Capitolo 1: L’Ingegneria Clinica
1.3 L’Health Technology Assessment (HTA) L’Health Technology Assessment (HTA) è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l’analisi delle implicazioni medico cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia, attraverso la valutazione di più dimensioni quali l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale e organizzativo. L’obiettivo è quello di valutare gli effetti reali e/o potenziali, sia a priori che durante l’intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che l’introduzione o l’esclusione di un intervento ha per il sistema sanitario, per l’economia e per la società. Prima di vedere l’HTA nel dettaglio è importante inquadrare la sua nascita e sviluppo che ha avuto nel corso degli anni. Si può affermare che l’HTA è una metodologia nata alla fine degli anni ’60 negli Stati Uniti in seguito alla crescente innovazione tecnologica che offriva nuove opportunità diagnostiche e terapeutiche, ma che richiedeva ingenti investimenti. Il termine Technology Assessment è stato introdotto nel 1965 durante la “Committee on Science and Austronautics”, la quale sottolineò che lo scopo principale del TA all’interno del “policymaking”. Nel marzo del 1967, fu fondato il Technology Assessment Board con il compito di studiare una metodologia per l’identificazione, la valutazione e la pubblicizzazione degli impatti e degli effetti della ricerca tecnologica e scientifica applicata. Tra gli anni Ottanta e Novanta sono nate nel mondo numerose Agenzie di H.T.A., in particolare in USA, Canada ed Europa, finanziate principalmente con risorse pubbliche dai governi centrali o regionali. Con il passare degli anni, per migliorare l'efficacia complessiva dei sistemi sanitari è emersa progressivamente l’esigenza di decentralizzare l'H.T.A., a causa delle numerose riforme sanitarie volte ad aumentare il controllo sulle singole aziende erogatrici. Oggi molti Paesi dell’Unione Europea stanno investendo nell’HTA e nella attività ad esso correlate, per esempio in Svezia, lo Swedish Council of Technology Assessment in Health Care (SBU) è finanziato con 5 milioni di euro l’anno; nei Paesi Bassi il Dutch Fund for Investigative Medicine spende 8,6 milioni di euro l’anno per le valutazioni. In Italia lo sviluppo e l’applicazione delle metodologie di HTA ha avuto un incremento negli ultimi anni, sia per la necessità di tagli, sia per la riorganizzazione legislativa del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Il primo vero cambio di tendenza verso una razionalizzazione della spesa si è avuto nel 1993 con la fondazione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AgeNaS), un organo tecnico scientifico di supporto e collegamento tra le Regioni e il Ministero della Salute. Nel 2003, sulla base di un progetto finanziato dal Ministero che aveva come oggetto la qualità e la sicurezza del Servizio sanitario nazionale è nato in Italia il Network Italiano di Health Technology Assessment (NIHTA), che ha poi formulato la Carta di Trento nella quale venivano espressi i concetti fondamentali di riferimento sull’HTA. [5] In base alla tipologia di sistema sanitario e al numero di attori coinvolti e le relazioni tra di essi, è possibile individuare quattro modelli di HTA: •
il modello integrato, rappresentativo dei sistemi sanitari a gestione centralistica, in cui sono presenti una o più agenzie operanti a livello nazionale che governano tutto o una parte del processo di valutazione delle tecnologie sanitarie e le evidenze prodotte da queste hanno un valore prescrittivo per i decisori. (es. Germania, Inghilterra, Francia, Svezia);
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