VI - Gennaio 2023

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ETCETERA Il giornalino degli studenti Gennaio 2023 - N°5 In difesa dell’arte A Clockwork Orange Esprimi un desiderio

INDICE

L’EDITORIALE

4 In difesa dell’arte di Luca Saracho, 5F

SCUOLA

8 L’angolo dei rappresentanti dei vostri cari rappresentanti CULTURA

11 Vedem e i ragazzi della stanza n.1 di Giorgia Tiralongo, 4bb 15 Intervista al partigiano Bruno Segre di Stefano Rovere, 5D 19 Gennaio spaziale di Giorgio Ganzari, 3E; Giulia Marotta, 3E; Altea Plaku, 3E 23 Devo essere soltanto un’arancia meccanica? di Sofia Marcantoni, 4H 26 Attraverso il cinema di La Mupa, 1aa 28 JoJo: le potenzialità della psiche umana di Tommaso Grisotto, 2aa; Davide Serra, 2B; Ryan Elia, 2N 33 Murder Mistery; Henry Howard Holmes di Ispettore Gadget 36 Amore ai tempi di Omero: Achille e Patroclo di Apollo e Artemide 38 Era tradita di Melpomene, 1aa 40 Going around: mare o montagna? La soluzione sono le isole Hawaii di Alessandro Galasso, 1aa 43 Energia sostenibile di Gabriele Radaelli, 4C

2 EtCetera
Gennaio 2023 - N° 5
Majorana

SPORT

48 Zona Νίκη - 2022: successi, emozioni e momenti indimenticabili di Marco Fantasia, 3E; Luigi Sala, 3cc; Andrea Pirota, 3cc

OGGI, NELLA STORIA

55 Il 14 gennaio di Tucidide, 5B

ANIMALE DEL MESE

56 Pecora a foglia di Angelica Pellegrino, 2A

POESIA

58 Il freddo abbraccio della notte di Alessandro Balossi, 5A 59 Melodia del cuore di Elisa Zaccagni, 3cc 60 Haiku di Filippo Conte, 3cc

3 EtCetera
2023 - N° 5 INDICE
Majorana Gennaio

IN DIFESA DELL’ARTE

“You use a glass mirror to see your face; you use works of art to see your soul” George Bernard Shaw

C’è qualcosa che trascende la condizione umana quando ci si trova davanti ad un capolavoro. Le differenze intersoggettive si assottigliano fino a scomparire, l’aria si fa sempre più rarefatta fino a divenire etere, la matericità della sostanza corporea sublima senza che si possa avere alcuna percezione di quanto stia accadendo, e, prima che ce ne si possa accorgere, ci si ritrova tutti riuniti in una dimensione metafisica superiore, infinita, silenziosa, inesorabilmente vuota, con l’unica mirabile eccezione dell’opera che si sta osservando. In un singolo frangente ci ritroviamo tutti silenziosi spettatori, in contemplazione estatica dinanzi al tripudio di emozioni, agitate in noi da quelle

forme, da quelle line, da quelle irripetibili tonalità di colore. In quel fugace frangente l’uomo si ritrova veramente uguale al suo simile, trascendendo provenienza, fede e moralità. In quell’effimero frangente l’uomo si eleva spiritualmente, raggiungendo la sua forma più compiuta.

Non nego che ciò potrebbe suonare all’orecchio più scettico come una straordinaria idealizzazione utopistica, all’orecchio più malevolo come il furioso delirio di un ubriaco. E non stenterei a crederci io stesso se solo non mi trovassi nella penombra, ricurvo sul piano della mia scrivania, a dilaniare con solchi di inchiostro sempre più indecifrabili la superficie di questo

4 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5 L’EDITORIALE

foglio che mi ritrovo per mano. Il tutto per il più futile dei motivi: difendere uno degli insegnamenti più bistrattati e meno valorizzati nel nostro quinquennio liceale: Storia dell’Arte. Non me ne voglia chi le attribuisce una pari dignità a scienze motorie, se non addirittura inferiore, o chi la considera come un semplice orpello da liquidare sbrigativamente; ma c’è un mondo intero che così facendo viene indebitamente deprezzato, anzi a dir poco infamato. Son ben certo che la probabilità che nei nostri corridoi si aggiri un futuro critico d’arte sia incredibilmente esigua, ma nessuno richiede questo da noi.

Non tutto deve possedere una finalità pratica di stringente urgenza nell’applicazione, non tutto deve essere visto attraverso le fredde e algoritmiche lenti dell’utilità immediata, non tutto per questo deve essere classificato come degno o indegno di essere appreso, o per lo meno analizzato.

Se ci si dovesse attenere a questa logica interi indirizzi scolastici, costitutivi anche della nostra stessa comunità, dovrebbero essere aboliti senza remore, assieme a metà del programma scolastico dei rimanenti, tutto in nome dell’immediato interesse materiale. Eppure ci ritroviamo qui a tradurre Tacito o Virgilio, Platone o Isocrate, ad analizzare la Nike di Samotracia o la Venere di Milo, La Vergine delle Rocce di Leonardo o Il ratto di Proserpina del Bernini, I papaveri di Monet o ancora Il Bacio di Klimt. Nulla di tutto ciò, se non per pochissimi fra noi, dovrebbe essere veramente “utile”, ma eccoci qui comunque a studiarli senza tregua. Pazzia direte voi? Ma sicuramente! E dunque siamo assolutamente certi che la pazzia risieda nel fatto stesso di studiare Arte? La mia risposta è “No, risiede

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L’EDITORIALE

L’EDITORIALE

altrove”.

L’Arte possiede l’impareggiabile pregio di nutrire la nostra anima, ristorare il nostro essere, forgiare la nostra identità. Non è la mera ricerca del bello, fine a sé stesso, sterile quanto le minuziose e nozionistiche descrizioni facilmente rintracciabili negli esorbitantemente pesanti manuali di scuola, bensì la costante ricerca e ridefinizione di se stessi nell’altro, in ciò che a noi è esterno. È il perdersi in noi, lo scontrarsi con qualcosa di esterno a noi e il sopravvivere a tale confronto per arrivare a una definizione più ricca di sé, come i pochissimi ma veri hegeliani tra i miei lettori avranno modo di confermare. L’Arte non è quindi solo il prodotto inerte del creatore, bensì uno strumento costantemente vivo, vitale e palpitante, rispetto al quale misurarsi, dialogare, discutere, combattere animosamente o fondersi edonisticamente, davanti al quale poter affermare la propria posizione di soggetto pensante e libero, di fronte al quale costruire la propria identità in antitesi o in consonanza con esso, senza il timore di poter contraddire qualche pedante erudito.

L’Arte è la costante rielaborazione della nostra realtà, interiore ed esteriore, sia da parte del soggetto artistico sia da parte dello spettatore, secondo un processo creativo assolutamente libero da qualsiasi imposizione esterna alla propria volontà. A questo merito che vi siano da guida le parole che troneggiano sulla facciata del palazzo della Secessione a Vienna: “Al tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”. L’Arte è la dimensione in cui l’uomo può esser davvero creatore del reale, divino demiurgo di mondi, personaggi, sentimenti e ideali sempre nuovi e sempre diversi. L’Arte è il testamento spirituale di popoli e di grandi uomini. È la firma, indelebile nell’intenzione eppure così terribilmente fragile nella realtà, di intere esperienze di vita, affidata sommessamente ai posteri con un’unica preghiera: “Ricordateci”. Prodotto di un ego troppo ingombrante o umanissima negazione della morte, un’opera d’arte è la testimonianza che nel millenario percorso della nostra specie altri uomini hanno condiviso le nostre stesse paure, le nostre stesse ambizioni, che altri uomini hanno patito gli stessi dolori

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L’EDITORIALE

e goduto delle stesse gioie. E lontano da qualsiasi barriera linguistica o culturale, geografica o religiosa, altri uomini hanno deciso di incidere i loro nomi, sottrarre la loro esistenza dall’oblio e renderla immortale, mediante il più universale dei linguaggi: l’immagine, l’impressione visiva. Nonostante ciò, qualsiasi cosa in questo disgraziato mondo è soggetta a degradazione, e l’insegnamento di Storia dell’Arte non ne è esente: soffocato dalla nozione più sistematica ed impalpabile, il messaggio artistico stenta a distendere le proprie ali e spiccare il volo nelle nostre aule, fondali oceanici di apatia ed indifferenza.

Ma non commettiamo l’errore grossolano di confondere metodo con oggetto didattico: si chiedano le teste di quanti abbiano creato e convintamente somministrato un tale nozionismo alienante, non le teste degli innumerevoli uomini e donne che hanno contribuito, col loro lavoro e la loro fatica, al patrimonio umano. Fermatevi un attimo davanti alle loro opere e tacete: ascoltate le loro flebili voci, tentate di decifrare l’eco ovattata che filtra attraverso i loro

marmi, le loro tele, i loro colori. Lasciatevi commuovere o infervorare dai loro racconti - ricordateli. Non è saccenza, la loro, ma un messaggio impronunciabile ed immortale, che sta ad ognuno di noi tradurre ed interiorizzare. Senza l’Arte sopravviveremmo sicuramente, ma sopravvivere non significa Vivere. Dormiremmo, ci nutriremmo e torneremmo a giacere come degli automi, senza felicità, aspirazioni o coscienza della propria identità. Ed è senza l’identità che l’uomo è destinato ad essere schiacciato dal peso della generale mediocrità, trasportato senza possibilità di opporsi dalle vicissitudini della nostra società. Il mio augurio a tutti voi per questo anno appena cominciato è dunque questo: ricercate la Vita, non la monotona sopravvivenza.

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L’ANGOLO DEI RAPPRESENTANTI

Cari Majorani, iniziamo l’anno introducendo la nostra personale rubrica su EtCetera, “L’angolo dei Rappresentanti”. In ogni numero vi terremo aggiornati su quanto da noi è stato discusso e ottenuto nell’ultimo mese, come ci stiamo muovendo e i nostri obiettivi per i mesi a venire. In un mese dal nostro insediamento, questo è dunque il quadro della situazione.

azienda che produce merchandising per scuole (in modo tale da poter garantire al tempo stesso qualità, prezzo contenuto e buona organizzazione). -abbiamo dato vita al tradizionale contest per i loghi delle magliette dando a tutti la possibilità di esprimere la propria creatività.

Entrata anticipata - abbiamo fatto in modo che il consiglio di istituto deliberasse l’entrata anticipata a partire dal 21/12/22

PROGETTI REALIZZATI

Corrida - abbiamo interamente organizzato tutte le attività proposte il 22/12/22, compreso il dibattito tra professori. Merchandising - abbiamo trovato un accordo con una

Profilo Instagram della scuola - per chi non lo sapesse la pagina Instagram della scuola è gestita da un gruppo ristretto di studenti e ex studenti chiamato dream team. Tuttavia fino a poco tempo fa l’accesso della pagina lo aveva solamente colui che l’aveva fondata (che è uscito innumerevoli anni

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SCUOLA

SCUOLA

fa), dopo una accesa discussione con quest’ultimo si è riusciti a far avere l’accesso della pagina a una studentessa della scuola. - specifichiamo come noi rappresentanti siamo del tutto estranei alle scelte del dream team, ma in questa situazione ci sembrava doveroso intervenire.

Raccolta differenziata - in collaborazione con il collettivo studentesco abbiamo presentato in presidenza una petizione per migliorare la raccolta differenziata ora inefficiente. - vedendo dopo le vacanze di Natale la situazione sembra essere nettamente migliorata ma staremo comunque a vedere…

teriali (plastica riciclata) da utilizzare. - abbiamo identificato le posizioni per l’installazione in modo tale che non intralcino le vie di evacuazione. - i prossimi passi sono presentare formalmente la proposta in presidenza (che naturalmente ne è già a conoscenza), aspettate che la provincia ci dia il permesso di utilizzare gli spazi, acquistare e installare le panchine.

Utilizzo fondi PNRR in collaborazione con professori

- insieme ad alcuni professori del dipartimento di arte stiamo raccogliendo varie idee per rivoluzionare alcune aree della scuola mediante l’utilizzo dei fondi del PNRR. Purtroppo le linee guida per spendere questi fondi non sono ancora uscite (e la data continua ad essere rimandata), fino ad allora non potremo agire oltre.

