Inserto mensile della diocesi di Macerata
Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia
A cura della redazione EMMETV
Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata
a pagina 2
Telefono 0733.231567
E-mail: redazione@emmetv.it
Facebook: : emmetvmacerata
Twitter: emmetvmacerata
Inserto di
Trenta
una
Nella Messa per la festa del patrono san Giuliano, il messaggio del vescovo Marconi alla
città
DI NAZZARENO MARCONI *
«Il Vangelo non indica un partito cui dare il voto ma propone chiaramente un progetto di vita sociale: fraterna, pacifica, produttiva, responsabile, che per 2mila anni ci ha condotto a un mondo sempre più civile»
per stare con te, domani probabilmente tradirà te.
FAMIGLIA
Incontro a Sambucheto
Riflessione con fra Marco Vianelli
Serata di riflessione e confronto con fra Marco Vianelli ofm, direttore dell’Ufficio Famiglia della Conferenza episcopale italiana, sul tema “Due di loro erano in cammino... (La famiglia oggi)”.
L’appuntamento è alle ore 21:15 di mercoledì 28 settembre nei locali della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù a Sambucheto (Mc). Sarà un’occasione preziosa di scambio con una persona che quotidianamente si confronta con la crisi dell’istituzione famiglia e con i problemi, alcuni “storici” e altri inediti, che gli sposi devono affrontare per far progredire la propria unione alla luce del messaggio cristiano.
anni fa la
Mariae
FESTE PATRONALI
Il Vangelo, perciò, non indica un partito da votare, ma propone chiaramente un progetto di vita sociale: fraterna, pacifica, produttiva, responsabile che per 2000 anni ci ha condotto verso un mondo sempre più civile. Ciascuno di noi, se legge il Vangelo con cuore libero e generoso, può trarne personalmente le conseguenze per scegliere bene. Di questo, infatti si tratta: di scegliere bene o il meno peggio tra quello che realmente è possibile.
L’arte di scegliere nella tradizione cristiana si chiama “discernimento”. Papa Francesco ne parla spesso perché oggi, in una società complessa dove tutto è connesso e siamo costantemente bombardati da idee e messaggi dai media ed ancor più dai social, scegliere bene è diventato più difficile. Fare oggi un discernimento libero, cosciente e responsabile è un
La Messa per il patrono di Macerata, san Giuliano, lo scorso 31 agosto (foto Stefano Salvucci)
impegno esigente. Quali sono i consigli per un buon discernimento che ci dona la sapienza della fede cristiana?San Paolo indica prima di tutto le condizioni interiori nella lettera agli Efesini, mostrando ciò che intristisce lo Spirito ed impedisce di valutare bene: «Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenza, con ogni sorta di malignità» (Ef 4,30). Chi conserva tutte queste emozioni negative nel cuore, deciderà con rabbia e non valuterà bene ciò che è giusto. Poi la tradizione spirituale ignaziana indica ben 14 regole per fare un buon discernimento. Io cerco di ridurle a sette, che mostrino come scegliere la persona giusta e le idee più corrette. La prima regola è: «La colpa è anche mia». Chi accusa sempre gli altri e non si prende mai la sua parte di responsabilità, non è affidabile. Di perfetto ed infallibile c’è solo Dio, chi pretende di esserlo è un superbo pericoloso. La seconda regola è: «La carità». Scegliere cercando il bene comune e non solo il proprio interesse egoistico o quello di una piccola parte di cittadini. La logica delle classi o delle lobby va contro la carità, che ama tutti. La terza è: «La chiarezza». Più aumenta la confusione e più
si allontana il vero bene. Ciò che è buono è chiaro e semplice, anche se non può essere semplicistico in un mondo ormai così complesso. Non basta il buon senso, ma il senso del bene ci guida co-
munque a riconoscerlo nelle scelte e nelle persone. La quarta regola è: «La coerenza». Chi non è coerente e cambia bandiera e idee ogni giorno è poco affidabile. Chi oggi tradisce il tuo avversario
San Nicola torna in piazza per la festa del Perdono
OLENTINO
Dopo due anni di Pandemia la Basilica di San Nicola e la comunità degli Agostini hanno potuto rivivere in presenza i festeggiamenti in onore di San Nicola. Numerosi i pellegrini giunti al Santuario per pregare, partecipare alle celebrazioni, alla processione per le vie della città e ricevere l’Indulgenza plenaria del Perdono in onore del Santo Taumaturgo nato nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano e morto a Tolentino il 10 settembre 1305.
La quinta regola è: «La scelta preferenziale per gli ultimi ed i giovani». Una società giusta, secondo il modello evangelico, deve difendere gli svantaggiati e costruire occasioni concrete per un futuro di lavoro e dignità. Non basta l’assistenzialismo che non dà possibilità di un lavoro dignitoso. Tutte le forze sociali: dagli imprenditori, ai lavoratori, alle autorità statali dovranno impegnarsi insieme, perché la sfida sarà davvero dura. La sesta regola è: «Lo sguardo». Dobbiamo guardare il mondo, le idee e le persone dal punto di vista di Dio, cioè dall’alto e guardando lontano. E soprattutto chiedendoci: cosa sta a cuore a Dio, che è certo il più saggio di tutti?
Infine, la settima regola è: «Scegli nel silenzio». Le scelte fondamentali vanno ponderate dopo aver ascoltato tanti, mettendosi davanti a Dio ed alla propria coscienza nel silenzio. Ed in questo nostro mondo, così pieno di chiacchiere e grida, questa è forse una delle regole più importanti. Dopo una analisi così dura potrà venire la tentazione di rinunciare e di non andare a votare. È bene capire però che chi non vota non può dire: «Non ho scelto», perché così facendo ha già scelto di lasciare che altri decidano anche per lui e non è detto che siano più saggi ed onesti di lui.
Io continuo a pregare, con tutto il cuore, per la nostra nazione e perché i nostri Santi Patroni sostengano la nostra gente in questo tempo di responsabilità e di prova. * vescovo
Tra le feste patronali di cui è generosa la nostra Diocesi, forse la più sentita, più intima e personale è quella di Maria Madre della Misericordia. A Macerata la devozione verso la Madonna della Misericordia, è stata introdotta dai primi seguaci di san Francesco, la cui presenza in città è documentata dal 1241. L’inizio della devozione popolare alla nostra Madre Protettrice può essere fatta risalire a un’epidemia di peste che indusse i maceratesi tra il 1446 e il 1447 ad affidarsi, impegnandosi con un voto pubblico, alla pietà della Vergine Maria, invocata proprio con il titolo di Madre della Misericordia, o Madonna delle Grazie, appellativo molto caro al popolo. Il Consiglio generale convocato per la domenica 13 agosto approvava solennemente la costruzione di una chiesa sub vocabulo sancte Marie de misericordia ut pestis ista cesset. La sera della festa dell’Assunta fu posta la prima pietra e nella giornata del 16 fu eretta in una die una «ecclesìola» dalle fondamenta alla copertura per la misura di tre passi per tre passi, secondo una formula corrente, derivata dalla necessità di strappare nel più breve tempo possibile la grazia.
