz con sei carri armati e con una compagnia di fanteria, ristabilì la situazione, respingendo sulle loro basi di partenza gli scozzesi che persero 178 uomini e otto carri armati (119). Furono parimenti respinte in giornata, in quello stesso settore, altre puntate offensive condotte ancora dalla 15 3 a brigata scozzese, questa volta contro i paracadutisti germanici tra Gerbini e la stazione di Sferro (120). Frattanto nella notte tra il 19 e il 20 il Comando del XVI Corpo d'Armata, ormai incaricato soltanto. di dirigere te unità costiere, compresa la Piazza M.M. di Messina - Reggio, si era trasferito a Castanea delle Furie (121). Il 21 luglio il Gen. Rossi ispezionò quindi il settore calabro della Piazza di Messina - Reggio da lui dipendente, traendone «un'impressione molto sfavorevole» per quanto riguardava sia il morale, sia l'organizzazione di Comando, sia lo stato dei reparti (122).
{119) Ibidem, pag. 117. (120) Ibidem, pag. 116 c A.U.S.E .. cartella 2228, allegatO 72ll21: «Bollettino giornaliero della div. 'H. Goering' delle ore 19.00 del 21 luglio 19.43•. (121) A.U.S.E., canella 1427: «Diario Storico Militare del XVI Corpo d' Armata•, pag. 123. Le unità costiere allora presenti ne l settore del XVI C.A. erano la 213• div. costiera e la XIX brigata costiera. cui erano stali aggregati gli elementi recuperati dalla 206' div. costiera, dalla XVIII brigata costiera e dalle difese fisse e mobi li degli aeroporti orientali. Cfr. A. U .S.E., cartella 1427, allegato 99 quarer: cRei azione sulle operazioni svollc nel settore del XV1 C.A. dal giorno IO al giorno 20 luglio 1943•. pag. 20. (122) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 721/25: dispaccio del Comando de l XVI Corpo d'Armata n. 0119450 del 21 luglio 1943.
L'ARRETRAMENTO VERSO LA CUSPIDE NORD ORJENTALE
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9. VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE DA PARTE DEI VER-
TICI MILITARI ITALIANI Una prima interessante testimonianza sull'apprezzamento della situazione in Sicilia durante il periodo considerato ci viene data dal rapporto del Gen. Guzzoni a Superesercito n. 16692/op del 19 luglio (123). In tale documento il Comandante delle FF.AA. della Sicilia, dopo aver illustrato i già noti provvedimenti e lo schieramento delle forze disponibili a quella data, sottolineava i seguenti punti principali. Notevole crisi dei trasporti marittimi a causa «della quasi sospensione dei traghetti nello Stretto», motivo per cui le scorte stavano rapidamente esaurendosi, limitando l'autosufficienza a otto giorni per i viveri, a quattro giorni per i medicinali e a due - tre giorni per i carburanti, mentre alcune batterie avevano dovuto già cessare il fuoco per mancanza di munizioni. Perduranti fenomeni di sbandamento e di diserzione, aggravati dal già denunciato caso di «sedicenti volontari» siciliani, che tentavano di transitare dal continente ali' isola non per la sua difesa, ma «per curare i propri interessi>>. A conferma di quanto sopra stava il fatto che tra gli sbandati che affluivano a Messina e tentavano di fuggire dali' isola «non vi erano siciliani». Comunque e.rano stati costituiti al proposito quattro campi di concentramento per sbandati, i quali sarebbero stati destinati a ripianare le perdite dei reparti combattenti o a formare nuclei di lavoratori. Popolazione civile dipinta come «Ostile quando non indifferente» e pronta a dare «aiuti ai paracadutisti inglesi, fornendo loro abbondanti, precise informazioni circa dislocazione di Comandi e repam». Grave logorio ed elevate perdite causate alle unità italiane in movimento dall'incontrastato dominio aereo avversario, mentre era evidente l'inferiorità del nostro armamento rispetto a quello ·dei tedeschi e del nemico . Necessità di inviare di rinforzo in Sicilia una nuova divisione motorizzata con larga dotazione di mezzi anticarro, che sarebbe stata utilizzata come riserva d'Armata, e di una divisione alpina (123) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 719/39.
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alleggerita da dislocare a cavallo della rotabile Capo Orlando Randazzo, a difesa dell'ultimo lembo di terra siciliana. Il soddisfacimento di tale richiesta di aiuti avrebbe avuto, secondo Guzzoni, anche una conseguenza definita «morale>>, quella cioè di aumentare sull'isola il decrescente numero di truppe combattenti italiane nei confronti dell'ormai prevalente numero di militari tedeschi schierati in prima linea. Tra l'altro stava allora affluendo in Sicilia, come è noto, anche la 29a div. Panzergrenadier, che alle dipendenze del XIV Corpo d'Armata germanico del Gen. Hube avrebbe dovuto costituire massa di manovra, ma che finì invece per essere schierata in prima linea sul fronte avanzato tra le Madonie e le Caronie.
Il problema dell'invio di eventuali aiuti alla Sicilia fu discusso a Roma nei giorni seguenti e il 21 luglio il Comando Supremo concluse che sarebbe stata trasferita sull'isola «una divisione alpina o di fanteria quando fossero stati assicurati i rifornimenti» ( 124). Peraltro il Gen. Ambrosio sollecitò il giorno seguente i tedeschi a completare il trasferimento in Sicilia della loro 29a divisione, nonché di altri reparti paracadutisti e di nuove batterie costiere e contraeree (125) . Il 21 luglio il Comando FF.AA. della Sicilia definì i compiti dei tre Corpi d'Armata presenti sull'isola lungo la nuova linea difensiva che andava da S. Stefano di Camastra sul Tirreno alle foci del Simeto sullo Ionio, con uno schieramento avanzato tedesco in formazione sulle Madonie. Considerata l'importanza di queste disposizioni, che aprivano un~ nuova fase nella difesa della Sicilia, abbiamo creduto opportuno riprodurle integralmente in appendice (allegato n. 12) (126). Frattanto affluivano al Comando FF.AA. della Sicilia i rapporti statistici sulle perdite subite nel corso c!ei primi dieci giorni di combattimenti da parte dei due Corpi d'Armata italiani. Si trattava comunque di percentuali di perdite definite «approssimative», così come esse venivano ricordate in un promemoria del Comando FF.AA. della Sicilia sotto la data del 20 luglio, che non (124) A.U.S.E., cartella t 503: cDiario Storico del Comando Supremo», allegaw 1186: fonogramma del Comando Supremo n . 15074/op del 21 luglio 1943. (125) Ibidem, allegato 1240. (126) A.U.S.E., cartella 2228, allegato 721/ 20: foglio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16703 /op del 21 luglio 1943.
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specificava inoltre la classica suddivisione tra morti, ferici e dispersi (127). Eccone uno specchio: - Truppe e Servizi d'Armata perdite pari al 35% degli effettivi - Truppe e Servizi del XII C.A. perdite pari al 15% degli effettivi - Divisione ftr. «Aosta» perdite pari al 25% degli effettivi - Divisione ftr. «Assietta» perdite pari al 30% degli effettivi - Truppe e Servizi del XVI C.A. perdite pari al 20% degli effettivi - Divisione ftr. «Livorno» perdite pari al 60% degli effettivi - Divisione ftr. «Napoli» perdite pari ali' 80% degli effettivi - Divisione costiera 213 a perdite pari all' 1-2% degli effettivi - Brigata costiera XIX perdite pari all'l-2% degli effettivi - Altre unità costiere sommerse dal nemico: mancavano i dati. Sullo scottante problema delle difficoltà connesse al trasferimento di aiuti in Sicilia, il Comando Supremo ritornò il 22 luglio, chiedendo agli Stati Maggiori delle tre Forze Armate i motivi della disorganizzazione dei trasporti italiani nelle zone di Messina e Reggio Calabria, in contrasto con la costante efficienza dei Servizi tedeschi. Di conseguenza l' Amm. Barone fu reso responsabile «del traffico tra le coste calabre e quelle sicule, nonché dei movimenti nei porti e sulla spiaggia ancora in nostro possesso», con l'incarico di comunicare «giornalmente al Comando Supremo e a Superesercito i dati circa specie, entità dei materiali e reparti quotidianamente traghettati sull' isola» (128). L'esame del fabbisogno delle truppe ttalo-tedesche in Sicilia e le contemporanee possibilità di un loro riferimento e potenziamento formarono oggetto di una riunione che lo stesso 22 luglio fu tenuta a Palazzo Vidoni (129). In tale sede emerse subito che i tedeschi erano allora capaci di traghettare giornalmente con le loro motozattere 700 autocarri e 700 tonnellate di materiali e che sarebbero stati d isposti a trasportare con tale sistema anche 500 ton nellate di materiali italiani al giorno, purché già caricati su automezzi. Pertanto ai Servizi della R. Marina e del R. Esercito (127) A.U.S.E. , cartella 2124/B: promemoria del Comando Ff.AA. della Siçilia del 20 luglio 1943 dal titalo cPerdite subite alla data del 20 luglio 1943•. (128) A.U.S.E. , cartella 1503: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegato 1242: dispaccio del Comando Supremo n. 1861 /UT del 22 luglio 1943 indirizzato ai tre S.M. di Forza Armata. (129) A.U.S.A. fondo OP2, cartella 28: «Sintesi della riunione te nuta il 22 luglio 1943 a Palazzo Vidoni•.
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sarebbe stato affidato il traghettamento delle rimanenti 700 tonnellate reputate necessarie per il soddisfacimento del fabbisogno quotidiano dell'isola. La maggior parte dei rifornimenti avrebbe attraversato lo Stretto di Messina, mentre soltanto 450 tonnellate giornaliere dovevano provenire via mare dai porti della Campania. Questa riunione pertanto si concluse con l'ottimistica affermazione che, fatte le dovute riserve circa gli imprevedibili contrasti aeronavali nemici, era «possibile rifornire la testa di ponte della Sicilia» (130). . Nel trasmettere il giorno seguente ai tre Stati Maggiori di Forza Armata il verbale della suddetta riunione, il Comando Supremo comunicò che si sarebbe potenziata la difesa contraerea e antinave dello Stretto dì Messina «con i promessi mezzi germanici», mentre sarebbe stato compito di Superesercito e di Supermarina «potenziare notevolmente ed al più presto la difesa a.a. ed a.n. del porto di Milazzo», che fungeva da scalo per il traffico marittimo di cabotaggio. Supermarina avrebbe dovuto inoltre potenziare i propri sistemi di difesa dello Stretto, curare che fossero sempre efficienti almeno venti motozattere ed inviare subito marinai per i servizi di carico e scarico, traendoli dalla Sicilia o dal continente (131). L'Ammiraglio Barone, da pane sua, avrebbe continuato «ad avere l'alta direzione di tutto il traffico attraverso lo Stretto, come ordinato con il foglio 1861 /UT del 22 corrente». Poiché infine era necessario inserirsi nella già collaudata organizzazione tedesca di traffico sia stradale che di .rraghettamenro, veniva chiesto di fissare opportuni criteri di collaborazione «in modo da evitare attrltl o malintesi» (132). . Una visione altrettanto ottimistica dei problemi logistici riguardanti la Sicilia fu di lì a poco espres?a dal Ten. Col. Bonzani, che tra il 19 e il 24 luglio compì una missione sull'isola per conto dell'Ufficio Traffico del Comando Supremo. Infatti il suo rapporto, dopo una serie di considerazioni e di indicazioni, si chiudeva con le seguenti fiduciose parole (133): (130) lbidem. (131) A.U.S.E., cartella 1503: cDiario Storico del Comando Supremo•, foglio del Comando Supremo n . 1889/UT del 23 luglio 1943 indirizzato ai tre Stati Maggiori di Forza Armata. (132) Ibidem. (133) A. U.S.E. , carcella 1504/ A: «Diario Storico del Comando Supremo•: Rel az ione sul viaggio in Sicilia compiuto dal Ten. Col. Bonzani Cesare tra il 19 e il 24 luglio 1943.
L'ARRETRAMENTO VERSO LA CUSPIDE NORD ORIENTALE
331
«ln sintesi, da quanto ho avuto modo di vedere, riLengo che la situazione generale e particolare del traffico nella zona dello Stretto consente di assicurare la mole dei trasporti richiesta in questo momento (tra il 19 e il 24 luglio, n.d.a.) per il rifornimento della Sicilia, anche se questi dovessero svolgersi unicamente attraverso lo Stretto facendo completa astrazione dal traffico marittimo vero e proprio».
Alla luce della ricordata riunione a Palazzo Vidoni e del rapporto del Ten. Col. Bonzani, sembrava insomma che Guzzoni fosse in errore quando, come abbiamo visto, lamentava il 19 luglio una "notevole crisi dei trasporti per la Sicilia a causa «della quasi sospensione dei traghetti nello Stretto» (134). Se però il Comando Supremo, ritenendo di aver trovato la soluzione, non sembrava in quei giorni granché preoccupato per la crisi dei trasporti nello Stretto denunciata da Guzzoni , diversa fu la sua reazione alle rinnovate lamentele espresse dal Comandante delle FF.AA. della Sicilia, nel medesimo rapporto del 19 luglio, sul ricorrente fenomeno delle diserzioni e degli sbandamenti tra i militari e d eli' ostilità della popolazione. Infatti il 22 luglio il Comando Supremo chiese ai tre Stati Maggiori di Forza Armata «Un quadro completo ed esatto delle determinami dei dolorosi avvenimenti siciliani» (135). Erano con l'occasione indicati inoltre alcuni specifici argomenti sui quali i tre Stati Maggiori avrebbero dovuto riferire con sollecitudine, e cioè: - cause prossime e remote dell'insufficiente organizzazione difensiva in Sicilia; - entità del potenziamento delle locali difese nel periodo di svolgimento della campagna tunisina; - evoluzione delle valutazioni emerse a Roma e in Sicilia dal 15 giugno 1943 in poi sulle intenzioni nemiche e sulle prevedibili operazioni di sbarco; - conseguente dislocazione delle Forze Armate sulle isole e sul contmente; - relazioni dettagliate di ogni Stato Maggiore sugli avvenimenti dal 9 al 20 luglio; - motivi e spiegazioni sulla diversa efficacia del Servizio Trasporti germanico rispetto a quello italiano (136). ( 134) A.U.S.E .• cartella 2228, allegato 719/39: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16692 /op indirizzato allo S.M.R.E. (135) A.U.S.E., cartella 1503: «Diario Storico del Comando Supremo•, allegato 1246: dispaccio del Comando Supremo n. 15114/op del 22 luglio 1943. {136) Ibidem.
CAPITOLO XI
LA RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE (23 luglio - 5 agosto)
l. LE AZIONI AERONAVALI TRA IL 23 LUGLIO E IL 5 AGOSTO Con il già esaminato arretramento sul continente del Comando della R. Aeronautica della Sicilia (21 luglio) le residue piste di volo de !l'isola furono utilizzate solo quale scalo intermedio per ogni tipo di aereo italiano proveniente per lo piu dalla Sardegna, mentre - come è stato parimenti già detto - alla data del 27 luglio anche la 4a Squadra Aerea di base nelle Puglie «Cessò praticamente ogni azione offensiva>> (1). Di conseguenza da allora finirono per operare· offensivamente sui cieli siciliani quasi esclusivamente velivoli tedeschi, come vedremo qui di seguito. Il primo successo dell'Asse nel periodo considerato fu comunque merito dell'arma subacquea germanica e precisamente del sommergibile U-407 del S. Ten. Vasc. Briiller, che alle 13.41 del 23 luglio danneggiò con un siluro l'incrociatore britannico Newfoundland in rotta da Augusta a Malta sotto la scorra di tre cacciatorpediniere e in compagnia di un altro incrociatore. L'unità colpita riuscì tuttavia a raggiungere la sua destinazione, seppure con la timoneria avariata, mentre sfortunatamente due ore più tardi il sommergibile italiano A.scianghi, che aveva tentato di silurare invano i tre cacciatorpediniere nemici intenti ad effettuare verso nord la ricerca dell'U-boot, venne localizzato da questi ultimi,
(l) G. SANTORO: L 'Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, vol. Il ci t., pag.
551.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
sottoposto a caccia, costretto ad emergere e quindi affondato · in superficie (2). Anche i tedeschi dovettero subire in quei giorni una perdita in mare, quella del motodragamine R-186, impegnato nella ricerca di paracadutisti naufraghi appartenenti a dieci Ju. 52 abbattuti a nord dello Stretto di Messina da «Spitfire)> inglesi. Il dragamine venne attaccato da bombardieri nemici il 25 luglio allargo di Spadafora e dovette essere portato ad incagliare in preda alle fiamme che lo distrussero completamente (3). Nei cieli la 2 a Luftflotte impiegò nella notte tra il 24 e il 25 luglio ottantasei aerei da bombardamento nella zona dì Siracusa, settantatrè la sera seguente contro Malta e quarantaquamo alle 09.30 del 26 luglio contro le unità statunitensi allargo di Palermo. In quest'ultima occasione gli americani lamentarono nuovamente l'intempestivo intervento della loro aviazione e rimasero senza copertura aerea durante i quaranta minuti dell'incursione. Per loro fortuna, comunque, nonostante gli esagerati resoconti dei piloti germanici, soltanto il cacciatorpediniere Mayrant venne danneggiato da bombe cadute in prossimità dello scafo (4). Lo stesso 26 luglio Augusta fu presa di mira da quattordici assaltatori F.W.190 e Siracusa venne bombardata a notte fatta da ottantanove Ju.88, che impiegarono anche le speciali motobombe italiane FFF. Questa incursione portò all'affondamento della motonave britannica Fishpoo! e alla perdita di cinque velivoli tedeschi. La Luftwaffe attaccò ancora Siracusa nelle notti del 27 e del 28, colando a picco il mezzo da sbarco inglese LCT-353, ma subendo la gravissima perdita complessiva di undici aerei. Altri sette Ju.88 furono il prezzo di un'incursione contro la città di Avola, effettuata nella notte del 30 luglio da cinquantasei bombardieri germanici, tre dei quali inoltre dovettero rientrare per noie meccaniche. La 2a Luftflotte aveva ormai come unico quanto vano obiettivo il martellamento dei porti di sbarco dei rifornimenti nemici e poco (2) A. SANTONI - F. MArrESINI : La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo, op. ci t., pag. 438. (3) Alui inconcludenti scontri, che coinvolsero motosiluranti italiane, si verificarono nelle notti sul 30 e sul 31 luglio. Cfr. UFFICIO STORICO DEliA MARINA: La Marina italiana nella seconda g uerra mondiale, vol. V: Le azioni navali dai 1• apn'le 1941 a/1'8 settembre 1943, op. cit. , pagg. 475-476. (4) S.E. MORISON: History of U.S. naval operatiom in world war TI, vol. IX cit., uaduziooe italiana a cura dello S.M.E., pag. 298.
