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Sul rinvio della missione ryukyuana a Edo del 1858

MARCO TINELLO

Sul rinvio della missione ryukyuana a Edo del 1858

Le missioni ryukyuane, Edo dachi 江戸立, furono inviate dal governo di Shuri al bakufu nel corso di quasi tutto il periodo Edo, in occasione della successione di un nuovo shōgun (missioni di congratulazioni) e in occasione dell’incoronazione di un nuovo sovrano ryukyuano (missioni di ringraziamento). Queste ultime ebbero inizio nel 1634, mentre quelle congratulatorie furono inviate a partire dal 1644; durante tutto il periodo Tokugawa, giunsero a Edo diciotto missioni ryukyuane, l’ultima delle quali nel 1850.

Nel 1635 fu istituita la nuova carica del Nihon koku taikun 日本国大君, che lo shōgun avrebbe assunto e impiegato nei rapporti con l’esterno. Ciò costituì un passaggio assai rilevante nella politica del bakufu, segnando l’inizio di un progressivo allontanamento dall’ordine mondiale sinocentrico e della creazione di un ordine interstatale nippocentrico, cui la recente storiografia sul tema fa riferimento con l’espressione taikun gaikō 大君外交, ovvero diplomazia taikun.

Le missioni ryukyuane, così come quelle coreane (Chōsen tsūshinshi 朝鮮通信 使), ebbero inizio in concomitanza con la creazione di questo nuovo ordine e per questo furono strettamente legate alla diplomazia taikun, servendo al bakufu per accrescere il prestigio dello shōgun, il taikun del Giappone, all’interno e all’esterno del paese.

L’avvio delle missioni ryukyuane fu, tuttavia, inizialmente dovuto alla determinazione degli Shimazu di Satsuma, che vennero così a disporre di un mezzo efficace per ostentare il proprio prestigio – ad esempio guidando gli inviati fino a Edo o introducendoli alla Corte shogunale – nei confronti di tutto il Giappone, essendo gli unici daimyō che potevano vantare la subordinazione di un regno straniero.

Come hanno dimostrato studi più recenti, tali missioni erano molto importanti anche per lo stesso regno delle Ryūkyū, il quale, approfittando di tali occasioni per enfatizzare le peculiarità della cultura ryukyuana, riuscì a preservare la propria identità e a mantenere un certo grado di indipendenza dal Giappone fino all’inizio del periodo Meiji.1

Numerosi studi hanno evidenziato come i mutamenti prodotti sull’ordine tradizionale sinocentrico dalla crescente pressione occidentale in Asia Orientale a par-

1 Kamiya Nobuyuki parla di una relazione di potere a tre partner sullo sfondo dell’invio delle missioni ryukyuane. Bakuhansei kokka no Ryūkyū shihai, Azekura shobō, Tokyo 1990.

tire dalla metà del XIX secolo ebbero profonde ripercussioni anche sulle missioni ryukyuane. In quel periodo, infatti, in tre occasioni (1855, 1858, 1862) fu previsto l’invio di tali missioni, ma in tutti e tre i casi il bakufu rinviò il progetto, adducendo motivazioni definite come “affari di Stato”.

Per quel che riguarda il rinvio del 1855, gli studi sinora svolti sull’argomento hanno dimostrato come a tale decisione abbia concorso il terremoto che investì Edo in quell’anno.

In merito al rinvio del 1858, Miyagi Eishō sostiene che a causa della scomparsa dello shōgun Tokugawa Iesada il 14 agosto e di quella impovvisa di Shimazu Nariakira il 24 agosto la missione ryukyuana fu infine rinviata al 1862.2 Tuttavia, Miyagi non offre nessun documento che avvalori la sua tesi e, inoltre, non opera nessuna marcata distinzione tra la missione del 1858 e quella del 1862; infatti, benché entrambe le ambascerie fossero designate come missioni di congratulazione, la missione del 1858 era programmata in onore di Iesada, mentre quella del 1862 sarebbe stata pianificata in onore di Iemochi. Essendo diverso il destinatario per il quale le delegazioni erano state progettate appare, pertanto, necessario ricostruirle distintamente.

Per quel che riguarda le ragioni che addussero il bakufu a rinviare la missione del 1858, Kamiya Nobuyuki sottolinea il fatto che, in seguito alla disputa che si venne a creare circa la nomina del successore di Tokugawa Iesada tra la cosidetta fazione Hitotsubashi 一橋派 (della quale facevano parte Tokugawa Nariaki, Matsudaira Yoshinaga, Shimazu Nariakira) che sosteneva Tokugawa Yoshinobu e quella Nanki 南紀派 (composta da Ii Naosuke e i rōjū) che appoggiava Tokugawa Yoshitomi, dopo che Ii Naosuke fu nominato tairō, quest’ultimo con un colpo di mano fece nominare Yoshitomi legittimo erede e, senza aspettare l’autorizzazione imperiale, impartì l’ordine di firmare il Trattato di Amicizia e Commerciale con gli Stati Uniti; gli studi di Kamiya hanno rivelato un nesso tra il rinvio della missione del 1858 e il progetto di Shimazu Nariakira, daimyō di Satsuma, di servirsi della missione ryukyuana per raggiungere Kyoto con il proprio esercito, senza destare sospetti da parte dello shogunato, e occupare la capitale imperiale, come contromisura nei confronti dell’abuso di potere di Ii Naosuke.3

Pur condividendo le ipotesi formulate da Kamiya, mi propongo di dimostrare come, oltre a tali motivazioni, occorra considerare anche altri eventi, finora solo menzionati a titolo di ipotesi da Miyagi, che sembrano aver determinato il rinvio della missione prevista per il 1858, ovvero la scomparsa dello shōgun Tokugawa Iesada e dello stesso Nariakira, entrambe avvenute nell’agosto di quell’anno. Per avallare tale ipotesi, ci si baserà su fonti primarie dell’epoca redatte dal bakufu Tokugawa, dalle autorità di Satsuma e dal governo di Shuri.