PROGETTI IN CORSO D’OPERA

Panchine

- abbiamo informato il consiglio di istituto del progetto che lo ha felicemente accolto. - abbiamo identificato modelli e ma-

PROGETTI FUTURI (breve-medio termine)

Murales

- data l’impossibilità di decorare le

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SCUOLA

panchine (in quanto realizzate in plastica riciclata) per dare sfogo alla nostra creatività abbiamo intenzione di dedicare alcuni spazi alla realizzazione di murales. Il consiglio di istituto e la dirigenza ne sono già stati informati e non hanno avanzato obiezioni.

Cogestione

- abbiamo intenzione di organizzare con la vostra collaborazione un paio di giorni di cogestione. - a causa della nostra tardiva elezione il progetto è ancora in fase embrionale, ma se si svolgerà, cosa purtroppo non sicura, si svolgerà dopo il Collegio Docenti del 04/04 (il quale deve approvare il piano dettagliato dell’iniziativa che dovremo formulare e proporre) e il successivo Consiglio d’Istituto, da stabilire sempre ad Aprile. Questo lungo ma necessario iter porterebbe la Cogestione a svolgersi indicativamente a Maggio, mese già assai pieno di impegni inderogabili: per questo motivo l’effettiva realizzabilità del progetto è ancora incerta. Nonostante ciò continueremo a lavorare e fare il possibile perché la Cogestione

diventi realtà.

Convegno scientifico - data la presenza di questa attività all’interno del PTOF della scuola e visto che al giorno d’oggi il progetto non esiste vogliamo introdurlo. - il progetto va ancora ben discusso e organizzato con i docenti e la dirigenza.

I vostri Rappresentanti.

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VEDEM E I RAGAZZI DELLA STANZA N. 1

Da quando è nato, il giornalismo ha sempre avuto un ruolo chiave nella vita delle persone: ci aiuta a rimanere in contatto con il mondo esterno e ci ricorda che non possiamo vivere curando solo il nostro orto; ci apre una finestra sulla vita di altre persone, e dà voce a coloro che vogliono raccontare la loro storia. E il giornale Vedem è fondamentale per comprendere il valore del giornalismo, oltre ad essere un esempio di grandissimo coraggio e voglia di vivere. Ci troviamo in Cecoslovacchia, nel 1942, nella città-ghetto di Theresienstadt, ormai un vero e proprio campo di concentramento nazista, il più grande dello stato, a sessanta chilometri di Praga. I Prominenten, qui, sono soprattutto artisti noti anche in ambito internazionale, che non po-

tevano essere eliminati subito o la loro scomparsa avrebbe fatto chiacchierare molto. In questo campo, infatti, al contrario di molti altri, si cercava di mantenere una parvenza di normalità, soprattutto per i bambini e i ragazzi internati, la cui istruzione era molto curata – nei limiti del possibile: Walter Freud, responsabile dell’edificio femminile, creò il teatro delle marionette; Friedl Brandeis, una giovane artista di Berlino, affascinava i suoi studenti con l’arte e, attraverso questa, li spingeva a combattere la paura e non perdere la speranza; Otto Krauss che, come la sua collega, aiutava i bambini con la musica. Insomma, a tutti gli effetti sembrerebbe solo un campo di rieducazione, e si potrebbe pensare che i suoi prigionieri, in realtà, fossero stati davvero fortunati.

11 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5 CULTURA

CULTURA

Addirittura il campo, soprannominato Terezìn, veniva definito “la città che Hitler regalò agli ebrei”. Ma era tutta propaganda: era l’anticamera di Auschwitz, una “comoda” sala d’attesa prima della totale distruzione di tutte le speranze. Terezìn causò la morte di 33.419 persone per malattia e malnutrizione; 84.934 furono deportate nei campi di sterminio ad Est; dei totali 15.000 bambini che vi furono rinchiusi, solo 1.000 sopravvissero all’olocausto. La testimonianza più vera di ciò che i prigionieri vivevano ogni giorno ci arriva, ancora una volta, da un giornale, ma non uno qualunque: il Vedem – Andiamo avanti o Avanguardia – un settimanale redatto da dei ragazzini internati nel campo. Il giornale fu pubblicato per ben due anni – tra il 1942 e il 1944 – sotto la supervisione del professor Valtr Eisinger, che si occupava dei ragazzini tra i quattordici e i quindici anni confinati nel Block L417, nella stanza n. 1, dove vivevano al riparo dal rischio di malattie e incidenti, ricevendo un’istruzione che era l’unica parvenza di una vita ancora normale. Grazie al ritrovamento di una vecchia macchina da scrivere, riuscirono

a stampare almeno i primi trenta numeri; i successivi cinquantatré furono scritti a mano. Per ogni numero usciva solo una copia per la scarsità dei materiali a disposizione, che veniva poi letta davanti a tutti il venerdì sera. Essendo un giornale clandestino, la redazione doveva fare molta attenzione: un ragazzino fungeva da vedetta, mentre tutti gli altri lavoravano intorno al tavolo di legno e al segnale di arrivo di una sentinella nascondevano tutto in fretta e furia. Il contenuto era molto vario: poesie, saggi, battute, dialoghi, recensioni letterarie, molto spesso rispecchiavano la realtà che questi ragazzini avevano sotto gli occhi quotidianamente. Ad esempio, in una recensione del libro “La capanna dello zio Tom” di Harriet Beecher Stowe, veniva paragonato il destino degli schiavi afroamericani con quello degli ebrei. Una prova che questi ragazzini non solo avevano compreso la verità dei fatti, ma che hanno avuto anche il coraggio di esporla, seppur sotto pseudonimi e simpatici soprannomi, molto spesso le uniche firme che ci sono giunte, senza la corrispondente identità. In totale, tra anonime e firmate, sono ottocento le pagine originali che si sono salvate, rese pub-

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bliche solo nel 2012 in un unico volume, “We are childern just the same”. La produzione fu drammaticamente interrotta nel 1944 quando, per attuare “la soluzione finale”, gran parte della popolazione di Terezìn fu deportata in massa ad Auschwitz e assassinata. Dei novantadue bambini e ragazzi coinvolti nella stesura del giornale, solo quindici sopravvissero. Tra le vittime di questa barbarie, spicca un nome, Petr Ginz, caporedattore di Vedem e uno dei più brillanti e capaci scrittori della redazione. Nato il 1° febbraio 1928 a Praga da un matrimonio misto, fin da piccolo si dedicò alla scrittura, producendo di sua mano almeno cinque racconti ispirati a Jules Verne, di cui ce n’è giunto solo uno. A quattordici anni fu condotto e imprigionato a Terezìn dove, grazie al suo spirito di iniziativa e alla sua straordinaria creatività, fondò Vedem e ne divenne caporedattore. Destinato alle camere a gas, fu condotto ad Auschwitz, dove morì il 28 settembre 1944. Le sue parole, però, lo hanno reso immortale: ...Siamo abituati a piantarci in lunghe file alle sette del mattino,

a mezzogiorno, alle sette di sera, con la gavetta in pugno, per un po’ di acqua tiepida dal sapore di sale o di caffè o, se va bene, per qualche patata. Ci siamo abituati a dormire senza letto, a salutare ogni uniforme scendendo dal marciapiede e risalendo poi sul marciapiede....

Ci siamo abituati agli schiaffi senza motivo, alle botte... Ci siamo abituati a vedere la gente morire nei propri escrementi... ...all’arrivo periodico di un migliaio di infelici e alla corrispondente partenza di un altro migliaio di esseri ancora più infelici.......

Vedem aveva anche un logo, ispirato ancora a Verne: una navicella che sorvola un libro sopra una stella, simbolo della speranza in un futuro che, per molti di loro, non è mai arrivato.

Ci hanno strappati dal terreno fertile del lavoro, della gioia, della cultura che doveva nutrire la nostra gioventù. Lo fanno con un solo scopo: distruggerci non fisicamente, ma spiritualmente e moralmente. Otterranno il loro scopo? Mai! Privati delle nostre vecchie fon-

13 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5 CULTURA

CULTURA

ti di cultura, ne creeremo di nuove. Separati dalle nostre vecchie sorgenti di gioia, creeremo per noi una gioiosamente radiante vita nuova” Petr Ginz

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INTERVISTA AL PARTIGIANO BRUNO SEGRE

STEFANO ROVERE, 5D

Buon anno, lettori! Qualche mese fa ho pensato di dedicarmi di nuovo a qualcosa che riguardasse la nostra bellissima nazione, dopo le interviste ai nostri “amatissimi” politici per il numero speciale delle elezioni. Quel che ho quindi deciso di fare è stato di interessarmi di un personaggio non particolarmente conosciuto, ma che ha preso

parte attivamente alla vita politica di tutto il nostro paese, riuscendo peraltro a influenzarla molto efficacemente. Ho quindi preso in mano un librouna biografia - dal titolo “Non mi sono mai arreso”, sulla vita e sulle sorti di un anziano signore di centroquattro anni, avvocato, partigiano e giornalista. E, beh, questo anziano signore le ha

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CULTURA

fatte proprio tutte: dopo essere scampato a un proiettile grazie al suo portasigari durante il dominio fascista, ha difeso il primo obiettore di coscienza in Italia, ha fondato e condotto la campagna a favore del divorzio nella città di Torino, è stato fondatore e direttore del giornale L’Incontro, che ha guidato poi per i successivi settanta anni fino al suo centesimo compleanno. Per dirne alcune. Insomma, una vita intensa. Fu quindi in una mattinata di ottobre che decisi di andare a Torino per intervistarlo e per rivolgergli qualche domanda che potesse unire il mondo di un uomo nato durante la prima guerra mondiale con quello di noi studenti, separati da un secolo di storia.

1. Nel libro e in un discorso a TED ha spiegato come, alla promulgazione delle leggi razziali, i suoi fratelli si sono fatti battezzare mentre lei, professandosi convintamente ateo, si è rifiutato. Per questo, i suoi fratelli sono risultati ariani e lei no con tutte le conseguenze relative alle persecuzioni. In quegli anni, come ha vissuto il fatto di essere ateo in un paese cattolico come l’Italia? Purtroppo, le leggi razziali - che lasciarono indifferenti i cittadini “ariani” - furono precedute da pregiudizi popo-

lari antisemiti. Io stesso, che a scuola ero esonerato dall’assistere alle lezioni di religione, e quindi vagavo solitario nei corridoi per ore, fui oggetto di gesti incivili, direi quasi persecutori. La Chiesa cattolica era allora il nemico degli ebrei, “perfidis judaeis”. Soltanto dopo la scomparsa di Pio XII la Chiesa mutò orientamento nei confronti degli ebrei.

2. Da pochi giorni si è insediato un governo di destra che ha mostrato, all’opposizione, di avere posizioni parecchio controverse su alcuni temi politici e sociali. Il populismo, nella storia, ha caratterizzato molti movimenti sfociati in dittature ma, in alcuni casi, è anche stato il modo di combatterle. Esiste un’emergenza fascismo, in Italia come in Europa, che può rispecchiare le preoccupazioni espresse dalla sinistra? L’ascesa al potere di un governo di centro-destra è dovuta soprattutto agli errori politici di Letta e di Conte, la cui somma di consensi elettorali, sia pur in una temporanea coalizione, avrebbe superato i voti a favore della Meloni. L’attuale governo pare miri a sovvertire le basi democratiche del Paese (come palesano le riforme subito in atto e la promessa di modifica della Costituzi-

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one). Ad oggi, è tuttavia prevedibile una rivolta delle masse popolari, verso riforme nostalgiche della dittatura fascista, escludendo quindi un movimento filo-democratico.

3. Durante la sua vita si è battuto per alcuni diritti che sono poi stati riconosciuti come fondamentali, e che oggi diamo per scontati: è il caso dell’obiezione di coscienza, del divorzio, dell’aborto. Nei nostri tempi ci sono altre lotte, diverse, ma con radici poste decenni fa: la lotta per l’ottenimento dell’eutanasia e della depenalizzazione della cannabis vanno avanti da tempi lunghissimi, con esponenti politici come Pannella (che so però non essere reputato in modo positivo da lei), prima, e oggi principalmente da Marco Cappato e da quello che rimane del partito radicale. Si può affermare che la società italiana si sia evoluta e sviluppata rispetto a quello che era ottanta anni fa o rimane molto simile alla vecchia sé stessa?

