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luglio 1943 » 525 Ordini del Comando 6a Armata n. 17152/op del 3 agosto 1943 » 529

Trapani e tra Agrigento e Catania. Le più importanti linee secondarie invece erano e sono tuttora quelle che accedono alle zone meridionali e sud orientali.

ROTABILI

La rete stradale ordinaria statale aveva nella stessa epqca uno sviluppo quasi analogo a quello ferroviario, di circa 2.000 chilometri, cui si debbono aggiungere altrettanti chilometri di vie secondarie radiali o di raddoppi.

Dalle rotabili costiere, che uniscono le principali località litoranee, si dipartono numerose strade che nel!' insieme costituiscono quasi un reticolo, con convergenza verso Palermo, più marcata nella Sicilia occidentale e meno sensibile nella zona orientale. Possiamo tentare di suddividere la rete viaria in tre settori. - Da Palermo ad Agrigento, seguendo in gran parte la valle del Platani, corre la rotabile Misilmeri-Lercara Friddi-Casteltermini-Aragona (larghezza m. 6 con pendenze superiori al 7% e sviluppo di 90 chilometri). Tale rotabile ha un raddoppio nella Palermo-Piana dei Greci - Corleone - Prizzi - Bivona - Raffadali (anch'essa larga m. 6 e con pendenze superiori al 7%), a sua volta raddoppiata con larghezza di m. 4 nel tratto Corleone - Agrigento dalla Bisacquino - Chiusa Sclafani - Burgio - Ribera, da dove raggiunge poi la costiera n. 115. - Ad ovest di tale fascio di comunicazioni, in senso meridiano, si nota un'altra serie di rotabili, che partenti da Marsala, Mazzara, Castelvetrano e Sciacca convergono sulla rotabile settentrionale 113 attraverso i nodi di Calatafimi, Salemi, S. Ninfa, Gibellina, Partanna e S. Margherita di Belice. La stessa rete è completata dalla Trapani - Castellammare che prosegue lungo la costa tirrenica e che costituisce poi un raddoppio della Trapani Alcamo. - Dalla litoranea Messina - Siracusa n. 114 sullo Ionio si dipartono tre principali itinerari con andamento longitudinale, gli ultimi due dei quali raggiungono la Palermo - Lercara Friddi Agrigento. Innanzi tutto la rotabile n. 120 che collega Randazzo Troina - Nicosia - Petralia - Cerda e che raggiunge la litoranea tirrenica n. 113 nel tratto ad est di Termini Imerese. La seconda rotabile longitudinale è l'importante n. 121 tra Catania - Paternò -

Regalbuto - Agira - Enna - S. Caterina Villarmosa - bivio di Roccapalumba. Infine la rotabile Siracusa - Caltagirone - Piazza Armerina - bivio per Enna - Caltanissetta - Canicattì - Agrigento, che assume via via le numerazioni di 124, 117 bis e 122.

Tutti e tre questi itinerari longitudinali sono uniti dalla principale trasversale S. Stefano di Camastra - Mistretta - Nicosia Leonforte - Piazza Armerina - Gela.

Dalla Gela - Piazza Armerina (n. 117) si diparte ipvece un collegamento, che da Ponte Olivo passa per Riesi e Sommatino e giunge a Canicattì e quindi ad Agrigento. Infine l'itinerario Siracusa - Piazza Armerina - Caltanissetta raccoglie dal versante orientale e meridionaJe, che sarà interessato allo sbarco, numerose rotabili secondarie.

CAPITOLO II

PROGETTI E PIANI ALLEATI

l. I PRIMI PROGEffi INGLESI DEL 1940-1941 RIGUARDAN-

TI LA SICILIA

Il primo progetto britannico inteso ali' occupazione di un lembo di territorio metropolitano italiano prese addirittura vita nell'ottobre 1940 ed ebbe per oggetto l'isola di Pantelleria. Un piano di· sbarco avente tale obiettivo (operazione WORKSHOP), affidato comunque a soli reparti di Commandos:- venne -infatti redatto alla fine di quel mese, molto prima cioè della famosa controffensiva del Generale Wavell in Mrica Settentrionale ed anzi in un momento in cui l'Armata britannica in Egitto aveva dovuto arretrare su Si di El Barrani in seguito ali' offensiva di settembre del Generale Graziani (l).

A spiegazione di tale apparentemente illogica collocazione temporale di siffatta operazione occorre dire che il piano WORKSHOP era determinato non da motivazioni militari, ma psicologico-propagandistiche, essendo esso nato in seguito a ricorrenti informazioni giunte a Londra in quel periodo circa i! mediocre morale italiano soprattutto in Sicilia e nelle isole adiacenti e circa le crescenti ambizioni di autonomia locale (2).

Sempre da motivazioni d'ordine morale e psicologico e non dali' andamento delle operazioni belliche in Africa Settentrionale fu ispirato il successivo e ben più importante progetto d'invasione della Sicilia vera e propria, che annullò il più modesto piano di sbarco a Pantelleria. Si trattò della cosiddetta operazione INFLUX,

(1) Per i documenti originali sull'operazione WORKSHOP cfr. Public Record Office di Kew Gardcns a Londra (d'ora in poi abbreviato in P.R.O.), fondo ADM 20), cartella l l. (2) Cfr. ad esempio l'informazione provenienre dalla rappresentanza diplomatica polacca presso il Vaticano e datata 5 settembre 1940 io P.R.O., fondo FO 371, carrella 2496:>.

nata nel dicembre 1940 da ulteriori informazioni che garantivano a Londra la scarsa volontà di resistenza italiana, suffragare questa volta da alcune contemporanee e segrete «aperture» per giungere ad un armistizio con alcuni esponenti definiti genericamente antifascisti (3). . In questa circostanza le prime notizie circa un decadimento delle energie difensive del popolo e delle Forze Armate del Regno d'Italia pervennero a Londra addirittura attraverso il presidente cecoslovacco Benes e furono condensate dall'Ufficio del rappresentante britannico presso il governo cecoslovacco in esilio in un rapporto inviato al Ministro degli Esteri Lord Halifax il 26 novembre 1940 (4). Occorre sottolineare che in quel periodo si erano già verificati i primi insuccessi militari italiani in Grecia e si era già svolto l'attacco aeronavale britannico contro la flotta a Taranto, ma non era stata ancora lanciata dagli inglesi la fortunata controffensiva in Cirenaica, che avrebbe potuto avere più dirette connessioni strategiche con la Sicilia. Nel rapporto del 26 novembre 1940 erano forniti in conclusione alcuni esempi del basso morale italiano che, secondo Benes, aveva grandemente preoccupato l'addetto militare tedesco a Roma, von Rintelen, recatosi a Berlino per riferire a tinte fosche la situazione nella penisola (5 ).

Altre informazioni dello stesso tenore furono inviate a Londra dalle rappresentanze britanniche a Ginevra e a Washington il 3 e il 4 dicembre 1940, cioè sempre prima della famosa controffensiva di Wavell in Cirenaica, e nella prima di esse emergeva la chiara consapevolezza inglese della resistenza opposta dal Generale Badoglio alla campagna di Grecia (6).

Il principale supporto a queste informazioni sul decrescente morale italiano venne però dall'Ambasciata britannica a Stoccolma, che diresse una lunga e articolata trattativa per la resa di tutta o di parte della flotta italiana, che in tal caso avrebbe dovuto riparare nei porti di una costituenda «Cirenaica libera» (7). Questi ultimi

(3) P.R.O. fondo PREM 3, cartella 234: «lnflux• operation (Invasion of Sicily), December 1940 · February 1941 . (4) P.R.O., fondo FO 371, cartella 24965 citata. (5) P.R.O., fondo FO 371. cartella 24965: rapporto della Rappresentanza britannica presso il Governo provvisorio cecoslovacco in data 26 novembre 1940, prot. n. 36. (6) P.R.O., fondo FO 371, cartella 24965: rapporto del Console britannico a Ginevra n. 281 del 3 dicembre 1940 e rapporto del marchese di Lothian da Washington n. ·2907 del 4 dicembre 1940. Vds. anche allo stesso proposito il rapporto dell'Ambasciatore inglese a Budapest n. 598 del 23 dicembre 1940. (7) Cfr. per tutta la vicenda cStoria Illustrata• di marzo e ottobre 1981 e di agosto e settembre 1982.

contatti segreti iniziarono nel novembre 1940, ebbero il massimo sviluppo tra il gennaio e il marzo e proseguirono almeno fino all'autunno 1942, per poi confondersi tra le molteplici iniziative di quel periodo miranti direttamente all'armistizio. · È comunque interessante notare che la loro diretta incidenza su li' accennato piano INFLUX è stata confermata da un'insospettata ed autorevole fonte. Si tratta del conosciutissimo volume sullo sbarco .in Sicilia dello storico inglese Hugh Pond, tradotto e pubblicato in Italia fin dal lontano 1964 e di cui riferiamo le seguenti sintomatiche rivelazioni, fino ad oggi passate pressochè inosservate per mancanza di dati di riscontro (8).