2 Miyagi Eishō, Ryūkyū shisha no Edonobori, Daiichi shobō, Tokyo 1982, p. 18. 3 Kamiya Nobuyuki, “Ryūkyū shisetsu no saigo ni kansuru kōsatsu”, Bakuhansei kokka no Ryūkyū shihai, Azekura shobō, Tokyo 1990; “Ryūkyū shisetsu no kaitai”, Ryūkyū ōkoku hyōjōsho monjo, vol. 5, Urasoeshi KyōikuIinkai, Urasoe 1990.

Il rinvio della missione prevista per il 1855

Il dodicesimo shōgun Tokugawa, Ieyoshi, si spense il 27 luglio 1853, e al suo posto, il 23 dicembre dello stesso anno, succedette alla guida del bakufu Tokugawa Iesada. Il 9 febbraio 1854, il rōjū Abe Masahiro, rispondendo ad una petizione del dicembre precedente da parte dello han di Satsuma, nella quale veniva chiesto al bakufu di stabilire il periodo nel quale si dovesse inviare la missione di ringraziamento in onore di Iesada, diede ordine affinché la delegazione venisse programmata per l’autunno del prossimo anno del Drago, ovvero l’autunno del 1856. La missione ryukyuana salpò dal porto di Naha il 2 luglio 1855 e il giorno 12 dello stesso mese approdò a Kagoshima. Tuttavia, il giorno 11 novembre, Edo fu investita da un violentissimo terremoto che sconvolse tutto il Paese.

A causa di questo sisma assai violento, noto come il grande terremoto dell’era Ansei, la residenza di Edo di Shimazu Nariakira subì danni assai ingenti, e ciò indusse lo han di Satsuma a chiedere al bakufu, tramite il rōjū Kuze Yamato-no-Kami Hirochika di rinviare la missione al 1858. Dal seguente documento redatto dai funzionari di Satsuma, si evince che il 10 dicembre il bakufu accolse la petizione degli Shimazu.

In merito all’avvicendamento alla guida dello shogunato, nonostante il bakufu avesse impartito l’ordine affinché [Shimazu Nariakira] accompagnasse la missione di congratulazione da parte del sovrano di Chūzan4 il prossimo anno del Drago, il terremoto e i grandi incendi che hanno investito di recente Edo hanno provocato danni assai ingenti alla residenza [di Shimazu Nariakira] e dintorni; [considerando il fatto che si ritiene] irrealizzabile il completamento delle riparazioni per il prossimo autunno, [il nostro signore] desidera accompagnare la missione il prossimo anno del Cavallo (1858) in concomitanza con il [prossimo servizio di] sankin kōtai. Riguardo a [suddetta] petizione scritta che abbiamo consegnato al rōjū competente, Kuze Yamato-no-Kami, lo scorso dieci dicembre è stato comunicato che ci viene ordinato di operare secondo quanto contenuto nella nostra petizione; affinché questa disposizione venga ricevuta e accolta dal sovrano di Chūzan, è necessario inviarla prontamente al kikiyaku 聞 役5 presso il Ryūkyūkan 琉球館. 6 Anno del Coniglio (1855), dicembre. Ōmi (Matsukawa Kyūhei7).8

Da questo comunicato emerge chiaramente che il bakufu impartì l’ordine di rinviare la missione a causa del terremoto e degli incendi che divamparono per i

4 Nei documenti redatti dal bakufu Tokugawa il sovrano delle Ryūkyū veniva chiamato Chūzan ō 中 山王. 5 Funzionario di Satsuma residente presso il Ryūkyūkan di Kagoshima, incaricato di adempiere a funzioni di intermediazione tra lo han giapponese e il governo di Shuri. 6 Residenza ufficiale dei funzionari ryukyuani a Kagoshima. 7 Karō (capo dei vassalli) di Satsuma. 8 Documento datato il 10 dicembre 1855 (Ansei 2/11/2). Edodachi ni tsuki oosewatasedome, Tōkyō Daigaku Shiryō Hensansho shozō, n. 8.

quartieri di Edo subito dopo.9 Ad ogni modo, per avvalorare questa prospettiva, appare necessario fare alcune considerazioni sull’entità dei danni causati dal sisma. Secondo gli studi di Kitahara Itoko, i danni più ingenti provocati dal grande terremoto dell’era Ansei furono concentrati nella zona della città bassa, o Shitamachi,10 di Edo. Stando a fonti dell’epoca raccolte dalle autorità del bakufu, ci furono circa settemila sinistrati, tra morti e feriti, più di quindicimila abitazioni distrutte e circa millequattrocento edifici adibiti a magazzino crollati al suolo.11 Inoltre, Kitahara sostiene che in merito al crollo degli edifici, nell’area di Shiba, laddove si trovava la residenza degli Shimazu, si registrarono danni assai ingenti.

Da quanto detto sopra, si può comprendere come, a causa del numero assai elevato delle vittime, del cospicuo ammontare di danni materiali e delle notizie che circolavano in merito alla portata della tragedia, a Edo la popolazione sopravissuta si trovasse in uno stato confusionale. Vediamo ora in dettaglio, secondo le stime delle autorità di Satsuma, a quanto ammontarono l’entità dei danni della residenza di Shimazu Nariakira, il quale si trovava nei locali interni del Palazzo, allorché il sisma colpì la capitale shogunale.

