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contrattacco condotto da elementi del 538° btg. costiero italiano, occupando l'aeroporto di Licata. 4) Contingente d'attacco di Falconara, rappresentato dai tre battaglioni del 30° gruppo tattico reggimentale del Col. Rogers, che mise piede sulla cosiddetta spiaggia 70 est all'estremità orientale della colonna «]oss», delimitata da Punta Due Rocche, tra le 03.15 e le 04.22 sotto «debole ed inefficace» tiro italiano. Anche in questo settore si mise in evidenza l'incrociatore Brooklyn che, insieme all'incrociatore Birmingham, battè con successo, a panire dalle 04.45, le batterie italiane sui fianchi del prospiciente Monte Desusino, utilizzando idrovolanti catapultati per la direzione del tiro. Tali batterie in effetti furono ridotte al silenzio entro le 09.18, dopo che due granate italiane avevano mancato di poco altrettante unità americane, tra cui la nave comando Biscayne dell' Amm. Conolly. ·

L'intera colonna non incontrò quindi grossi ostacoli e prima della notte la 3a div. fu. statunitense guadagnò più terreno del previsto, subendo meno di un centinaio tra morti e feriti, cioè perdite nettamenté inferiori a quelle preventivate ( 14). In sintesi il 7 o gruppo tattico reggimentale occupò buone posizioni sulle colline sovrastanti Licata, i Rangers e il 15 • gruppo tattico reggimentale si impadronirono della città e della foce del Salso compreso l' aeroporto, mentre il 30° gruppo tattico reggimentale conquistò il Monte Desusino e le colline adiacenti sul fianco destro della testa di sbarco. Nell'intero settore di Licata i soldati italiani catturati, secondo fonti alleate, furono circa ·3.000 nella sola prima giornata di combattimenti.

Oltre alla più volte ricordata perdita del dragamine Sentine/, gli americani lamentarono nella zona una collisione tra i due cacciatorpediniere Roe e Swanson alle 02. 55, con conseguenti gravi danni che costrinsero le due unità a riparare a Malta e a Biserta, seppure senza alcun morto o ferito a bordo. - Colonna «Dirne», con obiettivo Gela e poi l'aeroporo di Ponte Olivo. Essa era composta dalla l a div. ftr. del Gen. Alleo e da due btg. Rangers, che sbarcarono su un fronte di ben 41 chilometri tra Punta Due Rocche e Punta Zafaglione. Questo settore era difeso dal 134 o rgt. del Col. Altini e dal 389° btg., appanenenti alla XVIII brigata costiera del Gen. Mariscalco,

(14) Ibidem, pag. 135.

mentre le artiglierie italiane consistevano in due batterie da 75/27 del XXI gruppo a Capo Soprano, nell'8P batteria di Manfria da 75/34, nella 75" batteria da 149/35 del CLXII gruppo a Spinasanta, in due batterie da 100/22 a Poggio Lungo e in una batteria dello stesso calibro a Monte S. Nicola, tutte appartenenti al CCIX gruppo. La colonna americana «Dirne» era suddivisa nei seguenti tre contingenti d'attacco. l) Forza «X» del Ten. Col. Darby con due btg. pionieri, il I e il IV btg. Rangers e tre compagnie monai, che scese a terra a panire dalle ore 03.15 sulla cosiddetta spiaggia 68 presso il pontile di Gela (15). Lo sbarco fu ostacolato dalle mine e dal fuoco incrociaço di due nidi di mitragliatrici, tanto che una compagnia americana perse quasi un intero plotone. Le postazioni furono però messe a tacere con l'impiego di granate a mano e di lanciafiamme e alle 08.00 tre compagnie Rangers entrarono a Gela. Gli americani consolidarono poi le loro posizioni in questo settore dopo aver respinto, come vedremo, il contrattacco del gruppo mobile «E» italiano. 2) Contingente d'attacco del Col. Bowen, comprendente il I e II btg. del 26° gruppo tattico reggimentale, che sbarcò puntualmente tra le 02.45 e le 03.30 sulla cosiddetta spiaggia 67 occidentale, ad est del torrente Gela. Qualche difficoltà causata dalle mine non impedì la sollecita penetrazione verso Farello di queste truppe americane, appoggiate nell'occasione dal fuoco dell'incrociatore Boise e del cacciatorpediniere jeffirson. 3) Contingente d'attacco del Col. Taylor, composto dai tre battaglioni del 16° gruppo tattico reggimentale, sbarcati entro le ore 04.00 sulla spiaggia 67 orientale, tra le foci del Gela e del Dirillo. Anche in questo settore le mine e le postazioni di mitragliatrici costituirono i principali ostacoli all'avanzata a_n;lericana e la tenacia dei locali difensori, appartenenti al 429° btg. costiero del Maggiore Rubellino, fu testimoniata dal numero di caduti italiani, che tòccarono la cifra di 197 tra motti e feriti (16). Inoltre fu proprio nello specchio d'acqua antistante quelle spiagge che si registrò il già citato affondamento del cacciatorpediniere statunitense Maddox, colpito alle 04.58 da uno Ju. 88 tedesco e colato a picco repentinamente con 211 vittime. C'è da aggiungere