Un’installazione di pannelli fotovoltaici
Assieme enti pubblici e privati cittadini per diminuire la dipendenza dalle fonti fossili e sostenere le fasce deboli
Passavano i tempi, correvano le epoche, molte volte i maceratesi si rivolgevano alla clemente e amorevole protezione della Madonna in occasioni di calamità, accorrendo alle processioni, suppliche e preghiere. Seguirono nei secoli XIX e XX altre manifestazione di fede e di filiale devozione verso la Madre della Misericordia culminati nel II centenario dell’Incoronazione nel 1921 e nel V centenario dell’erezione del Tempio, nel 1947. In preparazione a quella solennità fu programmata una peregrinatio mariana, prima in Italia, con la traslazione dell’Immagine nelle parrocchie della diocesi. Mentre l’anno giubilare 1947 culminava con il più grande omaggio a Maria Santissima della Misericordia - Congresso Mariano organizzato a livello regionale, con l’Incoronazione della sacra Icona da parte di mons. Fernando Cento con la nuova corona benedetta da papa Pio XII. In occasione di questo stesso Congresso si fece voto: «che la città di Macerata, date le sue luminose tradizioni mariane, come segno della sua viva fede in Maria, venga pubblicamente e solennemente proclamata “Città di Maria” mediante una lapide da porsi in luogo conveniente». Tale volontà si concretizzò con la delibera del Consiglio Comunale di Macerata del 15 novembre 1952 in cui si chiedeva la consacrazione della Città alla Madonna della Misericordia. Nella piccola Basilica al centro della città batte ancora, forte come sempre, il cuore della fede dei maceratesi, grandi e piccoli, semplici e dotti, e ognuno trova l’accoglienza e protezione sotto il manto della Madre nostra Misericordiosa. Grigorij
Linnik
Comunità energetiche risposta solidale alla crisi
In
questi giorni di fine settembre si avverte un senso di spossatezza. Saranno i postumi di una estate troppo calda che sembrava non finire mai. O forse si tratta di qualcosa di più profondo e inquieto: l’idea di un naufragio incombente. Gli studiosi la chiamano “eco-ansia”. Il cambiamento climatico sta modificando il mondo che conosciamo, e le conseguenze si manifestano in numerosi ambiti, compreso quello psicologico. I diversi fronti che si sono aperti negli ultimi tempi – la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi energetica – hanno contribuito a diffondere un atteggiamento disfattista, da fine dei giochi, simile a quello descritto dalla filosofa statunitense
Donna Haraway nel suo saggio “Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto”. Il nostro – dice –è un mondo danneggiato ma ancora vivo, in divenire. Sta a noi decidere se abbandonarci alla stanchezza o tentare di reagire. Mettere in circolo, nelle multiformi piazze che frequentiamo, sguardi rassegnati, o attivarci per condividere energia. Dicono le scienze sociali che siamo dei “cooperatori condizionali”, tendiamo cioè ad assumere comportamenti civici, se anche altri lo fanno. Su questi temi, e quelli relativi ai processi partecipativi che danno vita a forme di cittadinanza attiva, ha scritto più volte l’economista Leonardo Becchetti sulle pagine di “Avvenire”. È possibile ricostruire comunità, essereprotagonisti consapevoli del nostro futuro, dare vita a circoli virtuosi di generatività. Condividere energie, appunto, e non solo in senso figurato. Una delle possibili vie d’uscita alle crisi che stiamo vivendo, infatti, è proprio quella di dare vita ad un processo di transizione energetica, che ci faccia passare da un modello accentrato a un modello diffuso e partecipato di autoproduzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Oggi l’autoconsumo può essere attuato non solo in forma individuale, ma anche in forma collettiva, all’interno di condomini o di quelle che vengono chiamate “comunità energetiche” locali. Un modo efficace, tra l’altro, per limitare la dipendenza energetica da
fonti fossili provenienti da altri
Paesi, e per contrastare il fenomeno della povertà energetica (nuclei familiari che non sono in grado di fare fronte alle spese primarie di riscaldamento, illuminazione…) diffuso purtroppo anche all’interno della Unione Europea. Una prospettiva caldeggiata anche dalla recente Settimana sociale dei cattolici italiani che si è tenuta a Taranto nell’ottobre 2021. Lo scorso 30 giugno il Commissario straordinario alla ricostruzione Legnini ha approvato un bando per la presentazione di progetti relativi alla creazione di comunità energetiche di cui facciano parte almeno un ente pubblico o una pubblica amministrazione con una sede nei territori del cratere, finanziato con i fondi messi a di-
sposizione dal Pnrr. Produrre energia, condividere risorse, partecipare attivamente: sarebbe bello se un segnale di economia collaborativa potesse venire proprio dalle comunità colpite dal sisma. Scrive Donna Haraway: in questi tempi confusi «assistiamo non solo alla morte cruenta e superflua dell’esistere e del progredire, ma anche ad una necessaria rinascita. L’obiettivo è generare parentele attraverso delle connessioni inventive». Dobbiamo «scatenare una risposta potente dinanzi ad eventi devastanti, ma anche placare le acque tormentate e ricostruire luoghi di quiete». La spossatezza di questo fine settembre ce la possiamo dimenticare. Costruiamo nuove forme di comunità: di energia ne avremo da vendere.
www.emmetv.it
Martedì, 20 settembre 2022
riparte di slancio e torna in piazza
Unimc
cardinale cinese John Tong Hon in visita a Macerata
Il
famiglie assieme sui monti per
a pagina 3 settimana
a pagina 3 proclamazione di Civitas
Settanta
a pagina 4
Votare per scegliere il bene
C arissimi fratelli, l’omelia del Patrono è tradizionalmente un discorso del Vescovo alla città ed alla comunità civile. Non intendo nascondermi davanti alla situazione attuale davvero impegnativa: guerra, crisi energetica, la pandemia diventata endemica e gli alti rischi per l’occupazione soprattutto dei giovani. Con la mente attenta a tutte queste cose, fra pochi giorni dovremo eleggere un nuovo Parlamento da cui giunga un nuovo governo per l’Italia. Deluderò subito chi si aspetta da me una indicazione di voto. Seguendo la Dottrina sociale della Chiesa non ritengo che il Vescovo debba dire per chi dovreste votare o non votare. Il voto è una scelta libera e molto responsabilizzante della coscienza del cittadino. Il problema è che si può scegliere di essere sia coscienti che “incoscienti”, quando si va a votare. La Chiesa invita tutti ad essere ben coscienti, illuminati dalla fede e da quei chiari e basilari valori umani che il Vangelo definisce “irrinunciabili” per costruire il bene comune. Non si vota solo per rivendicare diritti, ma anche per assumersi quei doveri che fondano il vivere assieme.