Sono andati completamente distrutti 21 locali adibiti a magazzino, 1 fila di case unite dallo stesso tetto, 1 locale adibito alla rappresentazione del teatro nō, 1 edificio adibito a locazione all’interno del portone pubblico (omote 表); nel locale pubblico (omote) riservato alla ricreazione, oltre alla sala, il toritsukenoma 御 取附之間, il ninoma 二之間, la sala di ricevimento e l’atrio del sannoma 三之 間, il portone riservato al daimyō e il corridoio collegato ai seggi più importanti e tutto ciò che vi era vicino. È crollato al suolo l’atrio del palazzo interno (ōoku 大奥); le stanze della consorte, quelle riservate alle altre donne presenti nella residenza e il resto degli edifici interni sono andati distrutti. Il muro esterno costruito di terra e tegole è andato completamente distrutto.12

Da questo documento si può dedurre che all’interno della residenza di Satsuma si ebbero ingenti danni sia nelle sedi adibite ad uso pubblico, espressi in giapponese nel documento con il termine omote, sia negli spazi più interni, indicati con la voce ōoku, riservati alla vita privata dell’entourage del daimyō. In particolare, si può facilmente supporre che gli ambienti pubblici, come la sala presso il locale per la ricreazione, fossero spazi riservati al ricevimento degli inviati ryukyuani. Considerando i gravosi danni subiti da questi edifici e la loro funzione pubblica assai rilevante, la decisione dello han di Satsuma di appellarsi al bakufu, affinché l’invio

9 Miyagi e Kamiya sono concordi nel ritenere che la causa principale del rinvio della missione ryukyuana del 1855 fosse stata il grande terremoto dell’era Ansei. 10 Questa zona ospitava le residenze e le attività dei cittadini comuni di Edo come i piccoli e grandi commercianti, artigiani, negozianti, artisti, ecc. 11 Kitahara Itoko, Ansei daijishin to minshū, Sanichi shobō, Tokyo 1983, pp. 23-31. 12 Kagoshimaken shiryō: Nariakira Kō Shiryō, vol. 2, Kagoshima Shiryō, Kagoshimaken rekishi shiryō sentā reimeikan, Kagoshimaken, 1981, n. 368.

della missione ryukyuana venisse prorogato, sembra rientri in un quadro logico fondato su criteri sia pragmatici che simbolici.

Durante il soggiorno degli inviati ryukyuani a Edo, la missione doveva partecipare a cerimonie ufficiali assai importanti, sia dal punto di vista politico che simbolico, come le tre visite in onore dello shōgun al castello di Edo,13 quella alle residenze di Edo delle Tre Famiglie (gosanke) 御三家 Tokugawa, e il pellegrinaggio al mausoleo di Ueno,14 quest’ultimo pensato dal bakufu per dimostrare come il prestigio di Ieyasu, fondatore dello shogunato Tokugawa, avesse raggiunto i Paesi dell’Asia Orientale. A causa del terremoto, crollò gran parte delle mura di pietra costruite lungo il perimetro esterno del castello di Edo, mentre la parte restante subì visibili danni, e, inoltre, anche le residenze dei gosanke riportarono cospicui danneggiamenti. Tutto ciò ci induce a pensare come, dopo il violentissimo terremoto, risultasse effettivamente assai difficile realizzare la missione secondo il protocollo tradizionale. Per il bakufu Tokugawa, “far vedere” al corteo degli inviati ryukyuani, così come in precedenza era avvenuto con quello dei coreani, l’imponenza e la regalità del castello di Edo come pure lo sfarzo delle residenze dei vari daimyō, era un ottimo mezzo per accrescere il prestigio e l’autorità dello shōgun, e per mostrare l’elevato grado di raffinatezza che aveva raggiunto la cultura giapponese. Tuttavia, la città di Edo, dopo il grande terremoto dell’era Ansei, era completamente diversa dall’immagine della città maestosa di cui il bakufu si compiaceva, e gli abitanti delle zone più colpite dal sisma stavano vivendo in uno stato di paura e confusione. Per queste ragioni si pensa che il bakufu avesse accolto la petizione di Satsuma e dato l’ordine di rinviare la missione di congratulazione, la quale, come da protocollo, avrebbe dovuto sfilare per le vie di Edo. Gli inviati ryukyuani lasciarono Kagoshima e fecero ritorno a Shuri.

Il rinvio della missione programmata per il 1858

Il governo reale di Shuri, in ossequio agli ordini impartiti da Satsuma, inviò nuovamente un’ambasceria congratulatoria nel 1858, in onore di Tokugawa Iesada. Il 7

13 In occasione della prima visita, detta shinken no gi 進見の儀o omemie 御目見, gli inviati ryukyuani portavano formalmente i saluti allo shōgun (anche se in realtà, il protocollo non prevedeva un contatto diretto tra il capo militare e gli inviati), consegnavano la lettera ufficiale del sovrano delle Ryūkyū indirizzata ai rōjū e veniva presentata allo shōgun la lista dei doni portati in omaggio alle personalità più influenti del bakufu; la seconda visita, sōgaku no gi 奏楽の儀, era dedicata all’esecuzione di musiche ryukyuane e cinesi ad opera di musicisti molto giovani. Questa era considerata una delle cerimonie più importanti di tutta la missione e richiedeva molti anni di studio e di preparazione da parte dei musicisti; al termine dell’esibizione veniva offerto dal bakufu un ricco banchetto in onore degli inviati ryukyuani. Durante l’ultima visita, chiamata giken no gi 辞見の儀, che dalla fine del XVIII secolo fu accorpata all’esecuzione musicale e al banchetto per sopperire a problemi economici, gli inviati ryukyuani ricevevano l’autorizzazione ufficiale dal bakufu per poter lasciare Edo e far ritorno nelle isole. 14 In occasione delle missioni del 1644, 1649 e del 1653 gli inviati ryukyuani su ordine del bakufu si recarono in pellegrimaggio al mausoleo di Nikkō; mentre dal 1671, questo lungo, impegnativo e assai costoso viaggio, fu rimpiazzato con una processione fino al mausoleo di Ueno, all’interno dei confini di Edo.

