VI - Gennaio 2021

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A T T U A L IT À

LO T TA C O N T R O LA M A F IA L A S T O R IA D I P IE R S A N T I M A T TA R E L L A S O F IA M A R C A N T O N I, 2 H

G IO R G IO T IR A L O N G O , 2 a a

Il 6 gennaio di quarantuno anni fa, in via Libertà a Palermo, un colpo di pistola pone fine alla vita di Piersanti Mattarella, l’allora presidente della regione Sicilia: un assassinio che lascia dietro di sé una scia di sangue destinata a prolungarsi nel tempo. Piersanti nasce nel 1935 a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. È figlio di Bernardo Mattarella, esponente di spicco del partito popolare, e fratello maggiore di Sergio Mattarella, futuro presidente della repubblica nel 2015. Dopo gli Studi Giuridici, entra a far parte del Consiglio comunale a Palermo nel 1964, e viene eletto deputato regionale tre anni dopo, cercando fin da subito di riformare la burocrazia, di rendere il sistema ammini-

strativo al passo coi tempi, ritenendo un’ottima scelta l’alleanza con i socialisti. Tuttavia, deve guardarsi le spalle da molti nemici, uno fra tutti Vito Ciancimino, in buoni rapporti con Cosa Nostra. Nel 1971 diventa assessore regionale e nel 1978 viene eletto presidente della regione Sicilia: è l’anno segnato dall’omicidio di Peppino Impastato, che porta Mattarella a tenere un durissimo discorso contro Cosa Nostra. Inizia così una lunga lotta contro il sottosviluppo ma soprattutto contro la mafia e la corruzione, che in quel periodo erano all’ordine del giorno. Cerca appoggi non solo all’interno dell’isola, ma anche a livello internazionale e riesce a far approvare la

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legge sulla programmazione economica e quella urbanistica, a ridimensionare il numero degli assessori regionali e ad imporre nuovi controlli sugli appalti. Tuttavia, pagherà con la sua stessa vita questi provvedimenti e il progetto di una Sicilia libera dal giogo della mafia e dell’illegalità. Infatti, nonostante ancora oggigiorno le indagini non abbiano portato a scoprire il vero colpevole, l’omicidio sembrerebbe stato meditato da un probabile accordo tra Cosa Nostra e i NAR, ‘’Nuclei Armati Rivoluzionari’’, già accusati della strage alla stazione di Bologna. Fu Falcone il primo a puntare il dito contro i membri dei NAR Gilberto Cavallini e Giuseppe Valerio Fioravanti; ma, dopo la morte dello stesso, la mafia divenne il G e n n a io 2 0 2 1 - N ° 6


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