(15) Ibidem, pag. 136. (16) -E. FALDELLA: Lo sbarco e la dife.ra della Sicilia, op. ci t., pag. 113.

al proposito che alle 18.35 un altro aereo germanico, questa volta un caccia Bf. 109 con bombe alari, distrusse la nave da sbarco LST-313, carica di pezzi anticarro. Sarà poi proprio contro l'intera colonna «Dirne» che, come vedremo dettagliatamente in seguito, si svilupparono le più insistenti ed aggressive controffensive terrestri itala-tedesche tra il 10 e l' 11 luglio. - Colonna «Cent», avente per obiettivo Scoglitti e poi gli aeroporti di Comiso e di Biscari. Essa era composta dalla 45 a div. ftr. del Gen. Middleton, che prese terra -su un fronte ·di soli 17 chilometri tra Punta Zafaglione Punta Braccetto. Questo settore era difeso da un'aliqu-ota del 178. rgd. costiero del Col. Sebastianello (SOl • btg. e parte del 389• btg.) appartenente alla XVIII brigata costiera._ Le artiglierie consistevano in tre batterie da 75 l 27 del XXI gruppo, dislocate a Punta Zafaglione, a S. Croce Camerina e a Case Strasattata. La colonna «Cent» era suddivisa a sua volta nei seguenti tre contingenti d'attacco. l) Contingente d'attacco del Col. Cookson con i tre battaglioni del 180• gruppo tattico reggimentale, che avrebbe dovuto sbarcare sulla spiaggia 66 nord direttamente di fronte a Scoglitci, ma che invece prese terra in una grande confusione e con notevole ritardo. Infatti le prime truppe sbarcarono soltanto alle 04.34 e, a causa di impreviste difficoltà di identificazione degli approdi, il Comando del reggimento venne portato dai mezzi anfibi molto più a nord ovest, addirittura presso le foci del fiume Dirillo nel settore «Dirne» della l a divisione, mentre i rimanenti reparti furono disseminati per l'intero fronte «Cent». Secondo le fonti ufficiali 'alleate, il Iso• gruppo tattico reggimentale U.S.A. fu «l'unico contingente dell'intera forza anfibia statunitense ad essere stato completamente disorganizzato da sbarchi errati» (17). 2) Contingente d'attacco del Col. Hutchins, composto dai tre battaglioni del 179• gruppo tattico reggimentale, che approdò sulla spiaggia 66 sud, ad oriente di Scoglitti. Esso fu il primo gruppo della colonna «Cent» a prendere terra, con inizio alle 03.45, e a conquistare Scoglitti alle ore 14.00 dopo aver superato la resistenza del 389. btg. costiero. Quest'ultima unità di difesa era rimasta a sua volta priva di copertura d'artiglieria a causa del micidiale tiro di

(17) HER MA]ES1Y'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war · U.K. military sen'es. The Medite"anean and Middle East, vol. V. ciL, pag. 62.