luglio il seishi15 正使, vale a dire l’ambasciatore, il principe Ie Chōchoku, approdò a Kagoshima, mentre il fukushi16 副使, o vice ambasciatore, Yonahara Ueekata (親 方)17 Ryōkyō arrivò il giorno 10. Prima di partire da Satsuma alla volta di Edo, il corteo degli inviati ryukyuani, composto da circa un centinaio di membri, avrebbe dovuto prendere parte a diverse cerimonie ufficiali assai importanti, come recarsi al castello di Kagoshima per portare gli omaggi a Shimazu Nariakira, partecipare ai banchetti ufficiali, assistere allo spettacolo del teatro nō, e altro ancora. L’incontro con Shimazu Nariakira ebbe luogo il 17 agosto.18 Secondo il programma stabilito dai funzionari di Satsuma, gli inviati ryukyuani, scortati dal daimyō (Nariakira) e dagli uomini dello han, sarebbero dovuti partire da Kagoshima il 27 settembre; tuttavia, la morte improvvisa di Shimazu Nariakira, avvenuta il 24 agosto, stravolse il progetto della missione. Si cercherà ora di ricostruire gli avvenimenti principali accaduti a Kagoshima e a Edo attraverso l’analisi di fonti ufficiali.

In data 2 settembre, lo han di Satsuma mise al corrente il governo di Shuri della scomparsa di Nariakira e riferì che, su consultazione con il bakufu, si era deciso di comunicare in seguito le nuove disposizioni in merito all’invio dell’ambasceria ryukyuana:

Nonostante fosse stato stabilito che nell’autunno di questo anno [Nariakira] avrebbe dovuto accompagnare gli inviati ryukyuani a Edo, abbiamo chiesto al bakufu disposizioni in merito alla sua [improvvisa] scomparsa; dato che verranno comunicate in seguito le decisioni prese [dallo shogunato], [si prega di] trasmettere questo comunicato al sovrano di Chūzan affiché possa prenderne visione. [Si richiede] anche di inviare al kikiyaku residente nel Ryūkyūkan il comunicato [con lo stesso contenuto di cui sopra] destinato al seishi e al fukushi che ora si trovano a Kagoshima. Agosto (1858). Suruga19 . 20

15 Il seishi era l’inviato più prestigioso in quanto giungeva in Giappone in veste di rappresentante del sovrano delle Ryūkyū e al quale era stato conferito il titolo di principe; si trattava, in genere, di un uomo sui trentanni legato alla famiglia reale da rapporti di parentela assai stretti. 16 Il fukushi o vice ambasciatore, era il secondo inviato più importante; di solito questa carica veniva affidata a un funzionario sui quarant’anni, di rango elevato, e dal quale il governo si aspettava una brillante carriera in campo politico e amministrativo. Considerata la giovane età del seishi, e la sua funzione prettamente simbolica, la carica più importante alla quale ruotava attorno tutta la missione era il fukushi. Questi era il responsabile principale della realizzazione della missione e a lui rispondevano direttamente molti degli inviati più importanti. 17 Titolo nobiliare di rango elevato del governo reale di Shuri. 18 In un primo tempo il banchetto ufficiale, oryōri wo kudasare, e la partecipazione alla rappresentazione del teatro nō, erano stati programmati per il 17 agosto, tuttavia giacché il gruppo di musicisti giunse a Kagoshima con diversi giorni di ritardo, furono posticipati. Un altro banchetto ufficiale, noto come ozen shinjō, era in programma dopo l’incontro con Nariakira, tuttavia a causa della morte improvvisa del signore di Satsuma non ebbe luogo. Edodachi ni tsuki oosewatasedome, cit. n. 8. Si veda Yano Misako (a cura di), Kinsei Nihon ni okeru gaikoku shisetsu to shakai henyō 3: Taikun gaikō kaitai wo ou, Kamiya Nobuyuki kenkyūshitsu, 2009, n. 52. 19 Si tratta del karō di Satsuma Niiro Hisanori. In data 2 settembre, Kimotsukizamon (funzionario di Satsuma) ricevette l’incarico di trasmettere questo comunicato al Ryūkyūkan; lo stesso giorno, Honda Sōkurō prese visione della comunicazione. 20 Comunicato datato 2 settembre 1858 (Ansei 5/7/25). Edodachi ni tsuki oosewatasedome, cit., n. 71.

Da questo documento si può, pertanto, desumere come lo han di Satsuma avesse alluso al rinvio della missione a causa della scomparsa di Nariakira. Tuttavia, ancor prima che questo comunicato fosse stato redatto, in data 19 agosto, ovvero prima che venisse a mancare Nariakira, il rōjū Naitō Kii-no-Kami Nobuchika aveva impartito l’ordine allo stesso daimyō di Satsuma, di rinviare la missione ryukyuana adducendo motivazioni definite come molteplici e complicati affari di Stato, in giapponese kokujitatan 国事多端.

Addì 19 agosto. La comunicazione che in data odierna Kii-no-Kami ha trasmesso [ai funzionari di Satsuma a Edo] è destinata al signore di Satsuma [Shimazu Nariakira]; in merito alla questione dell’avvicendamento alla guida dello shogunato, allorché [il bakufu] in precedenza aveva ordinato di accompagnare gli inviati ryukyuani a Edo questo autunno, [lo shogunato] dovendo far fronte ad una complicata situazione in materia di affari di Stato sulla quale non può soprassedere (sashioki gataki gokokujitatan no origara ni tsuki 難差置御国事多端 之折柄に付), innanzi tutto impartisce l’ordine [a Nariakira] di prorogare l’invio dell’ambasceria ryukyuana a Edo; [tuttavia come da protocollo] Nariakira deve recarsi a Edo [per il sankin kōtai]. Comprendete bene [queste disposizioni] giacché va trasmesso al signore di Satsuma secondo quanto riportato sopra.21

Successivamente, l’8 settembre, lo han di Satsuma trasmise al governo reale l’ordine ufficiale del bakufu di posticipare la missione:

Allorché avevamo ricevuto l’ordine di accompagnare gli inviati ryukyuani a Edo questo autunno, [il bakufu] dovendo far fronte ad una complicata situazione in materia di affari di Stato sulla quale non può soprassedere,22 in merito all’invio della missione ryukyuana a Edo, innanzi tutto ci è stato ordinato di prorogarla; questa disposizione ci è pervenuta tramite il rōjū Naitō Kii-no-Kami. Affinché il sovrano di Chūzan prenda visione di questo comunicato, come pure, anche il seishi e il fukushi presenti a Kagoshima ricevano queste direttive, [si prega di] trasmettere questo comunicato al Ryūkyūkan. Settembre, Suruga.23

Come menzionato in precedenza, gli studi di Kamiya pongono in relazione gli affari di Stato denunciati dal bakufu con il progetto di Nariakira di servirsi della missione ryukyuana per raggiungere Kyōto senza destare sospetti, e poi proseguire fino a Edo con l’obiettivo di avviare un programma di riforme politiche dello shogunato. Secondo Kamiya, il bakufu, venuto a conoscenza dei piani degli Shimazu, avrebbe rinviato la missione per impedire al daimyō di Satsuma di realizzare il suo progetto eversivo. Dai documenti a disposizione non ci sono dubbi sul fatto che Nariakira stesse progettando di servirsi della missione ryukyuana per far raggiunge-

21 Documento datato 19 agosto 1858 (Ansei 5/7/11). Yashidai Ishinshi Sōsho, 28, Nihon Shiseki Kyōkaihen, Tōkyō Daigaku Shuppankai, Tokyo 1973 (ristampa). 22 Sashiokaregataki gokokujitatan no origara ni tsuki 難被差置御国事多端之折柄ニ付. 23 Comunicato datato 8 settembre 1858 (Ansei 5/8/2). Edodachi ni tsuki oosewatasedome, cit., n. 73. Secondo quanto stabilito nel comunicato, il 2 agosto, il goyōnin di turno, Kawagami Ukon, ricevette l’ordine di trasmettere il comunicato al Ryūkyūkan; Honda Sōkurō prese visione delle suddette disposizioni.

re Kyoto al proprio esercito, tuttavia, non ci sono testimonianze documentarie che avallino la tesi di Kamiya secondo la quale il bakufu avrebbe rinviato la missione per ostacolare i piani di Kagoshima.

A questo punto si cercherà di far luce sugli avvenimenti che intercorsero tra Edo e Satsuma, dall’inizio di agosto sino all’8 settembre, basandoci sul contenuto dei diari personali redatti dal karō di Satsuma, Niiro Hisanori, documenti che sinora non sono mai stati impiegati per la ricostruzione di questa missione ryukyuana.

2 settembre. Verso le otto del mattino, è giunto [a Kagoshima] un messaggero celere24 dello han partito da Edo il giorno 11 agosto. Inoltre, alle otto e mezza circa, è arrivato un messaggero assai celere,25 partito da Edo il giorno 17 agosto. La sera precedente sono giunte a Kagoshima le informazioni che in precedenza avevamo richiesto. [Secondo le informazioni ricevute dal messaggero partito il giorno17 agosto] allorché [era stato comunicato] che lo shōgun (Tokugawa Iesada) era indisposto, [ci viene riferito] che in realtà verso le cinque di sera dello scorso 14 agosto ha esalato l’ultimo respiro; questa comunicazione viene trasmessa con la massima segretezza. Le circostanze attuali sono una questione di vitale importanza per il Paese; [dopo aver appreso tali notizie] ci troviamo in uno stato di disorientamento […].26

Dalla nota del 2 settembre si evince che le autorità di Satsuma di stanza a Edo appresero assai rapidamente la notizia della morte dello shōgun e si adoperarono fin da subito per mettere al corrente prontamente i propri superiori a Kagoshima di questo spiacevole avvenimento. Il messaggio ricevuto dai funzionari di Kagoshima il 7 settembre risulta essere di fondamentale importanza. Vediamo la nota contenuta nel diario di Hisanori relativa a questo episodio.

7 settembre. All’alba, è giunto [a Kagoshima] un messaggero privato, partito da Edo il giorno 22 agosto. La notizia più importante [contenuta nel messaggio] che ci viene comunicata riguarda il rinvio della missione ryukyuana [a causa] di molteplici questioni concernenti lo shogunato (kōhen gojita 公辺御事多); il resto è relativo alla richiesta di informazioni su diverse questioni private. Ci viene riferito che le molteplici questioni di cui sopra sono relative alla scomparsa dello shōgun27 . 28

24 Kyūki ohikyaku 急キ飛脚. 25 Gokugoku kyūhikyaku 極々急飛脚. 26 Annotazione registrata il 2 settembre 1858 (Ansei 5/7/25). Kagoshimaken Shiryō: Niiro Hisanori Zatsufu, vol. 2, Kagoshimaken Shiryō, Kagoshimaken rekishi shiryō sentā reimeikan, Kagoshimaken, 1987, pp. 388-390. 27 Migi no gojita ha kōhen goseikyo no wake nite sōrō yoshi nari 右之御事多ハ 公辺御逝去之訳ニ テ候由也. 28 Annotazione trascritta il 7 settembre 1858 (Ansei 5/8/1). Niiro Hisanori Zatsufu, vol. 2, cit., pp. 388-390.