T
Tutti ai piedi della Mater Misericordiae
DI GIANCARLO CARTECHINI
Le Marche in Parlamento: le sfide nel Maceratese
I nomi dei candidati del territorio per Camera e Senato Saranno eletti 15 tra deputati e senatori parlamentari, nove in meno rispetto all’ultima volta
Siamo oramai nell’imminenza delle elezioni politiche che decreteranno la composizione del Parlamento italiano per la XIX legislatura. I Marchigiani che si recheranno al voto domenica 25 settembre, dalle ore 7 alle ore 23, con il sistema elettorale denominato “Rosatellum” eleggeranno 15 parlamentari: dieci deputati e cinque senatori, ben nove in meno rispetto all’ultima composizione di Camera e Senato. Nel caso delle Marche, il territorio è stato diviso in quattro collegi uninominali per la
Orientato alle scienze umane e sociali, l’ateneo dal 1290 rappresenta per la città una sempre rinnovata fonte di cultura e vitalità civica. Da novembre alla guida John McCourt
Camera e due per il Senato. La regione porterà dunque a Montecitorio quattro rappresentanti provenienti dai collegi uninominali di Ascoli-Fermo, Macerata (con 4 comuni dell’Anconetano), Ancona e Pesaro-Urbino; oltre ai sei con il metodo proporzionale in un unico collegio che comprende tutta la regione. Saranno invece due, come già indicato, i senatori provenienti dai collegi uninominali Marche nord (Ancona e Pesaro-Urbino) e Marche sud (Ascoli, Fermo e Macerata) e tre attribuiti in un unico collegio plurinominale che coincide con tutta la regione. Concorreranno per l’assegnazione dei seggi solamente le liste che supereranno il 25 settembre le soglie di sbarramento (10% per le coalizioni e 3% per le liste). Un’ulteriore soglia di sbarramento è fissata all’1%; i voti dei partiti in coalizione che non superano questo
risultato non concorreranno alla somma della stessa coalizione ma andranno dispersi. Nel dettaglio, per la Camera la competizione nel collegio uninominale di Macerata vede impegnati Daniele Cardinali (Partito comunista italiano), Fulvio Esposito (Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Impegno civico di Luigi Di Maio, +Europa), Alessandra Contigiani (Vita), Alessandra Perugini (Italia Sovrana e Popolare), Mirella Emiliozzi (M5S), Clara Ferranti (Alternativa per l’Italia), Mariano Calamita (Azione, Italia Viva, Calenda), Giorgia Latini (Noi moderati/Noi con l’Italia, Forza Italia, Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, Lega per Salvini premier), Simone Marincioni (Unione popolare con De Magistris) e Katiuscia Delmonte (Italexit per l’Italia). Al Senato, il collegio Marche Sud raccoglie le sfide tra Filippo Pannelli
Unimc, laureati in festa
I saluti di Adornato e il tradizionale lancio del tocco. Poi le giornate di maltempo e la cerimonia al chiuso. Ricordate le vittime dell’alluvione
DI M. NATALIA MARQUESINI
Peril terzo anno consecutivo, in una piazza della Libertà colorata dal rosso dei coriandoli, i neo dottori dell’Università di Macerata hanno potuto ritirare le pergamene vergate a mano dall’Antica bottega amanuense Malleus. Il 13 e il 14 settembre, infatti, il meteo ha permesso ancora ai laureati di partecipare ai primi due giorni del Graduation Day 2022. Il maltempo invece che ha severamente colpito la regione Marche ha segnato inesorabilmente gli altri due giorni di festeggiamenti; i laureati con lode hanno dovuto rifugiarsi presso la vicina sede di Giurisprudenza per il tradizionale lancio del tocco, mentre per la Giornata del laureato, che richiama in città i laureati di un tempo, la location è stata allestita direttamente al chiuso.
reato dell’anno. «Sono rimasto profondamente colpito – ha detto il cardinale – dalla sciagura che si è abbattuta sulla nostra regione, io sono marchigiano e vengo da l’Aquila, dove sono stato inviato da Papa Francesco». L’arcivescovo della città devastata dal terremoto nel 2009, ha espresso la sua vicinanza ai cittadini colpiti dallo sciagurato nubifragio che ha devastato le Marche.
Il rettore uscente:
Con una cerimonia all’insegna della sobrietà, in ricordo anche delle vittime dell’alluvione che il giorno prima ha sconvolto il nord della Regione, si sono ritrovati venerdì 16 settembre, presso la sede di Giurisprudenza quanti hanno conseguito il titolo 25 e 50 anni fa, e dove sono stati conferiti i quattro premi “alumni” a Mariangela Ciccone, che dopo la laurea ha lavorato per 9 anni a New York come organizzatrice di eventi, a Elena Stramentinoli, giornalista in prima linea su Presa Diretta in onda su Rai3, a Silvia Tempestilli, laureata in filosofia e ora manager delle risorse umane in uno stabilimento di 1.100 persone per la vecchia Fiat trattori e e a Tullia Leoni, dirigente scolastica in pensione, che ha recentemente ottenuto la sua seconda laurea in Beni culturali.
Al cardinale Giuseppe Petrocchi, che ha compiuto i suoi studi filosofici all’Università di Macerata, è stato conferito il titolo di Lau-
Assegnato per l’occasione anche il Premio Oscar Olivelli all’ambasciatore Giuseppe Cinti: «Un riconoscimento inaspettato. In questi anni in cui sono stato lontano e ho vissuto in diversi Paesi del mondo, l’Università di Macerata l’ho portata sempre con me». Nell’ultimo anno accademico sono stati 1.985 gli studenti di Unimc giunti al traguardo finale e di questi oltre 800 sono quelli che hanno aderito per festeggiare insieme nel cuore di Macerata. Commosso il saluto in piazza, il primo giorno di festeggiamenti, del rettore Francesco Adornato che a novembre passerà il testimone al rettore eletto John McCourt: «Abbiamo trascorso insieme anni impegnativi, dedicati allo studio e attenti agli effetti della pandemia, ma, al tempo stesso, sono stati anni che ci hanno arricchiti, ci hanno fatto crescere, allargato la mente, riempito lo sguardo, emozionato il cuore. Tutti noi, voi ed io. Tutti insieme, in questo campus internazionale, fatto di molte culture, lingue, etnie, che ci hanno impreziosito la vita, l’hanno reso più solida e più lieve al tempo stesso. Ogni anno che passa voi rendete più giovane questa Università di 733 anni, riempite di dinamismo, di vitalità questa città, alla cui ricchezza sociale ed economica, alla cui stessa rigenerazione urbana portate un pregiato contributo. L’abbiamo resa una comunità in un unico afflato».
Nubifragio: vicinanza della Cem
LaConferenza Episcopale Marchigiana (CEM), guidata dal vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi, ha manifestato il loro dolore per le vittime dell’alluvione che ha colpito il nord delle Marche causando 11 morti (purtroppo mentre si scrive alcune persone ancora risultano disperse). «Esprimiamo la nostra vicinanza ed attenzione alle famiglie delle vittime e a quanti sono stati colpiti dalla catastrofe che ha ferito il nostro territorio - si legge nella nota inviata dai Vescovi delle Marche -, fin dalle primissime ore della mattina i Vescovi marchigiani sono stati in contatto monitorando le varie situazioni; espri-
Presentata la Fondazione Bettini
Quattro i membri del direttivo dell’istituzione recanatese guidata dal presidente Baleani
DI GIUSEPPE LUPPINO
ARecanati, nella dimora settecentesca della famiglia Bettini-Prosperi, venerdì 5 agosto, con i patrocini di Regione Marche, Provincia di Macerata e Comune di Recanati, è stata ufficialmente presentata la Fondazione Armando Bettini. Oltre ai numerosi invitati, sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale, Dino
Latini, il sindaco Antonio Bravi, l’assessore comunale alle culture Rita Soccio, e il presidente del Centro nazionale di Studi Leopardiani, Fabio Corvatta. La costituzione della Fondazione, con sede a Recanati, in via Falleroni n.
