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3. La conquista britannica dell'intera Piazza M.M. di Augusta - Siracusa e il sacrillcio della «Napoli» »

l'esito delle controffensive lanciate dalla div. ftr. «Napoli» e dal gruppo «Schmalz» per tentare di riassumere il controllo della Piazza. Ciò in concomitanza con gli altri contrattacchi italo-tedeschi ordinati dal Gen. Guzzoni nei settori di Gela e di Licata.

CAPITOLO VIII

LE CONTROFFENSIVE ITALO-TEDESCHE DEL GIORNO 11

l. LE OPERAZIONI AEREE DELL'H LUGLIO

Prima di addentrarci nei resoconti delle operazioni terrestri relative alle tre pianificate controffensive dell'Il luglio nei settori di Augusta-Siracusa, di Gela e dtlicata, riteniamo necessario sintetizzare l'apporto delle forze aeree itala-tedesche durame quell'importante giOrnata.

Dopo aver rinserrato i propri reparti in Italia e nelle isole nel senso indicato nel paragrafo 4 del capitolo VI, la 2a Luftflotte tedesca decise di impiegare in successione durante_l'll luglio contro !!2.ettore britannico la maggior parte dei disponibili Bf. 110, Ju. 88 .L H e. 111, questi ultimi del tipo aerosilurante richiamati dalla Francia.

Mentre i tedeschi mettevano a punto i loro piani aeronautici, alle 06.30 dell'li luglio oove bombardieri italiani Cant 2.1007 bis, provenienti dalla Sardegna, si portarono sui trasporti americani nelle acque di Gela, sganciando da alta quota. Il trasporto Monrovia, nave Comando dell' Amm. Hewitt, fu mancato di poco ed una bomba esplose- così vicino al trasporto truppe Barnett da uccidere sette soldati e da appiccare un incendio nella stiva. Per la stessa causa riportò danni anche il piroscafo Orizaba.

Questi bombardieri in quota furono seguiti da quattro tuffatoci ]u. 87 della R. Aeronautica, decollati dalla Sicilia sotto la scorta di sette nuovissimi M.C. 205, che presero di mira senza fortuna alcuni mezzi da sbarco davanti a Marina di Palma.

Contro il settore inglese nelle acque di Siracusa si portarono invece alle 12.15 otto Re.2002 e dieci assaltatori G.50 italiani, ma questa azione rimase infruttuosa e si concluse in un disastro a causa

dell'abbattimento di tre G. SO in combattimento e della distruzione degli altri sette velivoli dello stesso tipo nel corso di un'incursione sull'aeroporto di Reggio Calabria durante il loro atterraggio.

Nella medesima zona, e precisamente di fronte alle spiagge di Avola, ventidue Ju."88 tedeschi, al prezzo di due dei loro, colpirono e incendiarono il piroscafo olandese Baarn carico di munizioni, che dovette essere autoaffondato dali' equipaggio prima che esplodesse.

Intanto alle 11.00 il Comando della 2 a Lufrflotte aveva comunicato che malgrado ritenesse più imporrante il settore britannico gravitante su Augusta e Siracusa, in seguito a nuovi ordini ricevuti dall'O. B. S., avrebbe spostato il baricentro della sua azione nella zona di Gela, per appoggiare colà il contrattacco terrestre delle divisioni «Livorno» e «H. Goering».

In ossequio alle suddette disposizioni, quarantacinque F.W.190 e quarantasette Bf. 110 piombarono in mattinata sulle acque di Gela e affondarono la nave da sbarco per carri armati statunitense LST-158, perdendo due velivoli. Quindi tra le 15.50 e le 16.00 trentacinque Ju. 88 colpirono con tre bombe nella stessa zona la Libeny Robert Rowan carica di munizioni, che un'ora dopo esplose e affondò in bassi fondali, continuando a bruciare a lungo con le sovrastrutture emergenti. Quest'ultima incursione tedesca fu peraltro contrastata vivacemente dagli «Spitfire» del 92 o Squadrone della R.A.F., che abbatterono tre bombardieri.

Alle 18.5 5 iniziò una seconda fase offensiva del Il Fliegerkorps ad opera di settantasei Ju.88 sulle acque di Gèla e di Licata. Sebbene non avesse causato al nemico alcun danno e fosse stata pagata con la perdita di tre velivoli incursori, questa nuova azione aerea tedesca determinò un notevole nervosismo tra gli equipaggi delle navi americane prese a bersaglio. Infatti l'incursione era appena terminata quando alle 22.40 giunse su quello stesso settore il 52 o Stormo da Trasporto statunitense, composto da 144 C-47 «Dakota», che era decollato dagli aeroporti tunisini ·e doveva lanciare nella zona di Farello ad est di Gela 2. 304 paracadutisti appartenenti al I e Il btg. del 504° rgt. del Col. Tucker, nonché ad un gruppo art. e a un btg. pionieri (l). I C-47, avvicinandosi

(l) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the surrenderofltaiy, op. cit., pag. 175. Questo secondo aviolancio americano era stato ordinato dal Geo. Patton nelle prime ore dell' ll luglio al fine di sostenere il completo spicgamcnto della P div. fu. sulle spiagge di Gela. La fretta con cui l'operazione venne organizzata però non andò davvero a vantaggio della precisione, tanto che alcune unità contraeree terrestri e navali americane non furono tempestivamente informate del progetto.

nottetempo in una formazione lunga _parecchie miglia, vennero scambiati per aerei nemici dalle batterie contraeree terrestri americane, che aprirono quindi un intenso fuoco su di loro.

Per sottrarsi a tale sbarramento i piloti statunitensi accostarono verso il mare sorvolando a bassa quota l'ancoraggio delle navi nemiche ed emettendo i convenzionali segnali di riconoscimento. Ma anche i cannonieri della U.S. Navy, eccitati e affaticati dalla precedente incursione tedesca, furono incapaci di identificare i «Dakota» e cominciarono anch'essi a sparare furiosamente. Il risultato fu che otto C-4 7 rinunciarono ali' aviolancio e ritornarono in Nord Mrica, mentre ventitrè di essi vennero abbattuti - solo sei però prima del lancio dei paracadutisti - e ottantadue furono i moni, sedici i dispersi e centotrcntuno i feriti (2).

L'aviolancio fu comunque ugualmente effettuato, anche se dei l. 900 paracadutisti effettivamente lanciati in tali condizioni d'emergenza soltanto duecento raggiunsero in un primo momentO l'obiettivo presso Fare Ilo, divenendo poi S S S entro il pomeriggio del 12 luglio (3).

Contemporaneamente al ricordato attacco serale tedesco, otto assaltatori G.50 e nove Re.2002 della R. Aeronautica decollati da Crotone raggiunsero la zona tra Siracusa e Capo Passero per effettuare, tra le 19.00 e le 19.15, un'incursione che non fu assistita dalla buona fortuna. Infatti il piroscafo americano ]oseph G. Cannon, trovandosi a quell'ora al largo di Avola, fu colpito in pieno da una bomba che però attraversò senza esplodere tutta la nave, permettendole quindi di raggiungere Malta con i propri mezzi. Di contro tre Re.2002 non rientrarono alla base.

Durante la notte dell' 11 luglio si svolsero altre incursioni, tutte ugualmente senza esito, da parte di diciannove aerosiluranti S. 79 e di dodici bombardieri in quota (nove Cant Z.1007 bis e tre quadrimotori P.108) italiani. Ancora una volta il prezzo pagato per simili missioni senza esito fu elevato, poiché non rientrò alla base un S. 79, mentre tre Cant si sfasciarono in fase di atterraggio.

Indisturbato rimase invece un bombardamento navale diversivo inglese condotto contro Marsala e Trapani nella notte tra l' 11 e il 12 luglio ad opera delle due moderne navi da battaglia King

{2) M. BLUMENSON: Sicily: whose victary? op. cit .. pag. 73. (3) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the srmender of ltaly, op.cit., pag. 182.

George V e Howe (4), episodio che ha fornito ad alcuni cnuct ulteriori motivi per accusare di inattività la flotta italiana.

2. LA PREPARAZIONE DELLA CONTROFFENSIVA NEL SET-

TORE DELLA PIAZZA M.M. DI AUGUSTA-SIRACUSA

(Vds. tavola ri. 18)

La prima notizia che Siracusa era stata occupata da truppe inglesi fin dalle 21.00 del lO luglio fu data con grande clamore a Roma durante la notte dall'Ufficio dell'addetto militare tedesco Gen. von Rintelen. Di conseguenza, dopo il già esaminato messaggio delle 21.30 del 10, il Comando Supremo inviò a Superesercito, Supermarina e Superaereo il seguente categorico ordine delle ore 01.20 dell' 11 luglio (5 ).

q:L'uso da parte del nemico del porto di Siracusa avrebbe conseguenze molte serie ai fini difesa. Dispongo quindi che il maggior numero possibile di mezzi aerei et navali et adeguate riserve terrestri siano impiegate per ricacciare il nemico in mare prima che abbia potuto consolidarsi».

Abbiamo appena esaminato quanto venne fatto dai mezzi aerei italo-tedeschi l' 11 luglio <.:, in assenza di alcuna controffensiva navale, vediamo ora la preparazione e lo svolgimt:nto dei contrattacchi terrestri intorno all'intera Piazza Militare Marittima.

Alle accennate notizie diramate dall'Ufficio del Gen. von Rintelen riguardanti Siracusa fece eco nella notte del 10 la comunicazione, radiotelegrafata ad Hitler e rimbalzata a Roma, del Col. Schmalz, comandante dell'omonimo gruppo tattico, che avanzando da Paternò verso sud, aveva incontrato marinai e avieri fuggiaschi dalla Piazzafone ed era entrato nottetempo ad Augusta completamente sgombra da difensori e da nemici e con le opere in gran parte distrutte.

Dalla male interpretata notizia che il gruppo «Schmalz» era entrato ad Augusta «liberandola», prese quindi le mosse il discusso

(4) A. RA VEN - J. ROBERTS: Bn'tish battleships o/ world war Il, Londra 1981, pag. 369.

(5) A.U.S.E., cartella 1501: cDiario Srorico del Comando allegato 530: dispaccio del Comando Supremo n. 14706/op delle ore 01.20 dell' Il luglio 1943.

comunicato giornaliero del Comando Supremo che proclamava affrettatamente:

cAugusta occupata dal nemico nella serata di ieri è stata rioccupata stamani dalle nostre forze» (6).

