Imprese & Territorio 05 2020 - Nuove catene globali del valore

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MECCANICA

Produzione ed export in calo. Urgono interventi a sostegno del settore Il 2020 rischia di essere l’anno peggiore della meccanica made in Italy. Per supportare le imprese il governo deve attuare un robusto piano di incentivi

S

iamo il cuore della meccanica strumentale italiana. Secondo i dati Eurostat, ripresi recentemente da un’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato, nel 2019 l’Italia esportava macchinari per un valore complessivo di 82 miliardi di euro. Secondi assoluti nell’Unione Europea a 27, staccati solo - si fa per dire - dai “soliti” tedeschi. Un posizionamento d’eccezione il cui merito va anche, o forse sarebbe meglio dire “soprattutto”, alle imprese dislocate sulla via Emilia. Nelle province di Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini, si producono ed esportano macchinari per un totale di 17,3 miliardi di euro. Più di quanto non facciano importanti economie manifatturiere come Polonia, Svezia e Spagna. Questa leadership, conquistata

Livio Lazzari Referente categoria Meccanica

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n° 05 - 2020

faticosamente, è - come sottolineato dal professore di Economia e politica industriale all’Università di Parma, Franco Mosconi - frutto di un aumento delle produzioni a medio-alta tecnologia e dalla crescita dimensionale attuata da alcune di queste realtà imprenditoriali. I continui investimenti in R&S, capitale umano e information technology, hanno spinto l’economia regionale verso i mercati internazionali, consentendo un rapporto tra esportazioni e PIL a fine 2019, intorno al 40%. Un record, ma soprattutto il principale indizio per capire le ragioni del benessere di questo parte del Paese. È quindi opportuno chiedersi quali ripercussioni avrà Covid-19 su un comparto così importante. Secondo un recente rapporto di Federmeccanica le esportazioni delle aziende metalmeccaniche tra gennaio ed agosto, hanno segnato

un calo del 16,7%, con sofferenze a doppia cifra registrate in tutti i settori. Dalle esportazioni di autoveicoli e rimorchi (-34,7%), a quelle di prodotti in metallo (-20,4%); dalla produzione di macchine e apparecchi meccanici (-19,1%), a quella di computer, radio, TV e strumenti medicali (-10,6%). La caduta della produzione industriale registrata dall’associazione si aggira intorno al 20%. Un dato mai registrato nelle rilevazioni storiche precedenti. Una consolazione arriva in questi giorni dall’ISTAT che, nella sua ultima analisi congiunturale sulle esportazioni del terzo trimestre dell’anno (luglio/agosto/settembre), registra un +2,7% su base mensile. Il merito, neanche a dirlo, è in buona parte proprio della meccanica. Il settore rimane dunque un traino fondamentale per la nostra econo-

059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu


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