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Revenge Porn: vittime o colpevoli?
Attualità
10 Giulia Burigiotto, 4bb Revenge porn: vittime o colpevoli?
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“La Bibbia 5.0”. Non è il titolo di un libro, non è un film o un video di YouTube. E’ un gruppo Telegram. Di Cristiani? No, di maniaci, pedofili e pervertiti. Uomini e ragazzi di tutte le età che si scambiano foto intime di ex ragazze, di bambine e di figlie minorenni. Di gruppi del genere al momento ne sono stati contati 29, con un totale di migliaia e migliaia di partecipanti in tutta Italia. Certamente non vi è bisogno di commentare lo squallore di questo fenomeno conosciuto come “Revenge porn”. Vorrei invece focalizzarmi su alcune domande che mi sono posta in questo ultimo mese: perché riguarda soprattutto un pubblico maschile? Chi è il reale colpevole? Quale è la responsabilità dell’uomo, quale quella della donna? Come si può arginare il problema?
Per quanto mi dispiaccia, devo concordare con il movimento femminista che il Revenge porn affondi le sue radici nella tradizione patriarcale secondo cui la donna è una proprietà dell’uomo. Le persone di genere femminile tendono ad essere viste mol
to di più come strumenti sessuali rispetto a quelle di genere maschile (è importante sottolineare tuttavia che ciò avviene anche a ruoli invertiti). Già da piccoli siamo educati a comportarci come preda e predatore: la donna, pudica, femminile ed elegante diventa premio ambito dell’uomo, passionale e virile. Non a caso le ragazze che vivono più liberamente la loro sessualità vengono definite “di facili costumi” e un uomo che tende ad essere più riservato per quanto riguarda la sua intimità viene sospettato di omosessualità. Ne consegue una società fortemente stereotipata dove la donna sollecita le fantasie dell’uomo (e viceversa) tramite la sessualizzazione del proprio corpo e la sua degenerata oggettificazione. Con l’avvento di Internet e dei social la sessualizzazione è diventato anche un fenomeno virtuale, garantendo però meno sicurezza, meno privacy e meno controllo. E’ curioso notare come nella maggior parte dei casi sia la donna a ricevere immagini del membro maschile da parte di qualcuno che non conosce, sentendosi così molestata come risulti molto più
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dannosa e denigratoria per la persona la diffusione di foto intime femminili piuttosto che maschili. Anche questo rientra nell’ ottica sopra descritta, se condo cui la donna dovrebbe gode re di meno libertà sessuale rispetto all’uomo. Quest’ultimo detiene poi il potere di rendere pubblico o meno il contenuto che riceve, spesso spinto da gelosia, desiderio di vendetta per una relazione finita e indole posses siva. Ma quindi chi è il vero colpevole? Chi manda la foto o chi la condivide? La risposta a cui sono giunta personal mente è che la colpa sia di entram bi e allo stesso tempo di nessuno dei due. Alla base di tutto sta una forte ignoranza: da una parte non si è con sapevoli dell’enorme potere della rete, di come avviene la trasmissio ne di dati e immagini, di dove vada a finire tutto ciò, di quella che è l’altra persona dietro lo schermo; dall’altra parte non si è consapevoli delle con seguenze delle proprie azioni e dell’e motività della persona che subisce l’offesa. Per quanto mi riguarda ho sempre pensato che ognuno sia libe ro di agire come crede purché sappia prendersene poi la piena responsabi lità. In questo caso invece da entram bi le parti manca un’adeguata cono scenza che porta irrimediabilmente a non capire la vastità del fenomeno. Un esempio lampante è la vicenda di Tiziana Cantone: lei si è suicidata e il ragazzo deve invece convivere con la sua coscienza sporca. Tuttavia informarsi approfondita mente e raggiungere una piena con sapevolezza non è facile in quanto l’istituzione che dovrebbe educare i giovani alla sessualità e al mondo di gitale non svolge il suo compito per inettitudine e ottusità. Questa istitu zione è la scuola. Fin dalle elementari/ medie il sesso viene spiegato tramite la struttura anatomica dei genitali e la descrizione dell’atto in sè. Gli studen ti vengono poi calorosamente invitati ad usare un contraccettivo per evita re malattie e figli indesiderati. Fine. La sessualità e l’affettività però son discorsi molto più complessi, dove l’emotività di una persona svolge un ruolo fondamentale. Il sesso viene vissuto come un tabù, come qualco sa che suscita il riso e imbarazzo, ep pure è parte integrante della vita di ogni essere umano, donna e uomo, etero e omosessuale, bianco e nero, vecchio e giovane. Non c’è niente di più innaturale di vergognarsi nel par lare di preliminari, della propria vita sessuale, delle proprie esperienze. Molte volte mi è capitato di essere ritenuta volgare o “troppo esplici -
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ta” per aver trattato simili argomen ti quando in verità quella sessuale è una libertà fondamentale di ognuno di noi. La scuola dovrebbe insegna re ai suoi studenti che una foto di un seno femminile è unicamente la foto di un seno femminile, che quindi non deve suscitare il riso o l’imbarazzo e che non vi è nulla di eccitante o di vertente nel condividerla. Dovrebbe insegnare che è giusto vivere la pro pria sessualità come si vuole, che va bene perdere la verginità a 13 anni e va bene perderla a 23, che va bene se un ragazzo si masturba e va bene se anche una ragazza lo fa, va bene fare sesso con una persona e basta e va bene farlo con tante diverse, che va bene se ti piace il sesso orale e che va bene se ti piace quello virtuale. Lo studente ha il diritto di essere educato anche per quanto riguarda il mondo dell’Internet. Vi è una for te carenza nelle scuole di insegnanti o figure esperte in informatica in gra do di spiegare e informare riguardo ai vantaggi e ai pericoli della rete. Il giovane, consapevole che sia natu rale provare eccitazione nell’invia re immagini intime e nel riceverle, deve avere la possibilità di conosce re il viaggio che compirà il suo corpo pixellato, i limiti che comporta, le re gole che bisogna rispettare, le moda
lità con cui verrà trattato il contenuto e quanta privacy verrà mantenuta.
Tutto ciò è estremamente necessario. I gruppi di questo genere sono molto diffusi, fenomeni del genere sono si curamente capitati e potrebbero capi tare nella nostra scuola, nelle nostre città, nella nostra provincia. E’ estre mamente importante essere educati ad essere padroni del proprio corpo, delle proprie azioni e del personaggio che si è in rete. E’ estremamente im portante essere educati al rispetto e non al possesso, a far sentire la pro pria voce e non a restare zitti, uscen do semplicemente da un gruppo Te legram o non scaricando i contenuti inviati. E’ estremamente importante che anche nelle scuole si inizi a par lare di diritti e di libertà sessuale. E’ estremamente importante sentirsi persone ed essere considerate tali.