Da pane sua il Comando del porro «E» di Catania confermò la notizia dell'afflusso in quella città di numerosi sbandati appartenenti alla Piazza M.M. di Augusta-Siracusa, cosicché il Geo. Guzzoni, ftno ad allora lasciato all'oscuro del caos accaduto, inviò in mattinata in ricognizione sul posto il Magg. Della Peruta. Nello stesso tempo il Comandante delle FF.AA della Sicilia, ricevuto tramite S.M.R.E. il messaggio delle 01.20 del Comando Supremo, stimò anch'egli che il porro di Siracusa dovesse essere riconquistato al più presto, prima del locale consolidamento nemico.

Dato quanto sopra, il Geo. Guzzoni ordinò alle 03.30 dell'll luglio al Comando del XVI Corpo d'Armata che il gruppo cSchmalz» contrattaccasse anche in direzione di Siracusa e alle 07.45 che l'intera divisione «H. Goering», non appena ottenuto un successo in direzione di Gela, si svincolasse e venisse impiegata anch'essa in direzione di Siracusa-Avola, passando per Vittoria e Ragusa (7).

Quest'ultima disposizione delle 07.4 5 fu poi ribadita da Guzzoni alle 10.30 in un colJoquio con il Geo. Rossi (8). In tale sede il Comandante delle FF.AA della Sicilia, che stava rendendosi como a poco a poco dell'accaduto nella Piazzafone, si lamentò che le locali «difese fossero state inesplicabilmente fatte saltare già fin dal giorno l O e nella notte sull' 11, senza che una minaccia diretta incombesse sulla città e sul porro» (9) .

Anche il Colonnello Schmalz, incaricato di spingersi per primo da Augusta su Siracusa, si lamentò con veemenza di ciò che era accaduto ad Augusta, sia con l' Amm. Leonardi e i Colonnelli

(6) .:\.U.S.E .• cartella 1444: cDiario Storico del Comando Supremo•. giorno 11 luglio 1943, pag. 3. Come vedremo nel capirolo IX, paragrafo 3. gli inglesi in verità misero piede ad Augusta soltanto nella sera del 12 luglio, provenendo dal mare. (7) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/ A: cRelazione del Comando FF.AA della Sicilia da.l 15 giugno a.l 20 luglio 1943•. pag. 22 e pag. 24. Nello stesso tempo Guzzoni dispose che la div. ftr. cLivorno•, dopo la prevista operazione congiunta con la eH. Goering• su Gela, fosse dirottata sull'aluo settore minacciato di Licata. (8) A.U.S.E., cartella 2228: •Colloquio dell'Eccellenza Guzzoni con il Generale Rossi•. (9) A.U.S.E., cartella 2124/B, fascicolo 2124/ A: cRelazionc del Comando FF.AA della Sicilia dal 15 giugno a.l 20 luglio 1943•, pag. 25.

Damiano e Crescione, incontrati nuovamente presso il ciplitero di Melilli alle 09.30 dell' ll, sia con tinviatO del Gen. Guzzonl, il Magg. Della Peruta, contattato presso Priolo Gargallo verso k (10}.

Dopo l'incontro con il Col. Schmalz, l'Amm. Leonardi inviò in ispezione ad Augusta il Col. Damiano, comandante del 121 o rgt. costiero, e ordinò al Il/76° ftr. «Napoli» del Magg. Nobile di spostarsi da Villasmundo al caposaldo di Luogo Grande insieme all'aggregata 3a btr. da 75/27 del CXXVI gruppo. Questo reparto raggiunse la nuova posizione alle 19.00, passando a far parte del Comando del 121 o rgt. costiero del Col. Damiano con il compito di proteggere alle spalle l'avanzata della colonna «Schmalz» ( 11).

Dai due battaglioni interni del 121 o rgt. costiero non c'era però molto da attendersi. Infatti, dopo il notO inopportuno ripiegamento del 540 • btg. dar costOne di Belvedere nel pomeriggio precedente, anche il più settentrionale 504 • btg. arretrò prematuramente alle 10.30 dell'll dalle posizioni intorno a Melilli, in seguito ad un affrettato ordine del Col. Crescione e del Cap. Freg. Gasparrini. Quest'ultimo battaglione costiero fu poi riportato sulle sue posizioni alle 14.30 da un contrordine del Col. Damiano, ma rimaneva il fatto che il suo ripiegamento si era verificatO in un momento in cui massimo avrebbe dovuto essere il suo appoggio alla colonna «Schmalz», impegnata presso Priolo Gargallo.

Infine l' Amm. Leo nardi si incontrò verso le 13 .. 00 anche con il Cap. Freg. Turchi, allontanatosi da Augusta ventiquattr'ore prima, e gli ordinò di rastrellare i suoi uomini sulla strada per Lentini e di riportarli in linea ad Augusta, dove comunque continuavano le autodistruzioni delle ultime batterie ancora intatte (12}. L'ordine fu eseguito e pertanto nel pomeriggio di quell' 11 luglio venne

(10) Ricordiamo che il gruppo cSchmalz• era allora cost1tuito da1 seguenti repart1: - reggimento Korner (115' rgr. della 15' div. cSiz:ilicn:o) composto da due btg. ftr. autotrasportati, ciascuno su quanro cp., dalla l' cp. speciale con un plotone collegamenti, un plotone motociclisti, un plotone pionieri, da una cp. armi d'accompagnamento e da una cp. pezzi controcarro da 75 mm. c da 50 mm.; - un btg. carri della div. eH. Goering• su quamo compagnie; - un gruppo art. della div. eH. Goering-. su tre btr. da 150 mm.; - un reparto esplorante aggregatosi alle ore 16.00; - un reparto di Sanità con una sezione autoambulanze. Per tutto cfl. A.U.S.E., cartella 1427, pag. 66 e allegato 23. (11) A.U.S.E .. cartella 1427, allegato 59/5: cRelazione del 76' rgt. ftr. 'Napoli'• e allegato 59/14: cRelazione sul 121' reggimento costicte•. (12) T. MARCON: Augusta 1940-43, op. cit., pagg. 136-139.

costituito ad ovest della città, a cavallo della strada per Villasmundo, un altro sbarramento con marinai e soldati sbandati, anch'esso in funzione di supporto arretrato all'avanzante colonna «Schmalz».

Quest'ultima unità tedesca mise in postazione di fronte alla rada di Augusta i suoi pezzi e con essi impegnò poco dopo mezzogiorno un duello d'artiglieria con l'incrocia core Uganda e con i cacciatorpediniere Nubùm ed Eskimo, dando agli inglesi l'impressione che le difese sul fronte a mare della Piazzaforte fossero ancora efficienti.

3. IL CONTRAITACCO DELLA DIVISIONE «NAPOLI» E DEL GRUPPO «SCHMALZ» VERSO SIRACUSA (Vds. tavola n. 18)

Come era stato pianificato dal Col. Ronco, i contingenti mobili della div. ftr. «Napoli», posti ai suoi ordini nei dintorni di Solarino, avanzarono alle 06.00 dell' 11 luglio da tale località verso Floridia con obiettivo Siracusa, dopo che durame la notte erano stati travolti dal nemico i posti di blocco sul ponte Mulinello e al km. 8 della rotabile tra questi ultimi due abitati. Contemporaneamente scendeva verso Siracusa, lungo la congiungente Melilli-Priolo Gargallo il gruppo tattico tedesco del Colonnello Schmalz.

Il Col. Ronco, come sappiamo, aveva riunito a Solarino sono il suo comando nella notte del 10, oltre al 11175• ftr. e al X gruppo art. da 105 l 28, i 150 superstiti del gruppo tattico di Canicattini Bagni, il consistente gruppo mobile «D» del Ten. Col. D'Andretta e due compagnie mortai, di cui una convertita in compagnia fucilieri.

Il concetto d'azione prevedeva che l'ala sinistra, costituita dal Il/75° ftr. (meno la 6a cp. ciclisti), dai 150 fanti del I/75° ftr., dal residuo plotone della 54a cp. controcarro, da un plocone del CIII btg. controcarri, da due pezzi bivalenti da 88 mm. · e da un complesso da 20 mm. tedeschi, dovesse inizialmente coprire il fianco, tenendo il Ponte Diddino e poi fiancheggiando la marcia della colonna principale. Quest'ultima, diretta decisamente su Floridia e poi su Siracusa, comprendeva la compagnia Comando del 75 • rgt. ftr., due compagnie fucilieri, una compagnia motomitraglieri, la compagnia carri con diciotto Renault R/35, una compagnia zappatori, una compagnia mortai da 81, la 10a batteria da 7 5 l 18, la compagnia controcarro reggimentale, due plotoni ciclisti

e due pezzi da 88 mm. tedeschi con aggregato complesso da 20 mm. Flak. Infine il X gruppo art. da 105 l 28 e i restanti quattro «88» tedeschi rimasero in posizione sulle alture dì Solarino per appoggiare il movimento ·della colonna, fino a che non avessero ricevuto ordine di spostarsi in avanti (13 ).

I movimenti iniziarono alle ore 06.00 lungo la strada da Solarino a Floridia, .ma dopo appena un chilometro l'avanguardia della colonna andò ad urtare sulla testa della 13 a brigata della 5 a div. ftr. inglese che, conquistata Floridia la sera precedente, avanzava in senso inverso proprio su Solarino. Si sviluppò così un combattimento d'incontro che dalle 06.30 si protrasse ·su quelle posizioni fino alle 13.00.

Dapprima la colonna inglese, battuta dal concentramento di fuoco 'del X gruppo da 105 l 28 e dagli «88» tedeschi, arrestç) la marcia, retrocedette per riorganizzarsi e rivolse quindi parte dei suoi elementi lungo una strada secondaria contro Ponte Diddino. Qui la lotta si protrasse violentissima fino aJJe 10. 30, quando il comandante del caposaldo, Ten. Col. Sisino, comunicò l'avvenuta infiltrazione di truppe nemiche tra il ponte stesso e il bivio per Sortino. Il Col. Ronco ristabilì momentaneamente la situazione in quest'ultimo settore inviandovi un plotone motomitraglieri, un plotone carri e quindi una compagnia fucilieri. Nello stesso tempo due irruzioni di carri inglesi eseguite sulla fronte e sul fianco sinistro «vennero stroncate dai pezzi da 4 7 l 3 2, ma particolarmente dalle due sezioni da 88 mm. tedesche, le quali sparavano con incredibile celerità e precisione» (14). Contro tali artiglierie germaniche fu quindi rivolto il fuoco di controbatteria britannico.