Secondo quanto riportato da Hisanori nel suo diario, il messaggero giunto a Satsuma era partito il 22 agosto da Edo. Considerando il fatto che si trattava di un corriere privato, si può congetturare che esso fosse stato incaricato dalle autorità di Satsuma presenti nella residenza di Edo, dopo che queste ultime avevano ricevuto in data 19 agosto l’ordine da parte del rōjū Naitō Kii-no-Kami di rinviare la missione ryukyuana. Infatti, secondo le annotaioni di Hisanori, il bakufu impartì l’ordine di prorogare la missione a causa di molteplici questioni concernenti lo shogunato; Hisanori non usa l’espressione sashioki gataki gokokujitatan no origara ni tsuki 難 差置御国事多端之折柄に付, contenuta nei documenti del bakufu, ma impiega il termine kōhen gojita ni tsuki 公辺御事多ニ付. Tuttavia, si ritiene che questa ultima sia l’abbreviazione dell’espressione impiegata dalle autorità di Edo, sintesi operata per rispondere ad esigenze di stile, ovvero quello diaristico, e pratiche, considerando tutta la grande quantità di missive giunte a Kagoshima in quei giorni. Infine, viene annotato come dietro alle sopramenzionate molteplici questioni riguardanti lo shogunato ci fosse, in realtà, la scomparsa di Iesada. In altre parole, si può supporre che Hisanori, dopo aver appreso il contenuto della missiva giunta da Edo, avesse annotato nel suo diario che in realtà la vera motivazione per la quale il bakufu aveva deciso di rinviare la missione era la morte dello shōgun. Pertanto si può supporre che da Edo giunse un ordine ufficiale, che verrà ricopiato e trasmesso il giorno dopo (8 settembre) al Ryūkyūkan, 29 nel quale fu comunicato che tramite il Consigliere anziano, Naito Kii-no-kami, il bakufu ingiunse di prorogare la missione per questioni di Stato, come pure una missiva privata dal contenuto assai segreto, nella quale i funzionari di Satsuma di stanza a Edo rivelarono che dietro le motivazioni ambigue addotte dal bakufu c’era in realtà la morte dello shōgun.

Nei registri di famiglia relativi al principe Ie, si può accertare che alle Ryūkyū fu trasmesso da Satsuma l’ordine di prorogare l’ambasceria per ragioni di Stato che il bakufu si trovò ad affrontare allorché gli inviati ryukyuani si trovavano a Kagoshima, e solo successivamente fu comunicata a Shuri la notizia della morte dello shōgun.30 Pertanto, da questi fatti si evince che a livello ufficiale, vale a dire nei comunicati trasmessi formalmente da Edo a Kagoshima, come pure in quelli inviati da Kagoshima a Shuri, il bakufu prorogò la missione ryukyuana per affari di Stato; tuttavia, parallelamente a questi canali ufficiali, esistevano delle reti di comunicazione di livello ufficioso, come i canali informali tra la residenza di Satsuma di Edo e Kagoshima, dai quali si può desumere che lo shogunato rinviò l’ambasceria a causa della scomparsa di Tokugawa Iesada. Si ritiene che le fonti diaristiche, come il diario di Hisanori che qui abbiamo preso in esame, siano degli strumenti assai importanti per comprendere la molteplicità e la complessità

29 Il documento ufficiale trasmesso da Satsuma al Ryūkyūkan impiega la stessa identica terminologia riportata nel comunicato inviato da Edo a Satsuma, con l’aggiunta di qualche onorifico per riferirsi allo shogunato: sashioki gataki gokokujitatan no origara ni tsuki 難差置御国事多端之折柄に付→Sashiokaregataki gokokujitatan no origara ni tsuki 難被差置御国事多端之折柄ニ付. 30 Naha Shishi: Shiryō (01) (07), Kafu Shiryō 3, Naha, 1982, p. 344.

delle reti di comunicazione, ufficiali e non, esistenti nel periodo Tokugawa, come pure delle testimonianze preziose per conoscere una verità differente da quella raccontata a livello ufficiale.

Tuttavia, perché mai lo han di Satsuma, in data 2 settembre – come abbiamo visto in precedenza – adducendo come motivazioni la morte di Nariakira e la consultazione con il bakufu in merito ad essa, fece allusione al rinvio della missione nel comunicato diretto al governo reale? Per gettare luce su questo punto, innanzi tutto appare necessario tenere ben presente che i tempi di recapito della corrispondenza tra Satsuma e Edo nel periodo Tokugawa erano all’incirca di tre settimane. Secondo Hisanori, lo han di Satsuma (Kagoshima) apprese la notizia della scomparsa di Iesada il 2 settembre. Tuttavia, in data 28 agosto, Hisanori, in una missiva diretta a Nagae Yasu-no-Jō, si espresse nei seguenti termini in merito alla scomparsa di Nariakira:

Anche per quel che riguarda la missione ryukyuana a Edo, nel bel mezzo di questo spiacevole avvenimento [la morte di Nariakira], non vediamo altra soluzione se non quella di rinviarla; [ci troviamo] in una situazione di grande disorientamento. In merito a questa questione [rinvio della missione] dopo aver consultato il bakufu a Edo, riteniamo sia opportuno che al momento più appropriato vi occupiate di dirimere suddetta questione.31

Da questo documento si desume come lo han di Satsuma, in data 28 agosto, non essendo ancora a conoscenza della morte di Iesada, stesse già pensando di richiedere al bakufu la proroga dell’invio dell’ambasceria adducendo come motivazione la scomparsa di Nariakira. In altre parole, non appena venne a mancare il daimyō, le autorità di Satsuma pensarono di appellarsi a Edo affinché venisse concesso il rinvio della missione di Shuri. Inoltre, il 2 settembre, a Kagoshima giunse la notizia della morte di Iesada, ma dal momento che il bakufu non si era ancora espresso sul rinvio della missione (la missiva arriverà il 7 settembre), si ritiene che fosse naturale per Satsuma addurre come causa la scomparsa di Nariakira alludendo alla posticipazione della missione, allorché mise al corrente il governo reale della scomparsa del daimyō in quello stesso giorno. Successivamente, l’8 settembre, avendo ricevuto il giorno precedente, gli ordini impartiti dal bakufu in merito al rinvio della delegazione, nei quali si metteva in relazione la proroga con la questione degli affari di Stato, lo han di Satsuma comunicò alle autorità di Shuri l’ordine ufficiale che stabiliva il rinvio della missione. Da una parte, Satsuma, in data 2 settembre, riferendo di trattative in corso con il bakufu, fece allusione pertanto al rinvio della missione a causa della morte di Nariakira, e dall’altra, l’8 settembre, comunicò alle Ryūkyū che aveva ricevuto l’ordine ufficiale dal bakufu di prorogare la missione per ragioni di Stato.

