Emmaus e Avvenire. 15 novembre 2022

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Inserto mensile della diocesi di Macerata Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia A cura della redazione EMMETV Via Cincinelli, 4 - 62100 Macerata

Adornato, 6 anni da rettore Unimc: le prove superate

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Civitas Mariae: Macerata rinnova il suo affidamento

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Don Copparo, una vita tutta spesa per i più giovani

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L’opera di mediazione comporta impegno, coinvolgimento personale e anche lotta

Pacificatori o pacifisti?

DI NAZZARENO MARCONI *

C he tutti amino la pace e predichino perché si realizzi in tutto il mondo è abbastanza scontato. Altrettanto lo è che la guerra non risolve i problemi umani ed internazionali, ma anzi spesso li complica. Dire solo questo potrebbe però configurarsi nel pacifismo: la pace in ogni caso e a tutti costi. Infatti, il pacifismo, per quanto appaia nobile, tuttavia come ogni “ismo” tradisce una semplificazione manichea del reale: bianco opposto a nero, giusto opposto a sbagliato… mentre la vita e la realtà sulla terra sono molto più complesse. Come insegna la bella parabola della zizzania: nel campo del mondo buon grano e cattiva zizzania sono mescolate e se sopra la terra le due piante si distinguono bene, tanto che sembra facile estirpare il male, Gesù ci dice che nel profondo, che rappresenta il cuore di ogni uomo, le radici del male e del bene sono intrecciate. Solo alla fine della storia e solo Dio potrà estirpare definitivamente il male dal mondo. Questo è il dramma del peccato e la realtà della vita sulla terra, dove il Regno di Dio non potrà mai identificarsi con una convivenza umana. Non potremo mai costruire lo Stato perfetto e buono, che con il suo dominio imponga la pace al mondo. La storia insegna che chi aveva questa pretesa ha costruito imperi di morte. La Bibbia lo dice, contro ogni tentazione di costruire con le nostre forze il paradiso sulla terra, annunciando che la pace piena e stabile sarà una realtà solo della città celeste (Ap 21). Cosa ci resta allora, solo la rassegnazione al male? Assolutamente no. La fede cristiana spinge all’impegno per il Regno di Dio, la giustizia e la tutela del diritto della persona umana già nella vita sulla terra, ma con la convinzione che saremo sempre in cammino verso una pace migliore, ma mai definitiva. Il vangelo

nelle Beatitudini parla perciò di eirenopoioi ed il termine significa: operatori di pace, coloro che lavorano per la pace, che «fanno pace». Insieme con quella dei misericordiosi, questa è l’unica beatitudine che non dice tanto come bisogna “essere”: poveri, o

PRESIDENTE CEI

Zuppi: processo in movimento

La pace mette in movimento. È un cammino. «E, per giunta, cammino in salita», sottolineava don Tonino Bello, che aggiungeva: «Occorre una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo». Le strade della pace esistono davvero, perché il mondo non può vivere senza pace. Adesso sono nascoste, ma ci sono. Non aspettiamo una tragedia peggiore. Cerchiamo di percorrerle noi per primi, perché altri abbiano il coraggio di farlo. cardinale Matteo Zuppi

Nelle Marche associazioni del Terzo settore, sindacati, rappresentanti delle categorie produttive, si sono uniti per una “alleanza di scopo”

Novena in preparazione della Festa della Venuta

C ome tradizione, la novena in preparazione alla Festa della Venuta – evento che le cronache fanno risalire alla notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294 – vede protagoniste le diocesi marchigiane che si avvicendano quotidianamente per rinnovare l’espressione della propria secolare devozione a Maria.

L’appuntamento per la nostra diocesi, che sarà in pellegrinaggio assieme all’arcidiocesi di Fermo, è per giovedì Primo dicembre. I momenti dell’incontro saranno:

16:15 Accoglienza, tempo per la riconciliazione, preghiera del Rosario

17:00 Santa Messa, canto delle litanie e passaggio in Santa Casa

Si terrà domenica alla Domus la Gmg diocesana

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CHIESE

San Giovanni può tornare a splendere

I “facitori di pace” non sono primariamente quelli che si riconciliano con i propri nemici, ma quelli che operano per far riconciliare altri che tra loro sono in guerra Non sono nemmeno ”pacifici!”: questi rientrano tra i “miti”

afflitti, o miti, o puri di cuore, quanto cosa si deve “fare”. È una beatitudine operativa, tutt’altro che rassegnata! Si indica così non uno stato raggiunto, ma un’azione da compiere e magari continuare a compiere nel tempo. Non è poi un’azione riflessiva, ma

volta all’esterno: i “facitori di pace” non sono primariamente quelli che si riconciliano con i propri nemici, ma quelli che operano per far riconciliare altri che tra loro sono in guerra. I veri pacificatori sono persone che amano così tanto la pace, da non

Unimc:

e legalità in nome di Falcone

Maria Falcone, sorella del magistrato Giovanni Falcone ucciso dalla mafia a Capaci il 23 maggio 1992, ha partecipato alla Giornata della cultura civile promossa dall’Università di Macerata. Nel corso della manifestazione, alla presenza di molti studenti delle scuole superiori della regione, è stato donato alla città una gemma dell’Albero di Falcone. La docente e attivista antimafia è presidente della Fondazione Falcone.

temere di compromettere la propria pace personale, intervenendo nei conflitti al fine di procurare la pace tra quanti sono divisi. Operatori di pace non è dunque sinonimo di pacifici, cioè di persone tranquille e calme che evitano il più possibile i contrasti. Infatti, per questi c’è un’altra beatitudine, quella dei miti. “Facitori di pace” non è sinonimo neppure di pacifisti, se per pacifisti si intendono quelli che si schierano contro la guerra, senza però fare nulla di significativo e concreto per fermare l’aggressore e contenere l’eccesso di legittima difesa dell’aggredito. Solo così si opera efficacemente per far progredire un conflitto verso la riconciliazione dei contendenti e quindi una pace più stabile e vera. Non deve stupire perciò che nel vangelo Gesù dichiari: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada» (Mt 10,34). Perché l’opera di pace comporta impegno, coinvolgimento personale ed anche lotta. La nostra Costituzione, con grande realismo ed ispirata da una solida cultura cristiana, se all’articolo 11 «ripudia la guerra come strumento di offesa» all’articolo 52 dice che «la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino». E parla perciò delle Forze Armate a servizio della Repubblica. I pacificatori possono anche usare la forza, evitando con ogni impegno che si trasformi in violenza. Il confine è sottile, ma non invisibile per chi è saggio e onesto. * vescovo