Indubbiamente l’Italia è progredita, realizzando continue riforme, anche se ci è voluto tanto tempo (come fu per la riforma del diritto di famiglia). Nonostante l’opposizione da parte del governo Meloni, sono sicuro che, nel giro di

una generazione, diventeranno legge l’eutanasia, la depenalizzazione della cannabis, l’accelerazione della Giustizia, e tutte le altre riforme sociali portate avanti oggi. Ho vissuto una lunghissima esperienza del riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare e l’introduzione del divorzio (vocabolo che, però, tuttora non figura nei documenti ufficiali, come la carta di identità). Pertanto, posso affermare di avere una visione ottimista sul futuro del Paese, da questo punto di vista. Le mie riserve su Pannella riguardano suoi personali comportamenti all’interno delle sue battaglie, come il suo sistematico ricorso a finti digiuni e ad una eccessiva retorica nelle polemiche.

4. Dal dopoguerra ad oggi il ruolo dei giovani all’interno della comunità è profondamente cambiato. L’esempio più evidente furono i moti del ‘68, dopo i quali l’intero sistema scolastico e sociale in genere è cambiato profondamente.

Oggi, invece, le generazioni più giovani sembrano essere staccate dalla vita politica e sociale del paese, in parte vittime di un sistema che non si interessa a loro, in parte distratte da altro. Com’è cambiato, secondo Lei, il ruolo di questa parte di società, negli

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CULTURA

anni?

Recenti dimostrazioni di studenti di sinistra che protestavano contro le iniziative del governo Meloni mi fanno sperare in un’evoluzione positiva - a difesa della democrazia. Tuttavia, un fattore che incide negativamente sul ruolo politico della nostra gioventù è il richiamo del trasferirsi all’estero per trovare un lavoro meglio remunerato, rischiando però così di far diminuire la considerazione delle istituzioni verso la voce delle componenti più giovani della società.

6. Qual è un consiglio che avrebbe voluto le fosse stato dato da giovane e che rivolgerebbe ai giovani d’oggi?

5. Durante la sua vita si è occupato di tantissime cose: giornalismo, legge, politica. Alla luce della Sua esperienza, a un ragazzo che si affaccia per la prima volta al mondo degli adulti e si ritrova a dover decidere il proprio percorso di vita, consiglierebbe di fare ciò che gli piace o ciò che gli consenta di avere una vita sicura e tranquilla? Quale fautore della Libertà, sento di consigliare ai giovani di scegliere iniziative tratte da letture, da vicende personali, da esempi. Mai percorrere il sentiero del conformismo, della rassegnazione o dell’umiltà, nonostante i possibili futuri rischi e e le possibili future delusioni.

Il mio consiglio ai giovani è anzitutto lo studio, specialmente della Storia (che fatalmente si ripete nelle dittature e nelle guerre, ma anche nel progresso sociale e nello stile di vita). Avere fiducia in se stessi è una grande risorsa, come l’anteporre la ragione alle menzogne delle religioni, alla malafede degli illusionisti della politica, agli analfabeti della democrazia. Il consiglio che avrei voluto mi fosse stato dato da giovane, da parte della mia famiglia, era quello di frequentare giovani di altri Paesi per conoscere la loro lingua, gli sport, i costumi. Diciamo che ho sempre avuto un sentimento cosmopolita, che mi ha spinto a considerare uguali tutti gli umani nella dignità e nel progresso dei lumi.

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GENNAIO SPAZIALE

Buongiorno Majorani! Il nuovo anno è ormai iniziato! Quali buoni propositi vi siete posti prima di addentrarvi nell’anno nuovo? E perché non li avete mantenuti? Scherzi a parte, per dare il via al numero di gennaio ci siamo chiesti: perché non inaugurare il nuovo anno dando credito a figure più o meno note, ma tali da aver lasciato un segno indelebile? Apriamo la breve carrellata con uno scrittore famosissimo: ISAAC ASIMOV

Isaac Asimov nacque subito dopo i rumorosi botti di capodanno, il 2 gennaio 1920, a Petroviči, un piccolo villaggio russo. I suoi genitori erano semplici negozianti di dolciumi e giornali: fu proprio grazie alle riviste che arrivavano al padre che iniziò ad appassionarsi alla fantascienza (genere di cui Isaac Asimov fu uno dei padri

fondatori nonché uno dei maggiori promotori). Il suo primo effettivo racconto fantascientifico, The Greenville Chums at College, nacque dalle mani di un appena undicenne Isaac, che solo pochi anni dopo, alle superiori, decise di pubblicare sul giornalino della sua scuola il suo nuovo lavoro, Little Brothers (Chi avrebbe mai detto che proprio le pagine di un giornalino scolastico come il nostro potessero essere il trampolino di lancio di uno dei più noti autori novecenteschi?). Appassionato com’era alla fantascienza fu quasi obbligatorio un percorso d’istruzione scientifico. Inizialmente si iscrisse a zoologia ma, dopo essersi rifiutato categoricamente di dissezionare un gatto randagio, si avventurò nel mondo della chimica, da cui ne uscì laureato. Tale attitudine ferrea di fronte a eventi che minavano la sua sensibilità accompagnò Isaac Asimov

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CULTURA

per tutta la sua vita: lo scrittore fu un grande sostenitore dei diritti delle donne, riconoscendone prima di tanti altri il valore e le potenzialità, così come dei diritti degli omosessuali e fu anche uno dei primissimi a ragguagliare l’umanità riguardo i rischi dell’effetto serra (a dimostrazione del fatto che alcuni uomini fanno la storia come scrittori, pittori, scienziati ma all’atto pratico sono molto di più)! Nel corso della sua vita realizzò quasi 500 testi in prosa tra racconti brevi, saggi e romanzi tra i quali non si può non citare la serie “Ciclo delle Fondazioni”, pietra miliare della fantascienza. Asimov si spense a 72 anni nel 1992 a causa di un infarto causato dall’AIDS, come rivelato dalla moglie solo nel 2003.

WITOLD PRUSZKOWSKI

Le stelle cadenti hanno da sempre suggestionato popoli, nella collettività delle loro credenze, e singoli individui, stimolandone la fantasia. Così ancora oggi persone attendono che il cielo si colori di una scia luminosa cui affidare i propri sogni. Allora su, presto, non vi resta che esprimere un desiderio: potete ammirare una stella cadere! Forse l’universo percepirà il vostro pensiero, affidato

alla prima impressione di un dipinto realizzato più di un secolo fa da un pittore nemmeno così conosciuto. Witold Pruszkowsky (1846-1896) è stato un pittore e un grafico, tardo romanticista della cultura polacca e precursore del simbolismo atmosferico in ambiente artistico. Il simbolismo si caratterizza per la ricerca di un’evocazione e una suggestione pittorica che si contrapponga alla rappresentazione effettiva della realtà. L’opera riportata, del 1884, è probabilmente tra le sue prime che esprimono questa tendenza: la figura rappresentata non solo domina un determinato paesaggio, ma si fonde con esso, ne racchiude al contempo il fascino evocativo e fuggitivo; diviene essa stessa una

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“Falling star” Witold Pruszkowski 1884

stella. La donna mantiene in parte una forma corporea (che caratterizza appunto anche i personaggi fantastici delle sue opere precedenti); eppure al tempo stesso raffigura e incarna un fenomeno della natura. Le interpretazioni potrebbero essere molteplici e sempre nuove; paradossalmente non ho potuto né fare affidamento a dettagli biografici legati in modo specifico a questa raffigurazione né confrontarmi con qualche altra interpretazione, poiché non ne ho trovate. Eppure credo che questo arricchisca l’opera in maniera indescrivibile; essa potrebbe rappresentare tutto e niente: una creatura affidata a un ricordo evananescente, riaffiorato al passaggio di una stella cadente; una donna che, pur “cadendo”, mantiene il suo fascino; anche, perché no, una qualche creatura fantastica, una “ninfa” del cielo, al confine tra mito e realtà. Potrebbe non essere nulla di tutto ciò, così come potrebbe essere molte altre cose. Perché dunque non pensare che possa trasformarsi in ciascuno dei vostri desideri? Rimane questa raffigurazione del 1884, sorprendentemente somigliante a una nebulosa, incredibilmente evocatrice di un’atmosfera di mistero poetico.

CAROLINE LUCRETIA HERSCHEL

Caroline Lucretia Herschel nacque ad Hannover in Germania il 16 marzo 1750. All’età di soli dieci anni fu colpita dalla febbre tifoide che avrebbe impattato in modo significativo sulla crescita della bambina: la Herschel rimase alta appena un metro e trenta, ma, nonostante ciò, il suo sguardo curioso riuscì ad arrivare ad altezze tali da scoprire addirittura più di una cometa. Ricevette un’educazione “consona” a quella che si “addiceva” alle donne dell’epoca ma grazie alla lungimiranza del padre (che la incoraggiò nell’apprendimento del francese, della musica e della matematica) e soprattutto alla propria tenacia, Caroline andò oltre. Intraprese prima la carriera di cantante lirica professionista, poi, destinata a non sposarsi, divenne governate nella casa del fratello William, famoso astronomo al quale si deve la scoperta di Uranio che gli valse il posto presso la corte di Giorgio III. Ora che Caroline era rimasta sola, cosa fare? Continuare a seguire un sogno che puntava sempre più in alto, ovviamente (era infatti passata dal lavorare come governante del fratello, all’essere il suo braccio destro, appassionandosi all’astronomia)! Così continuò il proprio

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lavoro di astronoma in autonomia e, tra le altre cose, catalogò più di 2000 nebulose. Grazie al suo studio ed alla straordinaria determinazione, diventò dapprima assistente del fratello a corte divenendo la “prima donna a cui sia riconosciuto e remunerato un lavoro in campo scientifico”. Il suo sogno tuttavia sarà coronato quando nel 1835 diverrà la prima donna, insieme a Mary Somerville, ad essere insignita al titolo di membro onorario della Royal Astronomical Society. E come se i vostri volti non fossero già abbastanza sbalorditi, vi informo di un altro fatto, invitandovi a rimanere con il naso all’insù nelle limpide sere d’estate: poiché fu proprio in questo modo che la nostra eroina, il primo agosto del 1786 si accorse di un oggetto che si muoveva lentamente nel cielo…indovinate che cos’era? Ebbene sì, si trattava propria di una cometa: la prima ad essere scoperta da una donna che, evidentemente non contenta, negli anni successivi ne individuò altre sette! Il 9 gennaio 1848, Caroline si spense all’età di 97 anni, rimanendo tuttavia un faro, un punto di riferimento per la scienza… la stella polare per l’astronomia.

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DEVO ESSERE SOLTANTO

UN’ARANCIA MECCANICA?

SOFIA MARCANTONI, 4H

“il bene dovrebbe nascere dall’animo, 6655321. È qualcosa che noi scegliamo. Quando un essere umano non può più scegliere, smette di essere umano” Un ragazzo giovane, quindici anni al massimo, che gironzola con la sua combriccola di amici, di drughi, a compiere atti molesti e violenti per puro divertimento, perché pervasi dall’irrefrenabile desiderio di mettere a soqquadro tutto ciò che capita loro sotto tiro. Il principale punto di ritrovo? La latteria Korova, famosa per il suo Latte+, il latte “con aggiunta di qualcos’altro”. È un ragazzo pericoloso, mal educato e trascurato dai propri genitori, cresciuto in un ambiente malsano, in una società corrotta in cui il problema principale risulta essere il sovraffollamento delle carceri. Picchia un anziano signore perbene, violenta e importuna una piccola bambina,

stupra e quasi uccide una donna dopo essersi infiltrato abusivamente in casa sua, aver pestato suo marito, scrittore di professione, e distrutto l’opera di costui attualmente in fase di realizzazione, denominata “Arancia Meccanica”, che, guarda un po’, caso vuole sia anche il titolo vero e proprio del libro in questione, scritto da Anthony Burgess nel 1962 e in seguito riadattato per il grande schermo da Kubrick una decina di anni dopo. Per farla semplice, Arancia Meccanica, anche A Clockwork Orange in inglese, è un romanzo distopico che narra di violenza. Violenza di qualsiasi tipo – politica, psicologica, fisica, verbale - apparentemente ingiustificata, che viene descritta attraverso episodi espliciti e piuttosto crudi. Il protagonista, un ragazzo aggressivo e decisamente senza scrupoli, ma appassionato

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di Beethoven, si chiama Alex. Alex e basta, perché il suo cognome non viene mai nominato nel libro. Dopo aver combinato diverse “marachelle” per circa la prima metà del romanzo, Alex viene catturato dalla polizia, in seguito al pestaggio, commesso assieme ai suoi drughi, di un’anziana signora. Alex, o meglio, 6655321, il numero con cui viene ora identificato, si trova in prigione, circondato da carcerati non meno aggressivi di lui, ai quali però riesce comunque a tenere testa, tant’è che arriverà ad ammazzare uno di loro. Egli è giovane, sfrontato, cattivo, senza alcun rimorso per ciò che ha fatto. Viene per ciò affidato alla comunità di ricerca scientifica, per la sperimentazione della cosiddetta “cura Ludovico”. “Io, giovane delinquente spietato, verrò trasformato al punto da risultare irriconoscibile. E queste slovode orche, fratelli, sono state tipo l’inizio della mia libertà”: Alex inizialmente brama la cura Ludovico, la desidera più di ogni altra cosa. È un trattamento speciale, che lo avrebbe fatto uscire di prigione in un batter d’occhio, e star certo di non rimetterci mai più piede. Per le successive due settimane, Alex viene sottoposto alla visione di parecchi filmati crudi, violenti: pestag-

gi, stupri, torture. Alex è disgustato, non si sente molto bene, non vuole guardare. Preferisce stare in prigione piuttosto che vedere quelle oscenità che, paradossalmente, rappresentano la sua quotidianità di un tempo. Vanamente tenta di opporsi: egli è legato a breve distanza dallo schermo, con delle pinze che lo costringono a tenere gli occhi aperti. Alex è frastornato, sconvolto, prova un senso di nausea e malessere perenne, che gli impedisce di compiere qualsiasi azione violenta: ciò che prima provocava gioia in lui, ora lo tormenta.

