EtCetera Majorana
VIII | Giugno 2020
Attualità 13
Luca Saracho, 2F
A double standard Secondo la Treccani, l’enciclopedia per eccellenza nel panorama italiano, l’espressione “due pesi e due misure” ha il significato di “comportarsi in modo contraddittorio in circostanze analoghe”, specialmente nel linguaggio politico e giornalistico. Un comportamento certamente deplorevole, che tuttavia viene costantemente applicato da parte di testate giornalistiche che la stragrande maggioranza delle volte possiedono un ben specifico orientamento politico. Con ciò non intendo assolutamente affermare che il doppiopesismo riguardi solamente i media di sinistra: questa attitudine si riscontra bene o male in tutte le fonti d’informazione a prescindere dal loro schieramento. Ciononostante non c’è alcuna ombra di dubbio sul fatto che ‘’President 45’’ (Donald Trump) sia una tra le principali vittime. Negare questo semplice fatto sarebbe negare un’ovvietà. Negare che emittenti televisivi come la CNN e MSNBC, o giornaloni come il Washington Post o il New York Times si lascino facilmente trasportare dalle proprie ideologie nel denigrare l’attuale presidente in carica sarebbe come negare che, ricollegandoci
a fatti di recente cronaca, la brutale morte di George Floyd a Minneapolis non sia stata in alcun modo causata da razzismo. Chi non ha mai sentito dire, almeno una volta nella sua vita, che Trump è un “razzista”, ovviamente senza ulteriori argomenti per supportare questa tesi? Ebbene nell’agosto del 2018, precisamente il 9 di quel mese, un giornalista del <<Washington Post>> di nome Jonathan Capehart pubblicò un articolo intitolato “Sì, Donald Trump, tu sei un razzista”. Si potrebbe pensare allora “Beh, non c’è da stupirsi visto il giornale per cui scrive, storicamente avverso a Trump”. Ed effettivamente si dovrebbe prendere questo titolo, a dir poco sensazionalistico, “with a pinch of salt”, come si dice là negli States: si consideri che tra le “prove” fornite siano presenti frasi notoriamente prese fuori contesto dai suoi brillanti colleghi. Tuttavia è interessante notare come, nell’affrontare l’ultima controversa uscita di Joe Biden, Capehart si sia un po’ troppo sbilanciato nel giudicarlo. Se il lettore fosse all’oscuro di quale fantomatica frase io stia parlando, sono contento di mettere in luce la situa-