controbatteria dei due cacciatorpediniere Tillman e Knight e dell'incrociatore Philadelphia. 3) Contingente d'attacco del Col. Anckorn, che con i tre battaglioni del 15r gruppo tattico reggimentale sbarcò alle 03.55 a sud di Punta Branco Grande, presso Punta Braccetto, su una spiaggia non numerata dai pianificatori americani. Questo contingente soffrì molto le condizioni del mare, approdò non esattamente nelle località designate ed ebbe nelle sue file 27 annegati (18). Ciononostante esso penetrò ab bastanza facilmente all'interno, in direzione est, superò le difese del 501 • btg. costiero, aggredì sul suo fianco destro l'adiacente 383" btg. appartenente alla 206a. div. costiera e, dopo aver catturato circa cinquecento prigionieri, si impossessò alle 15.45 del villaggio di S. Croce Camerina, situato a sette chilometri all'interno e che era sede del Comando dello stesso 383 • btg. costiero.

Esaminati gli sbarchi nei singoli settori anglo-americani, occorre dire infine che il confine tra le zone di competenza della 7a Armata U. S. A. a sinistra e dell' 8 a Armata britannica a destra era stato identificato dai pianificatori alleati tra Pozzallo sul mare e Vizzini nell'entroterra (Monti Iblei), ma non era stato tracciato oltre tale località (19). Come vedremo, soltanto il 13 luglio il Generale Alexander, interpretando anche il desiderio di Montgomery, attribuì all' 8 a Armata inglese l'uso del tratto Vizzini Caltagirone - Piazza Armerina della rotabile trasversale n. 124, su cui stavano piombando contemporaneamente da sud le colonne della 45a div. ftr. americana provenienti da Scoglitti.

4. LE PRIME NOTIZIE SULL'INVASIONE E LE INIZIALI REA-

ZIONI AEREE ITALO-TEDESCHE

Il succedersi delle informazioni sull'invasione della Sicilia che affluivano nei centri operativi di Roma in quelle ore decisive è riprodotto nel bollettino di Supermarina n. 1113, concernente le «Notizie operative alle ore 12.00 del 10 luglio 1943»,

(18) U.S. ARMY IN WORLD WAR II: Sù;i/y and the .surrender of Italy, op. cit., pag. 144. (19) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second wodd war - U.K. military series. The Mediterranean and Middle East, vol. V ci t., pag. 77. '

inviato in copia - come al solito - al Comando Supremo. Eccone la sequenza, che comprende sia tempestive informazioni, sia rilevabili inesattezze, come quella delle ore 01.45 concernente un paventato sbarco a Porto Empedocle (20).

«Prime notizie sullo sbarco in Siczlia. - Alle 20.20 del 9 luglio Siracusa è stata bombardata dal mare. - Alle 22.00 del 9 luglio risulterebbe che ha avuto luogo altro bombardamento 'lavale su Siracusa. - Alle 23.30 del 9 Licata è stata sottoposta a fuoco di artiglieria e sono stati probabilmente lanciati paracadutisti nella piana di Catania. - Alle 00.30 del 10 luglio ci sono stati combattimenti a terra presso Capo Passero. - Alle 00.45 sono stati lanciati paracadutisti in zona Ragusa. - Alle 01.10 il Comando delle FF.AA. della Sicilia ha dato ordine «Stato di emergenza». - Alle 01.17 la costa presso Catania è stata bombardata da artiglierie pesanti navali. - Alle 01.45 il nemico risultava in avvicinamento presso la costa di Porto Empedocle. - Comunicazione delle ore 03.15 intercettata da una stazione tedesca della Marina germanica: truppe inglesi sbarcate da alianti sulla penisola e fiume Anapo (Siracusa). Si combatte all'aeroporto di Siracusa. E stato chiesto intervento di truppe Esercito. - Alle 05.00 circa è iniziato lo sbarco nemico a Gela. - Alle 06.45 le truppe a sud ovest della Sicilia hanno comunicato di non avere ancora preso contatto con il nemico. - Alle 07.32 Porto Empedocle ha comunicato: clmpianti ponuali e porto distrutti». - Alle 08.33 era in corso un violento tentativo di sbarco nemico nel porto di Siracusa e sulla penisola a sud. - Alle 08.36 era in corso un violento tentativo di sbarco nemico ad Augusta:. (21).