67, avvenuta mediante atto pubblico notarile il 24 marzo
2021, è stata riconosciuta dalla Regione Marche con Decreto n. 25 del 22 marzo 2022. Il Consiglio direttivo della Fondazione attualmente è composto da quattro membri: Antonio Baleani (presidente), Gabriele Cruziani, Giuseppe Luppino e Alfredo Mancinelli, designati in sede testamentaria dall’ultima
erede della famiglia, la signora Laura Bettini, scomparsa nel marzo 2021. L’idea della Fondazione, intitolata al dottor Armando Bettini, deceduto nel 1974 e già figura notissima a Recanati per i molti meriti e riconoscimenti ottenuti, è nata nel salotto, frequentato da molti amici, della di lui figlia Laura, donna colta e di vaste relazioni. Uno degli obiettivi è che la storica dimora diventi una CasaMuseo aperta ai visitatori. È già in corso la procedura di assegnazione dell’incarico tecnico per le opere di ristrutturazione a valenti professionisti che agiranno di concerto con la competente Soprintendenza.
mono altresì particolare vicinanza a S.E. Mons. Franco Manenti, Vescovo di Senigallia, Diocesi fortemente colpita». La Caritas Diocesana di Senigallia e tutta la comunità ecclesiale si sono messi subito all’opera per accogliere gli sfollati ed essere vicini ai bisogni e alle necessità della popolazione: «Invitiamo tutti a restare uniti nella preghiera e nell’attenzione alle necessità dei nostri fratelli che saranno rilevate e comunicate dalla Caritas Regionale - hanno aggiunto i Vescovi marchigiani -, invochiamo l’intercessione della Vergine Maria Madonna di Loreto, patrona della nostra Regione». (M.N.M.)
(Italia Sovrana e Popolare), Elena Leonardi (Noi moderati/Noi con l’Italia, Forza Italia, Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, Lega per Salvini premier), Andrea Spalletti (Italexit per l’Italia), Roberto Cataldi (M5S), Elena Compagnucci (Unione Popolare con De Magistris), Danilo Berardi (Pci), Giuliana Venturini (Vita), Mirella Gattari (Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Impegno civico di Luigi Di Maio, +Europa), Fabio Urbinati (Azione, Italia Viva, Calenda) e Cristiana Di Stefano (Alternativa per l’Italia). Nei listini plurinominali, altresì, sono quattro i candidati per i quali non servirà esprimere la preferenza ma basterà contrassegnare il simbolo prescelto (il voto andrà automaticamente al candidati nel collegio uninominale della stessa coalizione).
M. Natalia Marquesini
REGIONE
Cammini, due bandi per foto e videomaker
L’iniziativa “Racconta i cammini della rinascita”, promossa dal progetto “Turismo culturale ed economia dei cammini” e finanziato da Regione Marche, intende testimoniare con immagini e video le esperienze di cammino, di scoperta e di incontro, lungo i “Cammini Lauretani” e i “Cammini Francescani della Marca”.
Le nuove tecnologie dell’immagine contribuiscono in modo significativo alla comprensione del valore delle esperienze e della proposta dei “Cammini della Rinascita”, dove pellegrini e turisti, camminando, ritrovano il tempo ed il modo per avvicinarsi ai valori più autentici del territorio, tanto colpito dai sismi del 2016.
Un intento che Marchemedia c.r.l., ente capofila, sostiene con due bandi, rispettivamente rivolti a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni (alla scadenza del bando) e per i pellegrini over 30, entrambi in scadenza il 30 settembre 2022.
Tutte le foto ed in video saranno pubblicati, una Commissione sceglierà i 10 migliori, premiandoli con dotazioni del “Kit del Pellegrino lauretano”.
Alcuni dei criteri di valutazione saranno la narrazione di esperienze di pellegrinaggio, la visita e l’incontro lungo i “Cammini della rinascita”; la rappresentazione di paesaggi, prodotti e beni culturali; il rispetto dei valori religiosi; e la qualità tecnica.
Le domande di partecipazione, con al massimo n. 3 fotografie e n. 3 video esperienziali realizzati tra il 1° gennaio 2020 e il 17 agosto 2022, devono essere inviate a info@camminilauretani.eu
(i video dovranno essere preferibilmente in formato Full HD 1080p50 – 1920×1080 50 fps, oppure in formato Uhd 2160p50 –3840×2160 50 fps -, mentre le fotografie dovranno essere in formato Jpeg, con 300 dpi; se necessario, potranno essere inviati anche tramite la piattaforma WeTransfer). Per saperne di più, visita i siti www.camminilauretani.eu, e marchemedia.com, mentre per eventuali richieste di informazioni e chiarimenti sul bando e le modalità di partecipazione è possibile rivolgersi alla mail: info@camminilauretani.eu.
Premio agli “angeli” del Covid
Consegnati a Macerata gli encomi al personale sanitario operativo dal marzo 2020 durante le varie fasi dell’emergenza pandemica da Covid 19 presso l’Area Vasta 3. La cerimonia è stata promossa dal sindaco Sandro Parcaroli, dal presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani e dal delegato alla Sanità Giordano Ripa. Alla cerimonia erano presenti l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, la direttrice dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi e le autorità cittadine. Il 5 luglio 2021, il Consiglio comunale, infatti, su proposta del consigliere Ripa, ha votato all’unanimità l’ordine del giorno che invitava l’amministrazione a organizzare e realizzare una cerimonia pubblica al fine di conferire un attestato
di riconoscimento a tutti coloro che, per mesi, hanno esercitato la propria attività professionale presso le varie strutture Covid. «Grazie per quello che avete fatto, siete i nostri angeli e siete gli angeli del territorio – ha detto durante l’incontro il sindaco Parcaroli –, mentre noi eravamo a casa, isolati e attenti a osservare tutte le misure anti-contagio, voi eravate in prima linea, preoccupati per voi stessi, per le vostre famiglie e, in particolare per i pazienti. Siete stati favolosi e questo è sinonimo del fatto che in Italia la sanità c’è e funziona grazie a personale qualificato A ciò dobbiamo poi aggiungere la necessità di avere attrezzature all’avanguardia e su questo, come istituzioni, faremo sempre rete». (M.N.M.)
MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2022 2 SOCIETÀ
Graduation
«Ogni anno che passa rendete più giovane questa Università»
day in piazza delle Liberta a Macerata per Unimc
M. Natalia Marquesini
Alcuni pellegrini lungo la Via Lauretana
Un momento della cerimonia
Estate in Togo, terra di coraggio e fedeltà
Erano trascorsi due anni da quando con il gruppo missionario Eumega abbiamo toccato per l’ultima volta la terra africana: Natale 2019. Era stata una festa diversa, ma piena del calore di casa. Perché questo è il Togo per noi: una famiglia che ci attende. Dal primo viaggio, nell’estate 2012, in cui un gruppettino curioso e impreparato ha solcato il cielo, tante esperienze di incontro, di crescita, di cammino, ci sono state donate. Tanti miracoli di generosità che in questi anni si sono riprodotti: il sostegno alla casa dei bambini di Lomè che ospita 40 piccole vite da affidare; la realizzazione di una scuola a Dapaong sorta nel 2017 alla quale abbiamo avuto la possibilità di offrire anche un campo sportivo,
grazie anche alla generosità della famiglia di Mauro, giovane morto prematuramente, e ricordato in una targa a lui dedicata; il villaggio di Kotokopèe, che può ricevere acqua da un pozzo costruito in memoria di vite scomparse troppo presto. Per noi ogni volta incontrare la capacità di trasformare il dolore e la perdita in vita, ci allarga l’orizzonte di vera umanità.
