IL DIRETTORE RISPONDE
PS Mag 2021 65
Perché mia figlia ha smesso di mangiare? D
a quando è iniziata la pandemia mia figlia, che già aveva da tempo un complesso rapporto con il cibo, ha smesso completamente di mangiare. Ci siamo rivolti a una struttura ospedaliera per farla accogliere e monitorarla. Siamo molto preoccupati. Secondo lei perché si è ammalata? Marta, Milano
L
a pandemia si è rivelata una bomba sulle nostre esistenze, e negli ultimi mesi all’emergenza sanitaria legata al primo soccorso se ne sta affiancando una altrettanto preoccupante e dolorosa: quella della nostra psiche. La storia di sua figlia è un doloroso esempio di un’altra epidemia. Si tratta di un’epidemia sociale legata ai disturbi alimentari che coinvolge 3 milioni di italiani, soprattutto giovani donne e ragazze. Secondo delle recenti stime, 10 adolescenti su 100 hanno un problema del comportamento alimentare; l’anoressia è senz’altro il disturbo più conosciuto, ma anche la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata sono in aumento. Pensare di trovare una sola causa co-
mune è impossibile. Si tratta infatti di disturbi multifattoriali che partono da una predisposizione genetica, ma che possono svilupparsi per motivi differenti. Secondo alcuni studiosi si tratta di una forma
di depressione legata al rifiuto di vivere; in questo caso il rapporto con il cibo diviene lo strumento per produrre un teatro della propria sofferenza. Di certo, siamo di fronte alla manifestazione di un disagio che molti giovani affrontano in silenzio e che non sono capaci di definire. Un tratto spesso condiviso fra chi soffre di questi disturbi è la ricerca di un corpo perfetto, ma anche il tentativo di comunicare con i propri genitori, di creare un dialogo interrotto che produce, soprattutto nei più giovani, un senso di isolamento e di incomprensione. Un rilievo centrale è poi legato all’affermazione di modelli culturali e fisici in cui il corpo riveste un ruolo fondamentale. In questo caso, l’imperativo diventa quello di rispondere a dei canoni e a dei modelli molto rigidi, irraggiungibili, che producono delusione e frustrazione in chi li insegue pedissequamente. Grande ruolo in questa corsa alla perfezione impossibile è quello giocato dal web e dai social media, che diffondono in modo prepotente e rapidissimo un campionario di inarrivabili fisicità. Maggiore è il disagio, l’insicurezza, il senso di vuoto che i ragazzi vivono, più elevata è la rigidità con cui aderiscono a questi stereotipi e la forza con cui li inseguono.
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