«Nel 1940 l'Ambasciata inglese a Stoccolma riferì che, secondo le dichiarazioni di un grande industriale italiano, era già vivo nei suoi connazionali un profondo risentimento perché l'Italia era diventata un satellite della Germania nazista. Il Foreign Office diramò ai suoi diplomatici residenti all'estero istruzioni perché fossero accolti con i minimi onori eventuali navi italiane che entrassero in poni britannici o cittadini italiani che si avventurassero in territori controllati dagli inglesi. Quella notizia, aggiunta ad altre provenienti dall'Italia stessa, diede il via a una serie di piani che si sarebbero rinnovati ogni anno, dal 1940 al 1943. Il primo di quei piani, chiamato INFLUX, fu progettato a Londra dai Capi dello Stato Maggiore unificato nel 1940 e costituì la base di tutti i futuri schemi di sbarco sulle coste siciliane•.

Se esaminiamo ora più da vicino questo piano INFLUX sulla scorta delle carte ancora inedite di Churchill abbiamo effettivamente la prova che esso fu basato sulla convinzione di un ridotto morale italiano e non sulle sorti della controffensiva inglese in Mrica Settentrionale (9). È al proposito assai esplicito il memorandum inviato a Churchill il 27 dicembre 1940 dall'Ufficio Piani del War Office, in cui subito si puntualizzava quanto segue.

«In relazione ai nomi progetti per l'eliminazione dell'Italia dalla guerra abbiamo predisposto un piano per l'occupazione della Sicilia (Jnflux). Esso è basato sulla riduzione del morale in Italia, capace di offrire solo una limitata resistenza. Il punto fondamentale del nostro piano è rappresentato dal fattore tempo. Non ci possiamo permettere di aspettare che i tedeschi accorrano in Sicilia e dobbiamo prendere l'iniziativa al momento cmciab {10).

(8) H. POND: Sicilia, Milano 1964. pag. 43. (9) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 234: «lnjlux• operation (Irwasion of Sicily), December 1940-February 1941. (10) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 234 citata.

Seguivano i particolari del piano, che prevedeva sbarchi diretti all'occupazione preliminare di Catania e poi di Messina, con l'iniziale messa a terra di quattro battaglioni e di mille Commandos, seguiti nello stesso giorno da una brigata rinforzata con un reggimento corazzato e poi da un'altra brigata e da elementi 9ella R.A.F. Entro il diciottesimo giorno dallo sbarco sarebbero infine giunte in Sicilia direttamente dalle isole britanniche altre due .brigate. Ordini in tal senso furono inviati il 31 dicembre al Generale Wavell, all'Ammiraglio Cunningham, comandante della «Mediterranean Fleet:l), e al Governatore di Malta; ma forti dubbi sulla possibilità di eseguire effettivamente lo sbarco vennero di lì a poco espressi dal Primo Lord del Mare, che ia. un messagio allo stesso Cunningham del 24 gennaio 1941 sotrolineò sconsolatamente la realizzazione del temuto consolidamento tedesco in Sicilia. «Ciononostante - puntualizzava il Primo Lord del Mare l'importanza della Sicilia per la nostra strategia mediterranea è tale che noi dobbiamo avere sempre pronti dei piani per la sua conquista nel caso che si verifichino impreviste circostanze a no1 favorevoli, come ad esempio una dissidenza tra gli italiani e 1 tedeschi» ( 11). ' L'intervento tedesco in Sicilia, iniziato nel dicembre 1940 con l'arrivo sull'isola del X Fliegerkorps, nonché la successiva decisione inglese di destinare truppe e mezzi dell'Armata di

Wavell al fronte greco non solo portarono alla cancellazione del piano INFLUX il 4 febbraio 1941, ma interruppero anche la vittoriosa avanzata britannica· in Cirenaica e, all'interno dell'Italia, attenuarono notevolmente le manovre della dissidenza. È comunque il caso di ribadire che, a differenza di quanto si sarebbe indotti a credere in un primo momento, quesro esaminato primo progetto inglese di sbarco in Sicilia venne determinato dal desiderio di Londra di approfittare del riferito decadimento del morale italiano alla fine del 1940 e non nacque invece dalla volontà di sfruttare militarmente l'imprevista grande vittoria del Gen. Wavell in Cirenaica, che del resto non si era ancora delineata al momento della pianificazione di INFLUX. Motivazioni più articolate ebbe invece il successivo piano inglese d'invasione della Sicilia, denominato WHIPCORD e studia-

(1 1) P.R.O., fondo PR.EM 3. canella 234. dispaccio del Primo Lord del Mare n. 790 del 24 gennaio 1941.

to tra il 17 e il 30 ottobre 1941. Esso prevedeva una serie di sbarchi a Catania, Augusta, Palermo e Milazzo da effettuarsi il 9 dicembre 1941 nella presunzione, poi non realizzata, che l'offensiva CRUSADER in Mrica Settentrionale avrebbe ponato alla stabile e definitiva conquista degli aero poni cirenaici ( 12).

Tuttavia anche il progetto per WHIPCORD, cancellato il 30 ottobre 1941, rifletteva la convinzione britannica di un prossimo collasso italiano e di una perdurante pretesa di autonomia da parte della popolazione dell'isola. Ne forniscono altrettante prove le numerose informazioni giunte a Londra tra l'agosto e l'ottobre 1941 da Washington, dalla rappresentanza del Governo polacco in esilio e dalla Svizzera e contenenti assicurazioni sulla disponibilità dei separatisti siciliani (13 ). Ne dà conferma poi un preciso rapporto del Joint lntelligence Committee di Washingcon del 28 ottobre 1941 in cui, sulla scona di informazioni dell'Ambasciata americana a Roma, si accennava ali' esistenza in Italia di un gruppo di dissidenti facenti capo a Badoglio e si suggeriva senz' altro un sollecito sbarco britannico in Sicilia (14).

A dipingere la situazione nell'isola a tinte ancor più rosee per gli inglesi si intromise infine, con molta fantasia, il Conte Sforza, il quale dai lontani Stati Uniti fece sapere agli alleati il 3 giugno 1942 che la Mafia era attivamente filo-britannica, che «in Sicilia si verificavano terribili sabotaggi e una resistenza passiva» e che «quasi ogni giorno i soldati tedeschi sull'isola erano presi di mira dalla (15 ).

Nonostante però questi incoraggianti rapponi provenienti da ogni dove, gli alleati decisero di non illudere troppo gli italiani dissidenti in generale e i siciliani in particolare prima dell'effettiva invasione dell'isola (16). Essi si sforzarono invece di dimostrarsi

(12) Per questo nuovo piano cfr. P.R.O., fondo WO 19J, cartella 810: •Whipcord•: invasion of Sicily, October 1941; fondo PREM 3. cartelle 503/112/3: •Whipcord• operalion. October · November 1941; fondo ADM 205, cartella 11: •Whipcord•. October 1941 e fondo WO 169, cartella 915: G. Plans. january · December 1941. (13) Vds., ad esempio, olue alle fonti già citate, P.R.O., fondo FO 371, canella 33251: Memorandum on Sicily under ltalian rule, pag. 12. (14) P.R.O., fondo FO 371, cartella 29931: lntemal situation in ltaly 1941, rapporto JJIC/Ml/61/41 del 28 ottobre 1941. Sul legame ua il depresso morale italiano e l'operazione WHIPCORD cfr. anche F. BANDINI: Vita e morte segreta di Mussolini, Milano 1978, pagg. 198·199. (15) P.R.O., fondo FO 371, cartella 33251 cit., pag. 16. (16) P.R.O., fondo PREM 3. cartella %5/2: Propaganda in enemy cotmtries. Psychologi· ca/ warfare in connection with •Husky• operalion (Sictly).

subito genericamente disposti a scindere le soni del popolo italiano dalle responsabilità del regime fascista, sulla base del resto del famoso appello radiofonico di Churchill del 23 dicembre 1940 (17).