Poco prima di mezzogiorno il gruppo mobile, «oltre alla distruzione totale delle due sezioni Flak, aveva subito gravissime perdite in uomini e materiali, mentre la pressione avversaria sia sul fronte che sul fianco sinistro del gruppo si rendeva sempre più aggressiva e pericolosa» ( 15). Lo stesso Col. Ronco, spintosi verso Ponte Diddino per esaminare personalmente la situazione, sfuggiva

(13) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/2: «Relazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandata dal Colonnello Ronco ua il lO e il 13 luglio 1943 nella marcia da Palazzolo Acreide a Siracusa•, pagg. 6-7. (14) A.U.S.E. , cartella 1427, allegato 59/13: cGruppo mobile 'D': relazione del fatto d'armi dei giorni 10, 11. 12 e 13 luglio 1943 nella zona di Solarino», pag. 2. (15) Ibidem, pag. 2.

miracolosamente ad un'imboscata che crivellava di colpi la sua autovettura.

Per evitare il completo accerchiamento della sua unità mobile, proiettata lungo la strada di Floridia, il Col. Ronco decise di ordinare il ripiegamento sulle colline a nord ovest di Solarino, nei cui sobborghi orientali si segnalavano già pattuglie inglesi. Tale arretramento avvenne tra le 13.00 e le 15.00 con calma e nel filassimo ordine, ma non per tutto il II/75" ftr. e per i resti del I btg., che circondati sul Ponte Diddino vennero in gran pane catturati. La percentuale delle perdite italiane in combattimento oscillò attorno al 16%, mentre quella delle due sezioni della Flak tedesca fu rispettivamente dell'84% e dell'87% (16).

Sulle nuove posizioni a nord ovest dell'abitato di Solarino, occupato penanto dagli inglesi, le residue truppe del Col. Ronco ripresero il contatto con la 13a brigata britannica dalle ore 17.00 fino alla notte, scambiando colpi d' aniglieria e respingendo un violento assalto serale.

Frattanto nella mattinata dell' 11, come si è detto, la colonna tedesca del Col. Schmalz era scesa lungo la direttrice Melilli-Priolo Gargallo, puntando da nord su Siracusa. Questo gruppo tattico prese contatto con le avanguardie della 17 a brigata appartenente alla solita sa div. ftr. inelese alle 11.30, proprio a sud ovest di Priolo, e riuscì a contenerne l'avanzata fmo a sera. Il Col. Schmalz non potè comunque lanciare un deciso attacco, perché era venuto a mancare l'essenziale presupposto di un collegamento sulla sua destra con la colonna Ronco, respinta a Solarino ( 17).

Lo stesso Gen. Conrath, comandante dell'intera divisione «H. Goering», fu sollecitato dal Col. Schmalz a telefonare alle 19.20 al Comando del XVI C.A. italiano per chiedere che gli elementi della div. ftr. «Napoli» non ripiegassero oltre. Di rimando il Gen. Rossi assicurò che la «Napoli» «non avrebbe arretrato, ma avrebbe ripreso l'attacco appena possibile» (18). In relazione a questa promessa il Comando del XVI C.A. inviò alle ore 20.00, per mezzo di un motociclista, il seguente ordine al Comando della div. ftr. «Napoli» a Vizzini (19):

(16) Ibidem, pag. 2. (17) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quatcr: c Relazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno IO al giorno 20 luglio 1943», pag. 8. (18) A.U.S.E., cartella 1427: «Diario Smrico Militare del XVI Corpo d'Armata», pag. 62. (19) Ibidem, pag. 63.

«Est assolutamente necessario ed urgente che 75 • fu. non si allontani da Solarino-Floridia occupati dal nemico e che da voi sia subiro armonizzato l'impiego del gruppo tedesco e del 75" ftr. in base a siruazione atruale. Non ammissibile rientro Palazzolo vostro Comando e truppe del 75 •. Riprendere immediatamente posizioni avanzate con il compiro di arginare progressi del nemico attaccandolo di fronte e di fianco. Darmi situazione complessiva dislocazione 'Napoli' con motociclista stesso» .

Un'ora dopo anche il Comando delle FF.AA della Sicilia espresse una simile insoddisfazione nei riguardi del comportamento del 75• rgr. ftr. tra Solarino e Floridia_ Infatti alle 21.00 il Gen. Guzzoni, che già alle 18.20 aveva dichiarato _ a Superesercito che la div. ftr. «Napoli» aveva <<perduto l'efficienza -offensiva>> (20), così telegrafò al Gen. Rossi:

«<nnanzi a Siracusa inefficacia attacco 75" ftr. rende critica situazione dove nemico est contenuro soltanto da truppe tedesche at Priolo e Solarino.

Necessita assolutamente impedire che nemico sbarchi altre truppe et estenda sua testa di ponte. Domani 12 corrente avranno luogo massicce azioni aviazione su Siracusa. Chiedo che esse siano estese su Avola e .lungo costa sino Gela et Licata. In relazione a ciò est necessario richiedere massimo sforzo divisione 'Goering' perché domani 12 possa contenere avanzata truppe nemiche provenienti Siracusa e Avola, senza rinunziare a puntata su Vittoria e Comiso, trasferimento che si rende indispensabile quanto urgente. In relazione a ciò prego modificare vostro ordine operazioni O 1/8200 l o p di oggi. Assicurare. Guzzoni» (21).

Per quanto riguarda la richiesta dell'esteso intervento aereo, occorre dire che in effetti il Comando Supremo aveva inviato a Superaereo e ali' O. B. S. già alle ore 11. 3 5 del 10 luglio una precisa richiesta di un massiccio intervento delle aviazioni sulle zone di Augusta-Siracusa, Gela e Licata (22). Lo stesso Comando Supremo, come abbiamo già visto, aveva poi ribadito la necessità di impiegare «il maggior numero possibile di mezzi aerei et navali» per ricacciare il nemico in mare (23). Quindi nella giornata dell' 11 il Gen.

(20) A.U.S.E., canella 2229: cOiario Storico Militare della 6• Armata», fonogramma n. 16365/op delle ore 18.20 dell'li luglio !943 del Comando FF.AA. della Sicilia. (21) A.U.S.E., cartella 2229 cirata, allegato 27: dispaccio del Comando FF.AA della Sicilia n. 16362/op delle ore 21.00 dell'll luglio 1943. (22) A.U.S.E., cartella 1501: cDiario Storico del Comando Supremo», allegato 481: fonogramma del Comando Supremo n. 51452/op delle ore 11.35 del 10 luglio 1943. (23) Ibidem, allegato 530: fonogramma del Comando Supremo n. 14706/op delle ore 01.20 dell' 11 luglio 1943 direrto a Supermarina, Superesercito e O.B.S.

Affibrosio ebbe un colloquio con Kesselring e von Rintelen basato prevalentemente sulla collaborazione della Luftwaffe alle operazioni . in Sicilia. Infine alle 11.50 del 12 luglio il Comando Supremo perorò ancora una volta un massimo impiego delle risorse aeronautiche italo-tedesche con il seguente messaggio (24).

cScarsa efficienza nostre forze aeree obbliga ad impiegare turri i reparti disponibili soprattutto da caccia in favore della Sicilia. Anche forze aeree dislocate Sardegna dovranno conseguentemente essere spostate per impiego at favore Sicilia, eccezione fatta per reparti intercettori• .

Superaereo in verità non fu insensibile a queste pressioni e già l' 11 luglio, con circolare IB/1076, dispose lo spostamento di numerosi reparti aerei per meglio fronteggiare le esigenze in corso (25).

Per quanto concerne invece l'ordine operativo 01/8200 l o p del Comando del XVI Corpo d'Armata, che Guzzoni nel suo sopracitato messaggio chiese al Gen. Rossi di modificare, occorre dire che esso riguardava - come meglio vedremo in seguito - una nuova puntata offensiva della «H. Goering» su Vittoria e Comiso, dopo quella che esamineremo contro il settore di Gela. Mezz'ora dopo il contrordine di Guzzoni, cioè alle 21.30 d eli' 11, il Gen. Rossi mutò pertanto queste disposizioni e chiese alla «H. Goering» di sviluppare, dopo il contrattacco su Gela, una più vasta manovra che interessava non soltanto Vittoria e Comiso, ma che abbracciava la più settentrionale congiungente Vizzini - Buccheri - Palazzolo Acreide, in vista di una fmale controffensiva della divisione tedesca direttamente su Siracusa (26).

Tuttavia l'occasione di riconquistare Siracusa era stata perduta per sempre, a causa sia dell'esaminato ripiegamento della colonna Ronco e quindi del suo mancato coordinamento con la discesa del gruppo «Schmalz» oltre Priolo Gargallo, sia dell'accennato scarso appoggio dato a questa unità tedesca dal 504 o btg. costiero.

Siracusa, dopo essere stata occupata via terra alle 21.00 del 10 luglio dalla 17a brigata britannica, subì anche un incruento sbarco

(24} Ibidem, allegato 601: fonogramma n. 51497/op delle ore: 11.50 del 12 luglio 1943. (25} Ibidem, allegato 551: circolare di Superaereo lB/ 1076 dell'l l luglio 1943. (26} A.U.S.E., cartella 1427, allegati 26 e 28: dispacci dal Comando del XVI Corpo d'Armata n. 01/8200/op e n. 01/8203/op dell'li luglio 1943.

dal mare a mezzogiorno dell' 11, dopo che nella mattinata erano stati aperti nella rada alcuni corridoi eli sicurezza dai dragamine inglesi. Il suo porto non sabotato, ma martoriato dalle bombe, fu messo rapidamente in grado di ricevere un volume di traffico fino ad allora sconosciuto, tanto che il 13 luglio venne sbarcato in sole otto ore e un quarto un intero convoglio britannico di dodici trasporti (27).

4. LA PREPARAZIONE DELLA CONTROFFENSIVA NEL SET-

TORE DI GELA (Vds. tavola n. 19)

Mentre si svolgevano in direzione delle spiagge di Gela e di Scoglitti i noti falliti contrattacchi condotti il 10 luglio dal gruppo mobile «E» di Niscemi, dal III/ 33 • ftr. «Livorno» del Ten. Col. Bruni e da due colonne della div. «H. Goering», il Comando del XVI Corpo d'Armata, ricevuta alle 13.4 5 dal Gen. Guzzoni la disponibilità dell'intera div. ftr. «Livorno», comunicò al Gen. Conrath alle 13.50 di quello stesso 10 luglio che la sua «H. Goering» e la stessa «Livorno» avrebbero sviluppato una simultanea controffensiva in forze su Gela, secondo successivi ordini di dettaglio (28).

Esclusa dal Gen. Conrath l'ipotesi di sviluppare tale «controffensiva sistematica» nella stessa giornata del 10, a causa del contemporaneo frazionamento della «H. Goering» all'attaccQ di Case Priolo e della valle del Dirillo, il Gen. Rossi impartì nel pomeriggio alla stessa divisione tedesca e alla «Livorno» gli ordini per il combinato contrattacco a partire dalle 06.00 dell'indomani.