Poi, due anni di chiusure, di distanza: la memoria che si fa labile e sfuggente mentre partire è impossibile. Tornare questa estate è stato come essere per la prima volta in Africa: una terra che porti nel cuore ma che chiede lo spazio e l’umiltà di uno sguardo diverso. Vi lasciamo con le parole di Maria Pia Branchesi, sorella di don Peppe, a cui è stata dedicata in
ricordo della sua vita donata, la Biblioteca della scuola di Dapaong. Saremmo andati insieme volentieri ad inaugurarla nel Nord, ma i jihadisti stanno scendendo tra i villaggi e seminando terrore. Impossibile spostarsi con sicurezza in questa parte del Togo, per tutti, ancor più per noi. «…Un viaggio già vissuto con il cuore grazie ai racconti di chi già aveva “toccato” l’Africa. Poi, inaspettatamente, è arrivato il tempo che anch’io fossi accolta in questa terra “colorata”. Arrivi, e tutto parla di una vita “viva”, gioiosa, semplice, in mezzo a tanto niente! Cogli subito quanto l’Africa si accorge che tu ci sei, non perché sei bianco, ma perché sei tu, una persona. Il bambino, la donna, l’uomo, il frate che incontri, tutti ti regalano un
Matteo Ricci continua dopo 470 anni a essere ponte culturale e spirituale tra Oriente e Occidente. Anche in Cina c’è fiducia nel progresso della causa di beatificazione
«Le nostre preghiere per padre Ricci»
DI TIZIANA TIBERI
In visita a Macerata, John Tong
Hon cardinale cinese, dal primo agosto 2017 vescovo emerito di Hong Kong, ha avuto la gentilezza di rispondere ad alcune nostre domande
Perché questa visita in Italia e a Macerata?
Sono in Italia per partecipare a Roma, su invito del cardinale Parolin segretario di Stato della Santa Sede, al Concistoro, l’incontro con tutti i cardinali invitati per riflettere sul nuovo documento e le novità introdotte dalla Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Inoltre, venendo in Italia ho voluto visitare e scoprire la città di Macerata: dove è nato padre Matteo Ricci, dove è vissuto, dove ha studiato e il prestigioso Centro Studi Li Madou. Ringrazio il vescovo Nazzareno Marconi e don Giuseppe che insegna nel seminario di Hong Kong per avermi invitato. Come può riassumere l’insegnamento di padre Matteo Ricci, quanto è ancora attuale?
L’insegnamento di Matteo Ricci è estremamente attuale e vorrei riassumerlo in quattro aspetti: le relazioni umane, la visione spirituale, la conoscenza, la sinodalità. In merito alle relazioni umane, vorrei sottolineare come padre Matteo Ricci nel 1500 avesse compreso l’importanza delle relazioni fra persone per far conoscere il Vangelo, per dare vita a un dialogo interreligioso; nel primo libro “Dell’amicizia” considerava la conoscenza reciproca e l’umana amicizia un prerequisito per l’evangelizzazione, per aprire il cuore verso tutti. Altro grande aspetto è la sua vita spirituale: un gesuita che oltre Gesù Cristo ha amato tantissi-
John Tong Hon, cardinale e vescovo emerito di Hong Kong, a Roma per il Concistoro, ha accettato l’invito del vescovo Marconi. «Qui dove ha vissuto e studiato»
mo la Vergine Maria e annunciato la sua figura anche in Oriente, in Cina. Terzo aspetto: la conoscenza non limitata al campo della teologia; lui ha studiato matematica, fisica, astronomia, quindi la sua missione in Cina
Nella sua città natale, due giorni dedicati al gesuita che per primo ha posto le basi per una strada di dialogo e amicizia con il popolo cinese
sorriso, un abbraccio, senza chiederti nulla in cambio. Nel tuo cuore si mescolano mille emozioni e ti chiedi: come posso io, che ho tanto, imparare a sorridere alla vita sempre e comunque? Più che mai ho sperimentato quanto la condivisione sia la “forza” dell’anima. Tu vai “quasi” a mani vuote, i frati minori della Provincia del Verbo Incarnato, che sempre ci accolgono con entusiasmo, tutti i giorni stanno in prima linea tra tanta fatica e tanta certezza che tutto quello che fanno deve essere fatto per aiutare la propria terra, e percepisci che la tua presenza è una piccola carezza al loro cuore. Un viaggio, un dono di grazia, da vivere appieno in tutti momenti, anche nelle mie difficoltà di
«Non importa se non ho nemmeno la luce in casa, importa solo che io condivida la vita e che sia felice: è questo ciò che l’Africa ti chiede» Ad Adidogome con fr. Paul
donna occidentale. Non importa cosa ho per mangiare, non importa se devo trasportare l’acqua con un secchio, non importa se devo cucinare con il carbone, non importa se devo camminare tanto, non importa se devo addormentarmi presto perché il sole è sceso e non ho la luce in “casa”; non importa
quello che non ho, importa solo che io condivida la vita e che sia felice: è questo ciò che l’Africa ti chiede. La fragilità di qualcuno e la fortezza dell’altro, questo è l’inevitabile frutto del destino, ma solo Lui sa come servirsi di entrambi, basta lasciarsi fare». Annamaria, Maria Pia, Roberta Gruppo Eumega
I partecipanti al campo
Dal 14 al 21 agosto 30 nuclei familiari con bambini piccoli, accompagnati da quattro sacerdoti, si sono trovati a Cavareno (Tn)
tra le persone ha attraversato molti settori, aprendo ai cinesi tante porte della conoscenza. Un ulteriore aspetto che contraddistingue padre Matteo Ricci e lo accomuna oggi a papa Francesco è la sinodalità, cioè il desiderio di incontrare le persone, di ascoltare la voce di ognuno, anche di chi vive nelle periferie, l’ascolto di tutti le opinioni. Ecco perché ammiro tanto padre Matteo Ricci: lui tanti anni fa aveva questo pensiero, questa idea di vivere e praticare il Vangelo. Ritiene possibile la beatificazione di padre Matteo Ricci? Lo spero tanto. Io prego sempre; anche tanti cinesi pregano che un giorno possa diventare beato.
