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Un Carnevale, mille volti

Per le edizioni Publied è uscito – nella doppia edizione italiana e inglese – il volume Carnevale di Viareggio, ricco di contributi letterari e documenti fotografici che ci raccontano viareggio, in parole e immagini, attraverso la storia del suo simbolo più popolare: il carnevale. il noto scrittore e sceneggiatore Giampaolo Simi, viareggino, ha firmato il testo introduttivo che è dedicato alla storia degli ultimi duecento anni di quella che sarebbe diventata, nel tempo, la ‘capitale’ della versilia. era il 1820 quando il piccolo borgo di pochi abitanti, strappato alla malaria solo qualche decennio prima, fu dichiarato città per decreto della duchessa Maria luisa di Borbone che, essendo appassionata di navigazione, favorì lo sviluppo della prima darsena. Simi sottolinea che fu grazie a due donne, Paolina Bonaparte e Maria luisa, che la neonata cittadina iniziò a sviluppare le sue due anime: quella romantica delle passeggiate sugli arenili e degli immensi panorami marini e quella operosa e concreta dei cantieri navali. anche Pietro angelini nel capitolo Il Carnevale e la nautica, artigiani e artisti dell’innovazione evidenzia i due volti operosi della città sottolineando le analogie tra la tecnica di costruzione dei carri allegorici e quella delle barche. anche nei carri esiste la prua e la poppa, e altezza, larghezza e movimento sono elementi comuni a carri e barche. un tempo i carri venivano costruiti negli stessi capannoni dei primi cantieri nautici, con una condivisione di competenze che, nel tempo, ha contribuito a rendere più tecnici i carristi e più artisti gli artigiani nautici. nel capitolo I molti volti del Carnevale il filosofo Salvatore veca, Presidente della fondazione campus di lucca, ci offre una riflessione sul significato generale della festa del carnevale. Sembra ormai accertato che il nome sia connesso al periodo di astinenza dalla carne (Quaresima) che segue il carnevale: carne levare. l’origine di questo tempo dell’anno, inteso come celebrazione e festeggiamento di un momento di passaggio, può essere rintracciata nei riti di un passato remoto: le feste dionisiache greche e i saturnali romani. la cifra caratteristica del carnevale è il mascheramento, tema su cui ampie e approfondite sono le riflessioni antropologiche, filosofiche e letterarie. la maschera comunica qualcosa mentre nasconde altro; celando la nostra vera identità possiamo liberamente abbandonarci al godimento, alla sovversione dell’ordine e dell’abituale, e anche alla libertà di poter deridere i potenti. temi, questi ultimi, ampiamente espressi dai Maestri costruttori dei carri allegorici che da 147 anni – età che il carnevale di viareggio ha compiuto nel 2020 – con le loro creazioni raccontano, deridono, sovvertono la contemporaneità. come sottolinea andrea Mazzi nel capitolo La forza del Carnevale, la voglia di festeggiare e vivere questa manifestazione supera ogni ostacolo, anche il più drammatico, come avvenne, ad esempio, anche nei periodi del primo e del secondo dopoguerra. l’edizione del 2020, che ha avuto uno straordinario successo, ha anticipato di pochi giorni il periodo dell’emergenza covid-19, celebrando, inconsapevolmente, l’addio al tempo delle folle immense, riunite e abbracciate a festeggiare la vita: il preludio di un tempo di Quaresima globale tanto imprevedibile quanto spaventoso, ma alla fine del quale – tutti ne siamo sicuri – sarà di nuovo carnevale.

Carnevale di Viareggio, con contributi di Giampaolo Simi, Salvatore veca, luigi ficacci, roberta Martinelli, adolfo lippi, Sebastiano Mondadori, andrea Mazzi, Pietro angelini, Publied, lucca 2020

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