Questo stesso notiziario di Supermarina, dopo aver fornito anche un lungo elenco di avvistamenti di convogli nemici, da noi già ricordato nella nota 84 del capitolo V, concludeva tuttavia affermando che non era «ancora possibile fare alcuna valutazione concreta delle forze partecipanti all'operazione» . . Nella stessa mattinata del 10 luglio Supermarina comunicò al Comando Supremo le contromisure adottate. Esse si risolvevano

(20) A.U.S.E., carrella 1501, allegato 398: bollettino di Supermarina n. 1113 contenente le 'cNotizie operative alle ore 12.00 del lO luglio 1943•. (21) Nessun diretto sbarco era stato tentato dagli alleati a Siracusa e ad Augusta, ma si era verificato soltanto lo sbarco dei Commandos e degli S.A.S. britannici nella penisola della Maddalena.

sinteticamente n eli' assicurazione che la flotta sarebbe stata pronta a muovere in battaglia in quel giorno e che motosiluranti e sommergibili erano stati già convogliati nelle acque siciliane (22).

Come è noto, la flotta da battaglia non venne invece più fatta salpare, ciò che ha suscitato le già ricordate polemiche non solo in Italia, ma anche all'estero (23).

Da parte sua il Comando Supremo, fattosi un primo quadro della situazione, si preoccupò di contrastare subito dal cielo i più pericolosi sbarchi nemici e alle 11.3 5 del 10 luglio riferì a Superaereo e all'O.B.S. tedesco le richieste del Gen. Guzzoni per «un immediato massiccio intervento aereo contro mezzi navali nemici nelle zone di Augusta - Siracusa - Gela - Licata» (24).

Diciamo subito che, tenendo conto delle già esaminate disponibilità di velivoli nel Mediterraneo centrale, i Comandi aeronautici dell'Asse destinarono ad operare in suppono alle operazioni in Sicilia tra 1'11 e il 15 luglio le seguenti aliquote (25): 11 luglio: 198 aerei italiani e 283 aerei tedeschi; 12 luglio: 171 aerei italiani e 202 aerei tedeschi; 13 luglio: 197 aerei italiani e 164 aerei tedeschi; 14 luglio: 88 aerei italiani e 156 aerei tedeschi; 15 luglio: 76 aerei italiani e 85 aerei tedeschi.

Naturalmente non tutti questi velivoli presero pane effettiva ai combattimenti, a causa di avarie e di danneggiamenti sopravvenuti. * * *

Abbiamo già esaminato gli attacchi di aerei e di mezzi insidiosi italo-tedeschi contro i convogli alleati in avvicinamento e durante le primissime ore dello sbarco. Vediamo ora come si sviluppò nei cieli il contrasto dell'Asse durante l'intera giornata del 10 luglio, esclusa dal sopra riferito quadro riepilogativo concernente l'ammontare degli interventi aerei.

Fin dalla sera del 9 luglio, in concomitanza con il lancio delle

(22) A.U.S.E., cartella 1501, allegato 459:-dispaccio n. 10181 del 10 luglio 1943. (23) De Risio ci ricorda ad esempio che ancora nel settembre 1966 il quotidiano greco cAkropoliJ•, condannò la retrospettiva incapacità della Marina italjana .-a proteggere perfino le proprie acque territoriali•. Cfr. C. DE RJSIO: Navi di ferro, teste di legno: la Marina iJaliana ieri e oggi, op. cir., pag. 95. (24) A.U.S.E., cartella 1501, allegato 481: messaggio n. 51452/op delle ore 11.35 dellO luglio 1943. (25) HER MAJESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world war- U.K. mililary series. The Mediterranean an d Mi dd/e East, vol. V ci t., pag. 97.

prime squadriglie itala-tedesche contro le avanzanti formazioni navali avversarie, aveva impartito ordini per rinforzare gli ormai ridotti suoi reparti di volo della Sicilia e della 4 a Squadra Aerea. Durante il giorno successivo affluirono pertanto nell'isola un gruppo da bombardamento in picchiata e due gruppi d'assalto, mentre giunsero i:n Calabria e nelle Puglie tre gruppi tuffatori, quattro gruppi d'assalto e un gruppo da bombardamento in quota di S. 84 (26).