Ilprossimo 10 dicembre, giorno nel quale ricorre la memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Loreto, avranno contrattualmente termine i lavori di recupero e riqualificazione della Collegiata di San Giovanni di Macerata: la chiesa che, nel cuore del capoluogo, fu un tempo del locale Collegio dei Gesuiti, nel quale fu avviato agli studi il giovane Matteo Ricci, agli albori della sua vocazione, prima di partire per Roma e divenire poi il grande apostolo della Cina. La chiesa era già in restauro quando nel 2016 sono sopraggiunti gli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia. Da lì, per far fronte al mutato quadro delle esigenze che il terremoto ha portato con sé, per conto della Diocesi di Macerata, essa è stata oggetto di una più ampia attività di progettazione che prevedesse il miglioramento sismico dell’edificio, il restauro delle superfici decorate e la rifunzionalizzazione degli impianti, così da restituire alla Città e alla Diocesi un grande contenitore di pregio, nel quale poter svolgere le celebrazioni liturgiche, ma anche eventi culturali di valore. A tale scopo il 28 dicembre 2018 è stato stipulato l’accordo tra la Regione Marche e la Diocesi di Macerata, con l’assegnazione a quest’ultima di un finanziamento pubblico di 3.200.000 euro, nell’ambito del Por Fesr 2014/2020, risorse comunitarie destinate alla valorizzazione e messa in rete del patrimonio culturale, e particolarmente al recupero di un edificio dal valore simbolico (Asse 8 - Azione 29.1.2), da impiegarsi nel caso specifico a copertura dei soli lavori, per l’affidamento e per la rendicontazione dei quali la Diocesi, in toto assimilata ad un ente pubblico, ha operato ai sensi del D.lgs. n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici). L’intervento, in virtù dell’interesse pubblico dell’opera, ha visto una forte collaborazione inter-istituzionale; la Diocesi ha infatti potuto giovarsi della collaborazione degli Enti Pubblici del territorio, nelle diverse fasi di sviluppo, dalla condivisione delle scelte fondamentali nella fase di progettazione, al supporto nella procedura di selezione dell’esecutore dei lavori o nella rendicontazione degli stati di avanzamento: la Regione Marche, il Comune di Macerata, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Macerata. I lavori, avviati il 12 settembre 2021, sono stati eseguiti dall’Rti Edil 93 Srl / Eures Arte Srl / Eredi Paci Gerardo Srl, diretti dall’architetto Michele Schiavoni in collaborazione con l’ingegner Henry Gullini (strutture - sicurezza in fase di esecuzione), l’ingegner Aldo Tuzio (impianti) e il geometra Giuliano Incicco (contabilità di cantiere). Il tempio, recuperato in tutta la sua bellezza ed implementato nella sua funzionalità, verrà presto riaperto al pubblico. Giacomo

Alleati contro la povertà, sfida per questo tempo

DI GIANCARLO CARTECHINI

Avolte la vita ci prende in contropiede. Basta svegliarsi di soprassalto per una scossa di terremoto – è capitato la scorsa settimana – e le nostre prospettive cambiano di colpo. Comprendiamo di essere vulnerabili. Abbiamo paura. Svanisce l’illusione della stabilità. Il terreno trema sotto i piedi, è tutto fuori controllo. Anche la realtà sociale può essere scossa da movimenti tellurici. Lo abbiamo compreso bene in questi ultimi anni. Credevamo di avere fondato le nostre vite su basi sicure, e invece ci siamo trovati a percorrere piste incerte, difficili da individuare. Perennemente in bilico, tra una

emergenza sanitaria e una climatica, tra crisi economiche e tensioni sociali. Soglie e fratture sono divenute frequenti nei quartieri di periferia, abitati da equilibristi disorientati. Non eravamo abituati a tutto questo, eppure è andata così. Proprio il concetto di vulnerabilità è al centro di un progetto promosso, nella nostra regione, da una serie di associazioni che hanno dato vita, nel 2015, alla “Alleanza contro la povertà nelle Marche”. Associazioni del terzo settore, sindacati, rappresentanti delle categorie produttive, si sono uniti in quella che viene definita una “alleanza di scopo” –sottolinea il portavoce Fabio Corradini, una vita nelle Acli – con l’obiettivo di promuovere misu-

re di contrasto alla povertà assoluta e di reinserimento sociale delle famiglie in difficoltà. Queste associazioni hanno realizzato un “Osservatorio sulle vulnerabilità”, per monitorare l’andamento delle povertà e dei nuovi rischi sociali che si annidano sul territorio regionale, rendendo ancora più fragili cittadini e famiglie. Situazioni in bilico, da intercettare prima che sia troppo tardi e si trasformino in forme di povertà conclamata.

L’Osservatorio ha annunciato, proprio in questi giorni, la pubblicazione del Report 2022. L’indagine è stata svolta prendendo in considerazione alcune aree di possibili criticità: lavoro, società, area trasversale, sanità, area educativa, abitare. Per ciascuna

di queste aree sono stati individuati alcuni indicatori tratti da banche dati istituzionali (Istat, Inps, Ministero delle Finanze): per il lavoro sono state prese in considerazione le ore di cassa integrazione autorizzate, il numero di persone in cerca di occupazione, le tipologie contrattuali più diffuse. Ci sono anche altri indicatori che misurano, ad esempio, il disagio psicologico, la possibilità di avere una adeguata alimentazione, o la rinuncia di prestazioni sanitarie necessarie.

I primi dati divulgati, rivelano che la popolazione marchigiana sta invecchiando. Il numero di anziani cresce rispetto al totale della popolazione, cala leggermente la percentuale di famiglie

che vivono in condizioni di povertà relativa. Aumentano in maniera significativa i senza fissa dimora. La tipologia prevalente nelle assunzioni è il contratto di lavoro a termine. Sono dati da analizzare con attenzione. La sfida che ci attende – è sempre Corradini che parla – è quella di costruire un modello di intervento condiviso tra istituzioni pubbliche, terzo settore, forze sociali e altri attori interessati, per creare una rete virtuosa volta a contrastare la povertà e a migliorare la qualità della vita di famiglie e cittadini marchigiani. Quando la vita ci prende in contropiede, forse è il caso di cambiare direzione. Da soli rischiamo di smarrirci. Insieme, invece, ce la possiamo fare.

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Martedì, 15 novembre 2022 Inserto di
LORETO
ATENEO
cultura civile

«Con padre Panichella per i bambini del Brasile»

DI STEFANO SPERNANZONI

«La vittoria di Lula ci ha confortato», con queste parole inizia il messaggio, scritto pochi giorni fa, del nostro caro padre Alberto Panichella, missionario saveriano di origine maceratese, che da oltre 40 anni opera in Brasile. Sono diacono della diocesi di Macerata e insieme a mia moglie Sabrina abbiamo dato inizio a questa avventura nel 1991 dopo un viaggio in Brasile per conoscere la realtà dove operava mio cugino Albertone. Come abbiamo scritto nel libro “Con il Brasile nel cuore”, che celebrava i 25 anni di amicizia e solidarietà, noi due non avendo avuto figli avevamo deciso di lasciarci alle

spalle, per il tempo di una vacanza, il dispiacere, il disagio ed il dolore di non avere una famiglia completa come l’avevamo sempre sognata, con dei bambini di cui avevamo già deciso i nomi... È proprio vero che in cambio ci sarà dato in una misura «buona, pigiata... e traboccante»! Ma in cambio di cosa? Noi non avevamo niente da scambiare, eppure laggiù abbiamo trovato molti più figli di quanti avessimo osato sperare, insieme a madri, padri, fratelli e sorelle. Il nostro sguardo si è incrociato con quello di un bambino accovacciato per terra in mezzo al fango, vestito con una maglietta stracciata più grande della sua taglia, ma con un sorriso meraviglioso. Con questa

