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2. Le azioni aeronavali tra il 12 e il 16 luglio »

dietro l' Anap.o. In tale circostanza però la l a e la 3a compagnia vennero tagliate fuori e catturate quasi al completo, mentre la 2a compagnia e il Comando del I/75 o ftr. riuscirono a sganciarsi e a raggiungere nuovamente la strada per Siracusa, ad est del Ponte di Pietra. Da qui i superstiti si aprirono la via per Belvedere, dove giunsero alle 18.00 e dove, come abbiamo visto, avevano già ripiegato i resti del 385 o btg. costiero.

Dopo consumato il rancio, il resto del gruppo tattico di Canicattini Bagni, ridotto a 150 fanti, si trasferì a sera a Ponte Diddino, con l'intento di riunirsi al II battaglione del 75 o rgt. ftr. «Napoli» appartenente alla cosiddetta colonna del Col. Ronco, di . cui tratteremo qui di seguito. La riunione avvenne, e a notte il Magg. Guzzardi ebbe l'incarico di schierarsi sul predetto ponte, a sinistra del II l 7 5o ftr., per presidiare le provenienze da Belvedere e da Floridia, in vista di un'avanzata mattutina della colonna Ronco su Siracusa, in cui era entrata alle 21.00 la 17 a brigata inglese.

4. LA MANOVRA DELLA COLONNA RONCO E DELLE AL-

TRE UNITÀ INVIATE DI RINFORZO ALLA PIAZZA (Vds. tavola n. 18)

Alle ore 18.15 del 9 luglio, vigilia dell'invasione, l'abitato di Palazzolo Acreide (10.000 abitanti circa) fu pesantemente bombardato da uno stormo di 36 quadrimotori, che si accanirono soprattutto contro gli accantonamenti del Comando del 75 o rgt. ftr. «Napoli», causando 30 morti e un centi..1aio di feriti tra i militari. A Palazzolo Acre·ide il Col. Ronco, comandante del reggimento, disponeva del solo II btg. ftr. , nonché della compagnia Comando, della cp. zappatori in via di formazione, della cp. cannoni controcarro reggimentale e della 54a cp. controcarro della divisione «Napoli», rinforzate più tardi dal X gruppo an. da 105 l 28 del 40 o raggruppamento di Corpo d'Armata.

In seguito alla proclamazione dello «stato di emergenza» ad opera del Comando FF.AA. della Sicilia (ore 01.10 del 10 luglio) e in previsione di nuovi àttacchi aerei, il Col. Ronco ordinò alle 04.00 alle sue truppe la sospensione degli intrapresi lavori di sgombero delle macerie e di spegnimento degli incendi e il trasferimento in assetto di guerra in Contrada Corbella, zona boscosa a due chilometri a sud di Palazzolo Acreide. Qui la colonna si riunì alle

10.30, dopo aver subito un nuovo massiccio bombardamento, apprendendo le prime notizie sull'invasione nemica (12).

Alle 11. 30 il Gen. Fiumara, comandante della fanteria della div. «Napoli», in base agli ordini presi dal Comando del XVI C.A., dispose che il gruppo tattico Ronco si spostasse con automezzi a Sonino. Mezz'ora dopo, però, tale ordine fu sostituito da un altro che prevedeva l'autotrasporto direttamente a Siracusa, distante 44 chilometri dalla Contrada Corbella. In realtà la colonna si mise in marcia a piedi alle 13. 30 sulla strada per Solarino, Floridia e Siracusa e mai fu raggiunta dai promessi autocarri, poiché questi ultimi, concessi dal Comando d'Armata, si erano spostati per un disguido in altra direzione ( 13).