Tutti i suddetti reparti, convogliati più vicino alla zona di invasione nemica, erano però condizionati dalla insufficiente copertura dei caccia di fronte alla ben organizzata e nutrita difesa aerea anglo-americana. Bombardieri ed aerosiluranti italiani furono perciò costretti ad operare prevalentemente nottetempo, subendo però anche èosì notevoli perdite a causa della presenza di caccia notturni alleati che sovente inseguivano gli incursori fin sopra le loro basi per mitragliarli nella fase di atterraggio (27).

Da parte sua la 2a Luftflotte tedesca svolse un'attività sensibilmente più intensa, soprattutto perché potè giovarsi di una generale maggiore autonomia dei propri velivoli, che consentiva loro di decollare da aeroporti più lontani e perciò meno soggetti alle incursioni avversarie, nonché di apparecchi indubbiamente superiori a quelli italiani del periodQ.

Nel settore britannico la prima incursione dei 110 e dei FW. 190 tedeschi ebbe inizio poco dopo le 10.00 e nel pomeriggio, durante un'azione più pesante, alcune navi furono inquadrate dalle bombe e due mezzi da sbarco LCT riportarono danni per colpi caduti nelle loro vicinanze. Ma gli attacchi germanici ebbero migliore sorte nel settore americano, che si trovava allora quasi privo di protezione aerea a causa de Il' insufficiente collaborazione tra i caccia della R.A.F., incaricati di quel compito, e le navi statunitensi.

Nel pomeriggio pertanto i velivoli assaltatori del II Fliegerkorps causarono nella rada di Gela il danneggiamento del cacciatorpediniere Murphy, che ebbe infiltrazioni d'acqua per bombe cadute presso lo scafo, e il già ricordato affondamento alle 18.35 della nave da sbarco per carri armati LST-313, saltata in aria per esplosione

.,...-' (26) E. FALDEU.A, Lo sbarco e la difesa della Sictlia, op. cit., pag. 135. (27) G. SANTORO: L 'Aeronautica italiana nella Jeconda guerra mondiale, vol. Il ci t., pag. 542.

delle munizioni imbarcate. Non rientrarono alle basi dalle missioni diurne un assaltatore FW.190 e quattro caccia Bf. 109.

Calata l'oscurità del 10 luglio i reparti del II Fliegerkorps tornarono all'attacco. Quarantotto Ju.88 si portarono infatti nel settore britannico e, dopo aver mancato di poco l'unità contraerea Alybank, presero di mira le navi ospedale Talamba e A ba, regolarmente illuminate e contrassegnate, affondando la prima a cinque miglia al largo di Avola, con notevoli perdite umane (28).

Nella notte anche la R. Aeronautica, come si è detto, impiegò i'suoi reQ_arti d'attacco e precisamente undici trimotori Cant 2.1007 bis e quattro recentissimi quadrimotori P.108 contro le navi americane di fronte a Gela, nonché dodici aerosiluranti S. 79 nella zona britannica. Queste incursioni però non ottennero alcun risultato e da esse non rientarono tre S.79 e un P.108.

Una nuova ondata d'assalto di quarantotto Ju.88 tedeschi chiuse gli attacchi della giornata, procurando danni al monitor britannico Erebus nei pressi di Capo Passero.

Frattanto anche l'O.B.S. di Kesselring aveva provveduto durante la giornata a rinforzare il dispositivo aereo germanico nell'Italia meridionale, ordinando agli arretrati reparti della 2 a Luftflotte di spostarsi più a sud per poter operare sulle minacciate coste siciliane con maggiore intensità. Pertanto i gruppi d'assalto tedeschi di base a Ciampino e a Napoli e quelli da bombardamento dislocati nell'Italia settentrionale e perfino in Francia si trasferirono immediatamente negli aeroporti delle Puglie, realizzando una più idonea concentrazione di forze.