Il 24 ottobre, gli inviati ryukyuani salparono nuovamente da Kagoshima e il primo novembre approdarono nel porto di Naha.32

31 Questa nota fu registrata in data 28 agosto 1858 (Ansei 5/7/20). Niiro Hisanori Zatsufu, vol. 2, cit., p. 385. 32 Dai Nihon Ishin Shiryō, vol. 3, n. 7, Tōkyō Daigaku Shuppankai, Tokyo 1984, pp. 648-690.

Ichiki Shirō, samurai al servizio di Shimazu Nariakira, nella sua opera Documenti ufficiali sul Principe Nariakira, redatta nel periodo Meiji, in una nota di commento in merito alla questione degli affari di Stato alla quale si appellò il bakufu nell’estate del 1858, chiosa la faccenda come “indispozisione dello shōgun e approdo di navi straniere”.33 Si ritiene che il documento seguente possa avvalorare il contenuto della nota di Ichiki:

A[i seguenti funzionari] Ōmetsuke 大目付, gokanjō bugyō 御勘定奉行, gaikoku bugyō 外国奉行, ometsuke 御目付, gokanjōginmiyaku 御勘定吟味役, In merito all’approdo di navi straniere, allorché siamo in una fase nella quale si presta molta attenzione a ciò che viene detto, ci sono giunte notizie che, a partire dai kunimochi shū 国持衆, 34 fino ai funzionari ai quali siete legati da rapporti amichevoli, ci sono personaggi che manifestano il desiderio di apprendere la verità dei fatti. Si tratta di una situazione assai sconveniente. Per quanto riguarda l’avvicendamento alla guida del bakufu Tokugawa [in seguito alla morte di Iesada], nella parte pubblica (omotegata 表方) [del castello di Edo] non è ancora stata diffusa la notizia; per quel che riguarda la diffusione della notizia pubblicamente, in particolare, giacché se prima [di qualsiasi nota ufficiale sull’argomento] trepelassero i contenuti delle consultazioni in ambito privato ciò potrebbe agitare l’opinione pubblica, si ordina espressamente che da questo momento non venga divulgata [nessuna informazione in merito] non solo agli omote daimyō 表大名35 con i quali siete in amicizia, ma anche ai fudai shū 譜

代衆. 36

Questo documento fu redatto il 16 agosto. In merito all’interpretazione di questo comunicato, si ritiene necessario operare una netta divisione tra la prima e la seconda parte del testo. Nella prima parte, si allude ad alcuni daimyō e funzionari che parrebbero intenzionati a servirsi delle proprie amicizie per accedere ad informazioni riservate, in materia di politica estera; questa, infatti, era una fase assai delicata della politica estera giapponese, in quanto, il 29 luglio, per volontà di Ii Naosuke, il Giappone era stato aperto commercialmente agli Stati Uniti, e il 19 e il 20 agosto, i funzionari del bakufu avrebbero stipulato trattati commerciali rispettivamente con la Russia e l’Olanda, ricalcati sul modello di quello nippo-americano.37 La seconda parte del documento fa riferimento alla crisi interna che si era venuta a creare dopo

33 Kagoshimaken shiryō: Nariakira Kō Shiryō, vol. 3, n. 388, Kagoshima Shiryō, Kagoshimaken rekishi shiryō sentā reimeikan, Kagoshimaken, 1983. 34 Daimyō che possiede uno o più feudi. 35 Si tratta dei tozama daimyō o daimyō esterni. 36 Comunicato datato 16 agosto 1858 (Ansei 5/7/8). Dai Nihon Komonjo: Bakumatsu Gaikoku Kankei Monjo, vol. 26, Tōkyō Daigaku Shuppankai, Tokyo 1972, pp. 708-709. 37 In questa stessa data, per mano di Ii Naosuke, fu creata ex novo la carica di gaikoku bugyō 外国奉行, la quale, sotto la diretta supervisione del tairō e dei Consiglieri aziani, sarebbe stata assegnata a quei funzionari deputati a negoziare con gli stranieri e a sottoscrivere i trattati.

la scomparsa di Iesada (14 agosto) e viene vietato rigorosamente di diffondere alcuna notizia in merito. Laddove nel documento viene riferito che nella parte esterna del castello di Edo non era ancora giunta la notizia della morte dello shōgun, si ritiene che ciò si riferisse agli ambienti pubblici del palazzo dove i funzionari erano deputati a svolgere le attività politiche. Benché Ii Naosuke, con un colpo di mano, avesse già nominato legittimo erede Tokugawa Yoshitomi, la morte di uno shōgun era pur sempre considerata come un evento eccezionale che racchiudeva in sé un certo potere destabilizzante, di cui non si potevano prevedere le reazioni che avrebbe provocato tra i vari daimyō, e per questo era necessaria una certa cautela, così come il rispetto di un preciso protocollo tradizionale, all’interno del castello di Edo, prima di diffonderne la notizia al paese. Per queste ragioni, il bakufu, per circa un mese, si adoperò per tenere nascosto all’intero Giappone la morte di Iesada sotto il sottile velo della “indisposizione” dello shōgun e, solamente il 14 settembre, ne annunciò pubblicamente la scomparsa.38

