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Diseducazione civica

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Gelosia

Gelosia

LORENZO BOGO, 5FF

“L’educazione civica è una materia di tipo trasversale che comprende la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società.”: così il sito della sezione italiana di Save the Children definisce il percorso di educazione civica che dall’anno scolastico 2019/2020 entra definitivamente a far parte degli insegnamenti presenti in scuole primarie e secondarie. Esso verte principalmente su tre punti: 1. Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà: educare gli studenti allo studio, alla comprensione e all’interpretazione dei valori fondanti della costituzione e dello stato italiani 2. Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio: educare i giovani alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile 3. Cittadinanza digitale: proporre ai giovani un metodo d’uso cosciente e pensato della rete.

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Andando quindi a parafrasare e a leggere tra le righe si può vedere come l’obiettivo dell’insegnamento di educazione civica sia sostanzialmente quello di formare dei cittadini con spirito critico, in grado di analizzare e comprendere la realtà in cui si trovano e il proprio contesto storico-sociale.

6 Maggio 2021, sul quotidiano online “PrimaMonza” esce un breve articolo in cui si elogia l’efficienza del nostro

istituto nel trasmettere a noi studenti gli insegnamenti di educazione civica: secondo Assogiovani infatti il Liceo Majorana di Desio figura tra le prime 10 scuole superiori, tra le 240 prese in considerazione, per il corretto adempimento degli obiettivi sanciti dal ministero per quanto riguarda, appunto, l’educazione civica.

Non ci sono quindi dubbi: il nostro liceo si occupa a 360 gradi della formazione dei suoi studenti in quanto cittadini, grazie alle varie iniziative culturali e ai programmi di educazione civica. Ma ne possiamo essere così sicuri? Due eventi dello scorso mese hanno, a mio parere, mostrato come l’istituto abbia in realtà carenze non trascurabili per quanto riguarda la formazione civica di noi studenti.

Partiamo dal primo in ordine cronologico: in vista del 17 maggio, ufficialmente riconosciuta come giornata internazionale contro l’omotransfobia, il ministero rilascia un comunicato col quale invita gli istituti di tutti i gradi e indirizzi a creare momenti di confronto e di dialogo riguardanti il tema delle discriminazioni sulla base di orientamento sessuale e identità di genere. Insieme alla direttiva viene fatta arrivare a tutte le scuole una circolare da distribuire agli studenti che, nuovamente, introduce l’argomento della giornata sprona al dialogo (la si può facilmente trovare sul sito del ministero). Al liceo Ettore Majorana di Desio però non succede niente: in bacheca non si vede nessuna circolare e, a parte rare eccezioni, in quasi tutte le classi si prosegue indisturbati con le lezioni, senza che venga mai sollevato il tema dell’omotransfobia. La direttiva del ministero passa quindi inosservata, e si perde un’importante occasione per creare dibattito e formare dal punto di vista civico gli studenti. Eppure l’informazione e l’educazione sul tema delle discriminazioni rientrerebbe pienamente in quello che è l’insegnamento di educazione civica, essendo specificato nell’articolo 3 della costituzione che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione di condizioni personali e sociali.”

23 maggio: ricorre il trentesimo anniversario della strage di Capaci, in cui il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e parte della loro scorta vennero assassinati dalla mafia. Questa volta non giungono direttive e inviti dal ministero

dell’istruzione, ma essendo la morte di Falcone uno degli eventi che più hanno segnato il nostro paese per quanto riguarda la lotta alla mafia mi aspettavo un qualche tipo di iniziativa da parte del nostro liceo; magari non un’intera conferenza con tanto di esperti al riguardo ma per lo meno una circolare che invitava alla discussione. Anche questa volta però non accade nulla: nelle aule regna quasi sempre il silenzio e l’argomento della lotta alla mafia viene, nonostante l’importante ricorrenza, ignorato.

Questi due esempi che ho appena citato rappresentano secondo me delle gravi mancanze da parte del nostro liceo per quanto riguarda l’aspetto dell’educazione civica: non si può pretendere di formare socialmente gli studenti senza affrontare quando possibile temi come discriminazioni e opposizione alla criminalità organizzata.

Questo vuol dire che nella nostra scuola le iniziative socio-culturali offerte agli studenti sono assolutamente insufficienti e in numero troppo esiguo? Assolutamente no, anzi: gli interessanti incontri a tema tenuti da vari esperti non si organizzano sicuramente da soli, e anche certi argomenti trattati nei programmi stessi della materia “educazione civica” non sono certo da scartare per quanto rilevanza sociale.

Sarebbe però un errore dal mio punto di vista il considerare educazione civica come una qualsiasi materia al pari delle altre: benchè la natura interdisciplinare dell’attuale programma le permette di andare a toccare varie tematiche molto diverse tra loro, porta inevitabilmente a tralasciarne alcune che poco si sposano invece alle materie prettamente scolastiche che tutti i giorni studiamo, come appunto ho cercato di far notare nei due esempi che ho citato. La conseguenza maggiore di tutto ciò è che si rischi con questo andazzo di andare a trattare approfonditamente argomenti che poco hanno a che fare con la vita quotidiana dello studente e che di conseguenza suscitano poco interesse. Parlando per esperienza personale: sempre lo scorso mese la mia classe ha tenuto un approfondimento valutato sul tema degli steroidi, che ci ha coinvolti per ben sei ore nell’arco di tre settimane, e ha ricevuto da parte nostra un interesse e un’attenzione praticamente nulli, date secondo me dalla ripetitività del lavoro e dalla poca connessione che personalmente abbiamo con questo tema.

Credo quindi di parlare per grande maggioranza degli studenti se affermo che sia molto più produttivo spendere sei lunghissime ore di lezione su argomenti come discriminazioni sociali e lotta alla mafia che non sugli steroidi.

Un altro problema può essere il fatto che educazione civica si presenti come una materia che richiede valutazioni: così facendo è quasi inevitabile che buona parte degli studenti affronti le lezioni in maniera totalmente disinteressata, pensando solo al modo più semplice e veloce per ottenere un buon voto. Se questo si configura quindi come l’atteggiamento preponderante da parte di noi studenti, gli obiettivi formativi della materia ovviamente non saranno mai raggiunti.

Credo quindi che sia un nostro dovere di studenti quello di far notare le problematiche e le lacune più o meno gravi riscontrate nei programmi di educazione civica e più in generale nelle iniziative e incentivi al dibattito culturale proposti dall’istituto. Se già noi siamo in grado di notare mancanze nella nostra formazione civica vuol dire che gli obiettivi di questa stessa educazione sono già stati raggiunti: solo con una buona dose di capacità critica e di senso civico si può essere capaci di polemizzare in maniera costruttiva sui programmi esistenti, richiedendone la modifica col fine di ottenere per noi stessi quella che riteniamo un’educazione migliore. E’ quindi una prerogativa e un dovere anche di noi studenti agire in maniera attiva per proporre quelli che secondo la nostra visione sono miglioramenti per la scuola, intesa sia in quanto istituto, sia in quanto istituzione.

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