5. LA REAZIONE DELLA 206a DMSIONE COSTIERA NEL

SEITORE BRITANNICO (Vds. tavola n. 11)

A fronteggiare l'intero sbarco dell'sa Armata britannica era stanzlàta a cavallo della cuspide sud orientale della Sicilia, tra Punta Braccetto e Capo Ognina, la 206a divisione costiera italiana del d'Havet, facente parte del XVI Corpo d'Armata, per la cui composizione si rimanda all'allegato n. 8 in appendice.

(28) A. SANTONI · F. MA TrES IN!: La partecipazione tedesco olio guerra aeronavale nel Mediterraneo 1940-1945, op. cit. , pag. 412 e HER MA]ESTY'S STATIONERY OFFICE: History of the second world wor • U.K. militory series. The Mediterroneon and Middle East, vol. V ci t., pag. 66.

REAZIONE DELLA DIFESA_ 206" OIVISIO 10 luglio 1943: Operazioni del gruppo e del "Gruppo tattico sud ,_

per R•gusa ·6/arrattana

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La divisione, che aveva il Comando a Modica, schierava in quel momento, su un fronte a mare di 132 chilometri, 450 ufficiali e 9. 600 sottufficiali e di truppa (per il 6 5% si?liani) suddivisi in otto battaglioni di fanteria, cinque gruppi d'artiglieria e cinque nuclei antiparacadutisti (29).

Fra le 21.00 e le 21.45 del 9 luglio dai vari posti d'osservazione e d'ascolto della divisione cominciarono ad essere segnalati numerosi aerei nemici a bassissima quota, ciò che fece subito sospettare un lancio di In effetti questi ultimi atterrarono poco più tardi e furono identificati a panire dalla mezzanotte, yenendo poi rastrellati in pane dai N.A.P., che ne catturarono 174, non prima Q_erò che fossero stati sabotati e interrotti i collegamenti al centro e alle estremità della divisione. --Gli stessi paracadutisti, alcuni dei quali americani atterrati per errore tra Modica e il mare nel settore del 123 o rgt. costiero, riuscirono a circondare alcune batterie italiane e a metterle fuori uso con granate a mano e lanciafiamme.

I successivi sbarchi dal mare e la progressione del nemico, segnalati- in ritardo al Comando della 206a divisione a causa delle suddette interruzioni qei collegamenti, convinsero il Gen. ad ordinare verso le 07.00 del 10 l'impiego presso Noto del 43r btg. costiero, che era unità di riserva del 146° rgt., nonché di otto semoventi da 47 l 32 del CCXXX battaglione del Magg. Elena "{30). Nello stesso tempo venne ordinato al gruppo tattico Ispica del Console Busalacchi di avanzare su due colonne «Sud» di (a destra La Marza e al centro Pachino) per contenere il nemico e ributtarlo a mare. Questo gruppo tattico era formato dal Comando della 173a legione camicie nere, dal CLXXIII btg. cc. nn., dalla 174a compagnia mitraglieri cc.nn., dalla 2a compagnia monai del LIV btg. «Napoli», dal l o plotone controcarri da 4 7 l 32 e dal I gruppo da 100117 del 54° rgt. an. «Napoli». Esso si imbattè negli inglesi alle 10.00 presso il caposaldo di Case Gradante e poi alle 12.30 sulla

(29) A.U.S.E. canella 2124/B: cRelazione del Gen. d'Havet in data l dicembre 1945•. pag. 7. In questa relazione si mette anche in evidenza che alla ftne di giugno 1943 erano in opera nel settore della 206' div. costiera mille postazioni di e di cannoni, 250 chilometri di reticolati a siepe trapezoidale, otto chilometri di fossi anticarro c 15.000 mme. (30) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/6: cRelazione sullo svolgimento delle operazioni 206• divisione costiera..

rotabile per Pachino, ingaggiando una serie di scontri fino a mezzanotte, quando fu costretto a ripiegare su Modica (31).