LA RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE
335
poteva fare per l'appoggio tattico alle truppe e per contrastare l'attività navale avversaria, del tutto indisturbata dalla flotta italiana. A tale proposito il 28 luglio il Comando Supremo chiese a Superaereo e all'O .B. S. di interdire agli anglo-americani le «frequenti azioni di fuoco navale sul fianco destro del nostro schieramento e lungo il litorale a nord della Sicilia», nonchè le continue ed «indisturbate azioni massicce di bombardamento, di spezzonamento e di mitragliamento sul fronte e sulle retrovie» (5). Ma in quelle circostanze anche tale appello del Gen. Ambrosio cadde nel vuoto e la Luftwaffe continuò le solite incursioni sui porti in mano nemica, attaccando il l • e 4 agosto la rada di Palermo, dove venne affondato il piroscafo inglese Uskside e danneggiato il cacciatorpediniere americano Shubrick, al prezzo complessivo di otto velivoli tedeschi. Pur praticamente assente in quel periodo dai cieli della Sicilia, l'Aeronautica italiana, per bocca del suo Capo di Stato Maggiore Gen. Fougier, predispose un «apprezzamento sulla situazione alle ore 20.00 del giorno 24 luglio 1943», in cui di aviatOrio non c'era assolutamente nulla e che trattava piuttosto stranamente, ma per quei giorni anche sintomaticamente, problemi esclusivamente terrestri. Considerata l'importanza e anche l'acutezza di detta relazione, crediamo opportuno riprodurla integralmente qui di seguito (6). «Trasmettesi seguente apprezzamento di Superaereo sulla situazione alle ore 20.00 del giorno 24 luglio 1943, XXI. Dopo l'abbandono della regione centro-occidentale della Sicilia le truppe itala-germaniche sostano in posizioni con andamemo a semicerchio, appoggiate alle Madonie (si ricorda solo «provvisoriamente», n.d .a.) ed alle propaggini meridionali delle Caronie e dell'Etna. Si è così determinato un fronte di estensione alquanto inferiore a quello tenuto nei giorni precedenti. Esso offre successive possibilità difensive, data la natura momuosa del terreno retrostante. Le vie d'accesso, ai fini dell'azione esercitabile dai mezzi corazzati avversari, non permettono un largo spiegamento dei mezzi stessi. L'impiego di questi ultimi, quindi, è da considerare possibile in zone alquanto ristrette e con piccoli effettivi. Tuttavia, mancando un'organizzazione difensiva campale profonda, non è da scartare l'eventualità che l'urto di forze prevalenti di fanteria e (5) A.U.S.E., cartella 1)04/A: cDiario Storico del Comando Supremo•, radiomessaggio del Comando Supremo n. 51665/op delle ore 13.00 del 28 luglio 1943. (6) A.U .S.E., cartella 1504: cDiario Storico del Comando Supremo•, allegatO 1143: te lespresso di Superaereo n . 1562 del 2) luglio 1943, indirizzato unicamente al Comando Supremo e a Supermarina.
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRJA
cavalleria sulle vie di penetrazione (rotabili) prescdte riesca a creare brecce capaci di consentire l'irruzione di unità corazzate consistenti. Cadendo esse sul rovescio delle posizioni principali di resistenza causerebbero, nei settori interessati, il loro crollo, a parte in ogni caso gli effetti che avrebbero sul funzionamento dei Servizi nelle immediate retrovie. Tutto sommato : la resistenza, ove non intervengano i fatti sopra accennati, e per quanto riflette il contrasta esercitabile dalle g.u. anglo-americane a diretto contatto con le similari antagoniste, può essere lunga o relativamente lunga. Durerà meno se il nemico, riuscendo nel tentativo, sbarcherà in forze, col concorso o meno di paracadutisti, in una o in più di .una delle zone costiere retrostanti allo schieramento, cioè a S. Stefano di Camastra, S. Agata di Militello, Capo Orlando, Falcone-Barcellona, Fiumefreddo. Da tali zone si dipanono strade che si addentrano nel terricorio tenuto dagli italo - germanici, compartimentandolo. Donde la possibilità di isolare le truppe in linea e di paralizzare l'attività (manovra) particolarmente devoluta alle riserve. Le considerazioni che precedono partono dal presupposto che gli avversari intendono affrontare in pieno il problema e risolverlo al più presto ed a qualunque costo. Ma se nel loro piano operativo il fattore umano (economia delle forze) ha la prevalenza (cioè maggiore importanza) sul fattore tempo, allora sono da prevedere sbarchi in Calabria per ottenere il completo isolamento della Sicilia. Rifornimenti via aerea c via mare di uomini, di determinate armi e di materiali vari saranno sempre possibili , ma con grandi rischi, ceno con gravi perdite, in ogni caso in dosi inadeguate ai bisogni. La resistenza finirebbe per esaurirsi per insufficiente alimento. Per intanto varie fonti informative, tramite O.B.S., concordano con l'attribuire all'avversario un'azione a fondo contro la Sardegna e la Corsica ad avvenuta occupazione cotale della Sicilia. Al riguardo è da porre in evidenza che lungo la fascia costiera tunisina e della Sicilia occupata e a Malta sembrano concentrati mezzi da sbarco capaci di effettuare il trasporto di circa 6 divisioni (Task Forces). l'anzidetta azione è dunque possibile. La sua portata strategica, specie per le dirette conseguenze che ne deriverebbero ai danni dell'Italia continentale (intensificarsi dell'offensiva aerea) è stata già considerata e pertanto non se ne fa oggetro, ora , di particolare apprezzamento. GENERALE FOUGIER:..
A parte le acute osservazioni tattiche , questo lungo promemoria del Capo di S.M della R. Aeronautica riproponeva quindi, a quindici giorni dallo sbarco in Sicilia, il vecchio timore di una prossima invasione della Calabria, de.lla Sardegna e della Corsica. Ciò contribuiva ad alimentare la già nota ·confusione nelle valutazioni strategiche, e, sottintendendo il criterio di una dispersione delle energie difensive, non faceva altro che il gioco degli anglo-amencanJ.
337
LA RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE
Da parte sua il Comando Supremo compilò il l o agosto il quadro delle disponibilità della R. Aeronautica, del II Fliegerkorps in Italia e della R. Marina. La situazione era la seguente (7). R. Aeronautica Tipi di aerei
Bombardieri e assaltatori Aerosiluranti Caccia Ricognitori terrestri
Velivoli 1n canco
Equipaggi disponibili
efficienti
per azioni diurne
per azioni notturne
215 60 545
15 291
131 51 500
54 50 71
269
167
286
o
manttlffil
245
114
89
25
TOTALE
1.334
675
1.057
200
Ric~g~it~ri
88
Il II Fliegerkorps tedesco, invece, disponeva in Italia (alla data del 25 luglio) di 329 bombardieri e assaltatori, 139 caccia, 125 trasponi e 86 velivoli d'altro tipo, per un corale di 679 aerei. La Regia Marina, a sua volta, disponeva alla data del l o agosto 1943 delle seguenti unità (8): Tipo di unità
Corazzate Incrociatori Cacciatorpediniere ed esploratori Cacciatorpediniere ex francesi Torpediniere e corvette Sommergibili M.A.S. Motosilurami V.A.S. TOTALE
in carico
pronte
7 13
3 6
33 6 70 58 48 35 23
12
30 26 23 12 12
293
124
o
(7) A.U.S.E., cartella 1504/B: cDiario Storico del Comando Supremo», giorno l agosto 1943. (8) Ibidem. Dei 26 sommergibili italiani pronti, quamo erano in Adantico.
J
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LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CAlABRIA
2. LE OPERAZIONI TERRESTRI DAL 23 AL 26 LUGLIO (Vds. carta geografica in Appendice)
Dopo la conquista americana di Palermo e di tutta la Sicilia occidentale, il Geo. Patton , in base alle già accennate nuove direttive del Geo. Alexander del 23 luglio, orientò quattro divisioni della sua 7 a Armata (l a, 3 a, 4 5 a e 9a div. ftr.) contro il settore settentrionale del nuovo schieramento italo-tedesco, lasciando l' 8a Armata britannica di Montgomery ad urtare contro le posizioni attorno all'Etna. Lo schieramento dell'Asse sulle nuovè linee di resistenza si era concretizzato il 23 luglio da nord a sud come segue. l) Linea avanzata tenuta dai gruppi tattici tedeschi «Neapel» e ~ lriede», rispettivamente sulle congiungenti Cefalù-Gratteri e Castelbuono·-Petralia sulle Madonie. Essa era situata talmente ad ovest del fronte d eU' «Assietta» e d eli' «Aosta» sulle Caronie che alle 22.50 del 22 luglio Guzzoni chiese al Comando del XII Corpo d'Armata il perché forze germaniche fossero presenti in zona Petralia, già evacuata invece dalle truppe del Geo. Zingales (9). Queste posizioni avanzate dei due gruppi da combattimento germanici vennero poi rinforzate dal gruppo tattico «Ulich» costituito dal 15 o rgt. fu. della sopraggiungente 29a div. Panzergrenadier del Geo. Fries, inviato colà di propria iniziativa dal Gen. Hube e schierato presso il litorale. 2) Fronte tenuto dai resti della div. ftr. «Assietta» del Geo. Scotti tra S. Stefano di Camastra e Mistretta sulle Caronie, distribuito nel modo seguente. A S.Stefano di Camastra: Comando del 29° rgt. ftr. con il I e II btg. e III/25 o rgt. art. da 75/27 su due batterie. Questi reparti furono rinforzati, per ordine del Comando del XII C.A., dalla 50a e 52 a cp. motomitraglieri, dall'l P e 12a btr. del IV/22° art. «Aosta» da 75/13, dalla P e 2a btr. del I/22° art. «Aosta» da 75/27, dalla 30P e 302a btr. del LXXV gruppo art. da 75/06, dalla 2a btr. del XLVIII gruppo fl.Ct. da 105/28 e da due btr. del CLVII gruppo art. da 149/19 (10). Il 23 luglio (9) A.U.S.E., cartella 2011 : •:Diario Storico Militare de.l XII Corpo d'Armata•, allegato 226: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n . 1674) /op delle ore 22.)0 del 22 luglio 1943. (lO) A.U.S.E. , cartella 2011, allegaro 236: fonogramma del Comando della div. ftr. cAssiena. n. 2497/op del 23 luglio 1943: «Sistemazione difensiva a S. Stefano di Camasua..
LA RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE
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stesso, inoltre, affluirono a S. Stefano di Camastra alcuni reparti della 29 a div. tedesca con undici carri armati ( 11). Sbarramento stradale sull'incrocio ad ovest di S. Stefano di Camastra, predisposto con due btr. del CX:XI gruppo an. da 149/13, risultate però in seguito «inesistenti» (12). A Caronia il Comando di divisione. A S.Agata di Militello il Comando del 25 • rgt. art. e il Comando del 30• rgt. ftr. con il suo II battaglione, che il 24 luglio fu incaricato di costituire uno sbarramento tra il ponte sul fiume Furiano e Pizzo S. Filio, a protezione di S. Fratello. A Mistretta il CLXXI btg. cc.nn. della 17P legione che, come abbiamo già detto, si disintegrò per le defezioni il 22 luglio. Altre defezioni furono segnalate il 23 negli stessi reparti combattenti della div. «Assietta», soprattutto tra gli elementi d'origine siciliana ( 13). A Mistretta fu stanziato il 24 luglio anche il nuovo gruppo tattico tedesco «Kuhn», composto da un btg. ftr. e da una cp. controcarro, che avrebbe operato da punto di sutura con l'ala destra delJa div. ftr. «Aosta» sul Colle del Contrasto (1 4). 3) Fronte della div. ftr. «Aosta» del Gen. Romano tra Colle del Contrasto, Monte Sambughetti e Nicosia. Esso era difeso dai seguenti reparti: Comando del 5 • rgt. ftr. con I e III btg., Comando del 6• rgt. ftr. con I e III btg., DCCCLVII btg. controcarro, Il/22• art. da 75/27, una btr. del CX:XI gruppo art. da 149/13 , 2a e 3a btr. del XXI gruppo an. da 105/28, CLI gruppo an. da 149 / 19 su due btr. , CLXII gruppo semoventi da 90/53 del 10 ° raggruppamento del Col. Bedogni (15). 4) Angolo sud occidentale del fronte tra Nicosia, Nissoria, Agira e Solfara Campana, affidato al gruppo tattico tedesco «Ens», che inglobava il gruppo Coco della div. ftr. «Livorno» (11 /34° fu. e l/28 ° an.) e che, come abbiamo detto, tenne i sobborghi di {11) A.U.S.E .. cartella 2011. aJiegaro 242. {12) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione sulle. operazioni della div. fu. 'Assietta' dal 9 luglio al 13 agosto 1943:., pag. 13. (13) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 236 sopracitato c allegato 232: fonogramma del Comando div. ftc. cAssietta:. n. 2501/op del 23 luglio 1943. {14) A.U.S.E., cartella 2228, tele del Comando del XII Corpo d'Armata n. 119988/op del 24 luglio 1943. (15) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 239: fonogramma del Comando div. ftr. cAosta» n. 22671 op del 22 luglio 1943: •Organizzazione a difesa delle posizioni di N icosia (inclusa) Mistretta (esclusa)•.
340
LE OPERAZIONI IN SICILIA E IN CALABRIA
Leonfone fino alla sera del 22 luglio, dovendo poi ripiegare sulla strada per Nissoria sotto la fone pressione della l a div. ftr. canadese (16). In tale delicato settore era anche affluita una compagnia della 29a div. Panzergrenadier per tamponare la falla apertasi dopo la nota caduta dei capisaldi presidiati dai gruppi Iannarone, Bruni e Mantovani della <<Livorno» tra Assoro e Raddusa. ) ) Fronte meridionale tra Catenanuova e Gerbini, tenuto daJla div. corazzata tedesca «H. Goering», che comprendeva anche i resti del I/76 ° ftr. «Napoli» e il nuovo arrivato 923 o rgc. da fortezza germamco. 6) Fronte orientale tra Gerbini e il mare, presidiato dal gruppo tattico tedesco del Col. Schmalz e dai paracadutisti germanici. L'ordine generale riguardante questo nuovo fronte tra le Caronie e lo Ionio a sud di Catania prevedeva ancora una volta una «resistenza ad oltranza», come fece conoscere lo stesso Gen. Guzzonì il 23 luglio, precisando laconicamente che «SÌ combatte fino ali 'ultimo e non ci sì arrende» (17). Come se non bastasse, il Comando FF.AA. della Sicilia ricordò durante il giorno 24 il suddetto ordine categorico di resistenza, sentenziando che dalla linea S. Stefano di Camastra - Nicosia «non si arretra, non ci si arrende, ma si resiste fino all'ultimo uomo» (1 8). A tale proposito vennero predisposti dal Genio italo-tedesco numerosi sbarramenti stradali ed estesi cam pi minati davanti al nuovo schieramento (19).
*** (16) Ibidem, allegato 231 c HER MA)ESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war- U.K. military sen'es. The Mediterranean and the Middle East, vol. V cit. , pag. 119. (17) A.U.S.E., cartella 2228, radiomessaggio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16783/op delle ore 22 .30 del 23 luglio 1943. (18) A.U.S.E., cartella 2011, radiomessaggio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16796/op del 24 luglio e fonogramma del Comando del Xli C.A. alle div. ftr. cAostv e cAssietta:o n . 1/9978/op del 24 luglio 1943. (19) Il 23 luglio il Comando Genio del XII C.A. comuni cò con tele n. l/9175 la seguente dislocazione dei reparti disponibili: ad Acquedolci il Comando del XII btg. artieri su due cp.; a Capo Orlando il Comando del XIX btg. artieri su tre cp. ; a Caronia Marina il CIV brg. minatori; a La Rocca la 7• cp. artieri e la 126• cp. lavoratori e in via di trasferimento da Messina a Milazzo e poi ad Acquedolci la 35• cp. lavoratOri. Cfr. A.U.S.E., cartella 2011, aHegato 240.