2· . LA SITUAZIONE STRATEGICA NELLA PRIMA METÀ DEL 1943 E LE CONFERENZE INTERALLEATE DI CASABLAN-

CA, W ASHINGTON E ALGERI

All'inizio del 1943 poteva già essere intravisto il «turning point» della guerra. In Russia la catastrofe di Stalf.ngrado mise fine ai sogni hitleriani di uno «spazio vitale» all'est; nel Pacifico i giapponesi avevano dovuto subire, dopo Midway, l'ancor più decisiva sconfitta di Guadalcanal che dette inizio al riflusso delle loro fonune; nel Mediterraneo la controffensiva di Montgomery dopo El Alamein aveva ponato alla conquista di tutta la Libia, mentre con gli sbarchi nell'Africa Settentrionale francese ( operazione TORCH) gli alleati avevano chiuso nella morsa tunisina le residue forze itala - tedesche. Infine anche la battaglia dell'Atlantico cominciava a volgere a favore degli anglo-americani, anche grazie ai nuovi sistemi di localizzazione degli U-boote, tra cui il sempre più affidabile ULTRA Intelligence (18).

In questo quadro generale, tra il 14 e il 23 gennaio 1943 Roosevelt, Churchill e i Capi dT Stato -Magg10re congmntt si riunirono nella conferenza di Casablanca, dopo deClinato l'invitò per non assentarsi da Mosca durante lo svolgimento della controffensiva di Stalingrado.

Era quello un momento assai delicato per la scelta delle future operazioni belliche da pane anglo-americana, in considerazione dell'aumentato potere contrattuale dello stesso Stalin. Infatti le contemporanee vittoriose controffensive sovietiche non erano di ceno controbilanciate in campo anglo-americano dalla riconquista della penisola di Papua in Nuova Guinea e dall'ormai prossima

(17) P.R.O., fondo FO 898, carrella 349: War of 1939· 194). Politica/ warfare execulive. •Husky•: invasion of Italy. L'appello radiofonico di Churchill del 23 dicembre 1940 è invece riscontrabile in P.R.O., fondo FO 371, carrella 24967 e cartella 33247. (18) Atrualmente (inizio del 1983) sono disponibili nel Public Record Office di Kew Gardens quaranta canelle relative alle decrittazioni ULTRA contro i sommergibili tedeschi. Cfr. DEFE 3, cartelle da 705 a 744: Teleprinted Jranslatiom of decrypted German U-boat tra !fie. December 1942 · May 1945.

conclusione della lunga campagna di Guadalcanal (19). Perfino la imminente occupazione di Tripoli veniva allora propagandisticamente oscurata dali' evidente incapacità alleata di spingersi verso Tunisi con rapidità.

Insomma sembrava che su quell'ideale tavolo da poker la mano fosse passata decisamente a Stalin che, pur assente, era in grado di far udire a chiare note fino a Casablanca le sue rinnovate pretese per l'apertura immediata di un secondo fronte sul continente europeo.

Nell'ambito della conferenza si formarono immediatamente due correnti dottrinarie: quella americana, soprattuto rappresentata dal Gen. Marshall, desiderosa di conservare intatte le risorse alleate per un prossimo attacco attraverso la Manica, e quella inglese che, con inoppugnabili dati statistici, faceva rilevare pur a malincuore che contro le prevedibili 44 divisioni tedesche in territorio francese gli alleati avrebbero potuto a mala pena raccogliere nel Regno Unito per il settembre 1943 soltanto 24 divisioni (20). del momento, era quindi preferibile per gli inglesi proseguire nella cosiddetta «strategia periferica», mirante a sottrarre dalla difesa della «FQrtezza Europa» almeno 55 divisioni tedesche_._di stanza in Francia e sul fronte orientale, per proteggere il fronte sud e i Balcani. In ultima analisi tale strategia periferica poteva anche determinare il crollo dell'Italia, di cui a Londra si conoscevano le condizioni morali, e l'intervento in guerra della Turchia. In conclusione soltanto con questo attacco al «molle ventre dell'Asse» sarebbe stata sfruttata pienamente l'apertura del Mediterraneo iniziata con l'operazione TORCH e sarebbero sorte maggiori prospettive di successo per la futura invasione oltre Manica (operazione inizialmente denominata ROUND-UP, con pane organizzativa chiamata BOLERO) (21).

La decisione alleata non fu facile, anche perché nello stesso campo britannico, e soprattutto nelle alte sfere dell'Ammiragliato, era fortemente radicata la convinzione che procrastinare troppo a lungo l'invasione della Francia settentrionale avrebbe prolungato le

(19) Cfr. A. SANTONI: Storia generale della gue"a in Asia e nel Pacifico 1937·1945, vol. Il: Il n/lusso della marea, Modena 1978, pagg. 7)-165. (20) HER MAJES1Y'S STATIONERY OFFICE: Grand Strategy, vol. IV a cura di M. HOWARD, Londra 1972, pagg. 252-254. (21) E.B. POTTER-C.W. NIMITZ: la grande gue"a sui man', Milano 1965, pagg. 173-174.

/ asfissiami perdite di naviglio mercantile, ammontanti ad una media

lmensile di 500-600 mila tonnellate, ad opera degli U-boote tedeschi operanti dal golfo di Biscaglia.

La storiografia sulla conferenza di Casablanca, soprattutto quella americana e marxista, punta troppo spesso il dito accusatore su Churchill, raffigurandolo come un prevenuto oppositore del piano di sbarco oltre Manica, al deliberato proposito anti-sovietico di impedire la creazione di un secondo fronte per il 1943. A tale riguardo si dimentica il preciso ammonimento che lo stesso Churchill aveva indirizzato ai suoi Capi di il 9 novembre 1942, cioè proprio all'inizio degli sbarchi in Africa Settentrionale. Il premier inglese in quell'occasione infatti così si era espresso (22);

«Sarebbe assai spiacevole che lo sfruttamento del successo dell'operazione TORCH e della battaglia di El Alamein si limitasse nel 1943 all'occupazione della Sicilia e della Sardegna ... L'esecuzione nel frattempo dell'operazione TORCH non può costituire una scusa per starcene inoperosi durante il 1943 e per accontentarci di sbarchi in Sicilia e in Sardegna e di qualche altra operazione sul tipo di quella di Dieppe, che si può considerare al massimo come un esperimento.... Si può credere realmente che i russi saranno soddisfatti di vederci a tal punto inoperosi durante tutto il 1943, mentre Hitler ìi sottoporrà ad una terza torchiatura?».

Allo stesso proposito si tace sovente anche della lettera che il 24 novembre 1942 Churchill aveva inviato a Roosevelt e nella quale tra l'altro si affermava quanto segue (23 ):

«Mi sembra che sarebbe una decisione gravissima rinunciare all'opera- l zione ROUND-UP. L'operazione TORCH non può affatto sostituiila dato che essa impegna soltanto 13 divis.ioni di fronte alle 48 previste per quella ROUND-UP. Tutte le mie conversazioni con Stalin, presente Averell, si fondavano sul presupposto del rinvio dell'operazione ROUND-UP, ma non si lasciò mai supporre che non avremmo tentato di creare un secondo fronte in Europa nel 1943, o magari neppure nel 1944:..

Indiscuribile ci sembra quindi la buona fede di Churchill, così com obiettiva difficoltà alleata a mantenere fede ai precedentie un po' troppo frettolosi progetti per un sollecito sbarco oltre NtaniCa. Fu pertanto una più accurata e serena valutazione delle loro non tnflrùte riso:rsenei confronti di q uelle _ tedesche in Francia _ .f..hL_convmse gli anglo-americani, con Churchill in testa, ad

(22) W. CHURCHlLL: La seconda guerra mondiale, ediz. Oscar Mondadori, Milano 1970, vol. VUI, pagg. 283-284. (23) Ibidem, pag. 286.

orientare i loro progetti in altra direzione e ad accontentarsi di allargare nel1943 il loro dominio nel Mediterraneo.

In tale bacino esisteva SJ.It>iro la_possibilità di organizzare due operaziOni anfibie alternative: quella contro la Sicilia (operazione HUSKY) e quella contro la Sardegna (operazione BRIMSTONE). L'invasione di quest'ultima isola fu indicata come preferibile dall'Ufficio Piani Com binati e soprattutto dal Gen. Eisenhower e da Lord Mountbatten, considerando che essa poteva essere realizzata tre mesi prima e rammentando la migliore localizzazione dei suoi aeroporti per un più proficuo martellamento dell'Italia Settentrionale (24). Churchill però, appoggiatO dall'Ammiraglio americano King, insistette per uno sbarco in Sicilia, da approntare al massimo per il mese di luglio e possibilmente per giugno, considerando la conquista di tale isola più importante per il controllo dell'intero Mediterraneo, di più elevata pubblicizzazione di fronte ai russi e di più vasta portata psicologica sul già ridotto morale del popolo italiano. Infine la sua maggiore vicinanza alle sponde africane avrebbe consentito un più massiccio appoggio aereo allo sbarco (25).

