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Sant’Anna di Stazzema dagli anni del silenzio
territorio
Sant’anna di Stazzema dagli anni del silenzio alla voce per la Pace
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C’è un luogo in cui la parola ‘pace’ assume un valore quasi sacro: sarà forse per quella strada faticosa, tortuosa, tra pendenze severe e falsipiani, immersa nella natura, da una parte i monti e ogni tanto spettacolari affacci sulla piana e sul mare con il sole riflesso che acceca, che all’andata percorri chiacchierando e che al ritorno scendi senza fiato, senza parole, perché la storia se l’è inghiottite tutte e resta solo un nodo alla gola, che non va né su, né giù. Sarà il paesaggio che suggerisce meditazione con ogni pietra che ha una storia da raccontare, quasi sempre tragica, difficile da mandare giù. il verde dei prati, la piazzetta della Chiesa, l’ombra della via Crucis e poi quell’improvviso paesaggio che si spiana sotto lo sguardo quando si arriva al Col di Cava fanno per un attimo dimenticare se c’è il sole una storia che ha segnato per sempre il luogo e che si coglie con piena angoscia quando invece, una nuvola bassa si inghiotte il paesaggio e non si vede ad un passo: improvvisamente ritornano gli spettri del passato a tormentare tutti. Sant’anna di Stazzema è un po’ così: dal 2000 il paesino della Versilia è divenuto sede del Parco nazionale della Pace con un riconoscimento unico in ambito italiano ed europeo con analoghi episodi solo nelle due città giapponesi dell’olocausto nucleare. Spesso si rimprovera alle leggi la scarsa comprensibilità: non è il caso della legge 381 del 2000 che segna perfettamente l’ambito di competenza della normativa approvata. le finalità del Parco nazionale della Pace sono tutte perfettamente concentrate in poche righe della legge istitutiva, primo firmatario l’onorevole Carlo Carli. due righe in cui c’è tutto: «allo scopo di promuovere iniziative culturali e internazionali, ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli, per costruire il futuro anche sulle dolorose memorie del passato, per una cultura di pace e per cancellare la guerra dalla storia dei popoli, è Michele Morabito
Un Parco per divulgare la storia e il ricordo e costruire un futuro senza guerre
istituito a Sant’anna di Stazzema (lucca) il Parco nazionale della Pace». Cancellare la guerra dalla storia dei popoli, in un momento in cui nazionalismi, sovranismi, particolarismi, sembrano riscuotere più consensi di coloro che parlano di dialogo e integrazioni, in cui le forze centrifughe sembrano prevalere sulle spinte a stare insieme. Una missione che sa di impossibile, ma che è un dovere portare avanti. il poeta Mario luzi scrisse nel suo appello di pace nel 2008: «Sant’anna con l’umile autorità che le viene dal suo martirio chiama tutti gli uomini a una definitiva conversione alla pace, alla dignità del colloquio, alla ricerca costante di una possibile armonia». Questa è la forza di questi luoghi, dove l’aria è diversa, dove la storia si respira a pieni polmoni a costo che il fiato alla fine possa mancare per troppa storia. di sicuro da Sant’anna non si esce uguali. non si può descrivere Sant’anna di Stazzema senza un accenno alla storia. il paesino della Versilia fino al 12 agosto 1944 aveva vissuto un beato isolamento: la difficoltà dell’accesso al paese era considerato un efficace riparo dalla guerra. raccontano i superstiti che la guerra fino alla primavera del 1944 era al massimo il racconto che arrivava dai paesani che erano partiti e che inviavano notizie a casa, dai deserti africani, dalla Grecia, dalle steppe della russia: poi iniziarono i bombardamenti che riguardavano principalmente la piana della Versilia dove si trovavano alcune delle principali arterie di collegamento nord-sud, l’aurelia, la ferrovia che erano bersaglio dei bombardieri alleati e i bambini guardavano affascinati il passaggio delle macchine volanti. Sant’anna rimaneva isolata: per raggiungere il paese non vi erano strade carrozzabili, vi si giungeva solo dai sentieri che provenivano dalle località di Farnocchia di cui originariamente era l’alpeggio, Valdicastello, ruosina, da Camaiore, Pietrasanta. nella primavera del 1944 con l’inizio della ritirata tedesca Sant’anna era diventata luogo di sfollamento per la popolazione civile, perché nessuno, si pensava, sarebbe mai arrivato fin lassù a portare violenza.