Iniziative in ricordo del grande missionario
«Sempre di più padre Matteo Ricci deve prendere possesso della sua città natale»: a parlare è Dario Grandoni, presidente della fondazione Padre Matteo Ricci che nel 470° anno dalla nascita del Gesuita ha promosso una serie di iniziative iniziate l’11 maggio scorso a Bruxelles. In terra maceratese il 2 e il 3 settembre la Fondazione che si prefigge di promuovere e sostenere le relazioni internazionali, gli scambi sociali, religiosi, linguistici e culturali con l’Est asiatico e specialmente con la Cina, nell’ambito dell’opera missionaria di padre Matteo Ricci, ha curato la presentazione di due volumi: il libro d’Arte “De Nova Amicitia” curato da Paolo
Sabbatini, e il volume “Epifanie, la via della bellezza come dialogo con la Cina” di Francesco Astiaso Garcia. La biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata e il Teatro Lauro Rossi, hanno ospitato le sonorità dell’Orchestra Limadou dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Il complesso, che conta undici maestri poli strumentisti provenienti da tutta Europa, ha dato vita a un omaggio musicale reinterpretando alcune antiche e suggestive musiche scritte proprio da padre Matteo Ricci, risuonandole e rivivendole in chiave moderna. Dalla musica tradizionale cinese passando per i madrigali, il blues, la musica latina e il jazz, un viaggio musicale in quattro
movimenti scritti e orchestrati dal jazzista maestro Angelo Gregorio. «Il nostro sforzo –spiega Grandoni – è volto a valorizzare ciò che padre Matteo Ricci ha rappresentato nella storia e può rappresentare oggi. Probabilmente non siamo ancora coscienti di quanto sia importante l’eredità che ci ha lasciato: un’eredità di dialogo fatta sulla sua esperienza di missionario cristiano che ha incontrato i cinesi e si è fatto tutto con loro, tanto da concludere la sua vita in Cina, dove è sepolto con tutti gli onori. Un maceratese, antesignano del dialogo culturale che ha saputo tracciare una strada e che noi stiamo recuperando».
M. Natalia Marquesini
Ilmese di settembre è iniziato con la “Giornata per la salvaguardia del creato” condivisa da tutte le confessioni cristiane e continuerà fino al 4 ottobre con “Il tempo del creato”. L’Abbadia di Fiastra si trova in una stupenda riserva naturale, all’incrocio delle diocesi di Macerata e Fermo, arrivando quasi a lambire quella di Camerino. In un luogo così privilegiato dalla natura e dalla secolare operosità rispettosa dell’ambiente dei monaci cistercensi, non si poteva dimenticare l’enciclica Laudato si’. E così da tre anni stiamo proponendo la partecipazione a una camminata mattutina domenicale che muove dal piazzale antistante l’abbazia alle ore 7.30 per raggiungere vari luoghi della Riserva dove viene celebrata all’aperto la Messa alle ore 9.00. L’incontro si conclude con una piccola colazione consumata assieme. Da quest’anno la proposta si replica nel pomeriggio, soprattutto per ragazzi e giovani, con inizio alle 16.30 e conclusione con la celebrazione della Parola e una merenda.
Domenica 4 settembre c’è stata la prima tappa a Villamagna, attraversando la selva; un centinaio i partecipanti. Al pomeriggio invece un improvviso acquazzone ci è piovuto addosso a metà della selva donandoci un fuggi-fuggi generale e un momento da non dimenticare. Non è proprio l’acqua l’elemento fondamentale della creazione?
Domenica 11 siamo stati al fiume Fiastra, proprio dove si congiunge con l’affluente Entogge. La celebrazione è stata davvero toccante. Alla sera abbiamo ripetuto la camminata con un gruppetto variopinto, veramente effervescente nell’ascolto della Parola, con la parabola del Figlio prodigo, e nelle osservazioni. Domenica 18 ad accoglierci è stata la grandiosa quercia nel sentiero verso le rovine di Urbs Salvia raggiunta costeggiando il fiume Fiastra. Prossima meta sarà la chiesa della Divina Pastora, mentre il 2 ottobre raggiungeremo il Lago Le Vene.
Alberto Forconi
Momenti di grazia con la comunità e in famiglia
DI LAURA E GABRIELE CARDINALI *
Con grande gioia e tanto desiderio di trascorrere del tempo insieme, dal 14 al 21 agosto si è tenuta la settimana estiva per famiglie organizzata dall’Ufficio di pastorale familiare della diocesi di Macerata. Circa trenta famiglie, con bambini piccoli, accompagnate da quattro sacerdoti e, per mezza giornata anche dal vescovo Nazzareno, hanno trascorso un tempo bello di vacanza e di spiritualità nell’alta Val di Non, a Cavareno. Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, questa bella tradizione ha ripreso il suo cammino. L’esperienza è stata pensata per le famiglie giovani (ma non solo!), con pochi anni di vita matrimoniale e con figli piccoli. Una proposta audace certo, ma che è stata accolta da tante cop-
pie. Uno dei punti forti di questa esperienza per famiglie è, da sempre, la presenza di giovani animatori e animatrici a cui affidare i figli per una parte della giornata, permettendo ai genitori un tempo sereno di confronto di coppia e di condivisione con altre coppie. Lucia, Manuele e Davide, i tre animatori di questo campo, hanno fatto la differenza, organizzando le giornate e i giochi per i bambini.
“Gesù abita nella nostra famiglia” è stato il tema proposto quest’anno: partendo dall’incontro con il Creato, passando attraverso una riflessione sulla comunità, si è giunti al dialogo con un Dio quotidianamente presente nella nostra vita di famiglia, come Padre amorevole che sostiene e conforta. Don Egidio Tittarelli con tre catechesi ci ha invitato a vivere un rapporto nuovo con Dio, originato da
un rapporto diverso con il Creato e con gli altri; a riconoscere e a preservare la casa comune; a vivere la gratitudine per il mondo che ci ospita. Le passeggiate hanno accompagnato le famiglie in un meraviglioso ambiente naturale dove la bellezza del Creato è esplosa in tutta la sua magnificenza. Camminare insieme è stato costruire comunità, rinsaldare relazioni, mettersi al passo con gli altri. La fatica non ha spaventato, perché affrontata insieme; le salite e le discese, percorse per mano con i fratelli, sono state il paradigma della vita comunitaria: si cammina l’uno accanto all’altro, una famiglia accanto all’altra, sacerdoti accanto a famiglie, giovani accanto ad anziani, a volte si soffre, altre volte si gioisce insieme.
È stato bello constatare come anche a livello comunitario si sia vissuto il
sincero desiderio di stare insieme e fare amicizia, soprattutto durante i pasti, nei momenti liberi, durante le passeggiate. Sperimentare la cura del Creato e delle relazioni tra famiglie, nella prospettiva di costruire un “noi”, come dice papa Francesco che abita la Casa comune, se ne fa carico e lo preserva da azioni egoistiche e egocentriche. Con l’ultima catechesi don Egidio ha condotto le famiglie ad aprire il cuore e ad assumere uno sguardo nuovo sulle proprie situazioni di famiglia, infondendo speranza e desiderio di condivisione perché, «La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta, con tutte le sue sofferenze, lotte, gioie e i suoi propositi quotidiani» (Amoris Laetitia, 315). Allora il dialogo di coppia quotidiano, gli abbracci, i sorrisi, i momenti di gioia, i piccoli gesti di tenerezza a
cui troppo spesso non siamo più abituati tra sposi, anestetizzati dalla frenesia di un mondo che ci spinge solo al fare, sono stati i primi frutti del percorso. Altri ne seguiranno se tutti insieme avremo la costanza di continuare a camminare.