Il 18 gennaio 194 3 l'invasione della Sicilia venne accettata dai partecipanti alla conferenza di Casablanca e fissata poi per la fase di luna favorevole del 25 luglio o del 22 agosto. Gli obiettivi generali erano così identificati: a) rendere più sicura la linea di comunicazione marittima che attraversava il Mediterraneo; b) allentare la pressione tedesca sul fronte russo; c) intensificare la pressione sull'Italia; d) agevolare le trattative per indurre la Turchia ad entrare in guerra a fianco degli alleati (26).

Nella successiva conferenza «Trident» tenuta a Washington dal 12 al 26 maggio 1943, appena dopo la vittoria in Tunisia, i delegati americani raccomandarono che le operazioni nel Mediterraneo rimanessero sussidiarie rispetto a quelle in preparazione nella Manica e, per rafforzare le loro argomentazioni, minacciarono di dare la precedenza al teatro del Pacifico. Il massimo che Churchill ottenne nella conferenza «Trident» fu quindi la promessa che il

(24) W.G.F. JACKSON: La battaglia d'Italia, Milano 1978, pagg. 22-23. (25) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 22711: cBn.mslone• (Sardinia) 11ersus cHusky• ·(26) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: Grand Strategy, vol. IV cit., pag. 254.

Comitato dei Capi di S.M. alleati avrebbe predisposto, in relazione all'andamento delle operazioni in Sicilia, quelle ulteriori campagne limitate alla Sardegna e alla Corsica, ritenute idonee allo sfruttamento del successo e tese all'eliminazione dell'Italia dal conflitto (27). I Capi di S.M. non invece per. il momento la proposta di Churchill di continuare una campagna impegnativa nella penisola italiana dopo HUSKY, ispirata dal desiderio di non lasciare inoperose le truppe alleate nel Mediterraneo io attesa dell'approntamento dell'operazione anfibia oltre la Manica.

A questo punto Churchill pregò il Gen. Marshall di accompagnarlo da Eisenhower ad Algeri per influire direttamente sul comandante supremo delle truppe anglo-americane nel Mediterraneo.

Tra il 29 maggio e il 3 giugno si tenne quindi ad Algeri, nella villa del Gen. Eisenhower, una riunione alla presenza di Churchill, dei Generali Marshall, Alexander, Alan Brooke, Ismay, Bedell Smith, del Maresciallo dell'Aria Tedder e dell'Ammiraglio Cunningham. Innanzi tutto venne confermata la necessità di impadronirsi preliminarmente dell'isola di Pantelleria (operazione CORKSCREW e nome in codice dell'isola HOBGOBLIN), la cui conquista era fissata per l' 11 giugno. A tale proposito i responsabili alleati esclusero che l'attacco a Pantelleria avrebbe impedito la sorpresa per l'operazione principale HUSKY, poiché il possesso di quest'isola avrebbe potuto indicare semplicemente la volontà anglo-americana di assicurarsi la libertà di navigazione nel canale di Sicilia (28).

In quella stessa riunione di Algeri poi Churchill insistette nuovamente per ottenere dai militari garanzie per un proseguimento della campagna in Italia dopo l'occupazione della Sicilia. Al massimo,come si è detto, i Capi militari americani sembravano disposti a realizzare future operazioni anfibie contro la Sardegna (operazione BRIMSTONE) e la Corsica (operazione FIREBRAND), ma alla fine Eisenhower fu indotto da Churchill a promettere che «Se la Sicilia fosse stata occupata facilmente emro il 15 agosto egli

(27) U.S. ARMY IN WORlD WAR II: Sicily and the surrender of ltaly, a cura di A.N. GARLAND ·H. McGAW SMYTH. M. BLUMENSON, Washington 1965, pagg. 18·19. (28) P.R.O., fondo PREM 3. cartella 227/4: . Husky• opera/ton (Sicily): plans and directives.

sarebbe stato propenso a marciare direttamente contro l'Italia continentale» (29).

In verità l'obiettivo di eliminare il più debole partner d eli' Asse appariva in quell'epoca e con le forze alleate disponibili come l'unico serio mezzo per portare un indiretto.aiuto ai russi, come ebbe a scrivere lo stesso Churchill a Stalin il 13 giugno (30). Con l'invasione dell'Italia e con la sua eliminazione del conflitto, reputata sempre più a portata di mano, gli anglo-americani infatti avrebbero costretto la Germania ad accorrere in forze nella penisola, a sostituire le divisioni italiane dislocate nei Balcani e ad assottigliare le sue riserve per provvedere a rinforzare i presidi alle frontiere del Brennero, delle Alpi Marittime e lungo la Riviera.

In conclusione ad Algeri fu raggiunto era gli anglo-americani il seguente accordo: se la conquista della Sicilia fosse stata condotta a compimento a metà agosto, come in effetti accadde, sarebbe stato effettuato almeno uno sbarco in Calabria, considerato a sua volta parte integrante d eli' operazione HUSKY (31 ). Nel frattempo occorreva anche predisporre un adeguato piano d'azione nel caso che già durante la campagna della Sicilia, come previde esattamente il Geo. Alan Brooke, si fosse verificato un crollo dell'Italia a la sua uscita dal conflitto.

Churchill ottenne quindi da questa conferenza la promessa di un'ulteriore azione offensiva nel Mediterraneo, èhe egli reputava anche una garanzia contro l'ozio dell'apparato militare anglo-americano in attesa che maturassero le condizioni per l'invasione della Francia. Tuttavia, a frenare gli ardori del premier britannico, gli arhericani erano riusciti ad ottenere che a partire dal l novembre di quell'anno sette divisioni (quattro statunitensi e tre inglesi) stanziate nel Mediterraneo dovessero essere in ogni caso ritrasferite in Gran Bretagna, in preparazione proprio dello sbarco in Normandia, previsto originariamente per il l maggio 1944 (32).

(29) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily an d the sumnder of ltaly, op. ci t., pag. 24. e W. CHURCHILL: La seconda guerra mondiale, vol. Vlll cit. , pag. 471. (30) F.L. LOEWENHEIM - H.D.LANGLEY- M. JONES: Roosevelt-Churchi/1: carteggio segreto di guerra, Milano 1977, documento 231, pag. 389. (31) Gli inglesi, più prudenti degli americani, stimavano che la Sicilia non sarebbe stata conquistata prima del 15 agosto. Cfr. A. BRYANT: TmJpo di guerra, Milano 1972, pag. 822. (32) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the mrrender of Italy, op. cir., pag. 22.

3. LA PIANIFICAZIONE DI «HUSKY» (Vds. tavole nn. 3 e 4)

I Capi di S.M. congiunti " esaminarono a Casablanca il 20 gennaio un primo piano di sbarco in Sicilia da eseguire non prima della favorevole fase lunare di luglio o di agosto, supponendo che le forze impegnate allora nella campagna africana sarebbero state libere all'inizio di maggio (33). Il piano originario contemplava due operazioni anfibie contemporanee e due successive (vds. tavola n. 3 ). Il giorno D gli inglesi sarebbero sbarcati con tre divisioni rinforzate a cavallo della cuspide meridionale della Sicilia, tra Gela ed Avola, mentre una divisione rinforzata americana avrebbe preso terra sulle spiagge molto a sinistra di tale fronte, presso Sciacca e Selinunte. Due giorni dopo altre due divisioni statunitensi sarebbero sbarcate nel golfo di Castellammare e tra Palermo e Termini Imerese e il giorno D + 3 una divisione britannica rinforzata sarebbe stata messa a terra nei pressi di Catania, spalleggiata da paracadutisti (34). La dichiarata giustificazione di tale frazionamento delle risorse offensive alleate stava nel desiderio di impadronirsi quanto prima dei principali poni siciliani, necessari per il sostentamento logistico · della campagna. Il 12 febbraio fu costituito ad Algeri, alle dipendenze del Generale inglese Gairdner, uno speciale Ufficio Piani denominato convenzionalmente «Forza 141», che poi finì per dare vita al Q.G. del XV Gruppo d'Armate (35). In quest'ambito venne denunciata da Montgomery e riconosciuta da Alexander a metà marzo l'eccessiva ampiezza e dispersione delle teste di sbarco inglesi in relazione alle truppe disponibili, nonchè la loro vulnerabilità ad un contrattacco nemico proveniente dall'interno. Di contro, la riduzione del fronte di sbarco britannico avrebbe impedito la sollecita

(33) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military sen'es. The Medùe"anean and Middle East, vol. V: The tampaign in Siczly 1943 and the campaign in Italy 3rd September 1943 lo 31st March 1944, Londra 1973. pag. 4. (34) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFTCE: Grand Strategy, vol. IV cit., pag. 266. (35) La «Forza 141• traeva il suo nome dal numero della camera dell'albergo cSan Giorgio• di Algeri, dove si riunì per la prima volta. Ben presto però i pianificatori si trasferirono nella Scuola Normale di Bouzarea, un sobborgo di Algeri, c ad essi si unirono alui elementi del Comando dell' Amm. Hewitt. la denominazione di XV Gruppo d'Armate nacque invece sulla somma aritmetica della 7• Armata americana di Pauon e dell'S• Armata inglese di Monrgomery che avrebbero panecipato alla campagna siciliana. Cfr. E. LINKLATER; The campaign in ltaly, Londra 1951, pagg. 17-18.