LA RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE
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Mentre sul fronte meridionale e orientale la div. «H. Goering» e il gruppo «Schmalz» resistevano ai rinnovati tentativi di sfondamento inglesi appoggiati da bombardamenti aerei e navali, nel delicato settore centrale, dopo la ricordata caduta di Leonforte ad opera della l a div. ftr. canadese , la 231 a brigata «Malta» investì alle prime ore del 24 luglio il caposaldo di Solfara Campana, a sud di Agira, tenuto dalla 7a cp. rinforzata del II/ 34 o ftr. del gruppo Coco e dalla 4 a cp. appartenente al 15 o rgt. Panzergrenadier tedesco della· 29a divisione (20). Gli attaccanti riuscirono, dopo tre ore di lotta accanita, a conquistare quella posizione, sopraffacendo un plotone di fanti italiani e costringendo i superstiti della 7 a cp. della «Livorno» e della 4a cp. tedesca a ritirarsi poco a sud della rotabile 121 Agira - Regalbuto, dove il gruppo Coco costituì rre settori di nuovi capisaldi su un fronte di 12 chilometri. Dopo questa battaglia la 7a cp. del Il/34° ftr. rimase con soli tre ufficiali e 40 tra sottufficiali e militari di truppa, mentre mancavano all'appello complessivamente 124 uomini (21). Sul fronte settentrionale avanzato i gruppi tattici tedeschi «Ulich» e «Neapel» dovettero subire il 24 e il 25 luglio la pressione della 45a div. ftr. americana, che, dopo aver raggiunto il Tirreno nei pressi di Termini Imerese la sera del 22, progredì lungo la rotabile costiera 113, conquistando Petralia il 2 3 e Gangi il giorno seguente. Il fronte germanico settentrionale arretrò quindi il 25 luglio sulla linea Finale - Pollina - Borello - S. Mauro Castelverde Castel di Lucio - Sperlinga - Monte La Guardia, espandendosi verso sud a protezione di Nicosia sulla rotabile 120 (22). Durante il giorno 25 il gruppo «Fullriede» scatenò una serie di contrattacchi per il possesso di tre alture tra Gangi e Sperlinga, infliggendo numerose perdite al 16° e al 26° rgt. ftr. statunitense (23). Lungo il litorale tirrenico, invece, il gruppo «Ulich» respinse nei giorni 25 e 26 sei consecutivi attacchi del 180° gruppo tattico
(20) La .29• div. Paozergrenadier completò il suo arrivo in Sicilia tra il 26 e il 27 luglio. Cfr. A.U.S.E. , canella 2124/B: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agos10 1943•. pag. 10. (21) A.U.S.E., cartella 1506: cRelazione sulle operazioni svolte dal gruppo tattico Maggiore Coco dal 10 al 31 luglio 194}•. pagg. 3-4. (22) A.U.S.E., cartella 2011: c Diario StOrico Militare del Xli Corpo d ' Armata., allegato 271. (23) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily and the surrertder of llaly, op. cit., pagg. 313-314.
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reggimentale U.S.A. tra Pizzo Spina e il torrente Pollina. Alla fine però i tedeschi furono costretti a ripiegare anche in questo settore sulle nuove posizioni di Castel di Tusa-Pettineo, come ebbe a segnalare il Comando del XII Corpo d'Armata al Gen. Guzzoni (24). In questa circostanza le artiglierie dell'«Aosta» intervennero a sostegno delle truppe germaniche, subendo un violento tiro di controbatteria nemico, ma suscitando anche il plauso dei comandanti tedeschi per la loro efficacia (25 ). · Purtroppo il 24 luglio il Comando della stessa div. ftr. «Aosta» era stato costretto a riferire nuovamente al Gen. Zingales il preoccupante assottigliamento dei reparti dovuto al crescente·fenomeno delle diserzioni (26). In quell'occasione fu comunicato dal Gen. Romano che «le voci allarmistiche propagate tra la popolazione e il timor panico che in alcune zone si era diffuso rapidamente tra i reparti» avevano fatto sì che le assenze arbitrarie assumessero «un crescendo impressioname, che minacciava di compromettere seriamente l'efficienza dei singoli reparti». In particolare si precisava che mancavano circa 200 uomini in ciascuno dei due reggimenti di fanteria schierati nella zona di Nicosia, che era stata «totalitaria» la defezione del CLXXI btg. cc. nn. e della 17 P cp. mitraglieri, che mancavano circa 30 uomini sia nei reparti del Genio che nel Comando del 22• rgt. art., 12 uomini nel XXI gruppo art., 13 uomini nel CLI gruppo art. e 4 uomini nella 328a btr. da 20 mm., memre si definiva «notevole» il numero delle defezioni nel ( II e IV gruppo artiglieria. Infine la 136a sezione di Sussistenza era letteralmente «scom parsa». Nell'inviare al Comando delle FF.AA. della Sicilia il suddetto resoconto, il Gen. Zingales precisò il 26 luglio anche la situazione delle defezioni nell'ambito della div. ftr. «Assietta», che avevano raggiunto il 20% degli effettivi (27). Lo stesso Comando dell'«Assietta» aveva a sua volta segnalato il 24 luglio che anche nelle file del 435 • btg. costiero della XIX brigata e in quelle dei N.A.P. di (24) A.U.S.E., cartella 2228, radiomessaggio del Comando del Xli C.A. n. 01110015/op del 26 luglio 1943 e U.S. ARMY IN WORLD WAR ll: Sicily and the su"ender of ltaly, op.cit., pagg. 3 16-318. · (25) A.U.S.E., Cartella 2011, allegato 445 bis: «Relazion~ sui fatti d'arme del xn Corpo d'Armata svoltisi dal IO luglio al 2 agosto 1943•, pag. 15. (26) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 265 bis e cartella 2228: fonogramma del Comando div. ftr. cAosta• n . 2282/op del 24 luglio 1943. (27) A. U .S.E. , cartella 2228: fonogramma del Comando del XII Corpo d ' Armara n. 10018/op del 26 luglio 1943.
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Reitano le diserzioni erano elevate (28). Il 25 luglio, comunque, I'«Assietta» ricevette di rinforzo la 3a cp. del btg. «N» del reggimento «San Marco» ed il giorno seguente pa5sò agli ordini del Gen. Schreiber, che sostituì il Gen. Scotti (29). Proprio in seguito al gettito di siffatte notizie sulla scarsa saldezza morale dei reparti dipendenti, il Gen. Zingales prese la decisione di diramare nella notte del 24 luglio un duro monito ai Comandi di unità, esortandoli ad «agire con inesorabile energia per stroncare decisamente quel tristissimo fenomeno che disonora in modo grave ed incalcolabile il soldato italiano» e che gettava su di esso «una luce di profondo discredito specialmente nei confronti delle FF.AA. alleate» (30). Nel campo anglo-americano il 2) luglio segnò la distribuzione dei nuovi obiettivi da parte del Gen. Alexander. In base ad essi il II Corpo d'Armata statunitense avrebbe continuato ad avanzare sul fronte tirrenico con la 45a div. ftr. e, più all'interno, con la l a div. ftr. diretta su Nicosia, mentre alle loro spalle avrebbero proceduto rispettivamente la 3 a div. ftr. e la 9 a div. ftr. , pro n te a scavalcare e ad avvicendare le truppe di prima linea. Il 4° Tabor marocchino si staccò allora dalla 3a div. ftr. U.S.A. e passò da quello stesso giorno alle dipendenze della l a div. ftr. americana e precisamente del 18° gruppo tattico reggimentale. Da parte sua il XXX Corpo d'Armata britannico avrebbe impiegatO la fresca 78a div. ftr., la brigata «Malta» , la )l a div . ftr. scozzese e la l a div. ftr. canadese a sud ovest dell' Etna contro la linea Agira - Catenanuova, mentre il XIII Corpo d'Armata inglese avrebbe puntato su Catania e lungo la costiera ionica con la ) a e la soa div. ftr. (31). Il 26 luglio giunsero in Sicilia le notizie della caduta di Mussolini, della costituzione del nuovo Governo Badoglio e della famosa assicurazione «la guerra continua>>, intendendo l'Italia
(28) A.U.S.E., cartella 2011 : •Diario Storico Militare de l XII Corpo d ' Armata., allegato 251: fonogramma del Comando div. frr. cAssictta• n. 2510/ op del 24 luglio 1943. · (29) Ibidem, allegati 272, 273 e 292. (30) Ibidem, allegato 258: fonogramma del Comando del XII C.A. n. 1/9986/op delle ore 21.00 del24 luglio 1943. D efezioni anche in settori lontani dal fronte furono segnalate il 2~ luglio nell'ambito della ~77• btr. della 6• legione cc.nn. di Messina. Cfr. cartella 2228, data 2~ luglio. (31) G.W. NlCHOLSON: The Canadians in ltaly, Onawa 19~7. pag. 139.
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«mantenere fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni» (32). Due giorni prima della sua deposizione, cioè il 23 luglio, Mussolini aveva scritto una lettera a Guzzoni, con la quale cercava di lenire i crucci del Comandante delle FF.AA. della Sicilia per alcuni apprezzamenti malevoli sul suo conto pubblicati il 15 luglio sul giornale «Regime Fascista» a firma di Farinacci. In questa lettera appare un curioso equivoco laddove Mussolini incoraggiava Guzzoni «a rendere dura la vita agli invasori, ora che le posizioni di montagna come le Madonie offrono migliori condizioni per una resistenza ad oltranza» (33 ). Non si ricordava Mussolini che le Madonie erano state abbandonate dalle truppe italiane fin dal 21 luglio (ordine di Guzzoni delle ore 19.00 del 20 e ordine del Comando XII C.A. delle ore 16.00 del 21) oppure nessuno lo aveva ancora informato?
3. LE OPERAZIONI TERRESTRI DAl 27 AL 31 LUGLIO (Vds. cana geografica in Appendice) Nella notte tra il 26 e il 27 luglio il Gen. Guzzoni, invenendo le possibili conseguenze del cambio di Governo a Roma, ricordò al Gen . Zingales che se anche i tedeschi avessero ripiegato, il XII Corpo d'Armata doveva «difendere ad oltranza» (sottolineato nell'originale) la linea S. Stefano di Camastra - Nicosia (34). Da pane loro i tedeschi erano molto preoccupati per una probabile uscita dell'Italia dal conflitto , che avrebbe intrappolato tutte le loro truppe presenti in Sicilia e a tale riguardo il Gen . Hube chiese a Guzzoni il 28 luglio un parere sulla frase di Badoglio «la guerra continua». Le successive assicurazioni di fedeltà espresse dal Comandante delle FF.AA . della Sicilia non potevano comunque essere sufficienti a tranquillizzare i tedeschi circa le reali
(32) A.t,J.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», allegato 311 e cartella 2124/B: •Relazione dd Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosro 1943•, pag. 11. (33) A.U.S.E., cartella 2124: «Carteggio Mussol.ini e Hitler., lenera di Mussolini a Guzzoni del 23 luglio 1943. (34) A. U .S.E., cartella 2011 , al legato 307: radiomessaggio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16890/op delle ore 23.00 del 26 luglio 1943, ricevuto dal Comando del X!T C.A. alle ore 06.00 del 27 luglio.
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intenzioni che si nutrivano a Roma, cosicché il Comando germanico cominciò a pensare seriamente ad un suo sganciamento dalla Sicilia (35). Sul fronte settentrionale il 27 luglio segnò il culmine di un'offensiva della l a div. ftr. americana contro il gruppo tattico tedesco «Fullriede» in direzione di Nicosia (36). Ciò costrinse il Geo. Hube e il Comando delle FF.AA. della Sicilia ad ordinare senz'altro l'abbandono di tale località e l'arretramento delle truppe germaniche e dell' «Aosta» sulla linea Capizzi - Cerami - Rocca Penna, chiedendo nel contempo a quest'ultima divisione italiana di garantire «in modo assoluto» il possesso del Colle del Contrasto, in modo da proteggere il fianco sinistro dell ' «Assietta» e del gruppo germanico «Kuhn» (37). Per coprire a sua volta la ritirata del grosso dell' <<Aosta» si sacrificarono a Serra del Bosco, Serra Canale, Cozzo della Croce e Poggio Baciduana la P, la 7a e l'lP cp. del6 o rgt. ftr., la cp. zappatori dello stesso reggimento e la 2a cp. del CLXVIII btg. cc.nn. (38). Anche lungo il litorale tirrenico il fronte avanzato tedesco arretrò il 28 luglio fino a coincidere con il caposaldo dell' «Assietta>> a S. Stefano di Camastra, dopo che sotto un tambureggiante fuoco d'artiglieria il gruppo «Ulich» aveva lasciato nelle mani del 180° gruppo tattico reggimentale U.S.A. le posizioni di Castel di Tusa e di Pettineo (39). Il prezzo pagaw dagli americani in questa circostanza fu però talmente elevato che la 45a div. ftr. U.S.A. battezzò il crinale di Tusa «la cresta insanguinata>>. Su tale posizione infine si scatenò il giorno 30 una controffensiva del tenace gruppo <<Ulich», fallita solo dopo l'intervento di ben tre gruppi d'aniglieria statunitensi (40). Un'altra spallata sferrata un po' più all'interno ad opera (3~) A.U.S.E., cartella 2124/B: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosro 1943•, pag. 15-16. (36) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the sumnderofltaly, op. cit. pag. 314. (37) A.U.S.E., cartella 2011, allegati 321 e 330 e cRelazionc sui fani d'arme del XII C.A. svoltisi dal lO luglio al 2 agosto 1943», pag. 15. Cfr. inoltre cartella 2124/B: «Relazione sulle operazioru della div. fu. 'Aosta' dal IO luglio al 4 agosto 1943•. pagg. 6-7. (38) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelaziooe sulle operazioni della div. fu. 'Aosta' dal lO luglio al4 agosto 1943•, pag. 7. (39) A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata•, pag. 133. (40) U.S. ARMY lN WORLD WAR II: Sicily and the surrender of ltaly, op.cit., pagg. 321-322.
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dell'ala destra della solita 45a div. ftr. americana aveva spinto frattanto il 28 luglio i reparti tedeschi che erano ancora nei pressi di Castel di Lucio fino a Mistretta e aveva determinato il nuovo allineamento del fronte nord occidentale tra S. Stefano di Camastra, la stessa Mistretta, Colle del Contrasto e Rocca Penna. Più a sud , perdute le alture dominami Nissoria, il fronte si chiudeva tra Gagliano Castelferrato, Agira e Catenanuova, saldandosi alle stazioni di Sferro e di Gerbini con il settore sud orientale lungo la ferrovia per Catania. Il possesso del Colle del Contrasto, raccomandato dal Geo. Guzzoni alla div. ftr. «Aosta» come necessaria copertura del fianco sinistro dell' «Assietta» e del gruppo germanico «Kuhn», oltre che come controllo della rotabile tra Nicosia e S. Stefano di Camastra, non venne invece garantito per un disguido dal 115 o ftr. «Aosta». Inoltre il grosso della medesima divisione in ritirata oltrepassò la linea di ripiegamemo Capizzi - Cerami - Rocca Penna, che era stata stabilita il giorno 27, come abbiamo detto, da Guzzoni (41). Quest'ultimo pertanto fu costretto a ribadire il 28 luglio «che l'Aosta doveva essere impiegata in prima linea insieme con le truppe germaniche» (42). Come vedremo, comunque, il giorno seguente fu necessario un altro ripensamento da parte del Comando FF.AA. della Sicilia ed un arretramento ancora più ad oriente. Da parte sua l' «Assietta» tentò di ovviare alla mancata difesa del Colle del Contrasto inviando sul posto una cp. del 1129° ftr. autotrasportata e la 52a cp. motociclisti, ma i tedeschi avevano interrotto dal lato nord la rotabile per Mistretta e il rilievo non potè più essere raggiunto (43). Di conseguenza la P div. ftr. U.S.A. dilagò il 29 luglio dali' evacuata Nicosia, superò l' indifeso Colle del Contrasto, piazzò le proprie artiglierie sul più settentrionale Mome Castelli, da dove cominciò a martellare Mistretta, e infine a 5
(41) A.U.S.E. , cartella 2011, allegato 348: radiomcssaggio del Comando div. frr. «Aosta• n . 2370 delle ore 13.10 del 28 luglio 1943. (42) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943», pag. 16. Cfr. anche L. ANELLO: La battaglia di Troina, Messina 1971, pag. 19. Da quel momento l' cAosta:o cessò praticamente di costiruire un complesso organico e inserì i suoi residui reparti in modo frazionàto nello schieramento germanico. Cfr. A.U.S.E., cartella 2011, fonogramma del Comando div. fu. cAosta» n. 2370/op del 28 luglio 1943. (43) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione sulle operazioni della div. ftr. 'Assiena' dal 9 luglio al 13 agosto 1943», pag. 14.
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chilometri da quest'ultima località minacciò di aggiramento l'ala sinistra del reggimento «Ulich» tedesco (44). Dato quanto .sopra, alle 16.00 del 29 luglio il Gen . Guzzoni, sollecitato da von Senger, autorizzò telefonicamente il Gen. Zingales (ordine poi confermato alle 17.30 con radiomessaggio 16976/ op) ad arretrare tutte le forze italiane sul fronte S. Fratello Troina. In particolare i resti dell' «Assietta» venivano schierati a nord per imbastire la difesa della congiungente S. Fratello - Monte Pelato (45). Lo stesso Gen. Zingales, trasferendo il suo Comando da Mirto a Tortorici, avrebbe assunto la direzione di questa nuova linea arretrata «ftntanto che le truppe germaniche non avessero ripiegato su di essa» (46). Non riuscirono invece a sganciarsi, a causa delle interruzioni stradali provocate dalle artiglierie nemiche, e andarono così perdute la 2a btr. del l/22° art. «Aosta», la 12a btr. del IV/22° art. «Aosta» e la 30P btr. del LXXV gruppo (47). Dopo questo arretramento dei resti delle due div. ftr. italiane e in seguito all'accennata pressione americana su Mistretta, occupata poi il 31 luglio insieme a Cerami e a Capizzi, lo schieramento assunto in prima linea nel settore settentrionale dal gruppo <<Ulich» e dal gruppo «Fullriede-Neapel» correva a fine mese tra S. Stefano di Camastra, Monte Treftnaidi, Monte Pomiere, zona di Capizzi e Rocca Penna. Il contributo italiano, considerato il frazionamento e l'assorbimento delle residue fanterie dell' «Aosta» e dell' «Assietta» nel dispositivo tedesco, era fornito soprattutto dalle artiglierie, ripartite nei due seguenti blocchi: Blocco nord (settore dell' «Assietta» alle dipendenze del Te n. (44) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata•. pag. 142 e cartella !T 1125. (45) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRela.zione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943•. pag. 17; cartella 1175 bis, fonogrammi del Comando div. ftr. cAssiena. n. 2593/op c 2606/op del 29 luglio 1943; canella 2228, tele del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16976/op delle ore 17.30 del291uglio 1943; cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli C.A.•. pag. 144 c allegati 363, 368 e 378. L'cAssietta> aveva già chiesto e non ottenuto nella mattinata del 29 il permesso di arretrare. Cfr. Ibidem, allegati 359 e 360. · (46) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRel:uione dd Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943•, pag. 17 e tele citato del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16976/op delle ore 17.30 del 29 luglio. (47) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione sulle operazjoni svolte dalla div. ftr. 'Assietta' dal 9 luglio al 13 agosto 1943•, pag. 16.