Alle 10.00 anche il gruppo mobile «F:. del Magg. Argenziano, dislocato a Rosolini, fu incaricato di avanzare verso Pachino ed esso mosse entro quindici minuti con una compagnia corazzata dotata di dieci carri armati Renault R/35, una compagnia controcarri da 47/32, una compagnia del 542• btg. bersaglieri costiero autotra- sportata, una compagnia motomitraglieri e una batteria da 75/06 del CXXVI gruppo autotrainata.

Al bivio con la rotabile Noto-Pachino il gruppo mobile «F» prese contatto verso le 13.00 con le avanguardie della 5 p div. ftr. scozzese, già saldamente attestate sulle circostanti alture. Dopo aver perso quattro carri, la compagnia corazzata del Cap. Da Conto ripiegò verso Rosolini alle 15.00 e un'ora dopo gli scozzesi passarono decisamente all'offensiva, appoggiati da contingenti della fiancheggiante 231 a brigata «Malta», catturando alcuni elementi delle compagnie bersaglieri e mitraglieri. I resti del gruppo mobile «F» ripiegarono fino àl caposaldo di Bonivini-Modica, già presidiato da un plotone del 243 o btg. costiero e dalla 3 a batteria del CCXXIV gruppo da 100/22 (32).

Sempre alle 10.00 il Gen. d'Havet, constatato che sull'estremità occidentale dello schieramento della 206a div. costiera elementi del 157" rgt. della 45a div. ftr. americana, sbarcati nel settore della XVIII brigata costiera, si stavano inflltrando sul fianco destro del 383 o btg., aveva autorizzato il Col. Primaverile, comandante del 123 o rgt. costiero, a fronteggiare questo nuovo pericolo, inviando sul posto di rinforzo il Comando e due compagnie del 542 o btg. bersaglieri costiero dislocato a Scicli.

Nel suddetto settore tenuto del 383 o btg. costiero, attaccato da e da contingenti del 15 r rgt. americano provenilnte dalla zona di Scoglitti, si verificarono nella giornata del 10 azioni isolate intorno ai vari capisaldi. Alle 07.30 e àlle 08.00 caddero rispettivamente il caposaldo di Villa Comitini, difeso da ventidue uomini al comando del Cap. Serra che vi trovò eroica morte, e il caposaldo di Case Cameni, presidiato dai quindici

(31) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/11: «Relazione sull'impiego del gruppo tattico cSud•. (32) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/12: .:Relazione sulle operazioni di guerra svolte dal gruppo mobile cF:o dislocato a Rosolini•.

uomm1 del Ten. Sella, anch'esso rimasto ucciso sul campo (33). Mezz'ora dopo fu travolto il posto di blocco di Villa Criscione e alle 15.45 venne spazzato via lo stesso Comando del 383. btg. a S. Croce Camerina, aHa cui difesa presero attivamente parte anche una dozzina di civili armati di moschetti e di bombe a mano.

Fra le 18.00 e le 18.30 caddero neJJo stesso settore Marina di Ragusa, Punta Secca ed il posto di blocco 451 a sud di S. Croce Camerina. Infrne alle 19.00, dopo vivace lotta, fu ridotta al silenzio dal fuoco navale, diretto da idrovolanti catapultati, anche la 73a batteria da 149/35 del CLXII gruppo. Resisteva inve':e ·ancora l'isolato caposaldo di Cozzo CappeHo, che cadde soltanto aH e 11.00 del giorno seguente (34).