IL PIANO INIZIAL-E ALL-EATO PEll ''J.IUSk'Y ''

( C.C.S. Plan- Casablanca- Gennaio 1943 )

D+ 2 E 2 Divisioni 1 btg. cam

Messina

•• •••••••••••••• . J .

D r-

IVISÌOne • 1 btg . .... .=. . ....... rn

•·· ····• ··· 1• Fci1se ---- 2"fase

D + 3

/.,., 1 Divisione 1/ Catan;a 1 Br i / .. ··········· 1 Divisione

l ····· .. , .. . .. ..

D

3 .Divisiont· 2 btg. ca rrt· 2 btg. paracadutlst,·

occupazione degli aeroporti intorno a Gela, inconveniente che il Maresciallo dell'Aria Tedder considerava grandemente pregiudizievole alla copertura aerea delle truppe dirette su Catania.

Prese allora forma tra il 18 marzo e il 5 aprile un secondo progetto basato sull'annullamento dello sbarco americano tra Sciacca e Selinunte, sul reperimento di altre navi anfibie per portare a quattro divisioni la forza da sbarco britannica tra Gela e Avola e sulla conseguente necessità logistica di posporre di altri tre giorni (per un totale di cinque) il trasporto e la messa a terra delle truppe americane a Castellammare e presso Palermo (36).

Questo secondo progetto fu approvato da Eisenhower il 10 aprile, ma esso era ancora caratterizzato dall'eccessiva ampiezza della testa di sbarco dell' 8 a Armata britannica, seppure rinforzata da una divisione aggiuntiva, e avrebbe permesso al nemico di concentrare le sue forze contro l'ormai unico settore d'invasione, facendo fallire HUSKY prima del ritardato intervento a nord degli amencant.

Montgomery pertanto non accettò neanche la suddetta soluzione e il 24 aprile inviò una vibrata protesta al suo superiore Geo. Alexander, prosp'ettandogli in termini abbastanza duri che la soluzione stava nell'abbandonare del tutto la prevista azione anfibia americana a Castellammare e presso Palermo e nel collocare i due settori di sbarco anglo-americani ai due lati della cuspide meridionale della Sicilia su un fronte pressoché continuo di complessivi 170 chilometri, eseguendo contemporaneamente la duplice operazione. In tal modo gli americani avrebbero protetto il fianco sinistro dell'sa Armata britannica diretta su Catania e avrebbero investito essi stessi gli aeroporti di Gela. L'importanza di conquistare i principali porti nella prima fase dell'invasione fu invece ridimensionata dall'arrivo dei moderni mezzi da sbarco capaci di portare truppe e rifornimenti direttamente su spiagge aperte.

In una nuova riunione ad Algeri Eisenhower fu conquistatO il 2 maggio dalle argomentazioni di Montgomery ed il giorno seguente Alexander modificò il piano nel senso voluto da quest'ultimo, imponendolo anche all' Amm. Cunningham e al Maresciallo dell'Aria Tedder, contrari a tale variante, perché il nuovo progettO

(36) HER MAJESTY'S STATIONERY OFfJCE: History of the second world war · U.K. military senes. The Medite"a71ean and Middle East, vol. V cit., pagg. 19·20.

lasciava nelle mani nemiche rutti gli aeroporti della Sicilia occidentale. La maggioranza però ebbe la meglio e il 13 maggio il Comitato dei Capi di S.M. congiunti approvò la modifica e con ciò il piano definitivo {tavola n. 4), anche se la lunga diatriba costò le dimissioni del Gen. Gairdner (37).

Per quanto concerneva la data di attuazione dell'operazione, essa fu in un primo tempo fissata genericamente nella conferenza di Casablanca per il periodo di luna favorevole di luglio o di agosto e venne poi identificata più precisamente nel 25 luglio o nel 22 agosto (38). Non bisognava dimenticare però le energiche raccomandazioni e le non sopite speranze di Churchill per un anticipo dello sbarco a giugno (39). Tra l'altro l'opportunità di tali pressioni del premier britannico venne confermata proprio dal Maresciallo Kesselring quando egli scrisse nelle proprie memorie che «ogni giorno di ritardo dell'avversario era per noi un guadagno» (40).

I pianificatori alleati dovettero comunque ben presto riconoscere l'impossibilità di eseguire l'operazione HUSKY a così breve distanza di tempo ed il 13 aprile andarono solo parzialmente incontro ai desideri di Churchill, fissando il giorno D per il 10 luglio e per le 02.45 l'ora H dello sbarco dal mare, dopo aver identificato anche per quella data condizioni di luna sufficientemente favorevoli (41).

In quegli stessi giorni di aprile Churchill dovette inviare ai Capi di S.M. congiunti un severo monito in merito a quelle che definì «dottrine pusillanime e disfattiste» circa i pericoli che l'operazione HUSKY avrebbe dovuto affrontare qualora in Sicilia fossero state stanziate più di due divisioni tedesche. Questa eccessiva timidezza da parte dei pianificatori anglo-americani aveva in verità trovato come portavoce lo stesso Eisenhower, che il 7 aprile aveva dichiarato che lo sbarco avrebbe offerto poche probabilità di successo se nell'isola fossero state dislocate sostanziali e bene equipaggiate forze terrestri germaniche, specificando che il termine

(37) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 227/4: <Husky• operation (Sicily): p/ans and directives. (38) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily an d the sumnder of Italy, op. ci t., pag. 10. (39) P.R.O., fondo PREM 3, cartella 227/5: «Hruky• operation (Sicily): date of operation. (40) A. KESSELRING: Memorie di guerra, Milano 1954, pag. 169. (41) Per fase lunare favorevole gli allead intendevano un tramonto della luna dopo la mezzanotte, così da permettere il preliminare lancio dci paracadutisd con una cena luminosità e il successivo sbarco dal mare in piena oscurità.

( Maggio 1943 )

Messina

•. o· Pàlazzo/0 1 ••••• •••• ) .s1racusa · ··· ........ '-....

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" " " 1

Pachino "" a· A.Brit. \xxx c.A.

«sostanziali» doveva applicarsi nel caso di presenza di più di due divisioni tedesche.

Al proposito lo stesso Eisenhower ammise nelle sue memorie quanto segue:

«l Capi del nostro Servizio Informazioni erano profondamente preoccupati per la forza della guarnigione tedesca. Pensavano - e più tardi l'esperienza ci provò che la nostra valu razione era giusta - che se la guarnigione tedesca al momento d eli' attacco fosse stata sostanzialmente maggiore di due divisioni completamente armate ed equipaggiate, l'assalto che progettavamo sarebbe stato troppo debole e sarebbe stato ragionevole rinviare l'operazione fino a che potessimo effettuare un concentramento maggiore·delle nostre forze» (42).

In effetti questa timidezza era eccessiva, cosicchè aveva ragione Churchill nel concludere:

«Non potrei immaginare il pensiero di Stalin su tutto ciò, dal momento che egli ha 18 5 divisioni germaniche sul suo fronte>> ( 4 3).

Questo non glorioso intermezzo nella pianificazione di HUSKY fu comunque ben presto dimenticato.

Dopo l'accennato consenso dato il 13 maggio dal Comitato dei Capi di S.M. congiunti al piano modificato dalle obiezioni di Montgomery, il 19 dello stesso mese venne diramato dal Gen. Alexander, comandante del XV Gruppo d'Armate, l'ordine d'operazione generale n. l per l'esecuzione del piano HUSKY, che prevedeva le seguenti cinque fasi: l) operazioni aeronavali preparatorie per neutralizzare la possibile attività navale italiana e conquistare la supremazia aerea; 2) sbarchi notturni di paracadutisti e di Commandos e invasione dal mare nelle prime ore, con obiettivi prioritari i porti di Licata e di Siracusa; 3) costituzione di una solida base di partenza da cui condurre le operazioni per la cattura di Augusta, di Catania e degli aeroporti intorno a Gerbini; 4) occupazione dei porti e degli aerodromi di cui sopra; 5) assoggettamento dell'isola ( 44).