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Col. Arpaia) con il III/25° da 75/27 su due btr., il nuovo LV gruppo da 105/28 su tre btr., il CLVII gruppo da 149/19 su due btr., il CXXI gruppo da 149/13 su una btr. e una btr. su tre pezzi da 149/19 del eu gruppo; Blocco sud (settore dell' «Aosta>> alle dipendenze del Ten. Col. Cenedese) con il 11/22° da 75/27, l'lP btr. del IV/2r da 75/13 e una btr. da 105/28 del XLVIII gruppo (48). Frattanto nel settore centro-meridionale il XXX Corpo d' Armata britannico aveva spinto la l a div. ftr. canadese e la 2 31 a brigata «Malta» contro Agira rispettivamente da ovest e da sud, occupandola finalmente la sera del 28 luglio, dopo che ottanta cannoni avevano riversato sulle posizioni del gruppo <<Ens>> tedesco 139 colpi ciascuno (49). Nell'ambito del suddetto gruppo tattico germanico era inglobato, come è noro, il II/34 o ftr. «Livorno» del Magg. Coco, che perse nel!' occasione 7 ufficiali e 190 sottufficiali e militari di truppa, tra cui il Serg. Cattaneo, medaglia d'oro alla memoria, ma che riuscì a sganciarsi nottetempo e a riparare a nord di Regalbuto (50). Il giorno seguente caddero anche i capisaldi di Pizzo Stùpari e Pizzo Tibrò, dove la 5a cp. e la 6 a cp. del II /34 o ftr. persero 3 ufficiali e 215 sottufficiali e militari di truppa tra morti, prigionieri e dispersi, ma si guadagnarono l'elogio dei tedeschi (51). A seguito della buona prova fornita tra Agira e Regalbuto dai fanti del II/34° «Livorno», il Ten. Col. Ens, comandante dell'omonimo gruppo tattico germanico costituito dal 104 o rgt. ftr. della div. «Sizilien», chiese che non fosse interrotta la collaborazione fino ad allora prestatagli efficacemente dal gruppo Coco, che però si trovava ormai ridotto a non più di 300 effettivi. Il Magg. Coco aderì parzialmente alla richiesta, lasciando ai tedeschi l'unico suo (48) A.U.S.E., cartella 2011 : cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata•. allegato 372. L'cAosra• aveva inolcre a disposizione due btr. del XXI gruppo da 105/ 28. ma con scarse munizioni. L'cAssiecta. aveva invece a disposizione, anch'essa con poche munizioni, la P ber. del I/22• art. da 75/27 e una btr. da 75/06. (49) H. POND: Sicilia, op. cit., pag. 280. La 231' brigata cMalta• ebbe circa 300 tra morti e ferici. mentre la t• div. ftr. canadese ne lamentò nella stessa circostanza 438, ciò che fece la baccaglia di Agira la più sanguinosa per ii)CXX C.A. britannico. C fr. HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the $econd world war - U.K. mililary series. The Meditemznean and the Middle East, voi V cit., pag. 155. (50) A. U .S. E., cartella 1506: «Relazione sulle operazioni svolte dal gruppo tattico Maggiore Coco da.l 10 al 31 luglio 1943•. pag. 5. (51) Ibidem, pag. 6.
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reparto ancora in discreta efficienza, cioè la 6a cp., che piazzo 1 suoi resti (un centinaio di uomini) in seconda schiera a cavallo della rotabile per Troina, tra Buscemi e Revisotto. Invece gli altri 210 uomini del II/34• ftr., non più costituenti reparti organici, vennero finalmente ritirati nelle retrovie, secondo le insistenti richieste di Guzzoni, e raggiunsero S. Lucia del Mela nella notte del l o agosto (52). Molto più avanti delle nuove posizioni della 6a cp. del gruppo Coco, sul fronte che correva da Catenanuova lungo il corso del Dittaino, l'avvenimento più importante in quegli ultimi giorni di luglio fu la conquista ad opera della 3 a brigata canadese, il 30 del mese, della stessa Catenanuova, difesa dal I/ 3" paracadutisti tedeschi (53). Per il resto si registrarono bombardamenti aerei e cannoneggiamenti navali lungo il litorale ionico, come sempre indisturbati. Tra l'altro nella notte tra il 29 e il 30 luglio fu bersagliata dal mare Acireale, dove - come segnalò il Gen. Guzzoni - si verificò «il completo assenteismo delle autorità civili della città e l'assoluta mancanza di personale sanitario civile per l'assistenza ai numerosissimi feriti». L'opera di soccorso fu pertanto svolta dai soli medici militari del 102 o btg. costiero e del II btg. arditi (54). Una volta occupata Catenanuova la lotta in questo settore sud occidentale si spostò sulla nuova linea Gagliano Castelferrato Regalbuto - Centuripe, difesa dal gruppo «Ens», contro cui il Gen. Montgomery fece intervenire lo stesso 30 luglio la fresca 78a div. ftr. del Gen . Evelegh, che venne affiancata alla P e 2a brigata canadese e alla 231 a brigata «Malta» (55). Nell'estremo settore ionico, invece, la div. «H. Goering>>, suddivisa nei tre noti gruppi tattici, insieme al gruppo «Schmalz» e (~2) A.U.S.E., cartella 1~06: cRelazione sulle operazioni svolte dal gruppo tanico Maggiore Coco dal 10 al 31 luglio 1943• . pagg. 6-7 . A tale riguardo il Gcn. Guzzoni aveva diretto al Gen . von Senger un ultimo appello alle ore 20.00 del 29 luglio, con il quale chiedeva anche lo svincolo dei resti del 1/76• fu. «Napoli» dalle posizioni della div. «H. Gocring». Cfr. A.U.S.E., cartella 2228, tele del Comando FF.AA. della Sicilia n. 16982/op del 29 luglio 1943 . (H) A.U.S.E. , canella 2228: comunicazione de lla Delegazione di collcgamcmo germani· ca (Ten. Col. Wolf) delle ore 10.30 del 30 luglio 1943. (54) A.U.S.E., cartella 2229: cDiario Storico Militare della 6• Armata., fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 17114/op delle ore 18.00 del 2 agosto 1943 indirizzato al Vice Commissario Civile. (55) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war - U.K. military series. The Mediteffanean an d the Middle East, vol. V ci t., pag. 151.
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ai paracadutisti, subì l'aumentata pressione della 5 P div. fu. scozzese con obiettivo l'aeroporto di Gerbini, prima cappa della nuova fase offensiva affidata ai due Corpi d'Armata britannici a partire dal l o agosto.
4. I TEDESCHI ASSUMONO IL COMANDO DELL'INTERO FRONTE TERRESTRE. EVOLUZIONE DELLE RESPONSABILITÀ SUL FRONTE A MARE Come abbiamo già visco, a mezzanotte del 18 luglio il Geo. Hube era stato autorizzato a sottrarre al XVI Corpo d'Armata del Geo. Rossi il diretto comando di tutte le truppe germaniche in Sicilia, ivi compresi i resti delle div. <<Livorno» e <<N apoli>> inseriti nelle linee tedesche. Quindi il 22 luglio_il-Gen. von Senger aveva chiesto ma non ottenuto da Guzzoni, sostenuto da Roma, che Hube assumesse il comando di tutto il fronte itala-tedesco, in considerazione del) ' ormai prevalente peso germanico nella difesa della cuspide nord orientale della Sicilia. Anzi, per aHenuare almeno sulla carta l'evidente inferiorità numerica delle truppe italiane in prima linea, nonchè per rispettare i noti affidamenti rivolti da Ambrosio a Keitel nel convegno di Feltre, Superesercito aveva promesso il giorno 23 l'invio sull'isola della div. alpina «Alpi . Graie», che però non arrivò mai (56). Il soddisfacimenco dell'ambizione tedèsca di comandare senza limitazioni le operazioni in Sicilia fu però soltanto ritardato di pochi giorni. Il 25 luglio, giorno della caduta di Mussolini, lo stesso Geo . Hube ritornò sull'argomento, chiedendo insistencemence aGuzzoni il comando d eli' intero fron te sull'isola, escluso solo i1 tratto costiero residuo (57). A questo proposito il Comando delle FF.AA. della Sicilia interpellò lo S. M.R.E., che a sua volta il 26 luglio chiese il parere del Comando Supremo (58). Facendo seguito alla suddetta propria richiesta, lo S.M. R.E. fornì al Comando Supremo il 29 luglio un supplemento di {:>6) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943•. pag. 6. (57) Ibidem, pag. 9. (58) A.U.S.E., cartella 1504/A: cDiario Storico del Comando Supremo•, telescritto dello S.M.R.E. n. 1294/op del 26 luglio 1943 indirizzato al Comando Supremo.
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informazioni sulla situazione siciliana con il seguente telescritto (59): «Riferimento mio telescritto 1294/ op del 26 corrente comunico: Generale Guzzoni ac mezzo ufficiale conferma che Generale Hube non habet ancora ricevuto ordini at notifica di quelli originali et insiste perciò per mantenere comando dell'intero fronte, esclusi tratti costieri. At questo proposito Generale Guzzoni informa che attualmente sul fronte in questione, essendosi inserito ac ala destra anche Comando 29a div. germanica, le truppe sono quasi tutte tedesche et che anche le scarse forze delle div. «Assietta» e «Aosta.t sono intercalate con reparti germanici et direttamente rinforzate con reparti anticarro et di artiglierie tedesche:..
È a questo punto interessante notare che in margme alla predetta comunicazione il Gen . Arnbrosio postillò seccamente a matita: «Evidentemente glielo vuoi dare, ma perchè allora non lo dice?>> Poi però il Comando Supremo non pensò di assumersi alcuna responsabilità e nella stessa sera così replicò a Superesercito (60): «Risposta a telescritti 1294 et 1338 del 26 et del 29 corrente. Codesto Stato Maggiore è libero di ripartire come meglio crede la fronte della 6a Armata fra i Corpi d'Armata italiani et tedeschi. Questo Comando Supremo ha espresso l'avviso che sarebbe oltremodo desiderabile per ovvie ragioni che sulla fronte fossero rappresentati anche i Com~ndi italiani. Tuttavia si rende conto che se non mandiamo complementi le G.U . italiane andranno esaurendosi gradatamente. Codesto Srato Maggiore prenda quindi in esame l'urgente necessità di rinforzare le G.U. italiane con complementi, anche per dare la viva sensazione che non giungono nell'isola soltanto elementi tedeschi come ora in gran parte avviene secondo quanto risulta al Comando Supremo. In quanto alla ripartizione della fronte codesto Staw Maggiore si regoli come ritiene opportuno».
Ricevuto questo tipo di direttive, Superesercito adottò due provvedimenti. Alle 21. 15 del 30 luglio esso si assunse la responsabilità di autorizzare il Gen. Guzzoni a cedere alle insiscenze tedesche e <<ad affidare il Comando d eli' intero fronte a terra al (59) Ibidem, telescriuo dello S.M.R.E., n. 1338/op delle ore 15 .50 del 29 luglio 1943 indiri zzaw al Comando Supremo. (60) Ibidem, telcscritw del Comando Supremo n. 15359 delle ore 19.30 de l 29 luglio 1943.
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LE OPERAZIONI IN SlCIUA E IN CALABRIA
Gen. Hube» (61). Quindi il 31 luglio lo stesso Superesercito promise di inviare in Sicilia una lunga lista di rinforzi, nessuno dei quali però giunse mai nell'isola (62). Il Comandante delle FF.AA. della Sicilia, considerato ormai soltanto Comandante della 6a Armata italiana, non riferì comunque subito ai tedeschi l'autorizzazione di Roma a lasciare loro la direzione delle operazioni sull'isola, volendo illustrare preliminarmente la questione ai suoi diretti collab oratori, con i quali era stata indetta una riunione per l'ultimo giorno del mese (63). Il suddetto colloquio in effetti si tenne il 31 luglio e vide riuniti i Gen. Guzzoni, Zingales, Jacoe e Faldella, l' Amm. Barone e i Col. Grosso e Scarpa (64). Guzzoni mise al corrente i presenti della cessione del Comando al Gen. Hube e incaricò il Gen. Zingales di esaminare come i resti delle divisioni «Aosta» e «Assietta» potessero essere affidati ai tedeschi. In seguito a tale importante mutamento nella direzione delle operazioni in Sicilia, il Comando del XII Corpo d'Armata sarebbe rimasto inoltre senza compiti e pertanto sarebbe stato trasferito sul continente. Avrebbero ugualmente abbandonato la Sicilia alcuni reparti definiti «esuberanti», tra cui il 10° raggruppamento semeventi da 90 l 53, gli elementi specializzati dell'ex raggruppamento mobile <<Ovest>>, gli sbandati riuniti nei depositi e i resti dei reparti controcarro della «Livorno» (65). La XIX brigata costiera invece, essendo in partenza il Comando del XII C.A., sarebbe ritornata alle dipendenze del XVI Corpo d'Armata, al quale veniva lasciato tutto il fronte a mare (66). Alle 14.00 del 31 luglio finalmente Guzzoni comunicò al Gen. Hube la ricevuta autorizzazione dello S.M.R.E. a lasciare ai tedeschi la direzione dell'intero fronte, nonché la sua decisione di
(61) A.U.S.E., caneUa 2124/B: cRdazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 194k pag. 19. (62) Ibidem , pag. 21. (63) Ibidem, pag. 19 bis. (64) A.U.S.E., canella 2228: «Colloquio del 31 luglio 1943 al Comando della 6• Armatv. (65) li provvedimento definitivo di trasferimento in Calabria di tali reparti fu preso da Guzzoni con fonogramma n. 17057/op dell'agosto 1943. Cft. A.U.S.E., cartella 2011, allegato 408. (66) A.U.S.E., canclla 1427: •:Diario Sterico Milirare de l XVI Corpo d'Armata», fonogramma del Comando 6• Armata n. 17073/op del l' agosto 1943.
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ritirare sul continente il Comando del XII Corpo d'Armata (67). Il Gen. Hube accettò l'ambito incarico, che sarebbe divenuto ufficialmente effettivo a partire dalle ore 12.00 del 2 agosto, a quasi tre giorni di distanza dall'autorizzazione di Roma (68). I tedeschi non avevano ancora assunto ufficialmente il comando operativo in Sicilia che il l o agosto essi iniziarono a trasmettere a Guzzoni un lungo elenco di astiose lamentele. Quel giorno infatti il Gen.Hube indirizzò al Comando della 6a Armata il seguente dispaccio, che riproduciamo per onestà storica (69). eQui sotto si porta a conoscenza, alla lettera, una comunicazione della 15 a divisione granatieri corazzati: Nel quadro dei fattori che costituiscono la superiorità del nemico, ha un'importanza da non sottovalutare il comportamento degli italiani, sia dei militari italiani, sia della popolazione siciliana. La sera del 29 luglio, ad esempio, il battaglione della divisione «Aosta» ancora impiegato all'ala sinistra del reggimento Fullriede passò in massa al nemico. Quando il colonnello fece aprire il fuoco su coloro che passavano al nemico, si riuscì a fermare un sottotenente ed alcuni uomini. Il sottotenente dichiarò che il suo comandante di battaglione aveva dato l'ordine di disertare. In numerosi altri casi unità italiane nel setrore della divisione si sono ritirate senza precedente avvenimento, nel qual caso esse con i loro automezzi ostacolano il traffico sulle strade delle retrovie e talvolta lo hanno bloccato. La popolazione siciliana simpatizza apertamente col nemico. Essa si mette volontariamente a disposizione come guida pratica dei luoghi. In montagna la popolazione conosce naturalmente ogni sentiero . Per tali sentieri poi nelle ore della notte le colonne someggiatc nemiche vengono guidate fino alle spalle delle nostre posizioni. Quando 'il nemico entra nelle località, la popolazione si dà ad aperte manifestazioni di simpatia».
Una condanna del comportamento entusiasta della popolazione siciliana nei confronti del nemico avvenne subito dopo ad opera del nuovo comandante dell'«Assietta>>, Gen. Schreiber, che nell'occasione richiamò l'attenzione dei Comandi dipendenti anche sullo
(67) A,U.S.E., cartella 2124/B: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943:., pag. 20 e F.M. SENGER und ETTERLIN: Combattere senza paura e senza speranza, op. cit ., pag. 245. (68) A.U.S.E., cartella 2228: cDiario Storico della 6• Armata•. allegato 801/16: fonogramma del Comando 6• Armata n. 17077/op del!* agosto 1943. (69) A.U.S.E., amelia 2229: cOiario Storico della 6• Armata., dispaccio del Comando XIV C.A. corazzato germanico n. Ia / lc/481/43 g.Kdos. del!• agosto 1943.
