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Una mente errante è una mente infelice
from Il dono della calma
by Mediobanca
2. Una mente errante è una mente infelice
Nel 2010 Matthew A. Killingsworth e Daniel T. Gilbert, due psicologi della Harvard University, hanno condotto uno studio intitolato “A wandering mind is an unhappy mind”, pubblicato su Science.
Dalla loro ricerca è emerso che le persone passano il 46,9 per cento del loro tempo di veglia pensando a qualcosa di diverso da ciò che stanno facendo (con una sola eccezione: quando si fa l’amore!), e questo vagare della mente predispone all’infelicità, perché ci rende più insoddisfatti.
Diversamente da altre specie animali,
gli esseri umani passano molto tempo
a pensare a che cosa non va, riflettendo sugli eventi avvenuti in passato e su quelli che potrebbero avvenire in futuro, o potrebbero non verificarsi mai. Tanto che quella di lasciar vagare la mente sembrerebbe la modalità di default del cervello. Secondo i ricercatori questo meccanismo è un eccellente predittore della felicità delle persone. Di fatto, la frequenza con cui la nostra mente abbandona il qui e ora dice molto di più sullo stato di felicità che l’attività in cui siamo impegnati.
In accordo con molte tradizioni filosofiche che insegnano che la felicità può essere trovata vivendo nell’attimo, questo studio ha confermato che la mente umana è una mente errante, e una mente errante è una mente infelice.
L’abilità di pensare a ciò che non sta succedendo ora è dunque un raggiungimento cognitivo, che ha un costo emotivo.
