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Cleopatra chi?

SCUOLA CLEOPATRA CHI?

SOFIA RAVASI, 2D Al giorno d’oggi si sente tanto parlare di sottrazione di diritti, disparità di genere, discriminazioni ed ingiustizie. In un mondo dove i social sono il fulcro della collettività e il mezzo di comunicazione per eccellenza, la divulgazione di fake news,di messaggi d’odio e di stampo razzista sono all’ordine del giorno. Questi canali di telecomunicazione sono oggi però anche strumenti essenziali per la diffusione di ideali come uguaglianza e per la condivisione di una visione del mondo paritaria e priva di etichette. Da definizione “il compito della scuola non è solo quello di istruire, ma anche quello di formare ed educare”. Questa istituzione dovrebbe essere uno dei principali “nuclei” di divulgazione di temi di rilievo come l’uguaglianza di genere. Se però, le spiegazioni e le discussioni, così frequenti in classe, mirate a sgretolare il concetto di patriarcato, non sono accompagnate da un rinnovo delle abitudini, le quali legittimano invece la supremazia dell’uomo, allora i risultati saranno minimi. Immutati negli anni, i programmi scolastici sono incentrati sull’esaltazione della figura maschile e sulla celebrazione di tutte le sue azioni che hanno permesso alla specie umana di evolversi. L’attenzione che viene invece rivolta al ruolo che hanno avuto le donne nella storia è minima in qualsiasi campo e materia scolastica, dalla storia, all’arte, alla letteratura…

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Qualunque sia l’importanza delle loro scoperte, l’audacia delle loro avventure, la portata del loro genio, ven-

gono costantemente sminuite, dimenticate e, in alcuni casi, quasi cancellate dalla storia stessa. * Impegniamo lezioni intere, addirittura settimane, a studiare la storia di Nerone, noto imperatore romano psicopatico, ma non viene spesa nemmeno una parola sulla vita di Cleopatra, grandissima sovrana egizia, che dal 69 al 30 a.C. governò uno dei più importanti regni della storia antica. L’unico motivo per cui viene ricordata sui libri di storia è per via della sua relazione amorosa con Giulio Cesare e Marco Antonio! Mai sentito parlare di Hatshepsut? Molto probabilmente no, ma sicuramente tutti conosciamo Tutankhamon. Hatshepsut visse tra il 1508 e il 1458 a.C., fu la prima donna faraone della storia, nonché, come affermano diverse fonti, una dei migliori sovrani della storia d’Egitto. Studiamo la storia di Pitagora ed Euclide ma non sentiamo mai nominare Ada Lovelace, matematica inglese che inventò la calcolatrice e scrisse il primo programma per computer della storia. Parliamo tanto di Galileo Galilei ma nei programmi scolastici non è presente nulla su Marie Curie. Conosciamo alla perfezione la storia di Picasso, Leonardo da Vinci e Michelangelo ma dalla scuola non sappiamo nemmeno chi sia Artemisia Gentileschi. Siamo costretti ad imparare a memoria passi di opere di Verga e ormai conosciamo a menadito la storia di Renzo e Lucia, perchè allora non spendere qualche parola anche su ciò che hanno scritto Elsa Morante, Grazia Deledda e Alda Merini? Le donne che “hanno fatto la storia” sono in minoranza rispetto agli uomini, perché fin dall’antichità sono state considerate inferiori e sono state precluse loro moltissime opportunità. Ciò non significa nel modo più assoluto, che le loro storie non valgano la pena di essere raccontate. Oggi, che ci stiamo muovendo verso un concetto di uguaglianza di genere sempre più concreto, la scuola dovrebbe aggiornare i programmi di studio, allontanarsi dagli stereotipi e stare al passo con la nuova mentalità, che fortunatamente sta diventando sempre più diffusa tra noi, cittadini del mondo.

*Storie della buonanotte per bambine ribelli (Elena Favilli, Francesca Cavallo)

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