SENZA PACE

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distanza da Roma? Può darsi. Ma anche per quel clima di tolleranza e pluralismo che, nel quadriennio Segui, si è respirato all'ambasciata d'Italia a Kabul. Tornai alla base UE rinfrancato, con la consapevolezza di far parte di un grande Paese che univa gli sforzi per aiutare l'Afghanistan a uscire dalle secche. Carmonia, la cordialità, il rispetto reciproco, la comunità d'intenti tra i vari interlocutori nazionali, notato nella serata appena trascorsa, mi aveva colpito favorevolmente. A Kabul nel 2008, di Italia ce n'era una sola, coesa e determinata.

Ettore Segui, l'uomo che univa Ettore Francesco Segui nasce nel 1956 a Ghilarza, cittadina di cinquemila anime in provincia di Oristano che ha dato i natali all'ambasciatore Angelino Corrias e a Mario Cassari, un nunzio apostolico in prima linea nel conflitto balcanico, oltre che essere luogo d'infanzia di Antonio Gramsci. Ma la famiglia proviene da Oliena, più a est, nel nuorese. Era uno dei più brillanti studenti di Scienze Politiche - ricorda Michele Manca di Nissa, attuale responsabile UNHCR in Chad e suo collega d'università a Cagliari. Da lì il balzo in diplomazia. Muove i primi passi in carriera nella Teheran di Khomeini, un assignment - quello iraniano - che ha portato fortuna a tanti giovani di belle speranze del MAE. Le ossa se le fa a New York, alla missione presso le Nazioni Unite, nella celebrata stagione di Francesco Paolo Fulci. Segui è uno dei più stretti collaboratori dell'ambasciatore di ferro, passato alla storia per le sue battaglie contro l'allargamento, a spese dell'Italia, del Consiglio di sicurezza. Sono anni di lavoro senza sosta - i ritmi di Pulci sono impressionanti, chi si ferma è perduto - ed è li che si abitua a non far più differenza tra giorno e notte. Lo si vede, di frequente, uscire dalla missione italiana alle tre di notte e rientrare all'alba. Un impegno che dà i suoi frutti, come squadra ed anche singolarmente. Sequi gode della fiducia totale di Fulcì: insieme gestiscono i dossier più delicati. Al termine di quell'esperienza, fondamentale per la sua forma zione, torna alla Farnesina, dove al timone c'è Lamberto Dini. Ed è proprio al gabinetto del ministro che Segui viene assegnato. Con l'ex direttore generale di Bankitalia si crea un sodalizio che dura tuttora.

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