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L’INTERVISTA
ONCOLOGIA E COVID NESSUN PAZIENTE È STATO ABBANDONATO
Intervista al dottor Carmine Pinto: «Oggi molti tumori sono curabili. Abbattiamo l’alone di morte e sofferenza che avvolge questa malattia»
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di Carmine Gazzanni
«U n punto deve oggi essere chiaro: nessuno è stato lasciato indietro. Nonostante le tante difficoltà dovute alla pandemia, il modello clinico dell’oncologia italiana ha retto e ha retto bene». Può dirsi soddisfatto Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia, uno dei più autorevoli oncologi italiani. «Più di altri Paesi - continua Pinto intervistato da Professione Sanità - l’Italia è riuscita a garantire la sicurezza dei pazienti e la continuità delle cure». Cosa certamente non facile vista la crisi che gli ospedali e le strutture sanitarie hanno vissuto soprattutto durante il primo lockdown, e che in parte continuano a vivere ancora oggi.
Restano però delle criticità. Quali sono oggi le principali difficoltà per chi opera nel campo dell’oncologia?
Sicuramente la prima ondata ha portato ampie criticità i cui effetti li vedremo anche nei prossimi anni. Il blocco degli screening per i tumori della mammella, del colon retto e della cervice uterina è stato, ad esempio, molto pesante. Ora, c’è da dire che molte Regioni hanno già recuperato questo gap, ma altre, quelle meno dotate e preparate in campo oncologico, potrebbero avere più problemi. Poi c’è tutto il problema, inevitabile, del ritardo delle diagnosi. Tenga conto che nei primi sei mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, ci sono state 30-35% di diagnosi in meno di malattie tumorali. E questo non per-
ché non ci fossero, ma proprio perché non abbiamo potuto diagnosticarle. C’è da dire, però, che questo è un dato che non vale solo per l’Italia: è più o meno comune a tutta l’Europa.
Crede che il ritardo nelle diagnosi porterà a problematiche negli anni prossimi?
Guardi, come dicevo il sistema ha retto e ora sta recuperando questo ritardo. Certo è che gli effetti del blocco di screening e diagnosi li vedremo spalmati nei prossimi 2-3 anni. Pensi allo screening: molto spesso effettuare uno screening in una fase primordiale o iniziale di un tumore ci permette di intervenire e portare a una guarigione immediata del paziente. Questo, soprattutto per quanto riguarda alcune tipologie di tumori, non è avvenuto in alcuni casi.
Crede che i pazienti si siano sentiti abbandonati?
Non credo. Le parlo della mia esperienza: siamo stati sempre a diretto contatto con i nostri pazienti, se non fisicamente quantomeno al telefono. E quando abbiamo potuto riprendere cure e trattamenti, grazie soprattutto all’immane abnegazione di medici e operatori sanitari, abbiamo recuperato i ritardi accumulati col primo lockdown.
Spesso si associa, nell’immaginario collettivo, il cancro alla morte certa. È davvero così?
Assolutamente no. Oggi per la maggior parte di tumori c’è ampia possibilità di sopravvivenza Carmine Pinto. e guarigione. Nell’85-86% dei casi si può sopravvivere al tumore alla mammella, stesso per quanto riguarda la prostata. Ovviamente in questo una diagnosi precoce, ancora una volta con lo screening, aiuta molto, anzi può essere fondamentale. Per quanto riguarda altre tipologie di tumori le cure sviluppate nel tempo, come ad esempio le terapie molecolari, possono dare risultati fino a pochi anni fa insperati. Faccio un esempio: se un decennio fa con un melanoma metastatico le percentuali di sopravvivenza già dopo un anno erano intorno al 30%, oggi anche dopo cinque anni si sopravvive.
Crede che un giorno potremmo arrivare al punto di non temere più le malattie tumorali?
Guardi, il tumore è un elemento naturale, c’è sempre stato, dai tempi dei tempi. Ciò che è cambiato, invece, è il progresso scientifico. Oggi abbiamo strumenti fondamentali per la cura e, ancora più determinante, per la prevenzione. Con la giusta prevenzione oggi possiamo ridurre se non azzerare il rischio di particolari malattie
“La prima ondata ha portato ampie criticità i cui effetti li vedremo anche nei prossimi anni. Il blocco degli screening per i tumori della mammella, del colon retto e della cervice uterina è stato, ad esempio, molto pesante. Ora, c’è da dire che molte Regioni hanno già recuperato questo gap, ma altre, quelle meno dotate e preparate in campo oncologico, potrebbero avere più problemi”.

“Il cancro oggi è una malattia come tante altre: ci sono ampi margini di guarigione. Sono molto più pericolose malattie neurodegenerative per le quali la ricerca scientifica ancora deve percorrere una lunga strada, nonostante i risultati già ottenuti”. tumorali. Penso alle sigarette per il tumore al polmone. O, ancora, al paptest al divieto di utilizzo di amianto. In più abbiamo strumenti tecnologici che permettono di intervenire chirurgicamente in molti casi. Ovvio: ancora c’è molta strada da fare soprattutto su alcune tipologie, penso ad esempio al tumore al pancreas. Ma la strada intrapresa è quella giusta.
Immagino che non ci sia notizia più devastante come quella di avere un tumore. Come si fa a non cadere nel cinismo dinanzi a pazienti a cui dev’essere comunicata una notizia di questo tipo?
La cosa fondamentale è essere sinceri e molto chiari per quanto riguarda cura e trattamento. Il cancro oggi è una malattia come tante altre: ci sono ampi margini di guarigione. Mi creda: sono molto più pericolose malattie neurodegenerative per le quali la ricerca scientifica ancora deve percorrere una lunga strada, nonostante i risultati già ottenuti. Il problema è proprio questo: ciò che bisogna ora abbattere è quell’alone che avvolge la malattia tumorale, un alone per il quale il cancro è solo sofferenza e morte. Oggi, per fortuna, non è più così.