“La prima cosa che mi ha illuminato la mente è stata che mi sarebbe piaciuto picchiarla e stuprarla come i vecchi tempi, ma tipo scorrevolosa come uno sparo è arrivata la nausea, come tipo un detective rimasto a sorvegliarmi nascosto dietro l’angolo e piombato lì in quel momento per fare un arresto grassoso”.

Sangue, tortura e stupro ormai sono solo realtà lontane e sorprendentemente raccapriccianti, che lo inducono a compiere azione benevoli solo per reprimere quell’orribile sensazione che si espande dentro di lui. Compiere atti mirati al bene collettivo fanno stare bene Alex, nonostante lui, in

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fondo, desideri l’opposto. Al termine del trattamento vi è il reinserimento nella società: Alex, che un tempo sovrastava su tutti, ora è vittima impotente. Tutte le crudeltà compiute negli ultimi anni gli si ritorcono velocemente contro, come un pugno nello stomaco, da parte di vecchie conoscenze, poliziotti e gli stessi genitori. E lui, non potendo opporsi, si limita a implorarli, scongiurando il loro perdono, invano. Ora, una persona potrebbe giustamente chiedersi: “è giusto che ad Alex, individuo crudele e insensibile, spetti lo stesso trattamento che egli ha riservato precedentemente alle sue vittime?”. La risposta è sicuramente molto complicata e ricca di argomentazioni, ma ciò su cui mi voglio soffermare realmente non sono le conseguenze silenziosamente subite, né tantomeno se esse siano giustificabili o meno, bensì l’aspetto maggiormente legato alla volontà di scelta. Alex è un ragazzo spietato, è vero, ma la sua morale, e soprattutto le sue decisioni, possono essere determinate da un qualcosa di più grande? O deve essere lui a scegliere per sé stesso? “E io, io, io. E io allora? Io non c’entro nulla in tutto questo? Cosa sono, un animale o un cane? O devo essere sol-

tanto un’arancia meccanica?”.

In questo ambiente falso e ipocrita, l’uomo è una vera e propria macchina comandata dallo stato, un’ “Arancia meccanica”, anche chiamata all’interno del libro “Arancia a orologeria”, predisposta dalla società per compiere del bene. Se ciò non dovesse avvenire, la mente viene bruscamente deviata: a causa di tutto l’orrore e la violenza che Alex ha dovuto obbligatoriamente osservare in quei filmati, egli non è più in grado di fare del male, ma non è nemmeno più in grado di fare una scelta morale. L’essere umano necessita di possedere la capacità di intraprendere decisioni dettate unicamente dalla propria ragione, anche se ciò potrebbe concludersi con la presa di vie sbagliate, perché un uomo che non può scegliere non può più essere considerato tale. La libertà di scelta non può essere soppressa, e il giovane Alex, che viene indotto e costretto a compiere del bene contro la propria volontà, manifestando di conseguenza odio e frustrazione verso il governo ma anche verso sé stesso, è l’emblema dell’uomo, che in tutti i suoi difetti, vale molto più di un’arancia meccanica.

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ATTRAVERSANDO IL CINEMA

LA MUPA, 1aa

Durante le vacanze natalizie ho avuto l’occasione e il piacere di guardare un film pubblicato su Netflix il 23 dicembre: “Glass Onion-Knives Out”, sequel di “Cena con delitto”, uscito nel 2019. Entrambi i film, diretti da Rian Johnson, sono dei thriller, che trattano due storie di omicidio differenti; l’unica cosa che li accomuna è la presenza dell’investigatore francese Benoit Blanc, interpretato da Daniel Craig, che si ritroverà nella condizione di risolvere il caso, smascherando così il colpevole.

La seconda pellicola racconta la storia del miliardario Miles Bron, proprietario e co-fondatore della società Alpha Industries, che, come ogni anno, invita i suoi amici a partecipare ad un fine settimana organizzato da lui, in un luogo a loro ignoto.

Per errore, un invito viene recapitato anche a Benoit Blanc, che si reca al punto di ritrovo scelto da Miles. Gli ospiti di Miles Bron vengono successivamente accompagnati in barca sull’isola privata del miliardario, che li accoglie e li conduce verso le loro stanze.

Tra gli ospiti è presente anche Cassandra Brand, ex socia di Miles e co fondatrice di Alpha Industries, che riserva rancore e odio per Miles, poiché anni prima lui l’aveva esclusa e licenziata tramite una mossa legale. A cena, Miles annuncia ai suoi ospiti che durante il corso del finesettimana avranno il compito di risolvere un omicidio, organizzato da lui in ogni minimo dettaglio.

Successivamente Miles Bron confessa al detective di non averlo invitato, deducendo così che qualcuno degli al-

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tri ospiti doveva aver fatto una copia dell’invito, consegnandogliela. Tuttavia, durante il corso della serata, si verifica un vero omicidio: uno degli amici di Miles, Duke Cody, interpretato da Dave Bautista, viene trovato morto.

Dopo l’evento, Benoit Blanc cercherà di risolvere il caso, scavando a fondo nella vicenda e portando alla luce segreti e misteri che gli ospiti avrebbero preferito tenere nascosti. “Glass Onion-Knives Out” è un film apprezzabile, che ha una particolarità: verso i tre quarti della storia viene portato alla luce il vero colpevole, e a dispetto delle aspettative, lo spettatore si ritroverà nella condizione di dover capire il movente dell’assassino e le dinamiche attraverso le quali ha compiuto i suoi crimini; pertanto consiglio la visione della pellicola sia a chi si affaccia per la prima volta al mondo di “Cena con delitto”, e soprattutto ne consiglio la visione a chi ha già visto il primo capitolo, per arricchire così la sua esperienza con la saga.

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JOJO: LE POTENZIALITÀ DELLA PSICHE UMANA

L’ultima volta abbiamo parlato della rappresentazione dell’Italia e della sua cultura all’interno del manga e anime “Le bizzarre avventure di JoJo” e abbiamo affermato che questi riferimenti a culture, moda e musica sono alcuni dei motivi per cui quest’opera è conosciuta e apprezzata. Con questa rubrica desideriamo trasmettervi questa nostra passione, magari facendovi appassionare a quest’opera. Tra le cose più affascinanti e caratterizzanti di JoJo c’è la sua narrazione, intrigante e bizzarra, e l’insieme di poteri che i personaggi usano per combattere, detto “power system”. In JoJo incontriamo diversi power system, tutti unici e rivoluzionari, da nuove invenzioni dell’autore che hanno fatto la storia del genere degli shōnen come gli Stand, a vecchi

concetti e abilità riscritti e trasformati come il Vampirismo. In questo numero ci vogliamo concentrare su quelli che sono gli Stand, un power system estremamente vario e ampio, le cui possibilità sono infinite, sia per Araki sia per i fan, che si divertono a creare i propri Stand espandendo l’universo di JoJo a proprio piacimento. Ma dunque, cosa sono gli Stand? Una definizione non completamente esatta ma comprensibile da chi non ha mai visto o letto JoJo di Stand può essere: “Un entità immateriale, quasi paragonabile a un fantasma, che, quando richiamata all’azione, esce dal corpo di una persona detto Portatore di Stand, il quale possiede questo potere, e gli fluttua affianco”. Il nome “Stand” deriva proprio dal fatto che sta di fianco al suo portatore quando evocato; in ing-

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lese infatti “to stand next to someone” significa letteralmente “stare di fianco a qualcuno”. Bisogna precisare anche che solo i Portatori di Stand possono vedere il proprio Stand e quelli altrui. Adesso, data una definizione, dobbiamo spiegarvela: come fa un Portatore di Stand ad avere questo potere e quali sono le loro caratteristiche? Durante la quinta parte di JoJo veniamo a conoscenza di un meteorite, caduto millenni prima sulla Terra a Capo York, Groenlandia. Questo meteorite esiste davvero nella realtà, ma Araki gli dà particolare importanza: infatti secondo la sua storia questo meteorite ha portato con sé dallo spazio uno strano virus. Molte persone, recatesi a Capo York, contraggono il virus e molte muoiono, ma poche, quasi come ricompensa per essere sopravvissute, ricevono un dono, dei poteri soprannaturali: uno Stand. Poi, un uomo, non si sa chi né quando, creò delle frecce a partire dal materiale di cui era composto il meteorite portatore di questo particolare virus, dando vita alle sei Frecce Stand, delle frecce capaci di uccidere o dare il potere dello Stand a chiunque colpiscano, come il virus. Queste frecce furono poi ritrovate in Egitto e sparse per il mondo.

Appurato quindi come un Portatore ottiene il suo Stand, capiamo cos’è questo potere. La difficoltà nel parlarne sta nel fatto che essi possono variare incredibilmente tanto l’uno dall’altro, partendo dall’aspetto arrivando alle loro capacità. Prima di tutto ogni Stand ha un nome: quelli della terza parte hanno i nomi degli arcani dei tarocchi o delle divinità egizie, come “Silver Chariot”, dall’arcano del Carro e “Anubis”, dall’omonima divinità dell’oltretomba, mentre dalla quarta parte in poi i nomi derivano dal mondo della musica, come “Crazy Diamond” dalla canzone dei Pink Floyd “Shine On You Crazy Diamond”. Gli Stand sono classificati in tipologie diverse in base all’aspetto che assumono e ai tipi di abilità che possiedono. Riguardo l’aspetto le categorie comprendono: “umanoidi”, cioè Stand antropomorfi, alcuni dei quali sono composti da parti meccaniche e perciò detti “umanoidi artificiali”; “non-umanoidi”, cioè Stand che non hanno forme umane e possono essere oggetti meccanici, come lo Stand “Emperor” che è una pistola, e perciò detti “non-umanoidi artificiali”, o altre entità come “Sun” che è un Sole o “Clash” che è uno squalo e perciò detti

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“non-umanoidi naturali”; e infine una categoria speciale, quella dei “fenomeni”, cioè Stand che non rientrano nelle precedenti quattro categorie non avendo una forma fisica e che possono per esempio creare illusioni o modificare il corpo del proprio portatore.

