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Letture consigliate

Sebastiano Valfré L’epistolario (1651-1710). Scritti di un fedele dispensatore dei misteri di Dio

Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Torino 2017, p. XLX-666, € 30

Era il 1720 quando un bimbo di Chieri, in provincia di Torino, gravemente malato e ritenuto dai medici prossimo alla morte, guarì improvvisamente dopo essere stato benedetto da un sacerdote con una lettera autografa del beato oratoriano Sebastiano Valfrè (1629-1710), la stessa che, con una benedizione sacerdotale, aveva già guarito prodigiosamente un anziano agonizzante. Quelle epistole, così storicamente importanti per i contenuti e così miracolose per le anime e per i corpi, sia durante la vita del beato, sia nel suo post mortem, sono state raccolte con scrupolosa e appassionata competenza in un corposo volume di grande valore, dal titolo L’epistolario (1651-1710) del beato Sebastiano Valfrè. Scritti di un fedele dispensatore dei misteri di Dio, curato da Daniele D’Alessandro e pubblicato dal centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis. Si tratta della prima raccolta organica del cospicuo carteggio dell’«Apostolo di Torino e del Piemonte», che divenne modello di santi sacerdoti come Cottolengo, Cafasso, Don Bosco. La maggior parte delle epistole riportate erano ancora inedite; quasi 200 i corrispondenti; oltre 600 le lettere reperite in diversi archivi, in particolare in quello presente nella chiesa di San Filippo Neri di Torino – dove riposano le spoglie del beato Valfrè – e integralmente trascritte. Le epistole coprono un arco temporale di mezzo secolo e documentano la vasta e straordinaria rete di relazioni che l’oratoriano, originario di Verduno, in provincia di Cuneo, coltivò in oltre ottant’anni. (di Cristina Siccardi)

Rino Cammilleri Tutti i giorni con Maria - Calendario delle apparizioni

Edizioni Ares, Milano 2020, p. 760, € 19,90

Ogni giorno con la Madre di Dio: è questo che si ripropone il volume, scritto da Rino Cammilleri per i tipi della Ares. Si tratta di un vero e proprio calendario delle apparizioni, avvenute nei luoghi e nei tempi più disparati, indicate nel giorno in cui sono avvenute, se singole, oppure nel primo giorno, se ripetute, affidandosi al criterio del culto locale: «Ci sono giorni del mese scelti dalla Vergine per apparire diverse volte, anche cinque o sei o più – spiega l’autore nell’Introduzione – e giorni totalmente vuoti». Ma che potrebbero presto essere riempiti: «Più l’umanità si allontana da Cristo e più la Madre moltiplica i Suoi interventi, per riportare all’ovile le pecore smarrite».

Non a caso nel XX secolo vi sono state tante apparizioni quanto il totale dei 19 secoli precedenti. O meglio, quelle ufficialmente riconosciute dalla Chiesa sono in tutto una quindicina. Ma «moltissime sono riconosciute dal vescovo locale (ed i santuari mariani sono migliaia) – scrive Cammilleri – Talvolta non si tratta di apparizioni vere e proprie, ma di manifestazioni soprannaturali, che hanno come protagonista la Madonna ed a cui si deve la costruzione di un santuario o una festa locale. Altre volte la Madonna si limita a muovere gli occhi o la mano in un quadro o una statua che la raffigura oppure a piangere. Ma è sempre da Lei, che parte l’iniziativa».

Willa Cather La morte viene per l’arcivescovo

Edizioni Fede&Cultura, Verona 2019, p. 288, € 18

Per il lettore disposto ad immergersi nell’atmosfera dell’America di frontiera, del New Mexico di metà Ottocento, abitato dai Navajos e percorso da avventurieri senza scrupoli, ecco, pubblicato da Fede&Cultura un romanzo in grado di coinvolgere per il suo stile semplice ed immediato, per l’umanità dei protagonisti e per l’intensa ed efficace narrativa.

Narra la vicenda del giovane vescovo francese Jean-Marie Latour, che, nel 1851, a soli 35 anni, venne inviato come vicario apostolico proprio in questo territorio: era stato da poco annesso agli Stati Uniti e questo preoccupava Roma. In effetti, l’inizio della missione, a Santa Fé, fu subito duro: il clero messicano si rifiutò di riconoscere l’autorità del nuovo Vescovo. Ad aggravare la situazione, l’immoralità e la corruzione di molti sacerdoti locali, oltre alla contrapposizione tra gli interessi dei colonizzatori – per lo più, mercanti, cacciatori, pionieri e cercatori d’oro – e quelli dei nativi, decisi a difendere fino all’ultimo la propria indipendenza e la propria identità. Padre Latour, assistito da Padre Joseph Vaillant, per trent’anni, passando di villaggio in villaggio, riuscì comunque ad annunciare Cristo, ad evangelizzare, ad incontrare persone speciali ed a conoscere storie incredibili. Come quella dell’anziana indiana, che per 19 anni conservò la fede e perseverò nella tradizione ricevuta in gioventù, nonostante le persecuzioni per questo patite; oppure il Navajo, che salvò padre Latour dalla tempesta, conducendolo nella grotta sacra al suo popolo.

La nomina ad arcivescovo non interrompe quest’intensa esperienza missionaria, che prosegue sino al termine del viaggio terreno di padre Latour, a Santa Fé, laddove tutto era iniziato.

Rose Hu La gioia nella sofferenza – Con Cristo nelle prigioni della Cina

Edizioni Piane, Albano Laziale 2020, p. 247, € 25

Il suo calvario è durato 26 lunghi anni, trascorsi nei laogai cinesi, i campi di “rieducazione” comunista, sotto il regime di Mao: l’accusa nei suoi confronti era quella di essere cattolica e di essersi rifiutata di abiurare, nonostante i tanti lavaggi del cervello, le torture ed altre forme di persecuzione. La gioia nella sofferenza – Con Cristo nelle prigioni della Cina narra la vicenda di Rose Hu, convertitasi e battezzata a 17 anni, ha poi portato la sua croce, fino in fondo. L’8 settembre 1955 venne arrestata per la prima volta, fino al 1957. Poi il secondo arresto nel 1958, fino al 1962. Poi il terzo, fino al 1982. «Dio non mi ha scelta per essere un grande apostolo – ha scritto –Essere rinchiusa in una cella di isolamento, come testimone silenziosa, era per me la croce più leggera da portare. Piaceva a Dio di vedermi continuare a portare la croce. Essere imprigionati in una cella di isolamento è veramente il paradiso. Tu ami Dio e Dio ti ama. Sono veramente benedetta e loderò Dio per sempre». Una volta libera, si recò in America nel 1989 assieme al marito architetto e ha dovuto confrontarsi con un altro tipo di rivoluzione, quella che ha scosso la Chiesa dall’interno: la liturgia, che tanto le era mancata in carcere, non c’era più, era stata sostituita da un nuovo rito; ed il mito dell’Occidente si sbriciola a fronte della scristianizzazione, di cui esso è preda. Tornano le sofferenze, ma, con esse, tornano anche straordinarie grazie. Il 13 ottobre 2012, anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima, giunse la morte, provocata da un tumore, che non le ha lasciato scampo. Ha offerto la sua vita, da autentica cattolica.

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