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d'Armata allo scadere d eli' 11 luglio »

CAPITOLO VII

L'INVESTIMENTO DELLA PIAZZAFORTE DI AUGUSTA - SIRACUSA

l. LE DIFESE (Vds. tavola n. 17)

La Piazza Militare Marittima di Augusta - Siracusa dipendeva da 'Supermarina tramite il Comando Militare Autonomo della Marina di Sicilia dell'Ammiraglio Pietro Barone.

Il comandante della Piazza era il Contramm. Priamo Leonardi, che aveva alle sue dirette dipendenze un battaglione marinai, un battaglione avieri e il 121 • rgt. fu. costiero del Col. Francesco Damiano, formato dal 246•, 385•, 504• e 540• btg., dall'80a batteria da 76/42, da cinque nuclei anciparacadutisti e da cinque posti di blocco armati con pezzi da 149/13.

Le difese fisse appa.ttenevano alla 7 a legione Milmart del Console De Pasquale e comprendevano sei batterie costiere antinave di grosso e medio calibro e due pontoni armati (per complessivi due cannoni da 381140 a Capo S. Panagia, due da 203/50 a Capo S. Croce, due da 190/45, due da 149/43 e dodici da 152/53), undici batterie a doppio compito antinave e contraereo per complessivi quarantadue pezzi da 102/35 e trenta da 76/40 e sei batterie contraeree con altri trentasei pezzi da 7 6 l 40. C'erano infine il treno armato della Marina 102-I-T in sosta alla stazione di Targia con sei pezzi da 102/35, postazioni di mitragliatrici per la difesa ravvicinata, quattro mitragliere c.a. da 40/39 e trenruno c.a. da 13,2 mm.

Il territorio della Piazza, che confinava a nord con il settore della 213a div. costiera e a sud con quello della 206a div. costiera, si estendeva da Cozzo dei Turchi a Masseria Palma presso· Punta Milocca su un fronte marittimo di 75 chilometri e uno sviluppo reale costiero di 91 chilometri. La sua profondità variava dai 13 ai 5

chilometri, mentre il perimetro del fronte a terra - dietro cui erano stanziati il gruppo «Schmalz» tedesco e la div. ftè. «Napoli» - correva per 52 chilometri, passando poco a sud di Villasmundo, per Monte Buongiovanni, lungo la dorsale dei Monti Climiti, per Belvedere e per Masseria Bagni.

Dei quattro battaglioni costieri, il 385 o copriva il fronte a mare comprendente Siracusa, tra l'estremità meridionale della Piazza e Priolo Gargallo, e il 246 o il rimanente settore marittimo <:omprendente Augusta. Sul fronte a terra era invece schierato a nord il 504 o btg. fino ali' altezza di Melilli e a sud il 540 o btg., che complessivamente avevano costituito treotuno capisaldi e i cinque posti di blocco in opere di cemento, non tutte però complete dei dovuti accessori di alloggiamento e di mascheramento. L'80a batteria del R. Esercito era stanziata nei pressi di Masseria Scatà sul retroterra della penisola della Maddalena. Soltanto cinque cannoni anticarro, dei 185 promessi, erano giumi nella Piazza, ma mancavano tuttora dei congegni di puntamento.

Il Comando dell' Amm. Leonardi era sistemato a Grotte di Melilli, in posizione infelice poiché da essa non era possibile osservare il territorio della Piazza, visibile invece completamente dal centro del paese di Melilli.

L'intera organizzazione difensiva era stata considerata «sufficiente» in un rappono srilato in data 25 giugno 1943 dal Cap. Alberto Scalori, che eseguì: nella Piazza un'apposita ricognizione. Tale relazione definì anche «buona in generale la sistemazione dei capisaldi», «notevoli le opere blindate» e «buono il morale dei soldati» (1). Eppure proprio lo stesso 25 giugno il comandante della Piazzafone, Amm. Leonardi, aveva chiesto al Gen. Guzzoni un aumento delle forze a sua disposizione.

Sullo stato di efficienza della difesa costiera della Piazza si espresse il 7 luglio con accenti positivi lo stesso Guzzoni (2). Secondo il Comandante delle FF.AA della Sicilia sarebbe stato però necessario migliorare la dotazione dei capisaldi e il loro mascheramento, ·considerando comunque che «le deficienze lamentate circa la sistemazione del1e riservette, dei depositi e dei servizi e circa lo

(1) A.U.S.E., cartella 2221: cDiario Storico Militare della 6• Armata, marzo-giugno 1943• , allegato 334. (2) A.U.S.E., candia 2228, promemoria del Comando FF.AA. della Sicilia o. 15665/op del 7 luglio 1943.

schieramento delle artiglierie, quando non dovute a causa di forza maggiore, sono da imputarsi ad errati concetti difensivi dei precedenti Comandi Marina» (3).

Tuttavia, come promesso al Comando Piazza, il Gen. Guzzoni indirizzò il giorno seguente allo S.M.R.E. una richiesta di attrezzi da ·lavoro e di due compagnie artieri per «la trasformazione in robusti capisaldi» delle tre penisole di Monte Tauro, di S. Panagia e della Maddalena, creando postazioni in caverna ( 4).