Un grazie a tutti coloro che hanno partecipato, mettendosi in gioco. Insieme abbiamo sperimentato la bellezza e la ricchezza dei diversi carismi, tutti al servizio della Chiesa e in particolare di quella Chiesa domestica che è la famiglia, dove il Vangelo si fa carne nella vita di tutti i giorni. Le tante testimonianze di vita sono state preziose per rinsaldare i legami e per far sì che ancora una volta, nei cuori di tutti, la fiducia possa fiorire per generare speranza.
* direttori Ufficio pastorale familiare diocesano
MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2022 3 COMUNITÀ
Un momento del concerto tenutosi al Teatro Lauro Rossi il 3 settembre
Il cardinale John Tong
SETTEMBRE
Un mese dedicato al Creato
Don Francisco è il nuovo parroco di Passo di Treia
Dalprimo settembre scorso don Francisco José Parraga Antolinos è il nuovo parroco di Passo di Treia; ha preso il posto di don Manuel De Ornelas che ha lasciato l’incarico di collaboratore dell’Unità Pastorale di Treia per partire in missione. Don Francisco, classe 1975 è nato a Murcia, in Spagna e frequenta il Cammino Neocatecumenale da giovanissimo, seguendo le orme della sua famiglia. Come è arrivato in Italia?
Quando stavo concludendo i miei studi universitari ho sentito che il Signore mi chiamava a entrare in seminario. Ne ho parlato prima con il mio parroco e ho maturato la scelta di chiedere l’ammissione a un seminario
È attivo da due anni il servizio diocesano che promuove, insieme allo sportello segnalazioni, iniziative volte alla creazione di ambienti sicuri per i più piccoli
missionario internazionale, dando la mia disponibilità ad andare in qualsiasi parte del Mondo. Durante un ritiro a Porto San Giorgio mi colpirono particolarmente le parole di Gesù rivolte ai discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» e altrettanto mi colpì la promessa di ricevere il centuplo, «insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». La sorte scelse poi per me il seminario missionario diocesano Redemptoris Mater di Macerata. Ha vissuto esperienze di missione? Prima dell’Ordinazione sacerdotale, ho fatto un periodo di tre anni di pastorale esterna come missionario in Asia.
Rientrato a Macerata nel 2006, sono stato Ordinato e ho fatto il mio primo anno da prete ad Appignano, tre anni a Passo di Treia con don Natale e altri tre anni a Treia con don Vittorio. Dopo queste esperienze di parrocchia l’allora vescovo Giuliodori mi diede il permesso di tornare in missione in Asia. Per motivi legati al visto sono recentemente tornato dalla missione e il vescovo Nazzareno Marconi mi ha chiesto la
disponibilità per tornare a Passo di Treia. Quindi il suo è un ritorno... Il mio cuore missionario è rimasto un po’ in Asia, ma devo dire che sono contento del mio nuovo incarico perché la mia vita da prete l’ho sempre vissuta qua; anche quando tornavo per le vacanze chiedevo sempre al Vescovo di venire a Treia o a Passo di Treia, perché conoscevo le persone e mi sentivo a casa. Molti ragazzi che frequentavano i gruppi giovanili quando ero prete giovane anche io, ora sono sposati e hanno famiglia e alcuni sono anche venuti a trovarmi in Asia quando ero in missione, quindi si è sempre mantenuto un bel rapporto di amicizia e di affetto. Quali sono ora le priorità
Buone prassi a tutela di minori e vulnerabili
DI LORETTA LOMBARDELLI
D al grembo di una Madre (la Chiesa) e come grembo che accoglie, dal 1 gennaio 2020, Solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio, è nato anche nella diocesi di Macerata il Servizio tutela minori e vulnerabili. Tale ufficio, in sinergia con il servizio nazionale e i servizi regionali, opera a supporto del vescovo per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità.
In che modo? Attraverso gli sportelli per la segnalazione. Esistono 98 centri d’ascolto, costituiti in 157 diocesi dove operano 1.200 operatori volontari formati per l’ascolto delle vittime di abusi e la loro presa in carico in collaborazione con il referente diocesano per la tutela minori e la relativa équipe di competenze e professionalità. Una volta poi raccolta la segnalazione e verificata la verosimiglianza della notitia criminis, il vescovo svolgerà l’indagine previa ove potranno essere raccolti documenti, testimonianze e informazioni. Terminata l’indagine, l’Ordinario la renderà nota alla Congregazione per la Dottrina della fede così che la stessa possa assumere le decisioni conseguenti. Lo Sportello per la segnalazione della diocesi di Macerata ha sede presso la curia diocesana e può essere contattato tramite la segreteria generale o all’indirizzo email: tutela@diocesimacerata.it.
Il Servizio favorisce e promuove altresì una cultura della prevenzione, la formazione e l’informazione di tutta la comunità ecclesiale, la creazione di ambienti sicuri per i più piccoli, l’attuazione di procedure e buone prassi, la vigilanza e la limpidezza nell’agire.
E proprio a tal fine esso da ultimo ha promosso l’incontro del 28 luglio scorso: “Il rischio educativo e la tutela dei minori” con don Fortunato Di Noto,
L’incontro, del 28 luglio scorso, con don Fortunato Di Noto agli antichi forni di Macerata
sacerdote siciliano fondatore e presidente dell’associazione Meter Onlus, che della tutela dei minori, particolarmente dalla piaga della pedofilia e dalla pedopornografia, può ritenersi un pioniere: «È un problema serissimo e tragico - spiega Di Noto - : i minori nel mondo sono estremamente abusati. Soltanto in Europa sono 19 milioni quelli abusati sessualmente. Negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento vertiginoso di denunce provenienti da tutta Europa. Soltanto due anni fa nel Regno Unito erano 750mila i predatori di bambini. L’abuso è un omicidio psicologico. Vi è anche un filone della “pedomama” dove donne abusano dei loro bambini. L’ultimo tabù che si vuole superare è quello di avere rapporti
sessuali con i minori perché – si sostiene – i bambini possono decidere...». Una tutela e una sensibilizzazione quella del Servizio minori che giunge sino al grembo dov’è il più piccolo e il più indifeso in assoluto, ma anche a colei – donna e madre – che spesso è vittima inconsapevole di un’informazione non veritiera e ingannevole. Prossimamente, con il patrocinio della diocesi di Macerata - Servizio tutela minori, verrà proiettato il film “Unplanned”, la storia vera di Habby Johnson, una giovane donna, che da convinta sostenitrice della libertà di scelta delle donne, grazie alla sua intelligenza e alla sua capacità comunicativa, compie una rapida carriera all’interno di una clini-
ca per aborti della rete Planned Parenthood, sino a diventarne direttrice e a essere premiata nel 2008 come dipendente dell’anno.
La svolta arriva nel 2009 quando, per un’improvvisa carenza di personale, le chiedono di coadiuvare un medico nell’aborto di un feto alla tredicesima settimana: ciò stravolgerà la sua visione sulla “semplice” interruzione di una gravidanza e la sua stessa vita. L’augurio è allora che anche l’attività di sensibilizzazione e formazione del Servizio tutela minori e vulnerabili aiuti ognuno di noi a diventare grembo che accoglie, custodisce e accompagna la vita in qualunque forma si manifesti o si faccia prossima al nostro quotidiano.
della parrocchia?
