FCRL Magazine n. 16-2020

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territorio Sant’anna di Stazzema dagli anni del silenzio alla voce per la Pace ’è un luogo in cui la parola ‘pace’ assume un valore quasi sacro: sarà forse per quella strada faticosa, tortuosa, tra pendenze severe e falsipiani, immersa nella natura, da una parte i monti e ogni tanto spettacolari affacci sulla piana e sul mare con il sole riflesso che acceca, che all’andata percorri chiacchierando e che al ritorno scendi senza fiato, senza parole, perché la storia se l’è inghiottite tutte e resta solo un nodo alla gola, che non va né su, né giù. Sarà il paesaggio che suggerisce meditazione con ogni pietra che ha una storia da raccontare, quasi sempre tragica, difficile da mandare giù. il verde dei prati, la piazzetta della Chiesa, l’ombra della via Crucis e poi quell’improvviso paesaggio che si spiana sotto lo sguardo quando si arriva al Col di Cava fanno per un attimo dimenticare se c’è il sole una storia che ha segnato per sempre il luogo e che si coglie con piena angoscia quando invece, una nuvola bassa si inghiotte il paesaggio e non si vede ad un passo: improvvisamente ritornano gli spettri del passato a tormentare tutti. Sant’anna di Stazzema è un po’ così: dal 2000 il paesino della Versilia è divenuto sede del Parco nazionale della Pace con un riconoscimento unico in ambito italiano ed europeo con analoghi episodi solo nelle due città giapponesi dell’olocausto nucleare. Spesso si rimprovera alle leggi la scarsa comprensibilità: non è il caso della legge 381 del 2000 che segna perfettamente l’ambito di competenza della normativa approvata. le finalità del Parco nazionale della Pace sono tutte perfettamente concentrate in poche righe della legge istitutiva, primo firmatario l’onorevole Carlo Carli. due righe in cui c’è tutto: «allo scopo di promuovere iniziative culturali e internazionali, ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli, per costruire il futuro anche sulle dolorose memorie del passato, per una cultura di pace e per cancellare la guerra dalla storia dei popoli, è

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FCRLMaGazine 16 | 2020

Michele Morabito

Un Parco per divulgare la storia e il ricordo e costruire un futuro senza guerre

istituito a Sant’anna di Stazzema (lucca) il Parco nazionale della Pace». Cancellare la guerra dalla storia dei popoli, in un momento in cui nazionalismi, sovranismi, particolarismi, sembrano riscuotere più consensi di coloro che parlano di dialogo e integrazioni, in cui le forze centrifughe sembrano prevalere sulle spinte a stare insieme. Una missione che sa di impossibile, ma che è un dovere portare avanti. il poeta Mario luzi scrisse nel suo appello di pace nel 2008: «Sant’anna con l’umile autorità che le viene dal suo martirio chiama tutti gli uomini a una definitiva conversione alla pace, alla dignità del colloquio, alla ricerca costante di una possibile armonia». Questa è la forza di questi luoghi, dove l’aria è diversa, dove la storia si respira a pieni polmoni a costo che il fiato alla fine possa mancare per troppa storia. di sicuro da Sant’anna non si esce uguali. non si può descrivere Sant’anna di Stazzema senza un accenno alla storia. il paesino della Versilia fino al 12 agosto 1944 aveva vissuto un beato isolamento: la difficoltà dell’accesso al paese era considerato un efficace riparo dalla guerra. raccontano i superstiti che la guerra fino alla primavera del 1944 era al massimo il racconto che arrivava dai paesani che erano partiti e che inviavano notizie a casa, dai deserti africani, dalla Grecia, dalle steppe della russia: poi iniziarono i bombardamenti che riguardavano principalmente la piana della Versilia dove si trovavano alcune delle principali arterie di collegamento nord-sud, l’aurelia, la ferrovia che erano bersaglio dei bombardieri alleati e i bambini guardavano affascinati il passaggio delle macchine volanti. Sant’anna rimaneva isolata: per raggiungere il paese non vi erano strade carrozzabili, vi si giungeva solo dai sentieri che provenivano dalle località di Farnocchia di cui originariamente era l’alpeggio, Valdicastello, ruosina, da Camaiore, Pietrasanta. nella primavera del 1944 con l’inizio della ritirata tedesca Sant’anna era diventata luogo di sfollamento per la popolazione civile, perché nessuno, si pensava, sarebbe mai arrivato fin lassù a portare violenza. 5


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