(42) D.D. EISENHOWER: Crociata in Europa, Milano 1949, pag. 211. (43) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: Grand Strateg)', vol. IV cic.. pagg. 368-369. (44) SUPPLEMENTO ALLA o:LONDON GAZETTE» del lO febbraio 1948: La conquista della Sictlia dal lO luglio al 17 agosto 1943, relazione ufficiale del Generale H.R.

ALEXANDER. Per assoggettare l'isola le due Armate alleate avrebbero procedutO a tagliare la Sicilia in due parti, [passando per Enna, Nicosia e S. Stefano di Camastra.

Il piano di sbarco definitivo risultava denso di incognite, considerando che mai, nè prima nè dopo, una simile massa di truppe (sette divisioni rinforzate iniziali) prese terra su un fronte così esteso. Nello stesso sbarco in Normandia del giugno 1944 si ebbero infatti due divisioni in meno nella prima ondata d'assalto (45). Bisogna comunque subito dire che lo scopo ultimo, anche se non esplicito, di HUSKY, consistente nel veloce raggiundi Messina aggirando e intrappolando le forze d eli' Asse all'interno dell'isola, non venne raggiunto.

Le forze navali alleate, da parte loro, erano chiamate a garantire i seguenti quattro obiettivi: a) copertura di tutta l'operazione contro l'interferenza di forze navali avversarie; b) scorta diretta dei convogli e sbarco delle truppe; c) sostegno degli sbarchi con le artiglierie di bordo, prendendo di mira obiettivi ben individuati, ma senza il classico bombardamento preliminare indiscriminato contro le spiagge, che era consueto invece nel Pacifico; d) protezione delle linee di rifornimento marittime. tale proposito era prevista per il 9 luglio la concentrazione nello fonio di una forza navale di copertura, composta àaquamo navt aa -battagliç -due_:-portaerei, quattro incrociatori T aiciotto caCCiatorpediniere. Un'altra aliquota navale di due corazzate, due incrociatori e sei cacciatorpediniere stazionava ad Algeri quale risetVi: Infine una formazione leggera di incrociatori e catciatorpediiìiere doveva proteggere al largo il fianco settentrionale d eli' 8 a Armata britannica lungo le provenienze da Taranto e da Messina. Un'ultima curiosità navale: per la prima volta entrò in servizio sulle unità alleate del Mediterraneo la spoletta contraerea di prossimità «VT», che così grande efficacia aveva da poco dimostrato nel Pacifico ( 46).

L'azione di preparazione affidata all'aviazione anglo-americana iniziò sulla Sicilia, seppure in modo non particolarmente appariscente, subito dopo la caduta della Tunisia, mentre più intensi bombardamenti cominciarono una settimana prima dello sbarco. Gli alleati comunque ebbero cura di sviluppare in quel periodo una pressochè identica pressione aerea sulla Sardegna, allo

(45) Cfr. W.G.F. JACKSON: La bat1ag/ia d 'Italia, op. cit., pag. 54. (46) E.B. POTfER- C.W. NIMITZ: La grande guerra sui man', op. cit., pag. 188.

scopo di mantenere celato il più possibile il loro prossimo obiettivo.

Durante l'intensificata azione di bombardamento strategico sulla Sicilia furono particolarmente prese di mira le installazioni portuali di Messina e i ferry-boats, nonchè gli aeroporti dell'intera isola, ben presro ridotti nell'impossibilità di ospitare le squadriglie da bombardamento dell'Asse che, come vedremo, vennero progressivamente trasferite sul continente.

Le aviazioni anglo-americane, di contro, furono generalmente restie a pianificare una stretta collaborazione «tattica» con le· forze sbarcanti. La conseguenza fu che su un elenco di obiettivi tattici siciliani segnalati dalla 7 a Armata americana solo due furono bombardati {47). A tale proposito l'ilfustre storico navale americano Morison afferma che «la spedizione anfibia navigò e sbarcò senza alcuna promessa di avere un appoggio tattico dall'aria, e in realtà quasi senza averne» ( 48). Infine numerosi furono i casi segnalati in cui le truppe di terra spararono su velivoli amici, mentre questi ultimi più volte bersagliarono per errore le proprie truppe ( 49).

Alla luce di tale sorprendente mancanza di collaborazione preventiva tra forze aeree e forze anfibie alleate, frutto di una gelosa e ottusa conservazione delle proprie prerogative «strategiche» da parte dei Comandi della R. A. F. e dell'U.S.A.A.F., viene anche spiegato il perché della riluttanza di Londra e di Washington a pianificare in quell'epoca operazioni aggressive a più vasto raggio e a maggiore ampiezza geografica nello stesso bacino mediterraneo.

4. LE RISORSE INFORMATIVE ALLEATE SULLA SICILIA

Dopo il flusso delle già esaminate notizie sul morale italiano ed in particolare siciliano pervenute a Londra tra il 1940 e il 1942, ali' epoca cioè degli esaminati progetti d'invasione INFLUX e WHIPCORD, i responsabili alleati, una volta decisa l'operazione HUSKY, stimarono necessario coordinare ogni tipo di informazione riguardante la Sicilia. Pertanto, oltre al Foreign Office, autore di una serie di promemoria tra il marzo e il luglio 194 3, anch'essi custoditi oggi nel .Public Record Office (50), anche l'Ufficio di

(47) H. POND: Sicilia, op. cit., pag. 62. (48) S.E. MORISON: In gue"a su due oceani, Firenze 1967. pag. 246. (49) H. POND: Sicilia, op. ci t., pag. 306 e pag. 308. (50) Cfr. ad esempio P.R.O., fondo FO 371, cartelle 37263A e 37263B: Situati011 in ltaly.

collegamento dell'Esercito americano a Londra predispose in data 15 febbraio 1943 un interessante e lungo memorandum sulla Sicilia, conservato oggidì nell'Archivio Nazionale di Washington (S l). Esso è suddiviso in più paragrafi, riguardanti rispettivamente la situazione morale, quella politica, quella economica, la presenza tedesca, gli effetti dei bombardamenti alleati e le conclusioni. Ne riferiamo qui dì seguito una sintesi.

SITUAZIONE MORALE

Il rapporto confermava le precedenti notlZle accumulate a Londra sul mediocre livello del morale italiano, reputatO ancora più basso in Sicilia che sulla penisola. Le intercettazioni postali, gli interrogatori dei prigionieri, i rapporti di agenti segreti e quelli formulati da viaggiatori in Italia erano concordi nel segnalare che il popolo italiano era stanco della guerra, che soffriva per scarsa alimentazione, che i tedeschi erano detestati, che il regime fascista era divenuto inviso soprattutto in Sicilia e che infine la maggior parte dei cittadini desiderava la pace al di sopra di ogni altra cosa.

Nonostante queste informazioni, però, la relazione consigliava di essere cauti nel giungere a conclusioni affrettate, considerando il fatto che la maggior parte degli informatori disprezzava il carattere italiano e tendeva perciò a non valutare le possibili nascoste energie del popolo. Non doveva neanche essere dimenticato che, nonostante il gran parlare di opposizione al regime fascista e alla guerra, non era ancora emerso alcun gruppo sufficientemente forte e organizzato, con capi energici e capaci, tale da scatenare in Italia una rivoluzione nell'immediato futuro.

SITUAZIONE POUTICA

La deteriorata situazione politica in Sicilia emergeva, secondo il rapporto, dalle visite compiute nell'isola alla fine dì novembre 1942 dal segretario del partito fascista Vidussoni e nel dicembre 1942 - gennaio 1943 dallo stesso re Vittorio Emanuele. Il viaggio di Vidussoni era considerato come un sopralluogo di sorpresa, che aveva portato alla non pubblicizzata rimozione di numerosi

(51) U.S. NATIONAL ARCHIVES, Washing10n D.C. documento O.S.S., C.I.O. 30052: Preliminary report 0 11 conditiom in Sicily, 15th February 1943.

gerarchi dell'isola, specialmente a Catania, Siracusa, Messina ed Enna. La visita del re aveva avuto invece lo scopo di sollevare il morale delle popolazioni depresse per i continui bombardamenti, uno dei quali si svolse a Palermo proprio durante la partecipazione del sovrano ad una cerimonia.

In occasione di ambedue queste visite ufficiali la propaganda del regime non si era fatta yregare per rappresentare «la Sicilia come un baluardo» e i siciliani come cittadini leali e patriottici. Il famoso commentatore politico Gayda, sempre secondo il rapporto, aveva colto anzi l'occasione per sostenere sul «Giornale d 'Italia» del 17 gennaio 1943 che la Sicilia, a differenza di quanto andava reclamizzando la propaganda anglo-americana, non era stata affatto trascurata dal regime, presentando al proposito numerose statistiche per pimostrare che a beneficio delle opere-pubbliche sull'isola il governo aveva speso più denaro che altrove. Il commento del rapporto americano era che Gayda protestava troppo insistentemente per essere convinto di quello che scriveva.