Frattanto nel settore centrale, retto dal 122• rgt. costiero del Col. D' ApoJJonio, gli inglesi del 4o• e 41 • Commando e i canadesi deJJa l a divisione, unitisi poi alla contigua 154a brigata scozzese, erano entrati neJJ'abbandonato aeroporto di Pachino alle 09.00 e si erano impadroniti dell'omonima cittadina entro mezzogiorno, riducendo al silenzio la 3 2 P batteria da 149 l 13 e tagliando fuori il Comando del 243• btg. costiero (35). Il Comando tattico del 122• rgt. costiero ripiegò in un primo momento anch'esso nel caposaldo di Bonivini-Modica, ma alle 17. 30, non potendo con alcun reparto da quella posizione, si ritirò su Rosolini e poi su Ispica (36). ·

Nel settore di sinistra della 206a divisione costiera, difeso dal 146• rgt. del Col. Cancellara e aggredit6 inizialmente da tre brigate dalla sa e della soa div. ftr. britannica nonché daJJ'ala destra della 23P brigata «Malta», caddero entro mezzogiorno i capisaldi di Cassibile e di Avola. Gli inglesi puntarono quindi su Noto, entro cui penetrarono alle 18.30 gli uomini della 231 a brigata dopo aver sopraffatto in un duro combattimento l'ultimo caposaldo di ViJJa Petrosa (37). ·

In quest'ultimo settore, dove alto fu il numero dei caduti, non

(33) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/8: «Relazione del 123• rgt. costiero Scicli:.. (34) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/6. (35) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/10: «Relazione del Col. an. Romeo Escalar, 44• raggruppamento aniglieria della 206• div. costiera:.. (36) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/7: cRelazione avvenimenri del 122• reggimento fameria costiero:.. , (37) A.U.S.E., canella 2124/B: cRelazione del Gen. d'Havet in data l dicembre 1945:. e cartella 1427, allegato 59/9: cRclazionc del 146• reggimento costiero•.

giovarono certamente al morale dei difensori le incontrollate notizie pomeridiane sulla caduta della Piazza di Siracusa, riferite da marinai e soldati in fuga, come vedremo, da quella base (38). Fu inoltre motivo di ulteriore amarezza «la ferma persuasione che il nemico veniva informato dai civili della quinta colonna, che indicavano i bersagli da battere e le strade da campagna per compiere l'accerchiamento» (39).

Al termine della prima giornata dei combattimenti la 206a divisione costiera dovette quindi su bi re in più punti l'infiltrazione nemica, rimanendo per di più isolata telefonicamente dal Comando di Corpo d'Armata. Alla mezzanotte rimanevano ancora ancorati in capisaldi prossimi alle spiagge soltanto il 381 o btg. ad occidente e l'adiacente 37) 0 btg al centro, entrambi in settori non attaccati dal mare, ma che rischiavano comunque un aggiramento alle spalle. Nell'entroterra le posizioni piu importanti occupate dagli inglesi erano Pachino, Noto, Avola e Cassibile, mentre intorno a Modica e Comiso operavano nuclei di paracadutisti americani e Vittoria, più ad occidente, era caduta nelle mani del III l 179 • ftr. della 4 5 a div. statunitense.

6. LA REAZIONE DELIA XVIII BRIGATA COSTIERA NEL

SETTORE AMERICANO (Vds. tavole n. 12 e n. 13)

lo sbarco delle colonne «Dirne» e «Cent» della 7a Armata amencana, rispettivamente nei settori di Gela e di Scoglitti, si svolse nella zona di difesa della XVIII brigata costiera del Gen. Mariscalco che, con sede di Comando a Niscemi, faceva anch'essa parte del XVI Corpo d'Armata e per la cui composizione si rimanda fitato allegato 8 in appendice ( 40).

A pcrftfre dalle O l. 3 5 fu segnalata in questo settore di 58 chilometri, compreso tra Punta Due Roc<:he e Punta Braccetto, la presenza di paracadutisti americani e alle 02.50 venne percepita l'operazione di sbarco presso Senia Ferrata ( 41).

(38) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/9 citato, pag. 5. (39) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/9: cRel:uionc del 146• reggimento costiero•, pag. 6. (40) Si ricorda che la colonna •Joss• della 7' Armata statunitense sbarcò invece nel scrcore di Licata difeso dalla 207' div. costiera, facenre parte del Xll Corpo d'Armata. (41) A.U.S.E., cartella 1427: cRel:uione sulle operazioni svolte nel settore del XVI Corpo d'Armata dal giorno 10 al giorno 20 luglio 1943 ...