1. Veduta aerea della zona 2. le celebrazioni del 2019 3. il Monumento ossario
il 12 agosto 1944 alle prime luce del mattino, tre reparti della 16ª divisione Panzergrenadier «reichsführer-SS», accompagnati da fascisti, circondarono l’abitato, mentre un quarto si attestava più a valle, sopra il paese di Valdicastello, per bloccare ogni via di fuga. Si salvarono gli uomini che temendo un rastrellamento per reclutare manodopera per le fortificazioni della linea Gotica, si nascosero nei boschi e negli anfratti naturali che si trovano nei dintorni. a cadere furono donne vecchi e bambini: nessuno fu risparmiato, neanche i bambini: 130 morirono nella strage su un totale di circa 500 vittime. Fu ucciso il parroco don innocenzo lazzeri, che veniva da Farnocchia e che si era rifugiato a Sant’anna dopo l’incendio del paese dell’8 agosto dopo che l’abitato era stato evacuato. offrì la sua vita in cambio della salvezza per i suoi paesani, ma il suo gesto non servì e sulla sola piazza della Chiesa caddero in 132. i corpi furono dati alle fiamme utilizzando le panche della Chiesa. anche l’organo della chiesa fu distrutto dopo aver suonato per l’ultima volta per la festa di Sant’anna il 26 luglio. in quei giorni era nata anche la più giovane vittima della strage, anna Pardini che aveva solo venti giorni. otto erano le donne incinte uccise dai nazifascisti. la vicenda di Sant’anna rimarrà senza colpevoli per oltre 60 anni: i fascicoli degli alleati sui crimini dei nazisti e fascisti in italia resteranno nella sede della Procura Generale Militare per oltre 50 anni, volutamente nascosti, archiviati e a più riprese utilizzati senza che la giustizia potesse fare il suo corso. nel 1994 la scoperta dei fascicoli e nel 2005 la sentenza di condanna grazie all’iniziativa del Procuratore Militare della Spezia, Marco de Paolis, per dieci militari nazisti in contumacia. nel 2007 la sentenza definitiva della Cassazione e il lungo iter per avere un riconoscimento in Germania e poi l’inizio di un percorso a ostacoli per un processo in Germania che non ci sarà mai e che si concluderà con l’archiviazione per la morte dell’ultimo indagato Gerhard Sommer nel gennaio 2019. la strage di


foto Michele Morabito
4. il piazzale della chiesa 5. la targa commemorativa dell’incontro tra Giorgio napolitano e Joachim Gauck 6. la targa che ricorda la vittima piu giovane 7. la via Crucis


foto Michele Morabito
4 foto Michele Morabito Sant’anna di Stazzema si inserisce nella strategia di guerra ai civili adottata dai tedeschi nella loro ritirata che costò circa 23 mila morti secondo le ultime ricerche dell’atlante delle stragi nazifasciste in italia. Per molti anni la vicenda di Sant’anna di Stazzema è rimasta nel silenzio, occultata e dimenticata nei cassetti della Giustizia, senza una sua dimensione pubblica: dal 1948 le spoglie delle vittime erano state collocate all’ossario sul Col di Cava da cui si domina da una parte l’arco naturale entro cui si trova l’insieme dei borghi che compone Sant’anna, la Vaccareccia, le Case, i Franchi, il Moco, il Pero, i Coletti, l’argentiera, i Bambini, le Case di Berna, i Merli, i Sennari; dall’altra la piana della Versilia con uno spettacolare affaccio sul mare. Celebrazioni senza un riconoscimento istituzionale che hanno ucciso di nuovo il paese che dagli anni Sessanta si spopolò delle ultime famiglie che scelsero di trasferirsi nonostante l’arrivo della strada carrozzabile. nel 1970 arrivò la medaglia d’oro al valor militare per il Comune di Stazzema, poi nel 1982 la prima visita di un Presidente della repubblica con Pertini che inaugura una pinacoteca allestita dai superstiti nella vecchia scuola elementare che nel 1991 diventerà, con una legge della regione toscana, il Museo Storico della resistenza. nel 1998 la visita di Scalfaro e nel 2000 la storica visita di Carlo azeglio Ciampi accompagnato dal ministro della difesa, Sergio Mattarella che anticipò di qualche mese l’istituzione del Parco nazionale della Pace. l’idea del Parco aveva radici lontane quando il sindaco Giuseppe Conti immaginò Sant’anna di Stazzema come spazio di dialogo proiettato al futuro e non solo come luogo di memoria, con un respiro europeo, in un momento in cui l’europa politica muoveva i primi timidi passi, per costruire su una memoria drammatica del nostro continente, fatta di massacri e divisioni lunghe secoli, un luogo dove si potessero incontrare tutti coloro che vogliono costruire una cultura della pace e
foto Michele Morabito
6 del dialogo che si sostituisse alla logica delle guerre. l’iniziativa parlamentare fu assunta tra gli altri dall’on. Carlo Carli che su spinta dell’allora Presidente Carlo azeglio Ciampi trovò finalmente attuazione l’11 dicembre 2000, con l’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge 381, che istituisce a Sant’anna di Stazzema il Parco nazionale della Pace. Sant’anna diviene così luogo simbolo della memoria per la diffusione di una cultura di pace, attraverso iniziative, manifestazioni, mostre, convegni, a livello nazionale e internazionale. Solo negli ultimi anni le visite dei presidenti di italia e Germania, Giorgio napolitano e Joachim Gauck, del G7 dei ministri degli esteri, del Commissario europeo, l’invito a Bruxelles di due presidenti del Parlamento europeo, Martin Schulz e david Sassoli, entrambi venuti a Sant’anna a rendere omaggio alle vittime. Ma soprattutto tanti giovani: quasi raddoppiati negli ultimi anni grazie a un lavoro progressivo di miglioramento dell’offerta didattica. non solo memoria, ma anche educazione alla pace declinata in tutte le sue forme, legalità, non violenza, diritti, riflessione su ciò che circonda, la presunzione che da Sant’anna di Stazzema possa partire un messaggio di speranza. il messaggio da alcuni mesi viene esteso ai giovanissimi fino alle scuole primarie con il Progetto dei Pacifici e con alcuni progetti come quello dei Colori della Pace dal respiro internazionale anche per i piccolissimi. Perché la pace non ha età e l’educazione al rispetto non inizia mai troppo presto.

