EtCetera Majorana
Attualità 10
VIII | Giugno 2020
Giulia Burigiotto, 4bb
Revenge porn: vittime o colpevoli? “La Bibbia 5.0”. Non è il titolo di un libro, non è un film o un video di YouTube. E’ un gruppo Telegram. Di Cristiani? No, di maniaci, pedofili e pervertiti. Uomini e ragazzi di tutte le età che si scambiano foto intime di ex ragazze, di bambine e di figlie minorenni. Di gruppi del genere al momento ne sono stati contati 29, con un totale di migliaia e migliaia di partecipanti in tutta Italia. Certamente non vi è bisogno di commentare lo squallore di questo fenomeno conosciuto come “Revenge porn”. Vorrei invece focalizzarmi su alcune domande che mi sono posta in questo ultimo mese: perché riguarda soprattutto un pubblico maschile? Chi è il reale colpevole? Quale è la responsabilità dell’uomo, quale quella della donna? Come si può arginare il problema? Per quanto mi dispiaccia, devo concordare con il movimento femminista che il Revenge porn affondi le sue radici nella tradizione patriarcale secondo cui la donna è una proprietà dell’uomo. Le persone di genere femminile tendono ad essere viste mol-
to di più come strumenti sessuali rispetto a quelle di genere maschile (è importante sottolineare tuttavia che ciò avviene anche a ruoli invertiti). Già da piccoli siamo educati a comportarci come preda e predatore: la donna, pudica, femminile ed elegante diventa premio ambito dell’uomo, passionale e virile. Non a caso le ragazze che vivono più liberamente la loro sessualità vengono definite “di facili costumi” e un uomo che tende ad essere più riservato per quanto riguarda la sua intimità viene sospettato di omosessualità. Ne consegue una società fortemente stereotipata dove la donna sollecita le fantasie dell’uomo (e viceversa) tramite la sessualizzazione del proprio corpo e la sua degenerata oggettificazione. Con l’avvento di Internet e dei social la sessualizzazione è diventato anche un fenomeno virtuale, garantendo però meno sicurezza, meno privacy e meno controllo. E’ curioso notare come nella maggior parte dei casi sia la donna a ricevere immagini del membro maschile da parte di qualcuno che non conosce, sentendosi così molestata come risulti molto più