Riguardo le abilità la classificazione è un po’ più complessa e ampia, comprende: Stand che si legano a degli oggetti modificandoli e diventando tali, ovvero gli “Stand materializzati”, gli Stand che attaccano l’anima o la mente del loro obiettivo, potendo controllargli la mente, chiamati “Stand da assalto psicologico”, Stand in grado di predire il futuro, cioè gli “Stand previdenti”, e infine Stand con lo scopo di rintracciare e riconoscere il proprio obiettivo detti “Stand da riconoscimento”. Tutti questi possono o allontanarsi molto dal Portatore o allontanarsi poco, ma possono pure avere un’abilità per la quale non im-

porta quanto si possano allontanare, o essere automatici, cioè funzionare in autonomia rispetto al Portatore. Infine, sempre riguardo le loro abilità, viene usato un grafico radar, ovvero un grafico a esagono i cui vertici sono più sporgenti quanto più è sviluppata la caratteristica che puntano. Il grafico che segue come esempio mostra le caratteristiche di uno Stand mediamente forte, “Aerosmith”: lo capiamo dall’area non troppo ampia di questo esagono e dalle lettere, poiché in JoJo ognuno dei sei criteri con cui si valuta la forza di uno Stand ha delle lettere ad indicare quanto sia sviluppata la determinata caratteristica, con “A” moltissimo ed “E” pochissimo. In senso orario partendo dall’alto i criteri sono: “Potenza”, “Velocità”, “Raggio d’azione”, “Durabilità”, “Precisione” e “Potenziale”; quest’ultimo indica quanto uno Stand può migliorarsi se allenato dal suo portatore. Tutte queste differenze sono ciò che rendono questo power system unico, originale e sconfinato, ma può sorgere la domanda: perché? Perché sono così diversi tra di loro? Inoltre il grafico a radar può far credere che ci siano Stand più forti di altri, e infatti è così: alcuni Stand sono ben più veloci o po-

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tenti di altri, ma l’esito delle battaglie dipende da come il Portatore sfrutta il proprio potere. Ma di nuovo, perché? Tutto questo perché uno Stand è la manifestazione dell’energia vitale del proprio portatore, cioè è la personificazione della sua psiche e del suo spirito combattivo, dunque riflette il suo portatore, soprattutto la sua personalità. Quindi come ogni umano è diverso da un altro, ogni Stand lo è da un altro. Essendo un potere sovrumano che riflette la psiche umana questa deve essere paradossalmente sovrumana. Con ciò si intende che un Portatore di Stand deve avere un fortissimo spirito combattivo o un grandissimo desiderio, così forte e grande da essere degno di essere assistito da uno Stand. In caso contrario, come visto col virus e le frecce, si muore. Da tutto ciò si conclude che gli Stand sono tutti diversi tra di loro, unici, con le stesse nonché pochissime limitazioni della psiche e mente umana: questi pochi limiti sono dunque quello che permette ai fan de “Le bizzarre avventure di JoJo” di creare i propri Stand. Per concludere e dare un esempio di ciò che abbiamo spiegato, dato che sappiamo che può essere difficile da comprendere, prendiamo “Aerosmith”,

quello rappresentato nell’immagine a fianco e a cui appartiene il precedente grafico. È uno Stand della quinta parte, quindi il suo nome viene dal mondo della musica: gli Aerosmith sono infatti un gruppo hard rock degli anni ‘70 di Boston. Questo Stand ha la forma di un aereo giocattolo e dunque rientra nella categoria di Stand “non-umanoidi artificiali”. Ha l’abilità di rilevare l’anidride carbonica emessa da qualcosa o qualcuno nei dintorni di Narancia grazie a un radar, infatti è uno “Stand da riconoscimento”. Il Portatore è un ragazzino di nome “Narancia Ghirga”. Aerosmith può volare in giro rapidamente, infatti ha una velocità classificata “A” e un raggio d’azione classificato “A”; è capace di sparare dalle mitragliette raffiche di proiettili che, nonostante la loro poca precisione, sono devastanti, e infatti a una potenza classificata “A” ma una precisione classificata “E”. Questo stand rappre-

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senta Narancia poiché, come lo Stand è un giocattolo ma è molto distruttivo, anche Narancia è molto infantile, un ragazzino, ma è molto impulsivo e violento. Nonostante ciò eccelle in battaglia per le sue capacità di analizzare la situazione e infatti ha un radar per pianificare al meglio la sua strategia. Sa dunque usare al meglio il suo Stand e ha di esso un eccellente controllo, infatti la potenzialità di Aerosmith è classificata “E”: non c’è quasi più nulla da migliorare. Avendo dunque appreso cosa sono e come funzionano gli Stand, ora possiamo usare la loro definizione corretta: “Uno Stand è un’entità generata dalla psiche del suo portatore, chiamato Portatore di Stand. Si presenta generalmente come un’entità eterea che fluttua vicino al suo portatore e possiede abilità oltre quelle di un normale umano”.

Speriamo di avervi spiegato al meglio il vasto e complicato mondo degli Stand attorno a cui ruota praticamente tutto l’universo de “Le bizzarre avventure di JoJo” e di cui ci sono molti aspetti e dettagli ancora da raccontarvi e spiegarvi in un prossimo numero.

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MURDER MISTERY

HENRY HOWARD HOLMES

ISPETTORE GADGET

Nome: Henry Howard Holmes

Data di nascita e morte: 16 maggio 1861 - 7 maggio 1896

Professione: Farmacista Vittime: stimate, più di 200

Henry Howard Holmes nacque nel 1861 a Gilmanton. Durante la sua infanzia subì continue violenze da parte del padre, affetto da una grave forma di alcolismo, e veniva spesso bullizzato in classe per gli ottimi voti che prendeva. Un atto di bullismo in particolare gli fece sviluppare piacere nel torturare animali randagi con sadici esperimenti. Quest’atto consisteva nel costringere Holmes a toccare il cranio di un vero scheletro, da cui fu inizialmente spaventato, ma in seguito affascinato. Venne espulso da scuola per

frode all’assicurazione, rubava cadaveri dal laboratorio, stipulava una polizza per ognuno di loro e li sfregiava sostenendo che fossero stati vittime di incidenti, incassando il denaro. Dopo l’espulsione si trasferì a Englewood. In questo periodo (tra il 1892 e il 1894) commise i suoi omicidi. Nel 1892 Holmes commise il suo primo omicidio avvelenando una donna per scopi di lucro. Un po’ di tempo dopo lesse un annuncio di una donna anziana, Elizabeth Holton, che cercava un aiutante per la sua farmacia, Holmes

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si presentò per il colloquio e si offrì di aiutare il vecchio marito della signora, malato da molto tempo. Tuttavia col pretesto di curare il marito, Holmes lo avvelenò, e convinse la vecchia proprietaria a cedergli la farmacia dopo avergli assicurato un reddito mensile. La donna accettò, ma la retta non arrivò mai e sparì anche lei, caduta vittima di Holmes.

Holmes continuò a commettere frodi e a vendere acqua che a detta sua curava i malati; accumulati abbastanza soldi, comprò un terreno sul quale fece costruire un negozio che gli servisse da farmacia, negozio e hotel, che venne soprannominato Castello. Edificato a 3 piani, il “Castello” era la sala giochi di Holmes, affittava le camere ad amici e collaboratori, che finivano vittima della sua follia omicida. Il secondo e il terzo piano vennero progettati per contenere un vero e proprio labirinto di camere e corridoi, mortale per chiunque vi si addentrasse. Per evitare che qualcuno oltre lui avesse la planimetria completa, Holmes cambiava continuamente operai, e con la scusa che avessero fatto un pessimo lavoro non li pagava. Le camere erano collegate tra loro grazie a passaggi segreti, muri scorrevoli, spioncini, porte blin-

date, stanze segrete, camere insonorizzate, scale e corridoi che finivano contro un muro, e botole sul pavimento che si aprivano a comando e facevano scivolare la vittima in cantina, dove il corpo veniva sciolto.

Holmes intrappolava le vittime nelle camere, che erano insonorizzate, bloccando le porte dall’esterno, dopo essersi divertito a sentire le urla della vittima dalla sala di controllo, la uccideva riempiendo la stanza di gas. Holmes utilizzava i corpi recuperati in 3 modi: Li vendeva alle università, li scioglieva completamente o li utilizzava come cavie. Tra il 1892 e il 1894 un numero enorme di clienti di qualsiasi età, perfino complici di Holmes troveranno la morte nel “Castello”. Date alcune difficoltà economiche Holmes lasciò il Castello, che venne bruciato da un suo complice a cui aveva ucciso amante, sorella e figlia alcune settimane dopo. Holmes provò a intascare i soldi dell’assicurazione per incendio accidentale, ma un investigatore mandò a monte il piano scoprendo che l’incendio era doloso, ma Holmes non venne accusato di nulla. Dopo un’altra truffa andata male Holmes finì in carcere. Qui conobbe un nuovo complice, Marion

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Hedgepeth. Insieme, una volta liberati, architettarono un omicidio ai danni di Benjamin Pitezel, e una frode all’assicurazione legata alla sua morte. Marion avrebbe avuto la sua percentuale. L’omicidio venne compiuto e Holmes intascò i soldi ma sparì di nuovo senza dare i soldi al complice, che, per vendicarsi, informò la società di assicurazioni della truffa. Holmes fu arrestato a Boston il 17 novembre 1894, fino ad allora fu arrestato solo una volta, grazie ai suoi continui spostamenti e cambi di identità. Venne accusato di 4 omicidi, ma ne confessò 27. La polizia entrò nel castello e trovò 150 vittime, ma molte altre erano state sciolte nell’acido. Holmes ne confessò altri mentre scriveva la sua biografia. La cifra arrivò a 133 e successivamente disse di avere confessato 133 omicidi solo per guadagnare soldi. Nel 1895 iniziò e finì il processo contro di lui e venne dichiarato colpevole di solo 9 degli almeno 27 omicidi e di un gran numero di frodi assicurative. La pena prevista era la morte.

Henry Howard Holmes morì impiccato la mattina del 7 maggio 1896, all’età di 34 anni; fino all’ultimo volle essere chiamato «dottor Holmes».

Il cappio non era stato preparato adeguatamente, infatti il suo collo non si spezzò e Holmes morì per soffocamento dopo 15 minuti. Quando è stato portato al patibolo, Holmes è rimasto calmo e tranquillo. Le sue ultime parole furono per l’uomo che tentava di allacciargli il cappio intorno al collo, al quale disse: “Prenditi il tuo tempo, vecchio. Non fare pasticci”. Il castello di Holmes, nonostante fosse ridotto a un moncone bruciato, divenne un’attrazione per gli abitanti, fino a quando un secondo incendio scoppiato misteriosamente lo rase al suolo completamente.

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AMORE AI TEMPI DI OMERO

ACHILLE E PATROCLO

Il rapporto tra Achille e Patroclo è uno degli elementi chiave dei miti connessi alla guerra di Troia. La natura di questo mito e il punto fin dove si è spinta la loro relazione è stata oggetto di controversie sia nel mondo antico sia in quello moderno. Noi, però, siamo già a conoscenza del fatto che durante il periodo antico era abituale avere relazioni omosessuali.

Il loro intenso rapporto risalta nell’Iliade: Achille, infatti, dimostra di essere molto gentile e premuroso nei confronti del suo compagno d’armi Patroclo; mentre appare insensibile e arrogante con tutti gli altri, siano essi nemici o alleati. In molti pensano che questi fossero solo amici o cugini, ma poiché non siamo certi dell’effettiva esistenza di

rapporti di parentela o amicizia, alcuni ritengono che la loro fosse semplicemente una relazione amorosa. E proprio a causa di questo forte amore, la morte di Patroclo diventa per il semidio Pelide la motivazione principale del suo ritorno alla guerra, dopo che si era sdegnosamente ritirato a causa di un grande contrasto avuto precedentemente con Agamennone. Perciò il Pelide si vendica per la morte di Patroclo uccidendo il suo responsabile, il principe troiano Ettore, legandolo al suo carro per trascinarlo intorno alle mura di Troia.

La ragione della vendetta di Achille può essere attribuita all’amore o all’amicizia tra di loro.

Esistono molteplici interpretazioni e rivisitazioni su questo argomento.

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Citiamo di seguito alcune tra quelle post-classiche e moderne. Ad esempio, il noto drammaturgo inglese William Shakespeare, all’interno della sua opera chiamata “Troilo e Cressida”, definisce i due come amanti, con la decisione di Achille di trascorrere tutto il suo tempo all’interno della tenda dell’amato.

Mentre nel musical “Spring Awakening”, ad un certo punto, un ragazzo implora un altro di fare un po’ di Achille e Patroclo: i due personaggi sono poi mostrati in una relazione omosessuale. Nel romanzo di Madeline Miller “La canzone di Achille” viene mostrato il rapporto d’amore tra Achille e Patroclo dagli inizi fino alla morte di Achille: si parla di come Achille abbia volutamente ucciso Ettore per porre fine alla tragedia avvenuta il giorno prima, ovvero la perdita di Patroclo, e prima di venire ucciso da Paride, Achille ordina ai membri dell’accampamento di riporre le sue ceneri nella stessa coppa di quella del suo amato. Così, il suo desiderio viene compiuto e il nome di Patroclo viene inciso dalla stessa Teti, ninfa e madre di Achille, in modo che lo spirito del principe esule Patroclo riposasse in eterno insieme all’anima di colui che scelse la morte, invece di

vivere una vita senza il suo vero amore. Il film “Troy” invece rappresenta Patroclo come un parente più giovane di Achille, eliminando totalmente la possibilità di una storia d’amore tra i due; nel poema Omerico Patroclo è rappresentato di età maggiore rispetto ad Achille e anche come quello col carattere più responsabile.

