YACINE MANCASTROPPA
Militari statunitensi e violenze sessuali: il caso di Okinawa (1945-2010)
La costante e massiccia presenza di basi militari americane a Okinawa, stanziate alla fine della Seconda Guerra Mondiale, genera ancora oggi non pochi problemi quotidiani agli abitanti dell’isola, in particolar modo alle donne, spesso oggetto di violenze sessuali da parte dei militari statunitensi. In generale è possibile dire che lo stupro è un tema ovunque difficile da affrontare, per una serie di motivi legati a questo reato, come per esempio la carenza di dati a riguardo dovuta soprattutto alla riluttanza delle donne a denunciare questo tipo di abuso che, spesso, deriva dalla scarsa credibilità che viene attribuita alle vittime. Per quanto riguarda la realtà di Okinawa, la trattazione di tale argomento appare essere ancora più complicata per vari motivi. Innanzitutto, i dati disponibili non sono del tutto esaurienti per definire con precisione l’entità del fenomeno e questa frammentarietà consente di ricostruire solo in parte la verità. In secondo luogo, il particolare status di cui hanno goduto i militari statunitensi di stanza a Okinawa durante il periodo di amministrazione statunitense, in parte preservato anche dopo la riunificazione di Okinawa al Giappone nel 1972, non aiuta ad avere un’idea precisa circa le condanne e le eventuali pene comminate ai colpevoli. Come capita spesso nell’affrontare questo argomento, ciò che possiamo affermare con sicurezza è che i casi di stupro denunciati e poi riconosciuti come tali è di gran lunga minore rispetto al numero di violenze consumate realmente. Dunque, quale valore è possibile attribuire a dati che rispecchiano solo parzialmente la realtà? Secondo alcuni studi negli Stati Uniti ancora oggi soltanto uno stupro su cinque (altri studi riportano uno su venti) viene denunciato.1 È importante notare che questi dati si riferiscono a un contesto di pace e quindi suggeriscono come, in un frangente bellico o comunque con un’alta presenza militare, tale percentuale sia ancora più squilibrata a causa di una serie di fattori che fungono da deterrente in tal senso: non bisogna infatti dimenticare le logiche militari, ideologiche e politiche
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Per le statistiche che riguardano le percentuali di stupro che venivano denunciate negli anni Sessanta e quelle che vengono denunciate oggi si veda Susan Brownmiller, Contro la nostra volontà. Uomini, donne e violenza sessuale, Bompiani & C., Milano 1976, pp. 216-217; Patrizia Romito, Un silenzio assordante, FrancoAngeli, Milano 2005, pp. 27-30.