N A R R A T IV A
NEO N M A R R A C A S H f t. E L IS A M E L IS S A C O L O M B O , 3 I
Mi svegliai di soprassalto, con il respiro irregolare mentre cercavo disperatamente l’interruttore. Finalmente la luce invase la mia enorme stanza da letto. Mi alzai dirigendomi verso la finestra a grandi passi. La spalancai e un venticello fresco mi colpì il viso. Facevo respiri profondi mentre guardavo l’alba all’orizzonte; un nuovo giorno stava iniziando, per fortuna. Ecco quello che succedeva tutte le volte che provavo a dormire di notte. Incubi. Terribili incubi che t’invadono la testa e non hanno intenzione di andarsene. Il peggiore dei casi era quando, durante le notti più buie e senza stelle, sentivo delle urla strazianti. Potevo svegliarmi, potevo respirare, uscire, correre, camminare, stare in silenzio, urlare, tapparmi le E t C e t e r a M a jo r a n a
38
orecchie. Le grida rimanevano lì. Solo una cosa fa calmare questo strazio: l’arte. Presi un’ultima boccata di aria fresca e andai in cucina per la colazione. Dopo gli incubi la mia fame diminuiva sempre in modo notevole, quindi presi solo una mela e due biscotti con gocce di cioccolato. La colazione è il pasto più importante della giornata? Lo sapevo benissimo. Ma in quel momento stavo ascoltando ciò che mi diceva il cuore, rispetto a ciò che avrebbe voluto la testa. Salì le scale e andai nel mio posto sicuro: la mansarda. Era lì che le mie creazioni prendevano vita. Ed era grazie a loro se potevo permettermi di vivere da sola. Presi i miei ultimi due dipinti e scesi a cambiarmi. Avevo apG iu g n o 2 0 2 2 - N ° 1 0