La disposizione di marcia della colonna Ronco era la seguente: - avanguardia composta da due plotoni ciclisti, dalla compagnia armi d'accompagnamento e dalla 54a compagnia controcarro divisionale; - nucleo del gruppo tattico con le rimanenti compagnie del 11/75 o fu.; due plotoni della compagnia controcarro reggimentale e il X gruppo an. da 105 l 28 di C.A. aggregato all'ultimo momento; - retroguardia composta dalla compagnia zappatori, da un plotone dalla cp. controcarro reggimentale e da un plotone ciclisti.

Il trasferimento fu funestato da tre attacchi aerei pomeridiani in località Bibbinello (7 chilometri da Palazzolo Acreide) con spezzonamenti e mitragliamenti che causarono numerosi morti e feriti, l'uccisione o la fuga di molti quadrupedi e la distruzione di alcuni automezzi e di materiali. Tra l'altro la 54a cp. controcarro divisionale rimase con un solo plotone in piena efficienza.

Dopo essersi riorganizzata, la colonna riprese la marcia alle 15.00, incontrando in senso inverso «gruppi disarmati o disordinati di avieri e di marinai fuggiaschi da Siracusa» e requisendo «alcuni automezzi pesanti e due autobus, pure fuggiaschi da Siracusa che, malgrado le resistenze e i pretesti avanzati, erano avviati a viva forza verso il centro della colonna perché potessero caricare e portare avanti i primi reparti già riordinati» (14).

Raggiunta la sua avanguardia a Solarino e intendendo puntare la sera stessa su Siracusa, il Col. Ronco dette ordine ai due plotoni

(12) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/2: •Relazione sulle operazioni svolte dalla colonna comandata dal Colonnello Ronco tra il 10 c il 13 luglio 1943 nella marcia tra Palazzolo Acreide e Siracusa., pagg. 1-2. (13) Ibidem, pag. 3 (14) Ibidem, pag. 4.

ciclisti dell'avanguardia di proseguire senz' altro per Floridia e precedette in autovettura il resto del reparto sullo stesso itinerario per rendersi conto personalmente della situazione. Senonché alle 16.00, .nei pressi del ponte Mulinello sul canale Scandurra, l'automezzo su cui si trovava il Colonnello venne fatto segno a ripetute scariche di armi automatiche.

Resosi conto che le avanguardie inglesi avevano raggiunto i sobborghi di Floridia, il Col. Ronco dispose che fosse innalzato uno sbarramento attraverso il suddetto ponte, difeso da una squadra di fucilieri e da una di mitraglieri, che un'altra squadra si spingesse oltre il ponte per rastrellare i tiratori nemici e infine che la compagnia ciclisti riunita costituisse un analogo posto di blocco al km. 8 sulla rotabile Florida-Siracusa. Il resto dalla colonna stazionò durante la notte a Solarino.

Alle 19.30 giunse a Solarino, mettendosi agli ordini del Col. Ronco, il consistente gruppo mobile «D» del Ten. Col. D'Andretta, che per disposizione del Comando XVI C.A. era partito verso mezzogiorno da Misterbianco ed era transitato per Lentini, Carlentini e Sortino. Esso era composto dalla 3a cp. del CI btg. corazzato con 18 carri R l 3 5, dalla l a c p. del CIII btg. controcarri con sei pezzi da 47 l 32, dalla 2 a cp. motomitraglieri con 18 mitragliatrici Breda da 8 mm., dalla 7a cp. autotrasportata del II I76• ftr. dalla 10a batteria da 75 l 18 a traino meccanico del 54 • rgt. art., da una sezione della 354a batteria contraerea da 20 mm. con quattro pezzi e da due sezioni d'artiglieria bivalente tedesca con un totale di otto pezzi da 88 mm. e otto da 20 mm. (15).

Durante la notte giunsero di rinforzo anche i già citati 150 superstiti fanti del gruppo taùico di Canicattini Bagni, schierati poi sul Ponte Diddino, e due compagnie mortai della div. ftr. «Napoli» comandate dal Ten. Col. Dejan, di cui una però priva dei pezzi e convertita pertanto in cp. fucilieri.