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CULTURA ERA TRADITA

MELPOMENE, 1aa Incolpata dell’odio, incolpata della sua poca comprensione, insomma, chi tenterebbe di uccidere un bambino in fasce? Ma lei era crudele, lei non era una vera madre e non sopportava che il marito non la amasse. Ma siamo sicuri che sia lei la cattiva? Pensiamo noi cosa avremmo fatto al suo posto, noi fidanzate, noi donne. Lei era una moglie, una dea del matrimonio e della fertilità, eppure ebbe pochissimi figli con suo marito. Era sì stanca di vederlo andare alla ricerca di ragazzine da cui far nascere i propri figli. Lei divenne egoista e spietata, tentava, e a volte riusciva, ad uccidere i figli di Zeus e di sue concubine. Lei stava male, il suo stesso marito la tradiva per puro divertimento e per passione carnale momentanea. Le lacrime scorrevano come treni in corsa sul suo viso ogni volta che suo marito scappava con un’altra. Le restava solo la vendet-

ta. Provò a uccidere la maggioranza dei figli di Zeus, e tutti la odiarono per questo. Era considerata un mostro, una donna che non può sopportare il fatto che il marito se ne andasse con altre donne. Noi una situazione simile o la accetteremmo, o saremmo devastate dal dolore, dal sentimento di tradimento che ci mangia il cuore. In quei momenti lei non era una dea, lei era semplicemente una donna, una donna che all’inizio magari era innamorata, e che invece ora è dilaniata dal dolore, una semplice donna tradita e umiliata, ma che non può ribellarsi perché lei stessa era la dea del matrimonio, e non poteva certo tradire o porre fine al suo matrimonio. Lei venne odiata, sia dagli altri che da sé stessa. Si odiava perché non si sentiva abbastanza, si sentiva inutile, si considerava insufficiente per il marito, mentre il vero problema era

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lui, l’uomo che lei amava, che non era abbastanza per lei. D’altronde, quando si viene traditi sembra di essere la colpa di tutto e viene voglia di morire. Lei mutò il dolore in rabbia e come dicono in molti, i peccati del padre, ricadono sui figli.

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GOING AROUND MARE O MONTAGNA?

LA SOLUZIONE SONO

LE ISOLE HAWAII

ALESSANDRO GALASSO, 1aa

Ormai siamo in pieno inverno, e sempre più persone decidono di andare al mare, sulle bianche spiagge caraibiche, anziché, come tradizione sciare sulle bianche montagne; e se invece volessimo conciliare sport invernali e un caldo mare?

La soluzione sono le isole Hawaii, dove si trova il monte sottomarino più alto del mondo, ben 5700m (di cui 4205m emergono dal mare) e le bianche spiagge sulle quali almeno una volta nella vita chiunque spera di sdraiarsi. Sembrano isole molto turistiche, ma la verità è che, nascosti ai visitatori vi sono diversi spettacoli naturali e an-

tropologici.

Le attività più note accontentano sia gli amanti dello snorkeling, che permette una visione stupenda sulla flora e la fauna della barriera corallina,che gli amanti del rischio e dell’adrenalina,per i quali è possibile nuotare con gli squali con accompagnamento di esperti locali (che tra le tante cose, conoscono anche i metodi per salvarsi dagli attacchi di queste magnifiche, ma terribilmente pericolose, creature dai denti aguzzi).

Per coloro i quali amano invece viaggiare nell’arte, è estremamente consigliata la visita della città di Holualoa

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che offre un pittoresco panorama sulle montagne di Kona, oltre che numerose gallerie d’arte con sculture, dipinti, ceramiche e gioielli. A chi di noi invece non ha paura di volare è consigliato il tour in elicottero della splendida Kauai. Più del 70% dell’sola è infatti inaccessibile a piedi e pertanto è necessario utilizzare un elicottero, che permette di vedere le splendide creazioni della natura sull’isola; tra esse ricordiamo: la costa di Na Pali, il canyon di Waimea, il monte Waialeale ed infine le magnifiche cascate Manawaiopuna, che compaiono nei film di Jurassic Park. Quando si viaggia una delle cose più avvincenti è andare alla ricerca delle tradizioni degli abitanti: e quale posto migliore per stanarle se non il mercato? Infatti, una delle attività più interessanti da svolgere è la visita al mercato degli agricoltori: Hilo Farmers Market, conosciuto come uno dei migliori mercati degli USA, che con le numerose bancarelle permette la vendita a 200 venditori locali e costituisce una delle principali fonti di guadagno delle isole. Questo mercato permette ai turisti di assaggiare le prelibatezze tipiche delle isole Hawaii, tra cui il particolare caffè di Ka’ u e Kona.

Le isole Hawaii sono molto famose per le piantagioni di caffè e cacao, ed una delle attività proposte è infatti la visita ad una di queste piantagioni: alla fine del tour, viene perfino organizzata una speciale degustazione! Pa’ia Town, è la città madre del surf: qui infatti sono state cavalcate dai surfisti le onde più alte. Inoltre sulle spiagge di questa piccola cittadina, che si sviluppa attorno ad un lungo viale ricco di negozi, è stato creato il surf moderno dal duca Kahanamoku e in suo onore, proprio sulle spiagge dalle quali tutto è nato, è stata eretta una magnifica statua bronzea alta quasi 3 metri.

Per le persone romantiche, il tramonto sulle spiagge Hawaiane è un passaggio obbligatoria, soprattutto se accompagnati dalle tartarughe marine, che a quell’ora escono dall’acqua del mare, per riposarsi sulla calda sabbia bianca.

Ed infine, per gli amanti dello sport invernale, sulle montagne delle isole è possibile sciare, divertendosi moltissimo, e ammirando dalla neve il mare hawaiano.

Le isole Hawaii sono stupende, e permettono ai visitatori diverse attività fuori dal comune, che solo in quel

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CULTURA

luogo è possibile fare, e specialmente in inverno quando neve e sabbia si un uniscono in uno spettacolo naturale, che è possibile osservare solo in quel piccolo paradiso americano.

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ENERGIA SOSTENIBILE

GABRIELE RADAELLI, 4C

Fin dal suo primo utilizzo in senso moderno nel 1807, l’energia e la sua produzione sono sempre state al centro del programma politico e sociale di ogni Stato, in particolare negli ultimi anni.

Solo recentemente, purtroppo, il pensiero si è fatto critico contro tutte quelle fonti energetiche che abbiamo usato per fin troppo tempo: i combustibili fossili. Stiamo parlando di carbone, in tutte le sue forme (come torba e antracite); petrolio e altri idrocarburi, ovvero composti che contengono solo atomi di carbonio e idrogeno; gas naturale. Queste fonti sono le più inquinanti in assoluto, anche nei mezzi di trasporto.

Nel 2021, secondo l’IEA (International Energy Agency), la rapida ripresa economica al termine della pandemia ha accelerato le emissioni globali di anidride carbonica. Il car-

bone ha raggiunto il massimo storico, producendo 15,3 miliardi di tonnellate di CO2 (più che nella seconda guerra mondiale, dove si raggiunsero quasi 5 miliardi di tonnellate di CO2 (GtCO2) per ogni anno), il gas naturale è cresciuto fino ad arrivare a 7,5 miliardi di tonnellate, mentre il petrolio, con le sue 10,7 GtCO2 è rimasto basso a causa di una limitata ripresa del trasporto globale, specialmente del settore dell’aviazione. In totale si è arrivati a un massimo storico di 36,3 GtCO2.

È dunque evidente che se si continua con questo ritmo si rischia di rovinare, più di quanto non lo sia già, il nostro pianeta. Per ricordarlo, la comunità scientifica ha posto come punto di non ritorno gli 1.5 gradi di temperatura più alti del normale, come si evince dall’accordo di Parigi del 2016. Questa soglia corrisponde alla

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temperatura che farebbe sciogliere il permafrost (la pozione di terreno ghiacciato perennemente nel quale sono imprigionate enormi quantità di gas metano e anidride carbonica), il che aumenterebbe notevolmente la temperatura. In contemporanea si avrebbe lo scioglimento dei ghiacciai dell’Antartide e della Groenlandia; poi quello dei ghiacci alpini e un notevole cambiamento di numerosi habitat naturali come quella delle foreste boreali.

Nucleare

La centrale nucleare può essere di due tipi: a fissione e a fusione.

Del primo tipo ho già parlato in uno scorso articolo.

Per quanto riguarda la fusione, attualmente è in atto un progetto di scala internazionale al quale partecipano i maggiori Stati del mondo.

Questa fonte è vista come la risoluzione ai problemi di energia, vista la grande quantità prodotta in pochissimo tempo.

Per invertire questo trend negativo, 55 nazioni, che producono più del 60% di tutte le emissioni, hanno ratificato l’accordo di Parigi, entrato in vigore il 4 novembre del 2016 e sulla linea del protocollo di Kyoto dell’11 dicembre 1997.

In particolar modo, gli Stati membri dell’UE, si sono impegnati a ridurre almeno del 55% le emissioni entro il 2030 e diventare a impatto zero entro il 2050.

Nonostante la ricerca sia iniziata negli anni 50, solo di recente si sono fatti grandi passi avanti, come di recente abbiamo sentito: il 5 dicembre 2022 nei laboratori della California, gli scienziati, sono riusciti a produrre più energia di quanta non sia stata necessaria per avviare la reazione.

Ma come si possono rimpiazzare i combustibili fossili? Beh, vi è una larga scelta di fonti che, se ben sfruttate, sono anche più efficienti; vediamole una per una.

Questo è un importante traguardo, ma non bisogna lasciarsi ingannare: è stato comunque affermato più volte che ci vorranno quasi 30 anni per vedere la prima centrale ad uso commerciale (collegata alla rete elettrica nazionale) in funzione.

Il nucleare è, però, considerato come energia alternativa, e non completamente rinnovabile.

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Tra le fonti rinnovabili principali possiamo distinguere le energie rinnovabili classiche (idroelettrica e geotermica) e le nuove energie (eolica, solare, da biomasse e marina).

emessa contro i miliardi dei combustibili fossili.

Energia idroelettrica È probabilmente la più antica fonte di energia: Greci e Romani furono tra i primi ad usare la potenza dell’energia cinetica prodotta dall’acqua per azionare i mulini. Secondo lo stesso principio, questa fonte è stata perfezionata e resa sempre più funzionale nel corso dei secoli. Attualmente si usano bacini artificiali per incanalare acqua in delle condotte forzate e far girare le turbine, il cui moto viene trasformato in energia elettrica. Ci sono vari tipi di turbine che possono essere impiegate nel processo.

In generale, l’idroelettrico è tra le fonti più usate al mondo, specialmente in Paesi di montagna come la Svizzera e il Liechtenstein.

Nonostante la produzione sia completamente sostenibile, bisogna ricordare una quantità minima di inquinamento per la costruzione e per la creazione del bacino, tuttavia siamo negli ordini dei milioni di CO2

Queste costruzioni hanno lasciato nella storia anche delle tragedie: in Italia ricordiamo il disastro del Vajont (1963) con 1917 vittime, causato da una frana; e in Cina il cedimento della diga di Banqiao (1975) a causa di un super tifone, che portò alla morte di 171 000 persone.

Energia geotermica È l’energia generata utilizzando il calore da fonti geologiche presenti nel sottosuolo. Essa si basa sullo sfruttamento del calore naturale del nostro pianeta, dovuto all’energia termica rilasciata dai processi di decadimento nucleare naturale di elementi radioattivi come l’uranio, il torio e il potassio, contenuti nel nucleo, nel mantello e nella crosta. In Italia la prima centrale geotermica secondo il processo della cogenerazione (una parte in energia meccanica, un’altra in energia elettrica) fu costruita nel luglio 1904, ad opera del principe Piero Ginori Conti, a Lardello, in Toscana. Ad oggi lo sfruttamento costituisce meno dell’1%; tuttavia, uno studio del 2011 del Massachusetts Institute

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of Technology ha affermato che la potenziale energia geotermica corrisponde a 12.600.000 ZJ (1021Joule) e che con le attuali tecnologie sarebbe possibile utilizzarne solo 2000 ZJ, ma se consideriamo che il consumo annuale mondiale di energia ammonta a 0,5 ZJ è una quantità notevole. Dunque l’energia geotermica non è solo economica ma anche decisamente efficiente.