Dalle lettere intercettate gli alleati avevano invece ricavato l'impressione che chi era rimasto in Italia, sotto i bombardamenti, accomunava le lamentele contro la politica a quelle contro «i criminali della R.A.F.», anche se diretti improperi ami-fascisti non sarebbero sfuggiti al taglio della censura. La maggior parte delle lettere intercettate se la prendeva pertanto più facilmente con il fato, la sfortuna e anche con il mancato aiuto divino.

Al proposito del movimento separatista siciliano il rapporto si affidava alle notizie di fonte inglese, secondo cui la portata di questo fenomeno era di difficile valutazione, mentre non c'era alcun dubbio sulle sue tendenze pro-alleati e sul fatto che esso potesse essere ben sfruttato al momento opportuno.

Anche a proposito della Mafia, su cui al pari del separatismo ci soffermeremo nel prossimo paragrafo, le informazioni in possesso degli americani erano ancora reputate insufficienti in quel febbraio 1943, sebbene fosse ritenuto da più parti che questo fenomeno non era stato mai realmente abbattuto dal fascismo, ma solo addomesticato e inserito nel sistema e negli ingranaggi governativi. Negli ultimi tempi però sembrava agli americani che la Mafia avesse ripreso la sua libertà d'azione e la sua funzione ami-amministrativa, avvalendosi anche dello spirito anarchico mediterraneo, ritenuto pronto a contestare ogni ordine costituito.

SITUAZIONE ECONOMICA

Le deficienze più evidenti nella politica economica di guerra italiana, soprattutto in Sicilia, erano esattamente individuate dal rapporto americano in questione nella penuria di mano d'opera, nel sistema di razionamento e nel mercato nero.

Da una lettera intercettata nel dicembre 1942 e proveniente dalla, provincia di Messina si era venuto a sapere, ad esempio, che la mancanza di contadini e di manovali aveva lasciato incolto un gran numero di terreni, così come aveva lasciato prive di manutenzione molte strade, soprattutto fondiarie. Di contro, un'informazione da Stoccolma aveva riferito nello stesso mese che su 3.600.000 lavoratori stranieri esistenti in Germania in quel periodo ben 200.000 erano italiani. Ciò non sembrava essere molto apprezzato nella penisola, tanto è vero che «La Stampa» del 24 dicembre 1942 parlava in senso critico di «centinaia di migliaia di lavoratori agricoli e industriali italiani tolti dalle campagne e dalle fabbriche italiane». La più apparente conseguenza di tale penuria di mano d'opera era 1 1' illegale lievitazione controlli governativi. dei salari reali in Sicilia e altrove, nonostante i Anche il sistema di razionamento era illegalmente soppiantato dal fiorire del mercato nero, con una conseguente crescita dell' inflazione e un sempre maggiore disagio delle classi più povere. Le fonti informative alleate a tale riguardo erano unanimi e, nel riferire ripetutamente la lamentela popolare che «con le sole razioni non si vive», erano anche in grado di fornire alcuni esempi di borsa nera. Così nel rapporto si sottolineava che un chilogrammo di fagioli costava 30 lire, cioè una somma pari alla paga giornaliera di un operaio specializzato, un litro d'olio d'oliva 15 lire perfino in Sicilia, mentre a Roma esso raggiungeva le 100 lire, e infine un chilogrammo di caffè si vendeva sottobanco dalle 1.000 alle 1.500 lire. Il governo era palesemente impotente di fronte al fenomeno del mercato nero, nonostante l'inasprimento delle pene annunciato al proposito dal «Corriere della Sera» del 10 gennaio 1943. La particolare situazione in Sicilia, senz' altro migliore per quanto riguardava prodotti agricoli locali, come agrumi, vino e olive, esportati comunque in esorbitanti quantità in Germania, era precaria soprattutto nelle città per quanto concerneva il grano, anche perché non erano mai giunti i promessi carichi di frumento e di granturco dai Paesi danubiani.

Infine c'erano altre limitazioni che, secondo il rappono in questione, non era possibile evadere: ad esempio il gas di città funzionava in molti centri per sole cinque ore al giorno; l'uso dei mezzi di trasporto a ruote, perfino quelli pubblici, era assai controllato e addirittura interdetto se esisteva l'alternativa di trasporti ferro-tranviari; infine era vietatO 1' acquisto di radio o di pezzi di ricambio da pane di privati.

l TEDESCHI IN SICILIA

Il rappono americano precisava che, secondo gli inglesi, i militari tedeschi presenti in Sicilia all'inizio del 1943 appartenevano soltanto al personale di volo della Luftwaffe (circa 480 aerei), all'artiglieria con tra ere a e a contingenti dell'Esercito diretti in Tunisia. l

Numerose fonti assicuravano che incidenti tra siciliani e militari germanici erano frequenti, soprattutto a causa dei rapporti con l'elemento femminile, e che il cosiddetto «problema tedesco» era stato il principale movente del viaggio di Vidussoni nell'isola. Comunque il rappono opportunamente definiva «esagerate» le voci di un vero e proprio dominio germanico sulla Sicilia.

EFFETTI DEI BOMBARDAMENTI ALLEATI

Agli americani risultava che i bombardamenti aerei avevano danneggiato soprattutto Palermo e Messina, pur senza essere stati così pesanti da causare ondate di vero panico. Era poi ritenuto possibile che l'effetto di tali incursioni avesse solleva co più che depresso il morale delle popolazioni, così come la propaganda fascista aveva sfruttato la morte sotto bombardamento dell' Arcivescovo di Reggio Calabria e di monsignor Trappani, rappresentati quali maniri della ferocia dei non cattolici Paesi anglosassoni.

Le reazioni psicologiche più dirette dei bombardamenti sembravano quindi essere ispirate più dall'indignazione che dalla paura.

CONCLUSIONI

Secondo il rapporto americano che stiamo esaminando, potevano essere tratte le seguenti conclusioni dalle informazioni

disponibili sulla situazione siciliana nel febbraio 1943. l) Malgrado le privazioni e l'ostilità alla guerra, i siciliani in complesso non sembravano pronti alla rivolta. Il loro malcontento poteva forse essere sfruttato dalle Potenze alleate al momento opportuno, ma era un dato di fatto che in Sicilia erano di modeste dimensioni proprio le classi intellettuali studentesche e quelle operaie che, secondo un'analisi britannica, potevano essere le più sensibili e pronte ad una rivolta anti-fascista. Si poteva invece fare molto maggiore affidamento sui gruppi anarchici locali. 2) Esistevano certamente tra i braccianti e i manovali siciliani motivi di indigenza e di sofferenza, che contrastavano con le condizioni di vita delle classi più elevate e dei militari tedeschi. 3) Non sembrava ceno che i siciliani fossero completamente demoralizzati e, pur tenendo conto della propaganda, potevano essere vere le affermazioni di lealtà alla Nazione e di patriottismo da parte della popolazione dell'isola. Questi sentimenti non apparivano al momento facilmente abbattibili con l'uso del terrore da pane dei bombardieri alleati e poteva invece avere più successo l'appello anglo-americano alla salvaguardia degli interessi locali e all'orgoglio delle genti, facendo leva sulla loro vanità. * *'*

Tra le risorse informative alleate immediatamente precedenti l'invasione della Sicilia non può essere dimenticato l'apporto dell'ULTRA Intelligence inglese e del MAGIC Intelligence americano, ambedue sistemi di ascolto e di decrittazione dei radiomessaggi cifrati italiani, tedeschi e giapponesi. A tale proposito non mancheremo di riferire nelle prossime pagine, quando parleremo degli apprezzamenti dell'Asse circa gli obiettivi nemici (cap. III, paragrafo 1), un interessante sommario del MAGIC americano dello stesso giorno dello sbarco, che faceva il punto proprio sulle ultime ipotesi italo-tedesche e sullo stato di preparazione anche morale dei difensori (52).

Per quanto riguarda in generale l'efficacia e l' operatività dell'ULTRA lntelligence britannico, molto attivo e micidiale per quasi tutta la guerra ai danni soprattutto della Marina italiana, si rimanda ad un nostro recente volume (53). Invece l'operatività di

(52) U.S. NATIONAL ARCHIVES, Washington D.C., documento S.R.S. 1021 del IO luglio 1943: •Magie• summ.ary n. 471. (53) A. SANTONl: l/vero traditore. Il ruolo documentalo di ULTRA nella guerra del Mediterraneo, Milano 1981.

tale strumento informativo specificatamente durante la campagna di Sicilia può essere riscontrata nel terzo volume ufficiale della storia dell'Intelligence britannico che sarà pubblicato nel 1984 (54).