In più di 30 anni di attività l’associazione

“Con il Brasile nel cuore”

è riuscita ad aiutare più di 40mila tra bambini, ragazzi e famiglie

foto e questo bimbo tutto è iniziato. In più di 30 anni di attività la nostra associazione è riuscita ad aiutare più di 40.000 tra bambini, ragazzi e famiglie nelle diverse missioni dove, insieme al nostro caro padre Alberto Panichella (per noi tutti Albertone) , abbiamo dato sostegno con amore ed amicizia reciproci. «Il presidente Lula si batte per la giustizia, la pace, i diritti umani, per gli indios, gli

Il rettore uscente dell’università di Macerata traccia un bilancio del mandato 2016-2022 alla guida dell’Ateneo: un periodo segnato da problemi immani, affrontati tuttavia con fiducia e tenacia

emarginati, i disoccupati, gli sfruttati ed oppressi. Lavorerà per dare casa e terra a chi non ne ha. Lavorerà per dare lavoro ed istruzione, per dare diritto ed accesso alla sanità a tutti. Sarà difficile ma con l’aiuto di Dio ci riuscirà. Abbiamo molta speranza e fiducia»: così proseguiva il messaggio di Albertone. Avendo conosciuto personalmente il presidente Lula a San Paolo ritengo che sia veramente una brava persona e ripongo anche io molta fiducia e speranza in lui. Tornando all’Associazione Amici del Brasile, in tutti questi anni si è potuto garantire a tantissimi bambini un pasto caldo, assistenza per il doposcuola, educazione fisica, la conoscenza della cultura brasiliana, dei

diritti e dei doveri. Per tanti ragazzi è stato possibile apprendere arti e mestieri, per altri invece accedere all’università per mezzo di borse di studio. Tutto questo favorendo lo scambio e l’amicizia con tanti nostri associati che negli anni hanno voluto conoscere la realtà dove operavamo. Per non dimenticare poi tutti coloro che, con grande sensibilità, ci hanno sostenuto con generosità.Tutto questo è stato possibile per mezzo di un gruppo di soci e collaboratori che negli anni si è prodigato per far funzionare l’Associazione, molti dei quali ancora oggi sono al nostro fianco. A loro ed alle migliaia di associati in tutta Italia che ci sostengono va tutto il nostro più sincero: Grazie!

Adornato: «Sei anni duri ma ci siamo risollevati»

DI TIZIANA TIBERI

Nella settimana in cui è avvenuto il passaggio ufficiale con il suo successore John McCourt, il rettore uscente dell’università di Macerata Francesco Adornato, traccia un bilancio del sessennio 2016-2022 alla guida dell’Ateno Cosa ricorda dell’inizio? Ricordo le prime scosse, i saluti al rettore Luigi Lacchè e dopo quella della domenica ( 30 ottobre 2016) ci siamo subito attivati con un gruppo di lavoro con l’ufficio tecnico e della didattica per riaprire dopo una settimana.

L’importante per noi era non scoraggiarsi ed essere uniti.

L’ateneo di Macerata è uno dei cantieri più grandi della città...

Con oltre 35 milioni di euro tra Ministero, Ateneo e fondi europei per lo sviluppo regionale, a cui si aggiungono altri 14 dell’ordinanza speciale firmata dall’Ufficio ricostruzione e i tre per l’efficientamento energetico e il miglioramento sismico, l’Università è il cantiere più grande della città. Opere che vanno ad accrescere il prestigio dell’ateneo e la vivibilità della città per i tanti studenti.

L’ultima ordinanza del commissario

Legnini ha sbloccato ulteriori 14 milioni per la ricostruzione post sisma: per il recupero dell’aula magna, dell’antica biblioteca e di altri spazi nella parte sud di Giurisprudenza.

I fatti di Macerata 2018, un “secondo terremoto”?

Queste due vicende leggibili parallelamente a distanza di pochi giorni credo abbiano colpito l’immaginario collettivo della città non meno del terremoto, poiché il sisma è un nemico fisico individuabile, mentre la vicenda di Pamela Mastropietro e poi quella di Traini, che ha attraversato il mondo, non hanno avuto secondo nell’animo della città un’elaborazione profonda. La città è stata sempre placida e tranquilla; tutti immaginavamo che l’orrore si trovasse lontano, in altri luoghi del mondo, invece ci siamo svegliati una mattina scoprendo l’orrore sui gradini della nostra por- ta, della nostra casa. È un fatto che ha colpito l’immaginario oltre i confini nazionali; all’epoca sono stato intervistato anche della corrispondente italiana di “Le Monde”.

Il presidente Mattarella ha inaugurato il 730° anno accademico nel 2020. Che momento è stato? L’Ateneo è riuscito nonostante le difficoltà della pandemia Covid a inaugurare il 15 ottobre 2020 l’anno accademico con il presidente Mattarella; è stata un’esperienza davvero emozionante, un atto di stima che il Presidente ha voluto porgerci per la reputazione dell’Ateneo. Una presenza ispiratrice, con l’interprete più sensibile della coesione del Paese che ha portato fiducia a tutta la comunità accademica e alla cittadinanza in un momento delicatissimo tra chiusure e lockdown, e in quell’occasione abbiamo esposto nell’androne del teatro Lauro Rossi la pergamena originale del 1290 che diede l’avvio dello Studium legis a Macerata . E l’udienza privata, il 9 maggio 2022,

con Papa Francesco? Un appuntamento veramente speciale nell’anno del 470° anniversario dalla nascita di padre Matteo Ricci, il cui lascito è stato quello della interculturalità, in un incontro di civiltà fino ad allora reciprocamente estranee e diffidenti. Proprio da questo humus è cresciuta la cultura dell’accoglienza della nostra università, oggi un crogiolo di lingue, culture, etnie, volti, esperienze di giovani studenti, dottorandi e visiting professor provenienti da

Nuove prospettive e nuovi impegni

DI MASSIMO REGINI *

tanti luoghi d’Europa e del mondo, che ne fanno un campus internazionale incastonato nel centro storico. Macerata ha dato i natali a padre Matteo Ricci, un grande “campione” di questa cultura, come ci ha ricordato papa Francesco. Villa Lauri e il processo di internazionalizzazione dell’Università negli ultimi anni?

Io penso che il processo di internazionalizzazione abbia molto cambiato il volto dell’università di Macerata e il rapporto con la città: l’Istituto Confucio con la Cina, i corsi di laurea tra due università, i dottorati aperti gli studenti stranieri hanno portato esperienze e saperi nuovi, hanno dato modo di aprire la mente al futuro, all’ accoglienza dell’altro, al tentativo di capire persone di religioni e culture differenti. Simbolo forte di questa internazionalizzazione e di rigenerazione urbana è sicuramente Villa Lauri. Una comunità di 10mila studenti, cosa c’e dietro questi numeri?