Frattanto, sempre in seguito alle note intese telefoniche delle ore 08.00 tra i Generali Guzzoni e Rossi e alle immediate direttive, il Gen. Fiumara, comandante della fanteria della div. <<Napoli», si era spostato alle 11.30 dellO da Buccheri con illlll75• ftr. e con il XVI gruppo art. da 105128 del 4o• raggruppamento di C.A., costituendo nel pomeriggio capisaldi a sud di Palazzolo Acreide, al

(15) A.U.S.E., cartella 1427, allegato 59/13: •Gruppo mobile difesa aeroporti 'D': relazione del fatto d'armi dei giorni 10, 11, 12 e 13 luglio 1943 nella zona di Solarino•.

bivio di Torre Iudica e a Monte Grosso, per sbarrare rispettivamente le provenienze da Noto, da Canicattini Bagni e da Solarino-Floridia (16).

Alle 13.00 anche la colonna tedesca del Col. Schmalz si era mossa da Paternò a Misterbianco per giungere nella serata a Melilli, all'interno del territorio della Piazza Militare Marittima. Infine nella pane settentrionale della Piazzafone, alle spalle di Augusta, vennero spostati nel pomeriggio di quel 10 luglio da Carlentini a Brucali e quindi in serata a Villasmundo il 11/76° ftr. «Napoli» del Magg. Nobile e la 3 a batteria da 75 l 27 del CXXVI gruppo d'aniglieria (17).

Mentre si svolgevano questi complessi movimenti, tutti intesi a tamponare l'avanzata nemica da sud su Siracusa e quindi su Augusta, il Col. Ronco apprese che nella tarda serata di quel 10 luglio carri armati britannici avevano aggirato e travolto i recentissimi posti di blocco sul ponte Mulinello e al km. 8 della rotabile Floridia-Siracusa. Egli tuttavia pianificò per l'alba del giorno 11 una nuova avanzata su Siracusa, occupata dalla 17a brigata inglese alle 21.00, il cui esito sarà esaminato nel prossimo capitolo.

5. LE AUTODISTRUZIONI DELLE DIFESE FISSE E L'INVESTI-

MENTO DEL SETIORE SUD DELLA PIAZZA (Vds. tavola n. 17)

Dopo i già esaminati e crescenti episodi mattutini di sbandamentO nell'amoito della Piazzafone, gli avvenimenti precipitarono nel pomeriggio del 10 luglio. Infatti nel settore sud, al noto ripiegamento del 385 o btg. costiero sul costone di Belvedere, fece seguito la ritirata dei serventi delle batterie «AS 309» e «AS 671» di Siracusa e quindi l'autodistruzione della potente Opera A di Capo S. Panagia con i suoi due grossi calibri da 381 mm.

Quindi alle 17.00 fu fatto saltare anche il treno armato della Marìfla 102-I-T di Targia, poiché non si era provveduto a rifornire d'acqua la locomotiva, ma che in verità, essendo riparato da pareti

(16) A.U.S.E., canella 1427, allegato 59/4: cSualcio relazione del Geo. Fiumara Rosario per gli avvenimenti dei giorni 9. lO, Il e 12 luglio 1943 relativameme alla difesa di Palazzolo e di Vizzini•. (17) A.U.S.E., cartella 2124/B e cartella 1427, allegatO 59/5: cComando 76• rgt. fu. 'Napoli': relazione delle operazioni svolte dal 10 al 15 luglio 1943•.

di roccia, avrebbe potuto resistere a lungo ai bombardamenti aerei e navali pur rimanendo immobile.

Penanto verso le ore 17.00 di quel 10 luglio, quattro ore prima dell'ingresso delle truppe britanniche a Siracusa, si andò allargando a macchia d'olio la psicosi dell'autodistruzione intorno a quella città, in ossequio ai noti ordini diramati e ribaditi dal Comando Piazza perfino prima degli sbarchi nemici dal cielo e dal mare e divulgati dal Console De Pasquale all'alba.