A Passo di Treia prima c’erano due parrocchie, che ora hanno un parroco unico ma rimangono comunque due diverse realtà, e mi è stata affidata anche la piccola parrocchia di San Lorenzo. A distanza di dieci anni posso dire di aver trovato una situazione completamente diversa, sia a causa del terremoto che del Covid, che richiede sicuramente un nuovo slancio pastorale. Per i giovani posso contare sull’aiuto di don Alain Damana, il mio vice parroco. ma penso che sia fondamentale lavorare insieme alle famiglie, rinvigorire in loro l’amore per Gesù Cristo e per la Chiesa.
M. Natalia Marquesini
Aperta la comunità Madonna di Loreto
Lafamiglia si allarga! Dal 3 settembre, la comunità educativo-pastorale della Casa Salesiana “San Giuseppe” – Casa Futuro di Macerata, si è arricchita del volto femminile della grande famiglia di Don Bosco, con l’apertura della nuova comunità “Madonna di Loreto” delle figlie di Maria Ausiliatrice. Tre suore, suor Adele Brugnoni, suor Franceschina Giancola e la sottoscritta, finalmente, dopo tanta attesa, vivono stabilmente in una zona della casa salesiana loro dedicata, denominata “Villa Verde”, oggetto in questo ultimo anno e mezzo di lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico dopo gli eventi del 2016. Quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che quest’anno celebrano il 150° anniversario di fondazione dell’Istituto, è in realtà un ritorno nelle Marche, dove sono state presenti in passato con diverse opere educative a servizio di tante giovani. Nella difficile congiuntura che viviamo, questo arrivo è un invito alla speranza: la preghiera comune, la missione condivisa, la fraternità nella vita quotidiana proveranno a testimoniare la bellezza di quella comunione di fede e di vita che, oggi, rende le comunità autentica- mente generative. È davvero un dono per la Chiesa locale e per la missione educativa a favore dei giovani del nostro territorio: intenso sarà l’impegno a tenere vivo il carisma di san Giovanni Bosco e di santa Maria Domenica Mazzarello, con il desiderio sempre crescente di essere Casa dove camminare insieme, consacrati, laici e giovani nel nome del Signore. La solenne celebrazione eucaristica per l’inaugurazione della nuova comunità, trasmessa sul canale youtube “Salesiani Macerata”, è stata presieduta dal vescovo Nazzareno Marconi e concelebrata da don Stefano Aspettati, superiore della Circoscrizione salesiana dell’Italia Centrale ed ha visto la presenza di suor María del Rosario García Ribas, vicaria generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, di suor Gabriella Garofoli, superiora provinciale per la zona Lazio - Sardegna - AbruzzoMarche e di tante consorelle accorse da tutta l’Ispettoria per far Festa attorno a questo delicato segno di Speranza. Notevole è stato anche il coinvolgimento di tanti giovani e di tante famiglie della comunità educativa pastorale di Casa Futuro che tanto ha desiderato, atteso e preparato l’arrivo delle suore salesiane. Come già accennato siamo certi che la missione condivisa e la preghiera comune sapranno raccontare non solo la bellezza del sogno di don Bosco, ma anche tutta l’attualità e la preziosità del suo carisma pensato per mostrare ai giovani la bellezza e la possibilità di una vita autenticamente piena, ma custodita da tanti adulti che vogliono continuare a metterci la faccia, a sognare, perché proprio loro, i giovani, possano continuare a profetizzare l’avvento di un mondo più vero, un mondo più giusto, un mondo dai tratti umani del divino. Ilaria Balducci fma
La città di Macerata è «Civitas Mariae» da settant’anni
DI IVANO PALMUCCI
A pieno titolo Macerata può fregiarsi dell’appellativo onorifico, ma impegnativo di Civitas Mariae, condiviso anche con Siena, perché la devozione dei Maceratesi verso la Madre di Dio si intreccia con la storia del Castrum Maceratae, divenuto città e diocesi nel 1320 con la bolla Sicut ex debito di Giovanni XXII. Fin dalle sue origini la Comunità ha manifestato con attestazioni concrete il proprio sentimento religioso e soprattutto si è affidata alla protezione materna della Vergine, invocandola nelle mille difficoltà quotidiane come Regina delle Grazie e Madre della Misericordia. Attestano ciò le numerose chiese, oltre trenta tra
quelle esistenti e quelle demolite, dedicate alla Madonna invocata con vari titoli, chiese erette quasi a presidio del territorio maceratese e dei suoi abitanti. Il centro della devozione, però, risiede in quel piccolo Santuario, gioiello del barocco, sorto a seguito del voto del 1447, quando Macerata fu liberata dalla peste, dove si venera la sacra effigie della Misericordia, la Madonna dalle braccia aperte e dal mantello protettivo, a cui quotidianamente sono rivolti gli occhi dei fedeli in preghiera. Nel 1484 la Magistratura cittadina, interprete della volontà popolare, fece dipingere sulla facciata del Palazzo priorale un’immagine della Madonna, a cui fu aggiunto un bassorilievo equestre di san Giuliano ospitaliere e fu collocata
Il centro della devozione mariana risiede nel piccolo Santuario dedicato alla Mater Misericordiae, gioiello del barocco, sorto a seguito del voto del 1447
nella torre una campana denominata “Maria”, usata per le riunioni del Consiglio, ma invitava anche alla preghiera. La sacra immagine la ritroviamo sulla facciata dei successivi Palazzi comunali, quello di metà Cinquecento e l’attuale risalente a metà Seicento. Fu rimossa dal Governo napoleonico, ma il
popolo la fece ripristinare nel 1855 a seguito di una nuova ondata di colera. Con l’Unità d’Italia l’immagine fu oscurata e ritornò visibile nei primi anni del Novecento, quando, poi, fu sostituita dal fascio littorio. All’indomani della tragedia del Secondo conflitto mondiale, liberata Macerata dall’occupazione tedesca, la sera del 2 settembre 1945, sotto lo sguardo incuriosito dei soldati inglesi e polacchi, in una piazza presidiata dai carri armati, l’immagine della Vergine misericordiosa ritornò nel suo posto di onore, nel cuore della città. La volontà popolare, sostenuta dalla raccolta di ben 21.000 firme, fu convertita il 15 novembre 1952 in delibera del
Consiglio Comunale e il successivo 16, in una piazza gremita, Macerata fu consacrata a Maria e fu proclamata Civitas Mariae. «Sulla Tua città, sopra questa Tua diletta Macerata, giorno e notte, di generazione in generazione, siano costantemente rivolti i tuoi occhi misericordiosi», così terminava l’atto di consacrazione il vescovo Silvio Cassulo, che nella mattinata aveva anche benedetto il nuovo portale di bronzo della Basilica, opera di Carlo Cantalamessa. Il prossimo novembre ricorre il 70° anniversario dell’evento e la città si prepara a festeggiarlo con alcune iniziative che prevedono due concerti, una mostra, un convegno e una peregrinatio della sacra Icona. Effigie di Maria sul palazzo comunale
MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2022 4 CHIESA LOCALE
Così prevenzione e informazione aiutano a custodire la vita fragile
SALESIANI
Don Francisco e don Alain
«Il mio cuore missionario è rimasto in Asia, ma sono contento del mio nuovo incarico perché è come tornare a casa»