Energia eolica È molto diffusa e si basa sulla trasformazione dell’energia cinetica del vento in energia elettrica o meccanica. Nonostante produca solo 1% del fabbisogno mondiale, produce il 20% dell’elettricità in Danimarca, il 9% in Spagna e il 7% in Germania. Le centrali eoliche sono tra le più criticate soprattutto per la loro scarsa integrazione nel paesaggio: per questo motivo si sono diffuse le centrali off-shore (lontani dalla costa) che però hanno un costo di costruzione e un inquinamento superiore rispetto a quelle costruite sulla terraferma.

Energia solare È tra le fonti più conosciute ed è usata soprattutto in zone molto esposte

al sole e, per esempio, nelle stazioni spaziali e nei satelliti. Una centrale solare si compone di pannelli che possono essere di tra tipi: solare termico (che sfrutta i raggi solari per scaldare un liquido al suo interno che cede calore all’acqua contenuta in un serbatoio di accumulo), fotovoltaico (che sfrutta le proprietà di alcuni semiconduttori per produrre energia elettrica se sollecitati dalla luce) e solare a concentrazione (che sfrutta una serie di specchi parabolici per convogliare i raggi su un tubo ricevitore in cui scorre un fluido o una serie di specchi che concentrano i raggi all’estremità della torre in cui è posta una caldaia riempita di sali, i quali per il calore fondono).

È molto usata: l’Italia è sesta per milioni di Kwh solo dopo India, Germania, Giappone, USA e Cina, che è prima dal 2015 e che produce col solare quasi 7 volte l’energia prodotta con la stessa fonte nel nostro Paese.

Il solare ha, però, alcuni difetti. I principali sono l’intermittenza (sarebbero necessarie, infatti, grandi quantità di batterie molto efficienti, di cui non si ha ancora una applicazione pratica, per poter sfruttare al meglio questa fonte) e i materiali necessari, detti

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Terre Rare (come il lutezio, il tullio e il cerio), la cui concentrazione è situata in nazioni orientali come la Cina, e la cui estrazione non solo è molto costosa ma è anche abbastanza inquinante.

Energia da biomasse

È raro trovare una centrale a biomasse solo per produzione di energia elettrica, anche perché si basa sul processo di decomposizione di sostanze organiche (le biomasse), che influiscono sull’effetto serra.

Ultimamente, però, le biomasse sono utilizzate soprattutto per la produzione di bioetanolo e di etanolo, come carburante automobilistico.

Ad oggi soltanto poche centrali sono state prodotte in Portogallo, Scozia, Irlanda e in Italia, dove è stato sperimentato un sistema di sfruttamento dell’energia marina sullo stretto di Messina.

In conclusione l’intelligenza, la creatività, gli studi innovativi dimostrano sempre più la volontà di porre al riparo un destino incontrovertibile verso cui stiamo andando, interrompendo la logica del guadagno a favore dell’ambiente e del nostro pianeta.

Energia

marina

È forse la meno diffusa, ma ve ne sono di numerose tipologie: dalle correnti marine (prodotta grazie all’energia cinetica delle correnti), a gradiente salino (energia ottenuta dalla differenza nella concentrazione di sale fra l’acqua di mare e l’acqua dolce), mareomotrice (ricavata dagli spostamenti d’acqua causati dalle maree) e talassotermica (che sfrutta le differenze di temperatura tra la superficie marina e le profondità oceaniche).

“Se pensi davvero che l’ambiente sia meno importante dell’economia, prova a non respirare mentre conti i tuoi soldi”.

(Guy McPherson, scienziato americano dell’università dell’Arizona)

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ZONA Νίκη

2022:

SUCCESSI, EMOZIONI E MOMENTI INDIMENTICABILI

MARCO FANTASIA, 3E; LUIGI SALA, 3CC; ANDREA PIROTA, 3CC

Cari Majorani, buon anno! Il 2022, ormai in archivio, ci ha regalato numerosi eventi sportivi, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, e tante emozioni straordinarie. Zona Νίκη vi presenta un riassunto mese per mese dei momenti di sport più rilevanti dello scorso anno. Alcuni di questi rimarranno per sempre nella memoria degli appassionati.

GENNAIO L’anno si apre con l’edizione numero 110 degli Australian Open, uno degli eventi più importanti del tennis mondiale. Il torneo maschile inizia con un incredibile colpo di scena: il numero 1 del ranking ATP Novak Djokovic viene escluso a causa del rifiuto di vacci-

narsi contro il Covid. L’atleta prova il ricorso, ma lo perde e il torneo quindi continua senza la sua attrazione principale. Lo spettacolo non manca comunque: i nostri Sinner, Berrettini e Sonego compiono un ottimo percorso, il giovane talento spagnolo Carlos Alcaraz incanta il pubblico con il suo gioco, Tsitsipas e Medvedev si confermano ottimi tennisti e Rafael Nadal torna a vincere. Il torneo sale d’interesse e Sinner, dopo aver eliminato il numero 3 del ranking ATP Zverev, viene battuto ai quarti da un mastodontico Tsitsipas. In semifinale Berrettini si arrende a Nadal e Medvedev passeggia verso la finale. Il 30 Gennaio dopo un batti e ribatti di oltre 5 ore e una fantastica rimonta, trionfa lo spagno-

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lo Rafa Nadal che vince il suo ventunesimo Slam, staccando così i suoi due grandi rivali Roger Federer e Novak Djokovic.

FEBBRAIO

Il secondo mese dell’anno propone due grandi eventi, quali Giochi Olimpici invernali a Pechino e la LVI edizione del Super Bowl. In Cina domina la Norvegia con 16 ori conquistati, staccando Germania, Cina e Stati Uniti. L’Italia si piazza al tredicesimo posto del medagliere, conquistando solo due ori: Amos Mosaner e Stefania Constantini vincono nel curling, mentre Arianna Fontana si conferma nello short track (pattinaggio) diventando così l’atleta azzurra più medagliata nella storia delle Olimpiadi. Dalla Cina agli USA: la sera del 14 Febbraio in California si dà il via al Super Bowl con una storica cerimonia d’apertura, in cui si esibiscono famosissimi artisti come Dr.Dre, Snoop Dogg, Eminem, 50 Cent, Mary J.Blige e Kendrick Lamar e anche attori del calibro di Dwayne “The Rock” Johnson. Al SoFi Stadium di Inglewood Los Angeles Rams e Cincinnati Bengals danno spettacolo e i padroni di casa hanno la meglio, vincendo il loro secondo titolo NFL di

sempre e il primo sul proprio terreno.

MARZO

È un mese terribile per il calcio italiano. Il 24 Marzo la Nazionale è costretta ad affrontare la Macedonia del Nord in una gara secca, non avendo passato il girone di qualificazione per il Mondiale. Succede l’impensabile: gli azzurri campioni d’Europa vengono sconfitti nei minuti di recupero da un gol di Trajkovski, che li condanna ad un’altra amara eliminazione. È invece un mese indimenticabile per l’ItalRugby partecipante al Sei Nazioni. Sembrava che la serie negativa proseguisse anche quest’anno, e invece all’ultima partita del girone contro il Galles arriva l’impresa. I rugbisti italiani ci mettono tanta grinta e cuore e riescono a strappare una vittoria di “corto muso” per 22-21, sfatando il tabù nella patria dei Dragoni (non avevano mai vinto in Galles) e nel torneo (uno storico successo dopo 36 sconfitte).

APRILE

Nel miglior campionato di calcio del mondo, la Premier League inglese, “alea non iacta est”. Le due contendenti al titolo, Manchester City e Liverpool,

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SPORT

si devono ancora dare battaglia. Non è solo una sfida tra due grandi squadre, ma un duello tra due geni della tattica come Pep Guardiola e Jurgen Klopp. La partita finisce 2-2, un batti e ribatti fantastico che inchioda davanti alla tv milioni di appassionati di calcio. Per la cronaca, dopo una lunga corsa, il Manchester City vincerà il campionato.

Negli USA non sono da meno. Terminata la regular season, arrivano i Playoff NBA che precedono le Finals di giugno, il momento più caldo dell’anno per i fan del basket. La fase finale presenta accoppiamenti interessanti: Golden State Warriors-Denver Nuggets, Brooklyn Nets-Boston Celtics e Milwaukee Bucks-Chicago Bulls. La stella Steph Curry trascina gli Warriors (4-1) contro i Nuggets, i Celtics (nonostante l’incertezza della sfida) domano i Nets con un sonoro 4-0, ispirati da un Jayson Tatum più in forma che mai. “The Greek Freak” Giannis Antetokounmpo e i suoi Bucks passano in semifinale battendo 4-1 i temibili avversari di Chicago. A queste si aggiungono in semifinale anche i Memphis Grizzlies, i Phoenix Suns, i Dallas Mavericks, i Philadelphia 76ers e i Miami Heat che ci regaleranno al-

tri due mesi di spettacolo.

MAGGIO

Mese che a livello sportivo presenta soprattutto eventi calcistici: ed è proprio da questo ambito che abbiamo deciso di prendere i due maggiori eventi di maggio. Iniziamo parlando dello scudetto vinto dal Milan, che è riuscito a spuntarla sui cugini e rivali dell’Inter, che dopo il clamoroso errore di Radu non riescono più a recuperare lo svantaggio che li separava dai rossoneri. Si conclude così un campionato caratterizzato da molte polemiche e un’avvincente lotta per il titolo.

L’altro evento degno di nota è il periodo che va dal 18 al 28 maggio, nel quale si sono svolte le finali delle coppe europee: la prima regina d’Europa è l’Eintracht di Francoforte, che alla lotteria dei rigori ha la meglio sui Rangers di Glasgow dopo l’ 1 a 1 dei tempi regolamentari e porta a casa l’Europa League. Il 25 maggio tocca alla Roma festeggiare la conquista della neonata Conference League, dopo la sfida contro il Feyenoord decisa da un goal di Zaniolo.

Solamente tre giorni dopo ecco lo

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scontro per il trofeo più ambito, la Champions League: è il Real Madrid a spuntarla grazie alla rete di Vinicius, che permette di aver la meglio sul Liverpool consegnando così per la quattordicesima volta la coppa dalle grandi orecchie ai Blancos.

GIUGNO

In questo mese, che segna l’inizio delle vacanze estive, il mondo dello sport ha rivolto la propria attenzione al torneo di Wimbledon, tra i più importanti del panorama tennistico internazionale. Sembrava potesse essere l’anno giusto per Matteo Berrettini che, dopo essere arrivato in finale l’anno scorso perdendo contro il fuoriclasse Novak Djokovic, veniva presentato come uno dei tennisti più quotati per il titolo. Dello stesso avviso però non è il Covid, che costringe l’atleta azzurro a dare il forfait cedendo il suo posto al connazionale Yannik Sinner, che ben figura arrivando fino ai quarti di finale, dove incontra proprio Djokovic e porta la serie sui 2 set a 0 a suo favore, facendosi però rimontare 3 a 2 dal fortissimo serbo, che vincerà il torneo battendo 3 a 1 in finale l’australiano Kyrgios. L’NBA resta ancora in primissimo piano. Le Finals vedono contrapposti i

GS Warriors e i Boston Celtics, che a maggio hanno rispettivamente sconfitto i Dallas Mavericks e i Miami Heat nelle finali di Conference. La sfida è equilibrata fino a Gara 4, con le due squadre che ci regalano un match punto a punto. Le successive due partite portano la firma di San Francisco, che torna a vincere il titolo dopo la stagione 2017-18 e conquista così il suo settimo anello.

LUGLIO

Nonostante le alte temperature raggiunte quest’anno nei mesi estivi, lo sport non si ferma. Alte temperature che caratterizzano la 109ª edizione del Tour de France, che ha presentato un grandissimo spettacolo per tutti gli appassionati. Dopo le tre tappe inaugurali in terra danese, la corsa si sposta in Francia, dove alla sesta tappa il favorito numero uno e campione uscente Tadej Pogacar vince e si prende la maglia gialla, che spetta al leader della classifica generale. La strada verso i Campi Elisi sembrava in discesa per lo sloveno, ma all’undicesima tappa il danese Jonas Vingegaard stacca a sorpresa Pogacar sulla durissima salita del Col du Granon, vincendo la tappa e ribaltando la classifica generale. Po-

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SPORT

gacar tenterà di rimontare lo svantaggio ma alla fine dovrà arrendersi, accontentandosi del secondo posto, dietro al danese.

