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Parma ironica e poco “mansueta”
Parma e l’opera
All’alba del Seicento, il duca Ranuccio I costruisce il sorprendente teatro ligneo Farnese, che viene inaugurato nel 1629 nientemeno che da una partitura di Monteverdi, il primo genio dell’opera (nella foto di Stefano Sansavini, su licenza Creative Commons, un dettaglio dei palchi del teatro).
Teatro Farnese, teatro Ducale, teatro Regio, teatro Reinach: il rapporto tra Parma e l’opera è datato e consolidato. Nell’arco di oltre quattro secoli, si giunge alla diffusione del melodramma anche tra le classi sociali meno elevate, si raffina il gusto, si affina l’orecchio e l’abitudine diviene passione. E così, ad attendere artisti ed orchestre, c’è il temperamento, battagliero e vivace, del pubblico parmigiano…
Stefano Torelli
I
l rapporto di Parma con il teatro cantato nasce molto presto. All’alba del Seicento, il duca Ranuccio I costruisce il sorprendente teatro ligneo Farnese, che viene inaugurato nel 1629 nientemeno che da una partitura di Monteverdi, il primo genio dell’opera. Ma è una falsa partenza, non è da lì che può nascere un amore: le note non ci sono arrivate (riscoprirle resta il sogno proibito di un musicologo) ed, a tale straordinaria apertura, non fa seguito alcuna tradizione di rappresentazioni. Il Farnese viene usato in tutto nove volte nei circa 110 anni, che dura ancora la dinastia. N O V E M B R E
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Arrivano poi sul trono del piccolo Stato i Borbone: nella loro lungimirante politica culturale, rivalutano il teatro ducale, aperto da Ranuccio II nel 1688 all’interno del Palazzo di Riserva, e patrocinano specialmente l’oggi troppo poco noto ed eseguito Tommaso Traetta. A tale teatro, sul cui sito insistono oggi le Poste Centrali, viene ammesso talora anche pubblico borghese pagante e certamente l’opera inizia allora ad occupare un posto nella società; quando Mozart nel 1770 passa da Parma, ci lascia mirabolanti notizie di un soprano, Lucrezia Agujari, capace di toccare il do 6, un’ottava sopra il do sopracuto; però non si può pensare ancora ad un coinvolgimento popolare. 31