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Impianto fotovoltaico galleggiante, una nuova boa a cui aggrapparci?
AMBIENTE IMPIANTO FOTOVOL TAICO GALLEGGIANTE UNA NUOVA BOA A CUI AGGRAPPARCI?
VERONICA GUARISCO, 1D La lotta per la salvaguardia dell’ambiente si fa ogni giorno più difficile: ogni giorno rilasciamo sempre più anidride carbonica nell’aria, sempre più plastica nel mare e nelle foreste ci sono sempre meno alberi. Siamo diventati degli ospiti indesiderati dal nostro Pianeta, addirittura nocivi, eppure ogni giorno andiamo avanti tranquilli, perché che differenza può fare usare la macchina anche oggi o far cadere un chewing gum sul marciapiede domani, se tanto ci sarà comunque qualcuno che lo farà al posto nostro? Forse, non poi così tanta. Paragonato alla quantità d’inquinamento rilasciata da moltissime aziende tutti i giorni, poi, è proprio una goccia pulita in un oceano di petrolio. Eppure, qualcosa nella coscienza delle persone sta cambiando: forse stiamo davvero iniziando a percepire i danni irreparabili che stiamo infliggendo alla Terra. Per la transizione verso un mondo più pulito, uno dei passaggi chiave è la produzione di energia green, diffusa da ormai molti anni ma non su larga scala. In molti credono che il termine “fotovoltaico” indichi una moderna tecnologia, ma in realtà esso iniziò a circolare già dal 1839, quando il fisico francese Alexandre Edmond Becquerel scoprì quello che lui chiamò appunto “effetto fotovoltaico”, cioè il generarsi di un lieve flusso di corrente elettrica da alcuni elementi metallici esposti al sole. Da allora si cominciarono a inanellare diverse scoperte nel campo dell’energia fotovoltaica, tra le quali l’effetto della luce solare sul selenio, materiale impiegato nei cavi del telegrafo, che se illuminato
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emette una leggera scarica di energia. Sulla scia di questa eccitante scoperta, nel 1879 l’americano Charles Fritts realizza il primo pannello fotovoltaico, costituito da uno strato di selenio e da una pellicola d’oro. Durante il secolo successivo la tecnologia si è evoluta, arrivando a concepire nell’ultimo ventennio impianti solari galleggianti: secondo gli esperti, se i pannelli fotovoltaici vengono collocati su serbatoi o altri corpi idrici offrono un’efficienza maggiore rispetto a quelli a terra. Recenti studi ne evidenziano i molteplici vantaggi, come la possibilità di generare enormi quantità di elettricità senza utilizzare terreni o immobili di valore e la riduzione dei costi di manutenzione rispetto ai pannelli fotovoltaici a terra. Gli impianti galleggianti possono anche aiutare nella gestione dell’acqua, in quanto riducono la perdita di acqua per evaporazione e impediscono la produzione di alghe nocive; l’acqua sottostante mantiene puliti i pannelli solari e riduce al minimo lo spreco di energia, agendo inoltre come una sorta di concentratore naturale di luce. Il primo sistema commerciale di pannelli galleggianti da 175 kWh è stato installato in California presso la cantina Far Niente nella Napa Valley, ma la Cina sarà il Paese che possiederà presto l’impianto fotovoltaico galleggiante più grande al mondo: sarà caratterizzato da una potenza di picco di 150 Mw, apprestandosi così ad entrare nel Guinness dei primati. Il fotovoltaico galleggiante è una nicchia pronta a svilupparsi notevolmente anche in Italia; nonostante gli investimenti iniziali siano più importanti rispetto a quelli previsti per il tradizionale fotovoltaico a terra, i benefici e le prospettive di questa tecnologia giustificano il sostenimento di spese aggiuntive per la realizzazione di zattere ed ancoraggi. Non possiamo dire di non possedere le tecnologie e le risorse per ripulire il mondo: esse esistono. La vera domanda, forse, è se esiste in noi la volontà di farlo.