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Dossier
Pare che il testo più antico reperibile in dialetto sicuramente parmigiano sia quello annotato alla fine del Cinquecento dal conte Pomponio Torelli (nella foto), apprezzato tragediografo in lingua italiana, latinista, precettore del duca Ranuccio Farnese.
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Quell’’ “arlìa” leggera Nessun forestiero si aspetta che esista una “letteratura dialettale parmigiana”. E invece c’è. Complessa, compresa da pochi, tuttavia razionale e coerente. È ricca di bozzetti, paesaggi, quadretti di costume, dialoghi familiari, strofette e proverbi. Con una decisa prevalenza di quella che si chiama “arlìa”, un’ironia leggera, un modo di prender le cose sdrammatizzante, una presa in giro arguta e alla buona.
Stefano Torelli
R A D I C I
C R I S T I A N E