Calata l'oscurità fu intrapresa la marcia verso le basi di partenza, rallentata dagli ingombri stradali e da incursioni aeree nemiche (29). Proprio a causa di questi contrattempi la div. «Livorno» giunse alle basi di partenza verso le 05,00 e non a mezzanotte come previsto, mentre il II/34• ftr., partito dalla più

(27) S.E. MORISON: History of U.S. naval operations in world war Il, vol. IX: Sicily, Salerno. Anzio, Boston 1954, traduzione italiana a cura dello S.M.E., biblioteca dell'Ufficio Storico Esercito, classifica 52/280, pag. 253. (28) A.U.S.E., cartella 1427: •:Diario Storico Militare del XVI Corpo d' Armatv, pagg. 37·38. (29) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 99 quater: cRelazione sulle operazioni svolte nel senore del XVI Corpo d'Arma tv, pag. 7.

arretrata posizione di Butera e che subì i maggiori danni sotto i bombardamenti notturni, giunse soltanto alle 13.00 d eU' 11 ai bivio presso Monte S. Nicola.

Da parte tedesca un certo rallentamento della marcia notturna fu invece determinato dall'ingombro e dalla scarsissima agilità dei p-ossenti diciassette éarri «Tigre» in dotazione alla <<H. Goering», evidente soprattutto quando essi dovevano attraversare le strettoie ali' interno degli abitati (30).

Alle 21.1) del IO luglio, intanto, il Comando del XVI Corpo d'Armata aveva confermato al Gen. Guzzoni che le due divisioni avrebbero iniziato la prevista controffensiva congiunta su Gela alle ore 06.00 del giorno seguente e aveva chiesto all'occorrenza un «prevéntivo e concomitante» appoggio d eli' aviazione (31 ).

Il Comando delle FF. AA della Sicilia assicurò immediatamente l'appoggio aereo per l'ora d'attacco prevista (32), motivo per cui il Gen. Rossi, pur avendo saputo alle 02.00 d eli' 11 che la «Livorno» sarebbe giunta sulle basi di partenza solo alle 05.00 anziché a mezzanotte, non mutò i tempi e ordinò d'iniziare l'attacco senz'altro alle ore 06.00 (33).

Gli ordini del Comando del XVI Corpo d'Armata prevedevano una controffensiva «a cesta bassa» secondo le seguenti modalità.

La divisione corazzata «H. Goering» avrebbe puntato da est e da nord su Gela con tre colonne: - a sinistra sarebbe avanzato da Biscari su Ponte Dirillo, per poi procedere lungo la ferrovia Vittoria-Gela, il reggimento Panzergrenadier composto da due battaglioni di fanteria, con una compagnia carri e un gruppo d'artiglieria; - ai centro avrebbe operato da Niscemi su Case Priolo, Piano Lupo e Case Spinasama un battaglione carri appoggiato da un gruppo d'artiglieria; - a destra avrebbe operato da Ponte Olivo, fiancheggiando la rotabile 117, un battaglione carri e il battaglione pionieri.

(30) Il carro cTigre• mod. l E pesava 55 ronn., era lungo m. 6.21, largo m. 3.73. alto m. 2,86, aveva una corazza di l IO mm., un equipaggio di cinque uomini, una velocità massima di 38 km/h e un armamento di un cannone da 88 mm. c di due mitragliatrici da 7,92 mm. Cfr. F.M. SENGER und ETTERLT!'\: Die Kampfpanzer von 1916-1966, Monaco 1966, pag. 78. (31) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata•. pag. 44. (32) A.U.S.E., cartella 1427, allegatO 20: fonogramma 337/877 del 10 luglio 1943. (33) A.U.S.E., cartella 1427: «Diario Storico Militare del XVI Corpo pagg. 48-49.

In seconda schiera era destinato il reparto esplorante, in movimento da Caltagirone verso S. Pietro, cosicchè la «H. Goering» impiegò il totale dei carri disponibili, cioè 82 del modello III e IV e diciassette «Tigre» prestati dalla div. «Sizilien».

La div. ftr. «Livorno» avrebbe puntato su Gela da nord e da ovest secondo la seguente articolazione (34): - colonna di sinistra del Col. Martin i, con il III l 34 o ftr, il l/28° art., una· cp. del btg. mortai da 81 mm. e i resti del dissanguato gruppo mobile «E» di Niscemi, che sarebbe scesa da Monte Castelluccio lungo la strada 117 Ponte Olivo-Gela. Questa colonna, in assenza giustificata del Col. Martini, fu in effetti diretta dal Ten. Col. Leonardi del III/ 34 o; - colonna di destra del Col. Mona, con il I/33 o ftr., il Il 34 o ftr., il Ill/28° an. e il resto del battaglione mortai da 81, che sarebbe calata da Monte del!' Apa e da Monte Zai lungo i lati della strada Butera-Gela; - colonna fiancheggiante sull'estrema destra del Ten. Col. Mastrangeli, con il Il/ 33 o ftr. e il IV l 28 o an., che doveva avanzare lungo la ferrovia tra la stazione di Butera e Gela; - contingenti di seconda schiera del Ten. Col. Bruni, con il III/33" ftr. , il II/34°ftr., il 11/28° art. e il CIX gruppo an. da 149 l 13 di Corpo d' Arm:1ta. Questi contingenti erano stanziati ai piedi del Poggio della Femmina, ad eccezione del Il/ 34 o ftr., ritardato dai bombardamenti aerei e che - come abbiamo detto giunse al bivio di Monte S. Nicola soltanto alle ore 13.00 dell' 11.

La colonna di destra e la colonna fiancheggiante della «Livorno» erano poste agli ordini superiori del Gen. Perugini, comandante in seconda della divisione.

5. IL CONTRATIACCO DELLA «LIVORNO» E DELLA <<H. GOERING» SU GELA (Vds. tavola n. 19)

Alle 06.50 dell' 11 luglio il Comando della XVIII brigata costiera, che era stato preavvertito da oltre un'ora del contrattacco imminente nella zona, telefonò al Comando del XVI Corpo d'Armata per comunicare che «il reggimento granatieri corazzato tedesco aveva iniziato regolarmente l'attacco alle 06.00» (35).

(34) Cfr. anche N. VICINO: La battaglia di Gela, Firenze 1967, pag. 38. (35) A.U.S.E., cartella 1427: «Diario Storico Militare del XVI Corpo d'Armat:b, pag. 50

LA CONTROFFENSIVA DEL XVI c Operazioni delle divisioni "Livc

.d'A. NELLA DI GELA "Goering .. ( 11-7-1943)

La colonna di sinistra della «Livorno» mosse all'attacco, invece, alle 06.30 senza l'appoggio del I/28° an. del Magg. Anigiani, poi caduto in combattimento, a causa di difficoltà di collegamento tra la pattuglia O.C. e le batterie (36). Contemporaneamente, come si è detto, nove bombardieri in quota italiani provenienti dalla Sardegna attaccarono le navi trasporto americane nelle acque di Gela, danneggiandone due.

Le truppe statunitensi che in quel momento erano di frqnte alle due divisioni dell'Asse appartenevano al I e al lV btg. Rangers, al Il/26° ftr., al III/26° ftr., al 1/16° ftr. e al 11/16• frr. della P div. sulle spiagge di Gela e, più ad oriente, alll/180° della 45a div. ftr. sbarcata a Scoglitti (37). Esse erano però disseminate su una grande superficie e, per di più, si trovavano allora prive della copenura aerea mattutina poiché le squadriglie da caccia non erano decollate né da Pantelleria né da Malta a causa della nebbia (38).

Inoltre gli americani sulle spiagge erano ancora sprovvisti di carri armati, che non trovavano posto sui più piccoli mezzi da sbarco Dukws, mentre le più grandi unità anfibie non potevano avvicinarsi alla riva a causa dei bassi fondali (39). Era stato perciò deciso che i carri armati sarebbero stati scaricati durante la giornata dell' 11 per mezzo di chiatte o di pontili. Proprio da una chiatta sbarcarono faticosamente alle 02.00 dieci carri armati medi, che erano stati però subito bloccati sulla spiaggia dalla sabbia soffice. Quindi alle 08.00 de Il' 11, quando infuriava già la battaglia, il Cap. Freg. Wright riuscì a porre in opera due pontili galleggianti che congiungevano le più grosse navi anfibie LST alle spiagge, superando le insidie della risacca. Pertanto lo scarico vero e proprio dei mezzi corazzati statunitensi non si realizzò prima delle 11. 30, mentre un'altra ora fu necessaria ai gruppi di lavoro non preavvertiti per togliere ai carri la loro impermeabilizzazione.

Per un certo periodo di tempo quindi gli americani furono costretti a fare esclusivo affidamento su cinque dei dieci carri

(36) A.U.S.E., cartella 2124/B: «Relazione sul combanimemo della piana di Gela (11-12 luglio 1943) al quale prese parte il III battaglione del 34• rgr. ftr. 'Livorno'•, pag. 2. (37) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the sumnder ofltaly, op.cit., pagg. 165-166. Le barrerie allora a disposizione degli americani appartenevano al V, VII e XXXlii gruppo art., ancora incompleti, davanti a Gela e al CLXXl gruppo nel settore di Scoglirti. (38) H. POND: Sicilia, op. cit., pag. 143. (39) E.B. POTTER- C. W. NIMITZ: La grande gue"a sui man', op. cit., pag. 188.

sbarcati dalla chiatta alle 02.00, gli unici che riuscirono a districarsi dalla morsa sabbiosa e che andarono al contrattacco con tutta la loro impermeabilizzazione, rimanendo però ben presto privi di munizioni (40).

Ad aggravare la panicolare situazione di crisi americana sul fronte di Gela in quel mattino dell' 11 luglio 1943 sopravvenne anche la penuria di pezzi anticarro, dovuta all'affondamento della nave da sbarco LST-313, carica dell'intera dotazione di tali armi del 26• gruppo tattico della l a divisione. Come sappiamo, questa ùnità anfibia era stata incendiata e poi colata a picco la sera del 10 da un Bf. 109 tedesco dotato di bombe alari.

Come se ciò non bastasse, la U.S. Navy si fece trovare impreparata all'azione mattutina, sia perché le navi antistanti le spiagge di Gela (incrociatori Savannah e Boise e cacciatorpediniere Butler e Glennon) erano ormai prive dei velivoli da osservazione del tiro, sia perché i repani di collegamento terrestri non dettero notizia fino alle 08.30 (41).