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«sconcio» rappresentato dall'indisciplina e dal disordine rilevati in molti militari e in gruppi di sbandati (70) . Ma quell'atmosfera di sospetto non era in ·verità sentita solo sul posto e particolarmente dai tedeschi. Infatti il 30 luglio lo stesso S.M.R.E. aveva messo addirittura in dubbio la resistenza nervosa dell' Amm. Barone, definendolo «attualmente depresso e sfiduciato» e pronto a giustificare in pubbliche conversazioni il <<contegno di individui che hanno abbandonato i traghetti e che saccheggiano» (71). Lo S.M.R.E. aveva quindi chiesto a Guzzoni di indagare se il comandante Militare Marittimo della Sicilia avesse cessato di «reagire energicamente» e, in caso affermativo, di sostituirlo senz'altro, dal momento che il Capo di Stato Maggiore della R. Marina, interpellato al proposito, non aveva nulla in contrario (72). Il giorno seguente però Guzzoni difese apertamente nei confronti dello S.M.R.E. l'Amm. Barone, negando l'opportunità di una sua sostituzione e definendolo sfiduciato «come la maggioranza di coloro che hanno elementi per valutare la situazione» (7 3). È comunque opportuno ricapitolare a questo punto i mutamenti di responsabilità operativa tra i Comandi del R. Esercito e della R. Marina avvenuti in Sicilia dall'inizio dell' invasion~ alleata. Come si ricorderà, il 13 luglio, subito dopo il discusso episodio della Piazza Militare Marittima di Augusta-Siracusa, il Comando Supremo espresse a Su.peresercito con dispaccio 14819/op il desiderio di inserire la Piazza M.M. di Messina - Reggio Calabria nell'organizzazione costiera del R. Esercito. Il" 14 luglio quindi Supermarina definì, con telespresso 35085, la scissione tra il Comando Militare Marittimo Autonomo della Sicilia e il CQmando Marina Messina, che sarebbe ·dipeso operativamente dal Comando della locale Piazza M.M. Il 18 luglio il Comando Supremo, con fonogramma 14991 l op, pose il Comando Piazza M.M. di Messina-Reggio e tutta la difesa costiera dell'isola alle dirette dipendenze del XVI Corpo d'Armata, con decorrenza dalle ore 24.00 del 19. All' Amm. Barone venne (70) A.U.S.E., carrella 1175 bis, dispacci del Comando della div. ftr. «Assictta• n. 2650/op e n . 2662/op del t• e del 2 agosto 1943. (71) A.U.S.E. , canella 2228, allegato 930/33 : marconigramma dello S.M.R.E. n. 1117039/P del 30 luglio 1943 indirizzato al Comando FF.AA. dell a Sicilia. (72) Ibidem. (73) A.U.S.E., cartella 2228: fonogramma del Comando FF.AA. della Sicilia n. 17034/op del 31 luglio 1943 indirizzaco allo S.M.R.E.
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lasciata ~da pane tecnico-marinaresca» e naturalmente il Comando Militare Marittimo della Sicilia. Infine il 22 luglio il Comando Supremo, con fonogramma 15111 l o p, ordinò la separazione completa del Comando Piazza di Messina - Reggio Calabria dal Comando Militare Marittimo della Sicilia e il suo passaggio agli ordini di un Generale del R. Esercito alle dipendenze del XVI Corpo d~ Armata, con un Contrammiraglio in sottordine per gli affari del locale Comando Marina. Infatti il 27 luglio il Comando Piazza fu assunto dal Geo. Bozzoni, mentre nello stesso tempo il Col. tedesco Baade assumeva ufficialmente la direzione delle aniglierie a difesa dello Stretto. L' Amm. Barone, invece, riceveva dal Comando Supremo, con dispaccio 1861/UT del 22 luglio, la responsabilità del traffico nello Stretto nonché dei movimenti nei porti e nelle spiagge, oltre a conservare il Comando Militare Marittimo della Sicilia (74).
5. IL FRONTE DIFENSIVO Al PRIMI DI AGOSTO E L'INIZIO DELL'EVACUAZIONE ITALIANA (Vds. carta geografica in Appendice) In ottemperanza agli ordini diramati dal Geo. Guzzoni con dispaccio 16976/op, nel pomeriggio del 29 luglio i resti delle due div. ftr. «Aosta» e «Assietta>> vennero ritirati, come è noto, sulla linea S. Fratello-Monte Pelato-Troina, lasciando ai tedeschi (29a div. sul settore costiero e div. «Sizilien» più all'interno) la difesa del fronte avanzato passante per S. Stefano di Camastra, Monte Trefrnaidi, Monte Pomiere, zona di Capizzi, Gagliano Castelferrato, Regalbuto, Centuripe, corso del Simeto. Delle due ridotte div. ftr. italiane l' «Assi etra» occupava il l o agosto la zona più settentrionale del settore di competenza, tra S.
(74) Per tutto quanto precede cfr. A.U.S.E., cartella 1)02 allegati 657 e 727; cartella 1503 allegati 997, 1242 e 1245; cartel la 1506 allegato 27; carrella 2124/ B: «Relazione del Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agostO 1943», pag. 12; cartella 2228 dispaccio n. 16607/op del 18 luglio 1943 del Comando FF.AA. della Sicilia e allegati 7 19/13 e 7261 11. Per i compiei del Col. Baade cfr. cartella 2266: «Considerazioni sulla campagna italiana del 1943-1944 del Colonnello Bogislav von Bonin, Capo di S.M. del XIV Corpo d ' Armata tedesco in Sicilia., pagg. 16-17.
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Fratello e Monte Pelato e, previo accordo con il Comando della 29 a div. germanica, dispose i suoi reparti nel modo seguente (75). - I/29 ° ftr. (500 uomini supersti6) fra Pizzo Costanzo e Pizzo Renarnra; - Il/29 ° ftr. (450 uomini superstiti) tra i chilometri 15 e 27 della rotabile di S. Fratello; - 30 o rgt. ftr. costituito dal solo II btg. con 600 uomini superstiti, da mezza cp. cannoni controcarro e dalla cp. arditi, nella zona di Pizzo degli Angeli, rinforzato dal XXX gruppo cavalleggeri «Palermo» di soli 60 uomini appiedati (76); - un battaglione di formazione situato nella zona di Sprazzi e creato agli ordini del Magg . bers. Bruni (da non confondere con il Ten. Col. Bruni della «Livorno») con i resti della 50 a cp. motociclisti, di una cp . bersaglieri del 10° rgt., di una cp. camicie nere del CLXVIII btg., di una cp. controcarro e di 136 uomini già componenti del Raggruppamento mobile «Ovest» (77). Le artiglierie allora a disposizione del!' «Assietta», suddivise grosso modo nei due esaminati gruppi nord e sud a sostegno delle truppe tedesche , erano le seguenti. - P btr. del I/22 ° «Aosta» da 75/27 a sud di S. Fratello ; - l P ber. del IV /22° «Aosta» da 75/13 a sud di S. Fratello; - III/25 ° «Assietta» da 75/27 su due btr. a Pizzo degli Angeli, con aggregati cinque pezzi da 75/34 P.B. controcarro ceduti dalla difesa costiera; - CLVII gruppo da 149/19 su due btr. ad ovest di Acquedolci; - CXXI gruppo da 149/13 su una btr. a sud ovest di Acquedolci; - XLVIII gruppo da 105/28 su una btr. a Pizzo degli Angeli; -LV gruppo da 105/28 del Ten. Col. Arpaia giunto il 30 luglio con tre ber. a sud ovest di Acquedolci; - quattro pezzi sciolti da 75 l 06 ceduti dalla difesa costiera , con i (75) A.U.S.E., canella 2124/B: cRelazione sulle operazioni della div. fu. 'Assieua' dal 9 luglio al 13 agosto 1943:o, pagg. 16-17; cartella 1175 bis: «Ricognizione effettuata dal Sig. Gen. comandante il giorno 1• agosto 1943 sulle posizioni del nuovo schieramenro della div. ftr. 'Assiena'•; cartella 2228 e cartella 2011 allegato 387 : foglio del Comando XII C.A. n. l/10124/ op del 31 luglio 1943 sull' «efficienza delle divisioni 'Aosta' e 'Assietta' ·alJa data del 31 luglio•; cartella 2229, allegato 731122; «Situazione al giorno 1• agosto 1943 delle divisioni 'Assietta' e ' Aosta'•· (76) A.U.S.E., cartella 2011, allegato 396: fonogramma del Comando del XII Corpo d'Armata n . 1/ 10133 / op del 31 luglio 1943. (77) Ibidem, allegato 407: fono n. 1110 151 /op del l • agosto 1943 del Comando Xli C.A. .
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quali venne ricostituita una nuova btr. del I/22 o an. a sud di S. Fratello; - una btr. da 149/19 su tre pezzi recuperati dalla difesa costiera e schierati a sud di Acquedolci; - un gruppo contraereo con sei pezzi da 75 CK, presso il cimitero di S. Fratello (78). Il 3 agosto il Geo. Schreiber rese noto il numero delle perdite Sl.lbite dall'«Assietta» fino a quel momento e consistenti in 16 moni, 20 feriti e ben 9.110 dispersi o sbandati (79). Tra questi ultimi erano annoverati, oltre agli appartenenti ai Servizi, 2.085 militari di truppa, 117 sotrufficiali e 40 ufficiali del 29 o rgt. ftr.; 2.608 militari di truppa, 114 sottufficiali e 42 ufficiali del 30° rgt. ftr; 1.292 militari di truppa, 66 sotrufficiali e 67 ufficiali del 25 o rgt. art. e l. 221 militari di truppa, 66 sotrufficiali e 50 ufficiali della 17 3 legione camicie nere (80). Anche la div. ftr. <<Aosta», arretrata il l o agosto nella zona di Troina e frammista ad unità germaniche di retroguardia, aveva continuato a subire in quei giorni il doloroso fenomeno delle defezioni, come comunicato dal suo Comando in data 30 luglio e come fu confermato il giorno seguente dal Comando del XII Corpo d'Armata al Gen. Guzzoni (81). In particolare risultavano morti 2 ufficiali e 155 sottufficiali e militari di truppa e feriti 14 ufficiali e 682 sotrufficiali e militari di truppa , mentre il numero degli assenti era di 51 ufficiali e 2.635 sottufficiali e militari di truppa (82). L' «Aosta» pertanto era ormai ridotta ai seguenti livelli (83 ): - 5o rgt. ftr. con il I btg. (400 uomini), il III btg. (500 uomini), cp. arditi, cp. zappatori, cp. cannoni controcarro; - 6• rgt. ftr. con il I btg. (700 uomini) e il III btg. (500 uomini). (78) Ibidem, allegato 413: •Situazione artiglierie divisionali, di Corpo d'Armata e di rinforzo al mattino del t • agosto 1943.• (79) A.U.S.E., cane!Ja 1175 bis: cSegnalazione perdite• , fonogramma del Comando div. ftr. èAssiena• n. 2667/op del 3 agosto 1943. (80) A.U.S.E., carcella 1175 bis, allegato al citato foglio 2667/op del 3 agosro. (81) A.U.S.E., carcella 2011, allegato 386: fonogramma del Comando div. ftr. •Aosta» n. 2403/op del 30 luglio 1943 e allegato 387: fonogramma del Comando XII Corpo d'Armata n. 1/10124/op del 31 luglio 1943 . (82) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazionc su!Je operazioni de!Ja div. fu. 'Aosta' in Sicilia dal giorno 10 luglio al 4 agosto 1943•. pag. 9. (83) A.U.S.E., candia 2229, allegato 731/22: «.Situazione al giorno t• agosto 1943 delle divisioni 'Assietra' e ' Aosra'•.
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Questo reggimento, come è noto, aveva perso nei combattimenti di retroguardia del 2 7 luglio la l a , la 7 a e l' 11 a cp. , oltre alla cp. zappatori; - DCCCLVII btg. controcarro, rimasto con la sola 3a compagnia; - reparti misti del Genio; - Il l22o art. da 75127 su due btr.; - CLI gruppo art. da 149119 con sette pezz1, tra cm quattro recuperau; - XXI gruppo art. da 105 l 28 su due btr. ; 328a btr. contraerea da 20 mm. su nove armi (84). Lo schieramento dei resti delle due div. ftr. italiane era stato appena completato sulle posizioni previste, che il 2 agosto, nello stesso momento in cui i tedeschi assumevano ufficialmente il comando dell'intero fronte terrestre, il Gen. Guzzoni dispose per le ventiquattr'ore seguenti l' allontamento dalla Sicilia, oltre che del Comando del XII C.A., anche del Comando della div. «Aosta» e del Comando della fanteria divisionale dell' «Assietta>>. Ecco l' importante radiomessaggio n. 17118 l op con il quale si dette tnlZlo all'evacuazione italiana dell'isola (85). «Seguito et conferma ordini impartiti q uesta mattina at Capo S.M. codesto C.A., resta stabilito quanto segue: l) Codesto Comando arretrerà in Calabria partendo da attuale sede pomeriggio 3 corrente. Rimarrà in posto un nucleo del Comando, compostO da Sottocapo S.M. con ufficio Servizi et un ufficiale ufficio Operazioni. Suo compito: provvedere at bisogni materiali et morali della truppa del C.A. Anzidetto nucleo dipenderà da questo Comando. 2) Comando divisione «Aosta» arren erà anche esso in Calabria. Comando truppe «Aosta)) sarà assunto d al Gen. Marchesi, comandante fanteria divisionale. 3) Comando divisione «Assietta» rimane in posto con suo comandante Gen. Schreiber. Arretrerà in Calabria il Comando fanteria divisionale «Assietta».» .
Dobbiamo precisare che i tedeschi non furono informati di quest'ordine, che non venne per il momento inviaro per conoscenza al Gen. von Senger. (84) A.U.S.E. , carrel la 2011, allegato 413: «Situazio~e artiglierie divisionali , di Corpo d'Armata c di rinforzo al mattino del l ' agosro 194h. (85) A.U.S.E, carrella 2011: «Diario Scorico Militare d el XII Corpo d ' Armata», allegaro 433: radiomessaggio del Comando FF.AA. della Sicilia n. 17118fop delle ore 11.45 del 2 agosto 1943 indirizzato al Comando del XII Co rpo d'Armata.
LA
RESISTENZA SULLA CUSPIDE NORD ORIENTALE
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Con successivo marconigramma 17152 /op del 3 agosto, diretto questa volta anche ai tedeschi e che abbiamo creduto opportuno inserire in appendice (allegato n. 13), il Gen. Guzzoni precisò al nucleo Comando del XII C.A. che da allora sarebbero rimasti complessivamente in linea tra i contingenti italiani il Comando della div. ftr. «Assietta.>>, il solo 29o rgt. fu. su due battaglioni e le artiglierie operanti già con la 29a e la 15 a div. tedesche, nonchè con la «H. Goering». I rimanenti reparti d eli' «Assietta» e d eli' «Aosta» - tra cui i resti del 5o , 6 o e 30 o rgt. ftr. - dovevano invece ripiegare dalle posizhmi appena assunte e passare a disposizione del XVI Corpo d'Armata per essere impiegate in difesa costiera (86). Lo stesso 3 agosto iniziarono i movimenti dei Comandi da evacuare, che furono avviati verso lo Stretto per il trasferimento in Calabria (87). Tuttavia ill /5 o fu. «Aosta» del Ten. Col. Gianquinto fu trattenuto in linea, a dispetto degli ordini di Guzzoni, dal Comando della 15a div. tedesca «Sizilien». Esso rimase fino al pomeriggio del 6 sulle sue posizioni di Serra Castagna a nord ovest di Troina, attaccate dal nemico, e solo a stento riuscì a quella data a sottrarsi all'accerchiamento, ritirandosi a Pizzo Maulazzo con una forza residua di soli 170 uomini (88). Rimasero parimenti fino alle prime ore del 6 agosto alle dipendenze del gruppo tattico tedesco «Ens» il I e il III gruppo del 28 o rgt. art. «Livorno», che furono lasciati liberi a quella data nella zona di Cesarò e raggiunsero il giorno seguente il Comando della divisione «Livorno» a S. Lucia del Mela (89). L'inizio dell' «afflusso e smistamento in continente dei reparti della 6a Armata» il giorno 3 agosto è anche confermato dalla relazione redatta il 12 del mese dal Comando di un apposito «nucleo avviamento» costituito a Messina fin dal l o agosto agli ordini del Col. Salamo (90). (86) A.U.S.E., canella 2229: marconigramma del Comando 6• Armata n. 171)2/op del 3 agosto 1943, allegato in appendice. (87) A.U.S.E., cartella 2011: o:Diario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata•. giorno 3 agosto 1943; cartella 2124/B: «Relazione sulle operazioni della div. ftr. 'Aosta' in Sicilia dal giorno 10 luglio al 4 agosto 1943», pag. 8. (88) A.U.S.E. , cartella 2124/B: cRelazione sull'attività svolta dai reparti della div. ftr. 'Aosta' dal 4 all'll agosto 1943•, pagg. 6-7. (89) A.U.S.E., cartella 1506: fonogramma del Comando div. fu. cLivorno• n. 2/2683 del 7 agosto 1943. (90) A.U.S.E., cane Ila 2229: cDiario Storico della 6• Armata•: crelazione sull'avviamento dei reparti nella zona calabra in data 12 agosto 1943».
