Radici Cristiane n. 168

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Editoriale

La Mostra sull’Inferno alle Scuderie del Quirinale. Considerazioni di un visitatore La Mostra delle Scuderie, a Roma, non celebra l’inferno, ma ci parla di questo mistero di Giustizia troppo spesso ignorato dai Pastori di anime nella loro predicazione e nella loro catechesi, riportando alla luce una tragica verità escatologica, senza ispirare nei visitatori il fascino di Satana, bensì richiamando l’orrore delle sue pene. di Roberto de Mattei

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n alcuni ambienti del tradizionalismo cattolico nelle ultime settimane è stato lanciato l’allarme contro il carattere satanico di una mostra, che si è aperta il 18 ottobre 2021 alle Scuderie del Quirinale, sul tema dell’Inferno. Purtroppo, negli ambienti della destra politica e religiosa, si parla spesso di ciò che non si conosce. E poiché io la Mostra l’ho visitata, voglio tranquillizzare chi se ne sia fatto un’idea sbagliata. Innanzitutto è importante sapere che i curatori dell’evento sono lo storico dell’arte Jean Clair e sua moglie Laura Bossi, che con quest’iniziativa, hanno voluto rendere omaggio a Dante nel settimo centenario della sua morte. Nessuno di essi appartiene al campo della cultura progressista. Jean Clair, pseudonimo di Gérard Régnier, accademico di Francia, è uno dei pochi storici dell’arte che ha osato criticare a fondo l’arte moderna, con opere (ne cito l’edizione italiana) come Critica della modernità. Considerazioni sullo stato delle belle arti (Umberto Allemandi, 1984), De immundo (Abscondita, 2005) e Processo al surrealismo: Del surrealismo considerato nei suoi rapporti con il totalitarismo e i tavolini medianici (Fazi, 2007). Di Laura

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La Porta dell’Inferno di Auguste Rodin (nella foto, su licenza Creative Commons), posta all’inizio del percorso espositivo, esprime non la soddisfazione, ma «tutta la disperazione dei dannati, che invano cercano di scuoterne gli implacabili battenti», come scrivono Chloé Ariot e François Blanchetière, nel catalogo della Mostra.

Bossi, una neurologa specializzata nei rapporti tra medicina e filosofia, ricordo l’interessantissima Storia naturale dell’anima (Baldini Castoldi, 2005), in cui demistifica il concetto di morte cerebrale. Ma ciò che più importa è il contenuto della mostra, che non è dedicata al demonio, ma all’Inferno ed, in particolare, all’Inferno dantesco. La distinzione è importante, perché i cultori del satanismo amano parlare del demonio, dipingendolo in maniera seducente, ma evitano di ricordare l’esistenza dell’Inferno, che essi negano. La Mostra delle Scuderie riporta invece alla luce questa tragica verità escatologica e non ispira nei visitatori il fascino di Satana, ma l’orrore dell’Inferno e delle sue pene. Una frase dello storico dell’iconografia medioevale Jérôme Baschet, che, nella mostra, commenta un’immagine della bocca dell’Inferno, è significativa: «L’Inferno è altrettanto terribile e minaccioso quanto il mostro che lo rappresenta». La Porta dell’Inferno (1917) di Auguste Rodin, che tanto fa scandalo, è stata posta all’inizio del percorso espositivo a immagine della porta evocata da Dante nel III canto dell’Inferno. Essa è stata scolpita sul modello della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti R A D I C I

C R I S T I A N E


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