Senza sospettare tali deficienze in campo avversario, le colonne delle due divisioni delJ' Asse presero contatto con le prime linee della testa di sbarco americana. Luogo la ferrovia costiera proveniente da Vittoria il reggimento granatieri della «H. scattato per primo all'attacco alle 06.00, raggiunse Senia Ferrata accompagnato dai venti carri della compagnia corazzata. Al centro dell' intero schieramento offensivo icalo-tedesco il Ill/34 • ftr. del Ten. Col. Leonardi, il primo repano italiano a muovere alle 06.30, protetto sulla sinistra dai resti del guppo mobile «E», travolse alle 08.00 sulla destra della rotabile 117 le avanguardie americane ai Poggi Frumento e Molinazzo, pur senza l'iniziale ausilio del l/28• an., che aprì il suo fuoco d'appoggio soltarlto in quel momento.

Alle 07. 30 la colonna di destra del Col. Mona si mosse lungo la rotabile Butera-Gela, superando anch'essa gli avamposti nemici, mentre alle 07.45 partì ali' attacco da Ponte Olivo, puntando su Case Aliotta, l'ala destra corazzata tedesca, che era stata ritardata dal precedente difficile attraversamento di Niscemi da parte dei

(40} S.E. MORlSON: History of U.S. naval operations in world war l/, vol. IX ci t. , traduzione italiana a cura dello S.M.E., pagg. 176·177. (41)·/bidem, pag. 175. Ogni gruppo tattico americano disponeva di un reparto addetto al controllo del fuoco cosùero, in collegamento radio con le unità navali d'appoggio assegnate a quel settore. Cfr. anche S.E. MORISON: in guerra su due oceanz; op. ci t .. pag. '253.

carri armati. Infine alle 08.00 avanzò la colonna centrale germanica che superò la resistenza a Case Priolo e i cui movimenti dovevano essere sincronizzati con quelli della precedente ala destra, mirando ambedue queste colonne della «H. Goering» a confluire nella cosiddetta Valle del Signore ad est di Gela.

Alle 08.00 di quell'Il luglio, in perdurante assenza di contrasti anticarro e di ogni intervento aeronavale avversario, la possibilità di un rapido successo della controffensiva congiunta i calo-tedesca sembrava tutt'altro che remota. Soprattutto inarrestabile appariva agli occhi degli osservatOri statunitensi l'avat1Zàta dei potenti carri tedeschi sia lungo la costa, sia lungo il fiume Gela ( 42). Questi ultimi .erano arrivati, secondo i resoconti americani, a circa tre chilometri dalla periferia della città quando, verso le 08.30, giunse a bordo della T.F.81 dell' Amm. Hall la prima ansiosa richiesta di tiro navale di sostegno ( 43 ). Fu infatti per l'esattezza alle 08.29 che l'incrociatore Savannah aprì per primo il fuoco contro i carri armati tedeschi provenienti da Ponte Olivo, spostando poi il suo tiro alle 09.02 su un secondo reparto corazzatO germanico che seguiva il primo a meno di un miglio. Successivamente, alle 09.17, questo incrociatore prese di mira la fanteria italiana, e precisamente la colonna di sinistra comprendete il III/34• ftr. (44).

Frattanto anche il cacciatorpediniere Gfennon aveva apet:co il fuoco alle 08.47 contro carri armati tedeschi della colonna centrale, che da Case Priolo muoveva ormai verso Spinasama, sparando contro di essi per un' e dieci minuti.

Il pericolo maggiore però, secondo il Ten. Col. Darby dei Rangers americani, veniva allora dalla colonna corazzata tedesca di destra proveniente da Ponte Olivo, su cui· aveva appena cessato di sparare iJ Savannah. Venne quindi invocato l'intervento contro tale bersaglio dell'altro incrociatore del settore, il Boùe, che in effetti prese di mira la colonna germanica di destra alle 10.40, scompaginandone le ftla in poco tempo (45).

Alle 11.00 e alle 11.22 si unirono al bombardamento navale i

(42) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily an d the Jurrender of ltaly, op. ci t., pagg. 167-168. (43) S.E. MORJSON: HiJtory of U.S. naval operationJ ùt world war 11, vol. IX CÌL, traduzione italiana a cura dello S.M.E. pag. 177. li Savatmah era armato con quindici cannoni da 152 mm. e otto da 127 mm. (44) Ibidem, pag. 177 e specchio riepilogativo a pag. 180. (45) Ibidem, pagg. 178-179.

due cacciatOrpediniere Laub e Cowie, proprio mentre diveniva sempre più difficile distinguere da bordo i bersagli e gli effetti del tiro a causa del fumo proveniente dagli incendi dei campi di frumento. Il fuoco navale andò penanto scemando e a?Sumendo carattere di intermittenza, fino a che non cessò del tutto poco dopo le 11. 30. A contrastare l 'ultima spinta offensiva italo-tedesca rimasero invece alcuoe batterie da campagna appostate tra le dune di sabbia.

Come abbiamo visto, i primi colpi sparati dal mare sulla «Livorno» furono quelli diretti dal Savannah , a partire dalle. 09.17, contro la colonna di sinistra comprendente il III/ 34 o ftr. In quel momento tale contingente italiano stava attaccando la seconda linea nemica a Poggio Rosario e a Case Salera, cinquecento metri oltre la prima linea americana già superata alle 08.00. L'attraversamento di quel breve tratto di terreno fu reso quindi assai sanguinoso dal tiro navale, oltre che dal nutritissimo fuoco di armi automatiche, e richiese tre ore di tempo. Fu infatti soltanto alle 11.00 che anche la seconda linea di difesa statunitense venne superata, grazie all'eroico attacco dell'l P compagnia di rincalzo del Te n. Fiori o sulla destra e «al contemporaneo assalto, non previsto e non richiesto, degli altri reparti del battaglione che erano stati arrestati dal fuoco nemico a breve distanza» ( 46).

Nell'ottenere questo successo però il III/ 34 o ftr. dovette sopponare perdite eccezionalmente gravi: la 10a compagnia fu quasi interamente annientata essendo rimasta con soli 34 uoru.ini e senza alcun ufficiale, mentre la 9a compagnia venne dimezzata negli effettivi e potè contafe su un solo ufficiale inco.lume. Contemporaneamente fu ferito a morte anche il Magg. Artigiani, comandante del l/28° art., che dalle 08.00 appoggiava con il suo fuoco l'irruente avanzata di questa colonna di sinistra: La relazione ufficiale americana ci racconta con raccapriccianti particolari l' ecatombe nelle ftle di tale gruppo d'attacco italiano, ricordando, tra l'altro, che «c'erano corpi umani appesi agli alberi e alcuni ridotti a brandelli» ( 47).

In seguito allo sfondamento effettuatO così valorosamente dal III/34 o ftr. «Livorno» e alla concomitante progressione delle tre

(46.) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazionc sul combattimento della piana di Gela (11·12 luglio 1943) al quale prese pane il Ili banaglionc del 34• rgr. ftr. 'Livorno'• . pag. 4. (47) U.S. ARMY IN WORLD WAR Il: Sicily and the sumnder of Italy, op. cit., pag. 170.

colonne corazzate della «H. Goering>>, le truppe americane arretrarono su tutto il perimetro della testa di sbarco verso le 11.30 e ripararono ali' interno dell'abitato di Gela.

Da parte sua il III l 34 o ftr., esausto e in attesa di eventuali anche se problematici rimpiazzi, dovette fermarsi al posto di blocco alla periferia della città.

Frattanto la colonna di destra del Col. Mona era giunta alle 11.00 presso il passaggio a livello di Casa Femmina Morta, dove fu fermata dal fuoco dei famosi tre pezzi italiani catturati il giorno prima dai Rangers americani. Qui la colonna Mona cercò di conoscere l'esito dell'avanzata della «H. Goering», che aveva allora superato sia Senia Ferrata lungo il litorale, sia Spinasanta sulla strada per Niscemi e sia Case Aliotta sul fiume Gela ( 48). I tedeschi avevano inoltre inviato quaranta carri ad aggirare la città di Gela anche da ovest, sul lato della «Livorno», ma erano gravemente provati dal fuoco navale, che - come abbiamo visto - aveva preso particolarmente di mira i loro reparti corazzati (49).

Per ironia della sorte, proprio alle 11.30, quando gli americani si ritirarono dentro Gela, si verificò il «turning point» della battaglia. A quell'ora infatti a sostegno delle truppe statunitensi, prive in quel momento d eli' appoggio navale, cominciarono ad intervenire gli aerei tattici con attacchi sulle immediate retrovie italo-tedesche, nonché alcuni carri armati provenienti da ambo i lati della testa· di sbarco, cioè da Licata ad ovest e da Scoglitti a sud est.

Proprio sotto l'orario delle 11.30 il Diario Storico del XVI C.A. reca annotato l'intervento di mezzi corazzati nemici da ponente contro il fianco della colonna di destra del Col. Mona (50). Si trattava di elementi del 30 o gruppo tattico della 3 a div. ftr. U.S.A. provenienti da Licata, la cui pericolosa contromanovra fu subito avvertita dal Geo. Chirieleison, comandante della «Livorno». Per prima cosa quest'ultimo provvide quindi a difendere le basi di partenza del 1133 o ftr. e dell/ 34 o ftr. a Monte dell' Apa e a Monte Zai, nonché la stessa stazione di Butera, base di partenza della colonna fiancheggiante del Ten. Col. Mastrangeli. La perdita dì queste posizioni avrebbe infatti isolato l'intera colonna Mooa

(48) A.U.S.E., candia 1427, allegato 99 quater: cRelazione sulle operazio1.i svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943», pag. 8. (49) H. POND: Sictfia, op. cit., pag. 146. (50) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militare del XVI Corpo d'Armata», pag. 57.

spintast 1n avanti, motivo per cui il Gen. Chirieleison provvide a spostare alle 12.45 una batteria del III/28° an. nella sella tra Monte dell' Apa e Monte Zai (51).

Ormai ridotto alla difensiva, il Gen. Chirieleison raddoppiò alle 14.00 il numero delle batterie nella suddetta sella, inviò sulla rotabile Butera-Gela un plotone mortai da 81, dirottò il ritardatario II /34 o ftr. sulle due quòte di Monte S. Nicola e richiamò il II /3 3 o ftr. della colonna fiancheggiante su Poggio Rabbiro. Infine egli stanziò il III13r ftr., tenuto di riserva, sui capisaldi rra Monte del Falcone e Poggio della Femmina (52).