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LE OPERAZIONI TN SICILIA E IN CALABRIA
6. LE OPERAZIONI TERRESTRI DAL l o al 5 AGOSTO E LA CADUTA DI CATANIA (Vds. tavola n. 27) Il l o agosto, data che secondo il Gen . Alexander avrebbe dovuto segnare al più tardi l'inizio della risolutiva offensiva della 7a e dell'Sa Armata, registrò in effetti tre successi per le truppe alleate (91). Essi furono la conquista di S. Stefano di Camastra sulla rotabile tirrenica 113, evacuata dalle ultime retroguardie tedesche, l'occupazione di Gagliano Castelferrato, che seguive- di un giorno quella di Capizzi e di Cerami sulla direttrice per Troina, e l'entrata della 51 a div. ftr. scozzese nell'aeroporto di Gerbini, dopo che un locale contrattacco di carri germanici era stato frustrato dalle artiglierie britanniche. In quest'ultimo settore operavano, frammisti ai reparti della «H. Goering», i resti dell/76° fu. «Napoli» del Ten. Col. Parabbi, che subirono la perdita dell'intera 2a compagnia, travolta dai carri armati scozzesi nel vallone di Sferro. I superstiti del battaglione furono quindi autorizzati dal Comando germanico a sganciarsi dal nemico e a raggiungere Paternò e quindi Trecastagni, da dove essi ripartirono la sera del 2 agosto per unirsi al Comando reggimentale a Mazzarà S. Andrea. Ebbe così termine anche l'impiego in prima linea del I /76° ftr. «Napoli» (92). Quest'ultimo battaglione, insieme al III/54• art., venne inserito 1'8 agosto, su ordini di Guzzoni diramati ftn dalle 14.30 del l o agosto, nella ricostituenda div. fcr. «Assietta», che avrebbe dovuto fungere da massa di manovra nella zona di Mazzarà S. Andrea - Borgata Casale. Tuttavia questi reparti non ebbero più occasione di rientare in linea, poiché il 10 agosto tutti i resti del!' «Assietta» ancora sull'isola ricevettero l'ordine di evacuare la Sicilia e di ritirarsi in Calabria (93). Nella giornata del l • agosto comunque si verificarono anche episodi favorevoli ai difensori. Innanzi tutto ebbe fortuna un contrattacco dei granatieri tedeschi del gruppo «Fullriede» contro il (91) E. LlNKLATER: The campaign in Italy, op. ci t., pag. 36. (92) A.U.S.E., cartella 2124 / B: «Relazione sulle operazioni svolte dal l btg. del 76• ftr. dal giorno 17 luglio al 1• agosto 1943.:. (93) A.U.S.E., cartella 1427: «Diario Storico Militare de l XVI Corpo d ' Armata», pag. 161 ; canella 1175 bis: fonogramma del Comando del XVI C.A. n. 01/10433/op dcll'S agosto 1943 e cartella 2124/B: «Relazione sulle operazioni della div. ftr. 'Assietta' dal 9 luglio al 13 agosto 1943», pagg. 19·20.
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LE OPERAZION I IN SICILIA E IN CALABRJA
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zazione completa del porto di Catania» da attuarsi dopo l' eventuale sgombero della città da parte delle truppe tedesche (9S). La 213 a div. costiera iniziò da parte sua nella notte sul 3 il ripiegamento verso la linea arretrata Stazzo - Linera - Fieri, a nord di Acireale (99) . Il suo Comando comunque comunicò d'aver sgombrato da Catania 20 pezzi da 20 mm., 2 da 37/54, 9 da 90/53, una btr. da 75/27, nonché 10 pezzi sciolti da 100 e da 75 mm. e di aver inutilizzato le altre artiglierie (100). Sul fronte settentrionale e centrale tenace risultò tra il l o e il 5 agosto la resistenza opposta rispettivamene dai gruppi tattici te~eschi <<Ulich» e «Fullriede» , appoggiati dalle già elencate artiglierie dell'«Assietta», in quello che fu l'inizio della sanguinosa battaglia di Troina. Qui le truppe germaniche , malgrado i dubbi sollevati a Berlino sulla convenienza di prolungare la campagna siciliana dopo la caduta di Mussolini e in vista di un possibile voltafaccia italiano, effettuarono frequenti contrattacchi tenendo fino al 5 la linea di Caronia Marina - Monte Pomiere - Monte Acuto - Monte Salici ad est di Gagliano (101). Ciò a dispetto di nutriti concentramenti di artiglieria e di ripetuti tentativi di sfondamento sia a nord da parte della 3a div. ftr. U.S.A., che aveva scavalcato la 45a div. ftr. il l o agosto , sia al centro ad opera della l a div. ftr. U.S.A. e del 39o gruppo tattico reggimentale della 9a div. ftr. americana. Quest'ultima divisione del Gen. Eddy entrò poi completamente in linea il 7 agosto al posto della l a divisione (102). Più a sud invece il gruppo tattico «Ens» e il I / 3° paracadutisti tedeschi del Cap. Liebscher dovettero evacuare, dopo Regalbuto,
(98) A.U.S.E., cartella 1427: ..Diario Storico Militare de l XVI Corpo d'Armata• . pag. 164 e allegato 177: fonogramma del Comando XVI C. A. n . 01 / 10086/op delle ore 23.40 del 2 agosto 1943. (99) A.U.S.E .. cartella 2229: fonogramma del Comando XVJ C.A. n. 01110142/op del 3 agosto 1943. (100) A.U.S.E., cartella 1427: ..Diario Storico Militare del XVI Corpo d ' Armata• , pag. 176. l' ..ioucilizzazione completa del porto di Catania•. raccomandata da Guzzoni , noo risultò comunque atmata, così come era accaduto ad Au gusta, Siracusa, Porto Empedocle, Trapani e Palermo. (101) A.U.S.E., cartella 2229, fonogramma del Comando 6• Armata n. 17127/op: ..Riepilogo novità ore 04.00 del 3 agosto 1943» e •Bollettino giornaliero delle ore 24.00 del 3 agosto• . (102) U.S. ARMY IN WORLD WAR li: Sicily and the surrender of ltaly, op.cit., pag. 343 e pagg. 347·348.
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anche Centuripe il 3 agosto, sotto la pressione della fresca 78a div. ftr. britannica del Gen. Evelegh (103). Lo sfondamento inglese in quest'ultimo delicato settore scoprì fatalmente sia il fianco sinistro del fronte di Troina tenuto dal gruppo «Fullriede», sia il fianco destro della «H. Goering» a Pietralunga e Paternò. Pertanto il 5 agosto il Gen. Hube fu costretto ad ordinare il ripiegamento dei gruppi «Fullriede» ed «Ens» sulla congiungente Monte Pelato - Troina - Revisotto e l'arretramento della «H. Goering», del gruppo «Schmalz» e dei paracadutisti germanici sul fronte Adrano - Belpasso - nord di Catania (104). Il 5 agosto caddero pertanto nelle mani della 5a div . ftr. inglese Misterbianco e Paternò, mentre Catania, evacuata dalla «H. Goering» e dal 4 o rgt. paracadutisti del Ten. Col. Walther, fu occupata nello stesso pomeriggio dall'acclamatissima 50a div. ftr. britannica. Considerato che anche sul fronte tirrenico il gruppo tattico tedesco «Ulich» era stato costretto, dopo cinque giorni di combattimenti lungo il torrente Caronia, ad arretrare sul torrente Furiano, la sera del 5 agosto l'intero fronte passava dallo stesso Furiano a Monte Pelato e quindi toccava Serra Castagna (dove, come è noto, c'era ancora il l/5° fu. «Aosta» del Ten. Col. Gianquinco), Troina, Revisotto, Adrano, Biancavilla, Belpasso, nord di Catania. Furono in conclusione i successi inglesi nel settore centro-meridionale tra Regalbuto e Centuripe a mettere inizialmente in crisi il forre fronte difensivo di Troina, e non viceversa, come si legge altrove ( 105 ). Nell'illustrare in quel fatale 5 agosto la situazione determinatasi, il Gen. Guzzoni segnalò allo S.M.R.E. i seguenti otto punti qualificanti (106). l . Chiara intenzione inglese di penetrare lungo la direttrice Adrano - Bronte - Randazzo ad ovest dell'Etna. 2. Persistente ed indisturbata azwne aerea nemica lungo il
(103) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, op. cir., pag. 89. (104) A.U.S.E., cartella 2229. marconigramma del Comando 6• Armata n. 17194/op del 5 agosto 1943 indirizzatO allo S.M.R.E. (105) M. PUDDU: Guerra in Italia 1943-1945, op. cir., pagg. 100-101. (106) A.U.S.E., cartella 2229, allegato 805/8: telescriuo del Comando 6• Armata n. 17186/op del 5 agosto 1943 indirizzato allo S.M.R.E.
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fronte e sulle retrovie, che causava la distruzione e la dispersione di artiglierie, di autocarri e di depositi di munizioni. 3. Particolare pressione avversaria contro la div . «H. Goering» c la div. «Sizilien». 4. Apprezzamento dei tedeschi per l'apporto fornito dalle artiglierie italiane a loro disposizione, ma insoddisfazione espressa sul conto delle nostre fanterie a causa del «loro scarso armamento, ma anche per insufficiente resistenza di alcuni reparti della dlvisione Aosta». 5. Immutata tenacia combattiva dei tedeschi, ma loro necessità di accorciare il fronte «per economizzare qualche reparto da impiegare quale riserva alla sinistra divisione 'Goering'». Inoltre sorge.v~o. «anc?e per germanici I?reoccupazioni per rifornimento mumzwm et vtven et per trasporti». 6. «Accordo con Generale Hube per un'aJcra linea di resistenza più arretrata nel caso debbasi abbandonare quella attuale». Tale linea, denominata «di Tortorici», passava a nord deH'Etna e correva approssimativamente dalla stazione di Zappulla, sulla litoranea tirrenica, per S. Salvatore di Fitalia, Galaci, Monte del Moro, Monte Colla, Randazzo, Monte Nero, Giarre, Torre Archirafi. 7. Pessimistica valutazione futura per il continuo aggravamen«dovuto essenzialmente at incontrastata azione to . della . situazione . avtaztone nemtca». 8. Confermato arretramento in Calabria dei reparti dell' «Aosta» e dell' «Assietta» e speranza (poi risultata vana) di ricostituire in Sicilia la div. ftr. «Livorno>> con il rgt. paracadutisti «Nembo» e un rgt. ftr. richiesto a Roma. Contemporanee e insistenti richieste tedesche circa i tempi di afflusso in Sicilia della promessa div. alpina «Alpi Graie», che però· non arrivò mai. Nella notte tra il 5 e il 6 agosto il Comando della 6a Armata fu arretrato da Portella Mandrazzi a Villa Salvati, in zona Portella Armacera presso Messina, in vista del suo definitivo trasferimento in Calabria, attuato, come vedremo, il 10 agosto (107). 7.
tE PREOCCUPAZIONI A ROMA CffiCA UN'AZIONE DI FORZA TEDESCA IN ITALIA
SI
Mentre si svolgevano in Sicilia gli ultimi avvenimenti illustrati, stavano stringendo anche i tempi per l'uscita dell'Italia dal
(107) A.U.S.E., cartella 2124/B: •Relazione de l Comando FF.AA. della Sicilia dal 21 luglio al 17 agosto 1943•, pag. 28.
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conflitto. Al raggiungimento di tale soluzione stavano mirando da tempo difformi gruppi di dissidenza sia all'estero che negli ambienti diplomatici, in quelli militari e in seno alJa stessa Corre. Il risultato non poteva non essere un inevitabile scoordinamento di direttive e di strategie, che condusse fatalmente a quello che severamente De Risio definisce un «caos nei negoziati d'armistizio con gli alleati, con una perdita di dignità e di affidabilità dell' Italia ancora oggi difficilmente valutabili» (108). È comunque vero che in quei primi giorni di agosto 1943 si concretizzavano a Roma le preoccupazioni circa un eventuale colpo di mano tedesco contro le Forze Armate del Regno, anche e soprattutto in seguito alle confidenze fatte il 3 del mese dall' Amm. Canaris, capo dell' Abwehr, al Gen. Amè, capo del S.l.M., su cui ritorneremo più oltre. E proprio il giorno seguente, 4 agosto , lo S.M.R.E. si fece interprete di questi timori con il seguente lungo promemoria indirizzato al Comando Supremo (109). «Ho preso visione del verbale del colloquio odierno fra l'Eccellenza Rossi ed il Generale Westphall. In proposito faccio presente: l. - La pane germanica, che sino a pochi giorni fa si preoccupava tanto di rinforzare I'Iralia meridionale, e che ancora due giorni orsono dichiarava che doveva assolutamente assicurare le comunicazioni e retrovie delle truppe tedesche dislocate in quella parte della penisola, improvvisamente non se ne occupa più , nel senso che si propone di destinare al Nord rutti i rinforzi affluenti in Italia. 2. - Nel centro d'Iralia esisteva una sola G.U. germanica, la 3a divisione Panzergrenadier, dislocata nei pressi del lago di Bolsena. In questi ultimi giorni essa è stata rinforzata mediante l'afflusso di rutti gli elementi in movimento ed in sosta ferroviaria (interruzioni) nell'Italia centrale, ed ora lo è ulteriormente col dirottamento di parre almeno dei 48 treni di coda della 26a divisione corazzata, che avrebbero dovuto proseguire per la zona di Eboli. D ' altra parte, con l'arrivo della 2a divisione paracadutisti, e con l' arresto a Frascati di un «gruppo tattico» della 3a divisione suddetta, originariamente desti naro, pur' esso, alla zona di Eboli , si è costituita a sud di Roma una massa di 8 battaglioni ed alcune batterie.
(108) C. DE RISIO: Generali, (109) A.U.S.E., cartella 2229, 1943. In quello stesso giorno inglese Campbell della volontà
servizi segreti e fascismo, Milano 1978, pag. 220.
promemoria dello S.M.R.E., n. 26/C.S.M. del 4 agosto a Lisbona il marchese d ' Ajeta informava l' Ambasciarorc di pace del nuovo Governo Badogljo. Cfr. M. TOSCANO: Gli archivi militari americam· e gli armistizi italiani del 1943, in cNuova Anrologiv, gennaio 1.966 e R. GUARIGLIA: Ricordi, Napoli 1950, pagg. 587-599.
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3. - Finalmente, fra divisioni già accettate, e di-:isioni preannunciatc, si tende a formare in Liguria, Emilia e Romagna, una massa di quattro divisioni di fanteria (65 a, 76•, 94•, 305 a) e di quattro divisioni corazzate (l • SS, Reich, due indeterminate), raggruppate in due C.A. (SS, 87"), aventi le vie di comunicazione protette, quella del Brennero dalla 44• divisione, e quella di Tarvisio dalla divisione dislocata in Carinzia. 4. - Ne risulta che: le forze germaniche dell'Italia meridionale sono lasciate, per il momento, a loro stesse (nella persuasione - dice la P.G. - che il nemico opererà contro l'Italia settentrionale) (110); la massa germanica dell'Italia centrale è stata e verrà ulteriormente rinforzata (sebbene I'O .K.W. non creda ad un pericolo avversario in zona), e dislocata a nord ed a sud della Capitale; si assume nel l 'Italia settentrionale uno schieramento, che dalla Riviera , per le Alpi marittime e l'Appennino, giunge alla Romagna, a copertura d ella Valle del Po. Militarmente ciò significa che la P.G. intende di assicurarsi, come prima cosa, della Valle del Po , e di mettersi in condizione di difenderla sulla linea montana appenninica, mentre - almeno in primo tempo - assegna al resto d'Italia la semplice funzione di spalto. T al e orientamento viene spiegato colla persuasione - già accennata - che il nemico, data la situazione interna dell'ltalia, tenda a colpire la penisola alla base, anziché all'estremità od al cenuo. Ma esso è conuario a quanto noi pensiamo delle intenzioni nemiche, ed ai nostri interessi (111). Infatti, a meno che noi pure aderiamo al concetto di penare la difesa (o quanto meno - la difesa principale) alla linea Riviera-Romagna, a noi conviene: - di rinforzare tutto il dispositivo difensivo dallà Calabria - Puglie alla Liguria; - di ripartire le masse di manovra in blocchi, grosso modo corrispondenti a: - Italia meridionale - Campania - Lazio - Toscana - Liguria
{IlO) Per P.G. si deve intendere cParre Germanica». A commento di tale affermazione si
deve dire che in verità il 15 agosto seguente il Feldmaresciallo Kesselring, ritenendo con lungimiranza minacciato il golfo di Salerno, insistette presso il 'Comando Supremo italiano affinchè la 16' divisione tedesca avesse l'au tOrizzazione a muoversi dalle Puglie verso Eboli. Ambrosio tentò di opporsi a questo che era tutt'altro che un «convincimento tedesco di uno sbarco alleato nell'Italia settentrionale•, ma aJJa fine dovette cedere alle richieste di Kesselring e la 16' div. fu spostata ad Eboli il 18 agosto. Fu semmai il cComitato per la Ricognizione Strategica• a prevedere il 18 agosto esplicitamente un futuro sbarco nemico cin Sardegna-Corsica.. Cfr. A.U.S.E., cartella no4/C: cOiario Storico del Comando Supremo», fonogrammi del Comando Supremo n . 15923/op e 15988/op del 15 e del 18 agosto 1943 e tele del S.l.M. n. 42315 /op del18 agosto 1943. {111) Questa sicurezza non fu confermata dal Gen. Ambrosio quando, come abbiamo detto nella precedente nora, egli si oppose al trasferimento ad Eboli della t6• div. tedesca perorato da Kesselring.