Ad aggravare la disastrosa situazione in quel settore si aggiunse anche la scarsissirna collaborazione soprattutto informativa ricevuta dall' Amm. Leonardi, che da parte sua però utilizzò poco e male i disponibili organi di collegamento. Il risultato fu che il Comando Piazza ignorò a lungo la posizione dei contingenti di rinforzo della div. fu. «Napoli» e del gruppo tedesco «Schmalz» e non mise il Comando delle FF.AA della Sicilia al corrente dei principali provvedimenti adottati e degli avvenimenti di cui lo stesso Amm. Leo nardi era. testimone.

Un altro disgraziato episodio che peggiorò a sud la situazione tattica fu il ripiegamento pomeridiano dal costone di Belvedere del 540° btg. costiero del Ma.gg. Campolilio prima che il nemico lo avesse attaccato, ciò che aprì alla 5 a div. ftr. inglese un insperato varco tra. l' Anapo e Priolo Gargallo e rese impossibile ai rinforzi provenienti da. ovest di raggiungere Siracusa.

Anche nella zona. centro-settentrionale della Piazzaforte, gravitante attorno ad Augusta. e che non era. stata. fino ad allora. investita né dali' aria. né dal mare, le autodistruzioni raggiunsero il culmine a metà pomeriggio di quel 10 luglio. Infatti, in seguito ad un ordine scritto dell' Amm. Leonardi delle ore 12.45, il Ten. Vasc. Ungarelli del distaccamento della 10a flottiglia. Mas basato ad Augusta. bruciò il materiale di quel Comando che non poteva essere traspona.to (18). Verso le 17.30, quindi, saltò in aria il centro radio della. Colombaia, da cui le punte avanzate britanniche distavano ancora. una. ventina di chilometri (19). Mezz'ora. dopo furono dati alle fiamme i depositi di ca.rburai1te di Punta Cugno nella baia di August:a, mentre si autoaffondarono nel pono entro la. sera i

(18) A.U.S.E., cartella 012, fascicolo 4: documenti tratti dall'Ufficio Storico della Marina circa le operazioni in Sicilia. (19) E. FALDELLA: Lo sbarco e la difesa della Sicilia, op. cit., pag. 132.

rimorchiatori della Marina S.Angelo, S.Mttna, N. 85, Sctacca e Procida e la cannoniera On"ole (20).

Entro la mattina seguente saltarono in aria numerose batterie della difesa fissa di Augusa, tra cui la «AS 269», la «AS 383», la «AS 896» e la «Biagio Assereto», mentre si autoaffondarono i due pantani armati e diversi altri natanti della difesa foranea.

In conclusione le batterie, le postazioni, i depositi, il treno armato e alcune unità navali furono autodistrutti in ogni angolo della Piazza Militare Marittima molto tempo prima di vedere il nemico, mentre nessuno si preoccupò non solo di sabotare il famoso Ponte Grande sull' Anapo, ma nemmeno di demolire le attrezzature strettamente portuali di Augusta e di Siracusa, che sarebbero state poi così utili agli inglesi. · Alle 18.30 il Console De Pasquale della 7a legione Milmart si decise finalmente a tentare di collegarsi con l' Amm. Leo nardi a Grotte di Melilli, senza tuttavia fortuna, poiché a quell'ora il Comando Piazza si era spostatO ancora più a nord e il locale centralino telefonico era stato abbandonato dal personale, così come lo trovarono poi le staffette inviate dal Comando FF.AA della Sicilia per avere direttamente quelle notizie che invano Guzzoni aveva tentato di conoscere (21).