Nello stesso tempo stavano giungendo da sud est, cioè dal settore di Scoglitti, 250 paracadutisti del Col. Gavin e alcuni elementi del 180° gruppo tattico della 45a div. ftr. americana. Questi reparti, dotati di qualche arma controcarro, infastidirono sul fianco e alle spalle la colonna di sinistra della «H. Goering» nei pressi di Ponte Dirillo.

Non risulta invece controllabile in alcun documento ufficiale itaiiano, mentre è stata decisamente smentita dalle fonti americane, compresa la relazione ufficiale dell'U.S. Army, la notizia secondo cui verso le 11. 30, proprio quando le soni della battaglia stavano per volgere a favore degli americani, il Gen. Patton avrebbe diramato alla P div. ftr. U.S.A. l'ordine in chiaro di prepararsi al reimbarco, messaggio che sarebbe stato intercettato dalle stazioni d'ascolto della 6a Armata (53). Negli archivi statunitensi esiste invece un intercettato proprio delle 11.30, a firma di Faldella, Capo di S.M. della 6a Armata, e relativo ad una richiesta di rinforzi-, rivolta da Patton a favore del settore di Gela «attaccato da truppe corazzate», e può darsi che questo messaggio di tutt'altro genere, enormemente gonfiato, sia stato all'origine dell'equivoco (54).

(51) A.U.S.E .. cartella 1506: •Comando divisione fanteria 'Livorno': relazione sull'attacco di Gela (11 luglio 1943)•. allegato 19: fonogramma n. 12 delle 12.45 dell'llluglio·1943, diretto dal Comando divisione al Comando XVI C.A. ()2) Ibidem, fonogramma n. 14 delle 14.00 dell' 11 luglio 1943 diretto dal Comando div. «Livorno• al Comando XVI C.A. (53) Cfr. E. FALDELLA: Lo sbarco e la dzfesa della Szàlia, op. cir., pag. 148, ripreso da altri autori del periodo e tratto da alcune inconuollate versioni di protagonisti. Per una ragionata smentita òi tali interpretazioni cfr. U .S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sictly an d the sumnder of lta/y, op. ci t., pag. 170, nota 20, oltre ai ciraù volumi di S.E. MORISON, traduzione italiana, pag. 179, di H. POND a pag. 150. di P. MALTESE a pag. 173, senza contar.e che nè Eisenhower, nè Alexandc:r citano per nulla questo episodio nei loro resoconti sui fatti di Sicilia. (54) U.S. NATIONAl ARCHIVES: Co/lection of ltalian 17tilitary records, documento IT 381.

Alle 14.00, nello stesso momento in cui il Gen. Chirieleison emanava il secondo articolato provvedimento per tamponare la puntata nemica da ovest, le due colonne corazzate di centro e di destra della «H. Goering» dovettero interrompere la loro avanzata e passare sulla difensiva, premute dai crescenti reparti americani provenienti da Scoglitti. Nel tardo pomeriggio, poi, queste due colonne tedesche furono costrette a subire un contrattacco di mezzi corazzati, che gli americani avevano reso finalmente operativi sulle spiagge di Gela, e a ripiegare tra Priolo Gargallo e Ponte Olivo con gli effettivi decimati.

Solo il reggimento Panzergrenadier proseguì il cof'1battimento lungo la ferrovia costiera fino a tarda sera; ma al termine della giornata fu raggiunto dalle nuove direttive del Gen. Rossi delle 21.30 e dovette anch'esso abbandonare l'offensiva in un momento in cui · - come ora vedremo - si stava consumando il dramma della divisione «Livorno» (55).

La colonna di destra di quest'ultima divisione, diretta dal Col. Mona, e i reparti inviati a sua copertura dal Gen. Chirieleison cominciarono ad essere violentemente contrattaccati nel primo pomeriggio dai Rangers americani che, attraversato il torrente Gattano, giunsero fino al km. 28 della rotabile Butera - Gela. Contemporaneamente un gruppo motocorazzato del 30° rgt. ftr. U.S.A., proveniente da Licat?, impegnò il fiancheggiante 11/33° in località Ponte Manfria, costringendolo ad arretrare. La colonna Mona venne quindi accerchiata lungo la rotabile e sottoposta a tiri d'artiglieria e ad attacchi aerei.

La resistenza della colonna Mona durò fino alle 15.30 allorquando, fallito l'ultimo tentativo di spezzare l'accerchiamento, i superstiti del 1133 • ftr., compreso il comandante Ten. Col. Alessi, dovettero cedere le armi, come comunicato a quella stessa ora dal Gen. Chirieleison (56). Con lo stesso fonogramma il comandante della «Livorno» ammetteva di non conoscere la sorte dell'altro

(55) Gli ordini del Gen. Rossi delle 21.30, cui abbiamo già accennato nel precedenre paragrafo 3, prescrivevano che la «H. Goecing:o raggiungesse entro la giornata del 12 la congiungente Vizzini · Buccheri - Palazzolo Acreide, passando per Vittoria c Comiso, in vista di un contrattacco su Siracusa, comunque definitivamente perdura. Cfr. A.U.S.E., canella 1427, allegato 28: dispaccio del Comando del XVI C.A. n. 0118203/op delle ore 21.30 dell'li luglio 1943. (56) A.U.S.E., canella 1506: cComando divisione fanteria 'Livorno': relazione sull'attacco di Gela (11 luglio 1943)•, allegato 19: fonogramma del Comando divisione al Comando del XVI C.A. n. 15 delle ore 15.30 dell' l! luglio 1943.

battaglione di fanteria della colonna Mona (il 1134 o) e comunicava che, salvo ordini contrari, avrebbe disposto che i resti delle due colonne impiegate verso Gela si ritirassero sulle posizioni di partenza (57).

I suddetti ordini di ripiegamento poterono però raggiungere soltanto i resti deiJa colonna di sinistra, poiché anche il l/34 o ftr. era stato sopraffatto e il suo c.omandante, Ten. Col. De Gregorio, era caduto prigioniero, insieme ai superstiti del battaglione, a un centinaio di metri dal passaggio a livello presso Gela (58). · La colonna di sinistra, con i resti del III/ 34 o ftr. e del gruppo mobile «E», potè invece sganciarsi e raggiungere «alle 17.45 il km. 26 deiJa rotabile 117, mantenendo stretto collegamento con la destra della divisione 'H. Goering'» (59). Alle 22.00 questa colonna, schierata a cavaliere della rotabile, respinse un primo contrattacco notturno del 26 o gruppo tattico reggimentale della l a div. ftr. U.S.A. e a mezzanotte, in base agli ordini del Comando XVI C.A., essa si rimise in marcia verso la base di partenza di Monte Castelluccio ( 60).

Alle 02.30 del 12 luglio, tuttavia, si scatenò anche su quest'ultima posizione l'attacco del solito 26° gruppo tattico americano, che si protrasse fino alle 07 .00, quando la posizione cadde e l'intera colonna di sinistra venne annientata o catturata, ad eccezione del l/28 o an., della compagnia mortai e del Comando del 34 o ftr., inviati a bivio Gigliotto (61). Tra i prigionieri vi fu il Ten. Col. Leonardi, comandante del III/34o ftr., che aveva condotto la colonna ali' attacco di Gela.

Con la caduta di Monte Castelluccio e la ritirata della «H. Goering» fu facile per il 26 o gruppo tattico reggimentale americano impossessarsi dell'aeroporto di Ponte Olivo alle 07.20. Nel frattempo anche le posizioni di Monte de li' Apa e di Monte Zai, basi di partenza del!' ormai annientata colonna di destra del Col. Mona e

(57) Ibidem. (58) A.U.S.E., canella 1506, relazione citata sull'attacco di Gela, fonogramma del Comando div. ftr. «l.ivorno• al Comando XVI C.A. n. 18 delle ore 20.10 dell' 11 luglio 1943. (59) A.U.S.E., cartella 1427: cDiario Storico Militate del XVI Corpo d' AJmata., pag. 65. (60) A.U.S.E., canella 1427, allegato 26: fonogramma del Comando del XVI C.A. n. 0118200/op dell'll luglio 1943. (61) A.U.S.E. canella 2124/B: «Relazione sul combattimento della piana di Gela (l 1-12 luglio 1943) al quale prese pane il Ili battaglione del 34• rgt. fu. 'Livorno'», pagg. 6-7.

difese dalla sola l P compagnia del III l 3 3 o ftr., erano state conqutstate dai Rangers statunitensi alle prime luci del 12 luglio (62).

* * *

È indubbio che il fallimento del valoroso e sfortunato contrattacco itab-tedesco su Gela - che secondo qualche critico non avrebbe dovuro essere nemmeno tentato - fu dovuto soprattutto all'imprevista efficacia del tiro navale, che, secondo lo storico americano Morisoo, veniva in effetti dimostrata pienamente per la prima volta anche nei confronti di numerosi esperti statunitensi, fino a quel momento molto scettici al riguardo (63).

Il bombardamento navale contro le posizioni italo-tedesche soppèi-ì all'iniziale latitanza in campo americano degli aerei tattici, dei mezzi corazzati e dei cannoni anticarro e, interrotto intorno alle 11.30, riprese nel primo pomeriggio, quando anche gli altri suddetti strumenti bellici statunitensi erano intervenuti a contrastare il nemico, ormai in ritirata quasi ovunque.

Ad esempio alle 13.16 il cacciatOrpediniere Butler sparò 48 granate su un concentramento di carri armati tedeschi in fase di riordinamento dopo lo sforzo mattutino. L'incrociatore Boise prese di mira nel pomeriggio obiettivi intorno a Ponte Olivo e terminò la sua attività nella giornata dell' 11 con alcune salve sulla rotabile per Niscemi. Il gemello Savannah aprì nuovamente il fuoco alle 16.21 contro la rotabile Gela-Butera. Infine il cacciatorpediniere Glennon chiuse il turno giornaliero di fuoco navale alle 20.57 dopo aver sparato 165 colpi a sostegno del 16 o gruppo tattico reggimentale U .S. A. sul fianco destro.

La determinante efficacia del tiro navale americano davanti a Gela è stata riconosciuta anche in tutte le relazioni dei protagonisti del contrattacco italo-tedesco dell'll luglio, che di contro furono per la maggior parte molto critici nei confronti dell'assoluta mancanza di ogni contrasto da parte della R. Marina italiana in quelle acque.

