Radici Cristiane n. 155

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Dossier Un accordo indigesto L’accordo firmato dalla Cei e dal governo Conte ha trovato resistenze, spesso fiere e ferme, proprio tra il clero, nelle parrocchie. Preti, che definiscono quanto concordato a Roma un «sacrilegio». E spiegano il perché. Pubblicamente.

Mauro Faverzani

S

«La Comunione data come previsto dall’accordo Cei-governo comporta tre sacrilegi – spiega don Leonardo Ricotta (nella foto, in un video apparso sul canale di «Cooperatores Veritatis») – Darla nella mano; mettere il Corpo di Cristo nella plastica; gettare nell’immondizia il guanto monouso, che ha toccato il Corpo di Cristo. Mi rifiuto di farlo».

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aranno anche frutto di un accordo firmato dalla Cei e dal governo Conte, ma le linee-guida per celebrare la Santa Messa non sono piaciute ad un numero crescente di preti. E quella che il quotidiano Avvenire ha definito «creatività pastorale» è stata sempre più rifiutata da sacerdoti, per nulla disposti a commettere sacrilegi, preti diocesani e non, non necessariamente legati alla Tradizione, ma attenti ad evitare rischiosi passi falsi: «La Comunione data nel modo previsto comporta tre sacrilegi – spiega don Leonardo Ricotta – Dare la Comunione nella mano è sacrilegio; mettere il Corpo di Cristo nella plastica è un secondo sacrilegio; gettare nell’immondizia il guanto monouso, dopo che ha toccato il Corpo di Cristo, è un terzo sacrilegio. Ergo, nella libertà della mia coscienza, mi rifiuto di fare una cosa del genere». Ed i fedeli? «Faranno la Comunione spirituale». Quando don Ricotta ci ha rilasciato quest’intervista, era ancora parroco della chiesa di Sant’Agata, a Palermo-Villabate: pochi giorni dopo, secondo le fonti ufficiali ovvero diocesane, si è dimesso dall’incarico. La cornice di tale decisione ed il contesto in cui è maturata sono ignoti.

«Non si getta Gesù!»

Altri sacerdoti, comunque, hanno deciso di“disobbedire”alle linee-guida, dando la S. Comunione senza guanti. E sulla bocca. Don Pietro Cutuli della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, ad esempio, ha realizzato un video, in cui ha spiegato perché: «Non c’è nessuna evidenza del fatto che sia più pericoloso ricevere la Comunione sulla bocca piuttosto che sulla mano – ha dichiarato – anzi in molti casi potrebbe essere l’esatto contrario. Con le mani noi tocchiamo tutto». Non solo: «Anche nel più piccolo frammento dell’Ostia Santa vi è tutta la Presenza di Gesù in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Ricevere Gesù sui guanti significa che qualche pezzettino, qualche frammento di Ostia possa rimanere sui guanti e poi, essendo monouso, essere gettato e finire nella spazzatura. Non è un rischio ipotetico, è un rischio reale».

Il punto critico dell’accordo

A far problema è stato subito il punto 3.4 del protocollo sottoscritto dal presidente della Cei, mons. Gualtiero Bassetti, e dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Recita: «La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso. Gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – abbiano cura di offrire l’Ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli». Ma questa, afferma don Cutuli, «dal punto di vista della fede, è una profanazione del Santissimo Corpo e Sangue del Signore. È sufficiente che il sacerdote igienizzi le mani. E non può essere neppure obbligato ad utilizzare i guanti, poiché questa non è una norma ecclesiale, fa parte soltanto di un protocollo d’intesa tra lo Stato e la Chiesa, protocollo che peraltro non rispetta neppure il Concordato. Quindi, su questo punto possiamo fare R A D I C I

C R I S T I A N E


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