Concludendo, si ritiene che l’espressione chiave, kokujitatan 国事多端, impiegata dal bakufu nell’estate del 1858, qui tradotto come “molteplici e complicati affari di Stato”, indicasse una situazione di emergenza di carattere nazionale volutamente ambigua, dietro la quale erano celate diverse contingenze che concorrevano ad aggravare la crisi politica. Secondo Ichiki, dietro questa questione nazionale vi erano la pressione esercitata dalle navi straniere e lo stato di degenza di Tokugawa Iesada, mentre per Kamiya c’era il progetto di Nariakira di servirsi della missione ryukyuana per raggiungere la capitale imperiale. Tuttavia, si ritiene che quelle proposte da Ichiki e Kamiya, vale a dire circostanze legate alla pressione occidentale e agli effetti prodotti da questa pressione in Giappone, debbano essere considerate come delle contingenze avvenute sullo sfondo della decisione presa dal bakufu di rinviare la missione. Mentre come si evince dalle annotazioni trascritte nelle pagine dei diari di Hisanori, si pensa che fosse stata la scomparsa di due personaggi chiave nella diplomazia tra Edo e Shuri, ovvero quella dello shōgun e quella di Shimazu Nariakira, la vera causa che direttamente concorse a provocare la situazione di crisi nazionale. Dal momento che la personalità di grande prestigio, la quale avrebbe dovuto accompagnare la missione ryukyuana in veste di daimyō dello han di Satsuma, e la massima autorità politica del Giappone, in onore della quale l’ambasceria era stata programmata, erano venute a mancare, appare del tutto naturale e pragmatico che il bakufu avesse deciso di rinviare la spedizione della delegazione. Pertanto, si ritiene che l’analisi di questo episodio possa gettare luce su uno dei molteplici aspetti legati ai cerimoniali delle missioni ryukyuane a Edo, vale a dire che la scomparsa dello shōgun Tokugawa, come pure quella del daimyō di Satsuma, implicavano senz’altro il rinvio di tali ambascerie, anche se a livello ufficiale si reputava necessario celare queste decisioni con espressioni intenzionalmente elusive. Diversamente da ciò, si ritiene che il progetto eversivo di Nariakira e l’inquetudine causata dalla presenza delle navi straniere rappresentassero due delle tante proiezioni originate dalla pressione occidentale esercitata sul Giappone durante il periodo noto come bakumatsu.

38 Tokugawa Jikki, vol. 13, Yoshikawa Kōbunkan, Tokyo 1976, pp. 511-527.

Schema dei fatti principali avvenuti a Kagoshima e a Edo tra il 7 luglio e il 24 ottobre 1858

Kagoshima

7 luglio: approdo dell’ambasciatore, il principe Ie. Edo

14 agosto: muore lo shōgun Iesada.

16 agosto: il bakufu vieta di rendere di pubblico dominio la notizia della scomparsa di Iesada.

19 agosto: il rōjū Naitō Kii-no-kami (a Edo) ordina a Shimazu Nariakira di rinviare la missione ryukyuana a causa di affari di Stato.

24 agosto: muore Shimazu Nariakira.

(Diario di Hisanori): 28 agosto. Niiro Hisanori comunica a Nagae Yasu-no-jō che sono state avviate le consultazioni con Edo sul rinvio della missione ryukyuana a causa della morte di Nariakira.

2 settembre: Satsuma riferendo a Shuri di trattative in corso con il bakufu fa allusione al rinvio della missione a causa della scomparsa di Nariakira. (Diario di Hisanori): Messaggero partito da Edo il 17 agosto annuncia la scomparsa di Iesada.

(Diario di Hisanori) 7 settembre: messaggero partito da Edo il 22 agosto trasmette l’ordine di rinviare l’ambasceria per molteplici questioni concernenti lo shogunato. Secondo Niiro si tratta della morte dello shōgun.

8 settembre: Satsuma comunica ufficialmente alle Ryūkyū che il bakufu ha impartito l’ordine di prorogare la missione a causa di affari di Stato.

24 ottobre: gli inviati ryukyuani ripartono da Kagoshima. 14 settembre: il bakufu annuncia pubblicamente la scomparsa dello shōgun Iesada.

On the Postponement of the Ryukyuan Embassy of 1858

In this paper I examine the postponement of Ryukyuan embassies during the final years of the Tokugawa period. The last Ryukyuan embassy to Edo was sent in 1850 for the purpose of thanking the bakufu for the enthronement of Shō Tai as the king of Ryūkyū. While subsequent Ryukyuan congratulatory embassies were planned for the respective appointments of Tokugawa Iesada and Iemochi as shōgun, the bakufu ordered the postponement of such diplomatic missions on three occasions: 1855, 1858, and 1860. Focusing on the planned but later aborted mission of 1858, I provide a close examination of the diaries of Niiro Hisanori, the chief retainer of Satsuma, and demonstrate that the deaths of Iesada in Edo and Shimazu Nariakira in Kagoshima were the reason behind the bakufu’s postponement of the Ryukyuan embassy.

一八五八年の琉球使節派遣の延期について

ティネッロ・マルコ

本稿は幕末における琉球使節の延期について考察した。琉球使節の最 後の江戸立は、一八五〇年に江戸まで参府した尚泰のための謝恩使で あった。しかし、その後も、第一三代将軍徳川家定、第一四代将軍家 茂の将軍襲職に際して琉球使節の慶賀使派遣の計画が立てられた。だ が、徳川幕府は一八五五年、五八年、六〇年の三回とも、全てについ て江戸立派遣の延期を命じた。一八五五年の延期の理由は安政大地震 によるものであるので、先行研究に従いたい。一八五八年の江戸立の 延期に関して、紙屋敦之氏は、島津斉彬が幕府の政治を改革するため に琉球使節の江戸立を薩摩藩の軍事計画の隠れ蓑として利用する計画 があったことを述べている。本稿では、五八年の琉球使節の延期につ いて、幕府は、江戸立を受ける徳川家定がなくなったこと、また、同 じ時期に鹿児島では、琉球使者を召し連れる斉彬も亡くなったことを 理由に琉球使節の延期を命じたことを薩摩藩家老の新納久仰の日記を 通じて明らかにした。

Immaginari narrativi: il periodo classico