Le perdite italo-tedesche furono impressionanti. lo particolare la consistenza dei singoli battaglioni della <<Livorno» al termine

(62) A.U.S.E., cartella 1506: cRelazione sull'attività operativa del gruppo cattìco Bruni (Ill/33• fu. cLivoroo•)• , pag. 2. (63) S.E. MORISON: History of U.S. naval operatiom in world war Il, vol. IX cit., traduzione italiana a cura dello S.M.E. , pag. 178 e pagg. 183-184.

della giornata dell' 11 risultava la seguente (64): - Il 3 3 o: 400 uomini circa (catturato) - II/33•: 120 uomini circa - III/ 33 o: 700 uomini - I/34•: 500 uomini circa (catturato) - II l 34 o: intatto - III l 34 •: 400 uomini circa (catturato).

Il 28° rgt. art. era 'invece ancora intatto, tranne un pezzo da 100/ 17 colpito in pieno.

Tra morti, feriti, prigionieri e dispersi dell'intera divisione «Livorno» è stata calcolata la cifra di 214 ufficiali e di circa 7.000 sottufficiali e militari di truppa sugli 11.400 elementi dell'organico.

Della divisione corazzata tedesca «H. Goering» caddero 30 ufficiali e 600 sottufficiali e militari di truppa sugli 8. 739 effettivi, mentre sui 99 carri armati a1lora in dotazione e tutti impiegati ne risultarono messi fuori combattimento 43 (65). Comunque la «H. Goering», nonostante i noti ordini delle 21.30 del Gen. Rossi di raggiungere per il 12 la linea Vizzini - Buccheri - Palazzolo Acreide, indugiò nei dintorni del campo di battaglia durante la notte, proprio allo scopo di recuperare il maggior numero possibile dei mezzi corazzati danneggiati e riparabili (66). Compiuta questa opera, la divisione corazzata tedesca, come vedremo nel prossimo capitolo, indugiò ulteriormente nel settore di Gela per rinnovare ostinatamente i suoi attacchi durante il 12 luglio e qui fu raggiunta nella giornata da nuovi ordini .del Gen. Guzzoni.

6. LA CONTROFFENSIVA SU liCATA (Vds. ancora la tavola n.

I4)

Come abbiamo visto nel capitolo VI, trattando della reazione della 207a divisione costiera durante il 10 luglio, il Gen. Arisio, comandante del XII Corpo d'Armata, aveva ordinato che

(64) A.U .S.E., canella !427. allegato 99 quater: cRelazione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno lO al giorno 20 luglio 1943•, pag. 9. (65) B.L. MONTGOMERY: Da El Alamein al fiume Sangro, op. cit., pag. 127; S. AITANASIO: Sicilia senza Italia, luglio-agosto 1943, op. cir., pag. 120 e N. VICINO: La . battaglia di Gela, op. cit., pag. 45. (66) A.U.S.E .. canella 2124/B, fascicolo 2124/A: •Relazione del Comando FF.AA della Sicilia dal 15 giugno al 20 luglio 1943•. pag. 29.

del giorno 11 fosse effettuato un deciso contrattacco contro la testa di ponte ella 3a div. fu. americana a Licata, partendo da Campobello di Licata a nord, da Naro a nord ovest e da Favara Masseria Giudice ad occidente.

Il primo gruppo d'attacco a muovere alle ore 05.40 dell'Il luglio fu quello del Col. Venturi partente da Campobello di Licata è formato dal Comando del 177 o rgt. bersaglieri, dal D :XXVI btg. bersaglieri, dal CLXI gruppo art. con otto semoventi da 90/53 e dalla l a compagnia motomitraglieri. La 3a div. ftr. ameri:::ana però prevenne il contrattacco italiano e puntò essa stessa su Campobello di Licata lungo la rotabile 123, spingendo su località Case Musta elementi meccanizzati del III btg. Rangers e del II l 15 o ftr. che in primo luogo impegnarono un accanito duello con i semoventi del CLXI gruppo (67).

Durante tale combattimento cadde mortalmente ferito sotto incursione aerea, mentre eseguiva un'ispezione sul posto, il Gen. Francisci, ufficiale di collegamento tra il Comando della 6a Armata e i reparti della Milizia, designato alle 07. 15 ad assumere il comando delle truppe nella zona Campobello di Licata - Canicattì (68). Furono anche distrutti tre semovertti e causati ampi vuoti tra i ranghi del DXXVI btg. bersc:.glieri del Magg. Maritati e della compagnia motomitraglieri. Lo stesso Col. Venturi rimase ferito, ma ritornò al suo posto di Comando dopo sommarie medicazioni.

Trascorse tre ore di lotta, tra attacchi e contrattacchi aventi per obiettivo il possesso di Favarotta, il gruppo tattico Venturi fu costretto a ritirarsi da Case Musta alle 09.05, abbandonando poi al nemico anche Campobello di Licata e attestandosi a mezzogiorno nella zona di S. Silvestro, a circa quattro chilometri a sud di Canicattì (69).

Per rinforzare questo nuovo schieramento il Comando del XII Corpo d'Armata mise a disposizione del Col. Venturi anche il

(67) A.U.S.E., cartella 2011: •Diario Storico Militare del Xli Corpo d'Armata., pag. 13 e allegato 25. Cfr. anche nella stessa cartella: «Relazione sui facci d'arme sostenuti dalla 207• divisione costiera il giorno lO luglio c dal raggruppamemo tattico del Gen. Schreibcr dal giorno Il al giorno 21 luglio 1943• . pag. 3. (68) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del Xli Corpo d' Armata•. pag. 14: ore 07.15 dell'Il luglio 1943. (69) A.U.S.E., cartella 2011: c Relazione sui faui d'arme sostenuti dalla 207• divisione costiera il giorno 10 luglio e dal raggruppamento tanico del Gen. Schrciber dal giorno l l al giorno 21 luglio 1943•. pag. 4 c •Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», pag. 18.

CLXIII gruppo di semoventi da 90/53 e la l a e 3a batteria del XXII gruppo an. da 105/28. Sul posto giunse poi alle 11.30 il Gen. Schreiber, comandante della 207a div. costiera, al quale, dopo la morte del Gen. Francisci, era stato inviato alle 09.20 l'ordine di prendere il comando delle forze in questione nella zona di Canicattì, nonché del vicino gruppo tedesco «Neapeh> del Col. Geisler, messo da Guzzoni a disposizione del :XII C.A. alle ore 08.10 (70). Tale gruppo tattico germanico, stazionante a S. Cataldo, apparteneva alla 15a div. «Sizilien» ed era composto dalla 215 a compagnia corazzata con quindici carri e da un battaglione mortai. e armi da accompagnamento sottratto al rgt. «Fullriede». Il Comando della 207a div. costiera venne invece affidato da quel momento al Gen. De Laurentis, già comandante della fanteria divisionale dell' «Assietta», il quale si portò quindi ad Agrigento (71).

Sempre alle 08.10 giunse l'ordine di Guzzoni di trasferire a Canicatti, per entrare a far parte di questo force raggruppamento del Gen. Schreiber, il III/30• fcr. autotrasportato della div. «Assietta.>>, il CCXXXIII gruppo art. da 75 l 27 a traino meccanico (che si trovavano a Chiusa Sclafani) e il II/ 6 • ftr. autotrasportato della div. «Aosta» insieme alla 28a cp. controcarri (72). Infine alle 09.45 e alle 09.55 il XIX gruppo art. da 105/28 e la compagnia motomitraglieri della 208a div. costiera ebbero l'ordine di unirsi a detto raggruppamento tattico (73).

Lo scopo di siffatto ammassamento di truppe attorno a Canicattì agli ordini del Gen. Schreiber era duplice: lanciare nel pomeriggio dell' 11 luglio una seconda controffensiva lungo la rotabile 123 per Licata e proteggere il fianco del contiguo XVI Corpo d'Armata.

La nuova controffensiva in effetti scattò alle 13. 30, ma gli unici ad avanzare furono i 15 carri armati del gruppo «Neapel» tedesco, che sfondarono le linee del 15 • gruppo tattico americano, oltrepassarono Campobello di Licata e giunsero a circa due chilometri a sud di questo abitato (74). Qui essi furono contrattac-

(70) A.U.S.E., cane ila 2011: c.Diario Storico Militare del XII Corpo d'Armata-, pagg. 14-15: ore 08.10 e 09.20 dell'll luglio 1943. (71) Ibidem, pag. 15. (72) Ibidem, pag. 14: ore 08.10 dell'Il luglio 1943. (73) Ibidem, pag. 16: ore 09.45 e 09.55 dell'l! luglio 1943 e allegato 29. (74) A.U.S.E., cartella 20ll:c Relazione sui fani d'arme sostenuù dalla 207• divisione costiera il giorno 10 luglio e dal raggruppamento tattico del Gen. Schreiber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•, pag. 5.

caci da repani corazzati americani e costretti a ripiegare nuovamente a sud di Canicattì. Il Gen. Schreiber, allora, constatando che il nemico si era troppo ben trincerato intorno a Campobello di Licata, si astenne dall'inviare sul posto qualche contingente di fanteria italiano e decise di raccogliere di nuovo tutti i suoi reparti intorno a S. Silvestro (7·5).

Frattanto, in direzione di Palma di Montechiaro, era iniziata la . controffensiva del DXXVII btg. bersaglieri giunto da Favara e mossosi da Masseria Giudice. Questo battaglione era stato rinforzato per l'occasione da un plotone della l a cp. motomitraglieri ed era appoggiato dalla 2a btr. da 105/28 del XXII gruppo. Tali repani si scontrarono durante la mattina e il primo pomeriggio dell' 11 con il III 17 • gruppo tattico reggimentale americano sia ali' interno d eli' abitato di Palma di Montechiaro, sia sulle alture circostanti, finchè la lotta cessò alle 15.30 con il sopravvento statunitense. A quell'ora infatti il Diario Storico Militare del XII C.A. reca annotato che il DXXVII btg. bersaglieri aveva oltrepassato la stretta ad un chilometro ad ovest di Palma ed era penetrato nell'abitato, dove «attardandosi in combattimenti episodici veniva circondato e catturato dall'avversario» (76).

La batteria del XXII gruppo an. restava da pane sua quasi totalmente distrutta da attacchi aerei lungo la rotabile costiera 115, mentre il Comando del XII C.A. lamentava che ripetute richieste di protezione dal cielo rivolte nella mattinata non erano state soddisfatte dalla R. Aeronautica a causa di varie difficoltà operative e burocratiche (77).

In tale settore venne quindi costituita una linea di resistenza sulle rive del fiume Naro, presidiata dal LXXIII btg. del 10• rgt. bersaglieri che, come è noto, era stato messo a disposizione della 207a div. costiera la sera precedente (vds. capitolo VI, paragrafo 7).