Sottovalutata fu invece in quel periodo la deficienza dei collegamenti. Se infatti poteva ritenersi buona la rete telefonica, radiofonica e telescriventistica tra i Comandi superiori, non erano in atto invece i collegamenti radio tra i Comandi di battaglione e il Comando Piazza per mancanza degli indici di frequenza, più volte richiesti.

2. L'INVASIONE INGLESE E I PRIMI DISCUSSI PROVVEDI-

MENTI (Vds. tavola n. 17)

Dalle testimonianze raccolte nel corso del famoso processo Trizzino e precisamente dalla deposizione rilasciata dal comandante della Piazza, Amm. Leonardi, e dal comandante del.la 7a legione Milmart, Console De Pasquale, risulta che intorno alle ore 20.00 del 9 luglio, cioè due ore e mezzo prima dell'inizio dell'invasione dal cielo e sei ore prima dello sbarco dal mare dei Commandos inglesi, il Capo di S.M. dell' Amm. Leonardi, Cap. Freg. Gasparrini, raccomandò al Seniore Calogero Sapio, comandante in seconda della 7a legione, di «predisporre per la distruzione delle batterie» (5).

Il tenore di questa inaspettata telefonata fu riferito subito al Console De Pasquale, che giustamente non lo prese per il momento in considerazione, ritenendolo intempestivo e pericoloso ai fini della saldezza morale dei difensori.

(3) Ibidem. Si ricorda che il Contramm. Leonardi era succeduro 1'8 giugno 1943 all'Amm. Luigi Notarbanolo nel Comando della Piazza M.M. di Augusra-Siracusa. Nuovo Capo di S.M. dell' Ammiragljo djvenne iJ Cap. Freg. Luigi Gasparrini. (4) A.U.S.E., canclla 2228, dispaccio del Comando FF.AA della Sicilia n. 16122/op dell'S luglio 1943. (5) Tribunale di Milano, udienza del processo Trizzino del 20 novembre 1953, riferita anche da G. ZINGALI: L'in11asione della SiciiÌII, op. cit., pagg. 148-149.

Un'ora dopo si scatenò su Siracusa e sulle foci dell' Anapo un violento bombardamento ad opera di cinquantacinque bimotori inglesi «Wellington» che causò tra l'altro la morte del Cap. Freg. Gianotti, comandante della locale base navale. Quindi alle 22.00 giunse nelle mani del Console De Pasquale un fonogramma dell' Amm. Leo nardi con cui si confermava decisamente l'ordine di predisporre le distruzioni e si rammentava duramente che i comandanti di settore sarebbero stati ritenuti responsabili dell' esatto adempimento (6).

Soltanto mezz'ora dopo quest'ulteriore presa di posizione del Comando Piazza si ebbero i primi sintomi dell'invasione nemica. Infatti alle 22. 30 cominciarono ad essere segnalati nel territorio della Piazzaforte, in misura crescente e quindi sospetta, presunti abbattimenti di aerei incursori, che invece non erano altro che gli alianti con i paracadutisti britannici. Poco dopo la batteria «Luigi di Savoia» segnalò la cattura di alcuni inglesi, tra cui un cappellano.

Già sappiamo al proposito che 7 3 di questi paracadutisti si impadronirono verso mezzanotte del Ponte Grande alle foci dell' Anapo, impedendo che le predisposte cariche di demolizione fossero fatte brillare e difendendolo fino all'arrivo nel pomeriggio del 10 del II btg. della 17a brigata di fanteria. Altri incursori riuscirono invece a tagliare molte linee telefoniche dei Comandi italiani, contribuendo ad originare il successivo disordine nell' organizzazione difensiva.

In seguito alla ricezione del suddetto ordine scritto dell' Amm. Leonardi delle ore 22.00, il comandante della 7a legione Milmart fece redigere alcuni stralci di un vecchio piano per la distruzione degli impianti, che vennero consegnati poi alle singole batterie tra le 05.00 e le 06.00 del 10 luglio, ingenerando localmente i primi sbandamenti tanto temuti dallo stesso Console De Pasquale. Quest'ultimo, da parte sua, non mantenne con il Comando Piazza i dovuti collegamenti e ammise poi di non aver cercato il contatto telefonico con lo stesso Comando prima delle 18.30 (7).

Lo sbarco dal mare del 3 • Commando inglese del Col. Slater e di due reparti S.A.S. del Magg. Mayne avvenne, come è noto, alle

(6) Cfr. E. FAIDEli.A: Lo sbarco e la difesa detta Sicitia, op. cit., pag. 127; T. MARCON: Augusta1940-43, Roma 1980, pag. 117; S. ATTANASIO: Sicilia senza Italia, luglio-agosto 1943, op. ci t., pag. 104. (7') Deposizione De Pasquale al Tribunale di Milano, udienza del 23 novembre 1953.