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Una persecuzione feroce e silente di Mauro Faverzani
by Radici Cristiane - Il mensile che si richiama ai valori perenni della Civiltà europea e occidentale
Una persecuzione feroce e silente
Serpeggia silenziosa «tamquam leo rugiens», si cela dietro pretestuosi veti ed intolleranti diktat, ma colpisce, dura, feroce e persecutoria: la controcultura anticristiana, prepotentemente dilagante in Occidente ed ideologicamente maggioritaria, è assetata di nuove vittime. Una lotta impari umanamente, ma già vinta sul piano trascendente, perché su tutto si impone una certezza: «Non prævalebunt».
di Mauro Faverzani
Serpeggia silenziosa, mietendo vittime: teste, cuori e soprattutto anime vengono immolati sul sinistro altare della controcultura anticristiana, prepotentemente dilagante in Occidente, ideologicamente maggioritaria ed assetata di nuovi adepti.
A volte si manifesta in modo esplicito, come in una scuola del Mississippi, dove ad una studentessa di 9 anni è stato letteralmente vietato di indossare la mascherina con la scritta «Gesù mi ama» col solito pretesto della “libertà religiosa”. La madre dell’alunna, per nulla scoraggiata, ha fatto causa al preside ed all’intero consiglio scolastico ed ha vinto. I vertici dell’istituto, per la verità, sono ancora convinti di aver ragione, ciò nonostante hanno dovuto, obtorto collo, togliere, almeno per ora, quell’assurdo e fazioso divieto.
A volte, invece, quest’apostasia silenziosa e socialmente persecutoria, preferisce aggirare l’avversario «tamquam leo rugiens», non sfidarlo frontalmente, colpirlo feralmente, annientandone i valori nell’immaginario collettivo, svuotandone gli ideali nel sentire popolare ed azzerandone gli assiomi nella testa della gente. È un nemico dai mille volti, un nemico che sorride rassicurante, blandisce mansueto, ammansisce incoraggiante. Segni della sua avanzata se ne trovano ormai, purtroppo, ovunque.
In una scuola del Mississippi, ad una studentessa di 9 anni è stato vietato d’indossare la mascherina con la scritta «Gesù mi ama». La madre dell’alunna ha fatto causa al preside ed all’intero consiglio scolastico ed ha vinto.

L’azienda americana GoDaddy, che si occupa di gestione dei dominii su Internet e di servizi di hosting web, ha smantellato il sito di Texas Right to Life, divenuto in poco tempo un riferimento sicuro per reclami e denunce contro le violazioni alla nuova legge sul «battito cardiaco», restrittiva sull’aborto, varata nello Stato americano.
Rappresenta certamente un attacco frontale alla dottrina ed alla fede cattolica la risposta data ad un giornalista dal presidente americano Biden (nella foto), che ha dichiarato di «non credere che la vita inizi al momento del concepimento», esattamente l’opposto di quanto ha ripetutamente e pubblicamente sostenuto in passato.
La contraddittorietà di Biden
Ad esempio, rappresenta certamente un attacco frontale alla Dottrina ed alla fede cattolica la risposta data ad un giornalista lo scorso 3 settembre dal presidente americano Biden, che ha dichiarato di «non credere che la vita inizi al momento del concepimento», esattamente l’opposto di quanto ha ripetutamente e pubblicamente sostenuto in passato, ad esempio in occasione di un’intervista nel settembre 2008, nonché di un dibattito contro il repubblicano Paul Ryan nel 2012. È un’altra maschera caduta dal volto di un sedicente cattolico sempre più solo di facciata, ma non di sostanza, tanto da spingere il vescovo di Madison, mons. Donald Hying, a commentare su Twitter: «Si è sempre sostenuto che il presidente Biden sia personalmente contrario all’aborto[…] Oggi abbiamo tutti appreso invece la dolorosa ed inquietante verità». Val la pena ricordare in merito, infatti, cosa reciti il n. 2270 del Catechismo della Chiesa Cattolica: «La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo asso -