8. il Presidente della repubblica Sergio Mattarella con il sindaco Maurizio Verona 9. la Versilia vista dal monumento ossario

dopo la completa ristrutturazione avvenuta nel 2007, il Museo storico della resistenza è stato arricchito di una nuova tecnologia multimediale grazie a un progetto dell’Unione dei Comuni della Versilia che ha consentito di migliorare l’offerta ai visitatori. dal 1991 il Museo è il punto di riferimento per le attività didattiche: prima semplice pinacoteca inaugurata nel 1982, poi con una legge regionale vero spazio della memoria che nel tempo ha saputo crescere fino alle oltre 35mila presenze dello scorso anno. nel percorso della memoria la piccola chiesa, assieme alla piazza, ha un ruolo di assoluta preminenza. data alle fiamme e con l’organo gravemente danneggiato, nel luglio 2007, più di un sessantennio dopo, la musica è tornata nuovamente tra le sue mura, grazie a un nuovo organo, fatto costruire e donato da due musicisti tedeschi, i coniugi
8 Maren e Horst Westermann di essen, i quali, fin dal 2002, avevano iniziato a raccogliere fondi organizzando concerti benefici in Germania e in italia. da allora un Festival organistico vede ogni estate importanti musicisti italiani e tedeschi esibirsi nella piccola chiesa di Sant’anna. Per giungere all’ossario si percorre la Via Crucis, realizzata dal 1978 agli inizi del 1990. lungo il percorso sono presenti 15 stazioni con 27 formelle di bronzo, realizzate da nove artisti, che affiancano raffigurazioni delle tappe Calvario di Cristo a episodi legati alla strage del 12 agosto 1944 fino al Monumento ossario che domina la pianura e il litorale sottostanti, a perenne monito, realizzato nel 1948 su progetto dell’architetto tito Salvatori. Una torre in pietra a faccia vista alta 12 metri, sorretta da quattro arcate, sotto le quali è collocato un gruppo scultoreo rap-
presentante una giovane madre caduta sotto il fuoco nazifascista, opera dello scultore Vincenzo Gasperetti. i resti mortali delle vittime non riconosciute furono traslati nell’ossario e raccolti sotto la statua posta sotto la volta. Sulla base dell’ossario vi sono i resti delle vittime identificate. il 24 marzo 2013 i Presidenti della repubblica italiana, Giorgio napolitano e della repubblica Federale tedesca, Joachim Gauck hanno apposto alla base dell’ossario una targa che rinnova l’amicizia tra italia e Germania e impegna i due popoli a lavorare per la pace. Pochi mesi or sono grazie al sostegno anche della Fondazione Cassa di risparmio di lucca è stata inaugurata la Fabbrica dei diritti, un laboratorio permanente che consentirà di ampliare il flusso di visite. da alcuni mesi a gestire le attività del Parco nazionale della Pace c’è una istituzione comunale presieduta dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona che ha accolto lo scorso 29 febbraio in occasione del 50esimo anniversario dal conferimento della medaglia d’oro il Presidente della repubblica, Sergio Mattarella venuto a consacrare il ruolo di Sant’anna di Stazzema come, parafrasando il capo dello Stato, una delle radici della nostra repubblica. restano lì a monito la piazzetta, i platani che la proteggono, l’ossario che domina maestoso il paese e la piana della Versilia, i sassi silenti, le croci sparse in ogni luogo, i ruderi della Vaccareccia, vicini a dove Genny Marsili colpì con uno zoccolo un soldato tedesco per salvare il suo bambino, la piccola marginetta in una piazza immensa, smisurata, che nelle celebrazioni si riempie di macchine e di cuori. Sant’anna sa essere qualcosa di più grande del semplice luogo: è il simbolo di un impegno che continua e crescerà finché l’uomo saprà «imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà».1
1 Francesco Guccini, Auschwitz (La canzone del bambino nel vento), ed. la Voce del Padrone, 1967.
