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Crisi e Cassa integrazione
Il 2020 per la moda non ha precedenti
Il fatturato nel primo semestre 2020 è a picco, l’80% dei lavoratori ha usufruito della cassa integrazione, gli ordinativi sono calati fino al 50% per due aziende su tre. Ma un’azienda su tre si è riconvertita, ad esempio producendo mascherine, e altre hanno acquisito nuovi clienti. Sono queste alcune evidenze di un sondaggio e un’indagine Lapam Confartigianato sul nostro territorio per il comparto moda. Al sondaggio, i cui dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi Lapam, hanno partecipato soprattutto micro e piccole imprese che lavorano per conto terzi rispetto a chi lavora in conto proprio o con una formula mista. “La crisi è pesante, inutile negarlo, e il comparto sta pagando un prezzo durissimo alla pandemia. Possiamo dire però che la crisi è anche cambiamento – sottolinea Roberto Guaitoli, presidente Lapam Moda -. Per sopravvivere è necessario trasformarci e cercare nuovi sbocchi come hanno fatto le imprese che hanno iniziato a produrre e vendere mascherine e hanno cominciato a lavorare per il biomedicale con camici e altri prodotti specifici…È necessario anche ribadire che il tema della sostenibilità va perseguito, come possibilità di sviluppo per il comparto moda qui sul nostro territorio. Se il fast fashion viene percepito come poco sostenibile abbiamo la possibilità di inserirci nel mercato attraverso la produzione di capi più duraturi e sostenibili, anche come contoterzisti in favore di brand che, oggi, investono sempre più su questo tema”.