L'ultima prevista controffensiva nel settore di Licata nella giornata dell' 11 luglio avrebbe dovuto partire dal villaggio di Naro,

(75) Ibidem, pag. 5 (76) A.U.S.E., cartella 2011: «Diario Storico Militare del Xli Corpo d' Armata•. pagg. 16-17: ore 15.30 dell'Il luglio 1943. (77) Ibidem, pag. 17 e allegato 31.

diretta anch'essa su Palma di Montechiaro, contemporaneamente al contrattacco mattutino del Col. Venturi lungo la rotabile 123. Questa offçnsiva dovette essere tuttavia rinviata al pomeriggio, a causa del ritardato arrivo ad Agrigento e a Castrofilippo presso Naro del XXXV btg. del 10• rgt. bersaglieri autotrasportato e della 12a batteria da 75/27 del CIII gruppo art., messi anch'essi a disposizione della 207 a div. costiera la sera precedente (78).

Nel frattempo Naro era stata occupata da un battaglione del 41 • rgt. corazzato americano che, entrato in città a mezzogiorno, aveva spinto le sue avanguardie sulla rotabile per Canicattì. Pertanto, quando il XXXV btg. bersaglieri del Magg. Moccia fu pronto a muovere all'attacco (ore 13.30) la sua azione venne limitata ad occupare le alture a tre chilometri a nord di Naro stessa, ciò che interruppe comunque provvisoriamente l'avanzata nemica oltre l'abitato.'

Il successivo contrattacco americano, appoggiato da aerei tattici, fu respinto alle 16.00 dal battaglione, pur ridotto sensibilmente nei suoi effettivi, che poi con un balzo in avanti dei due ultimi plotoni di rincalzo respinse il nemico fino alla periferia di Naro. Durante la notte però i bersaglieri furono costretti ad abbandonare le troppo esposte posizioni temporaneamente riconquistare ed il 41 • rgt. corazzato statunitense riprese l'avanzata verso Canicattì (79).

Il forte schieramento del Gen. Schreiber in contrada S. Silvestro, a quattro chilometri a sud di Canicattì, cominciò ad essere attaccato dal 15 • gruppo tattico reggimentale americano a partire dalle 18.00, mentre aerei bombardavano l'abitato. In questa circostanza alcuni mezzi corazzati nemici che tentavano di. raggiungere la cittadina vennero arrestati dal fuoco dei semoventi da 90 l 53 tempestivamente schierati nella periferia meridionale. Altri reparti moto-corazzati del 30• gruppo ·tattico statunitense erano stati invece già dirottati dal Geo. Truscott verso le spiagge di Gela, dove

(78) A. U.S.E., cartella 2011: cRelazione sui fatti d'arme sostenuti dalla 207' divisione costiera il giorno 10 luglio c dal raggruppamento tanico del Gen. Schrciber dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•. pag. 4 e allegati 14 e 16. (79) U.S. ARMY IN WORLD W AR Il: Sicily and the surrender ofltaly, op. ci t., pagg. 194·195.

- come abbiamo visto - contribuirono efficacemente all'ultima fase delle operazioni dell' 11 luglio in, quel settore.

Alle 20.00 si presentò al Gen. Schreiber il Ten. Col. Fullriede, comandante del 129• rgt. granatieri della 15a div. «Sizilien», che gli comunicò di aver assorbito il gruppo «Neapel», assumendo il comando di tutte le truppe tedesche del settore, e di porsi alle sue dipendenze (80).

Di lì a poco i Comandi d'Armata e di Corpo d'Armata intrecciarono discordi opinioni sulla futura linea di condotta nel settore. Alle 22.00 infatti il Gen. Arisio comunicò al Gen. Guzzoni che all'alba del 12 luglio il gruppo «Schreiber» avrebbe sviluppato una nuova offensiva, con tutte le truppe italo-tedesche disponibili, in dire"zione di Licata (81). Alle 23.10 invece il comandante delle FF.AA. della Sicilia ordinò ad Arisio di «contenere la pressione nemica anziché svolgere azioni di contrattacco, data la deficienza delle forze disponibili» (82). Conseguentemente il Comando del XII C.A. ordinò al Gen. Schreiber di «mantenere Canicattì per impedire ulteriori progressi dell'avversario e di astenersi dall' effettuare attacchi non proporzionati alle proprie forze ed al nemico» (83).

L'atteggiamento difensivo in quel settore scaturì quindi da un autonomo convincimento del Gen. Guzzoni e non maturò nell'ambito del XII Corpo d'Armata per manovre e pressioni, anche tedesche, come è stato da qualche pane ipotizzato.

Ad ogni buon conto, fin dalle 22.25 era stato fatto saltare il ponte sul fiume Naro presso Masseria Giudice, mentre il Gen. Schreiber, convinto del pericolo di un aggiramento di Canicattì da occidente, si procurò l'autorizzazione di Guzzoni per un ripiegamento notturno di tutto il suo dispositivo a nord della cittadina (84).

L'abbandono di Canicattì da parte del gruppo «Schreiber», che poneva definitivamente termine al dilemma se lanciare o no

(80) A.U.S.E., cartella 2011: «Relazione sui fatti d'arme sostenuti dalla 207• divisione cosriera il giorno 10 luglio c dal raggruppamento tanico del Gen. Schreibcr dal giorno 11 al giorno 21 luglio 1943•, pag. 5. (81) A.U.S.E., cartella 2011: cDiario Storico Militare del XII Corpo d'Armata», ore 22.00 dell'Il luglio 1943 e allegato 34. (82) Ibidem, ore 23.10 dell'Il luglio 1943. (83) Ibidem, ore 23.10 dell'l! luglio 1943. (84) Ibidem , pag. 21.

un'altra offensiva verso Licata, venne effettuato sotto continua pressione del nemico, nelle cui mani cadde la 3a btr. da 105/28 dislocata a Serralunga, sulla strada per Naro. Invece il tenace XXXV btg. bersaglieri, rimasto isolato a nord di quest'ultimo abitato, ricevette l'ordine di ripiegare su Castrofilippo.

l 7. LA FINE DELLA RESISTENZA DELLA 206a DIVISIONE

COSTIERA (Vds. la tavola n. 11)

Mentre si sviluppavano le controffensive d eU' 11 luglio nei settori di Augusta-Siracusa, di Gela e di Licata, si consumava anche il dramma dei superstiti della 206a divisione costiera del Geo. d'Havet.

Nel caposaldo di Bonivini-Modica il Magg. Argenziano resistette per tutta la notte del 10 con i resti del suo gruppo mobile «F» a ripetuti assalti di paracadutisti e delle avanguardie della 51 a div. ftr. scozzese. Infine alle 05.30 dell' 11 luglio si profilò l'attacco decisivo nemico, con largo spiegamento di mezzi corazzati protetti da cortine fumogene ( 8 5). Alle 08.00 i carri armati britannici, allargatisi sulla sinistra, minacciarono di aggirare il caposaldo, che venne quindi evacuato dai difensori, ritiratisi sui residui automezzi in direzione di Rosolini e Modica.

A causa di avarie ad alcuni autocarri della retroguardia, la colonna in ritirata si divise in due tronconi, uno dei quali proseguì per la lontana Caltagirone e l'altro, con il Magg. Argenziano, prese posizione a difesa del quadrivio di La Sorda, a sud di Modica, in ciò confortato da successivi ordini· del Geo. d'Havet e dalla repentina occupazione nemica di Rosolini avvenuta alle 11.30 (86).

A Modica, sede del Comando di divisione, si era ritirato durante la notte tra il 10 e 1'11 luglio, come abbiamo già visto, anche il gruppo tattico <<Sud» del Console Busalacchi, mentre ad Ispica era giunto il Col. D' Apollonio con il Comando del 122 • rgt. costiero e a Scicli era stanziatO il Comando del 123 • rgt. costiero del Col. Primaverile.

Si stava così chiudendo nella mattinata dell' 11 il cerchio

(85) A.U.S.E., carteUa 1427, allegaro 59/12: cRelazione sulle operazioni di guerra svolte dal gruppo mobile cF» dislocato a Rosolini•. (86) Ibidem.

britannico intorno al triangolo Ispica-Modica-Scicli, mentre alle spalle il 15 r gruppo tattico reggimentale delia 45 a div. sue ftL americana occupava Comiso e Ragusa. Tra l'aJtro nell'importante aeroporto di Comiso furono catturati dagli americani ben 125 aerei e 200.000 galloni di carburante (87).

Informato da fonti eccitate e incontrollate dell'avanzata di colonne corazzate britanniche da Noto, Rosolini e Ispica nella prima mattinata dell' 11, il Gen. d'Havet aveva subito lasciato libertà «di andarsene ai numerosi ufficiali aventi famiglia a Modica», che però rifiutarono, e alle 09.45 aveva ordinatO di distruggere i documenti segreti e di consegnare al locale Podestà le chiavi dei magazzini viveri e carburanti che, essendo ubicati dentro l'abitato, non potevano essere distrutti (88). Infine egli aveva redatto alle 09. 55 il seguente messaggio in quattro copie, inviato per mezzo di altrettanti colombi viaggiatori al Gen. Rossi, comandante del XVI Corpo d'Armata:

cAssicuro V.E. che 206 2 divisione ha compiuto suo dovere arrestando e contenendo nemico finc}:lé e che ha ceduto solamente di fronte stragrande superiorità armi et mezzi.

Fanti hanno contrastato avanzata, resistito e contrattaccato. Artiglieri hanno sparato fino all'ulrimo e difeso pezzi con bombe a mano.

Comando divisione già aggirato, sta per essere sopraffattO» (89).

La caduta di Modica, reputata così imminente e dipinta a così forti tinte, non si verilicò invece flno alle ore 11.07 del giorno seguente, 12 luglio, mentre la stessa Ispica, più avanzata ed esposta e in cui era asseragliato il Col. D'Apollonio, non cadde alle 15.00 dell' 11, come venne riferito al Geo. d'Havet, ma a mezzogiorno del 12 ad opera della l a div. ftr. canadese (90).

Gli avvenimenti a Modica si svolsero infatti nel modo seguente. All'alba del 12 le avanguardie della P div. ftr. canadese attaccarono il caposaldo 'di La Sorda diretto dal Magg. Argenziano, venendo però bloccate dal fuoco dei mortai e dell'artiglieria. I

(87) M. BLUMENSON: Sicily: whoJe victory?, op. cit., pag. 67. (88) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/6: cRclazione sullo svolgimento delle operazioni della 206• divisione costier;u, pag. 8. (89) A.U.S.E., cartella 2124/B: cRelazione del Gen. d'Havet in data l dicembre 1945•, pag. 19. (90) A.U.S.E., cartella 1427, allegato ')9/7: cRelazione avvenimenti del 122• rgt. fu. costiero•.