C’è una grande perseveranza, qualità della didattica e attenzione alla persona, all’accoglienza degli studenti. Siamo sempre stati sul filo dei 10mila, è questo il nostro target evidentemente. 10.026 non sono pochi per una città di 40mila abitanti. In questi anni è arrivata anche la fermata ferroviaria “Macerata Università” a Vallebona... Vedere quella scritta in città, confesso, mi ha fatto felice! Anche perché il treno ha costituito uno degli elementi del mio immaginario: i treni con le fughe, le migrazioni, i viaggi fanno parte della nostra vita, come ci descrivono tanti quadri importanti, libri, film, dunque essere riusciti a realizzare la stazione Macerata Università è stato per noi molto importante.

Questi sei anni che viaggio sono stati per lei?

teologico marchigiano (Itm) è affiliato dal 1969, e poi dal 1995 aggregato, alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, dove un corpo docenti, proveniente da tutte le diocesi delle Marche, sostiene i corsi del quinquennio istituzionale che terminano col baccellierato e quelli della licenza in Teologia sacramentaria. Gli studenti iscritti ai corsi di quest’anno sono circa 90, alcuni dei quali anche fuori corso e altri che frequentano come uditori. In gran parte i nostri studenti provengono dai tre seminari esistenti nella nostra regione. Il nostro Istituto ha due sedi in cui vengono regolarmente svolti i corsi del quinquennio teologico, la sede di Ancora e quella di Fermo.

Dal 10 maggio 2022 il nuovo moderatore dell’Istituto è il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, il quale segue con paterna cura il nostro Istituto in un momento di profondi cambiamenti che riguardano la struttura stessa dell’Istituto e la formazione teologica da esso offerta.Il Preside delle due sedi è il professor don Massimo Regini; il vicepreside generale è il professor don Enrico Brancozzi e il Vicepreside della sede di Fermo il professor. don Tarcisio Chiurchiù.

L’Itm cura in particolare l’aspetto teologico, quindi culturale e pastorale, della formazione dei futuri presbiteri della regione, ma anche di religiosi e laici che desiderano fare un qualificato percorso teologico, che li prepari alle diverse forme ministeriali presenti nella Chiesa.

La diminuzione degli studenti, anche a seguito della riduzione del numero di seminaristi presenti nei nostri seminari, e un’auspicata integrazione dei cammini formativi fra laici e candidati al sacerdozio ministeriale, orienta verso un processo di unificazione e integrazione dei corsi che si sta pensando e progettando, secondo un preciso orientamento della Conferenza Episcopale Marchigiana, all’interno di un processo di sinodalità e per un uso migliore delle risorse che riguardano soprattutto il corpo docenti.

La qualità della proposta formativa trova nel corso di Licenza in Teologia sacramentaria uno specifico ambito di ricerca teologica, unita ad una sempre maggiore intelligenza della pratica pastorale, che sta crescendo nella considerazione anche oltre i confini della nostra regione. Le riflessioni teologiche proposte dai nostri docenti sono condivise anche attraverso un crescete numero di pubblicazioni nella nostra collana teologica e nelle riviste del nostro Istituto in entrambe le sue sedi.

Francesco Adornato, rettore dell’Università di Macerata dal 2016 al 2022

Penso di essere stato sempre fedele a me stesso, di aver fatto un viaggio che non mi ha mai scomposto anche nei momenti più critici: dal sisma alla pandemia sono stati anni difficili ma intensi accanto agli studenti, tra gli eventi più emozionanti l’apertura dell’anno accademico con il presidente Mattarella e l’udienza privata con Papa Francesco. Cosa c’è nel futuro di Francesco Adornato? Certamente continuerò a studiare!

L’attenzione e la stima dell’episcopato della nostra regione ci incoraggia nel cammino di approfondimento teologico al servizio delle nostre Chiese, con l’augurio che questo tempo di grandi cambiamenti ci veda in dialogo con le altre istituzioni accademiche presenti nel nostro territorio, e il nostro Istituto possa dare il proprio contributo alla crescita di una società giusta e solidale, nella ricerca di un autentico bene comune. * rettore dell’Itm

Formazione per laici: strumento utile per i catechisti

Gli incontri settimanali, aperti a tutti gli interessati, sono centrati sui sacramenti e sono intervallati dalle catechesi sulla Messa tenute dal vescovo Nazzareno Marconi

DI FABIO J. OLANO *

Anche in questo 2022 che si appresta a concludersi abbiamo l’occasione di fare un percorso sistematico per l’approfondimento del Catechismo della Chiesa cattolica, attraverso il Corso di formazione per laici,

organizzato dalla nostra diocesi di Macerata. Già l’anno scorso molte persone hanno raccontato di aver avuto l’occasione di partecipare nelle due modalità previste, in presenza e online dalla propria abitazione.

L’Ufficio catechistico, da cui dipende la scuola di Teologia, che propone questo corso, ha ricevuto tantissimi complimenti e ringraziamenti soprattutto da parte dei parroci. Sacerdoti che da tempo chiedevano uno strumento utile per la preparazione dei loro catechisti, ma sappiamo che, essendo aperto a tutti, sono state quasi cinquecento le persone che ne hanno tratto profitto.

Nel dettaglio, l’anno scorso gli incontri hanno affrontato in

modo approfondito tutte quelle tematiche riguardanti i diversi articoli del Credo. Questa volta, altresì, gli incontri settimanali vanno a toccare i sette sacramenti. Un valore aggiunto di questo percorso è che vede come relatori dei parroci della nostra Diocesi, inviati dal vescovo Nazzareno Marconi ad approfondire gli studi teologici nelle Università pontificie, e quindi avviene quella che si potrebbe chiamare una traditio, la trasmissione alla nostra comunità della conoscenza teologica appresa negli atenei di Roma. Questi incontri sono intervallati dalle catechesi del nostro vescovo Nazzareno sulle parti

della Messa e di come essa costituisca non solo ciò che la Chiesa chiama la fede celebrata ma anche pregata. In effetti, il Catechismo della Chiesa cattolica espone il mistero cristiano professato, celebrato, vissuto con l’agire del fedele e fondante la preghiera. Affrontare le tematiche riguardanti i sacramenti significa parlare della vita liturgica della Chiesa in rapporto a Cristo, a sé stessa, alla fede, alla salvezza e alla vita eterna. In altre parole, si tratta di capire che i sacramenti provengono da Cristo, egli, lo Sposo li affida alla sua sposa che è la Chiesa, lei li custodisce, li approfondisce e li amministra per la salvezza dei suoi figli.

I sacramenti sono il modo attraverso cui il potere salvifico di Cristo raggiunge ogni uomo in ogni tempo mediante la fede, la potenza dei sacramenti viene dunque dalla fede nel mistero pasquale. A ragione la Chiesa parla dei sacramenti come dell’azione di Cristo attraverso il suo corpo nella storia, che è la Chiesa, per la nostra salvezza. In effetti, è Cristo che agisce e attua la salvezza per il suo popolo.

