3. La calma concentrata Per prima cosa dovete imparare a calmare la mente irrequieta e a controllarla, perché solo così potete mettere a frutto il suo potere. ~ Ajahn Pannavaddho Nel suo libro The experience of Samādhi, Richard Shankman scrive che sviluppare il Samādhi, cioè il raccoglimento mentale, la calma concentrata, non è lo scopo ultimo della meditazione, quindi non dobbiamo sopravvalutarlo, ma nemmeno sottovalutarlo.
In meditazione impariamo a godere della pace che emerge dal lasciare andare la continua proliferazione della mente, e gradualmente sperimentiamo il benessere generato da questo stato di calma: un’esperienza molto simile alla sensazione che si prova quando, dal caldo faticoso del sole, ci si rigenera all’ombra di un albero.
Questa qualità della mente, che potremmo definire come la tranquillità che si raggiunge grazie alla concentrazione, è uno strumento importante per liberarsi dalle tendenze abituali di afferrare le esperienze piacevoli e di sbarazzarci di quelle spiacevoli, dato che è necessaria una certa misura di calma e di stabilità mentale.
Una mente in stato di Samādhi è una mente “messa insieme” (sam – ādhi), una mente unificata e pacificata e, diversamente da una mente distratta e dispersiva, può vedere le cose così come sono. La chiara visione (vipassana) è dipendente dalla calma concentrata e potremmo dire che il movimento è circolare: la calma concentrata pacifica la mente, che in tal modo può raggiungere la chiara visione (e quest’ultima fa comprendere la necessità di pacificare la mente).
La via per la felicità, infatti, è la via del raccoglimento, della calma. Stabilire un piccolo, ma significativo, livello di pace interiore ci aiuta a comprendere meglio gli eventi della vita e coltivare la calma concentrata permette alla mente di trovare un po’ di riposo.
▶ Come in un lago agitato, solo quando si placano le onde è possibile vedere il fondo.
Una mente irrequieta è letteralmente una mente “senza riposo”, affaticata, dispersiva e confusa, coinvolta in un’incessante proliferazione che è espressione di stress: quando si fa silenziosa, ci rendiamo conto di quanto possono essere nocivi i nostri pensieri irrequieti, e in questo stato di pacificazione siamo più inclini a vedere le cose così come sono.
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