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5. - Senonché esistono delle circostanze che inducono a pensare che· alle intenzioni militari dell'O.K.W. si accoppino alrre intenzioni . Queste circostanze sono: il fatto che dopo il rivolgimento politico del 25 luglio la P. G. si preoccupa di inviare urgenti rinforzi in Italia, mentre prima, a malgrado degli avvenimenti della Sicilia, se ne preoccupava molto meno; il fatto che detti rinforzi affluiscono in tutta fretta , e penetrano nel nostro territorio, senza preavviso, magari per via ordinaria; il contegno dei reparti e comandi affluenti, che si comportano come in paese occupato, ed accennano (sia pure in singoli rari casi da parre di truppa) ad una marcia su Roma ed alla restaurazione del regime fascista; il consiglio , dato dal Generale Feurstein all'Ecc. Gloria, di scaricare le camere di mina delle opere d'arce della ferrovia del Brennero; la immediata occupazione di dette opere d'arte e l'insistenza di assicurare la protezione teTTestre (contro chi?) dell' anzidetta ferrovia con un'intera G.U. germanica; la destinazione in Italia di un intero C.A. ~ss•. ossia di ingenti uuppe estremistiche per definizione, e di tinta specificatamenre politica (112); i fatti di Atene (telescritto R/3/3477 /S.M. del S.l.M. in data 3 agosto), da cui si desume chiaramente l'esistenza di un piano di disarmo delle forze italiane; il rinforzo della massa germanica situata al centro della penisola, e la sua dislocazione a tenaglia attorno alla Capitale ; la circostanza che nel colloquio coll'Ecc . Rossi il Capo di S.M. deU'O.B.S. annuncia la prossima presa in esame delle dipendenze delle G.U. germaniche in Italia, dipendenze su cui non sarebbe necessaria nessuna discussione. 6. - Alcune delle anzidette circostanze si possono spiegare supponendo che l'O.K.W., inesattamente informato sulla situazione di fatto in Italia, abbia ritenuto che il nostro paese fosse in sfacelo ed in piena anarchia, ed abbia preso le misure per assicurare - ciò malgrado- l'esecuzione del suo piano militare. Come può darsi pure - data la mentalità germanica - che alcuni soctordini abbiano esorbitato - nella pratica applicazione - dagli ordini ricevuti. Comunque l'insieme convince che il Reich abbia l'intenzione, una volta attuato il suo dispositivo militare, di procedere senz'altro (o - quanto meno - qualora l'Italia «non rigasse dritto•) a prendere il mestolo in mano, facendo fuori l'attuale regime , e restaurando quello passato, o sostiruendolo con un governo fantoccio dal Reich stesso manovrato. In questo caso l'Italia si ridurrebbe ad uno Stato occupato , tipo (112) SoltantO il 17 agosto il Gen . von Rimclen comunicò ufficialmente al Comando Supremo con dispaccio n. 0765 /43 la costituzione nell' Italia settenuionalc del cosiddetto cGruppo d 'Armate B• del Gen. Rommel, composto dal LXXXVII C.A. (76 1 , 94• e 305• div.). dal LI C.A. (44• div. e brigata «Doehla•) e dal II C.A. SS (div. «Hitler•, 24• e 65' div.). Cfr. A.U.S.E. , cartella 1504/C: cOiario Storico del Comando Supremo•, giorno 17 agosto 1943.
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Notvegia, Danimarca, ecc., le sue forze armate agirebbero agli ordini tedeschi nell'interesse esclusivamente germanico, ed il paese sarebbe teatro di dure operazioni condotte in ccorpore vili». CONSIDERAZIONI
Senza entrare in merito alle possibili soluzioni in via politica, ossetvo: A) - Come prima cosa, ed in qualunque ipotesi , occorre mettersi in condizione di parare alle eventuali intollerabili intromissioni germaniche di cui al n. 6, oltre che con eventuali misure d'indole politica, anche con provvedimenti d'ordine militare (adeguato , immediato raggruppamento delle forze disponibili). Provvedimenti questi che - come noto - sono sin d'ora e saranno ancora più in seguitO (se completati) in contrasto con le esigenze della difesa contro gli anglosassoni. B) - In vista, poi, di tale difesa è indispensabile definire se essa debba basarsi sul concetto attuale italiano (difesa ad oltranza d eli' intera penisola), o sul concetto attuale germanico (difesa ad oltranza della sola Italia settentrionale). Nel primo caso, le forze germaniche dovrebbe ro assumere le dislocazioni di cui al n. 4. Nel secondo, le forze italiane della penisola, isole tirreniche, Francia e 2 3 Armata, a cominciare dalle più efficienti, dovrebbero essere raggruppate nell'Italia del Nord.»
Per completare l'argomento si ricorda che il 26 agosto il Comando Supremo ammonì l'Ufficio dell'addetto militare germanico, Geo. von Rintelen, che le truppe tedesche allora in affluenza dal Brennero non avrebbero potuto passare il confin e se non dopo la definizione di un regolamento comune per la difesa delle frontiere e che i reparti italiani si sarebbero opposti con la forza a tale passaggio non concordato ( 11 3). Il giorno seguente però von Rintelen rispose a nome dell'O.K.W. con un categorico messaggio in cui si rifiutava di interrompere il flusso dei contingenti germanici «sotto la minaccia delle armi» da parte del Comando Supremo e si assicurava che i movimenti di tali truppe avevano il solo scopo di proteggere le installazioni tedesche nella penisola e «di· aiutare l'Italia nella situazione finora la più difficile di questa guerra» (114).
(113) A.U.S.E., cartella 150410: cDiario Storico del Comando Supremo», tele del Comando Supremo n. 16287/op del 26 agosto 1943 indirizzato all'Ufficio dell'addetto militare germanico in Italia. (114) A.U.S.E., carrclla 1504/0: fonogramma dell'Ufficio dell' addetto militare tedesco in Italia n. Ja/0829/43 del 27 agosto 1943.
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Dopo altri quattro giorni di schermaglie, che tendevano ad addossare sull' interlocutore la responsabilità di possibili futuri incidenti tra reparti italiani di confine e le affluenti truppe germaniche, ma che da una parre e dall'altra miravano in realtà a guadagnare tempo, il 31 agosto - cioè tre giorni prima della firma dell'armistizio di Cassibile - il Comando Supremo dichiarò a Superesercito di ritenere «ormai inutile discutere ancora e conveniente accedere alle richieste germaniche», purché fosse evitato che <<nostre truppe dipendano da Comandi tedeschi» (115).
(115) A.U.S.E., cartella 1504/D: fonogramma del Comando Supremo n. 16155/op del 31 agosto 1943 indirizzato a Superesercito. Lo stesso giorno il Gen. von Rintelen fu sostituito nell'incarico di addetto militare in Italia dal Gen. Toussaint con decorrenza 1• settembre 1943.
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CAPITOLO XII
LA RITIRATA SU MESSINA E LO SGOMBERO DELLA SICILIA (6 - l 7 agosto)
l. LE OPERAZIONI AERONAVALI FINO AL 17 AGOSTO Fin dal 27 luglio la Marina americana aveva stanziato nell' occupata Palermo la cosiddetta Task Force 88 dell' Amm. Davidson, formata dagli incrociatori Phtladelphìa e Savannah e da sei cacciatorpediniere, con l 'incarico di appoggiare l'avanzata della 7 a Armata del Gen. Patton lungo le coste settentrionali della Sicilia (l). Questa divisione navale leggera, incurante del fatto di trovarsi entro il raggio d'azione degli aerei dell'Asse stanziati in Sardegna e nell'Italia centro-meridionale e a distanza di sfida dalla flotta da battaglia italiana dislocata nel golfo ligure, iniziò il 31 luglio una serie di bombardamenti costieri, prendendo di mira le batterie presso S. Stefano di Camastra. Essa eseguì quindi nella notte tra il 2 e il 3 agosto il cannoneggiamento delle retrovie italo-tedesche tra S. Agata di Militello e Capo Orlando (2). In questa circostanza fu colpito, tra l'altro, l'accampamento del Quartier Generale della div. ftr. «Assietta» a Torrenova (3). La diretta minaccia incombente sulle linee di rifornimento lungo la costa settentrionale siciliana, unita al timore di locali operazioni anfibie nemiche, più tardi poi realizzate, e all'evidente ( 1) S.E. MORISON: History of U.S. naval operations in world war -II, vol. IX cic. , traduzione ita.liana a cura dello S.M.E. pag. 298. (2) A.U.S.E., carcella 2229, radiomessaggio del Comando del XVI Corpo d'Armata n. 01110142/op del 3 agosto 1943: «Riassumo degli avvenimenti da lle ore 12.00 del giorno 2 agosto alle ore 12 .00 del giorno 3 agosto 1943». · (3) A.U.S. E., cartella 2124/B: «Relazione sulle ope razioni della d iv. ftr. 'Assieua' dal 9 luglio al 13 agosto 1943», pag. 17.
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mortificazione delle risorse reattive navali italiane in uno specchio d'acqua prospiciente unicamente basi dell'Asse, suscitò un grande risentimento a Roma, aggravato anche da contemporanee e parimenti indisturbate scorrerie di unità navali inglesi lungo le coste orientali della Sicilia. Tra l'altro, infatti, il 2 agosto mezzi sottili britannici avevano preso di mira con l'armamento di bordo le installazioni germaniche presso Fiumefreddo a sud di Taormina. Pertanto alle ore 18.05 del 3 agosto il Comapdo Supremo, al colmo dell'indignazione, questa volta non incentivata da Mussolini ormai esautorato, indirizzò a Supermarina il seguente duro monito (4): «Non est più ammissibile che attività navale nemica nel basso Tirreno e nello Ionio si svolga ininterrottamente senza contrasto da parte nostra».
Era questa in verità una delle prime volte dopo lo sbarco alleato in Sicilia in cui il Comando Supremo si ricordava di avere a disposizione non due ma tre Forze Armate e chiedeva esplicitamente un intervento navale, forse accontentandosi anche di un solo gesto dimostrativo da parte della R. Marina, che pure allineava alla data del l o agosto, come abbiamo visto nel paragrafo l del precedente capitolo, ancora 293 unità, di cui 124 pronte ed efficienti, oltre a disporre , perfino alla data dell'armistizio, di 58.100 tonnellate di nafta (5). Fu così che, dopo un infruttuoso agguato condotto da motosiluranti italiane al largo di Capo Orlando nella notte del 3 agosto e che segnò purtroppo la perdita della Ms. 66, verso la mezzanotte dello stesso 3 agosto Supermarina dettò per telearmonica al Comando Squadra l'ordine operativo 22608 per un bombardamento navale di Palermo, base della Task Force 88 e maggiore scalo dei rinfornimenti per la 7 a Armata americana (6). (4) A.U.S.E. , cartella 1504/B: «Diario Storico del Comando Supremo•, te le del Comando Supremo n. 42183/op delle o re 18.05 del 3 agosto 1943 indirizzato a Supermarina. (5) A.U.S.E., cartella 1504/B: «Diario Storico del Comando Supremo:., giorno l agosto 1943. La disponibilità di 58.100 tonnellate di nafta da parre della R. Marina alla data dell'8 settembre 1943 risulta da UFFICIO STORICO MARINA: La Marina italiana nella seconda guerra mondiale, vol. I: Dati statistici, 2• edizione, Roma 1972, pag. 277. A titolo comparativo si ricorda che una corazzata faceva allora «il pieno» con un massimo di 4.000 tonnellate di nafta, un incrociatore con circa l. 500 tonnellate e un cacciatorpediniere con 500 tonnellate. (6) UFFICIO STORICO MARINA: La Manna ùaliana nella seconda guerra m ondiale, vol. V: Le azioni navali dal l aprile 1941 a/1'8 settembre 1943, op. cit., pag. 479.
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Questa missione venne affidata alla 7 a divisione incrociatori dell'Amm. Oliva con l'Eugenio di Savoia e il Montecuccoii, che salpò da La Spezia la sera del 4 agosto e sostò a La Maddalena, da dove ripartì nel tardo pomeriggio del 5. Giunti all'altezza di Ustica all'alba del 6 agosto, i due incrociatori italiani avvistarono e cannoneggiarono senza risultato una piccola cisterna d'acqua e il cacciasommergibili americano di scorta SC-503, scambiando tali unità per motosiluranti nemiche in agguato. Ciò fu reputato sufficiente dall' Amm. Oliva per interrompere la missione e per rientrare alla base. Il comportamento dell' Amm. Oliva non venne approvato da Supermarina, che ritenne «non veri» i suddeni avvistamenti di motosiluranti effettuati dalla 7 a divisione (7) . Oggi tuttavia sappiamo che, grazie alle decrittazioni radio ULTRA, il nemico conobbe l'esistenza della missione e che quindi quel falso avvistamento e la successiva ritirata furono in verità provvidenziali per le navi italiane (8). All'insaputa dello scampato pericolo, Supermarina volle tentare di cancellare l'impressione, in quel momento accresciuta anziché diminuita, dì una sua parsimonia operativa e decise pertanto di replicare immediatamente l'azione contro Palermo, affidandola questa volta all'Sa divisione incrociatori dell' Amm. Fìoravanzo. Quest'ultimo complesso navale, formato dagli incrociatori Garibaldi e Duca d'Aosta, salpò da Genova alle 20.10 del 6 agosto, sostò anch'esso a La Maddalena, da dove ripartì ventiquattr'ore dopo diretto ad Ustica e quindi su Palermo. Tuttavia alle prime ore d eli' 8 la divisione intercettò un messaggio dì scoperta di un ricognitore tedesco, che segnalava alle 01.45 tre grosse unità a metà strada tra Palermo e Ustica, motivo per cui l' Amm. Fioravanzo, privo di radar in una zona di foschia, ordinò alle 04.00 il rientro alla base (9). Anche questa volta Supermarina mostrò tutta la sua insoddi(7) Ibidem, pag. 484. (8) A. SANTONI : Il vero traditore: il ruolo documentato di ULTRA nella guerra del Mediterraneo, op. cit., pag. 243. Incidentalmente si ricorda che proprio ne lla giornata de l 6 agosto gli americani si impadronirono dell'isola di Usrica, catturando il centinaio di uomini di guarnigione e uovando sul posto oltre duecenro reclusi rra comuni e politici. Cfr. T. DORLING (alias TAFFRA1L): Mediterraneo occidentale 1942· 1945, op. cit., pagg. LI 0-111.
(9) UFFICIO STORICO MARINA: La Marina italiana nella seconda guerra mor1diale, vol. V ci t., pagg. 484-488.
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sfazione, togliendo all' Amm. Fioravanzo, appena giunto a La Spezia, il comando della divisione. Ma è stato nuovamente possibile dimostrare da pochi anni che gli americani, allertati ancora dai segnali ULTRA, attendevano in realtà al varco l'sa divisione con gli assai più potenti incrociatori Savannah e Phtladelphia, accompagnati da due cacciatorpediniere, che, una volta cessato lo stato di allarme, furono lasciati liberi di appoggiare uno sba~co tra S. Agata di Militello e la foce del torrente Rosmarino in quelle stesse prime ore dell'8 agosto {10). Tale operazione anfibia an1ericana, condotta dal II l 30 • ftr. della 3 a divisione, imbarcato su sette LST, sette LCT e un LCI , aveva subito il ritardo di un giorno a c.a usa di un attacco di quattro aerei tedeschi a S. Stefano di Camastra , base di partenza della spedizione, che aveva danneggiato un LST (11). Scopo dello sbarco era quello di aggirare le posizioni tedesche di S. Fratello, che resistevano da due giorni agli assalti del 15 • gruppo tattico reggimentale U.S.A., e di inaugurare una serie di azioni anfibie «a salto di rana» lungo il litorale tirrenico, una volta constatata l'assenza di contrasti navali da parte dell'avversario. Riproposto per 1'8 agosto questo sbarco, come si è detto, fu appoggiato dagli incrociatori Savannah e Philadelphia e venne contrastato soltanto da ventisei F. W .190 germanici, che però non conseguirono alcun successo e pagarono l'incursione con la perdita di tre assaltatori. Ormai però, come vedremo meglio in seguito, le posizioni della 29a div. Panzergrenadier a S. Fratello erano state superate sul fronte a terra, cosicché l'operazione anfibia ebbe il nuovo obiettivo di tagliare la ritirata nemica lungo la costiera 113. La testa di sbarco americana fu tuttavia contenuta presso S. Marco d' Alunzio dalle retroguardie del gruppo «Ulich» che riuscirono ad eliminare questa minaccia sulle retrovie tedesche lungo il litorale (12).
{10) A. SANTONI: Il vero traditore: il molo documentato di ULTRA nella gue"a del Medite"aneo, op. cit., pag. 246. Purtroppo sulla rotta di trasferimento dell 'S' divisione navale da La Spezia a Genova venne affondato il 9 agosro da un sommergibile inglese il cacciatorpediniere Gioberti facente pane della scorta. {11) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sicily and the su"ender o/ ltaly, op. cit., pag. 360. {12) A.U.S.E., cartella 2229: •Diario Storico Militare della 6• Armata>, bollettino delle ore 17 .00 del 9 agosto 1943 del Comando del XIV Corpo d'Armata redesco.
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Rimase invece tagliato fuori sulla riva sinistra del Rosmarino il 435° btg. della XIX brigata costiera (13). · Nonostante il successo solo parziale di questo primo «salto di rana», il Gen Patton decise di effettuare un altro piccolo sbarco a Brolo, ancora con il II/30° ftr. , per la notte tra il10 e 1'11 agosto. Questa nuova operazione anfibia fu più sanguinosa del previsto, poiché il Il/30° ftr. U.S .A., dopo essere sbarcato felicemente presso Brolo da un LST, due LCI e sei LCT alle ore 02.40 dell' 11 agosto, lamentò 99 morti e 78 feriti in seguito ad un successivo contrattacco del 71 o rgt. della 29 a div. Panzergrenadier, da pochi giorni giunto sul posto, appoggiato dal fuoco del 29° rgt. art. della stessa divisione tedesca (14). Gli americani riuscirono comunque a tagliare la ritirata sulla strada costiera a gran parte delle residue artiglierie dell' «Assietta>> e al 500° btg. della XIX brigata costiera, pur non potendo impedire al 71 o rgt. tedesco del Ten. Col. K.ri.iger di sganciarsi e di ripiegare verso oriente al riparo di energici contrattacchi di mezzi corazzati. Contemporaneamente la Luftwaffe tenne impegnate le navi da guerra della Task Force 88, inviando contro di esse nel pomeriggio dell'll ventiquattro F.W.l90 , che procurarono danni superficiali all'incrociatore Philadelphia e al cacciasommergibili PC-542. L'attività della Task Force 88 tuttavia non conobbe soste e alle prime ore del 16 agosto questa divisione nav:~,le americana .fu nuovamente impiegata per proteggere un incontrastato sbarco del 157" gruppo tattico reggimentale a Bivio Salica. Questa operazione anfibia, che avrebbe dovuto svolgersi più ad oriente secondo i suggerimenti del Gen. Ttuscott, cadde nel vuoto , poiché fini su una zona già ampiamente conquistata via terra dal r rgt. ftr. statunitense. Infine il mattino del 17 agosto una formazione anfibia americana occupò senza colpo ferire Lipari e Stromboli (15). Intanto nel settore britannico le unità della Royal Navy continuavano a svolgere giornalmente una serie di bombardamenti
(13) A.U.S.E, cartella 2229, fonogramma del Comando del XVI Corpo d'Armata n. 01/10474/op del 9 agosto 1943 . (14) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the su"ender ofltaly, op. cit., pagg. 393-399. (15) T. DORlJNG (aJjas TAFFRAIL): Medite"aneo occidentale 1942-1945, op.cit., pag. 111.