I sacramenti della Chiesa sono il modo concreto con cui Cristo si prende cura della nostra umanità, nell’attesa della beata speranza che torni il nostro Salvatore. * responsabile della Scuola di Teologia per laici

MARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2022 2 SOCIETÀ
Padre Alberto (in alto) con soci e bambini assistiti
«Penso di essere stato sempre fedele a me stesso, anche nei momenti più critici»
L’istituto
ISTITUTO TEOLOGICO
La Domus San Giuliano, sede del corso

Agricoltura, produzioni e ambiente: aperto il corso

Presso l’aula Verde dell’Abbadia di Fiastra, si è aperto venerdì 28 ottobre il XLI Corso della Scuola di Specializzazione per Tecnici, Imprenditori e Operatori Agricoli, sul tema “Agricoltura, Produzioni e Ambiente”, a cura della Fondazione Giustiniani Bandini. Il vescovo Nazzareno Marconi, presente all’inaugurazione, ha richiamato l’enciclica Laudato si' di papa Francesco, per un messaggio etico, sociale e spirituale rivolto ai partecipanti del corso e che ha avviato i lavori di studio che si protrarranno nei prossimi mesi. La Scuola trae origine dalle lungimiranti volontà testamentarie del duca Sigismondo Giustiniani

“Civitas Mariae”: a 70 anni dalla delibera del Consiglio comunale, seguita a una petizione popolare, è stata rinnovata la consacrazione del capoluogo alla Vergine

Il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, rinnova la preghiera di affidamento a Maria della città, di fronte all’immagine di Maria sulla facciata del Comune

DI NATALIA MARQUESINI

Bandini e, sulle orme dei Monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, opera in un contesto sui generis plurimo: religioso, storico, culturale, ambientale, paesaggistico, ricreativo e di attività agroalimentari.

Oggi l’offerta formativa della Scuola appare ampia e composita pur mantenendo il fine indicato dal duca Sigismondo: dare ai giovani una solida educazione religiosa e civile accompagnata da una seria istruzione tecnica agraria per formare buoni cristiani, integri cittadini ed esperti agricoltori competenti nell’organizzazione e direzione delle imprese agricole.

Il Corso si sviluppa in 18 lezioni settimanali (pausa nel periodo natalizio), svolte al venerdì dalle ore 19 alle 20.45 all’Aula Verde,

La Scuola trae origine dalle lungimiranti volontà testamentarie del duca Sigismondo Giustiniani Bandini

chiusura il 17 marzo 2023 con l’intervento dell’Assessore Agricoltura Regione Marche.

Le lezioni in programma, in continuità alle precedenti edizioni, affrontano l’attuale emergenza economica iniziata con la pandemia, aggravatasi poi con i forti rincari delle materie prime e dell’energia, fino ai recenti problemi legati alla lunga siccità e alla situazione congiunturale per il conflitto russo-ucraino. Pertanto, l’obiettivo è quello di

dare equilibrate indicazioni in risposta alle urgenti necessità del settore agroalimentare e ambientale contribuendo all’aggiornamento e alla formazione tecnica, professionale e sociale dei destinatari. Le tematiche trattate sono relative alle filiere (cerealicola, ortofrutticola, vitivinicola e zootecnica), ai caratteri gestionali (tecnici ed economici) delle aziende ed imprese agricole, alle normative previste dalla nuova Politica Agricola Comunitaria 2023/2027, alla gestione del suolo agrario, delle risorse idriche e dell’ambiente. Relatori del corso sono ricercatori, funzionari della Regione Marche, esperti in materia agraria ed ambientale, dirigenti di organizzazioni ed imprese

agroalimentari.

Al Corso partecipano gli studenti dell’Istituto Agrario “Garibaldi” di Macerata, con il quale la Fondazione ha instaurato una preziosa collaborazione, mentre rilasceranno crediti formativi, ai propri iscritti che aderiranno, l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, l’Albo dei Periti Agrari, il Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino. La partecipazione, gratuita e aperta anche ad appassionati, avviene in presenza o in modalità videoconferenza previa registrazione sul portale www.abbadiafiastra.net “corso agricoltori” ove è possibile visionare anche il programma. * Coordinatore del corso

Uno scatto delle operazioni di ricerca dopo l’alluvione

I vescovi delle Marche sul post-alluvione

«Macerata

città di Maria perché Maria abita in questa città, perché Maria si senta di casa tra noi». Ancora riecheggiano le parole con cui il vescovo Nazzareno Marconi ha concluso l’omelia della celebrazione eucaristica in occasione del 70° anniversario di Macerata “Civitas Mariae”. Un anniversario importante, che la città ha avuto occasione di gustare attraverso una serie di iniziative che hanno coinvolto l’intera cittadinanza e che culmineranno con il consiglio comunale straordinario indetto per questa mattina presso il cortile di palazzo Buonaccorsi (vedi box a lato, ndr). La prima delle iniziative proposte è stata la Peregrinatio dell’icona della Mater Misericordiae nelle parrocchie cittadine: dal primo giorno di ottobre l’immagine tanto cara ai maceratesi si è fatta vicina ai fedeli che l’hanno accolta nelle proprie chiese mentre il vescovo accompagnava le tappe con una serie di intense catechesi mariane.

Lo scorso mercoledì nella chiesa di San Giorgio, eseguito dal coro “Figli della Luce”, un oratorio sacro in onore della vergine Maria ha dato il via ufficialmente alle celebrazioni. Momento particolarmente importante è stato il convegno mariano di giovedì 10: “Ma-donna. Maria di Nazareth, modello del femminile”. Nella splendida sala dell’Eneide di Palazzo Buonaccorsi le riflessioni sul ruolo di Maria e della donna sono state affidate alla biblista suor Ombretta Pettigiani, alla teologa Roberta Vinerba e a monsignor Francesco Maraglia, patriarca di Venezia, ospite per alcuni giorni a Macerata. Un pomeriggio di riflessioni circa l’uma-

Maria a Macerata è sempre di casa

nità di Maria e su quanto ancora ha offrire il suo esempio alle donne e agli uo- mini di oggi. «È importante – ha sottolineato il vescovo Marconi – tornare a proporre la fede come un pensiero. Macerata è una città universitaria, città del pensiero e della riflessione; ma è anche Civitas Mariae, perché il pensiero credente non è un pensiero né lontano né superato: è un pensiero che può dare grandi stimoli all’uomo di oggi». Nella stessa giornata del convegno è stata inaugurata la mostra allestita nei rinnovati spazi del museo “Mater Misericordiae” che si trova nella cripta dell’omonima basilica. La mostra racchiude una vasta esposizione di opere, tutte espressione della devozione a Maria nella Diocesi e rimarrà aperta fino al prossimo 23 aprile. Questo anniversario si colloca in un momento caratterizzato dalla ripresa dopo la pandemia ma l’orizzonte offuscato dalle nubi della guerra e delle crescenti difficoltà economiche. Senza contare che i cambiamenti sociali e culturali di questi ultimi 70 anni sembrano mettere sempre più la devozione

popolare in contrasto con il vivere quotidiano: «Dopo la generazione che al tempo di monsignor Cassulo il 15 novembre 1952 consacrò Macerata come Civitas Mariae – ha detto il vescovo nell’omelia domenica –, la nostra è la generazione nuova chiamata a far memoriale di quel bel gesto di devozione.