Altro evento che ha caratterizzato questo mese è il mondiale di atletica tenutosi a Eugene, in Oregon. Gli occhi di tutta Italia (e non solo) erano per Marcel Jacobs, ma il campione olimpico dei 100 metri, complice una situazione difficile, dà forfait in finale e abbandona anche la staffetta 4x100 con la quale aveva conquistato l’oro a Tokyo e che conclude decima. L’altra star delle scorse Olimpiadi, Gianmarco Tamberi, si ferma ai gradini del podio nel salto in alto, complice un momento di forma non al 100%. L’Italia torna a casa con l’oro nella marcia 35 km di Massimo Stano e il bronzo di Elena Vallortigara nel salto in alto.

AGOSTO

Una sola parola: europei. Ad agosto abbiamo potuto assistere a qualunque tipo di campionati europei, a partire da quelli di nuoto, dove l’Italia ha stravinto la classifica del medagliere complessivo con 25 ori, 26 argenti e 21 bronzi. Atleta simbolo di questo trionfo non può che essere Thomas Ceccon, che ha conquistato la bellezza di

4 ori e 2 argenti. Elencare tutti i successi dei nuotatori azzurri sarebbe un processolunghissimo, per questo passiamo a parlare degli altri europei che si sono svolti a Monaco. Le discipline sono state ben 12 e variano dall’atletica leggera (che all’Italia ha portato gli ori di Jacobs nei 100 metri, di Crippa nei 10.000 e di Tamberi nel salto in alto) al ciclismo sia su strada che su pista (che ha portato ai successi di Viviani per gli uomini e di Zanardi e Barbieri per le donne) fino a sport come il ping pong o l’arrampicata sportiva, sport in via di sviluppo che ha avuto un’importante vetrina dopo quella delle Olimpiadi di Tokyo.

SETTEMBRE

È il mese che fa storcere il naso a molti perché si torna a lavorare e ricomincia la scuola. Ma è stato anche un mese ricco di grandi avvenimenti sportivi come, il Mondiale di pallavolo e gli Europei di basket maschili. Gli Azzurri hanno raggiunto due traguardi importantissimi: per il volley è arrivato il quarto trionfo Mondiale, dopo quelli del 1990, 1994 e 1998. Destino vuole che proprio in quegli ultimi tre tornei vinti dall’Italia ci fosse Ferdinando De Giorgi ad alzare la coppa da giocatore e, dopo 24 anni,

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fosse sempre lui a portarla a casa da allenatore. Con una squadra giovane, ma al tempo stesso esperta, gli Azzurri sono riusciti a regalare gioia e soddisfazioni a tutti gli appassionati, come anche nel basket. Nonostante l’infortunio di Gallinari, che gli ha precluso l’Europeo, il sogno dell’Italia è rimasto vivo fino alla sfida contro la Francia ai quarti di finale, dopo aver compiuto un’impresa agli ottavi con la fortissima Serbia di Nikola Jokic battuta 94-86.

OTTOBRE

Il mondiale di Formula 1 chiude anticipatamente rispetto al programma ufficiale. Per il secondo anno consecutivo trionfa Max Verstappen ai danni del ferrarista Charles Leclerc. La lotta con la Red Bull è durata ben poco, visti i numerosi problemi di affidabilità della “rossa” e le strategie molto discutibili del team di Maranello. Leclerc, secondo, e la Ferrari hanno comunque riacceso in molti tifosi quella passione che si stava via via perdendo a causa degli scarsi risultati. Stagione molto difficile anche per Lewis Hamilton e per tutta la Mercedes, che, dopo un inizio difficoltoso, è riuscita a migliorarsi. Saluta il grande circolo della Formula 1 un campione straordinario come Sebastian

Vettel, che ha corso sia per la Red Bull (con cui ha vinto 4 mondiali dal 2010 al 2013) sia per la Ferrari. A cavallo tra settembre e ottobre c’è stato anche il mondiale di pallavolo femminile, di cui ci siamo già occupati nell’articolo di ottobre.

NOVEMBRE

Torino ha ospitato le ATP Finals di tennis, in Qatar è cominciato il Mondiale di calcio mentre si è concluso il mondiale di MotoGP. In Piemonte ha dominato nella categoria singolo uno tra i più grandi tennisti di questi anni Novak Djokovic, mentre nella categoria doppio hanno alzato la coppa lo statunitense Rajeev Ram e il britannico Joe Salisbury. Con l’inizio del Mondiale in Qatar si sono fermati anche tutti i campionati di calcio e l’Italia non ha fatto eccezioni: la situazione al momento dello stop vedeva il Napoli primo, a seguire Milan, Juventus, Lazio e Inter a pari punti, così come Roma e Atalanta. Nelle zone più basse della classifica, Cremonese, Sampdoria e Verona. Infine nella MotoGP bellissimo successo di Francesco “Pecco” Bagnaia, che ha vinto il Mondiale tredici anni dopo l’ultimo successo italiano del “Dottore” Valentino Rossi.

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SPORT

DICEMBRE

Tralasciamo il calcio, di cui abbiamo già parlato, e concentriamoci sullo sci. È il 16 dicembre 2022, quando al termine di una gara Sofia Goggia sbatte la mano contro uno dei pali della porta d’arrivo: frattura scomposta del secondo e terzo metacarpo della mano sinistra, dice il referto medico. Nel pomeriggio va a Milano e si fa operare. Il giorno dopo è decisa a tornare in pista, gareggia e trionfa, vincendo la discesa di St. Moritz di Coppa del Mondo di sci, con un vantaggio di 0,43’’ dalla seconda e 0,52’’ dalla terza classificata. Purtroppo dicembre è anche un mese di lutto per il mondo dello sport: il calcio piange la scomparsa di una leggenda, di un fuoriclasse, di quello che potrebbe essere considerato il più forte di tutti i tempi, Pelè, detto O’Rey, l’uomo che ha rivoluzionato il ruolo del numero 10.

L’augurio è che il 2023 possa regalarci ancora più forti emozioni di quelle che ci ha dato l’anno appena passato.

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IL 14 GENNAIO

TUCIDIDE, 5B 1301 Andrea III muore e finisce la dinastia degli Arpadi, arcodi! 1690 Viene inventato il clarinetto 1858 Felice Orsini attenta la vita di Napoleone III. Per poco!

1966 David Bowie pubblica il suo primo singolo 1968 Terremoto a Poggioreale 1976 Pubblicato il primo numero di La Repubblica 2015 Napolitano si dimette, l’ha fatto davvero 2019 L’ex terrorista Cesare Battisti viene riportato in Italia

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STORIA
OGGI, NELLA

ANIMALE DEL MESE PECORA A FOGLIA

Il primo animale che incontreremo quest’anno è la pecora a foglia. Non si tratta di qualche specie di ovino uscito da Avatar, ma di un adorabile mollusco che si può trovare lungo le coste del Giappone, Filippine e Indonesia. Tutti potrebbero pensare che questo essere sia la solita lumaca di mare,

tanto simile ad una merendina dimenticata sul fondo dello zaino; invece, si tratta dell’animale più carino mai esistito. Una prova inconfutabile della sua grazia è la faccia. Vi avverto: se mai vi imbatterete in una pecora a foglia non potrete in alcun modo resistere ai sui minuscoli occhi neri e

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ANIMALE DEL MESE

ai sui colorati rinofori. È con queste buffe cornette che questo animale percepisce le sostanze chimiche presenti nell’acqua, annusandola come un piccolo personaggio di Narcos. Ma è a rendere ancora più attraente questo essere il suo dorso, caratterizzato da verdi e rosa vivaci. Il dorso non serve solamente ad aumentare l’impulso collettivo di portarsi a casa un esemplare e costruirgli un acquario celebrativo, ma possiede una funzionalità che rende unico questo mollusco nel mondo animale. Infatti, la pecora a foglia è capace di eseguire la fotosintesi. Immagazzinando per un periodo limitato le sostanze utili per la fotosintesi dalle alghe che ingerisce, questo mollusco è capace di iniziare il processo da sé. Nell’ipotesi che le qualità che vi ho elencato fino ad ora non siano sufficienti a voler adottare una pecora a foglia, vi basti sapere essere un animale che non supera gli 8 mm. Quindi, se avete una passione per il bestiame, ma poco spazio per mantenerlo, vi basterà partire per il mare del Giappone e darvi alla pazza gioia, nella ricerca di questo mollusco delle dimensioni di una graffetta.

LO SAPEVI CHE: La pecora a foglia si nutre unicamente dell’alga Avrainvillea

LO SAPEVI CHE: La pecora a foglia e un essere ermafrodito LO SAPEVI CHE: La prima scoperta di questo animale avvenne solamente nel 1993

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IL FREDDO ABBRACCIO DELLA NOTTE

ALESSANDRO BALOSSI, 5A

La rigida brezza di dicembre e i solitari riflessi della notte, sono la mia unica compagnia serale. Rifletto e rifletto, sulla mia vita e su me stesso. Lentamente, la mia felicità brucia come il Chesterfield che tengo tra le dita. Colpisce ineluttabile, il senso di vuoto e di noia, le speranze annegano inutili e fastidiose. Una voce, d’un tratto, mi sorprende: “A cosa stai pensando?” “A niente”, la mia risposta.

58 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5 POESIA

MELODIA DEL CUORE

ELISA ZACCAGNI, 3cc

Dopo giorni di lontananza e astinenza da te, desidero una notte abbracciati come due innamorati. Fumo per dimenticare la tua assenza. Il tempo e la notte sono a nostra disposizione Lacrime sostituite da un sorriso. Il Destino ci avvolge nelle sue mani calde. Gli occhi battono a ritmo dei nostri occhi ora frenetici di passione.

Nostalgia, un dolore incolmabile. Come una freccia che colpisce il mio cuore che arde. Mi uccidi, ma questa sofferenza mi piace. “MI manchi da morire”.

59 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5 POESIA

POESIA HAIKU

FILIPPO CONTE, 3cc

La neve cade, la terra è candida, sento la pace. occhi cerulei decorano il volto della mia amata non sei una stella ma sei la luna per me poiché sei la sola. Tu mi guardasti. Caddi innamorato Per quel sorriso

Il tempo grigio Oscura il presente Ci sarà luce.

60 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5

POESIADADAISTA/EW/SWEG/ERB/4.WORLDX

QUALE DADAISTA?

il.gio.rnale. Poesiadadaista/c/years/420:33 numero 2. i elle llel llu com mu lu kt kt sabbiadoro senza erudi ne esuli la testa mi pesa, dondola come sabbia a destra e forno a sinistra foooooo efwo work fever eesì sì sì lalala rombo id lacao bade ae badeg asse aedf alcao curge en aldeg se al danno si balla eke eke eke essfem e misma

enjade, meke s sisms sisma a salerno oa reqiuem Ò˘˙Ò sap aresddxzfffggghjikmklklò (<firma digitale[approved{by inst instituti istat}])

Poesia dadaista digitale caoijeeèwjsksu<efbalaliukljlk. olilja ìauaf i oiaoiarihuaeglo ùalaliaekhkj ou +eo+AEFUAF+ YèDFG+ I. +oehuiefiuefwgew7w

Loag J. Deek

61 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5
POESIA

(Edoardo Turconi, 3A

62 EtCetera Majorana Gennaio 2023 - N° 5 GIOCHI
)

CORNICI CONCENTRICHE

Difficile.

Ricostruite lo schema aiutandovi con le caselle nere e le lettere già presenti. Le definizioni orizzontali e verticali sono elencate alla rinfusa e i gruppi di due lettere non solo definiti. Il solutore dovrà inserire altre 9 caselle nere. Buona fortuna.

ORIZZONTALI

Il carnivoro più codardo - La più grande sconfitta di Napoleone - Network Time Protocol - Un capo mafioso - Rimorso, rimpianto - L’organizzazione militare di cui fa parte anche l’Italia - L’età opposta alla gioventù - Atipici, fuori dall’ordinarioRifiutate dalla società - Qui si trova il Tribunale Penale Internazionale - Immagini di santi da venerare - Uno dei Simpson - … David: ospitò gli accordi riguardo la questione palestinese nel 1979 - Contributi - Non scrivono in prosa - Una “mano” di vernice - Il personaleche lavora a scuola ma non insegna

VERTICALI

Calmare la fame - Cassa da Morto - Il nome della Sirenetta - L’infermiera che assiste il parto - Strumento musicale elettronico a tasti - Una casa produttrice di camionEccessivamente sentimentale - Appiattire, portare allo stesso livello - Sono dispari nella matita - Narrazione storica divisa in periodi di 12 mesi - Crudeli, privi di emozioni - Le tracce impresse nel terreno - L’orso inglese - Compongono le molecole - La meccanica che studia il moto e l’equilibrio dei sistemi - Davanti a, verso

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