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PARLIAMONE
LA BATTAGLIA SOCIAL CONTRO LO STIGMA DELLA PSICHIATRIA
Charity Stars e #Parliamone, le campagne della Fondazione BRF per abbattere il tabù dei disturbi psichiatrici
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di Nicola Pela
La Fondazione BRF Onlus ha tra i suoi obiettivi quello di combattere lo stigma legato alle patologie di ordine psichiatrico, uno stigma che pesa soprattutto sul malato. Il pregiudizio sui disordini mentali porta alla condanna sociale alla colpevolizzazione della persona, che penserà quindi di dover nascondere il suo disturbo e, nei casi peggiori, di isolarsi dal suo contesto sociale per vergogna.
Lo “stigma” non sarebbe tale se a definirlo non fosse un’insegna impressa, o, meglio, un marchio. Nel caso dello stigma di tipo “sociale” questo marchio viene forgiato e impresso dalla comunità cui si appartiene (o, meglio, si dovrebbe appartenere). L’onta porta ad escludere - oggigiorno potremmo dire a “bannare” - l’individuo semplicemente perché lo reputa l’eccezione, qualcosa di pericoloso e limitativo. Dunque proprio lui, questo soggetto, va portato fuori dalla vista o, peggio ancora, va messo in evidenza perché per qualche ragione diverso e fuori dai canoni tradizionali e accettabili.
Per questa ragione la Fondazione BRF Onlus da novembre scorso si è fatta carico di due azioni di sensibilizzazione su due piattaforme diverse. La prima è #Parliamone. Su www.worthwearing. org la campagna ha l’obiettivo di lanciare un messaggio chiaro e deciso, cercando di abbattere i pregiudizi che si portano dietro i disagi mentali. L’obiettivo è chiaro: avere un disturbo mentale non è una vergogna; parlarne, al contrario, è fondamentale per intraprendere un percorso di cura e di accettazione personali,
rompendo così il silenzio assordante che ingloba chi soffre di depressione, ansia, panico, disturbi alimentari.
Importanti firme del fumetto italiano, ma anche internazionale, tra cui Yao Xiao, Carlotta Scalabrini, Alessandro Baronciani, Fabio Magnasciutti e Mario Natangelo, hanno donato una loro opera a favore della campagna. Questo poiché siamo convinti che le immagini abbiano il potere formidabile di suggestionare e far riflettere le persone in questa vita dai ritmi frenetici. Le vignette di questi grandi artisti hanno una potenza fenomenale, capace di farci fermare e rimanere in contemplazione. E questo è senz’altro un primo passo verso la comprensione della sofferenza, del disagio e, più in generale, delle emozioni. Gli artisti hanno così deciso di realizzare delle illustrazioni che oggi personalizzano t-shirt, felpe, taccuini, shopper e tazze. Ecco il link in cui potrete visualizzare lo store online della campagna #Parliamone: www.worthwearing.org/store/fondazione-brf-brain-research-foundation/ parliamone
L’altra azione di assoluta rilevanza è la campagna di fundraising che ha visto la Fondazione BRF Onlus coinvolgere attivamente alcuni personaggi famosi del panorama musicale del calibro di La Rappresentante di lista e di Vinicio Capossela, ma anche dell’ambiente sportivo come, per esempio, il portiere dell’Empoli F.C., Alberto Brignoli. Costoro si sono messi in gioco in aste solidali sulla piattaforma www.charitystars. com. In questo portale no-profit i vip hanno spontaneamente scelto di sostenere in prima persona la nostra campagna di sensibilizzazione e corretta informazione rispetto alle malattie mentali, per abbattere lo stigma sociale e la scarsa conoscenza dei disturbi psichiatrici, ponendosi in prima linea per aiutare chi ha scoperto una nuova fragilità o ha visto compromesso il suo delicato equilibrio psicofisico. Su Charity Stars, dunque, si svolgono vere e proprie aste solidali online in cui il personaggio famoso mette a disposizione dell’associazione un suo oggetto identificativo che verrà poi bandito a partire da un’offerta base. Nel caso della Fondazione BRF Onlus, Vinicio Capossela ha scelto di mettere a nostra disposizione un suo vinile autografato, mentre La Rappresentante di Lista un suo CD ed Alberto Brignoli, il portiere dell’Empoli F.C., ha deciso di donare una sua maglietta ufficiale con dedica personalizzata.
E siamo solo all’inizio. La Fondazione si sta prodigando per coinvolgere ancora più persone famose che possano essere un bacino di risonanza per abbattere lo stigma che pesa come un macigno su chi soffre di disturbi legati alla salute mentale.
Insomma, come afferma a gran voce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non si può parlare di salute dell’essere umano trascurando quella di uno dei suoi organi imprescindibili: il cervello.
Il pregiudizio sui disordini mentali porta alla condanna sociale alla colpevolizzazione della persona, che penserà quindi di dover nascondere il suo disturbo e, nei casi peggiori, di isolarsi dal suo contesto sociale per vergogna. Lo “stigma” non sarebbe tale se a definirlo non fosse un’insegna impressa, o, meglio, un marchio. Nel caso dello stigma di tipo “sociale” questo marchio viene forgiato e impresso dalla comunità cui si appartiene (o, meglio, si dovrebbe appartenere).