Non solo a ricordarlo, ma almeno per chi crede è necessario farne un memoriale. Questo significa che dobbiamo comprendere il senso pieno di quel gesto, chiederci cosa ancora ne permanga vivo, soprattutto domandarci come rinnovarlo in un senso che lo faccia crescere per dare vita al presente e al futuro della nostra generazione».

Dopo la Messa celebrata nella chiesa dell’Immacolata, il ritrovo naturale è stato nella piazza cittadina, ai piedi del palazzo comunale da dove 70 anni la scritta Civitas Mariae fa da cornice all’immagine di Maria Madre di Misericordia; da lì prima il sindaco e poi il vescovo, aiutati dalla scala dei vigili del fuoco hanno rispettivamente deposto un omaggio floreale e rinnovato la consacrazione della città a Maria.

Quel giorno del 1952

Il 15 novembre del 1952, il consiglio comunale di Macerata, facendosi interprete del sentimento popolare di devozione alla Madonna della Misericordia, accolse la proposta di un comitato cittadino che aveva raccolto 22mila firme deliberando di consacrare Macerata alla sua protezione e di porre ai lati dell’immagine collocata sulla facciata del Comune, l’epigrafe “Civitas Marie”. Il giorno successivo, il 16 novembre, in piazza della Libertà si svolse una cerimonia presieduta dal vescovo Silvio Cassulo e dal sindaco Otello Perugini alla quale parteciparono migliaia di maceratesi. A memoria dell’evento è stato convocato per la giornata di oggi un consiglio comunale straordinario, nel cortile superiore di Palazzo Buonaccorsi. (M.N.M.)

IVescovi delle Marche, a un mese e mezzo dagli eventi calamitosi che hanno colpito i nostri territori delle province di Pesaro-Urbino ed Ancona, si rivolgono alla Popolazione ed alle Autorità Statali e Regionali perché si mantenga alta l’attenzione su questo tema. L’evento meteorologico – ne siamo diventati sempre meglio coscienti – è stato di una gravità eccezionale per le vittime, l’estensione territoriale e gli ingenti danni subiti dal paesaggio, dalle vie di comunicazione, dai centri abitati, dalle strutture produttive. La popolazione è fortemente preoccupata perché l’evidente cambiamento climatico in atto non esclude la ripetizione di fatti eccezionali di questa portata. Se tali fatti incideranno su un territorio come il nostro, che da nord a sud presenta situazioni di fragilità su cui da tempo si richiedono interventi efficaci di messa in sicurezza, non è possibile escludere il verificarsi di altri disastri. Le Marche oggi richiedono una speciale attenzione nazionale, perché la zona colpita dall’alluvione si è sommata a quella più ampia che ancora soffre per il terremoto del 2016. Inoltre, la piccola e media industria che da noi è largamente prevalente, sta subendo più di altri comparti caratterizzati da grandi industrie la crisi di ordini e materie prime, in particolare per il costo dell’energia, determinata prima dal Covid-19 e poi dalla guerra in atto in Ucraina. La presenza ecclesiale su tutto il territorio ed il lavoro di monitoraggio dei danni dell’alluvione fatto dalle Caritas diocesane e regionale permettono di indicare delle fragilità significative che non appaiono ad uno sguardo immediato. Tra queste l’inquinamento dei terreni agricoli invasi dal fango frammisto a sostanze inquinanti e la dispersione di macerie con eguali caratteristiche. La bonifica di tutto ciò, mentre è urgente, non sarà semplice né economica. Come Vescovi non intendiamo certo intervenire in ambiti tecnici e politici che competono ad altri, ed il cui lavoro vogliamo rispettare e sostenere per quanto potremo. Però, facendoci voce della popolazione, mentre ringraziamo per la bellissima solidarietà che tanti hanno testimoniato nei fatti fin dal primo momento, riferiamo la seria preoccupazione che una burocrazia farraginosa e paralizzante, già sperimentata nei cantieri del terremoto, unita alla tentazione di dimenticare territori di cui i media dopo un po’ cessano di parlare, non permettano di dare le giuste risposte che la nostra gente si attende.La vicinanza dello Stato, della Regione e di tutte le forze vive della Nazione è fondamentale per il tempo lungo che ci attende. I Vescovi delle Marche auspicano che con una vera sinergia delle forze pubbliche, private ed ecclesiali si possa smentire soprattutto la previsione negativa che già alcuni fanno, dando prova che le Marche possono diventare un modello positivo per tante altre parti della nostra bella Nazione. I vescovi delle Marche

Spento il sorriso di don Piergiorgio Copparo

Nella tarda serata del Primo Novembre, si è spento, all’età di 86 anni, Don Piergiorgio Copparo. Don Piergiorgio era nato a Villapotenza il 29 febbraio 1936. Dopo aver seguito l’iter formativo nel Seminario Diocesano, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale dal vescovo Silvio Cassulo nella chiesa dello stesso seminario il 6 aprile 1962 . Dopo aver conseguito la laurea in Lettere presso l’Università di Macerata, per due anni ha prestato servizio come animatore presso il

Pontificio Seminario

Regionale di Fano. Al ritorno in diocesi è stato assegnato come collaboratore alla parrocchia del Sacro Cuore di Macerata, comunità dalla quale non si sarebbe mai più spostato. Contemporaneamente al servizio in parrocchia ha ricoperto anche anche altri incarichi. Si è prodigato con generosità a favore di quelli che sono stati i suoi più grandi amori: l’insegnamento, portato avanti per molti anni, presso l’Istituto salesiano – del quale è stato una

colonna portante per decenni e nel quale è ricordato come apprezzatissimo docente di lettere presso la Scuola Media –. È stato poi, l’anima ispiratrice e instancabile del Gruppo Scout “Macerata 2” e

dell’Associazione corale

Pueri Cantores “D. Zamberletti”, nella quale ha ricoperto il ruolo di Responsabile spirituale sin dalla fine degli Settanta. Don Piergiorgio dunque è stato sempre vicino ai ragazzi e ai giovani, in mezzo ai quali ha svolto, con animo sacerdotale, una vera opera educativa. Qualche anno fa è stato colpito dal morbo di Parkinson e l’anno scorso, avendo bisogno di assistenza, si era trasferito alla Casa del Clero. Qualche settimana fa, poi, a seguito di una brutta caduta si era reso

necessario un ricovero in ospedale, dove è sopravvenuta la morte. Avendo vissuto con lui in questo ultimo periodo, posso testimoniare che ha saputo affrontare con serenità e fede anche le sofferenze provocate dalla malattia e conseguenza dell’età, per cui sembra giusto ringraziare il Signore per il dono che don Piergiorgio è stato per noi e, specialmente in questi tempi difficili, pregarlo di mandarci altri sacerdoti come lui. Pio Pesaresi con la collaborazione di Gian Luca Paolucci

MARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2022 3 COMUNITÀ
Un mezzo al lavoro LA Don Piergiorgio Copparo

Tetto con pannelli fotovoltaici

Il Comune, con la partnership di EnelX, installerà 100 kWh di pannelli fotovoltaici. Con l’adesione anche di privati cittadini, si punta a ridurre il peso delle bollette elettriche