La nuova sede di Comando dell' Amm. Leonardi fu stabilita presso il cosiddetto «posto di avvistamento» del paese di Melilli, dove sembra che egli abbia continuatO a non sentire e a non avvistare le esplosioni e gli incendi, venendo solo raggiunto alle 18.00 dalla notizia che mezz'ora prima gli inglesi avevano superato il fiume Anapo (22). Informato poi dell'approssimarsi degli attesi rinforzi della div. ftr. «Napoli», l' Amm. Leonardi si avviò dopo le 20.00 verso Sortino accompagnato dal Col. Crescione, ma ritornò sfiduciatO sui suoi passi quando dall'equipaggio di un'autovettura sbandata, appartenente alla colonna Ronco, venne a sapere dell'attacco aereo subito da questo gruppo tattico durante la marcia di avvicinamento.

Alle 21.30 l'Ammiraglio Leonardi ebbe un colloquio presso il cimitero di Melilli con il Col. Damiano, comandante del 121 • rgt.

(20) UFFICIO STORICO DELLA MARINA: La Marina italiana nella seconda gue"a mondiale, vol. II: Navi militari perdute, Roma 1969, pag. 93 e pag. 104. (21) T. MARCON: Augusta 1940·43, op. cit., pag. 131. . (22) E. FALDELLA: Le sbarco e la difesa della Sicilia, op. cit., pag. 133.

costiero, e con il Col. Schmalz, comandante dell'omonima colonna corazzata tedesca proveniente da Paternò e Misterbianco e diretta a contrastare da nord l'avanzata britannica nel cuore della Piazzaforte (23).

Mezz'ora prima di questo incontro, mentre la 17a brigata della 5a div. ftr. inglese si impossessava di Siracusa catturando tra l'altro quindici idrovolanti, la 13 a brigata della stessa divisione era entrata a Floridia, dopo aver superato i posti di blocco sul ponte Mulinello e al km. 8 della rotabile per Siracusa.

L'ultimo Comando italiano ad abbandonare Augusta fu quello della Milmart di Terravecchia, dove alle 23.00 giunse una staffetta con l'ordine dell'Ammiraglio Leonardi di sabotare i locali protetti. Poco dopo la mezzanotte pertanto il Console De Pasquale si trasferì nella sede del Comando Navale Nord alla Carrubbazza, in un ricovero anti-gas, dove avrebbe dovuto trovarsi anche il Comando del fronte a mare di Augusta, di cui però non venne reperita alcuna traccia (24).

In sintesi si può dire con lo Zingali che «le distruzioni furono completate nel pomeriggio del 10 e nel mattino dell' 11 e che molti dei mezzi distrutti avrebbero potuto servire per contrastare anche le operazioni nemiche di aggiramento. Questo è il fatto, che sembra molto simile a quello di Lolui che si suicida per paura di morire» (25).

Lo stesso Comando Supremo, raggiunto dai primi rapporti sui sorprendenti avvenimenti nella Piazzaforte, non potè fare a meno di intervenire alle 21.30 del 10, chiedendo a Superesercito e a Supermarina di fornire maggiori chiarimenti sull'accaduto, «essendo noto a tutti che la difesa deve essere proseguita fino,all'ultima posizione et ultimo uomo» e soprattutto di indicare «per quali fatti speciali si era resa indispensabile la distruzione della stazione radiotelegrafica di Augusta>> comunicata da Supermarina (26).

Vedremo nel prossimo capitolo lo sviluppo degli avvenimenti e

(23) A.U.S.E., cartella 1427, aHegato 59/14: «Relazione sul 121" reggimento costiero, Colonnello Francesco Damiano, dal 10 al 15 luglio 1943• . (24) T. MARCON: Augusta 1940-43, op. cit., pagg. 132-133. (25) G. ZINGALI: L'in11asione della Sicilia, op. cit., pag. 139. (26) A.U.S.E., canella 1501: .-Diario Srorico del Comando Supremo• , allegato 475: telescritto del Comando Supremo n. 51474/op del 10 luglio 1943.