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costieri, culminati con un cannoneggiam~nto nello Stretto di Messina condotto nella notte era il 9 e il 10 agosto ( 16). Da parte loro gli aerei del II Fliegerkorps eseguirono nelle notti sul 10 e sul 12 agosto due massicce incursioni contro obiettivi terrestri. Nella prima occasione ben centoventotto bombardieri attaccarono in due ondate i porti di Augusta e di Siracusa, danneggiando i cacciatorpediniere inglesi Tynedale e Nubìan, al prezzo però di sette Ju.88. La seconda di dette incursioni fu invece rivolta contro le piste di volo tra Lentini e Agnone ad opera di centoventicinque bombardieri germanici, che distrussero al suolo trenta aerei nemici, perdendone a loro volta dieci. Lo stesso 12 agosto quattro assaltatori F.W.l90, decollati dalla Calabria, bersagliarono presso Augusta un convoglio proveniente da Malta, procurando danni al cacciatorpediniere britannico Ledbury ( 17). Anche gli inglesi condussero a metà mese un'operazione anfibia, sbarcando alle 04 .30 del 16 agosto 400 uomini del zo Commando da due LST ad Ali Marina, a metà strada tra Taormina e Messina. L'azione , protetta dal monitor Roberts e da sette cacciatorpediniere, ebbe tuttavia lo stesso esito dei «salti di rana» americani lungo la costa settentrionale, non riuscendo cioè a tagliare la ritirata su Messina del nemico e nemmeno ad intralciarne le operazioni di sgombero al di là dello Stretto (18). Anzi il reparto inglese sbarcato ad Ali Marina e comandato dal Ten. Col. Churchill fu frenato da demolizioni e da sbarramenti predisposti dai tedeschi in ritirata e fu quindi battuto per poche ore nella sua corsa su Messina dalle avanguardie del r rgt. fu. della 3a divisione americana, che entrarono per prime nell'ambita città all'alba del 17 agosto (19). · In quei giorni di metà agosto, quando era ormai in pieno svolgimento l'evacuazione della Sicilia, altre operazioni aeree a più vasto raggio furono condotte nel Mediterraneo Qccidentale e lungo le coste del Nord Africa dai bombardieri del 26° Srormo tedesco di
(16) A.U.S.E., cartella 2229, fonogramma del Comando del XVI Corpo d'Armata n. Ol/10515/op del IO agosto 1943. (17) A. SANTONI- F. MATfESINI: La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. ci t.. pagg. 444-445. (18) G.W. NICHOLSON: The Canadians in ltaly, op. cit. , pag. 171. (19) Fu soprattutto la distruzione di un pome tra Tremcsrieri e Messina che ritardò di quel tanto la corsa degli inglesi da far perdere loro l'ambita gara con le truppe di Patton . Cfr. M. BLUMENSON: Sicily: whou victory?, op. cit., pag. 146.
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base nella Francia meridionale e dagli aerosiluranti del 132 o Gruppo italiano trasferito in Sardegna. Di pari passo progredivano i bombardamenti delle aviazioni alleate contro i nodi ferroviari e gli aeroporti dell'Italia centro-meridionale, tra cui ricordiamo le incursioni su Viterbo del 29 luglio, su Napoli del l o agosto e su Roma del 13 agosto . Altri bombardamenti contro i campi di volo tedeschi nella Francia meridionale, uniti alle crociere di protezione e di vigilanza, condussero il «Mediterranean Air Command» ad assommare tra il 29 luglio e il 17 agosto ben 27.620 missioni, durante le quali gli alleati distrussero 216 aerei tedeschi e 9 italiani, perdendone 141, oltre ai 59 andati distrutti durante la famosa incursione americana del l o agosto sulle raffinerie di Ploesti in Romania (20).
2. LE OPERAZIONI TERRESTRI DAL 6 AL 9 AGOSTO E L'EVACUAZIONE DELLE RESTANTI UNITÀ ITALIANE (Vds. tavole n. 27 e n. 28) I resoconti americani concordano nel definire la battaglia di Troina, iniziata praticamente il l o agosto, come abbiamo visto nel precedente capitolo, la più sanguinosa tra quelle sopportate dalla 7a Armata di Patton in Sicilia (21). Qui si fronteggiarono fino al 6 agosto in accaniti combattimenti per il controllo dell'importantissima rotabile 120 l'intera l a div. ftr. americana, rinforzata dal 39° rgt. ftr. della 9a divisione, e il reggimento tedesco «Fullriede», appoggiato a sud dal gruppo «Ens>> e alle spalle delle artiglierie dell' «Assietta» e dal 115 o ftr. «Aosta>>, quest'ultimo trattenuto in linea dai tedeschi su Serra Castagna fino al pomeriggio del 6 agosto, nonostante i noti ordini di evacuazione diramati dal Gen. Guzzoni nei giorni 2 e 3 (22). Il Ten. Col. Gianquinco, comandante del I/5 o ftr., si meritò nell'occasione la Croce di Ferro tedesca, ma il battaglione, ritiratosi (20} A. SANTONJ - F. MATI'ESJNI: La partecipazione tedesca alla guerra aeronavale nel Medilen'tZneo 1940-1945, op.cit., pagg.' 446-447 . (21) Secondo Eisenhower in questo settore le truppe dell 'Asse effettuarono ben ventiquattro distinti contrattacchi. Cfr. D.D. EISENHOWER: Crociata in Europa, op. cir., pag. 229. (22) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione sull'attività svolta dai reparti della div. ftr. 'Aosta' dal 4 all'Il agosro 194 3•. pagg. 4-6.
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finalmente verso Pizzo Maulazzo nel pomeriggio del 6, rimase con soli 170 uomini (23 ). Come abbiamo già visto, lo sfondamento effettuato il 3 agosto dalla 78a div. ftr. britannica sulle più meridionali posizioni di Centuripe aveva messo in pericolo il fianco sinistro dello schieramento a difesa di Troina e aveva indotto il Gen. Hube a predisporre il S agosto un arretramento dei gruppi «Fullriede» ed «Ens» fino alla congiungente Monte Pelato - T,roina - Revisotto, nonché un contemporaneo ripiegamento della «H. Goering», del gruppo «Schmalz» e dei paracadutisti germanici sulla linea Adrano - Belpasso - nord di Catania. Pertano lo stesso S agosto le posizioni meridionali di Misterbianco e di Paternò erano state occupate dalla sa div. ftr. britannica e Catania, come è noto, era caduta nelle mani della soa div. ftr. inglese. Le posizioni di Troina rimasero così esposte ad un aggiramento britannico lungo la valle del Simeto e vennero quindi abbandonate dal Ten. Col. Fullriede il 6 agosto nelle mani del 16• gruppo tattico reggimentale statunitense. Sulla via di ritirata verso Cesarò spararono i loro ultimi colpi i superstiti tre semoventi da 90 l S3 del CLXII gruppo, due dei quali riuscirono poi a raggiungere Messina. Il giorno seguente la 9a div. ftr. U.S.A. scavalcò in prima linea la P divisione del Gen. Terry Allen, il quale fu sostituito dal Gen. Huebner a causa di divergenze con l'irascibile Patton (24). Il nuovo fronte della «H. Goering» tra Adrano e Belpasso rimase in piedi soltanto per ventiquattr'ore, cadendo Belpasso il 6 agosto nelle mani della Sa div. ftr. inglese e Adrano nella notte tra (23) Ibidem, pag. 7. Il 1/5" ftr. cAosta» attraversò lo Stretto il 10 agosto sotto attacchi aerei nemici, accompagnato dal Il! btg. e dal Comando dello stesso reggimento, memre il 6" rgt. fu. cAosta» aveva già raggiunto la Calabria fin dal i'S agosto. Il 5" e il 6" rgr. ftr. cAosta» furono poi avviati ad Avellino, dove giunsero il giorno 12, ridoni rispeuivameme a 600 e a 700 uomini, nonostante i rimpiazzi procurati dai centri di raccolta degli sbandati. lbidem ,pagg. 8-11. (24) H. POND: Sicilia, op.cit., pag. 310 e U.S. ARMY IN WORLD WAR Il. Sicily and the surrender of ltaly, op. cit., pag. 347. Il Gen. Patton· è rimasto famoso per i suoi incontrollabili scarti d ' ira, due dei quali veramente inqualificabili. Il 3 e il 10 agosto egli infatti schiaffeggiò in due distinti ospedali da campo in Sicilia (il 15 • e il 93" ospedali di evacuazione) due militari , realmente affetti da malaria e da disturbi al sistema nervoso, e ritenuti invece dal sanguigno Generale americano altrettanti codardi. In seguito all'intransigente quanto giusta condanna dell 'accaduto da parte del Gen. Eisenhower, Parron fu poi costretto a chiedere scusa ai due militari in questione, nonché al personale medico dei coinvolti ospedali da campo. Cfr. M. BLUMENSON: Sicily: whose victory?, op. cir., pagg. 150-1)2 e U.S. ARMY IN WORLD WAR li: Siciiy and the su"ender of ltaly , op.cit. , pagg. 426-431.
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il 6 e il 7 nelle mani della 78a div. ftr. britannica, che la sera dell'8 occupò anche Bronte, mettendo piede sugli antichi poderi dell'Ammiraglio Nelson. Lungo la costiera ionica invece la 50a div. ftr. inglese entrò ad Acireale in quello stesso giorno, avanzando sulla rotabile 114 (25). Sul fronte settentrionale, che correva lungo il corso del corrente Furiano, numerosi assalti del 15 o rgt. ftr. della 3a divisione americana erano stati sanguinosamente respinti dai granatieri tedeschi della 29a divisione del Gen. Fries che, con l'unione dei suoi 15 ° e 71 o rgt. ftr. e del 29 ° rgt. art., aveva assunto la competenza esclusiva su questo settore. Il Comando statunitense allora si affidò alle numerosissime artiglierie disponibili, facendo piovere il 6 agosto sulla fronte del gruppo «Ulich» {15 o rgt. Panzergrenadier), in un settore ampio solo tre chilometri, da 8.000 a 10.000 colpi (26). Contemporaneamente fu sviluppaco un bombardamento navale e un attacco corazzato, che realizzò finalmente un'infiltrazione a sud di S. Fratello e tagliò la rotabile per Cesarò, minacciando aJle spalle lo stesso gruppo «Ulich». Il Gen. Fries fu quindi costretto a ripiegare durante la notte del 7 sul costone di Naso, cioè sull'estremità nord della già prevista linea arretrata denominata <<di Tortorici». Ciò valse ad evitare l'avvolgimento della 29a div. tedesca ad opera del già accennato sbarco statunitense a S. Agata di Militello delle prime ore del1'8 agosto, in seguito al quale rimase però tagliato fuori , come abbiamo accennato, il 435 o btg. della XIX brigata costiera. Da pane loro i resti del I e del II btg. del 29 o rgc. ftr. del!' «Assietta» che come noto erano per il momento esclusi dagli ordini di evacuazione diramati da Guzzoni il 2 e 3 agosto - si dispersero incalzati dal r rgt. ftr. della 3a div. U.S.A. e furono rintracciati presso Galati soltanto il 9 agosto, quando anche Cesarò era caduta nelle mani della 9a div. ftr. americana (27). Per quanto riguardava le artiglierie dell' <<Assietta» incluse nel (25) A.U.S.E., caHella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata:., pag. 186. L'unico reparto italiano ancora in linea ne l settore della «H. Gocring• era ormai il XXIX gruppo an. del Teo. Col. Catazzo. (26) A.U.S.E., canella 2229: cBollettino giornaliero del XIV Corpo d' Armara germanico delle ore 24.00 del 6 agosto 1943•. (27) A.U.S.E., cartella 2124/B: cReluione sulle operazioni della div. ftr. 'Assietta' dal9 luglio al 13 agosto 1943•, pag. 19; cartella 1175 bis, fonogrammi del Comando div. ftr. cAssicttao n. 2732/op dell'S agosto 1943 , n. 2741/op del 9 agosto 1943 e n. 2747/op del IO agosto 1943.
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settore della 29 a div. Panzergrenadier, solo la 3 a btr. da 149 l 13 del CXXI gruppo e la 2a btr. da 105/28 del XLVIII gruppo riuscirono a portare a compimento senza perdite il ripiegamento su Naso. Invece la l a btr. da 75/27 del 1/22 • art. «Aosta>> non dette più notizie di sè, la P e 2a btr. da 149/19 del CLVII gruppo persero lungo la strada tre pezzi su cinque, mentre delle restanti batterie solo un pezzo da 75/27 del III/25° an. raggiunse la zona stabilita. Tra le varie ipotesi si ritenne che durame la notte le batterie italiane mancanti all'appello si fossero «smarrite nei boschi» o fossero state intercettate dai mezzi corazzati o dall'aviazione avversaria (28). La relazione ufficiale americana afferma invece che in quella circostanza «gli italiani non contrastarono seriamente l'avanzata americana» e che «i soldati dell' Assietta si arresero in massa, circa mille al solo battaglione Doleman», cioè al 111/30° ftr. statunitense (29). Comunque sia, le residue batterie dell' «Assietta» sopra elencate, rinforzate da altri due pezzi da 105/28 e da un 149/19, intervennero il 9 agosto contro l'avanzante 3a div. ftr. americana sulla linea di Naso, ma vennero anch'esse sfortunatamente tagliate fuori due giorni dopo dallo sbarco statunitense a Brolo. Pertanto solo due pezzi da 149/19 e un pezzo da 149/13 furono gli unici superstiti dell'artiglieria dell'«Assietta>> e di quella via via messa a disposizione della stessa divisione dai Comandi d'Armata e di Corpo d'Armata nel corso dell'intera campagna siciliana. I suddetti tre pezzi ripararono prima ad Ucria e poi a Messina. Il nuovo LV gruppo del Ten. Col. Arpaia riuscì invece ad aggregarsi ai resti delle artiglierie a disposizione dell' <<Aosta» (due btr. del CLI gruppo e due btr. del XXI gruppo), ritirate dalla linea fino a Randazzo e poi a Messina tra il 7 e il 10 agosto. Infine il 10 agosto, come vedremo meglio in seguito, tutti i residui reparti di fanteria dell' «Assietta» (resti dei citati I e II btg. del 29• fcr.) ricevettero l'ordine di evacuare la Sicilia e di ritirarsi in Calabria (30). (28) A.U.S.E., cartella 11 75 bis, fonogramma del Comando della div. fLr. «Assietta» n. 2741/op del 9 agosto 1943. (29) U.S. ARMY lN WORLD WAR Il: Sicily an d the srmender ofltaly, op. ci r., pag. 366. (30) A.U.S.E., cartella 1427: ·Diario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata», pag. 161; carrella 1175 bis, fonogramma del Comando del XVI Corpo d' Armara n . 01110433/op dell'8 agosto 1943 e fonogramma del Comando della div. frr. •Assiena» n. 2765/op dell'll agosto 1943 ; carrella 2124/B: cRelazione sulle operazioni della div. fu. 'Assietta' dal 9 luglio al 13 agosto 1943•, pagg. 19-21.
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Ripiegate in funzione dì difesa costiera o destinate a traghettare in Calabria a partire dal 3 agosto - in base ai noti radiomessaggi di Guzzoni n. l 7118 e n. l 715 2 dei giorni 2 e 3 - sia le fanterie dell' «Aosta» (escluso per il momento il l/5 o ftr.) sia il Comando della fanteria divisionale del!' «Assietta» e ritirati dal fronte tra il 6 e il lO agosto il l/5 o ftr., il I e II btg. del29 o ftr. e tutte le artiglierie italiane, il Geo. Hube rimase con le sole unità germaniche a gestire la linea del fuoco nell'ultima settimana della campagna siciliana. Il comandante del XIV Corpo d'Armata corazzato tedesco , che come è noto dirigeva fin dal 2 agosto tutto il fronte siciliano, aveva previsto di contenere l' avanzata nemica su tre estreme linee di resistenza. Infatti nella relazione ufficiale del Gen. Guzzoni, sotto la data del 6 agosto, si legge quanto segue (31): «L'ordine del Comando del XIV C.A. prevedeva ulteriori ripiegameoti: - Notte sull'8 agosto: S. Agata di Militello- Pizzo Fontanazzo - Monte Soro · - bivio per Bronte - zona 3 km a sud est di Monte Ruvolo - Monte S. Leo. - Notte sul 10 agosto: ovest di Rocca C. - S. Marco d' Alunzio - Rocche del Crasto - Serra del Re - Serra Candela - Monte Maleno - Monte Etna. Con ciò, a partire da Monte Maletto erano raggiunte le posizioni definite di resistenza (linea Tortorici). - Notte sul 12 agosto: la 29 a divisione e la 15 a e l'estrema ala destra della divisione cGoering» dovevano raggiungere la definitiva linea di resistenza (linea Tortorici)».
Si ricorda che la «linea di Tortorici», obiettivo finale di tale ritirata a sbalzi tedesca, costituiva il fronte di estrema dif