Urbisaglia verso una comunità energetica

Latransizione energetica dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, imposta dall’emergenza climatica sempre più critica, chiama in causa grandi scelte a livello continentale e nazionale, ma riguarda anche noi, singoli e comunità locali. Il caro-bollette, che come uno tsunami ha colpito famiglie e imprese, è peraltro un fortissimo incentivo a ridurre i consumi e comunque a non sprecare. Uno strumento che associa responsabilizzazione nell’uso dell’energia e risparmio è quello delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) lanciate dalla Ue e promosse anche nel nostro Paese, che però sconta un quadro normativo ancora incompleto. La Cer è un’associazione tra cittadini,

Partito il conto alla rovescia per la Giornata mondiale della gioventù che il prossimo anno si terrà in Portogallo, segnale importante dopo i blocchi delle attività dovuti alla pandemia

attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali, piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili. La mobilitazione è partita e nel nostro territorio ha goduto anche di una spinta ulteriore grazie a un bando del Commissario del terremoto che mette a disposizione risorse cospicue per i Comuni del cratere. Urbisaglia ha compiuto i primi passi per concorrere a questo bando promuovendo una Cer alla quale il Comune intende partecipare con pannelli fotovoltaici per complessivi 100 kWh installati sui tetti della casa di riposo, della scuola media e del

cimitero. Il partner tecnologico è EnelX, società dell’Enel, gruppo all’avanguardia a livello mondiale nella transizione accelerata verso la produzione di energia elettrica a impatto zero. Il Comune ha promosso un incontro pubblico per presentare l’iniziativa raccogliendo l’interesse dei numerosi partecipanti. In Comune già sono giunte numerose domande di adesione. I vantaggi economici della Cer sono collegati alla capacità dei partecipanti di consumare l’energia autoprodotta, un risultato che si ottiene gestendo con oculatezza i consumi, spostandoli dagli orari notturni a quelli in cui il sole picchia sui pannelli. Una sfida che a Urbisaglia vogliono affrontare. (P.Chin.)

Gmg 2023, i giovani del mondo a Lisbona

DI SARA CARLONI

Mancano circa 260 giorni alla Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Lisbona nell’agosto 2023, eppure il cammino di preparazione a questa esperienza nella nostra Diocesi è già iniziato! Infatti, giovedì 27 ottobre presso la Domus San Giuliano si è riunita la consulta della Pastorale Giovanile diocesana, che ha rappresentate in sé tutte le realtà giovanili della Diocesi; al centro dell’incontro la Giornata Diocesana dei giovani del prossimo 20 novembre e la GMG di Lisbona 2023. La consulta è iniziata con una breve riflessione di don Giacomo Pompei sul versetto scelto da Papa Francesco come messaggio per la prossima GMG: «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39); il verbo alzarsi ritorna anche quest’anno e invita noi giovani a risorgere, a risvegliarci alla vita in questi ultimi tempi così difficili, sull’esempio di Maria. Essa è il modello dei giovani in movimento, tutti proiettati verso l’esterno, verso l’Alto e verso gli altri; così la fretta della giovane donna di Nazaret è la stessa dei tanti giovani che desiderano vivere connessioni genuine nell’incontro con gli altri, nella condivisione e nel servizio. Perciò, la speranza che tutti abbiamo condiviso nel momento iniziale di preghiera e affidamento è quella di poter vivere e sperimentare anche noi l’Amore urgente che ha spinto Maria a mettersi in cammino verso la casa di sua cugina Elisabetta. Abbiamo poi condiviso in piccoli gruppi lo stato di salute degli animatori e dei loro ragazzi, come anche i vari cammini educativi che si stanno vivendo nelle diverse realtà: tra gli educatori alcuni si dicono stanchi e smarriti a causa delle difficoltà vissute negli ultimi due anni, altri invece sono carichi e felici di ricominciare; tutti sono accomunati dal bisogno di vivere momenti di formazione condivisi, che li rendano sempre più capaci di intercettare la fame dei ragazzi e di testi-

La Consulta di Pastorale giovanile diocesana riunita a Macerata

moniare loro la fede cristiana con modalità nuove, credibili e affidabili. I ragazzi invece esprimono il bisogno di sentirsi guardati, accolti, ascoltati, accompagnati, come anche di vivere esperienze di confronto e condivisione con i giovani delle altre unità pastorali; tante infatti sono le difficoltà e le fragilità che questi ragazzi portano con sé, da accogliere e di cui prendersi cura con premura.

In generale, tutte le realtà stanno riprendendo a camminare dopo la pausa dettata dalla pandemia, iniziando dal prendere consapevolezza di chi si è, dove si è e come si sta.

Dopo questo primo giro di condivisione abbiamo iniziato a parlare della GMG di Lisbona e della preparazione a questo evento. Come équipe di Pastorale Gio-

vanile abbiamo presentato brevemente ai presenti le informazioni finora forniteci dal coordinamento nazionale, per poi illustrare le diverse opzioni per partecipare alla GMG di Lisbona come Diocesi: la soluzione più verosimile prevederà la permanenza a Lisbona e la partecipazione alla GMG per intero, dal primo al 6 Agosto, mentre i viaggi di andata e ritorno saranno effettuati in pullman e verranno scanditi da alcune tappe significative, ancora da identificare lungo il tragitto.

Successivamente, si è dato spazio alla riflessione in piccoli gruppi sul cammino di preparazione alla GMG: per tutti gli animatori è risultato fondamentale camminare insieme, come Diocesi; dato inoltre che molti tra educatori ed educati non

RINNOVABILI

Una Cer in partenza anche a Cingoli

Un’associazione tra cittadini, attività commerciali, imprese e pubbliche amministrazioni che decidono di unire le forze per produrre e consumare energia derivata da fonti rinnovabili. Quella delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) è una delle strade più promettenti per la diffusione di energia pulita a basso costo. A Cingoli una Cer potrebbe a brev e diventare realtà. Nell’ultimo mese l’Amministrazione guidata dal sindaco Michele Vittori ha infatti pubblicato un bando pubblico per «la presentazione di progetti, da parte di enti pubblici ed amministrazioni, anche in p artenariato con le imprese» interessati alla «realizzazione di si stemi centralizzati di produzione e distribuzione intelligente di energia e/o calore da fonti rinnovabili, anche attraverso comunità energetiche». Così facendo, il Comune sta valutando la disponibilità di privati e attività economiche alla formazione di un’a ssociazione allo scopo di produrre energia non per scopo di lucro, ma per l’autoconsumo (consentendo comunque, a chi vi partecipa, anche un risparmio in bolletta).

La costituzione di queste comunità è possibile in seguito alla conversione in legge del Decreto Milleproroghe del 2019, come previsto dalla Direttiva Europea del 2018 sul tema. Progetti come le Cer favoriranno lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti. Reti che in Italia si stanno sviluppando anche grazie agli incentivi sull’installazione, per esempio, dei pannelli fotovoltaici. Leonardo Giorgi

Quattro passi attraverso l’amore

hanno ancora vissuto una GMG, occorrerà alimentare in tutti la motivazione a partire, a partire dalla consapevolezza del senso profondo di questo pellegrinaggio. In conclusione, ci siamo dati appuntamento al prossimo 20 Novembre quando, in occasione della Solennità di Cristo Re, presso l’aula sinodale festeggeremo la Giornata Diocesana dei Giovani; vivremo la Liturgia della Parola presieduta dal vescovo Nazzareno, ascolteremo delle testimonianze di giovani che si sono alzati e sono andati in fretta, riceveremo il mandato del Vescovo e – dopo il lancio ufficiale della GMG di Lisbona –spazio a cibo, musica e fraternità! L’appuntamento è per Domenica 20 novembre, dalle 15:30 alle 20, presso la Domus San Giuliano di Macerata.