5. ALCUNI GIUDIZI SUL RUOLO DELLA MAFIA E DEL SEPARATISMO

È assai controverso e forse destinato a rimanere tale il ruolo recitato prima e durame l'invasione della Sicilia dalle organizzazioni mafiose e separatiste, chiamate in causa ripetutamente, anche se genericamente, perfino dalla storiografia americana (55).

Uno dei più convinti sostenitori dell'appoggio della Mafia al Naval lntelligence statunitense è Massimo Ganci, che in un suo volume ha fornito più di un esempio dei servigi resi dall' «onorata società» alle Forze Armate americane, incominciando con la distruzione ad opera della gang di Frank Costello della rete spionistica e di sabotaggio operante a favore dei tedeschi in alcuni poni della costa atlantica degli Stati Uniti nel 1942 (56/

Anche se è difficile quantificare il reale appono della Mafia alla causa alleata in occasione della campagna di Sicilia, è quasi ceno che tale aiuto ebbe più effetti propagandistici e psicologici che dirette conseguenze sulle operazioni militari vere e proprie. Questo è anche il parere di Franco Bandini, che identifica in Lucky Luciano (alias Salvatore Lucania) e in don Calogero Vizzini le due estremità di una catena di complicità snodantesi tra gli Stati Uniti e la Sicilia e che parla, tra l'altro, di due scaglioni di ufficiali siculo-americani inviati sotto mentite spoglie nella loro terra di origine tra il gennaio e il giugno 1943, con compiti prevalentemente di informazione (57).

Allo stesso scopo vennero sbarcati clandestinamente in Sicilia nel!' aprile 1943 anche ufficiali inglesi, tra cui il Col. Hancock, ed essi, insieme al Colonnello italo-americano Charles Poletti, ebbero incontri con Lucio Tasca Bordonaro, con Anuro Verderame e con la duchessa di Cesarò (58).

(54) F.H. HINSLEY: Bn'tish Intelligence in the second world war, H.M.S.O., vol. IJI, di prossima pubblicazione. (55) Cfr. ad esempio S.E. MORlSON: In gue"a su due oceani, op.cit., pagg. 250-251. (56) S. M. GANCI: L 'Italia antimoderata, Parma 1968, pag. 365. (57) F. BANDINI: Vita e morte segreta di Mussolini, op. ci t., pagg. 220-222. (58) V. SANSONE-G. INGRASCI': Sei anni di banditismo irl Sicilia, Milano 1950, pag. 47 e L. MERCURI: La Sicilia e gli alleati, in «Storia contemporanea», anno 1972. n. 3.

Un altro studioso della Sicilia, Denis Mack Smith, conferma che un certo supporto fu fornitodalla '""1rafia-àU'operazione HUSKY, esprimendo il seguente giudizio (59).

«È stata spesso formulata l'accusa e non è stato mai dimostrato LI contrario che questo corrispondesse a un piano deliberato dagli alleati per facilitare la conquista della Sicilia. Certamente c'erano stretti rapporti fra i gangsters d'America e di Sicilia e l'aiutO della Mafia poteva essere molto utile se non altro per ottenere informazioni. Alcuni particolari della carriera di Lucky Luciano e di Nicky Gentile e di altri famosi criminali italo-americani conferiscono qualche attendibilità a questa storia. Vito Genovese, ad esempio, benchè ancora ricercato dalla polizia degli Stati Uniti in rapporto a molti delitti compreso l'omicidio e sebbene avesse servito il fascismo durante la guerra, risultò stranamente essere un ufficiale di collegamento di una unità americana. Egli utilizzò la sua posizione e la sua parentela con elementi della Mafia locale per aiutare a restaurarne l'autOrità, disfacendo così in parte quel poco di bene che Mussolini aveva fatto».

Misurato è il giudizio dedicato allo stesso argomento da Paolo Maltese, che identifica soltanto nel boss della malavita americanaVito Genovese un più che probabile sostegno all'opera dei Servizi Segreti americani in Sicilia (60).

Più categorico è il Pantaleone, secondo cui «è storicamente provato che prima e durante le operazioni militari relative allo sbarco degli alleati in Sicilia, la Mafia, d'accordo con il gangsterismo americano, s'adoperò per tenere sgombra la via da un mare all'altro» ( 61 ).

Tutte le fonti sembrano invece d'accordo nel ritenere assai attivo e apprezzato dagli anglo-americani il movimento separatista siciliano, facente capo ad Andrea Finocchiaro Aprile e a Lucio Tasca Bordonaro, nominato poi Sindaco di Palermo dal Governo militare alleato. Una conferma delle risorse di tale fenomeno isolano fu espressa categoricamente da Lord Rennell Rodd, ufficiale dell'lntelligence britannico, vecchio amico di Finocchiaro Aprile e poi Governatore militare in Sicilia. In risposta ai dubbi sollevati da Sir Thomas Inskip sulla portata e sull'efficienza del movimento separatista siciliano, Lord Rodd informò il Foreign Office l'Il novembre 1943 della forza dei separatisti e del loro programma politico e concluse profeticamente ammonendo che «su questo movimento ne ascolteremo delle belle» (62).

(59) D. MACK SMITH: Storia della Sicilia medievale e moderna, Bari 1970, pag. 718. (60) P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, Milano 1981, pagg. 139·140. (61) M. PANTALEONE: Mafia e politica, Torino 1962, pag. 272. (62) P.R.O. , fondo FO 371, cartella 37328: Sicily, situation in.

In effetti sappiamo che al momento della loro entrata a Palermo, gli americani trovarono affisso sui muri della città il seguente significativo manifesto, che essi non mostrarono di disprezzare:

cConsiderando che il Popolo Siciliano è maturo per nuovi, più degni e più alti destini ed anela alla sua libertà e alla sua indipendenza, delibera per acclamazione: il Popolo Siciliano chiede ai Governi Alleati di consentire la costituzione di un Governo Provvisorio Siciliano al fine di predisporre ed attuare un plebiscito perché si dichiari decaduta in Sicilia la monarchia sabauda nelle persone di Vittorio Emanuele III e dei suoi successori e la Sicilia sia eretta a Stato sovrano indipendente a regime repubblicano» (63).

In verità i capi del movimento separatista contavano allora in misura sproporzionata sull'appoggio anglo-americano, al punto che circolò insistentemente la voce che la Sicilia sarebbe addirittura diventata il 49o Stato americano (64).

Altri gruppi di carattere nazionale e non separatista prestavano frattanto la loro opera per accelerare e agevolare uno sbarco alleato in Sicilia. Essi erano guidati da elementi antifascisti alla macchia, tra cui Pietro Ingrao, Franco Grasso, Mario Alicata e Elio Vittorini. Esisteva infine anche un nucleo giovanile comunista clandestino nell'ambito delle Forze Armate italiane, che faceva capo al Colajanni, denunciato anche dal Comando della 6a Armata, ma prosciolto e trasferito a Roma per mancanza di prove (65).

Le illusioni dei separatisti svanirono dopo il febbraio 1944, quando la Sicilia fu riconsegnata dalle autorità militari alleate all' Amministrazione italiana, gesto che pose anche termine a pericolose contese egemoniche sull'isola che si stavano sviluppando più o meno velatamente tra alcuni ambienti inglesi e americani (66).

(63) Cfr. A. FINOCCHIARO APRILE: Il movimento indipendentista siciliano, a cura di S. M. GANCI, Palermo 1965, pag. 2. (64) C.A. di GUALTIERI: La questione siciliana, in •Nuova Antologia:., gennaio 1947, pag. 67. (65) P. MALTESE: Lo sbarco in Sicilia, op.cit., pag. 57. (66) Sulla Mafia e sul separarismo siciliano esistono numerosissimi documenti tunora inediti, custoditi negli archivi americani. Tra di essi cfr. U.S. NATIONAL ARCHIVES, Washington D.C., documento O.S.S, C.I.O. 80725: Letter from Bernardo Mattare/lato Don Luigi Sturzo, 22nd )une 1944; documento O.S.S., C.I.O. 80921: SeparatiJt propaganda plans, 20th ]une 1944; documento O.S.S., C.I.O., 82105: Communist and separati.st activities in Sicily. The Maffia, l Ith }une 1944; documento O.S.S., C.I.O. 96323: Vizzini and the Democratic Front of Order in Sicily, 19th September 1944; documento O.S.S., C.I.O. 100800: Maffia-Separati.st infiltration in Chn!tian-Democratiç Party, 5th October 1944; documento O.S.S., C.I.O. 103136: A/disio and Finocchi4ro Aprile fai/ to reach compromise. Separatt!m leaning towards Federalùm, 14th October 1944.