luto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita»: parole, che suonano come un giudizio inequivocabile ed inappellabile non solo verso le parole del presidente Biden – che, se fosse realmente cattolico, come va proclamando ad ogni pié sospinto, non potrebbe in coscienza contrapporsi alla retta Dottrina –, ma anche verso la decisione di smantellare un sito pro-life del Texas, decisione assunta dall’azienda americana GoDaddy, che si occupa di gestione dei dominii su Internet e di servizi di hosting web. Perché un provvedimento tanto drastico? Perché questo sito, Texas Right to Life ha scatenato le ire dei filo-abortisti, divenendo in poco tempo un riferimento sicuro per reclami e denunce contro le violazioni alla nuova legge sul «battito cardiaco» varata nello Stato americano, legge che vieta l’aborto dopo la sesta settimana di gravidanza ovvero dopo il rilevamento del battito cardiaco fetale e che è pertanto diretta a colpire chiunque aiuti o favorisca l’aborto di bambini «a cuor battente». Nonostante il ricorso presentato da Planned Parenthood e dall’American Civil Liberties Union, la Corte Suprema non ha ritenuto di bloccare la normativa. Ed ora sono circa 150 ogni giorno i bambini salvati grazie alla leadership acquisita in questo campo dal sito contestato. Secondo GoDaddy, ciò significa «violare i termini di servizio», per i pro-life ciò significa salvare vite umane. Per cui Texas Right to Life ha trasferito tutti i propri contenuti ad un altro fornitore ed ha ripristinato il servizio nel giro di un paio di giorni, con buona pace del precedente gestore di hosting web.
L’animalismo del ministro Darias
Le cose non vanno meglio però nella vecchia Europa, dove il ministro della Salute spagnolo, Carolina Darias, in occasione della terza sessione del vertice dei ministri della Salute dei Paesi del G20, svoltasi a Roma, ha posto sullo stesso piano «la salute umana,la salute animale e l’ambiente», senza «più limiti o differenze». «È molto importante muoversi verso il concetto di una sola salute», ha dichiarato, il che cozza contro il n. 2415 del Catechismo, ove si parla espressamente di una «signoria» dell’uomo «sugli essere inanimati e sugli altri viventi, accordata dal Creatore», pur in «un religioso rispetto dell’integrità della Creazione». Specifica il Catechismo: «Si possono amare gli animali; ma non si devono far oggetto di quell’affetto, che è dovuto sol-

Il ministro della Salute spagnolo, Carolina Darias (nella foto, su concessione Ministry of the Presidency. Government of Spain, mpr.gob.es), in occasione del vertice dei ministri della Salute del G20, ha posto sullo stesso piano «la salute umana, quella animale e l’ambiente», senza «più limiti o differenze»: «È molto importante muoversi verso il concetto di una sola salute».

Umanamente la violenta guerra, scatenata da un ateismo sfigurato e feroce contro la fede cattolica, si svolgerà sul piano trascendente, vale quanto detto dalla Madonna a Fatima (nella foto, su licenza Creative Commons): «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà». tanto alle persone» (n. 2418), nonché «è pure indegno dell’uomo spendere per gli animali somme che andrebbero destinate, prioritariamente, a sollevare la miseria degli uomini», a dire che, insomma, una differenza ontologica, una gerarchia assiologica tra uomini ed animali c’è, esiste e non è una mera invenzione, con buona pace del ministro iberico. Anche perché, in caso contrario, i rischi e le aberrazioni sono dietro l’angolo e si finisce, col pretesto di voler tutelare l’ambiente e salvare il pianeta, per includere i programmi di contraccezione e lo stesso aborto tra le misure da finanziare per fronteggiare il cambiamento climatico, come chiesto, in occasione dello scorso COP26 dell’Onu (ovvero il summit dedicato dalle Nazioni Unite alle tematiche ecologiste) da 60 Ong internazionali pro-choice, che hanno mostrato il vero volto maltusiano del neo-ambientalismo.
Sempre in Spagna, la legge sull’eutanasia, approvata a maggioranza dal Congresso dei Deputati, è stata definita a chiare lettere «iniqua ed indegna», nel corso dell’omelia per la Messa solenne in onore di san Giuseppe, tenuta dal cardinale arcivescovo di Valencia, card. Antonio Cañizares, il quale ha aggiunto: «Così non c’è futuro», in linea con quanto contenuto nel n. 2324 del Catechismo della Chiesa Cattolica: «L’eutanasia volontaria, qualunque ne siano le forme ed i motivi, costituisce un omicidio. È gravemente contraria alla dignità della persona umana ed al rispetto del Dio vivente, suo Creatore».
«Il mio Cuore Immacolato trionferà»
Umanamente la violenta guerra, scatenata da un ateismo sfigurato e feroce, contro la fede cattolica, appare per quest’ultima persa in partenza, carente di mezzi, di risorse, di uomini, di spazi, di opportunità, tutte cose di cui viceversa abbonda l’avversario. Ma, poiché la battaglia prevedibilmente non si svolgerà sul piano terreno, bensì su quello trascendente, dove, grazie a Dio, valgono altre regole, vigono altre strategie e vincono altri sistemi. Qui, a contare, è il «Non prævalebunt» ricordato nel Vangelo di Matteo («Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa», cioè la Chiesa, Mt 16, 17-18) ed è il messaggio rassicurante e confortante della Madonna a Fatima: «Infine il mio Cuore Immacolato trionferà». È questo ciò che realmente conta.