La signora Mattei svela la targa del marito

Il fischietto treiese diresse 82 partite in Serie C, 113 in B e 125 in A. Nel 2005 divenne designatore di Serie A e B

«Questo

primo Documento che viene ora offerto è un dono ed è un compito. Un dono, perché mette a disposizione di tutti un materiale abbondante e stimolante, frutto di riflessione e di esperienze pastorali già messe in atto in varie diocesi/eparchie del mondo. Ed è anche un compito, perché non si tratta di “formule magiche” che funzioni- no automaticamente. È un vestito che va “cucito su misura” per le persone che lo indosseranno. Si tratta, infatti, di orientamenti che chiedono di essere recepiti, adattati e messi in pratica nelle concrete situazioni sociali, culturali ed ecclesiali nelle quali ogni Chiesa particolare si trova a vivere». Con queste parole, attraverso il documento pubblicato dal Dicastero laici, famiglia e vita, “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale”, papa Francesco consegna alla Chiesa universale un mandato importante. Il Santo Padre invita a prendersi cura non solo delle famiglie e dei fidanzati, ma anche e soprattutto delle giovani coppie di sposi che vivono i primi anni di matrimonio, spesso in solitudine e con scarsi strumenti per affrontare le quasi inevitabili crisi della vita matrimoniale.

La metafora usata dal Papa, ovvero «un vestito che va cucito su misura» è stata oggetto di riflessione anche nella nostra realtà locale, in particolare nell’équipe diocesana che accompagna i fidanzati. Si è concordato che molti sforzi e molte energie vengono utilizzati per i fidanzati, al fine di preparare percorsi adeguati non solo nel numero di incontri, ma anche nei contenuti e nelle esperienze presentate. Forse poco si investe nell’offrire una continuità di cammino, all’indomani della celebrazione delle nozze.

Queste riflessioni, supportate anche dalle richieste di incontro e di confronto formulate da diverse coppie di giovani sposi, hanno convinto alcuni operatori della nostra diocesi ad organizzare un ciclo di quattro incontri, appunto “Quattro passi nell’amore”, che si terranno all’Oasi Buon Pastore dal prossimo dicembre a giugno 2023. Nasce così la proposta di un tempo proprio per i giovani coniugi, uno spazio per favorire il dialogo, sperimentare la preghiera di coppia, vivere un confronto attivo nel gruppo e, possibilmente, evitare il pericolo dell’individualismo di coppia che spesso assale i due sposi, stretti nella morsa del lavoro e delle tante cose da fare. L’inizio è previsto per sabato 3 dicembre alle ore 18.00, a Macerata. Si può trovare il volantino con le altre date nel sito della Diocesi e sui vari canali social della pastorale familiare diocesana.

Maurizio Mattei: umanità e semplicità di un arbitro

«C

orrere, correre , fischiare, fischiare» era il consiglio più importante che Maurizio Mattei dava ai suoi arbitri e a poco più di un anno dalla morte avvenuta a 79 anni il 12 febbraio 2021 dopo aver contratto il Covid, la sezione AIA di Macerata ha voluto dedicare a lui la sala conferenze della sede di Via Batà e ricordarlo per la sua carriera sportiva e umanità. Presenti i familiari, autorità locali, i vertici Aia e tra gli arbitri internazionali uno dei suoi allievi più prestigiosi: il fischietto veneto Daniele Orsato, che sarà l’unico italiano presente agli imminenti Mondiali di calcio in Qatar: «Se sono diventato l’arbitro che sono oggi, se ho fatto questa carriera lo devo in

particolare proprio a Maurizio Mattei - ha detto Orsato- per me è stato come un padre, senza di lui non avrei fatto nulla nel mondo arbitrale, proprio per questo non potevo mancare a questo appuntamento».

Tanti i momenti ricchi di emozioni dalla benedizione della targa con il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi e lo svelamento da parte della moglie Elisabetta e il ricordo commosso del figlio Lorenzo «ci stanno arrivando tante manifestazioni di affetto e riconoscimenti da tutta

Italia e questa a casa sua è particolarmente emozionante per me e per tutta la nostra famiglia».

Dopo aver iniziato la carriera nel 1963 diresse 82 partite in Serie

C, 113 in B e 125 in A. Nel 1985,

inoltre, vinse il premio Giovanni Mauro, assegnato al miglior arbitro italiano dell’anno. Nel 2005 divenne designatore dei campionati di Serie A e B. Numerose le autorità presenti, dalle istituzioni locali e regionali ai vertici AIA con il vice presidente nazionale Duccio Baioni e Katia Senesi, Carlo Pacifici, Riccardo Pinzani e Matteo Trefoloni. Tanti gli arbitri di ieri e di oggi, come Juan Luca Sacchi, che hanno preso la parola per ricordare Maurizio Mattei, la sua lunga carriera di arbitro, designatore e dirigente, i valori umani e sportivi trasmessi dentro e furi il campo. Storie di vita da arbitro sono state al centro anche della seconda parte dell’evento al teatro della filar-

monica, dove sul palco si sono alternati momenti di poesia, lettura, testimonianze e le premiazioni dei vincitori del premio letterario nazionale “Scrivendo Correndo 2021” ideato dalla sezione di Macerata.

Gilberto Sacchi, presidente dell’Aia Macerata, non può che rallegrarsi per i traguardi raggiunti e per il lavoro seminato in questi anni di cui si raccolgono i frutti adesso. «Dopo meno di un anno ci ritroviamo ancora qui per intitolare la sala conferenze a Maurizio Mattei che con Cesare Ionni rappresenta il top degli arbitri maceratesi arrivati ad altissimi livelli – ha ricordato il presidente Sacchi –, un riconoscimento che vuole essere anche una memoria di chi è sta-

to Mattei, grande arbitro prima e grande dirigente poi, formatore sia tecnico che di uomini». Alcuni stralci dei racconti sono stati interpretati dalla sublime voce dell’artista maceratese Maurizio Boldrini, tutte le opere selezionate sono state raccolte nell’antologia “Solo per dirti chi sono, vita da arbitro”.

Infine, la consegna del premio Maurizio Mattei assegnato a Katia Senesi cresciuta nella sezione AIA di Macerata, attualmente componente del Comitato na- zionale. È stata una serata incredibile, ho ripercorso in pochi istanti tanti anni di arbitraggio, di sacrifici e tra i ricordi ci sono anche i consigli di Maurizio Mattei. Grazie a Tutti».

Tiziana Tiberi

MARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2022 4 ATTUALITÀ
L’appuntamento diocesano è per domenica prossima, presso l’aula sinodale
GIOVANI SPOSI

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