Il Girasole - jan jun 2020

Page 31

FILOSOFANDO

A

lla Montale cerchiamo sempre di fomentare la creatività, la curiosità, il senso critico. Una iniziativa speciale in tal senso è stata realizzata dal professore di Storia e Filosofia Francesco Trapasso con gli alunni della III Liceo. La sfida è stata quella di fare un’intervista immaginaria a uno dei filosofi studiati durante il semestre. Nello scrivere il dialogo immaginario, gli alunni hanno creato le risposte sulla base del pensiero dell’autore. È stata un’alternativa differente ed efficace per rielaborare criticamente i contenuti in modo autonomo e creativo. Vediamo ad esempio la studentesa Giulia che scelte ha fatto!

Giulia: Stasera il nostro invitato è Baruch Spinoza. Tra i grandi sistemi filosofici del Seicento che celebrano il trionfo della ragione cartesiana, il suo è il più notevole. Famoso per il suo capolavoro “Etica dimostrata secondo l’ordine geometrico”, Spinoza ha un gran successo per la sua concezione panteistica della realtà. Signor Baruch Spinoza, è un onore averLa qui per questa breve intervista, La ringrazio. Come appare dall’introduzione del Trattato sull’emendazione dell’intelletto lo spinozismo nasce nei confronti dei comuni valori della vita e si alimenta della ricerca di un bene vero. Ma cosa intende per bene vero e come pensa che si possa raggiungere la felicità? Spinoza: Il bene vero è un bene capace di colmare la sete umana di felicità. Il modello di bene per me è lasciare i beni materiali e sostituirli per l’ipotetica perfezione ideale, soddisfacendo l’animo, portando letizia e serenità. Ci sono dei beni universalmente agognati dagli uomini che sono vani, a volte pensiamo che siano loro a renderci felici ma in realtà non hanno nulla di bene e nulla di male. Sono beni che non appagano veramente l’animo, sono esteriori e generano inquietudini. Però, che sia chiaro, non intendo colpire i beni comuni in quanto tali, ma in quanto scambiati per il sommo bene e impedimenti del raggiungimento di esso.

Giulia: Può farmi un esempio di bene finito attuale?

Intervista immaginaria Spinoza: Un esempio che trovo adeguato è la ricchezza. La ricchezza può darci una vita “migliore” nel senso che possiamo avere quello che vogliamo dell’ambito materiale. Ma la ricchezza non appaga veramente l’animo e i suoi bisogni profondi. Pensare solo alla ricchezza­— cosa che succede con tante persone in questi giorni — ostacola la ricerca di valori superiori. La ricchezza è esteriore e a volte genera inquietudini. Per questo può essere un bene “vano”.

Giulia: Ci troviamo in un momento difficile, una pandemia. Siamo tutti reclusi in casa e a volte ci annoiamo, ci sentiamo tristi, soli... per Lei, quale sarebbe una “soluzione”? Come potremmo sentirci un po’ meglio in questa situazione? Spinoza: L’unico bene capace di “far riposare” l’animo e di curare la sua inquietudine è meta-finito: l’amore per la cosa eterna ed infinita riempie l’animo di pura letizia. Ovviamente questo non ci rende immuni al virus, ma a ogni tristezza. Anche se riusciamo a liberarci da questa tristezza, abbiamo ancora delle passioni, degli affetti che subiamo, ma provare a sottrarsi alla loro forza è illusorio, vuol dire provare a sottrarsi alle leggi deterministiche che reggono tutto il mondo naturale. In questo senso il libero arbitrio è illusorio.

Giulia: Può farci un esempio? E anche spiegarci cosa intende Lei per la schiavitù dell’uomo? Spinoza: Un esempio sarebbe una pietra, che messa in movimento da una forza esterna, pensi che sia lei a scegliere il suo percorso, il luogo e il momento della sua caduta. La schiavitù [...] è l’impotenza dell’uomo a moderare e a reprimere gli affetti. Se l’uomo fosse solo passione non sarebbe mai libero. Però l’uomo è anche conoscenza e ragione.

Giulia: Lei dice quindi che l’uomo ha due comportamenti: uno passionale e uno razionale. È questo che determina la schiavitù o libertà dell’uomo? Spinoza: Sì, l’uomo può scegliere fra due comportamenti e ognuno di loro avrà delle conseguenze: il comportamento passionale è dettato da una conoscenza inadeguata della realtà, ci si sente passivi; il comportamento razionale è dettato da idee chiare, si è attivi e causa di atti consapevoli. [...] L’uomo deve porsi come soggetto attivo e non passivo della propria tendenza all’autoconservazione.

Giulia: Lei prima ha parlato di “amore per la cosa eterna e infinita”. Sappiamo che per i filosofi cristiani questo significa Dio e la gioia suprema con il suo raggiungimento celeste. E per Lei? Pensa come loro? Cosa vuol dire l’infinito e l’eterno? Spinoza: L’infinito e l’eterno per me si identificano con il cosmo, seguendo una concezione panteistica, e la gioia suprema non col raggiungimento celeste di Dio, ma con l’unione della mente con la natura.

Giulia: Ha detto che segue una concezione panteistica. Può raccontarci un po’ di più? Spinoza: Certo. La mia prospettiva è panteistica perché ritengo che Dio e il mondo siano uno stesso ente. Dio non è fuori dal mondo, è nel mondo e costituisce l’unica realtà globale che è la Natura. La Natura è una realtà increata, eterna, infinita e unica. Nella mia visione panteistica, la natura è Dio stesso, unica Sostanza al contempo materiale e spirituale di tutto ciò che esiste. E per questo affermo: “Dio ovvero la Natura”.

Giulia: Perfetto. La ringrazio di nuovo per aver risposto alle mie domande. È stato un onore e una bellissima lezione di filosofia! Grazie, Signor Spinoza, spero di rivederLa!

Giulia Chiariello

Alunna della III Liceo REVISTA IL GIRASOLE 1º SEMESTRE 2020

31


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Il Girasole - jan jun 2020 by scuola italiana eugenio montale - Issuu